Meandri di San Salvatore
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Meandri di San Salvatore
IT4010018 PROVINCIA DI PIACENZA I siti della rete europea Natura 2000 in provincia di Piacenza Parco Fluviale del Trebbia SIC IT4010006 Meandri di San Salvatore Il sito è localizzato nella media Val Trebbia e comprende una serie PIACENZA IT4010016 IT4010019 IT4010005 0 01 IT4 1 01 IT4010017 IT4010004 IT4010006 IT4010012 IT4010013 IT4010008 Parco dello Stirone e del Piacenziano IT4020003 IT4010002 IT4010007 IT4020008 di meandri fluviali che il Trebbia descrive all’interno delle “Arenarie IT4010003 di San Salvatore”, un’alternanza spettacolare di arenarie, siltiti e argille derivate da antiche sedimentazioni sottomarine. L’azione erosiva del fiume e un andamento sinuoso solitamente osservabile nei corsi d’acqua di pianura, hanno successivamente portato a giorno la successione delle rocce. Ne deriva un complesso di meandri fluviali profondamente incassati in ampie anse tra scoscesi versanti. L’area assume caratteri di singolarità e spettacolarità paesaggistiche unici in Emilia-Romagna, associati alla capacità di conservare, per l’asperità dei luoghi, un ambiente selvaggio e ricco di elementi naturali. I numeri della biodiversità Codice: IT4010006 Area: 253 ha Altezza slm: min. 288 m - max 525 m Competenze amministrative nel SIC: Enti che detengono la competenza ad approvare un progetto, un intervento o un’attività. Competenze gestionali del SIC: Provincia di Piacenza o, in caso di trasferimento delle sue funzioni, Ente di gestione per i Parchi e la biodiversità Emilia occidentale. 4 habitat di interesse comunitario. 8 specie floristiche di interesse conservazionistico, di cui 3 endemiche. 6 specie ittiche autoctone 5 di importanza comunitaria. 10 i rettili e 3 gli anfibi di interesse conservazionistico. 2 le specie di uccelli di importanza comunitaria. 16 le specie di mammiferi di importanza conservazionistica. 3 specie di insetti di interesse conservazionistico, di cui 1 di prioritaria importanza comunitaria. Il sito è caratterizzato da un alveo contornato da spessi banconi di ghiaia che ne ricopre un terzo della superficie. Sui versanti che degradano verso il torrente compaiono boschi misti di querce e carpini e boscaglie con Salice bianco, Salice rosso e Salice ripaiolo. In brevi soluzioni di continuità del bosco sono presenti limitati frammenti di prateria, arbusteti con Ginepro comune e vegetazione rupestre. La flora presenta elementi di grande pregio in tutti gli ambienti. Nei boschi vegeta l’Anemone trifoliato, pianta rarissima in regione e segnalata solo sull’Appennino piacentino; la Polmonaria dell’Appennino, il cui limite settentrionale di distribuzione è rappresentato dall’EmiliaRomagna; la Sassifraga a foglie cuneate, le cui stazioni emiliane rappresentano il limite meridionale di distribuzione. Rupi e pratelli aridi ospitano il Dittamo, piccolo arbusto dai fiori rosati; l’Euforbia spinosa, in regione rara e localizzata sugli affioramenti ofiolitici del piacentino e del parmense; il Lino delle fate etrusco, endemica dell’Appennino tosco-emiliano. P ur trattandosi di un sito di ridotta estensione, il SIC dei Meandri di San Salvatore si colloca tra quelli più importanti e strategici per la conservazione dei pipistrelli. Nelle cavità artificiali, gallerie scavate in funzione di una diga mai realizzata, sverna una delle colonie di Ferro di cavallo maggiore più importanti a livello regionale. Il ruolo di queste gallerie è inoltre strategico per la conservazione di questa specie a scala provinciale, essendo utilizzata per lo svernamento anche da individui provenienti dalle valli vicine. Tra le ben 15 specie di pipistrelli complessivamente segnalate nel sito, si distinguono i rari Vespertilio di Bechstein e Vespertilio di Natterer, che frequentano le aree boscate con alberi maturi. Le acque del torrente ospitano 6 specie autoctone di interesse conservazionistico, tra cui gli endemici Ghiozzo padano e Lasca, mentre tra i rettili è significativa la presenza della Natrice dal collare, della Natrice viperina e della Natrice tessellata, tre innocue bisce d’acqua che frequentano le zone umide. I boschi di quercia ospitano La rete europea Natura 2000 è un sistema organizzato di aree (siti) destinato a preservare la biodiversità presente sul territorio dell’Unione Europea e in particolare a tutelare habitat e specie animali e vegetali rari e minacciati. L’aspetto innovativo di Natura 2000 è il fatto che oggetto della tutela non è un semplice insieme di territori isolati tra loro, ma un vero e proprio sistema di aree (rete) pensato per ridurre l’isolamento degli habitat e fornire alle specie adeguati collegamenti ecologici. Questa Rete trae origine da due Direttive comunitarie: la 92/43/CEE “Habitat” e la 79/409/ CEE “Uccelli” (sostituita dalla 2009/147/CE), che chiamano gli Stati dell’Unione a individuare sul proprio territorio Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS). Le due Direttive intendono rimediare allo stato di frammentazione in cui versano gli ambienti naturali e seminaturali del territorio europeo, sottoposti a pressioni antropiche di varia natura. Proteggere le specie a rischio e gli habitat che le ospitano vuol dire garantire il mantenimento a lungo termine della biodiversità. L’individuazione dei Siti in Italia è stata affidata, ciascuna per il proprio territorio, alle singole Regioni con il coordinamento del Ministero dell’Ambiente. 