atti di controllo e di indirizzo - La Camera dei Deputati

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atti di controllo e di indirizzo - La Camera dei Deputati
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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Camera dei Deputati
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AI RESOCONTI
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SEDUTA DEL
19
2007
LUGLIO
192.
Allegato B
ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO
INDICE
PAG.
ATTI DI INDIRIZZO:
Affari esteri.
Mozioni:
Interrogazione a risposta orale:
Maroni ......................................
1-00208
7255
La Loggia .................................
1-00209
7256
Risoluzioni in Commissione:
7-00249
7258
III Commissione:
Ranieri ......................................
7-00253
7258
7-00254
7260
7-00251
7260
7-00250
7261
7-00252
7262
XIII Commissione:
Misuraca ...................................
4-04421
7268
Interrogazioni a risposta scritta:
Briguglio ...................................
4-04423
7269
Cassola ......................................
4-04424
7269
Zanella ......................................
4-04439
7270
Affari regionali e autonomie locali.
Borghesi ....................................
4-04448
7270
Interrogazione a risposta orale:
Cosenza .....................................
XI Commissione:
Rossi Gasparrini ......................
7268
Ambiente e tutela del territorio e del mare.
VII Commissione:
Sasso .........................................
3-01119
Interrogazione a risposta scritta:
VI Commissione:
Nannicini ..................................
Deiana .......................................
D’Agrò .......................................
II Commissione:
Capotosti ...................................
PAG.
3-01117
7271
Interrogazioni a risposta scritta:
Pedrini ......................................
4-04432
7272
Ricci Mario ..............................
4-04447
7273
4-04446
7274
4-04422
7274
Comunicazioni.
ATTI DI CONTROLLO:
Interrogazione a risposta scritta:
Napoli Angela ..........................
Presidenza del Consiglio dei ministri.
Difesa.
Interrogazioni a risposta scritta:
Rossi Luciano ..........................
4-04431
7264
Morrone ....................................
4-04451
7265
Interrogazioni a risposta scritta:
Lion ...........................................
N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche
le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.
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PAG.
Grimoldi ...................................
4-04430
7275
Porcu .........................................
4-04441
7275
PAG.
Interrogazioni a risposta scritta:
Brusco .......................................
4-04434
7286
Giustizia.
Piscitello ...................................
4-04437
7288
Interrogazione a risposta scritta:
Pini ............................................
4-04449
7289
Bertolini ....................................
4-04445
7276
Interrogazioni a risposta scritta:
Interrogazione a risposta scritta:
Landolfi ....................................
4-04429
7276
Milanato ...................................
4-04442
7278
Interno.
5-01312
7279
4-04426
7290
3-01116
7291
4-04420
7291
Salute.
Locatelli ....................................
Interrogazione a risposta scritta:
Interrogazioni a risposta scritta:
Bellanova ..................................
4-04425
7279
Alessandri .................................
4-04435
7280
Alessandri .................................
4-04450
7280
Lavoro e previdenza sociale.
Bertolini ....................................
Sviluppo economico.
Interrogazione a risposta in Commissione:
D’Agrò .......................................
Interrogazioni a risposta in Commissione:
Bordo ........................................
5-01311
7281
Cota ...........................................
5-01314
7281
5-01316
7292
4-04443
7292
Interrogazione a risposta scritta:
Mazzocchi .................................
Trasporti.
Interrogazioni a risposta scritta:
Licandro ...................................
Baldelli ......................................
Interrogazione a risposta orale:
Interrogazione a risposta in Commissione:
Cota ...........................................
Riforme e innovazioni nella pubblica amministrazione.
Infrastrutture.
4-04427
7282
Interrogazioni a risposta in Commissione:
Pedica .......................................
4-04428
7283
Cota ...........................................
5-01313
7293
Cassola ......................................
4-04438
7283
Fallica .......................................
5-01315
7294
4-04436
7295
Ritiro di un documento del sindacato
ispettivo ......................................................
7295
ERRATA CORRIGE ......................................
7295
Galante .....................................
4-04440
7284
Mazzocchi .................................
4-04444
7284
Università e ricerca.
Interrogazione a risposta scritta:
Politiche agricole, alimentari e forestali.
Benedetti Valentini .................
Interrogazione a risposta scritta:
Raiti ..........................................
4-04433
7285
Pubblica istruzione.
Interrogazione a risposta orale:
Drago ........................................
3-01118
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ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
il contratto delle forze di Polizia,
relativo al periodo 2004-2005, è da tempo
scaduto;
sono attualmente in corso le trattative per il rinnovo dell’accordo per il
periodo 2006-2009;
il 5 dicembre 2006, il SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) ha organizzato
una riuscitissima manifestazione nazionale
a Roma, alla quale hanno aderito oltre
settanta mila poliziotti, che hanno protestato per il pessimo trattamento riservato
loro dall’attuale Governo, lamentando il
ritardo con il quale veniva affrontando il
tema del rinnovo contrattuale della categoria;
il 12 luglio 2007, si è svolto l’ennesimo incontro tra il Governo, che era
rappresentato dal Sottosegretario onorevole Letta, ed i rappresentanti dei sindacati di Polizia e dei COCER dei Carabinieri
e della Guardia di finanza. Incontro nel
quale è stata nuovamente verificata l’indisponibilità del Governo ad accettare le
proposte formulate dalla Consulta sicurezza, composta dal SAP (Sindacato Autonomo di Polizia), SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) e dal SAPAF
(Sindacato Autonomo Polizia Ambientale e
Forestale);
i predetti aderenti alla Consulta
sicurezza hanno ribadito al Governo la
richiesta di mantenere il riconoscimento
della « specificità » del loro comparto,
quantomeno confermando quanto stanziato in precedenza dal Governo e chiedendo altresı̀ precisi interventi per lo
sganciamento del « comparto sicurezza »
dalla categoria del Pubblico Impiego, oltre
al riordino delle carriere nell’ambito delle
varie forze di sicurezza;
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la « specificità » prevista per le
Forze di Polizia ha lo scopo di retribuire
le prestazioni speciali rese dagli agenti;
nella trascorsa legislatura, il Governo aveva stanziato per la « specificità »
la somma di quattrocento milioni di euro,
mentre l’attuale esecutivo, con la legge
finanziaria del 2007, ha tagliato del 90 per
cento le risorse per la « specificità », riducendole a soli quaranta milioni di euro;
successivamente all’incontro con il
Governo del 4 luglio 2007, sul tema del
pagamento degli straordinari il COCER dei
Carabinieri ha evidenziato che le somme
rese disponibili dal Governo sono talmente
esigue da escludere ogni incremento per
12.500 carabinieri, mentre altri 10 mila
percepirebbero un aumento netto pari a
0,08 centesimi di euro per ogni ora di
straordinario;
in data 13 luglio 2007, il SAP
(Sindacato Autonomo di Polizia) ha ribadito di considerare inaccettabile la proposta del Governo, che prevede un riconoscimento della « specificità » pari a circa
5,00 euro mensili lordi (al netto delle tasse
un poliziotto potrà permettersi due caffè
al mese);
l’attuale proposta presentata dal
Governo alle rappresentanze delle Forze
di Polizia non prevede alcuno stanziamento per la formazione e l’aggiornamento del personale;
il Governo ha convocato nuovamente le rappresentanze del personale
delle Forze di Polizia per il prossimo 27
luglio 2007;
la media delle retribuzioni degli
agenti delle Forze dell’ordine dei Paesi
europei supera del 50 per cento quelle
percepite dagli agenti delle Forze di Polizia del nostro Stato;
attualmente gli agenti di Polizia
percepiscono stipendi in linea con quelli
dei bidelli delle scuole elementari;
nel maggio 2007, il Ministro dell’interno ha dichiarato che in Italia mancano 8.500 agenti in ruoli operativi;
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le dotazioni finanziarie e strutturali delle Forze dell’ordine sono totalmente inadeguate, specialmente in termini
di mancanza di computer e di materiale di
cancelleria, di risorse per l’acquisto del
carburante per le autovetture di servizio e
di impossibilità di riparare quelle rotte,
con conseguente riduzione della capacità
operativa;
l’incremento dei dati relativi ai crimini commessi (esempio + 70 per cento di
rapine in banca) è anche la conseguenza
diretta di una minor operatività delle
Forze dell’ordine, ad avviso dei firmatari
del presente atto interamente riconducibile alle scelte operate dall’attuale Governo;
in data 6 ottobre 2005, l’attuale
viceMinistro dell’interno onorevole Marco
Minniti, all’epoca esponente dell’opposizione, aveva criticato l’aumento di circa 40
euro mensili riservato agli agenti delle
forze di Polizia dal Governo, giudicando
« scandalosa la previsione di cosı̀ esigui
stanziamenti per i rinnovi contrattuali
2006-2007 per gli oltre 400.000 operatori
della sicurezza e delle forze dell’ordine »;
appare quantomeno curioso che lo
stesso onorevole Marco Minniti, oggi viceMinistro dell’interno, nulla obietti in merito alla proposta del Governo di aumentare il compenso per le ore straordinarie
di soli 0,08 centesimi, ritenendo evidentemente corretto ed equo un aumento di
stipendio di circa 5,00 euro mensili lordi;
una positiva e rapida chiusura
della vertenza contrattuale delle Forze
dell’ordine rappresenta un interesse prioritario dell’intero Paese e della comunità
emiliano-romagnola,
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a stanziare risorse adeguate per poter
procedere al riordino delle carriere delle
Forze di Polizia;
a provvedere con iniziative urgenti
allo « sganciamento » del comparto sicurezza dal settore del pubblico, impiego;
ad avviare immediatamente le procedure per coprire gli attuali 8.500 organici
operativi vacanti.
(1-00208) « Maroni, Alessandri, Fava, Allasia, Bodega, Bricolo, Brigandı̀,
Caparini, Cota, Dozzo, Dussin,
Filippi, Fugatti, Garavaglia,
Gibelli, Giancarlo Giorgetti,
Goisis, Grimoldi, Lussana,
Montani, Pini, Stucchi ».
La Camera,
premesso che:
il 20 ottobre 2007 entrerà in vigore
la Direttiva 2005/36/CE sul riconoscimento
delle qualifiche professionali, che consentirà ai cittadini dell’Unione europea di
esercitare la professione in uno Stato
membro diverso da quello in cui hanno
acquisito la relativa qualifica;
in mancanza di un quadro europeo
delle qualifiche e competenze professionali, auspicato dalla Risoluzione del P.E.
A6-0248/2006, la Direttiva ha previsto specifici interventi degli Stati membri nella procedura di riconoscimento delle qualifiche professionali, stabilendone limiti e
modalità nel rispetto delle specificità territoriali e nazionali;
ad adoperarsi per pervenire ad un
rapido rinnovo del contratto delle Forze di
Polizia;
la Direttiva 2005/36/CE affianca al
sistema automatico di recepimento per le
professioni, per le quali è già stato attuato
un riconoscimento specifico a livello europeo (medico, veterinario, ostetrica, dentista, architetto, infermiere, farmacista),
un riconoscimento « per livelli » per le
professioni cosiddette a regime generale;
a prevedere l’introduzione nel disegno di legge finanziaria per il 2008 di un
fondo per la « specificità » pari ad almeno
quattrocento milioni di euro;
ciò comporta che i « professionisti
europei » possono essere assoggettati, al
fine di esercitare la professione in uno
Stato diverso da quello di origine, al
impegna il Governo
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rispetto di alcuni requisiti previsti dagli
Stati ospitanti, che costituiscono condizioni minime per garantire, nell’interesse
pubblico e dei clienti, la professionalità, la
qualità di servizio e la riservatezza dei
rapporti con i clienti in tutto il territorio
nazionale;
la Direttiva ha lasciato alla competenza degli Stati membri il controllo e
l’autorizzazione in materia di formazione
e tirocinio professionale, oltre alla fissazione, con disposizioni legislative e regolamentari da emanarsi con l’ausilio dei
rispettivi organismi professionali, di nuovi
parametri per il tirocinio di adattamento,
nonché i diritti e gli obblighi per il tirocinante straniero;
il recepimento comporta inevitabilmente interventi integrativi da parte del
nostro Paese per rendere operative sul
territorio nazionale le disposizioni della
Direttiva;
la Riforma delle professioni, attualmente all’esame delle Commissioni congiunte Giustizia ed Attività Produttive
della Camera e diretta ad ammodernare il
sistema professionale italiano, dopo aver
segnato il passo negli ultimi mesi per lo
svolgimento dell’indagine conoscitiva (ormai conclusa), sta per avere nuovo slancio
a seguito della disponibilità manifestata
dal Governo a trasformare il disegno di
legge Mastella da legge-delega in leggequadro di princı̀pi, mostrando più attenzione ad alcune delle esigenze di fondo del
mondo delle professioni nonché delle competenze delle Regioni, secondo il dettato
dell’articolo 117 della Costituzione;
ad avviso dei presentatori del presente atto è inimmaginabile che tale riforma di princı̀pi, destinata ad inserirsi
nel più ampio quadro europeo di riferimento, venga approvata dal Parlamento
prima dell’adozione della legge comunitaria di recepimento della Direttiva sulle
qualifiche professionali;
in vista di tale riforma generale, il
Governo ha presentato un disegno di legge
(approvato alla Camera il 14 giugno scor-
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so), per differire ulteriormente il termine
per l’esercizio della delega di cui all’articolo 4 della legge 1o febbraio 2006 n. 43,
per l’istituzione degli Ordini e Albi di
alcune professioni sanitarie, onde farli
precedere dalla riforma generale in
discussione in Parlamento e renderli con
essa coerenti;
con l’entrata in vigore della Direttiva Europea senza il necessario recepimento e adattamento, si rischiano gravi
discrasie nel sistema, sia a danno dei
professionisti italiani ed europei, sia dei
clienti, garantendo paradossalmente un
trattamento più favorevole per il professionista straniero che si stabilisce sul territorio nazionale, rispetto a quello italiano;
tanto nella legge di recepimento,
che in quella di riforma delle professioni
bisogna tener conto dell’articolo 117 della
Costituzione, della legge n. 131 del 5 giugno 2003 di attuazione del titolo V (cosiddetta legge La Loggia) e del decreto
legislativo n. 30 del 2 febbraio 2006 che
regolano, in materia di disciplina delle
professioni intellettuali, il rapporto tra
competenze e legislazione nazionale e legislazione regionale,
impegna il Governo
ad elaborare e presentare al Parlamento tempestivamente il disegno di legge
per il recepimento della Direttiva 2005/36/
CE, approvandolo in tempo utile prima
dell’entrata in vigore della suddetta direttiva, fissato per il 20 ottobre 2007;
a mantenere rigorosamente tale recepimento nei limiti del riconoscimento a
livello europeo dei titoli e delle qualifiche
professionali quale delineato nei consideranda e nella parte dispositiva della Direttiva, rispettando l’organizzazione e le
competenze degli Ordini e Collegi delle
professioni regolamentate, costituenti materia riservata al progetto di riforma di
princı̀pi già all’esame del Parlamento;
ad operare affinché la legge-quadro
di principi avente ad oggetto tale riforma,
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sia coerente con l’indicata Direttiva, nel
rispetto dell’articolo 117 della Costituzione.
(1-00209) « La Loggia, Laurini, Boscetto,
Biancofiore, Fasolino, Azzolini, Mario Pepe, Palumbo,
Mazzaracchio, Gardini, Ceccacci Rubino, Bertolini ».
Risoluzioni in Commissione:
La II Commissione,
premesso che:
il Contratto collettivo nazionale di
lavoro per il comparto della pubblica amministrazione prevede che fa posizione di
comando di un dipendente non possa superare i 12 mesi rinviabili una sola volta;
nulla è previsto dal Contratto collettivo nazionale di lavoro riguardo ad una
nuova procedura di comando per il dipendente rientrato in servizio presso la
propria amministrazione di appartenenza;
è ormai cronica la carenza di organico nella amministrazione pubblica italiana;
gli organici attuali sono sottostimati e sono stati formati dal blocco delle
assunzioni che si protrae da anni derivante dalla necessità di limitare la spesa
nella pubblica amministrazione;
l’unica soluzione per sopperire alla
mancanza di organico, soprattutto in certi
comparti dell’amministrazione pubblica è
data dal ricorso all’assegnazione temporanea presso altre amministrazioni al fine di
mitigare gli effetti negativi dovuti alle
carenze di organico;
risulta legittima e opportuna l’attivazione di nuove procedure di comando o
distacco ad intervenuta scadenza dei 12
mesi previsti, con relativo apprezzabile
lasso di tempo dal precedente comando,
impegna il Governo
a chiarire la corretta interpretazione di
cui alle premesse, pur se nell’ambito del-
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l’autonomia decisionale che è riconosciuta
alle amministrazioni pubbliche a norma
del decreto legislativo n. 165 del 2001,
della normativa applicabile, onde consentire ulteriori procedure per l’assegnazione
temporanea (comando o distacco) verso
altre amministrazioni.
(7-00249)
« Capotosti ».
