06 - Scheda 6

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06 - Scheda 6
DIOCESI DI VERONA
CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO
SCHEDA 6 LA PAROLA È IL PROPRIO CRISTO SIGNORE sacramento di Cristo Signore
Anno Pastorale 2012/2013 2
1. ACCOGLIENZA ⇒ Segno di croce ⇒ Invocazione: Vento del suo Spirito (Pedro Casaldaliga) Vento del Suo Spirito che soffi dove vuoi,
libero e liberatore, vincitore della legge,
del peccato e della morte... Vieni!
Vento del Suo Spirito che alloggiasti nel ventre e nel cuore
di una cittadina di Nazareth... Vieni!
Vento del Suo Spirito che ti impadronisti di Gesù
per inviarlo ad annunciare una buona notizia ai poveri
e la libertà ai prigionieri... Vieni!
Vento del Suo Spirito che ti portasti via nella Pentecoste
i pregiudizi, gli interessi e la paura degli Apostoli
e spalancasti le porte del cenacolo perché la comunità
dei seguaci di Gesù fosse sempre aperta al mondo,
libera nella sua parola, coerente nella sua testimonianza
e invincibile nella sua speranza... Vieni!
Vento del Suo Spirito che ti porti via sempre
le nuove paure della Chiesa
e bruci in essa ogni potere che non sia servizio fraterno
e la purifichi con la povertà e con il martirio... Vieni!
Vento del Suo Spirito che riduci in cenere
la prepotenza, l'ipocrisia e il lucro
e alimenti le fiamme della Giustizia e della Liberazione
e che sei l'anima del Regno... Vieni!
Vieni o Spirito perché siamo tutti vento nel tuo Vento,
vento del tuo Vento, dunque eternamente fratelli.
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2. IN ASCOLTO DELLA VITA Quello che chiedono i poveri
In diversi incontri e nella messa domenicale ascolto le preghiere,
le richieste che fa la gente della nostra comunità. In un incontro di
genitori dovevamo collocare i nostri sogni e i sogni che avevamo
per i nostri figli. Mi sono sentita “straniera” quando le richieste per
se stessi erano queste: costruirmi una casa di mattoni, fare la
scuola serale per avere un diploma, comprare un terreno per
costruirmi una casa di fango così da vivere con la mia famiglia e
non sempre in casa con la suocera, riuscire a far studiare mio
figlio in una buona scuola, trovare lavoro… I sogni per i figli erano
soprattutto: che possa aver una vita migliore della mia, che possa
studiare, che abbia successo nella vita, che guadagni soldi per
vivere bene. Come un bambino che guarda le sue figurine
dell’album dei calciatori dicevo.. ce l’ho, già ce l’ho, ce l’ho già….
Io, invece, pensavo di chiedere cose “nobili”, quali l’attenzione
agli altri, la fede, l’umiltà, ma, ascoltando gli altri genitori, mi
rendevo conto che i miei amici chiedevano cose ancora “più
nobili”, quali un minimo di dignità e di giustizia. Con chi ci ha
aiutato nel cammino in questo tempo di Brasile guardo al vangelo
e vedo che i poveri chiedevano a Gesù esattamente quello che gli
impoveriti chiedono ancora oggi: il paralitico ha chiesto di
camminare, il cieco di vedere, la vedova che il figlio vivesse. I
ricchi invece hanno chiesto il posto uno a destra l’altro a sinistra di
Gesù nel regno dei cieli, e il giovane ricco cosa doveva fare per
entrare nel regno dei cieli. E Gesù sembra stizzito di fronte alle
domande del giovane ricco.
Dopo un anno e mezzo…
Condividere un pezzetto di cammino con la gente di questa
periferia mi ha fatto aprire gli occhi per capire che incontrare e
conoscere l’altro è il primo passo per poter rispettarlo e
promuoverlo. La libertà di scegliere, in questo Brasile, è un lusso.
Il giudicare,un’arroganza che a volte può uccidere. Prima di
giudicare un impoverito, dice anche una poesia brasiliana, mettiti
le sue scarpe e cammina un po’ sulle strade dove lui cammina.
Gli impoveriti chiedono prima di poter camminare. Solo poi
potranno sognare di volare. E io in tutto questo cosa c’entro?
(RUA 11 n°14 Luisa e famiglia Annecchini)
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⇒ Per condividere … a. Cosa ti colpisce di più di questa testimonianza? Perché?
b. Conosci qualche fatto in cui la Parola di Dio ha dato la forza
della testimonianza?
