Fiume Trebbia da Perino a Bobbio
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Fiume Trebbia da Perino a Bobbio
IT4010018 PROVINCIA DI PIACENZA I siti della rete europea Natura 2000 in provincia di Piacenza Parco Fluviale del Trebbia SIC IT4010011 Fiume Trebbia da Perino a Bobbio IT4010019 01 IT4 Autorità di gestione designata per l’esecuzione delle attività: Provincia di Piacenza Organismo responsabile dell’informazione: Direzione Generale Agricoltura della Regione Emilia-Romagna 1 1 00 IT4010017 IT4010005 IT4010004 IT4010006 IT4010013 I PIACENZA IT4010016 IT4010012 IT4010008 Parco dello Stirone e del Piacenziano IT4020003 IT4010002 IT4010007 IT4020008 l sito si estende nella fascia submontana dell’appennino piacentino IT4010003 lungo il medio corso del Trebbia, uno dei fiumi principali della regione. Comprende l’alveo e le rive per un tratto di circa 11 Km (tra Bobbio e la confluenza con il torrente Perino) e ha un’ampiezza media di 250 metri. Per un breve tratto, a nord di Piancasale, si espande in destra idrografica per ricomprendere il rilievo serpentinitico di Monte Barberino (478 m). Nell’attraversamento della massa ofiolitica il fiume ha inciso una gola, con forte restringimento del fondovalle, nota come Orrido di Barberino. Più a valle l’alveo abbandona il suo andamento monocorsuale e si allarga considerevolmente assumendo la caratteristica morfologia a canali intrecciati. Ne deriva una significativa diversificazione del paesaggio e degli ambienti che favorisce una maggiore strutturazione delle comunità animali e vegetali. I numeri della biodiversità Codice: IT4010011 Area: 352 ha Altezza slm: min. 288 m - max 525 m Competenze amministrative nel SIC: Enti che detengono la competenza ad approvare un progetto, un intervento o un’attività. Competenze gestionali del SIC: Provincia di Piacenza o, in caso di trasferimento delle sue funzioni, Ente di gestione per i Parchi e la biodiversità Emilia occidentale. 8 habitat di interesse comunitario. 29 specie floristiche di interesse conservazionistico, di cui 4 endemiche italiane. 9 le specie ittiche autoctone, di cui 5 di importanza comunitaria. 9 i rettili di importanza conservazionistica. 3 le specie di anfibi e 5 quelle di uccelli di importanza comunitaria. 11 le specie di mammiferi di importanza conservazionistica, di cui 10, tutti pipistrelli, di importanza comunitaria. 2 le specie di insetti di interesse conservazionistico, di cui 1 di prioritaria importanza comunitaria. Gli ambienti caratterizzanti sono per lo più quelli ripariali: corpi d’acqua interni con acque correnti e stagnanti, comunità discontinue dei greti, saliceti ripariali, boschi di ripa con vegetazione igrofila. Sui ripiani e i terrazzi meno influenzati dall’attività fluviale sono sporadicamente presenti colture cerealicole estensive. Il paesaggio forestale si caratterizza per la presenza di querceti, cerrete ed orno-ostrieti termofili. Oltre alle formazioni arbustive tipicamente di margine, il paesaggio collinare è caratterizzato da formazioni erbacee semi-rupestri sui versanti erosi e da formazioni erbacee ed erbaceoarbustive meso-xerofile localizzate per lo più su pendii acclivi esposti a sud o caratterizzati da una spiccata aridità edafica connessa a suoli poco profondi. La flora è particolarmente ricca. Nel greto sono presenti cenosi ripariali con Pioppo nero, Salice bianco e Salice ripaiolo. Tipiche dei prati aridi steppici del greto consolidato sono la Santoreggia montana, la Fumana comune, l’Eliantemo maggiore, diverse specie di Timo e di Artemisia. Sul greto attivo si impianta una vegetazione erbacea molto rada in cui dominano le specie tipiche dei suoli incoerenti e rimaneggiati di frequente quali il Garofanino di Dodonaeus, la Scrofularia comune, la Saponaria rossa e diverse specie di Sparviere (Hieracium spp.). Ben sei sono le specie di orchidee, tutte protette da Legge regionale, di cui una endemica italiana (l’Ofride di Bertoloni). Specie esclusive degli affioramenti ofiolitici dell’Appennino piacentino e parmense presenti su Monte Barberino sono l’Euforbia spinosa e la Stregona del serpentino. Di particolare valore conservazionistico: la Poverina a foglie strette, la Cornetta giunchiforme, la Scabiosa vellutata e la Silene italiana, le cui popolazioni nel sito allo stato attuale sono le uniche accertate in Emilia-Romagna. La rete europea Natura 2000 è un sistema organizzato di aree (siti) destinato a preservare la biodiversità presente sul territorio dell’Unione Europea e in particolare a tutelare habitat e specie animali e vegetali rari e minacciati. L’aspetto innovativo di Natura 2000 è il fatto che oggetto della tutela non è un semplice insieme di territori isolati tra loro, ma un vero e proprio sistema di aree (rete) pensato per ridurre l’isolamento degli habitat e fornire alle specie adeguati collegamenti ecologici. Questa Rete trae origine da due Direttive comunitarie: la 92/43/CEE “Habitat” e la 79/409/ CEE “Uccelli” (sostituita dalla 2009/147/CE), che chiamano gli Stati dell’Unione a individuare sul proprio territorio Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS). Le due Direttive intendono rimediare allo stato di frammentazione in cui versano gli ambienti naturali e seminaturali del territorio europeo, sottoposti a pressioni antropiche di varia natura. Proteggere le specie a rischio e gli habitat che le ospitano vuol dire garantire il mantenimento a lungo termine della biodiversità. L’individuazione dei Siti in Italia è stata affidata, ciascuna per il proprio territorio, alle singole Regioni con il coordinamento del Ministero dell’Ambiente. 16 sono i siti Natura 2000 in provincia di Piacenza: 13 SIC e 3 SIC-ZPS. La fauna presenta un popolamento piuttosto diversificato. Il corso d’acqua ospita diverse specie ittiche Ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) Foto A. Ambrogio autoctone tra cui spiccano l’Alborella, il Vairone, la Lasca, il Barbo comune, il Barbo canino, il Cobite e il Gobione. L’area rappresenta una zona di transito per numerose specie di uccelli poiché è posta lungo una delle principali vie migratorie. La presenza della Tottavilla nidificante, seppur con un ridottissimo numero di coppie, negli ambienti di greto consolidato è da ritenersi una particolarità pressoché unica per tutto il territorio provinciale; da segnalare pure il Martin pescatore, la cui presenza e nidificazione lungo questo tratto di fiume è tra le più interne ed elevate per la provincia di Piacenza. Tra i mammiferi ha un pregio particolare la ricchezza di specie di pipistrelli, tra cui spicca il raro Molosso di Cestoni, e il rinvenimento del Quercino, un gliride con distribuzione puntiforme e in declino in tutto il suo areale. Per quanto riguarda i rettili (tutti innocui ed elusivi), emerge la presenza delle tre specie di Natrice (“bisce d’acqua”) e di tre specie di Colubridi e due di Lacertidi tra le specie di importanza comunitaria. Per quanto il sito non presenti una particolare vocazione agli anfibi, vi troviamo tre specie di interesse europeo: la Raganella italiana, la Rana agile e la Rana di Lessona. Tra gli insetti di importanza conservazionistica: la Falena dell’edera, la Licena azzurra della Vescicaria e la Cicindela di maggio (endemica italiana). Le specie rilevate di importanza conservazionistica Le indagini conoscitive adottate per la redaBiacco (Hierophis viridiflavus) Foto A. Ambrogio Sassifraga solcata (Saxifraga exarata) Foto G. Bracchi Ramarro (Lacerta bilineata) Foto A. Ambrogio Info web www.provincia.pc.it zione delle Misure Specifiche di Conservazione e dei Piani di Gestione hanno restituito dati scientifici su una serie di habitat e specie vegetali e animali considerati “di importanza conservazionistica” in base a criteri definiti da Direttive e Convenzioni internazionali, Liste Rosse, Leggi regionali e