La III Commissione,
premesso che:
Italia e Messico condividono in
seno alle Nazioni Unite l’impegno prioritario per la tutela dei diritti umani, come
tra l’altro dimostrato dal comune tradizionale sostegno alla campagna abolizionista della pena capitale;
l’accordo
di
partenariato
tra
l’Unione europea e il Messico richiama
esplicitamente quale sua base il rispetto
dei diritti fondamentali;
il Governo e il Parlamento del
Messico hanno istituito nel loro ambito
organismi specificamente competenti per il
monitoraggio e la protezione dei diritti
umani, promuovendo in particolare programmi di formazione rivolti al personale
pubblico;
la situazione dei diritti umani in
Messico è oggetto di particolare attenzione
da parte delle agenzie specializzate internazionali;
le autorità messicane hanno, nel
corso degli ultimi anni, manifestato apertura e disponibilità allo scrutinio internazionale in materia di diritti umani, accettando in particolare su base volontaria
l’istituzione nel proprio territorio di un
ufficio ad hoc dell’Alto Commissariato dell’ONU per i diritti umani;
la violenza sulle donne, in particolare nello Stato di Chihuahua al confine
con gli Stati Uniti d’America, continua ad
alimentare il fenomeno del cosiddetto
« femminicidio » sulla base di una sostan-
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XV LEGISLATURA
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AI RESOCONTI
ziale impunità dei colpevoli e di un pericoloso intreccio con il clima di intimidazione imposto dal narcotraffico;
le condizioni dello Stato di diritto
non sono state ristabilite a Oaxaca, a causa
della dura repressione che il governatore
locale ha adottato nei confronti delle manifestazioni di protesta dello scorso anno,
impedendo alla liberamente costituitasi
Asamblea popular de los pueblos de Oaxaca
(APPO) di manifestare democraticamente
il proprio dissenso;
i diritti delle comunità indigene, in
particolare del Chiapas, non sono ancora
stati pienamente riconosciuti, nonostante
le promesse ufficiali, soprattutto per
quanto riguarda la condivisione delle risorse, lo sviluppo sostenibile, il rispetto
della loro identità e delle loro forme di
autogoverno;
la libertà di stampa risulta significativamente compromessa dallo stato di
precarietà dell’esercizio della professione,
come attestano omicidi, sequestri e intimidazioni a carico dei giornalisti impegnati nella denuncia del crimine organizzato e delle sue infiltrazioni nel sistema
politico-amministrativo;
casi di detenzione arbitraria, maltrattamenti, mancate garanzie processuali,
unitamente all’impunità per le violazioni
dei diritti umani commesse nel passato,
sono troppo spesso denunciati dalle vittime e dalle organizzazioni non governative, come dimostra, tra l’altro, la situazione di San Salvador de Atenco;
Camera dei Deputati
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necessaria efficacia senza però ledere i
principi dello Stato di diritto che distinguono nettamente i compiti delle forze di
polizia da quelli delle forze militari;
c) l’Ufficio speciale della Procura
federale per i crimini violenti contro le
donne sia messo in grado di contrastare
in modo definitivo il cosiddetto « femminicidio »;
d) il Governo messicano faccia sı̀
che nello Stato di Oaxaca sia ripristinato
il legittimo esercizio delle libertà democratiche e cessi la persecuzione dei dissidenti;
e) la legislazione in materia di
tutela delle comunità indigene sia ulteriormente ampliata, riprendendo i contenuti
delle intese già intervenute in ordine soprattutto al loro autogoverno, come previsto dagli Accordi di San Andrés;
f) l’esercizio del diritto di cronaca
sia garantito attraverso adeguate misure di
protezione dei giornalisti nel rispetto della
loro indipendenza;
g) la cosiddetta « clausola democratica » inserita nell’Accordo UE-Messico sia
rispettata ed applicata, valendo come
punto di riferimento per tutti gli Stati
membri dell’Unione, e sia comunque rafforzata politicamente e giuridicamente;
h) la prossima terza riunione del
Forum euro-messicano della società civile
sia l’occasione per un ulteriore coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni nella
promozione e nella tutela dei diritti
umani,
è auspicato che:
a) il Piano nazionale messicano per
la tutela dei diritti umani sia pienamente
attuato in tutte le sue implicazioni, con
particolare riguardo ai comportamenti degli apparati federali e statali nei confronti
dei cittadini promuovendo il confronto ed
il dialogo ed incentivando la collaborazione con il locale ufficio dell’Alto Commissariato dell’ONU per i diritti umani;
b) la lotta alla criminalità organizzata ed al narcotraffico sia condotta con la
impegna il Governo
a verificare, in seno al Consiglio per i
diritti umani delle Nazioni Unite nonché
nell’ambito delle scadenze istituzionali del
partenariato tra l’Unione europea e il
Messico, l’evoluzione della situazione dei
diritti umani e del rispetto dei principi
dello Stato di diritto in Messico, anche al
fine di fornire a quel Paese ogni necessario
supporto in termini di cooperazione bilaterale per l’accrescimento del livello di
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protezione e di sicurezza dei cittadini e del
consolidamento delle articolazioni democratiche dello Stato e della società civile,
segnalando comunque in tutti i contatti
bilaterali l’esigenza che sia data piena
attuazione alle convenzioni internazionali
in materia di diritti umani, anche in
considerazione della presenza del Messico
tra i paesi osservatori presso il Consiglio
d’Europa.
(7-00253) « Ranieri, Forlani, Mantovani ».
Camera dei Deputati
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nistrazione autonoma dei Monopoli di
Stato, d’intesa con i soggetti interessati,
per procedere immediatamente alla revisione delle convenzioni di concessione per
l’attivazione e gestione operativa delle reti
telematiche degli apparecchi, di cui al
decreto del Ministro dell’economia e delle
finanze 12 marzo 2004, n. 86, prevedendo
in particolare che l’eventuale applicazione
di penali sia disposta nel rispetto dei
principi di ragionevolezza e proporzionalità al danno erariale arrecato.
(7-00254)
« Nannicini ».
La VI Commissione,
considerata l’esigenza di intervenire
tempestivamente sul settore dei giochi, in
particolare per quanto riguarda la gestione
degli apparecchi da intrattenimento e la
relativa gestione telematica degli apparecchi per il gioco lecito, anche alla luce delle
recenti iniziative del Corpo della Guardia
di finanza, della Magistratura e della Corte
dei conti, tutte tese a verificare i livelli di
servizio e il rispetto delle convenzioni per
le concessioni per l’affidamento dell’attivazione della conduzione operativa della
rete per la gestione telematica del gioco
lecito mediante apparecchi da intrattenimento e divertimento, a suo tempo sottoscritte dall’Amministrazione autonoma dei
Monopoli di Stato e da dieci concessionari
nazionali;
tenuto conto delle difficoltà temporali nell’attuazione di tali norme, al fine di
individuare eventuali atteggiamenti illeciti
conseguenti alle sollecitazioni puntuali e
telematiche inviate da SOGEI ad alcuni
apparecchi collegati alla rete, nonché per
verificare anche una piccola percentuale
di apparecchi in regime forfetario,
impegna il Governo
ad adottare tutte le necessarie iniziative,
anche di carattere normativo, volte a prevedere che, al fine di assicurare il perseguimento dell’interesse pubblico all’espletamento del servizio, con la salvaguardia
delle conseguenti entrate erariali, il Ministero dell’economia e delle finanze-Ammi-
La VII Commissione,
premesso che:
gli episodi di intolleranza e omofobia accaduti anche nel corso di questo
anno scolastico, che hanno avuto come
estrema e tragica manifestazione il drammatico suicidio dei giovane studente dell’istituto Sommelier, hanno riproposto
l’esigenza di una iniziativa coordinata di
carattere educativo e culturale da condurre direttamente nelle scuole;
l’urgenza di discontinuità dei passato in materia di diritti e pari opportunità e dignità è sempre più impellente;
il 17 maggio 1990 l’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità (Oms) eliminava l’omosessualità
dalla lista delle malattie mentali;
la non discriminazione è un principio fondamentale su cui si basa l’Unione
europea;
tale principio è riportato nella Carta
dei diritti fondamentali dell’Unione europea, in particolare all’articolo 6 « Diritto
alla libertà e alla sicurezza » e all’articolo
7 « Rispetto della vita privata e della vita
familiare »;
con le direttive della Comunità europea nn. 2000/43/CE del 29 giugno 2000
e 2000/78/CE dei 27 novembre 2000 si
attua il principio della parità di trattamento tra le persone indipendentemente
dall’origine etnica e si stabilisce un quadro
Atti Parlamentari
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generale per la parità di trattamento in
materie di occupazione e di condizione di
lavoro che proibiscono le discriminazioni
dirette o indirette basate sull’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età o l’orientamento
sessuale;
l’articolo 21 della Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione europea, al
primo capoverso, vieta qualsiasi forma di
discriminazione fondata sul sesso, la
razza, il colore della pelle o l’origine etnica
o sociale, le caratteristiche genetiche, la
lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni pubbliche o di qualsiasi
altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze
sessuali;
la Risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull’omofobia in
Europa « ...sottolinea che il rispetto dei
diritti umani e delle libertà fondamentali,
la democrazia e lo Stato di diritto, l’uguaglianza e la non discriminazione sono
valori fondamentali »;
l’articolo 3 della Costituzione italiana sancisce che « tutti i cittadini hanno
pari dignità sociale e sono eguali davanti
alla legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di convinzioni personali e sociali... »;
il protocollo di intesa tra AGEDO,
Associazione nazionale di genitori, parenti
e amici di omosessuali, e Ministero della
pubblica istruzione per « Prevenzione bullismo, disagio e suicidio adolescenziale e
sostegno formativo alle figure educative al
l’interno della scuola », sottoscritto nel
2000 dal 2003 non è più stato rinnovato,
impegna il Governo
a favorire la diffusione nel mondo
della scuola di specifici progetti educativi,
preventivi e di ricerca realizzati e corealizzati con la collaborazione delle Associazioni dei genitori degli studenti omosessuali;
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
19
LUGLIO
2007
a promuovere e sostenere progetti
culturali e formativi che contribuiscano, al
di là di ogni generico richiamo alla « tolleranza », alla diffusione del rispetto e
della cultura delle differenze in particolare
quelle di genere e delle diversità, alla
diffusione di un clima di prevenzione del
bullismo e della violenza in particolar
modo esperita nei confronti delle persone
omosessuali, soprattutto se minorenni;
a collaborare all’elaborazione su tali
temi di progetti di formazione dei docenti.
(7-00251)
« Sasso, Folena, Ghizzoni ».
La XI Commissione,
premesso che:
l’analisi delle sfide poste dai cambiamenti demografici evidenzia l’importanza di attuare efficacemente la strategia
di Lisbona rinnovata che, insieme al metodo di coordinamento aperto nel campo
dell’inclusione e della protezione sociale,
fornisce all’Unione europea il quadro appropriato per rispondere politicamente a
queste sfide;
occorre tener conto in maniera più
visibile e sostenibile di tutti gli aspetti dei
cambiamenti demografici, ciò che costituisce un contributo essenziale al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona;
secondo tutte le dichiarazioni della
Commissione UE e del Consiglio d’Europa,
le risorse umane sono da considerarsi una
impareggiabile ricchezza per le Nazioni;
in Italia, invece, si assiste ad una
mancata attenzione delle Istituzioni verso
milioni di cittadine e cittadini che, per
scelta familiare o perché espulsi dal
mondo del lavoro per i motivi più diversi
non riescono poi a rientrarvi;
risulta fondamentale predisporre
interventi che consentano di recuperare
competenze, percorsi di vita ed esperienze,
riconoscendo a ogni persona il dirittodovere di essere parte integrante nel processo produttivo, laddove questa si ponga
come una esigenza ed una scelta di vita;
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7262
AI RESOCONTI
attente indagini ed analisi, hanno
evidenziato che, nel nostro Paese, la categoria di persone da considerarsi più
svantaggiate risulta essere quella « casalinghe » ovvero di quelle donne che hanno
lasciato il lavoro alla nascita dei figli o che
hanno, sin dall’inizio, scelto la maternità
quale momento di principale valore delle
propria vita;
a queste donne viene, di fatto, reso
difficilissimo o addirittura negato il rientro in un’attività lavorativa retribuita,
perché considerate prive di competenze;
simili difficoltà incontrano anche
quegli adulti che, ormai oltre i 45 anni,
sono stati espulsi dal mondo del lavoro,
categoria rappresentata per il 53 per cento
da uomini e per il restante 47 per cento
da donne;
è indispensabile, per il nostro
Paese, raggiungere l’obiettivo del recupero
per il mercato del lavoro di queste persone
e del loro valore produttivo attraverso:
1) l’analisi e la valutazione dell’attività svolta nel percorso di vita e le
attitudini espresse in modo che sia possibile formulare per ogni persona, in modo
obiettivo le relative qualifiche;
2) la formazione professionale di
queste persone al fine di integrare e qualificare le competenze;
3) la certificazione della riqualificazione raggiunta e rilascio del bilancio
di competenze;
4) il recupero nel mondo del
lavoro anche attraverso forme di lavoro
flessibile;
tali azioni sono inseribili nelle aree
tematiche di competenza già predeterminate presso il Ministero del lavoro, quali
occupazione e mercato del lavoro, orientamento e formazione professionale,
impegna il Governo
ad attuare tutte le strategie necessarie al
fine di raggiungere gli obiettivi illustrati
nella presente risoluzione, in linea con la
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
19
LUGLIO
2007
strategia di Lisbona, ed a disporre le
relative necessarie risorse economiche.
(7-00250)
« Rossi Gasparrini ».
La XIII Commissione,
premesso che:
sembrerebbe in corso di approvazione un’ulteriore bozza di decreto del
Ministero dell’Ambiente ai sensi dell’articolo 1, comma 1226 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante criteri minimi
uniformi per la disciplina delle zone di
protezione speciale e di altre aree protette
di cui alla Rete Natura 2000 costituita dal
recepimento della direttiva comunitaria
n. 92/43/CEE « Habitat » e n. 79/409/CEE
« Uccelli »;
tale decreto avrebbe ricadute non
indifferenti sul mondo agricolo e quello
venatorio, e in alcuni casi anche sulla
pesca;
nella seduta del 5 luglio 2007 è stata
discussa in Commissione Agricoltura l’interrogazione a risposta immediata 5-01227
Misuraca ed altri, proprio in merito alle
implicazioni sul settore agricolo e della
caccia di tale decreto ministeriale;
la risposta alla suddetta interrogazione non rassicura sui possibili disagi, se
non proprio danni, che il decreto potrebbe
causare, infatti esso verrebbe ad impattare
sull’attività agricola in atto, sull’attività
ricreativa, sull’attività venatoria, senza
consentire, in pieno periodo di ferie, alle
Regioni di intervenire in materia di propria competenza;
a detta delle Associazioni venatorie,
peraltro, il problema sarebbe già stato
affrontato e disciplinato dalla maggior
parte delle Regioni, dopo la promulgazione
del decreto-legge n. 251 del 2006, che,
come noto, non è poi stato convertito in
legge;
dette associazioni lamentano la mancata concertazione con le istituzioni, come
era del resto avvenuto anche in vista della
promulgazione del decreto-legge n. 251
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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7263
Camera dei Deputati
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AI RESOCONTI
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SEDUTA DEL
19
LUGLIO
2007
del 2006, per la predisposizione del decreto ministeriale, lamentando che le riunioni con i Comitati tecnici non sono
avvenute nella sede specifica del Ministero
dell’Ambiente per cui sarebbero inidonei a
fornire al Ministero i dati istruttori sui
quali fondare l’elaborazione di qualsiasi
ipotesi di decreto ministeriale nelle sue
varie bozze di difficile lettura;
pea, recentemente ribaditi a tutti gli Stati
membri dove, ad esempio, la caccia non è
il problema, ma rappresenta la soluzione
dei problemi atteso che lo scopo delle ZPS
è la protezione di determinate specie di
uccelli (quelle dell’allegato 1 della Dir.
n. 79/409/CEE) e quello delle ZSC sono gli
habitat e gli habitat di specie di animali
(quali rettili, anfibi, eccetera) e vegetali;
le maggiori criticità al decreto si
evidenzierebbero in tutta la loro gravità
soprattutto laddove si imponessero al settore agricolo divieti al di fuori dei principi
informatori del regime di condizionalità
degli aiuti in agricoltura (decreto ministeriale 12541 del 21 dicembre 2006); laddove
si imponessero divieti all’attività venatoria
privi di ragioni tecniche e contrastanti con
la normativa vigente per cui si andrebbe a
colpire un « assetto » sensibile, frutto del
faticoso raffronto tra caccia e ambiente,
senza apportare a quest’ultimo alcuna
concreta ulteriore tutela; laddove si imponessero divieti generalizzati che contrastano con il variegato panorama dei « siti »,
del tutto diverso tra Regione e Regione, e
facendo venir meno cosı̀ l’obbiettivo della
biodiversità, intesa dall’UE come fondamentale risorsa umana ed economica per
la valorizzazione delle attività agricole,
sportive, piscatorie, ricreative, venatorie,
eccetera;
fine ultimo del decreto è dunque
quello di evitare che la disciplina di queste
zone possa risolversi in una fittizia protezione di una determinata specie ai danni
di altre specie ed attività consolidate insistenti nelle stesse, dotate di rilevanza
economica, sociale, culturale, tradizionale,
agricola che vanno invece garantite attraverso una corretta integrazione secondo i
principi della biodiversità;
relativamente al settore agricolo per
quanto possano essere introdotti miglioramenti normativi in connessione con gli
obblighi di condizionalità previsti dalla
PAC resterebbero evidenti elementi gravemente invasivi delle competenze regionali;
nel settore della pesca va assolutamente corretto quanto previsto in tema di
divieti dalla versione italiana del Reg (CE).
1967/06 (articolo 4, comma 1), il quale
contiene errori importanti di traduzione
rispetto all’originale testo in inglese, e ciò
per evitare che vi sia disparità di trattamento tra pescatori italiani e quelli comunitari;
per quanto riguarda le attività venatorie, infine, non ci si dovrebbe scontrare
con gli indirizzi della Commissione Euro-
è necessario intervenire con urgenza
per evitare molti dei problemi sopraesposti
anche in relazione all’avvio imminente
della stagione di caccia;
per quanto sopra, un decreto ministeriale sarebbe dirompente sulla predetta
normativa senza alcun riflesso pratico e
cogente a difesa dell’ambiente per la sovrapposizione di inconferenti interventi
tutto a discapito della buona gestione
dell’amministrazione pubblica e della credibilità dei cittadini nei confronti delle
istituzioni,
impegna il Governo:
a presentare una circolare di indirizzo del
Ministero delle Politiche Alimentari e forestali, maggiormente rispondente all’attuale situazione legislativa regionale, verificando le eventuali mancanze applicative
delle singole Regioni con misure di salvaguardia minime « cedevoli », applicabili
cioè solo nei casi di inadempienza.
(7-00252) « Misuraca, Luciano Rossi, Giuseppe Fini, Grimaldi, Iannarilli, Licastro Scardino, Marinello, Minardo, Romele,
Paolo Russo ».