⇒ IN ASCOLTO DELLA PAROLA: At 2, 42-­‐47. 4, 32-­‐35 At 8, 26 Un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: "Alzati
e va' verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da
Gerusalemme a Gaza; essa è deserta". 27Egli si alzò e si
mise in cammino, quand'ecco un Etiope, eunuco, funzionario
di Candace, regina di Etiopia, amministratore di tutti i suoi
tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, 28stava
ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaia.
29Disse allora lo Spirito a Filippo: "Va' avanti e accostati a
quel carro". 30Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il
profeta Isaia, gli disse: "Capisci quello che stai leggendo?".
31Egli rispose: "E come potrei capire, se nessuno mi
guida?". E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. 32Il
passo della Scrittura che stava leggendo era questo:
Come una pecora egli fu condotto al macello
e come un agnello senza voce innanzi a chi lo
tosa,
così egli non apre la sua bocca.
33Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato
negato,
la sua discendenza chi potrà descriverla?
Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita.
34Rivolgendosi a Filippo, l'eunuco disse: "Ti prego, di quale
persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun
altro?". 35Filippo, prendendo la parola e partendo da quel
passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù. 36Proseguendo
lungo la strada, giunsero dove c'era dell'acqua e l'eunuco
disse: "Ecco, qui c'è dell'acqua; che cosa impedisce che io
sia battezzato?". [ 37] 38Fece fermare il carro e scesero tutti
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e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco, ed egli lo battezzò.
39Quando risalirono dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì
Filippo e l'eunuco non lo vide più; e, pieno di gioia,
proseguiva la sua strada. 40Filippo invece si trovò ad Azoto
ed evangelizzava tutte le città che attraversava, finché
giunse a Cesarea.
⇒ Per entrare nel testo
a)
b)
c)
d)
e)
f)
Come vengono descritti Filippo e l’eunuco?
Qual è il processo che si sviluppa nell’africano?
Tenta di definire l’azione dello Spirito in questo processo.
Quali barriere Filippo e l’eunuco devono rompere?
Chi o che cosa può impedire il battesimo?
Questo testo ci ricorda qualche altro testo di Lc?
⇒ Per approfondire
Siamo al c. 8 del libro degli Atti degli apostoli. Nel c. 6 è nata
una nuova comunità di persone di origine greca, persone
che vengono dal paganesimo e che avevano abbracciato la
fede giudaica, i proseliti. Tale comunità è diretta da 7 fratelli,
cosiddetti diaconi, il primo dei quali e anche primo martire è
Stefano. Dopo la sua uccisione scoppia una persecuzione
contro la chiesa nascente e questo provoca una diaspora
che si manifesta come autentica missione. Di questa viene
focalizzato un annuncio in particolare, quello di Filippo al
ministro eunuco etiope.
vv. 26-28: questi versetti preparano la scena sulla quale
si svolgerà tutto l’intreccio: l’angelo, Filippo, l’Etiope, la
strada deserta, il carro, la lettura del profeta Isaia. L’angelo
è la presenza di Dio, vale a dire che è il proprio Dio che
chiede a Filippo di andare su una strada apparentemente
strana, in un orario strano senza nessuno, è deserta: è la
strada del sud, quella che porta in Egitto, fuori del territorio
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di Israele perché la grande novità è che l’annuncio va fatto
anche ai pagani: di fatto questo è il primo annuncio a un
pagano! La strada è il luogo dell’annuncio, il racconto inizia
sulla strada e finisce sulla strada, questa fa da cornice. Di
Filippo viene descritta la fedeltà alla missione che viene da
Dio; l’Eunuco viene presentato a partire della sua situazione
di menomazione fisica che gli impedisce di far parte in
maniera piena della comunità di Israele (cfr. Dt 23,2), dalla
sua provenienza geografica (è uno straniero dell’Etiopia,
probabilmente nero), dalla situazione economica benestante
ma sottomesso (è un funzionario), dalla situazione religiosa
(è un proselito senza pieni diritti di partecipazione del popolo
di Dio) che rivela un uomo pio e devoto (legge la scrittura, il
profeta Isaia).
