CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB(2015_05_07)

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CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB(2015_05_07)
Presidi che ce la fanno
 Il modello tedesco
Federalismo
ed efficienza
Tutti i poteri
del dirigente
Da Nord a Sud, i racconti di chi sta cambiando (ogni giorno) le nostre scuole
Testi a cura di Antonella De Gregorio e Valentina Santarpia
prova, unendo il sapere al fare. Al Galilei-Ferrari, l’alternanza scuola-lavoro è una realtà da anni: 200 ore
di didattica in più, programmi scolastici particolari
tarati sulle esigenze delle aziende che chiedono alle
scuole del territorio di formare i talenti che in futuro
manderanno avanti le aziende. «Il nostro impegno
sta dando frutti: aumentano gli iscritti e ogni anno
riusciamo a inserire in azienda il 30% dei ragazzi, per
stage ed esperienze lavorative». Tecnici meccanici,
meccatronici, manutentori: vanno avanti i migliori e
i più motivati. Ma anche quelli che restano a scuola
possono toccare con mano: «Le aziende con cui collaboriamo ci hanno fornito macchinari, celle robotiche come quelle che troveranno in futuro in azienda», dice la preside. Il tasso di occupabilità è elevato:
chi non prosegue negli studi, dopo 4/6 mesi lavora.
«Studio e lavoro:
poi l’assunzione»
G
overna una squadra di 85 professori e 700 studenti in una scuola ad alto tasso di tecnologia nel
quartiere ex industriale della cintura di Torino. Anna
Luisa Chiappetta, 49 anni, da tre dirigente dell’Iis Galilei-Ferrari racconta storie di studio e di lavoro,
quell’alternanza che nella scuola che verrà dovrebbe
consentire ai ragazzi di mettersi concretamente alla
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Rita Patrizia Bramante
C’
è anche un gruppetto di alunni della scuola media Cavalieri tra i curatori di #FoodPeople, la
mostra sulla storia del cibo aperta al Museo della
Scienza di Milano. E Rita Patrizia Bramante è la preside di quest’istituto comprensivo del centro città, una
entusiasta sperimentatrice che lavora 24 ore al giorno pur di «liberare le energie positive». Una donna
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Ottavio Fattorini
sferirsi da una classe all’altra, ma gli studenti, che si
recano nell’«ambiente di apprendimento». Una trasformazione radicale del fare scuola, «senza rinunciare al prezioso e tradizionale patrimonio culturale che
distingue l’istruzione italiana», sottolinea Fattorini,
44 anni, da due alla guida del liceo. Tra le novità del
Labriola, la peer education (ragazzi del quarto anno
con medie alte che diventano tutor di ragazzini di prima con debiti formativi) e la flipped education, la «didattica capovolta». Invece di lezioni frontali e compiti
a casa, a scuola si lavora con pc e tablet e si sperimenta
quello che si è imparato, mentre a casa si seguono lezioni video dei docenti. Preside sindaco, manager,
sceriffo... lei come si sente? «Un “buon padre di famiglia”, un pedagogo. E anche un po’ eroe, per riuscire a
fare queste cose nel contesto normativo esistente».
«Il mio scientifico
copia dagli Usa»
O
ttavio Fattorini ha scoperto la ricetta della felicità
(scolastica): una «comunità» soddisfatta, studenti appassionati, voti più alti. Come ci è riuscito? «Un
collegio docenti che ha accettato di mettersi in discussione», sintetizza il preside dell’Antonio Labriola di
Ostia, liceo scientifico dove i ragazzi studiano come
nelle high school americane: non sono i docenti a tra-
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Domenica Cacciatore
arrivata ho trovato una situazione allucinante: banchi che volavano dalle finestre, interruttori staccati
dalle pareti, bagni inagibili, omertà e bullismo. I ragazzi erano problematici, le famiglie li giustificavano, professori e bidelli facevano finta di non vedere.
Ho chiesto invano aiuto al sindaco, ho chiamato svariate volte i carabinieri. La svolta c’è stata quando sono salita sulla nave della legalità e ho pianto e implorato i rappresentanti del governo: è intervenuto il
prefetto». Non è finita, la lotta di «Mimma», ma molte cose sono cambiate, gli edifici risistemati, educatori e psicologi fissi a scuola, banchi e sedie trasformati in opere d’arte. «Capisco le paure dei docenti rispetto al potere dei presidi — dice — ma io senza autonomia non avrei avuto lo staff giusto per cambiare.