*
*
*
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7264
AI RESOCONTI
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta scritta:
LUCIANO ROSSI, MISURACA, GIUSEPPE FINI, GRIMALDI, IANNARILLI,
LICASTRO SCARDINO, MARINELLO, MINARDO, ROMELE, PAOLO RUSSO, BRICOLO, MARTINELLO e BELLOTTI. — Al
Presidente del Consiglio dei ministri. — Per
sapere – premesso che:
sembrerebbe in corso di approvazione un’ulteriore bozza di decreto del
Ministero dell’ambiente ai sensi dell’articolo 1, comma 1226 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante criteri minimi
uniformi per la disciplina delle zone di
protezione speciale e di altre aree protette
di cui alla Rete Natura 2000 costituita dal
recepimento della direttiva comunitaria
n. 92/43/CEE « Habitat » e n. 79/409/CEE
« Uccelli »;
tale decreto avrebbe ricadute non
indifferenti sul mondo agricolo e quello
venatorio, e in alcuni casi anche sulla
pesca;
nella seduta del 5 luglio 2007 è stata
discussa in Commissione Agricoltura l’interrogazione a risposta immediata 5-01227
Misuraca ed altri proprio in merito alle
implicazioni sul settore agricolo e della
caccia di tale decreto ministeriale;
la risposta alla suddetta interrogazione non rassicura sui possibili disagi, se
non proprio danni, che il decreto potrebbe
causare, infatti esso verrebbe ad impattare
sull’attività agricola in atto, sull’attività
ricreativa, sull’attività venatoria, senza
consentire, in pieno periodo di ferie, alle
Regioni di intervenire in materia di propria competenza;
a detta delle Associazioni venatorie,
peraltro, il problema sarebbe già stato
affrontato e disciplinato dalla maggior
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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LUGLIO
2007
parte delle Regioni, dopo la promulgazione
del decreto-legge 251/2006, che come noto
non è poi stato convertito in legge;
dette associazioni lamentano la mancata concertazione con le istituzioni, come
era del resto avvenuto anche in vista della
promulgazione del decreto-legge 251/06,
per la predisposizione del decreto ministeriale, lamentando che le riunioni con i
Comitati tecnici non sono avvenute nella
sede specifica del Ministero dell’ambiente
per cui sarebbero inidonei a fornire al
Ministero i dati istruttori sui quali fondare
l’elaborazione di qualsiasi ipotesi di decreto ministeriale nelle sue varie bozze di
difficile lettura;
le maggiori criticità al decreto si
evidenzierebbero in tutta la loro gravità
soprattutto laddove si imponessero al settore agricolo divieti al di fuori dei princı̀pi
informatori del regime di condizionalità
degli aiuti in agricoltura (decreto ministeriale 12541 del 21 dicembre 2006); laddove
si imponessero divieti all’attività venatoria
privi di ragioni tecniche e contrastanti con
la normativa vigente per cui si andrebbe a
colpire un « assetto » sensibile, frutto del
faticoso raffronto tra caccia e ambiente,
senza apportare a quest’ultimo alcuna
concreta ulteriore tutela; laddove si imponessero divieti generalizzati che contrastano con il variegato panorama dei « siti »,
del tutto diverso tra Regione e Regione, e
facendo venir meno cosı̀ l’obbiettivo della
biodiversità, intesa dall’UE come fondamentale risorsa umana ed economica per
la valorizzazione delle attività agricole,
sportive, piscatorie, ricreative, venatorie,
eccetera;
relativamente al settore agricolo per
quanto possano essere introdotti miglioramenti normativi in connessione con gli
obblighi di condizionalità previsti dalla
PAC resterebbero evidenti elementi gravemente invasivi delle competenze regionali;
nel settore della pesca va assolutamente corretto quanto previsto in tema di
divieti dalla versione italiana del Reg (CE).
1967/06 (articolo 4, comma 1), il quale
contiene errori importanti di traduzione
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
rispetto all’originale testo in inglese, e ciò
per evitare che vi sia disparità di trattamento tra pescatori italiani e quelli comunitari;
per quanto riguarda le attività venatorie, infine, non ci si dovrebbe scontrare con gli indirizzi della Commissione
europea, recentemente ribaditi a tutti gli
Stati membri dove, ad esempio, la caccia
non è il problema, ma rappresenta la
soluzione dei problemi atteso che lo
scopo delle ZPS è la protezione di determinate specie di uccelli (quelle dell’allegato 1 della Direttiva n. 79/409/CEE) e
quello delle ZSC sono gli habitat e gli
habitat di specie di animali (quali rettili,
anfibi, eccetera) e vegetali;
fine ultimo del decreto è dunque
quello di evitare che la disciplina di queste
zone possa risolversi in una fittizia protezione di una determinata specie ai danni
di altre specie ed attività consolidate insistenti nelle stesse, dotate di rilevanza
economica, sociale, culturale, tradizionale,
agricola che vanno invece garantite attraverso una corretta integrazione secondo i
principi della biodiversità;
è necessario intervenire per evitare,
quindi, senza una ragionevole attenzione
anche in relazione all’avvio della stagione
di caccia –:
a che punto sia l’iter per la definitiva
approvazione e pubblicazione del decreto
che appare ancora sotto molti aspetti
invasivo delle finalità legislative delle Regioni;
se non si ritenga più opportuno seguire tutte le possibili strade per evitare di
dettare norme che sarebbero al di fuori,
non soltanto dell’orientamento comunitario in materia, ma anche dalla serena e
compiuta concertazione con le Regioni, cui
non può essere negato il ruolo di protagonista;
se non siano favorevoli ad una più
serena trattazione della materia senza
imposizioni di criteri vincolanti e troppo
rigidi stante la variegata presenza di siti
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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LUGLIO
2007
di Natura 2000, differenti per storia,
tradizioni e valori socio-economici-ambientali;
se non sia il caso, dopo un’attenta
concertazione con tutte le categorie interessate, di prevedere un decreto che detti
semplicemente linee guida veramente minime, ma lasciando la vera potestà legislativa alle regioni, come costituzionalmente stabilito in materia;
se non sia più rispondente, infine,
all’attuale situazione legislativa regionale,
prima di emanare un decreto ministeriale
dirompente sulla predetta normativa senza
alcun riflesso pratico e cogente a difesa
dell’ambiente per la sovrapposizione di
inconferenti interventi tutto a discapito
della buona gestione dell’amministrazione
pubblica e della credibilità dei cittadini nei
confronti delle istituzioni, proporre una
circolare di indirizzo verificando, quindi, a
livello regionale, le eventuali mancanze
applicative con misure di salvaguardia minime « cedevoli », applicabili cioè solo nei
casi di inadempienza;
se non sia, comunque, più rispondente ai fini di una corretta applicazione
della materia in esame il rinnovato coinvolgimento del Ministero delle politiche
agricole, alimentari e forestali, riconoscendo, inoltre, il ruolo e le prerogative
delle Regioni e delle altre istituzioni nazionali operanti nel settore.
(4-04431)
MORRONE, FABRIS, SATTA, PICANO,
D’ELPIDIO, ADENTI, AFFRONTI, CIOFFI,
CAPOTOSTI, DEL MESE, GIUDITTA, LI
CAUSI, ROCCO PIGNATARO e ROSSI
GASPARRINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’economia
e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture. — Per sapere – premesso che:
il 20 luglio 2006, a seguito delle
dimissioni del Consiglio di amministrazione, il Ministro dell’economia e delle
finanze, in qualità di azionista unico dell’ANAS, ha provveduto alla nomina dei
nuovi membri del Consiglio di amministrazione per il triennio 2006-2008 nelle
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7266
Camera dei Deputati
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AI RESOCONTI
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SEDUTA DEL
19
LUGLIO
2007
persone di: Pietro Ciucci, Presidente; E.
Della Gatta, E. Pinto, S. Scicchitano e U.
Siola, componenti;
con la apparente conseguenza, in assenza
di detto parere, di sostanziale approvazione dell’iniziativa;
nella riunione del Consiglio di amministrazione del 21 settembre 2006, il
presidente Ciucci, a seguito delle dimissioni del Direttore generale Artusi, ha
proposto di procedere alla sua sostituzione;
benché anche tale deliberazione apparisse agli interroganti chiaramente irregolare, in quanto mancava l’esplicitazione
delle attribuzioni demandate al direttore
generale-presidente, il magistrato della
Corte dei conti, non abbia mosso anche in
tal caso rilievi;
nella medesima riunione il Consiglio
di amministrazione ha quindi deliberato,
su proposta del consigliere Scicchitano, di
concludere un contratto quinquennale di
lavoro dipendente con il presidente P.
Ciucci (che a tal fine aveva lasciato la
riunione), conferendo mandato al consigliere E. Pinto di definire con l’interessato
il trattamento economico-normativo, con
obbligo di esercitare il mandato d’intesa
con l’azionista unico, il Ministero dell’economia e delle finanze;
in virtù del contratto sottoscritto per
lo svolgimento delle sue funzioni di Direttore generale, il presidente Ciucci verrebbe
a percepire un compenso annuo complessivo di 750.000 euro, integrato da altre
prebende d’uso, nonché da un consistente
assegno, in caso di cessazione anticipata
del contratto, la cui scadenza sarebbe
stata fissata nel 2011, e quindi con una
scadenza successiva a quella del mandato
presidenziale;
non risulta agli interroganti che il
magistrato della Corte dei conti delegato
al controllo sia intervenuto per muovere
contestazioni con riguardo alla procedura
citata;
il consigliere E. Pinto, in esecuzione
del suddetto mandato, nel corso della
riunione del Consiglio di amministrazione
del 30 gennaio 2007, ha proposto che,
d’intesa con l’azionista unico ed in armonia con la legge finanziaria per il
2007, il compenso da corrispondere al
Presidente, per l’esercizio delle sue funzioni di Direttore generale, ammontasse a
euro 500.000 annui lordi, « cui potrà
essere aggiunta una quota variabile non
superiore al 50 per cento della retribuzione fissa, che verrà corrisposta al raggiungimento di obiettivi annuali e specifici » oltre alla corresponsione una tantum di un emolumento forfetario per
ricompensare il periodo 27 luglio-28 dicembre 2006;
dalla relativa delibera del Consiglio di
amministrazione non risulta se il Collegio
sindacale abbia espresso il proprio parere,
prescritto dall’articolo 2389 codice civile,
il Ministero dell’economia e delle finanze non avrebbe espresso un’esplicita
approvazione in materia, ma si sarebbe
rifugiato nel « silenzio assenso »; risulta
all’interrogante che la consorte di uno dei
dirigenti del tesoro incaricato tra l’altro
della vigilanza sulla società sia stato per
lungo tempo collaboratore del dottor
Ciucci e sia dipendente di una delle società
in questione;
infine, il presidente Ciucci percepirebbe anche il compenso connesso con le
funzioni di amministratore delegato della
società Stretto di Messina S.p.A.;
conseguentemente,
il
presidente
Ciucci beneficerebbe dei seguenti emolumenti, oltre ai connessi fringe benefit:
emolumento di Presidente ANAS; emolumento di componente del Consiglio di
amministrazione ANAS; emolumento per
le funzioni di Direttore generale ANAS;
retribuzione variabile per l’esercizio delle
funzioni di Direttore generale ANAS; emolumento per le funzioni di amministratore
delegato della società Stretto di Messina
S.p.A.; emolumento per la qualità di consigliere di amministrazione della società
Stretto di Messina S.p.A.; compenso una
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7267
AI RESOCONTI
tantum per le funzioni di Direttore generale ANAS per il periodo 27 luglio-28
dicembre 2006; emolumento per l’incarico
di collaudatore del Mose di Venezia; emolumento per le qualità di consigliere di
amministrazione della Banca Popolare di
Roma;
gli emolumenti assommano ad un
totale complessivo annuo lordo di oltre
1.500.000 euro: ben cinque volte superiore,
quindi, alla retribuzione di riferimento del
I Presidente della Corte di cassazione;
in questo quadro, risulta agli interroganti che l’ANAS nel mese di gennaio 2007
ha corrisposto al Presidente-Direttore generale Ciucci il compenso mensile netto di
oltre 150.000 euro, a titolo di parziale remunerazione delle voci anzidette –:
se il Ministro dell’economia e delle
finanze sia a conoscenza dell’esatto ammontare dei compensi percepiti o che
saranno comunque corrisposti, a qualsiasi
titolo, al Presidente-Direttore generale dell’ANAS, con particolare riguardo alle clausole pattuite con il contratto di assunzione
a Direttore generale dell’ANAS e in riferimento all’indennizzo da corrispondere in
caso di estinzione anticipata del contratto,
ivi compresi gli oneri previdenziali assistenziali sostenuti dall’ANAS nonché degli
ulteriori fringe benefit dandone comunicazione agli interroganti;
quali siano gli obiettivi annuali e
specifici « preconcordati » per l’erogazione
della quota variabile non superiore al 50
per cento della retribuzione fissa;
quali iniziative urgenti il Ministro
dell’economia e delle finanze, nella sua
qualità di azionista unico dell’ANAS,
nonché il Ministro delle infrastrutture,
incaricato dell’alta vigilanza sull’ANAS, intendano assumere per porre rimedio alla
nomina del presidente Ciucci a Direttore
generale dell’ANAS, ad avviso degli interroganti illegittima, che, oltre a generare, a
seguito del cumulo delle cariche, una duplicazione di spesa, in contrasto con
l’orientamento sancito nella legge finanziaria per il 2007 di contenimento della
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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LUGLIO
2007
spesa pubblica, è avvenuta, in realtà, attraverso una sostanziale auto-nomina a
Direttore generale da parte dello stesso
Ciucci, visti la sua posizione di Presidente
dell’ANAS e il suo ruolo preminente nel
Consiglio di amministrazione;
se non si ritenga opportuno e utile
porre al più presto termine alla suddetta
situazione, che genera, altresı̀, un conflitto
di interessi, in quanto il Presidente, in
virtù dei suoi poteri, è chiamato ad esercitare le potestà di controllo su se stesso,
con evidente commistione dei ruoli di
controllore e controllato;
se il Ministro dell’economia e delle
finanze intenda verificare la correttezza
dell’agire dei propri uffici che hanno compiti di vigilare sulle società interessate;
quali provvedimenti urgenti il Ministro dell’economia e delle finanze e il
Ministro delle infrastrutture intendano
adottare per impedire al Presidente-Direttore generale dell’ANAS Ciucci di continuare negli incarichi attribuitigli da altri
organismi pubblici o privati, ovvero di
assumerne altri, dal momento che, in
qualità di Presidente dell’ANAS, ha il potere di conferire incarichi di collaudatore ovvero di arbitro o di consulente o
di componente di collegi arbitrali ovvero
di altra natura a favore di soggetti terzi;
quali azioni il Ministro dell’economia
e delle finanze e il Ministro delle infrastrutture intendano assumere nei confronti del presidente del Collegio sindacale
ove si ravvisino irregolarità nella sua condotta con riferimento alla vicenda illustrata in premessa;
quali iniziative urgenti il Presidente
del Consiglio dei ministri intenda assumere
per segnalare al Presidente della Corte dei
conti il comportamento del magistrato delegato al controllo, le cui disattenzioni ovvero mancati rilievi possano aver compromesso l’attività sindacatoria dell’istituto di
appartenenza ed anche, ai sensi dell’articolo 100 della Costituzione, il potere di
controllo del Parlamento.
(4-04451)
*
*
*
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7268
AI RESOCONTI
AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta orale:
DEIANA. — Al Ministro degli affari
esteri. — Per sapere – premesso che:
in un articolo pubblicato dal settimanale Left (8 giugno 2007) si legge che un
giovane ricercatore, cittadino italiano residente negli Stati Uniti per motivi di
lavoro, si è recato in Canada per una
conferenza internazionale e al ritorno si è
visto negare il reingresso negli USA;
la ragione di tale divieto risiederebbe
nel fatto che il ricercatore prima di andarsene non si era registrato all’aeroporto;
infatti una legge chiamata Special
Registration, impone a tutti i cittadini
maschi di 25 paesi a maggioranza mussulmana (più la Corea del Nord) regole
speciali per viaggiare fuori dagli USA.
Questa legge si applica anche ai cittadini
italiani (come nel caso in questione), figli
di italiani che sono nati in uno di quei 26
paesi;
come lui stesso afferma nell’articolo
del settimanale citato « dal 2003 sono
andato e venuto dagli Usa diverse volte,
solo nel 2005 sono stato informato della
necessità della registrazione in uscita ».
Allora fornito una serie di credenziali lo
fecero rientrare. Successivamente come
afferma lui stesso « nel luglio del 2006
sono andato in vacanza in Messico, alla
frontiera, in uscita, mi dissero che la
registrazione non era necessaria, perché il
Messico è membro del North american
free trade agreement, il Nafta... »;
questo cittadino italiano si trova nella
condizione di non poter tornare più indietro con tutte le conseguenze umane e
finanziarie del caso;
al consolato italiano di Toronto
hanno detto che non possono far nulla, gli
Usa sono un paese sovrano che fa quello
che crede;
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
19
LUGLIO
2007
non è il primo caso del genere che si
verifica. In un’interrogazione presentata
dalla deputata Europea Elena Paciotti alla
Commissione l’11 febbraio 2004 si afferma
che « Il cittadino italiano Marco Fornari,
figlio di diplomatici di carriera e per questo
nato a Gedda in Arabia Saudita, ove il padre prestava servizio, ha studiato all’Università Suffolk di Boston ed ora è iscritto a
quella di Lubbock in Texas. Dopo l’attacco
dell’11 settembre il suo nome è stato inserito nella lista nera delle persone sospette a
causa del luogo di nascita. A seguito di
numerosi interrogatori, le autorità di Dallas
gli hanno comunicato che la sua situazione
era chiarita. Rientrato in Italia per le vacanze di Natale, al suo rientro è stato fermato all’aeroporto di Dallas, ammanettato,
legato a una catena con altri detenuti,
chiuso in una cella fredda senza poter avvertire nessuno e caricato l’indomani mattina sul primo volo per l’Europa diretto a
Stoccarda. Analoga sorte è toccata ad un
uomo d’affari svedese, chiuso nella stessa
cella. Marco Fornari, impedito a tornare
negli Stati Uniti, ha perso il semestre di
studi ma deve continuare a pagare l’affitto
del suo appartamento ove restano libri e
oggetti personali »;
qualora le notizie riportate dal settimanale Left corrispondessero al vero,
saremmo in presenza di una palese violazione dei diritti fondamentali di un cittadino italiano –:
se il Ministro sia al corrente di tale
situazione e quali azioni abbia intrapreso
o intenda intraprende per cercare di risolvere tale situazione;
se intenda attivarsi, anche sollecitando il Governo americano, al fine di
evitare il ripetersi di situazioni analoghe.
(3-01119)
Interrogazioni a risposta scritta:
D’AGRÒ. — Al Ministro degli affari
esteri. — Per sapere – premesso che:
la maggior parte delle Ambasciate
italiane si sono dotate di call center per la
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prenotazione delle visite dei cittadini stranieri, necessarie ai fini della presentazione
dei documenti per la richiesta del visto di
ingresso in Italia (per quei Paesi che ne
hanno bisogno);
circa la metà degli oltre 4 milioni di
sfollati che hanno abbandonato l’Irak per
i Paesi vicini (Giordania, Siria, ecc...) sono
bambini e versano in gravi condizioni
umanitarie –:
tali call center sono affidati a società
esterne e locali che addebitano al cittadino
straniero una cifra variabile, a seconda dei
Paesi, dai 20 centesimi al minuto della
Serbia all’1,2 euro al minuto della Moldavia;
quali iniziative il Governo italiano
intenda assumere nelle competenti sedi
internazionali e nell’ambito della missione
del nostro Paese in Irak.