vv. 29-31: entra sulla scena lo Spirito che di fatto dirige
tutto il racconto fino alla fine quando rapisce Filippo e lo
trasporta altrove. La lettura nell’antichità veniva fatta a voce
alta e per questo Filippo può sentire quello che l’Eunuco
legge e può intervenire con la domanda: “Capisci quello che
stai leggendo?” Questa semplice domanda apre il dialogo,
ma potremmo dire che apre anche il cuore dell’Eunuco: un
israelita gli ha rivolto la parola, non si sente escluso e ben
volentieri dialoga con lo sconosciuto. Non sempre la
scrittura si capisce: come fare? Ecco che c’è bisogno di
qualcuno che possa aiutare, ma non necessariamente si
tratta di qualcuno che ha studiato, il problema è un altro e
molto più profondo: dipende dalla luce negli occhi con cui
leggiamo il testo, da cosa portiamo nel cuore e non nella
testa. È l’esperienza di Gesù di Nazaret, assunta e fatta
propria che diventa il punto di riferimento della lettura di ogni
testo biblico; Filippo ce l’ha dentro e per questo può aiutare
l’etiope.
vv. 32-33: il testo che l’Eunuco sta leggendo è il 4° canto
del servo sofferente di Isaia (Is 52,13–53,12 ), un testo che
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fin da subito i cristiani hanno riconosciuto come profetico nei
confronti della passione e morte di Gesù, un testo che
sosteneva la speranza messianica dei poveri. Questi due
versetti occupano il centro del brano, la Parola di Dio è al
centro ed è di questa Parola che l’Eunuco chiede
spiegazione.
vv. 34-35: La domanda dell’etiope mostra un interesse e
anche un cuore aperto all’annuncio: “Ti prego, di quale
persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun
altro?”. Lc non ci riferisce il discorso di Filippo ma solo
l’essenziale: “annunciò a lui Gesù” a partire da quel passo
della Scrittura. Questo testo ci ricorda il racconto dei
discepoli di Emmaus dove il viandante sconosciuto
“cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte
le Scritture ciò che si riferiva a lui” (Lc 24,27): non si può
prescindere dalla Scrittura per annunciare Gesù!
vv. 36-40: la conversazione porta il suo frutto, l’Eunuco
chiede il battesimo e nella gioia riprende la sua strada
mentre Filippo, rapito dallo Spirito, evangelizza tutti i luoghi
dove passa, tutti e due riprendono le loro strade che si
erano incrociate per un incontro particolare voluto da Dio
dove l’Eunuco ha conosciuto Gesù a partire dalla scrittura
che stava leggendo e dalla presenza di un fratello della
comunità cristiana che portava dentro di sé Gesù.
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3. IN ASCOLTO DEL MAGISTERO ⇒ Dal libro sinodale “L’atteggiamento richiesto è l’assiduo ascolto della Parola di
Dio nella sua forma canonica, nella Tradizione viva della
Chiesa e nelle vicende concrete della storia. L’annuncio che
il Signore è risorto, che risuona contemporaneamente
all’interno e all’esterno della Chiesa, richiama l’identità
dialogante del cristiano. L’annuncio cristiano chiede:
- di mettere al centro la persona, non le sue idee e le sue
credenze,
- di rispettare i tempi di maturazione dell’altro,
- di prevedere e vivere le fatiche anche interne al
cammino di fede della Chiesa,
- di non minimizzare le differenze ma di considerarle
come ricchezza.
La Chiesa è consapevole che la comunione piena è ancora
dono e non prerogativa della storia di questo mondo” (LS
192).
⇒ Dal concilio La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha
fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai,
soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita
dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e
di porgerlo ai fedeli. Insieme con la sacra Tradizione, ha
sempre considerato e considera le divine Scritture come la
regola suprema della propria fede; esse infatti, ispirate come
sono da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano
immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare
nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito
Santo. È necessario dunque che la predicazione
ecclesiastica, come la stessa religione cristiana, sia nutrita e
regolata dalla sacra Scrittura. Nei libri sacri, infatti, il Padre
che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi
figli ed entra in conversazione con essi; nella parola di Dio
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⇒ Per condividere … 1. Nella tua vita la Parola e l’Eucarestia che valore hanno?
2. Confronta la tua esperienza con quanto dice la Dei
poialè n.
insita
e potenza,
da essere sostegno e
Verbum
21, iltanta
testoefficacia
sopra riportato.
Ti ritrovi?
vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa la forza della
3. Quanto tempo dedichi alla lettura e meditazione della
loro fede, il nutrimento dell'anima, la sorgente pura e
Parola?
perenne della vita spirituale. Perciò si deve riferire per
eccellenza alla sacra Scrittura ciò che è stato detto: «viva ed
efficace è la parola di Dio » (Eb 4,12), « che ha il potere di
edificare e dare l'eredità con tutti i santificati» (At 20,32; cfr.