16 sono i siti Natura 2000 in provincia di Piacenza: 13 SIC e 3 SIC-ZPS. Le specie rilevate di importanza conservazionistica Le indagini conoscitive adottate per la Ghiozzo padano (Padogobius martensii) Foto A. Battaglia Ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros) Foto A. Ambrogio Aquilegia scura (Aquilegia atrata) Foto G. Bracchi redazione delle Misure Specifiche di Conservazione e dei Piani di Gestione hanno restituito dati scientifici su una serie di habitat e specie vegetali e animali considerati “di importanza conservazionistica” in base a criteri definiti da Direttive e Convenzioni internazionali, Liste Rosse, Leggi regionali e nazionali, endemismi, in funzione della rarità, della vulnerabilità e del rischio di estinzione. Flora. Anemonoides trifolia subsp. brevidentata, Aquilegia atrata, Dictamus albus, Euphorbia spinosa subsp. ligustica, Lilium bulbiferum subsp. croceum, Pulmonaria apennina, Saxifraga cuneifolia subsp. cuneifolia, Stipa etrusca. Fauna. Callimorpha quadripunctaria, Cerambyx cerdo, Lucanus cervus, Barbus plebejus, Barbus meridionalis, Chondrostoma genei, Leuciscus souffia muticellus, Cobitis taenia, Padogobius martensii, Anguis fragilis, Coronella austriaca, Coronella girondica, Hierophis viridiflavus, Natrix maura, Natrix natrix, Natrix tessellata, Zamenis longissimus, Lacerta bilineata, Podarcis muralis, Bufo bufo, Hyla intermedia, Rana dalmatina, Pernis apivorus, Lanius collurio, Miniopterus schreibersii, Rhinolophus euryale, Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Myotis bechsteinii, Myotis blythii, Myotis daubentoni, Myotis emarginatus, Myotis myotis, Myotis nattereri, Eptesicus serotinus, Hypsugo savii, Plecotus auritus, Plecotus austriacus, Mustela putorius, Muscardinus avellanarius. Lino delle fate etrusco (Stipa etrusca) Foto G. Bracchi L’Euforbia spinosa (Euphorbia spinosa) in Emilia-Romagna è rara e localizzata sugli affioramenti ofiolitici del piacentino e del parmense. Foto G. Bracchi Info web www.provincia.pc.it il Cervo volante e il Cerambice delle querce, due grossi coleotteri, mentre gli arbusteti e gli spazi aperti ospitano la Falena dell’edera, una specie di prioritaria importanza comunitaria. Gli obiettivi e le azioni di conservazione Tra il 2011 e il 2012 la Provincia di Piacenza si è fatta carico di studiare tutti i siti di propria competenza in quanto Ente gestore e di analizzarne le vulnerabilità al fine di produrre misure di conservazione a tutela degli habitat e delle specie di interesse comunitario, come previsto alla Direttiva 92/43/ CEE Habitat. Tra gli obiettivi: conservare gli habitat di elevata valenza quali quelli di ambiente rupestre ofiolitico, di greto e di prateria arida; conservare le specie animali e vegetali individuate secondo disposizioni regionali e comunitarie; migliorare le conoscenze sulla biodiversità; informare, condividere e concertare le scelte gestionali con cittadini e stakeholder. Nello specifico, le misure di conservazione comprendono da una parte direttive e regolamentazioni, dall’altra azioni di gestione a tutela delle specie e degli habitat di interesse conservazionistico. Le direttive e le regolamentazioni hanno la funzione di normare attività, opere e interventi particolarmente critici per la conservazione della biodiversità, affinchè possa essere evitato un significativo disturbo delle specie e il degrado degli habitat: per esempio, la raccolta della flora, il transito con mezzi motorizzati, l’immissione di specie alloctone, la caccia, la pesca, le pratiche silvocolturali, il taglio e la raccolta della legna. Trattasi di regolamentazioni già presenti nella normativa di settore e di alcuni accorgimenti atti a preservare ambienti e specie particolarmente vulnerabili o rari in Europa. Le azioni di gestione sono riferite a interventi attivi, programmi di monitoraggio e ricerca, azioni di informazione e sensibilizzazione ai cittadini e ai fruitori dell’area, attività di educazione ambientale nelle scuole. Gli interventi attivi prevedono azioni per migliorare lo stato di conservazione delle specie e degli ambienti, quali ad esempio: realizzare zone umide per la riproduzione degli anfibi, individuare i confini con tabelle perimetrali e apporre cartellonistica informativa, realizzare studi di fattibilità per migliorare la funzionalità ecologica dei fiumi. I programmi di monitoraggio e ricerca sono volti essenzialmente ad approfondire le conoscenze sulle specie più elusive e più fragili tra quelle ospitate in questi ecosistemi. Attraverso azioni di sensibilizzazione, educazione e informazione, infine, si vuole incrementare il livello di conoscenza sulle specie e sugli habitat.