(4-04423)
accade spesso che gli operatori dei
call center lascino in attesa il chiamante
per venti-trenta minuti per poi, in più casi,
invitare a richiamare;
CASSOLA. — Al Ministro degli affari
esteri. — Per sapere – premesso che:
durante il periodo estivo, quando
l’afflusso delle chiamate è maggiore, può
succedere che al cittadino straniero vengano addebitati dai 10 ai 30 euro prima di
riuscire ad ottenere un appuntamento,
magari in Paesi dove lo stipendio medio è
di circa 200 euro –:
a quali società e con quali criteri
siano stati affidati call center al servizio
delle ambasciate italiane e con quali criteri e modalità siano state scelte;
come vengano utilizzati i soldi addebitati per le chiamate;
se non intenda intervenire per superare siffatte disfunzioni che screditano
l’immagine del nostro Paese.
(4-04421)
BRIGUGLIO. — Al Ministro degli affari
esteri. — Per sapere – premesso che:
secondo l’ultimo rapporto Unicef la
condizione dei minori in Irak è drammatica;
in particolare è sceso il livello di
alfabetizzazione dei bambini dei quali
circa la metà non va a scuola;
un minore su tre è malnutrito e il
dato riguarda in particolare bambini tra i
12 e i 23 mesi;
i due terzi della popolazione, compresi i minori, non ha accesso all’acqua
potabile;
come noto, sabato, 14 luglio 2007 è
stata siglata all’Aran (l’Agenzia per la
rappresentanza negoziale delle pubbliche
amministrazioni) l’ipotesi di accordo per il
rinnovo dei contratto del comparto Ministeri relativo al quadriennio normativo
2006-2009 ed al biennio economico 20062007;
la piattaforma sindacale prevedeva,
alla voce « rivendicazioni per il personale
a contratto del Ministero degli Affari Esteri », la riformulazione della disciplina del
trattamento economico in caso di malattia
per equiparare la medesima alle previsioni
del CCNL (contratto di comparto nazionale di lavoro) attualmente in vigore nel
pubblico impiego;
attualmente il personale a contratto
usufruisce per legge, in caso di malattia, di
soli giorni 45 nell’arco dei tre anni. È
visibile una sperequazione rispetto agli
altri lavoratori destinatari dello stesso
CCNL;
nonostante i sindacati presenti ai tavoli delle trattative abbiano richiesto la
pari dignità di trattamento con i dipendenti del pubblico impiego (il personale di
ruolo dello stesso Ministero usufruisce
durante i periodi di servizio all’estero di
giorni 45 annuali e, una volta tornato alla
Farnesina, di giorni 180), l’amministrazione degli Esteri non si è dichiarata
disponibile ad adeguare i trattamento in
caso di malattia del personale a contratto
a quello vigente nel pubblico impiego.
L’accordo per il rinnovo dei contratto è
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stato quindi firmato con il passaggio dagli
attuali 45 giorni a 90 giorni ogni triennio –:
se non ritenga che la soluzione adottata
non stabilisca il principio di parità di trattamento della categoria con il restante personale della Farnesina e quali misure o iniziative intenda adottare per quanto attiene al
diritto di voto attivo e passivo per le rappresentanze sindacali unitarie.
(4-04424)
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aree ad alta biodiversità come il caso del
parco dello Yasunı̀ con il triplice obiettivo
di: rispettare i diritti dei popoli nativi,
conservare la biodiversità e controllare i
cambiamenti climatici;
Correa ha pensato di risolvere il
problema vendendo il greggio ancora nel
sottosuolo al barile ai privati cittadini che
siano interessati, purché lascino il greggio
lı̀ dove sta;
ZANELLA. — Al Ministro degli affari
esteri, al Ministro dell’economia e delle
finanze, al Ministro dell’ambiente e della
tutela del territorio e del mare. — Per
sapere – premesso che:
ai paesi « ricchi » spetterebbe di elargire una compensazione del 50 per cento
di quello che lo stato ecuadoriano guadagnerebbe in caso di sfruttamento dei giacimenti, in vero ossequio al principio delle
responsabilità « differenziate » in relazione
ai cambi climatici –:
la minaccia dei cambiamenti climatici e la grande emergenza ambientale
planetaria sono ormai sotto gli occhi di
tutti e rendono sempre più urgente il
bisogno di attivarsi per garantire un futuro
al nostro pianeta ed all’umanità intera;
se il Governo non ritenga opportuno
farsi promotore a livello internazionale e
in sede Onu di una moratoria internazionale sulle estrazioni petrolifere in aree
ricche di biodiversità e abitate da popolazioni native;
dal governo ecuadoriano di Rafael
Correa è stata avanzata una proposta in
grado di perseguire questi obiettivi, relativamente alla zona a più alta biodiversità del
pianeta: il parco dello Yasunı̀, riserva mondiale della biosfera che conserva un’importante porzione di foresta amazzonica e
ospita gli ultimi popoli nativi americani non
ancora contattati, dichiarato dall’Unesco
nel 1979 Patrimonio dell’Umanità;
se, dopo le dichiarazioni di sostegno
di alcuni paesi europei quali la Spagna e
la Norvegia, anche il Governo italiano non
voglia cogliere l’occasione per praticare
concretamente una vera inversione di
rotta basata sulla giustizia ecologica ed
ambientale, appoggiando la moratoria proposta dal governo ecuadoriano di Correa
per la tutela dei parco dello Yasunı̀, comprando quote di petrolio che andranno a
costituire un fondo per lo sviluppo e la
tutela del parco e per la produzione di
energie rinnovabili, contribuendo concretamente alla riduzione delle emissioni di
CO2 in atmosfera, responsabili dei riscaldamento globale.
(4-04439)
l’Ecuador è anche uno dei Paesi più
poveri del Cono Sur e le riserve di greggio
custodite sotto il suolo di Yasunı̀ darebbero prezioso fiato all’economia del Paese,
per questo i predecessori dell’attuale presidente Rafael Correa avevano intavolato
trattative con compagnie petrolifere per
l’estrazione del greggio in questione;
Correa si è trovato, quindi, tra due
fuochi: estrarre il greggio distruggendo il
parco, oppure salvaguardare il parco e
rinunciare a una fonte di reddito essenziale per il Paese;
il ministro per l’energia dell’Ecuador,
Alberto Acosta, ha avanzato la proposta di
non sfruttare campi petroliferi presenti in
*
*
*
AFFARI REGIONALI
E AUTONOMIE LOCALI
Interrogazione a risposta scritta:
BORGHESI. — Al Ministro per gli affari
regionali e le autonomie locali. — Per
sapere – premesso che:
è corrente in provincia di Treviso
« Asco Holding SpA », società partecipata
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da novantatré comuni del Veneto e del
Friuli-Venezia Giulia;
detta società controlla un gruppo di
società che operano in una logica multiutility nel settore dell’energia e della distribuzione del gas, dunque più in generale
nel campo dei servizi pubblici;
nel settore della distribuzione del gas
la società controllata è denominata Ascopiave SpA, di cui Asco Holding detiene il
60 per cento del capitale;
è dunque ragionevole affermare che
la società ha una sostanziale natura pubblica;
Ascopiave detiene nel settore della distribuzione e vendita del gas concessioni e
affidamenti diretti per la fornitura del servizio in centocinquantacinque comuni localizzati in Veneto, Friuli-Venezia Giulia,
Emilia Romagna e Lombardia, con una rete
di distribuzione proprietaria che si estende
per circa seimilatrecento chilometri;
la società dal 12 dicembre 2006 è
quotata sul segmento Star di Borsa Italiana;
in sede di assemblea dei soci, tenutasi
il 25 giugno 2007, è stato deliberato l’aumento del compenso per ciascuno dei
cinque componenti del Consiglio di Amministrazione da 20.000 euro a 70.000
euro l’anno;
l’assemblea ha inoltre deliberato un
piano di incentivazione basato sul
phantom stock option che si risolverà in
ulteriori incrementi dei compensi e benefit
anche per i suddetti amministratori;
il suddetto meccanismo appare inappropriato per un’azienda che opera in
condizioni di sostanziale monopolio e che
per tale motivo non ha bisogno di incentivi, magari basati su indicatori di tipo
qualitativo e controvertibile e quindi di
facile dimostrabilità –:
l’interrogante ritiene contrario ai
principi generali che un concessionario di
pubblici servizi essenziali sostenga costi
cosı̀ elevati per l’organo di amministra-
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zione, attesa la valenza sociale del servizio
e per il fatto che i costi energetici sono nel
nostro Paese in linea di massima superiori
a quelli dei nostri competitori industrializzati;
inoltre, un aumento cosı̀ elevato del
compenso ai consiglieri ed il meccanismo
di stock option posto in essere avrebbe
meglio potuto essere destinato a riduzioni
tariffarie a vantaggio in particolare delle
fasce sociali più deboli ed alle famiglie che
in un contesto storico come il nostro
faticano ad arrivare alla fine del mese;
se intenda assumere iniziative normative affinché i concessionari di tali
servizi pubblici, anche in considerazione
dello scarso rischio d’impresa, ed in particolare quando sono espressione del settore pubblico, siano vincolati a remunerazioni più consone al servizio medesimo
ed al divieto di ulteriori benefit attraverso
meccanismi poco trasparenti come quelli
delle stock option.
(4-04448)
*
*
*
AMBIENTE E TUTELA
DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta orale:
COSENZA. — Al Ministro dell’ambiente
e della tutela del territorio e del mare. —
Per sapere – premesso che:
le molteplici attività umane che si
sono sviluppate con il progresso scientifico
e tecnologico hanno contribuito notevolmente a modificare le condizioni ambientali sia sulla terraferma, sia nelle acque,
con il risultato di aver trasformato, a volte
in maniera irreversibile, determinati ecosistemi;
il mare è stato purtroppo considerato
il recapito finale di quasi tutti i rifiuti
generati dall’uomo, con la convinzione
che, data la sua vastità, sarebbe stato in
grado di attutire tali impatti antropici;
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tra le maggiori fonti di rifiuti che
vengono scaricati in mare, che sono una
delle potenziali cause di alterazioni ambientali, troviamo principalmente i liquami urbani (immessi direttamente in
mare o trasportati dai corsi d’acqua), gli
scarichi industriali e di natura agricola
(comprese le acque di dilavamento di tali
suoli), nonché gli scarichi di navi e imbarcazioni private;
da molti anni, gli 8.000 chilometri di
coste italiane subiscono la crescente invasione di rifiuti solidi non biodegradabili e
di sostanze solide ed inalterabili, che
fanno parte del vivere quotidiano (buste e
bottiglie di plastica), provenienti dagli scarichi domestici o abbandonati nel mare da
turisti irresponsabili;
le sostanze contaminanti contenute
nell’acqua inquinata, oltre a provocare
innumerevoli danni alla salute dell’uomo,
comportano l’alterazione dell’equilibrio
naturale della flora, della fauna marina,
dei fondali e delle spiagge delle coste
italiane;
la situazione peggiora di anno in
anno nonostante le molteplici campagne di
sensibilizzazione, promosse dalle associazioni ambientaliste italiane, che hanno
l’obiettivo di educare i giovani, e i meno
giovani, al rispetto e alla salvaguardia del
mare –:
quali urgenti iniziative il Ministro
interrogato intenda assumere, al fine di
scongiurare ulteriori danni alla salute del
mare che rappresenta un vero e proprio
patrimonio per il nostro sistema economico ed ambientale.
(3-01117)
Interrogazioni a risposta scritta:
PEDRINI. — Al Ministro dell’ambiente e
della tutela del territorio e del mare. — Per
sapere – premesso che:
nel maggio 2005 Enel ha presentato a
codesto Ministero e all’allora Ministero
delle Attività Produttive il progetto e lo
studio di impatto ambientale relativo alla
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conversione a carbone della centrale di
Porto Tolle; nel dicembre 2005 la regione
Veneto ha espresso parere positivo di
compatibilità ambientale prescrivendo la
riduzione da 4 a 3 sezioni e una durata di
esercizio del nuovo impianto fino al 31
dicembre 2030; nel luglio 2006 la Commissione nazionale VIA ha effettuato i
previsti sopralluoghi sul sito ed ha richiesto integrazioni e chiarimenti sul progetto;
nell’ottobre 2006 Enel ha fornito le suddette integrazioni; nel gennaio 2007 la
regione Veneto ha espresso un nuovo favorevole parere di compatibilità ambientale. Da ultimo, nel giugno 2007, al fine di
apportare ulteriori miglioramenti al progetto, Enel ha richiesto a codesto Ministero la sospensione del procedimento VIA
fino al 31 agosto prossimo;
dal punto di vista ambientale l’utilizzo tecnologicamente avanzato del carbone consente di raggiungere limiti di
emissioni estremamente contenuti e al di
sotto della metà di quelli consentiti dalle
nuove norme comunitarie che entreranno
in vigore nel 2008 sia per l’anidride solforosa, sia per gli ossidi di azoto, sia per
le polveri e, grazie alla riduzione di taglia,
anche per la CO2;
l’impianto a carbone di Porto Tolle
sarà dotato di filtri ad elevata efficienza
(99,9 per cento) per catturare i residui
solidi della combustione che assicurerebbero una riduzione fino al 73 per cento di
tutte le emissioni;
anche dal punto di vista della logistica dei combustibili, il progetto prevede
il massimo rispetto ambientale: tutte le
fasi del ciclo, dal trasporto allo scarico in
banchina, fino allo stoccaggio nei carbonili
e al successivo invio nelle caldaie, avverrebbero con nastri trasportatori e strutture chiusi ed isolati rispetto all’esterno
evitando qualunque dispersione di polveri;
il carbone rappresenta oggi, a livello
internazionale, un’alternativa concreta e
sicura per la produzione di energia e nel
nostro Paese, invece, esso viene usato per
una quota modestissima (14 per cento
contro un 31 per cento medio dell’Europa,
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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il 39 per cento nei Paesi OCSE) mentre
Paesi attenti all’ambiente come Danimarca
(32 per cento) o Germania (47 per cento)
ne fanno ampiamente ricorso;
in Germania sono in autorizzazione e
costruzione 12 nuovi siti a carbone, negli
Stati Uniti lavorano oltre 100 impianti a
carbone e in Australia il 78 per cento di
energia è prodotta con il carbone;
il ricorso al carbone contribuisce a
diversificare il mix dei combustibili attualmente utilizzato in Italia, con un grande
sbilanciamento nei confronti del metano e
dell’olio combustibile (circa il 70 per cento), che garantisce una migliore sicurezza
delle fonti di approvvigionamento e una
riduzione della bolletta elettrica italiana
del 20-25 per cento che l’allineerebbe a
quella degli altri Paesi europei; l’impianto
di Porto Tolle è assolutamente indispensabile per garantire la sicurezza energetica
del nostro Paese tale, cioè, da scongiurare
gli attuali e noti a tutti rischi di black
out –:
sulla base di quali motivazioni la
Commissione VIA, stando alle indiscrezioni apparse sulla stampa in questi ultimi
giorni, avrebbe intenzione di rigettare
l’istanza di sospensiva presentata da Enel
e contestualmente, di esprimere parere
negativo sul progetto di conversione a
carbone pulito della centrale di Porto
Tolle, posto che, se cosı̀ fosse, il territorio
perderebbe 2 miliardi di euro di investimenti e, nell’immediato, perderebbero il
proprio posto di lavoro 200 addetti alla
manutenzione dell’impianto e 300 dipendenti Enel verrebbero ricollocati in tutta
Italia e nell’arco del prossimo quinquennio
verrebbero meno i circa 4.000 posti di
lavoro che la riconversione garantirebbe.
(4-04432)
MARIO RICCI e CACCIARI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
in considerazione dell’esigenza, particolarmente avvertita in Versilia, di di-
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sporre di siti di smaltimento di marmettola (un rifiuto della segagione del marmo
e del granito), una decina di anni fa si
decise di smaltire la marmettola riempiendo cavità esistenti (e divenute con il
tempo dei laghetti) presso cave di ghiaia in
pianura in località Brentino, nel comune
di Massarosa, nell’ambito di un progetto
che prevedeva anche la risistemazione ambientale delle cave e la ricostituzione dell’ambiente originale della zona;
il decreto legislativo n. 36 del 13
gennaio 2003 (Attuazione della direttiva
1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti) ha disposto, però, che i rifiuti (pertanto anche la marmettola) non possono
essere smaltiti in acqua; di conseguenza
l’entrata in vigore del sopra citato decreto
legislativo avrebbe reso impossibile la prosecuzione dell’attività del sito di smaltimento, in quanto a Brentino la marmettola è smaltita riempiendo dei laghetti.
Peraltro, lo stesso decreto legislativo n. 36
del 2003 all’articolo 17 ha stabilito che le
discariche già autorizzate alla data della
sua entrata in vigore potevano continuare
a funzionare fino ad una certa data (inizialmente sino al 13 luglio 2005, poi – a
seguito di alcune proroghe disposte con
decreto-legge e da ultimo con la legge
finanziaria per il 2007 – sino al 31 dicembre 2007);
il sito del Brentino, pertanto, è al
momento attivo, e avvicinandosi la data di
chiusura del sito (31 dicembre 2007), gli
industriali del settore hanno sostenuto che
il sito del Trentino deve continuare a
funzionare;
nel tentativo di ottenere questo obiettivo, gli industriali del settore hanno avanzato la tesi secondo la quale, essendo stata
aperta la discarica del Brentino nell’ambito di un progetto di risistemazione ambientale della zona del Brentino stesso, la
continuazione dell’attività della discarica
poteva essere legittimata sulla base di
un’integrazione di uno dei due accordi di
programma stipulati con il Ministero dell’ambiente rispettivamente per la depurazione in Versilia e per il lago di Massaciuccoli;
Atti Parlamentari
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XV LEGISLATURA
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questa tesi al momento non ha trovato fortunatamente accoglienza presso il
Ministero dell’ambiente, mentre la provincia di Lucca e l’Arpat hanno espresso il
convincimento che la discarica del Brentino vada chiusa alla data del 31 dicembre
2007 con eventuale successivo avvio dell’intervento di risistemazione e ripristino
ambientale;
è doveroso svolgere ogni tipo di
intervento consentito, nel doveroso rispetto delle prerogative degli Enti Locali
della zona, al fine di garantire finalmente, dopo ben quattro anni dal decreto
legislativo n. 36 del 13 gennaio 2003, la
definitiva chiusura della discarica di marmettola in località Brentino, nel comune
di Massarosa –:
se intenda confermare il proprio intendimento nel senso che vada data piena
attuazione, senza proroghe o deroghe, alla
normativa sullo smaltimento dei rifiuti.