1 Ts 2,13). (DV n. 21)
⇒ Chiesa comunità missionaria Il testo di At 8 proposto per questa scheda propone
un’esperienza profondamente missionaria che è possibile
perché Filippo è attento alla voce dello Spirito e alla persona
che incontra, prima dell’annuncio viene l’ascolto; l’annuncio
che lui fa è un dono: “annunciò a lui Gesù” (v.35). Tale
annuncio è il punto di arrivo partito dalla lettura della Parola
che l’eunuco stava facendo.
ü Osserva il particolare del quadro scelto per questa scheda,
tre lampade che apparentemente sono solo decorative: ti
ricorda qualche testo della scrittura? Quali?
ü Che cosa ha in comune la luce di Cristo con la luce del
cristiano?
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⇒ Testimonianza Si dice che il cristiano vive una vita di impegno e donazione
alla luce della Parola, del comandamento dell’amore, e alla
luce dell’esempio di Cristo-Maestro, che in vita ha “lavato i
piedi”...
Si dice che il cammino della vita spirituale, dell’ascesi, è un
progressivo conformarsi a Cristo fino al punto di dare la vita
per gli altri, come lui ha fatto.
Si dice che la causa del Regno e il desiderio, la volontà, la
decisione di “fare la volontà del Padre” erano la forza
motrice di Cristo nelle sue scelte.
... e scopro quanto noi, Chiesa di battezzati, siamo lontani
ancora
dall’essere quel Corpo di Cristo che rende visibile e rende
presente, oggi, il proprio Cristo per le strade della vita, con
quei gesti di speranza, accoglienza, conforto,...
... e scopro che, per arrivare a quei gesti profetici che hanno
scandalizzato sapienti, dotti e potenti del tempo dovremo
cominciare con l’acquisire quello sguardo penetrante che
vedeva dentro nel cuore delle persone e delle situazioni.
Nel cuore della vedova che sta dando tutto.
Nel cuore della samaritana assetata di vita.
Nel cuore di Zaccheo, desideroso di un incontro con sé
stesso.
Nel cuore di Nicodemo, instancabile ricercatore della
giustizia e della verità.
Nel cuore di Tommaso, la cui fede si àncora alla logica della
ragione; di Giuda, la cui disperazione ha chiuso ogni
relazione; del cieco che confida nelle elemosine di chi
ancora ha un cuore buono; del paralitico, che confida
nell’aiuto solidale.
Nel cuore del ricco, che risolve tutto sulla base dei soldi; dei
sacerdti del Tempio, preoccupati con i giochi della politica.
Sguardo introspettivo, sguardo critico, sguardo analitico,...
misericordioso, sorpreso, accattivante, ... di autorità... “... per
dare la buona notizia ai poveri... la libertà a chi stà nelle
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prigioni... la vista ai ciechi... capace di liberare gli oppressi...
e proclamare l’anno di grazia, giubileo del Signore.” (Is 61 =
Lc 4).
... Se non riesco ad essere un “altro Cristo” per l’umanitá,
che perlomeno apprenda il suo modo di guardare il mondo.
(Don Alberto Reani
Brasile, Diocesi di Floresta - Lettera agli amici, Pasqua 2013)
4. LA PAROLA SI FA PREGHIERA ⇒ Osservare il particolare dell’Icona: Sulla strada
dell'uomo
l'incarnazion
e della
Parola. Così
avviene la
missione.
La Parola
è il proprio
Cristo Signore
(sacramento di
Cristo
Signore). Cristo svela
il volto del Dio Cristiano che è UNICO, ma non SOLO poiché
è COMUNITÀ D'AMORE. Il Verbo ci rivela il Padre e ci dona
lo Spirito, perché ciascuno possa avere la vita e possa
averla in abbondanza.
Ma tutto questo non avviene nel linguaggio seducente,
convincente della pubblicità, dell'evidenza che vince
qualsiasi libertà di adesione, ma nei toni amorevoli della
proposta d'amore che non impone, ma propone, che non
retribuisce, ma rimane sempre e comunque disponibile.
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Cristo è la vera Parola per una vera vita. La Parola di Dio è
creatrice.
Tutto questo appare in un particolare della nostra opera... e
naturalmente in un particolare quasi nascosto...
Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!
Siamo di fronte ad un nuovo inizio e vediamo nuovamente la
Parola che si fa creatrice, che realizza tutto ciò che dice, che
dona vita, una vita nuova, una vita salvata, risorta...
L’attenzione viene spostata fuori campo, su un altro
personaggio non visibile, ma che agisce concretamente nelle
persone.
Di questo personaggio viene pronunciato il nome.