nazionali, endemismi, in funzione della rarità, della vulnerabilità e del rischio di estinzione. Flora. Alyssum bertolonii, Anemonoides trifolia, Aquilegia atrata, Armeria arenaria, Asplenium cuneifolium, Barlia robertiana, Calamagrostis corsica, Dictamnus albus, Euphorbia spinosa, Festuca robustifolia, Fritillaria montana, Lemna minor, Linaria supina, Linum campanulatum, Minuartia laricifolia, Narcissus poëticus, Notholaena marantae, Ophrys bertolonii, Ophrys holosericea, Orchis laxiflora, Orchis pallens, Orchis papilionacea, Orchis ustulata, Robertia taraxacoides, Saxifraga exarata, Schoenoplectus lacustris, Stachys recta, Stipa etrusca, Typha latifolia. Fauna. Alburnus alburnus, Barbus plebejus, Barbus meridionalis, Leuciscus cephalus, Leuciscus souffia muticellus, Chondrostoma genei, Gobio gobio, Cobitis taenia, Padogobius martensii, Salmo trutta, Caprimulgus europaeus, Ciconia ciconia, Alcedo atthis, Falco naumanni, Lullula arborea, Tadarida teniotis, Rhinolophus ferrumequinum, Eptesicus serotinus, Hypsugo savii, Myotis blythii, Myotis daubentonii, Myotis mystacinus, Nyctalus leisleri, Pipistrellus kuhlii, Pipistrellus pipistrellus, Eliomys quercinus, Anguis fragilis, Coronella austriaca, Hierophis viridiflavus, Natrix maura, Natrix natrix, Natrix tessellata, Zamenis longissimus, Lacerta bilineata, Podarcis muralis, Hyla intermedia, Rana dalmatina, Pelophylax lessonae/klepton esculentus, Callimorpha quadripunctaria, Iolana iolas. Gli obiettivi e le azioni di conservazione Tra il 2011 e il 2012 la Provincia di Piacenza si è fatta carico di studiare tutti i siti di propria competenza in quanto Ente gestore e di analizzarne le vulnerabilità al fine di produrre misure di conservazione a tutela degli habitat e delle specie di interesse comunitario, come previsto alla Direttiva 92/43/ CEE Habitat. Tra gli obiettivi: conservare gli habitat di elevata valenza quali quelli di ambiente rupestre ofiolitico, di greto e di prateria arida; conservare le specie animali e vegetali individuate secondo disposizioni regionali e comunitarie; migliorare le conoscenze sulla biodiversità; informare, condividere e concertare le scelte gestionali con cittadini e stakeholder. Nello specifico, le misure di conservazione comprendono da una parte direttive e regolamentazioni, dall’altra azioni di gestione a tutela delle specie e degli habitat di interesse conservazionistico. Le direttive e le regolamentazioni hanno la funzione di normare attività, opere e interventi particolarmente critici per la conservazione della biodiversità, affinchè possa essere evitato un significativo disturbo delle specie e il degrado degli habitat: per esempio, la raccolta della flora, il transito con mezzi motorizzati, l’immissione di specie alloctone, la caccia, la pesca, le pratiche silvocolturali, il taglio e la raccolta della legna. Trattasi di regolamentazioni già presenti nella normativa di settore e di alcuni accorgimenti atti a preservare ambienti e specie particolarmente vulnerabili o rari in Europa. Le azioni di gestione sono riferite a interventi attivi, programmi di monitoraggio e ricerca, azioni di informazione e sensibilizzazione ai cittadini e ai fruitori dell’area, attività di educazione ambientale nelle scuole. Gli interventi attivi prevedono azioni per migliorare lo stato di conservazione delle specie e degli ambienti, quali ad esempio: realizzare zone umide per la riproduzione degli anfibi, individuare i confini con tabelle perimetrali e apporre cartellonistica informativa, realizzare studi di fattibilità per migliorare la funzionalità ecologica dei fiumi. I programmi di monitoraggio e ricerca sono volti essenzialmente ad approfondire le conoscenze sulle specie più elusive e più fragili tra quelle ospitate in questi ecosistemi. Attraverso azioni di sensibilizzazione, educazione e informazione, infine, si vuole incrementare il livello di conoscenza sulle specie e sugli habitat.