(4-04447)
Camera dei Deputati
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il Presidente del Corecom Calabria,
dottor Umberto Giordano, in data 16 luglio 2007, senza una preventiva consultazione dell’Ufficio di Presidenza, con provvedimento d’urgenza, ha annullato la citata delibera del 2 luglio 2007;
le due emittenti televisive escluse avevano avuto accesso al contraddittorio di
legge ed il procedimento del 2 luglio 2007
si era concluso nel rispetto della legge –:
se esistano pareri, rilasciati dal Ministero delle comunicazioni, difformi dai
contenuti della legge n. 448 del 1998;
quali urgenti iniziative intenda attuare per verificare se il Corecom Calabria
abbia deliberato nel rispetto delle normative vigenti e quali motivazioni abbiano
portato il Presidente del Comitato in questione a disattendere il regolamento e le
decisioni assunte da tutti i componenti
nella seduta del 2 luglio 2007. (4-04446)
*
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19
*
*
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COMUNICAZIONI
Interrogazione a risposta scritta:
ANGELA NAPOLI. — Al Ministro delle
comunicazioni. — Per sapere – premesso
che:
le norme contenute nella legge n. 448
del 1998 e nel decreto ministeriale n. 292
del 2004, nel regolare la distribuzione dei
finanziamenti alle televisioni, fissa i requisiti necessari per la relativa assegnazione;
i Corecom, su delega del ministero
interrogato, hanno l’obbligo di verificare i
suddetti requisiti per la distribuzione dei
finanziamenti alle televisioni private dei
rispettivi territori regionali;
il Corecom Calabria, nella seduta del
2 luglio 2007, ha approvato la delibera per
i finanziamenti 2005, escludendo due
emittenti televisive, valutate non in regola
con le operazioni contabili;
DIFESA
Interrogazioni a risposta scritta:
LION. — Al Ministro della difesa, al
Ministro dell’ambiente e della tutela del
territorio e del mare. — Per sapere –
premesso che:
a pochi passi dal monte Limbara in
un contesto paesaggistico e naturalistico
particolarmente bello si parano le enormi
parabole di quella che una volta fu la Base
USAF da sempre denominata impropriamente Base Nato sul Monte Limbara, un
tempo potente stazione per ricerche ed
elaborazioni dati ed impianti radar;
la Base, senza nessuna trattativa con
l’amministrazione comunale proprietaria
del terreno, nacque, in gran segreto, fra
molti omissis ed accordi mai svelati, nel
1968 come stazione radiotelegrafica ad
onda lunga per poter comunicare anche
con i sommergibili;
Atti Parlamentari
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la cifra che il Governo americano
pagava annualmente allo Stato italiano per
la locazione del sito era di cinque lire;
civile e militare, nonché nel Corpo dei
Vigili del Fuoco, per tutti i militari volontari cessati senza demerito dal servizio;
con l’avvento dei satelliti, la base fu
abbandonata il 31 ottobre del 1993, e
anziché essere restituita al comune, legittimo proprietario, fu passata, per cosı̀ dire,
al ministero della difesa che l’affidò in
custodia all’Aeronautica Militare che fino
ad ora si è limitata ad inviare saltuariamente degli ispettori sul luogo;
alla fine del terzo anno di servizio,
circa novanta militari volontari arruolati
nelle Forze Armate in seguito al superamento del concorso indetto il 2 giugno
2002 hanno preso parte ad un ulteriore
concorso per l’arruolamento nel corpo dei
Vigili del Fuoco, identificato come « quinto
decreto-terzo bando »;
allo stato l’area, cosı̀ come descritta
da un servizio giornalistico di Cinquestelle
del 16 agosto 2006, è una pericolosa fonte
di inquinamento per la natura delle sostanze in essa abbandonate: ammasso di
ferraglie arrugginite, generatori e batterie
in un enorme capannone, depositi arrugginiti, le stesse parabole, dalle mura della
vecchia base, ma soprattutto dalle volte,
pendono pannelli di lana di vetro in quantità industriale, acqua sporca e maleodorante sgocciola lentamente sul terreno il
degrado che appare evidente ad ogni passo
ed in ogni stanza, incutono preoccupazione per le conseguenze che lo stesso, se
non viene bloccato ed eliminato, potrà
avere sull’intero habitat della montagna,
sulle sorgenti, sulla flora e sulla stessa
fauna;
l’area del Limbara è peraltro interessata da un progetto per la creazione di un
Parco Naturale –:
quale utilizzo il Ministero della Difesa abbia in programma per l’ex base
USAF;
se non si ritenga di dover provvedere
alla messa in sicurezza dell’area e alla sua
bonifica;
se non sarebbe opportuno restituire
al Comune il possesso dell’area. (4-04422)
GRIMOLDI. — Al Ministro della difesa,
al Ministro dell’interno. — Per sapere –
premesso che:
le leggi vigenti prevedono riserve di
posti nelle forze di polizia ad ordinamento
in occasione di tale concorso, dopo le
visite mediche, il Ministero della Difesa ha
certificato l’idoneità di tutti e novanta gli
aspiranti vigili del fuoco, provvedendo altresı̀ a stilare una graduatoria;
il Corpo dei Vigili del Fuoco ha
successivamente incorporato soltanto i
primi 52 militari volontari cessati dal
servizio senza demerito tra i novanta dichiarati idonei dalla Difesa;
il destino degli altri quarantotto idonei è al momento indeterminato, e ciò
malgrado le ampie vacanze d’organico esistenti nel Corpo dei Vigili del Fuoco –:
quale sia l’opinione del Governo circa
i fatti generalizzati nella premessa ed in
particolare circa la possibilità che entro
un arco di tempo ragionevole i militari
volontari cessati senza demerito dal servizio e dichiarati idonei all’incorporazione
nei Vigili del Fuoco vengano effettivamente
arruolati.
(4-04430)
PORCU. — Al Ministro della difesa, al
Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
al concorso per il reclutamento di
1507 allievi agenti della Polizia di Stato,
previsto nel bando della Gazzetta Ufficiale,
4a serie speciale « Concorsi ed esami », del
17 dicembre 2006, non potranno partecipare tutti coloro che si trovano a svolgere
il servizio volontario in ferma prefissata a
4 anni;
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AI RESOCONTI
i volontari VFP4, per divenire tali,
devono provenire dai cosiddetti ruoli
VFB1, e possedere requisiti di moralità e
condotta incensurata;
il citato bando, del ministero dell’interno, prevede tra l’altro la possibilità di
concorrere per quei VFB1, che abbiano
svolto almeno 6 mesi in tale stato, ovvero
se collocati in congedo, abbiano concluso
tale ferma di un anno;
le domande dei VFB4 per l’ammissione al concorso per il reclutamento degli
allievi agenti di Polizia, sono state respinte
per « difetto requisito stato giuridico previsto »;
la situazione sommariamente descritta, sembra determinare una discriminazione inaccettabile che impedisce a
tante ragazze e ragazzi di partecipare al
concorso e quindi di poter entrare nella
Polizia di Stato e finalmente superare lo
status di lavoratore precario –:
quali provvedimenti, alla luce di
quanto esposto, il Governo intenda tempestivamente assumere, per garantire la
partecipazione al citato concorso, a tutti
gli esclusi VFB4;
quali iniziative siano previste, al fine
di favorire la possibilità di una occupazione con assunzione a tempo indeterminato per i cosiddetti VFB4, e sanare cosı̀
evidenti discriminazioni delle quali sono
stati protagonisti i volontari VFB4 come la
descritta esclusione dai concorsi per le
carriere iniziali delle Forze Armate.
(4-04441)
*
*
*
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta scritta:
BERTOLINI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
in data 17 luglio 2007 il quotidiano Il
Giornale ha pubblicato la notizia secondo
cui Alfredo Mazzamauro, detenuto presso
il carcere di Spoleto perché accusato di far
parte delle nuove Brigate Rosse, avrebbe
Camera dei Deputati
—
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inviato via internet delle comunicazioni
riguardanti le modalità degli spostamenti
che lo hanno portato dal penitenziario
milanese di S. Vittore all’istituto penitenziario umbro;
la missiva sarebbe stata pubblicata
sul sito del centro sociale « Gramigna » di
Padova, il quale in questi ultimi mesi si è
contraddistinto per l’organizzazione di
cortei di solidarietà ai brigatisti detenuti in
alcune città italiane;
nei mesi scorsi altri brigatisti avrebbero utilizzato il computer in loro dotazione per inviare, sempre via web, messaggi minatori contro la Chiesa cattolica
ed i suoi massimi rappresentanti –:
se sia a conoscenza dei fatti come
sopra esposti;
se voglia informare la Camera dei
deputati di eventuali ulteriori indicazioni a
sua disposizione;
se l’autorizzazione all’uso di mezzi
informatici, concessa a pericolosi terroristi, non sostanzi una palese violazione del
regime carcerario, con pericolose ripercussioni sulla sicurezza e l’ordine pubblico
del nostro Paese;
se sia intenzionato a porre in essere
provvedimenti specifici per regolamentare,
monitorare ed eventualmente limitare
l’uso di tali dispositivi elettronici da parte
di personaggi che ne dispongono per diffondere messaggi pericolosi ed illegali.
(4-04445)
*
*
*
INFRASTRUTTURE
Interrogazioni a risposta scritta:
LANDOLFI. — Al Ministro delle infrastrutture. — Per sapere – premesso che:
la legge 21 dicembre 2001, n. 443
(cosiddetta « legge obiettivo »), all’articolo
1, ha stabilito modalità di individuazione
delle infrastrutture pubbliche e private e
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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7277
AI RESOCONTI
degli insediamenti strategici e di preminente interesse nazionale, da realizzare
per la modernizzazione e lo sviluppo del
Paese;
la suddetta disposizione onerava il
Governo della redazione di un programma
formulato secondo i criteri e le indicazioni
procedurali ivi specificamente previste, demandando al Comitato Interministeriale
per la Programmazione Economica (anche
CIPE) di approvare, in sede di prima
applicazione della legge, il suddetto programma entro il 31 dicembre 2001;
con la delibera 21 dicembre 2001,
n. 121 (Gazzetta Ufficiale n. 51 del 2002
S.O.) il CIPE provvedeva all’approvazione
del 1o Programma delle opere strategiche
che riporta, all’allegato 1 – nell’ambito del
« Corridoio plurimodale tirrenico-nord
Europa », alla voce « Sistemi stradali ed
autostradali » – la « A1 (Capua)-Domitiana
ed adeguamento »;
dal momento della sua approvazione,
la « legge obiettivo » ha subı̀to – nel corso
dei primi anni di applicazione – modificazioni e perfezionamenti, tra i quali anche l’attribuzione al Ministero, allora denominato delle infrastrutture e dei trasporti, della responsabilità dell’istruttoria
e della funzione di supporto alle attività
del competente CIPE, dando facoltà al
suddetto dicastero di avvalersi di uno
specifico organismo denominato « struttura tecnica di missione »;
successivamente, la legge 23 dicembre
2005, n. 266 ha previsto, in particolare, il
finanziamento degli interventi di realizzazione delle opere strategiche di preminente interesse nazionale di cui alla legge
n. 443 del 2001;
con la delibera 29 marzo 2006, n. 97
(Gazzetta Ufficiale n. 198 del 2006), il CIPE
approvava, con le prescrizioni e raccomandazioni proposte dall’allora Ministero
delle infrastrutture e dei trasporti, il progetto preliminare « Strada statale 7-quater
Domitiana: lavori di ammodernamento
alla sezione tipo A nel tratto tra il km
0+000 ed il km 27+000, compresa la va-
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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riante di Mondragone », assegnando all’opera, in via programmatica, un contributo di 9,834 milioni di euro per quindici
anni a valere sui fondi recati dall’articolo
1, comma 78, della citata legge n. 266 del
2005 con decorrenza 2007, contributo suscettibile di sviluppare un volume di investimenti di 110 milioni di euro, e prevedendo che l’assegnazione definitiva del
contributo fosse disposta previa sottoposizione al CIPE stesso, entro due mesi dalla
data di pubblicazione della medesima delibera sulla Gazzetta Ufficiale, del progetto
definitivo di uno stralcio funzionale dell’opera coerente con il contributo medesimo e con le eventuali ulteriori disponibilità che risultassero destinate all’opera;
con nota del 21 dicembre 2006,
n. 520, il Ministero delle infrastrutture
trasmetteva una nota nella quale proponeva la revoca dell’assegnazione programmatica disposta con la predetta delibera
n. 97 del 2006, rilevando che il termine di
cui sopra era scaduto, in quanto la delibera era stata pubblicata il 26 agosto 2006,
e prendendo atto che l’ANAS S.p.A. aveva
rappresentato l’impossibilità di individuare uno stralcio funzionale realizzabile
con le risorse messe a disposizione ed
aveva evidenziato per contro tre possibili
ipotesi di stralci funzionali di costo superiore a detto contributo;
stante il comportamento di ANAS
S.p.A. e le modalità di gestione della
specifica pratica, il CIPE – con delibera
del 5 aprile 2007 – cogliendone il pretesto,
non esitava a revocare l’assegnazione del
primo contributo di 9,834 milioni di euro,
inficiando la realizzabilità – in tempi
ragionevoli – dell’intera opera, ed indirizzando gli impegni economici e progettuali,
precedentemente dedicati ad un importante e strategico investimento infrastrutturale per il meridione d’Italia, alla realizzazione della metropolitana della Città
di Bologna;
il Ministero delle infrastrutture, nel
contempo (ossia nella stessa delibera di
revoca), veniva contraddittoriamente e
sorprendentemente impegnato dal CIPE a
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
proseguire « in relazione al carattere strategico dell’opera » l’iter istruttorio con
l’ANAS, per la scelta dello stralcio funzionale da realizzare, nell’ambito delle tre
proposte già elaborate, e ad individuare
altre possibili forme di copertura del relativo costo –:
per
quali
logiche
motivazioni,
un’opera – che ha già superato il vaglio e
la lunga elaborazione della programmazione delle infrastrutture nazionali strategiche (tra cui la stesura del progetto
preliminare corredato dello studio di impatto ambientale, il parere favorevole
espresso dal Ministero dell’ambiente e
della tutela del territorio, il parere favorevole espresso dalla Giunta regionale
della Campania ed infine il parere favorevole del Ministero per i beni e le attività
culturali) e per la quale viene tutt’oggi
confermata la sua strategicità – sia stata
oggetto di cosı̀ generica, ed errata, istruttoria tale che, nonostante la non irrisoria
parte di disponibilità finanziarie già autorizzate, ANAS S.p.A. non sia riuscita a
produrre un progetto di stralcio funzionale compatibile con i parametri economici previsti, nonostante si afferma siano
state prodotte – da ANAS S.p.A. stessa –
ben tre diverse ipotesi progettuali;
per quali motivi ANAS S.p.A., anziché agire quale mero organo tecnico di
esecuzione delle decisioni strategiche operate nella appropriata sede CIPE, è di fatto
assurta a soggetto che – lasciando trascorrere inutilmente il tempo prescritto
(due mesi dalla pubblicazione della delibera di assegnazione) e producendo più
proposte progettuali tutte fuori dei conosciuti ed obbligati parametri economici –
ha contraddetto la valutazione discrezionale di merito, operata in sede tecnicopolitica;
se non si voglia – alla luce di quanto
esposto in premessa e di quanto espressamente chiesto – trarre le logiche conseguenze provvedendo all’avvicendamento
di chi, nei competenti Comparti di ANAS
S.p.A., si è assunto la grave responsabilità
di determinare l’irrealizzabilità della sud-
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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detta opera, nonostante le importanti
spese di istruttoria, e di sviluppo progettuale, che tutte le amministrazioni coinvolte hanno dovuto sostenere per giungere
al completamento del progetto preliminare;
stante la situazione, quali siano i
tempi eventualmente contemplati per dare
seguito all’opera di confermata considerazione strategica.
(4-04429)
MILANATO, MISTRELLO DESTRO,
CAMPA, ZORZATO, GIUSEPPE FINI,
FRATTA PASINI, GARDINI e PANIZ. — Al
Ministro delle infrastrutture, al Ministro
dell’economia e delle finanze. — Per sapere
– premesso che:
la società Autostrada Brescia-Padova
S.p.A. (meglio conosciuta come Serenissima) evidenzia negli ultimi bilanci consolidati una gestione in perdita, dovuta
alla miriade di società controllate e collegate, che inficiano il risultato positivo
della capogruppo, la cui gestione peraltro
non è priva di aspetti problematici;
dal bilancio 2003 risulta che delle
circa 30 società controllate due sono residenti all’estero, la Unifracom B.V. con
sede a Rotterdam (Olanda) e l’altra, la
Serenissima Investments S.A., con sede a
Lussemburgo;
nel bilancio 2005 tali società scompaiono, mentre figura una partecipazione
del 25,57 per cento nella Acufon international LTD ed un’altra del 100 per cento
nella Woodworth system LTD, entrambe
con sede a Londra; poiché la gestione del
servizio autostradale non è soggetta ad
internazionalizzazione restano inspiegabili
i motivi della partecipazione ed ancor di
più quelli del controllo;
indiscutibile la natura pubblica della
citata società, che è partecipata per il 60
per cento da enti pubblici, comuni, province e camere di commercio venete e
lombarde; una gestione non rispettosa dell’economicità e della trasparenza pone a
rischio il loro patrimonio; è noto infatti
Atti Parlamentari
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XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
che l’Autostrada Brescia-Padova S.p.A ha
un eccessivo numero di amministratori
nella capogruppo (1 ogni 9 chilometri di
autostrada), mentre non è dato sapere
quanti siano quelli delle controllate –:
se ritenga legalmente corretto che
una società di tale natura possa delegare
parte della struttura e dei servizi a società
estere, alcune delle quali collocate in Paesi
conosciuti come « paradisi fiscali » e se
questo non produca in ogni caso rilevanti
problemi di trasparenza della gestione;
se alla società Autostrada BresciaPadova S.p.A si applichi il disposto dei
commi 728-729 dell’articolo 1 della legge
27 dicembre 2006, n. 296, legge finanziaria per il 2007, sia per quanto riguarda la
composizione del consiglio d’amministrazione che per quanto riguarda i compensi
degli amministratori e, in caso affermativo, quali azioni intenda avviare per il
rispetto delle norme vigenti.