Sopra la mano benedicente di Pietro, tramite dell'azione
dello Spirito del Nazareno Risorto, la luce di tre lampade.
Un forte senso dinamico, poi, fa convergere lo sguardo dello
spettatore verso l'azione ri-creatrice, che è posta nello
spazio centrale creato dalla tripartizione delle colonne.
Questo richiamo al numero tre è forse un cenno simbolico
alla rivelazione di un Dio che è comunione Trinitaria?
La nuova Chiesa è fuori. Fuori dal tempio-tribunale vissuto
come potere, monopolio, come desiderio di possedere il vero
Dio per decidere chi sta dentro e chi sta fuori...sulla strada.
L'annuncio del Regno in parole e opere avviene là dove
avviene la vita, accade dove ognuno è, dove ognuno può
stare... non ci sono prerequisiti se non quello di riconoscersi
bisognosi.
Il nuovo Tempio è la vita di ciascuno... voi « Siete tempio di
Dio, e lo Spirito di Dio abita in voi» (1Cor 3,16)!
⇒ Condividere preghiere spontanee (lode, ringraziamento, invocazione …) ⇒ Recitare il PADRE NOSTRO (tenendosi per mano) 13
⇒ Preghiera conclusiva: Spirito Santo, aiutaci a custodire Cristo nella nostra vita,
per custodire gli altri, per custodire il creato!”
Sappiamo che per essere custodi, disponibili, attenti,
sensibili, alle persone é fondamentale saper essere
aperti ai segni di Dio, per essere disponibili al suo
progetto.
Chi sa ascoltarti diventa ogni giorno più sensibile alle
persone che gli sono affidate e capace di leggere e
interpretare la realtà che lo circonda.
É vero anche il contrario, chi sa crescere in sensibilità,
nell’attenzione agli altri diventa capace di ascoltare Dio.
Ciascuno di noi ha persone che gli sono affidate…
La missione affidataci, come ci ricorda il papa, abbraccia
anche la natura: “E’ il custodire l’intero creato, la bellezza
del creato, ... E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di
ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei
vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono
nella periferia del nostro cuore. E’ l’aver cura l’uno
dell’altro...” Quando penso di aver imparato, o Signore,
c’é ancora strada da percorrere e c’é bisogno di
custodire questa sensibilità, perché sembra che tutto
spinga nella direzione opposta. Quello che mi sta
aiutando di più in questo, é l’andare a trovare le persone,
é l’ascoltare La Parola ogni giorno.
Il papa aggiunge una ulteriore annotazione:
“Il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di
essere vissuto con tenerezza... che non è la virtù del
debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e
capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura
all’altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore
della bontà, della tenerezza!”
Tutti noi abbiamo sperimentato la bellezza e la verità di
questo, quando altri si sono presi cura di noi. Ti
chiediamo il dono di non aver paura di voler bene.
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Mi è rimasto un cuore Signore, mi è rimasto un cuore
un cuore di pietà
per l'uomo del mio tempo
del Sud dell'emisfero
senza terra,
contadini in cerca di terra,
per seminare mani,
per impiantare le loro mani,
nel cuore della terra.
Signore,
prego su un tramonto rosso
e un sole immenso, rosso,
che cala su una tragedia per
fame,
tra genti d'Etiopia e del Sahel.
Signore, mi è rimasto un cuore.
Signore,
mi è rimasto un cuore
per l'uomo
e appena due mani,
per disinquinare i fiumi
e restituire l'azzurro al mare;
due mani per filtrare l'aria
di ciminiere dissennate
e respirare puro;
due mani per piantare alberi
per grandi e serene
ombre amiche,
e consegnare un futuro pulito,
alla generazione che cresce.
Associo ad un volo libero di
gabbiani
la fatica di tanti popoli per la
libertà.
Canto una litania di nomi:
canto il mahatma Gandhi,
canto Sandino, Oscar Romero,
canto Chico Mendez.
Canto la vita e la morte
dei sette monaci, in Algeria,
spenti dal male.
Signore,
mi è rimasto un cuore
per l'uomo
Una immagine di colore,
un’ansia di pietà
per l’uomo del mio tempo.
Signore, mi è rimasto un cuore.
Canto la libertà dei fiumi
di sfociare puliti
e la libertà delle foreste
di restare vergini.
Canto la libertà dei popoli
indigeni dell'Amazzonia
di camminare tra sentieri.
Giulio Alberto Girardello
Al vento che gonfia vele
multicolori
abbandono l'ansia di riscatto
di mille e mille contadini
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