Per fare il preside ci vuole cura, cuore, coraggio».
«La nostra rivolta
a bulli e omertà»
D
omenica Cacciatore aveva 44 anni ed era al suo
primo incarico da dirigente scolastico quando è
arrivata a San Luca, nella Locride, all’istituto comprensivo che raccoglie 520 studenti. Oggi è conosciuta come la «preside coraggio», quella che è riuscita a portare la bellezza laddove c’era il degrado,
sfidando le leggi della ‘ndrangheta. «Quando sono
The Burns Archive
di Danilo Taino
Lombardia
Torino
Piemonte
 L’Istituto
Istruzione
Superiore
Statale
«GalileiFerrari»
di Torino
conta 700
studenti e 85
insegnanti
sola al comando? «Nient’affatto — precisa lei —, vivo SVIZZERA
Milano
il mio ruolo come una leadership diffusa, la cosa più
SVIZZERA
importante nella gestione di un’organizzazione complessa come una scuola autonoma è avere a fianco
Milano
docenti con cui condividere ogni proposta di camLombardia
biamento, ma anche gli impegni della quotidianità».
Dalla cultura musicale nella primaria alle lavagne
multimediali, dalla collaborazione con Expo alla ca-  L’Istituto
sa pediatrica per salvaguardare il diritto allo studio comprensivo
del bambino malato: sono tanti i progetti in campo. «Cavalieri»
«E a volte quello del preside è un compito un po’ sco- di Milano
modo e delicato — ammette —, l’importante è cerca- è nato
re di ascoltare tutti, con trasparenza e schiettezza, nel 1997
senza dimenticare che al centro dell’attenzione ci so- dalla fusione
no i bambini e i ragazzi in una fase delicata e decisi- tra una scuola
va». E poi? «Ci vuole passione, tanta passione».
media e una
«Sperimentiamo
anche al museo»
Physician Iconography 1840-1950: Selected
Photographs from The Burns Archive
CORTILE DEL PALAZZO DELL’ARCHIGINNASIO
Torino
FRANCIA
Anna Luisa Chiappetta
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Tra libro e corpo
Passeggiando nel museo delle Cere “Luigi Cattaneo”,
Anatomia Umana, Università di Bologna
ISTITUTI ANATOMICI
elementare
Roma
Roma
Mar
Tirreno
Lazio
 Il liceo
scientifico
statale
«Antonio
Labriola» si
trova a Ostia
Lido, a Roma,
e presenta due
percorsi
formativi
San Luca
Calabria
Mar
Tirreno
San Luca
Mar
Ionio
 L’Istituto
«Corrado
Alvaro» è a San
Luca (Reggio
Calabria),
paese spesso
al centro di
inchieste
legate alla
‘ndrangheta
N
on c’è quasi più nulla
di «prussiano» nella
scuola tedesca. Come
tutti i sistemi educativi
europei, è in grande
cambiamento. Inoltre, è
organizzato su basi federali:
ognuno dei 16
Bundesländer ha regole
proprie, che divergono
anche radicalmente le une
dalle altre. Quando però si
viene al preside e al suo
rapporto con gli insegnanti
— una delle questioni di
contenzioso della riforma
italiana —, lo Schulleiter
mantiene un certo prestigio
e una buona dose di potere.
Innanzitutto, può scegliere
gli insegnanti. Questi si
candidano presso una
scuola o al ministero del
Land e dall’elenco che si
forma il preside può
scegliere, assieme al
consiglio della scuola, il
candidato migliore: anche
attraverso colloqui diretti. Il
contratto è poi
responsabilità del
ministero. La questione si
complica quando
dall’assunzione si passa al
licenziamento. Lo
Schulleiter non può
licenziare in tronco. Può
però fare degli
ammonimenti scritti e,
dopo il terzo, l’insegnante
può essere licenziato (dal
ministero). Ma non
ovunque. In alcuni Land,
per esempio a Berlino, chi
insegna in una scuola è un
semplice impiegato
pubblico, il che significa
che ha diritti e doveri
abbastanza simili a quelli di
un dipendente privato.
Quindi, dopo i tre
ammonimenti, può essere
sia trasferito sia licenziato.
In altri Stati federali, invece,
gli insegnanti hanno lo
status di Beamte, cioè di
funzionari di Stato: giurano
fedeltà alla Germania e se
non sono assassini o non
violentano vecchiette non
possono essere licenziati; al
più trasferiti. Di base, però,
il preside tedesco ha
notevoli poteri: e funziona.
@danilotaino
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