(4-04442)
*
*
*
INTERNO
Interrogazione a risposta in Commissione:
COTA. — Al Ministro dell’interno. — Per
sapere – premesso che:
si registra in gran parte dei presidi
della Polizia di Stato distribuiti sul territorio nazionale una situazione di obiettivo
disagio derivante dalla scarsità di mezzi
disponibili;
in particolare, risultano poche le automobili utilizzabili per il disimpegno dei
servizi territoriali, a causa della penuria
delle risorse assegnate alla manutenzione
del vetusto parco macchine e della scarsità
di autovetture nuove;
la situazione è oggetto di puntuali
denunce da parte del Sindacato Autonomo
di Polizia;
nel Comune di Alessandria, a fronte
di un parco auto nominalmente composto
da quindici vetture ne possono circolare
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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ogni giorno non più di due, costringendo
il grosso delle pattuglie ad effettuare i
propri pattugliamenti appiedate;
tali autovetture sono Fiat Marea blindate, fabbricate nel 1999 e quindi obiettivamente ai margini della loro vita operativa;
si attende da lungo tempo l’arrivo
delle nuove Alfa 159 –:
quale sia l’opinione del Governo circa
i fatti generalizzati nella premessa ed in
particolare circa la possibilità di assegnare
sollecitamente nuove autovetture ai presidi
della Polizia di Stato del Comune di Alessandria.
(5-01312)
Interrogazioni a risposta scritta:
BELLANOVA. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
in quest’ultimo periodo le cosiddette
« stragi del sabato sera » si stanno trasformando in stragi quotidiane dell’estate salentina, nelle quali perdono la vita molti
giovani, per molteplici cause che andrebbero indagate al fine di scongiurare il
costante spegnersi di vite umane;
per ciò che concerne gli operatori di
sicurezza e nello specifico le forze di
Polizia Stradale, come riportano fonti sindacali, questo è il secondo anno consecutivo che in Provincia di Lecce, non giungono rinforzi estivi, con il conseguente
svilimento psico-fisico degli agenti già in
forza che sono costretti a sopperire, come
possono, alla mancanza di personale;
vi sono situazioni di assoluta emergenza e drammaticità che riguardano, ad
esempio, i Commissariati di Otranto, dove
si devono preferire quotidianamente i controlli di frontiera al porto, rispetto al
controllo del territorio, ma anche Nardò
che ha una giurisdizione territoriale talmente vasta da porlo in cima alle graduatorie nazionali e al cui controllo sono
invece destinate solo due unità;
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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a causa dei tagli previsti dal decreto
n. 194 del 2002 e dalla finanziaria 2003,
gli operatori di sicurezza si trovano a
svolgere il proprio lavoro in una condizione di seria difficoltà, dove è difficile
reperire automezzi, utili al controllo del
territorio, che non siano in riparazione o
del tutto inutilizzabili, con la conseguenza
che le volanti sono costrette a lavorare per
tutte le ventiquattro ore con lo stesso
automezzo, cercando di far riposare gli
organi meccanici nelle ore notturne,
quando ciò si rende possibile;
il Questore di Lecce, di concerto con
alcuni Dirigenti dei Commissariati ha più
volte portato all’attenzione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza tale situazione, con esplicite richieste di rinforzi di
personale, visto che esiste la possibilità di
distribuire, in modo più efficiente il personale aggregato da tempo presso il territorio Salentino, in luoghi dove la necessità lo richiede –:
se il Ministro non ritenga di dover
intervenire per cercare di far fronte a
questa situazione di forte disagio che colpisce, in prima istanza, gli operatori di
sicurezza, andando poi ad incidere, significativamente, su tutto il territorio salentino che richiede un controllo capillare
che gli agenti in forza, pur dedicandosi
con impegno, non possono da soli garantire, con il rischio che in questo periodo
estivo, con il moltiplicarsi della popolazione, dovuta al turismo, si incorra in
gravi scoperture che minano la sicurezza
della popolazione salentina.
(4-04425)
ALESSANDRI. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
il quartiere di Braida, nel Comune di
Sassuolo, in Provincia di Modena, continua ad essere interessato da episodi di
microcriminalità che intimidiscono la popolazione, limitandone di fatto la libertà;
la situazione è particolarmente grave
soprattutto sotto il profilo dello spaccio di
stupefacenti, attività alla quale non sono
Camera dei Deputati
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estranei i numerosi stranieri extracomunitari che vivono in alcune zone del quartiere;
in seguito all’aggravarsi delle condizioni dell’ordine pubblico, la benemerita
associazione di volontari « Comune del
Parco Amico » ha deliberato la cessazione
delle proprie attività, che si concentravano
prevalentemente in uno spazio verde a
ridosso delle due moschee che servono la
comunità musulmana di Sassuolo;
va sottolineato altresı̀ come delle predette moschee, una si trovi ospitata in un
locale adibito ad uso laboratorio ceramico
e l’altra sia alloggiata in un sito destinato
ad attività commerciali –:
quali iniziative intenda assumere il
Governo per ripristinare la legalità nel
quartiere di Braida.
(4-04435)
ALESSANDRI. — Al Ministro dell’interno, al Ministro della giustizia. — Per
sapere – premesso che:
come riportato da articoli di stampa,
nella città di Bologna dall’inizio dell’anno
si sono registrati ben 13 casi di violenza
sessuale, aggressioni o molestie a sfondo
sessuale, messe in atto nei confronti delle
donne;
nella stragrande maggioranza dei
casi, i reati segnalati sarebbero imputabili
a stranieri;
la cronaca di questi giorni riporta
notizie allarmanti su episodi di violenze
compiute con una frequenza allarmante;
il giorno 11 luglio una giovane diciottenne veniva pesantemente molestata
in via Avesella, il 12 luglio scorso è stata
violentata da uno straniero di origine
marocchina una ragazza di 28 anni in via
Valdonica, il 15 luglio è stata molestata da
un immigrato indiano una ragazza polacca
all’angolo fra via Rizzoli e via Indipendenza;
Atti Parlamentari
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XV LEGISLATURA
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si è trattato dell’ennesimo episodio
da parte di soggetti che, evidentemente, si
sentono liberi di agire indisturbati e impuniti –:
quali iniziative concrete i Ministri
interrogati intendano intraprendere per
prevenire i reati di violenza sessuale e
affinché sia garantita la sicurezza delle
donne;
quali iniziative il Ministro dell’interno intenda assumere con riferimento ad
un piano urgente d’intervento nelle città
italiane per ripristinare il rispetto della
legge e ricostruire un tessuto sociale integrato, invece che favorire un flusso di
migrazione indifferenziata in cui molti
extracomunitari commettono delitti e rappresentano un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale che non può
essere trascurato ulteriormente dalla politica di questo Governo.
(4-04450)
*
*
*
LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Camera dei Deputati
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particolarmente usuranti. Ciò perché nell’elenco delle « attività particolarmente
usuranti » contenuto nel decreto ministeriale 19 maggio 1999 del Ministro del
lavoro e della previdenza sociale non figura il lavoro svolto dai marittimi imbarcati a bordo di navi da pesca;
in quella stessa sede, il Governo,
rappresentato nell’occasione dal Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole
alimentari e forestali, onorevole Stefano
Boco, affermò: « Quanto alle misure previdenziali dirette a sostenere i marittimi
imbarcati a bordo di unità di pesca, il
Ministero delle politiche agricole e forestali, nell’ambito delle proprie competenze,
considerate le particolari caratteristiche
determinate dall’ambiente di lavoro, condivide (...) l’opportunità di inserire tali
attività tra quelle particolarmente usuranti, ai fini dell’estensione dei benefici ai
pescatori » –:
quali iniziative intenda intraprendere
o abbia già assunto il Governo per dare
attuazione concreta e rapida all’impegno
assunto all’atto dell’approvazione della
mozione 1-00154.
(5-01311)
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BORDO e BELLANOVA. — Al Ministro
del lavoro e della previdenza sociale. — Per
sapere – premesso che:
COTA. — Al Ministro del lavoro e della
previdenza sociale. — Per sapere – premesso che:
il 2 maggio 2007 la Camera dei deputati ha approvato la mozione 1-00154 con
cui si impegnava il Governo ad approvare
una serie di azioni legislative e di misure
economico-finanziarie necessarie ed utili a
favorire il rilancio del settore della pesca il
settore della pesca « investito, ormai da
anni, da un forte processo di ristrutturazione e riorganizzazione, che ne ha ridimensionato la consistenza numerica delle
imprese e degli occupati » (seduta n. 150);
con la legge 24 dicembre 2003, n. 350,
legge finanziaria 2004, articolo 4, comma
90, è stato consentito anche ai soggetti colpiti dalle alluvioni del novembre 1994, di
definire in via automatica la propria posizione tributaria relativamente agli anni
1995, 1996 e 1997, versando il 10 per cento
delle somme ancora dovute, a titolo di tributi, contributi e premi di cui ai commi 2, 3
e 7-bis dell’articolo 6 del decreto-legge
n. 646 del 1994, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 22 del 1995, analogamente a quanto già previsto dalle finanziarie degli anni precedenti per gli abitanti di
Catania, Ragusa e Siracusa, colpiti dal sisma del 13 e 16 dicembre 1990;
la detta mozione impegnava, tra l’altro, il Governo a: prevedere misure di
carattere previdenziale volte a sostenere i
marittimi imbarcati a bordo di navi da
pesca, in considerazione dell’attività particolarmente rischiosa e faticosa, affinché
possa essere individuata tra quelle attività
tali agevolazioni tributarie, insieme al
decreto ministeriale che permette la ride-
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
terminazione dei contributi sui mutui richiesti dalle imprese alluvionate, secondo i
danni effettivamente subiti, hanno dato
nuove possibilità alle imprese piemontesi
tuttora provate finanziariamente a causa
degli alti mutui che sono state costrette a
contrarre per salvare le proprie attività
economiche colpite dall’alluvione straordinaria e distruttiva del 1994;
i soggetti che hanno potuto usufruire
delle agevolazioni di cui all’articolo 6,
commi 2, 3 e 7-bis, del citato decreto-legge
n. 646, del 1994, sono coloro che hanno
inoltrato apposita domanda presso gli istituti preposti, Agenzia delle entrate,
I.N.P.S., I.N.A.I.L. e altri enti locali;
le interpretazioni che gli enti interessati hanno dato all’articolo 4, comma 90,
della legge n. 350 del 2003, e all’espresso
rinvio all’articolo 9, comma 17, della legge
283 del 2002, sono state molteplici e tutte
a sfavore dei contribuenti alluvionati,
mentre il parere del Garante del contribuente del Piemonte ha riconosciuto come
oggetto delle agevolazioni i tributi, contributi previdenziali e premi assicurativi,
come previsto dal testo di legge;
nonostante il difensore civico del Piemonte, abbia instaurato una interlocuzione con l’istituto I.N.P.S. regionale, con
lo scopo di chiarire l’applicazione della
norma, a distanza di più di tre anni, i
contribuenti che hanno inoltrato domanda
per usufruire delle agevolazioni previste
dalla legge 350 articolo 4, comma 90, non
hanno ricevuto alcuna risposta o delucidazione e sono state poste in essere alcune
procedure esecutive dall’ente delegato alla
riscossione dei crediti C.A.R.AL.T. S.p.A.
di Alessandria;
l’orientamento dell’I.N.P.S. è stato
quello di non accogliere le domande presentate all’istituto dai contribuenti, ritenendo che la definizione automatica, prevista dalla legge 350 articolo 4, comma 90,
« non può essere applicata al settore previdenziale perché la norma in esame, nel
riaprire i termini di presentazione delle
domande, richiama sempre disposizioni
fiscali »;
Camera dei Deputati
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con il decreto-legge 28 dicembre
2006, n. 300, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2007, n. 17,
ed in particolare con l’articolo 3-quater
inserito nel testo a seguito dell’approvazione di un emendamento presentato dal
Gruppo Parlamentare della Lega Nord
Padania, è stato precisato che la proroga
del termine di presentazione delle domande concessa dal medesimo comma
3-quater, fino al 31 luglio 2007, era riferito
ai contributi previdenziali, premi assicurativi e tributi riguardanti le imprese,
relativi all’alluvione del Piemonte del 1994;
come dichiarato anche nella sentenza
n. 595 dell’8 maggio 2007 (riferita alla
causa di lavoro iscritta al n. 232/2006
R.G.L.), della Corte d’Appello di Torino –
sezione lavoro – « ogni dubbio circa l’applicazione delle agevolazioni anche in materia previdenziale è pertanto venuto
meno »;
in tale giudizio, pertanto, è stata
riconosciuta l’applicabilità delle agevolazioni previste dalla legge 24 dicembre
2003, n. 350, articolo 4, comma 90, anche
ai contributi previdenziali –:
quali iniziative immediate il Ministro
intenda assumere, anche in vista della
prossimità del termine del 31 luglio 2007,
al fine di procedere all’applicazione dell’articolo 4, comma 90 della legge 350 del
2003, da parte dell’I.N.P.S, a fronte dell’inequivoco chiarimento fornito dal legislatore con l’articolo 3-quater del decretolegge 28 dicembre 2006, n. 300, convertito,
con modificazioni, dalla legge 26 febbraio
2007, n. 17.
(5-01314)
Interrogazioni a risposta scritta:
LICANDRO. — Al Ministro del lavoro e
della previdenza sociale, al Ministro delle
politiche agricole, alimentari e forestali. —
Per sapere – premesso che:
secondo la legislazione vigente sia gli
operai iscritti negli elenchi nominativi dei
lavoratori agricoli sia coloro che hanno
lavorato come operai agricoli a tempo
Atti Parlamentari
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indeterminato per parte dell’anno, hanno
diritti, all’indennità di disoccupazione erogata dall’Istituto Nazionale Previdenza Sociale;
nel Mezzogiorno di Italia e, in particolare della Provincia di Catania, per
accedere ad agevolazioni fiscali e contributive, si è diffuso un malcostume che ha
visto sorgere centinaia di imprese, le quali
assumono fittiziamente operai in cambio
illeciti proventi al fine di truffare lo stato
erogatore dei finanziamenti e l’Inps erogatore dell’indennità;
sulla questione sono intervenuti gli
inquirenti e la magistratura;
in conseguenza di queste indagini
l’Inps ha bloccato la liquidazione dell’indennità nei territori di Adrano, Biancavilla
e Paternò in attesa che la magistratura
faccia il proprio corso;
di questa decisione hanno subito le
conseguenze operai agricoli la cui assunzione non era fittizia, i quali, a causa di
tale decisione, si sono visti privare dell’indennità di disoccupazione;
consta all’interrogante che, nonostante i procedimenti in corso, le ditte
sotto indagine continuino a percepire i
finanziamenti e i contributi statali –:
come i loro Ministeri intendano intervenire, secondo la rispettiva competenza, per assicurare che agli operai agricoli non fittiziamente assunti sia garantita
la corresponsione dell’indennità di disoccupazione senza attendere la prevedibile
lunghissima conclusione dei procedimenti
in corso.
(4-04427)
PEDICA. — Al Ministro del lavoro e
della previdenza sociale. — Per sapere –
premesso che:
il signor Vittorio Valiante, già dipendente INPS presso il Servizio patrimoniale,
Rep. III, nel prendere visione delle scheda
di variazione relativa alla propria posizione di lavoro, compilata dal Servizio
Patrimoniale medesimo, ha constatato una
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
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variazione della propria posizione lavorativa con la quale gli viene sottratto il
codice 514, attribuito in altri numerosi
casi di utilizzazione del personale del tutto
analoghi a quelli dell’interessato;
l’inquadramento nel suddetto codice
514, nella rilevazione delle mansioni effettivamente svolte, come risulta anche
dalla comunicazione del dottor Domenico
Serino sollecitata dallo stesso Valiante,
avrebbe permesso l’inclusione in una qualifica diversa quando il dipendente era
ancora in servizio;
il signor Valiante ha espresso riserve
contro l’eliminazione del codice 514 e
attraverso ripetute domande, da ultimo
anche tramite gli Avvocati Paolo Ermini e
Antonio De Polis di Roma ne ha chiesto il
ripristino;
alle suddette richieste l’INPS non ha
dato alcun riscontro –:
se il Ministro non ritenga opportuno
verificare quanto sopra esposto ed intervenire presso l’INPS affinché venga corretta la decisione relativa al codice 514 ed
al ripristino dello stesso per il signor
Vittorio Valiante.
(4-04428)
CASSOLA. — Al Ministro del lavoro e
della previdenza sociale. — Per sapere –
premesso che:
come è noto, è stata prevista una
nuova trattenuta dello 0,15 per cento sui
redditi da pensione erogati dall’INPDAP in
ossequio al decreto del Ministero dell’economia e delle finanze n. 45 del 7 marzo
2007;
l’INPDAP, senza fornire alcuna informazione preventiva, ha iniziato a decurtare le pensioni dello 0,15 per cento,
automaticamente a tutti i pensionati;
questa decurtazione servirebbe a costituire un Fondo di gestione unitaria delle
prestazioni creditizie e sociali;
tuttavia, questa opera ione e avvenuta
senza informare i contribuenti pensionati
del fatto che l’iscrizione alla gestione credito è automatica ma che può essere
rescissa entro sei mesi dal pagamento
della prima mensilità di pensione, a par-
Atti Parlamentari
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tire dal mese di maggio 2007 fino ad
ottobre 2007 –:
se non ritenga utile promuovere una
campagna informativa che sottolinei la
possibilità di scelta per i pensionati, compresi quelli residenti all’estero. (4-04438)
GALANTE e BELLILLO. — Al Ministro
del lavoro e della previdenza sociale, al
Ministro dello sviluppo economico. — Per
sapere – premesso che:
lo storico pastificio e biscottificio
Buitoni di Sansepolcro nella provincia toscana di Arezzo, sta attraversando un
periodo di crisi che ha sollevato in queste
ultime settimane le preoccupazioni dei
sindacati e dei lavoratori che temono di
perdere il proprio posto di lavoro;
il problema è relativo alla sempre più
probabile cessione della fabbrica di proprietà della Nestlè ad acquirenti del settore.
La vendita, che escluderebbe però la cessione del celebre marchio, che la multinazionale svizzera ha tutta l’intenzione di tenere per sé per sfruttarlo nel mercato italiano ed estero, mette a serio rischio tutto il
sistema produttivo dello stabilimento;
le voci di una vendita della fabbrica,
che oggi occupa circa 500 lavoratori (1/3
dei quali residenti nella provincia umbra
di Perugia), 360 dei quali a tempo indeterminato ed i restanti suddivisi tra contratti di formazione e contratti a termine,
si susseguono già da molto tempo e molti
sono stati i nomi fatti dai mezzi di informazione di coloro i quali sarebbero interessati ad acquisire l’azienda biturgense;
è da evitare qualunque ipotesi che
preveda il ritorno sulla scena di imprese
già contrastate nelle precedenti vertenze
non soltanto dalle organizzazioni sindacali
e dai lavoratori della Buitoni, ma anche
dalle istituzioni pubbliche, visto che mettono in forse il futuro occupazionale di
tante persone e fra queste di moltissimi
giovani che con enormi sacrifici hanno
contribuito alla crescita dell’azienda;
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la vendita dello stabilimento potrebbe
avere gravi ripercussioni su tutto il territorio toscano ed umbro, tanto che anche il
Consiglio provinciale di Perugia ha approvato un ordine del giorno al fine di
sostenere tutte le iniziative che le istituzioni sia locali che nazionali riterranno di
intraprendere per la salvaguardia del processo produttivo ed il mantenimento dei
livelli occupazionali dello stabilimento di
Sansepolcro –:
se il Ministro sia a conoscenza di
quanto su esposto;
se, secondo le sue prerogative, non
ritenga necessario convocare un tavolo
istituzionale alla presenza anche dei sindacati al fine di trovare una soluzione
definitiva che sgombri il campo dai fondati
timori sollevati sul futuro della fabbrica
biturgense e sugli scenari negativi che si
prefigurerebbero anche per i 500 lavoratori che rischierebbero il licenziamento.
(4-04440)
MAZZOCCHI. — Al Ministro del lavoro
e della previdenza sociale. — Per sapere –
premesso che:
risulterebbe che la Fondazione Enasarco avrebbe indetto una gara d’appalto
per la gestione di un contact center esterno
in data 22 giugno 2007;
attualmente la Fondazione avrebbe
circa 17/18 dipendenti impegnati nella risposta delle telefonate dell’utenza e, stando
alla relazione dell’ex commissario Pollastrini, non avrebbe elaborato un progetto di
impiego del personale, né redatto un apposito mansionario con il risultato di non
avere un quadro compiuto e aggiornato
della situazione lavorativa dei dipendenti;
i sindacati dei dipendenti della Fondazione con un comunicato del 4 luglio 2007
avrebbero denunciato di non essere stati
previamente informati del bando, cosı̀
come previsto dal contratto di categoria, e
di essere contrari alla decisone perché un
migliore utilizzo del personale interno consentirebbe un deciso e consistente risparmio dei costi di gestione che la criticità del
bilancio rende doverosa e necessaria;
Atti Parlamentari
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XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
la Fondazione prevedrebbe nel bando
l’impegno di una cifra di circa 5 milioni e
mezzo di euro, cifra che apparirebbe decisamente sproporzionata stante il fatto
che indagini di mercato, condotte su realtà
analoghe, individuano la forza lavoro necessaria a far fronte alle esigenze dell’utenza nell’ordine di 27/30 unità;
ne conseguirebbe che, con la semplice assunzione di 10 dipendenti, che si
aggiungerebbero a quelli già adibiti a tale
compito, si potrebbe dare in tempi brevi e
con un risparmio superiore ai 4 milioni di
euro, una soluzione adeguata ad un problema che comunque andrebbe affrontato,
vista la rilevanza della spesa, solo dopo
avere verificato che non siano effettivamente praticabili strade diverse –:
se i fatti corrispondono al vero, quali
iniziative il Ministro interrogato, a fronte
del potere di vigilanza sull’attuazione dell’accordo programmatico di gestione della
Fondazione Enasarco sottoscritto dalle
parti sociali presso il Ministero del lavoro
e delle politiche sociali in data 10 maggio
2007, intenda intraprendere per garantire
l’annullamento della gara in oggetto e
salvaguardare il principio di economicità
della gestione che costituisce la base di
una vera opera di risanamento di un
bilancio fortemente in crisi come quello
Enasarco.
(4-04444)
*
*
*
POLITICHE AGRICOLE,
ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazione a risposta scritta:
RAITI. — Al Ministro delle politiche
agricole, alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
il Ministero delle politiche agricole
alimentari e forestali ha predisposto un
decreto che modifica la disciplina applicativa della politica agricola comunitaria
per quanto concerne l’erogazione degli
aiuti di entità inferiore a 100 euro;
Camera dei Deputati
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la nuova normativa che va a modificare il decreto del 5 agosto 2004 ed il
decreto del 19 marzo 2005 in materia di
PAC, stabilisce che: « In applicazione dell’articolo 70 del regolamento CE n. 796/
2004 per l’anno 2007 non sono corrisposti
aiuti di ammontare inferiore a euro 50.
Tale limite è elevato a 100 a partire
dall’anno 2008 »;
l’esclusione dai pagamenti va a penalizzare circa 150.000 conduttori di piccoli appezzamenti, concentrati soprattutto
nel meridione ed all’interno del Paese, per
i quali l’agricoltura familiare è spesso la
principale fonte di reddito o una sua
importante integrazione;
va considerato che questo tipo di
agricoltura svolge anche un ruolo generale
ed importante per la conservazione del
territorio, dell’ambiente e della coltivazione di specie alimentari che nei contesti
a carattere più ampio rischiano di estinguersi;
la sottrazione di risorse pubbliche
orientate verso contesti con forte ritardo
nello sviluppo non colpisce solo redditi
individuali, ma interi territori e questo
appare in netto contrasto con gli obiettivi
perseguiti dalle politiche di coesione regionale e con tutte le affermazioni di
politiche a favore dello sviluppo sociale –:
se non ritenga opportuno valutare
con urgenza la necessità di adottare misure idonee per l’erogazione dei compensi
concernenti la politica agricola comunitaria che consentano il sostegno e la difesa
dei diritti dei conduttori di piccoli appezzamenti.
(4-04433)
*
*
*
PUBBLICA ISTRUZIONE
Interrogazione a risposta orale:
DRAGO. — Al Ministro della pubblica
istruzione. — Per sapere – premesso che:
in attuazione di quanto disposto dall’articolo 8 della legge n. 124 del 1999, con
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decreto ministeriale del 23 luglio 1999
sono stati stabiliti i criteri e le modalità
per il passaggio del personale ATA alle
dipendenze dello Stato;
l’articolo 9 del citato decreto prevede,
altresı̀, il subentro dello Stato, ad ogni 1o
gennaio, nelle convenzioni stipulate dagli
enti locali con i soggetti imprenditoriali,
comprese le cooperative, per la stabilizzazione di quei progetti per lavori socialmente utili e/o lavori di pubblica utilità
che erano in atto nelle istituzioni scolastiche statali prima del 25 maggio 1999,
anche se rinnovati successivamente, per lo
svolgimento di funzioni ATA demandate
per legge all’ente locale in sostituzione
dello Stato;
anche quest’anno è stata autorizzata
la proroga dei contratti di appalto trasferiti allo Stato dagli enti locali ai sensi della
citata normativa;
particolare rilevanza è assunta dai
cosiddetti « contratti storici » degli ex lavoratori di pubblica utilità che, a differenza di quanto avvenuto per i lavoratori
socialmente utili, attendono che si chiarisca la loro situazione in modo definitivo,
senza ricorrere ogni anno alla proroga dei
contratti e senza dover occuparsi delle
inevitabili incombenze fiscali e previdenziali connesse al loro status di soggetti
privati –:
quali iniziative intenda adottare al
fine di consentire al personale impiegato
in cooperative operanti nelle istituzioni
scolastiche ex lege n. 124 del 1999 di
uscire da una situazione che li pone in una
condizione di indesiderabile precariato.
(3-01118)
Interrogazioni a risposta scritta:
BRUSCO e BALDELLI. — Al Ministro
della pubblica istruzione. — Per sapere –
premesso che:
i candidati partecipanti al corsoconcorso selettivo di formazione per il
reclutamento di millecinquecento diri-
Camera dei Deputati
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2007
genti scolastici (DDG 22 novembre 2004),
in possesso dei prescritti requisiti, ammessi con riserva a seguito di provvedimento cautelare in sede giurisdizionale o
amministrativa, che hanno completato
positivamente la procedura concorsuale
prove di esame scritte e orali propedeutiche alla fase della formazione; fase di
formazione e di tirocinio; produzione da
parte degli stessi candidati di un progetto
e di una relazione finale; rilascio di un
attestato positivo da parte del direttore
del corso alla fine dell’iter concorsuale)
sono collocati in posizione utile nella
graduatoria di merito (cfr. articolo 1,
comma 6-sexies del decreto legge n. 300
del 2006 convertito con modificazioni
nella legge 26 febbraio 2007, n. 17);
con il DDG 22 novembre 2004 è stato
bandito il corso-concorso selettivo di formazione per il reclutamento di 1.500 dirigenti scolastici per la scuola primaria e
secondaria di primo grado e per la scuola
secondaria superiore e per gli istituti educativi;
l’articolo 1, comma 619, della legge
27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria
2007) dispone di procedere alla nomina,
sui posti previsti dal bando di concorso
ordinario a dirigente scolastico indetto con
DDG 22 novembre 2004 e sui posti vacanti
e disponibili relativi agli anni scolastici
2007-2008 e 2008-2009, dei candidati del
citato concorso;
con la nota del Ministero dell’economia e delle finanze protocollo n. 15246 del
15 giugno 2007 fu dato nullaosta all’emissione del decreto del Presidente della Repubblica di autorizzazione all’assunzione
di 3.811 dirigenti scolastici per l’anno
scolastico 2007-2008 comprensivo del previsto incremento di 699 posti per il medesimo anno scolastico;
i 3.811 posti a dirigente scolastico
sono comprensivi di: 1.500 per il corsoconcorso ordinario indetto con DDG 22
novembre 2004; 1.458 per corso-concorso
riservato indetto con decreto ministeriale
3 ottobre 2006;
154 posti per il corsoconcorso riservato (decreto ministeriale 3
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ALLEGATO
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ottobre 2006) per l’incremento dovuto agli
effetti del decreto legge, n. 223 del 2005
convertito con modificazioni nella legge
n. 248 del 2006 che ha abolito il trattenimento in servizio del personale fino al
70o anno di età e n. 699 per il corsoconcorso ordinario DDG 22 novembre
2004
per l’incremento dovuto alle cessazioni del servizio a decorrere dall’anno
scolastico 2007-2008;
i posti relativi al DDG 22 novembre
2004, al decreto ministeriale 3 ottobre
2006 e al successivo incremento di 154
posti per quest’ultimo corso-concorso riservato sono stati già oggetto di ripartizione;
inoltre,
il decreto ministeriale di
ripartizione dal 4 luglio 2007 ha stabilito
che i 699 posti vacanti e disponibili per
l’anno scolastico 2007-2008 per dirigente
scolastico, in aggiunta ai 1.500 già previsti
dal DDG 22 novembre 2004, vengono ripartiti nelle singole regioni, come indicato
nell’allegata tabella 1, sulla base delle
comunicazioni dei Direttori Generali degli
Uffici Scolastici competenti relative alle
disponibilità dei posti residuati al termine
delle operazioni di mobilità dei dirigenti
scolastici effettuate dagli Uffici Scolastici
Regionali medesimi per anno scolastico
2007-2008 »;
i Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali procederanno, sulla base
dei posti indicati nella succitata tabella 1,
alle conseguenti nomine tenendo conto
delle esigenze dei diversi settori formativi
interessati;
il citato decreto ministeriale di ripartizioni del 4 luglio 2007 ha stabilito per la
regione Campania (corso-concorso DDG
22 novembre 2004) un incremento di posti
al 1o settembre 2007 pari a 94 unità;
le comunicazioni dei Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali relative alla disponibilità dei posti residuati al
termine delle operazioni di mobilità dei
dirigenti scolastici effettuate dagli Uffici
Scolastici Regionali medesimi per l’anno
scolastico 2007-2008;
Camera dei Deputati
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vanno rispettate le suddivisioni tra i
settori previste dalla legge e dai bandi di
concorso relativamente alle vacanze di
posti comunicate dagli Uffici Scolastici
Regionali;
in alcune regioni, non si è ancora
provveduto alla formale pubblicazione di
tale riparto dei posti vacanti per i rispettivi settori e che, nell’imminenza della
pausa estiva ed in prossimità dell’inizio
dell’anno scolastico, i citati candidati non
sono ancora posti nella condizione di
valutare la loro posizione in graduatoria ai
fini del conferimento dell’incarico o ai fini
di eventuale tutela degli interessi giuridicamente protetti;
dagli atti ufficialmente noti in alcune
regioni non appare chiaro il rispetto delle
norme sul collocamento a riposo dei dirigenti scolastici e della concessione delle
proroghe di trattenimento in servizio,
nonché il rispetto delle norme sul collocamento fuori ruolo di dirigenti scolastici
in posizione di distacco, le cui rispettive
sedi vanno considerate vacanti a norma
del comma 619 legge 296 del 2006 e che
pertanto tali sedi andrebbero assegnate ai
candidati del corso-concorso ordinario;
sono state emanate la circolare ministeriale del 26 aprile 2007, n. 40, nonché
l’allegato schema delle operazioni (allegato
1) sono state emanate avente per oggetto
« Procedure concorsuali di reclutamento
dei dirigenti scolastici-sequenza nomine
vincitori »;
la predetta circolare prevede che i
candidati ammessi con riserva al corsoconcorso ordinario indetto con DDG 22
novembre 2004, a seguito di provvedimento cautelare in sede giurisdizionale o
amministrativa, in possesso dei prescritti
requisiti, che abbiano superato le prove
d’esame propedeutiche alla fase della formazione ed abbiano utilmente partecipato
alla predetta fase (articolo 1 comma
6-sexies del decreto legge n. 300 del 2006
convertito con modificazioni nella legge 26
febbraio 2007, n. 17) saranno nominati
successivamente ai vincitori di concorso di
cui al DDG 22 novembre 2004 ed a coloro
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
che sono inclusi nella aliquota del 10 per
cento di cui al comma 18 dell’articolo 11
del succitato DDG 22 novembre 2004;
ingiustificatamente sono stati immessi in ruolo gruppi consistenti di candidati senza rispettare l’ordine della graduatoria di merito come previsto dal
comma 619 della legge 296 del 2006 e in
eccedenza rispetto al numero dei posti di
cui al bando di concorso;
altrettanto
ingiustificatamente
in
molte regioni è stata pubblicata e adottata
una sequenza delle immissioni in ruolo,
secondo la quale, al citato gruppo di
candidati del concorso ordinario collocati
in posizione utile relativamente al numero
dei posti a concorso, viene fatta seguire
l’immissione in ruolo dei candidati del
concorso riservato;
tale sequenza procedimentale non
appare conforme alle previsioni del
comma 605 della legge 296 del 2006 che
esplicitamente antepone le nomine del
concorso ordinario a quelle del concorso
riservato –:
se sia rispettato l’ordine delle graduatorie di merito approvate al termine
delle procedure concorsuali di cui al DDG
22 novembre 2004, con l’unica eccezione
prevista dal comma 619 della legge n. 296
del 2006, che prevede che i candidati
ammessi « con riserva » siano nominati
successivamente ai cosiddetti candidati
pleno iure;
se sia osservata la seguente sequenza
delle nomine da effettuare su tutti i posti
effettivamente vacanti al 1o settembre
2007:
a) candidati che occupano in graduatoria la posizione corrispondente ai
posti messi a concorso e candidati inclusi
nell’aliquota del 10 per cento di cui
comma 18 dell’articolo 11 del DDG 22
novembre 2004, compresi i candidati ammessi con riserva che hanno completato
positivamente la procedura concorsuale
(articolo 1, comma 6-sexies decreto n. 300
del 2006 convertito con modificazioni
nella legge 17 del 2007);
Camera dei Deputati
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b) candidati che non hanno partecipato al 1o corso di formazione del predetto concorso perché non utilmente collocati nelle relative graduatorie e che sono
stati ammessi a partecipare, ai sensi del
comma 619, articolo 1 legge 296 del 2006
ad un apposito corso intensivo di formazione che si è concluso nell’anno 20062007.
(4-04434)
PISCITELLO. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere – premesso
che:
nel maggio scorso il TAR della Liguria ha pronunciato sentenza di annullamento della graduatoria generale di merito
relativa alla prova colloquio formulata
dalla commissione esaminatrice all’esito
del corso-concorso, per il reclutamento di
dirigenti scolastici per la scuola, riservato
a coloro che avevano ricoperto per almeno
un anno la funzione di preside incaricato
(corso-concorso indetto con decreto ministeriale 3 ottobre 2006, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale del 6 ottobre 2006);
il TAR della Liguria ha accolto il
ricorso principale dell’interessato (numero
di registro generale 190 del 2007) con cui
il ricorrente si riteneva leso, ai fini dell’esito del corso-concorso, sulla base dell’illegittima composizione della commissione nominata ai sensi dell’articolo 8 del
bando e dell’articolo 2 del decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri 30
maggio 2001, n. 341;
la decisione del TAR ha disposto
l’annullamento di tutti gli atti del procedimento – a partire dalla nomina della
commissione giudicatrice – in conseguenza della violazione dell’articolo 9,
comma 4, del decreto del Presidente della
Repubblica 9 maggio 1994, n. 487, il quale
prevede che « ... il presidente e i membri
delle commissioni esaminatrici possono essere scelti anche tra il personale in quiescenza che abbia posseduto, durante il
servizio attivo, la qualifica richiesta per i
concorsi in oggetto. L’utilizzazione del
personale in quiescenza non è consentita
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
(...), qualora la decorrenza del collocamento a riposo risalga ad oltre un triennio
dalla data di pubblicazione del bando di
concorso... »; un membro della commissione esaminatrice della regione Liguria è
risultato essere a collocamento a riposo
oltre il periodo consentito dal decreto del
Presidente della Repubblica citato e quindi
incompatibile con la funzione richiesta;
risulta all’interrogante che un’analoga situazione, di illegittima composizione
della commissione esaminatrice, sia stata
rilevata anche nella commissione giudicatrice in Sicilia, dove un componente della
stessa risulta essere in quiescenza dal
giugno 2002;
le procedure concorsuali e le relative
modalità di svolgimento delle prove-colloquio ai fini del reclutamento dei dirigenti
scolastici, con particolare riguardo ad alcune regioni di Italia, rischiano di sollevare preoccupanti controversie che mettono in dubbio la legittimità e la trasparenza dell’operato di alcune commissioni
esaminatrici in alcune regioni di Italia –:
se il Ministro sia a conoscenza dei
fatti su esposti;
se non ritenga il Ministro, al fine di
tutelare i partecipanti al corso-concorso
per il reclutamento dei dirigenti scolastici
e scongiurare il prodursi di ulteriori controversie, di dover adottare provvedimenti
urgenti, anche per sospendere la formazione delle graduatorie finali risultanti da
esiti controversi delle prove-colloquio e
formulate da commissioni esaminatrici
censurabili sotto il profilo della composizione e del giusto procedimento. (4-04437)
PINI. — Al Ministro della pubblica
istruzione. — Per sapere – premesso che:
negli ultimi anni è cresciuto il malessere dei cittadini della provincia autonoma di Trento in relazione ad una serie
di fenomeni negativi che sembrano espandersi sempre di più e cioè quelli del
malcostume, del nepotismo, delle reticenze
Camera dei Deputati
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2007
e delle convenienze anomale tra i poteri
dello Stato (in particolare magistratura e
politica);
in particolare molti cittadini lamentano che di fronte a denunce che riguardano esponenti politici locali (dell’amministrazione provinciale) queste vengono
archiviate de plano; avvallando maggiormente i dubbi di un malcostume esistenze
nel territorio;
questa presunta « illegalità diffusa »
coinvolgerebbe anche alcuni istituti superiori come la scuola d’Arte « F. Depero » in
Rovereto;
il personale docente (in particolare
per l’istituto Depero, Vittoria di Trento e
Soraperra di Pozza di Fassa) sembra essere stato assunto, negli anni, in violazione
della normativa specifica in materia, « nel
nome dell’autonomia riconosciuta alla
provincia »;
i « professori » coinvolti sarebbero
circa 334, in sostanza il 15 per cento degli
insegnanti opererebbe in assenza di titoli
di studio idonei;
vi sarebbero state negli ultimi
anche anomalie nei licenziamenti e
assunzioni nei complessi scolastici
provincia in narrativa (e sempre in
ticolare negli istituti citati);
anni
nelle
della
par-
vi sarebbero poi dubbi sui pagamenti
(e le modalità) per le attività extradocenza;
nonostante le denunce, i controlli
della sopraintendenza sono stati lacunosi;
risulta anomalo che il personale docente possa essere non laureato come
sostenuto in una passata intervista da
parte del Preside Silvio Cattani (dell’istituto Depero) che in una intervista del 21
ottobre 2000 (la Cronaca di Rovereto) affermava che l’inclusione delle graduatorie
degli insegnanti d’arte avviene in base « ...
all’accertamento delle competenze professionali e non dei titoli di studio ... non ci
importa se è laureato... »;
Atti Parlamentari
—
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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7290
AI RESOCONTI
in questo senso anche un articolo
apparso sull’Alto Adige del 9 ottobre 2000:
« cinque docenti assunti senza titoli »
(sempre all’istituto d’arte Depero);
ad avviso dell’interrogante, tali elementi giustificano un approfondimento di
indagine da parte dei ministeri coinvolti
per materia per far luce e dare una
risposta ai cittadini che richiedono la
certezza del diritto, il rispetto delle regole
e la fine di un diffuso malcostume –:
quali iniziative si intendono intraprendere per accertare i fatti narrati;
quali provvedimenti si adotteranno
nei confronti degli autori degli eventuali
illeciti accertati;
se è possibile, come afferma il Preside dell’istituto d’arte Depero assumere
personale docente non laureato;
quali verifiche si compieranno per
accertare se il personale docente presente
negli istituti scolastici della provincia autonoma di Trento è in possesso dei requisiti di legge per poter insegnare e in caso
negativo quali provvedimenti immediati
verranno applicati.
(4-04449)
*
*
*
RIFORME E INNOVAZIONI
NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Camera dei Deputati
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2007
sarebbero allontanati dal luogo di lavoro
mediante l’illecito utilizzo del badge marcatempo che sarebbe stato timbrato da terzi;
nello scorso autunno in un’analoga
operazione erano state arrestate quattro
persone della stessa struttura ospedaliera.
Anche in quel caso si trattava di assenteismo e l’accusa era stata di falso in atto
pubblico e truffa aggravata. Da quel momento, erano iniziati i pedinamenti e le
riprese nascoste filmate con telecamere a
circuito chiuso dentro i locali dell’ospedale;
le fattispecie rilevate nella citata inchiesta, sebbene riguardanti il comparto
sanità, stante l’articolo 13 del contratto
collettivo nazionale di lavoro del 12 giugno
2003, avrebbero potuto teoricamente rientrare nei casi per cui è previsto il licenziamento senza preavviso mentre, con
l’ipotesi di accordo del contratto collettivo
nazionale di lavoro relativo al quadriennio
normativo 2006-2009, le stesse fattispecie
sono state tipicizzate entro l’ambito di
applicazione di una sanzione disciplinare
meno grave come la sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da
11 giorni fino ad un massimo di 6 mesi;
il calcolo del tasso di assenteismo è
espresso come percentuale tra le ore di
assenza per malattia e quelle lavorabili in
un anno;
BALDELLI. — Al Ministro per le riforme
e le innovazioni nella pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
secondo il professor Pietro Ichino, il
tasso di assenza per malattia di un lavoratore autonomo è tra l’1 e l’1,5 per cento.
Tra i lavori dipendenti di un’azienda privata varia tra il 4 e il 6 per cento. Nel
settore pubblico si arriva invece a volte tra
il 12 ed il 14 per cento;
nell’ambito di un’indagine sull’assenteismo del personale dell’ospedale Santa
Maria della Misericordia di Perugia sono
stati eseguiti, dai carabinieri del Nas, dodici arresti che hanno riguardato medici,
docenti, infermieri e personale tecnico
amministrativo. L’accusa è di falso in atto
pubblico e truffa aggravata;
il problema dell’alto tasso di assenteismo fraudolento nel pubblico impiego,
che si traduce in un enorme spreco di
denaro pubblico ed in meno servizi per
cittadini e imprese, dovrebbe essere affrontato attraverso azioni preventive e non
solo attraverso l’intervento repressivo delle
forze dell’ordine e della magistratura –:
secondo quanto si legge in una nota
della procura di Perugia, gli arrestati si
quali sono le iniziative che ha intenzione di intraprendere il Governo per
Interrogazione a risposta scritta:
Atti Parlamentari
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XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
B
7291
AI RESOCONTI
ridurre, in maniera strutturale, il problema dell’assenteismo nella Pubblica Amministrazione.
(4-04426)
*
*
*
SALUTE
Interrogazione a risposta orale:
LOCATELLI. — Al Ministro della salute,
al Ministro della solidarietà sociale. — Per
sapere – premesso che:
la cooperativa che gestisce il Centro
Diurno Disabili di Ghisalba in convenzione
con l’Asl di Bergamo ha sospeso il servizio
di trasporto degli utenti;
tale grave scelta è stata motivata dal
fatto che alcune famiglie da tempo contestano la modalità di compartecipazione
al costo della retta, rivendicando correttamente l’applicazione della legge (decreto
legislativo 130/2000) che prevede che il
contributo debba essere riferito alla situazione economica del solo utente e non
della famiglia, come deliberato anche da
una sentenza del TAR di Catania
(del.0042/07 del 6 dicembre 2006 dep. 11
gennaio 2007);
Camera dei Deputati
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SEDUTA DEL
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2007
Interrogazione a risposta scritta:
BERTOLINI. — Al Ministro della salute.
— Per sapere – premesso che:
negli ultimi anni in Italia vi è stato
un vero e proprio boom delle nascite in
sala operatoria, rispetto ai parti naturali.
Siamo passati, infatti, dall’11,2 per cento
delle nascite nel 1980 al 35 per cento
attuale, con punte del 47 per cento al sud
e in alcuni istituti privati napoletani addirittura del 68 per cento;
tali cifre sono estremamente lontane
rispetto a quelle riscontrate in Europa,
dove troviamo l’Olanda con soli tredici
cesarei su cento, la Francia con diciannove
e la Germania con ventiquattro;
mentre l’Organizzazione Mondiale
della Sanità considera fisiologico un 15-20
per cento di parti cesarei, in Italia siamo
ormai al doppio;
inoltre, in Italia, anche se il 98 per
cento delle donne, durante la gravidanza,
si affida ad un ginecologo, in realtà solo il
21 per cento di loro partorisce in sua
presenza;
per l’effettiva attuazione delle norme
sopra richiamate è necessario istituire anche a livello nazionale un apposito « Fondo
per la non autosufficienza » con risorse
adeguate da distribuire, tramite le regioni,
ai comuni, che dovrebbero caricarsi dell’onere oggi addossato ai parenti, ma che
non hanno le risorse sufficienti per farlo –:
altro aspetto estremamente preoccupante, è che solo il 3,7 per cento delle
italiane partorisce senza dolore con l’epidurale, contro il 90 per cento delle americane, il 60 per cento delle francesi, il 70
per cento delle inglesi e il 38 per cento
delle spagnole. Il maggior numero di parti
spontanei senza dolore (sette su cento)
avviene in Toscana, Umbria ed Emilia. La
Lombardia è a quota cinque e il Piemonte
a 3,8 mentre il resto delle regioni sono
attorno all’1 per cento;
se intendano attivarsi, per quanto di
loro competenza, per aumentare in modo
significativo la dotazione del Fondo nazionale per la non autosufficienza e definire
con urgenza i criteri e le modalità di
distribuzione al fine di creare le condizioni per applicare il decreto legislativo
n. 130 del 2000 e sgravare quindi i parenti
dagli oneri rilevantissimi che oggi vengono
loro ingiustamente addossati.
(3-01116)
le regioni più « interventiste » sono
Campania al 46 per cento, Puglia al 44,3
per cento e Basilicata al 41,1 per cento
mentre le più « naturali » sono Calabria
con 21,2 per cento di parti cesarei, Trentino con 24,7 per cento, Lombardia con
26,6 per cento, Toscana con 27,7 per
cento, e il Lazio è a quota 33,5 per cento,
cosı̀ come risulta dai dati dell’Istituto,
superiore di sanità;
Atti Parlamentari
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XV LEGISLATURA
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AI RESOCONTI
un’indagine di Altroconsumo svela
anche le proteste delle donne per le « troppe episiotomie » (i tagli al momento del
parto), il 47 per cento dichiara, infatti, di
averle subite;
troppe donne, infine, hanno rinunciato ad allattare perché al 58 per cento di
loro è stato detto che non avevano latte a
sufficienza, cosa che si verifica, invece,
dicono gli esperti, soltanto nel 2 per cento
dei casi –:
se sia a conoscenza dei fatti sopraesposti;
se conosca ulteriori dati di cui voglia
informare la Camera dei deputati;
se e come intenda intervenire per
limitare l’aumento incontrollato dei parti
cesarei nel nostro Paese;
se non sia il caso di promuovere e
favorire il parto naturale indolore, attraverso specifiche campagne di informazione
e di finanziamenti mirati alla diffusione
della pratica dell’anestesia epidurale;
se e come intenda intervenire per
sensibilizzare le donne ed i ginecologi che
le assistono sull’importanza dell’allattamento naturale per i neonati. (4-04420)
*
*
*
SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta in Commissione:
D’AGRÒ. — Al Ministro dello sviluppo
economico. — Per sapere – premesso che:
fino ad agosto 2005 tra le voci della
bolletta dell’energia elettrica compariva la
A5 dedicata al finanziamento per la ricerca, in particolare per l’ammodernamento della rete elettrica;
per oltre cinque anni i consumatori
hanno pagato in bolletta una quota pari a
0,05 euro per Kw, equivalente a circa
dodici euro all’anno in base ai consumi di
una famiglia media;
Camera dei Deputati
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LUGLIO
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nel 2005 le ricerche tecnologiche si
sono interrotte e parte dei fondi raccolti
presso i risparmiatori nell’ultimo anno,
pari a centocinquanta milioni di euro, è
rimasta inutilizzata, tanto che l’Autorità
per l’energia elettrica e il gas ha decretato
la sospensione del prelievo forzoso da
parte delle aziende elettriche;
il motivo del fallimento del prelievo
A5 è legato alle complesse trasformazioni
subite negli ultimi anni dall’Enel e alle
nuove norme introdotte dalle autorità di
controllo;
inizialmente l’Enel disponeva dei
Centri di ricerca con personale qualificato,
successivamente, nel 2000, questi sono
stati smantellati e parte delle competenze
è confluita al Cesi, un istituto dell’Enel,
che ha cominciato a svolgere il suo ruolo
di ricerca finalizzato all’ammodernamento
della rete;
il Cesi, però, in quanto soggetto privato, non poteva continuare a gestire i
fondi della voce A5 e quindi l’Autorità per
l’energia e il gas ha imposto la sospensione
del prelievo, in attesa della riorganizzazione del sistema ricerca;
pare che sia stato già approntato un
piano triennale per impiegare al meglio i
centocinquanta milioni di euro non spesi,
di cui ottantanove milioni dovrebbero essere assegnati attraverso bandi pubblici a
ricercatori e circa sessantuno milioni a
vari enti di ricerca, come l’Enea e il nuovo
Cesi ricerca, ora reso pubblico –:
quali iniziative di competenza intenda adottare affinché i fondi in premessa siano realmente utilizzati per ammodernare una rete di trasporto di energia elettrica vecchia e palesemente vulnerabile.
(5-01316)
Interrogazione a risposta scritta:
MAZZOCCHI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
risulterebbe che l’Enea, ente pubblico
a supporto delle politiche di competitività
Atti Parlamentari
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AI RESOCONTI
e di sviluppo sostenibile in campo energetico-ambientale, stia vivendo un forte
stato di confusione e di paralisi sia sotto
il profilo gestionale sia sotto il profilo
programmatico;
la legge di riforma, decreto legislativo
n. 257 del 3 settembre 2003, sulla base
della quale è stato nominato l’attuale vertice dell’ente risulterebbe in gran parte
disattesa ove si consideri che, ai sensi
dell’articolo 18 dello stesso, l’ente avrebbe
dovuto costituire una società di gestione
nella quale far confluire tutte le società
partecipate dell’Enea al fine di razionalizzare e limitare i costi;
ad oggi risulterebbe disatteso non
solo tale articolo, stante la mancata costituzione della società, ma risulterebbero
esser stati introdotti alcuni regolamenti di
funzionamento tra loro contrastanti;
il Presidente e il Cda Enea avrebbero
non solo consentito l’acquisizione del 51
per cento della società Cesi Ricerca Spa
nonostante quest’ultima presentasse una
forte situazione debitoria ma, ancor più
grave, sembrerebbero aver provveduto a
designare propri rappresentanti negli
stessi consigli della società partecipata;
un ulteriore aggravio risulterebbe, ad
avviso dell’interrogante, derivare dall’attivazione di procedure di nomine di responsabili di Dipartimenti e Direzioni centrali,
Presidenti, Amministratori delegati e Consiglieri di amministrazione delle società
partecipate che presenterebbero elementi
di illegittimità sotto il profilo dell’accesso
poiché sembrerebbero non garantire
quelle qualità e professionalità necessarie
ad un ente di tale rilievo ma, soprattutto,
sembrerebbero aver omesso di fornire le
medesime possibilità all’intero comparto
del personale stesso;
a tal proposito, sempre in tema di
fondatezza delle nomine, risulterebbe che
l’Enea avrebbe emanato un avviso pubblico concernente la procedura per il conferimento dell’incarico di Direttore della
Direzione centrale risorse umane contraria non solo alle norme di legge ma anche
Camera dei Deputati
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all’articolo 105 del regolamento di funzionamento adottato dalla medesima stante il
fatto che nessuna procedura selettiva e/o
concorsuale sarebbe stata attivata ma, al
contrario, la nomina risulterebbe conseguire da una decisione autonoma dell’Ente
sulla base di una delibera del Cda citata
sul bando ma mai resa pubblica –:
se i fatti corrispondano al vero, se sia
al corrente circa lo stato di confusione e
di paralisi che l’Ente sta attraversando
dovuto ad una gestione da parte del Cda
poco trasparente;
se non ritenga opportuno intervenire
affinché il Cda dell’ente adotti iniziative
volte a garantire non solo quei criteri
professionali e attitudinali necessari allo
svolgimento di funzioni rilevanti stante il
ruolo ricoperto dall’Ente ma, soprattutto,
a soddisfare l’interesse legittimo di tutti i
soggetti interessati alle nomine;
se, ancora, sia al corrente dell’acquisizione e del deficit economico che l’attuale gestione Cesi Ricerca S.p.A. presenta
e, quali soluzioni intenda attuare considerato che il bilancio dell’Enea non detiene
la solidità per poter fronteggiare autonomamente tale situazione;
se, da ultimo, non ritenga opportuno
attivare in tempi rapidi idonei strumenti
affinché l’ente abbia piani programmatici
pluriennali certi e finanziamenti adeguati.
(4-04443)
*
*
*
TRASPORTI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
COTA. — Al Ministro dei trasporti. —
Per sapere – premesso che:
il progetto di razionalizzazione promosso dalla società Ferrovie dello Stato ha
portato alla chiusura di diverse stazioni
ferroviarie situate nei territori dei piccoli
comuni in provincia di Novara;
Atti Parlamentari
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AI RESOCONTI
nei piani delle Ferrovie dello Stato
S.p.a, è previsto, nel breve periodo, l’avvio
del processo di razionalizzazione della
stazione di Borgomanero, l’ultima delle
stazioni ancora aperte ad esclusione delle
località di arrivo e partenza sulla linea
Novara-Domodossola;
la sostanziale chiusura della stazione
di Borgomanero, dovuta a ragioni puramente economiche, comporterebbe il trasferimento del personale delle Ferrovie
dello Stato presso il polo di Torino Lingotto, lasciando la stazione stessa non più
assistita;
l’assenza di personale favorirebbe,
inevitabilmente, il verificarsi di fenomeni
come l’abbandono e il degrado che, incoraggiando anche atti di vandalismo, si
ripercuoterebbero negativamente sulla sicurezza dei viaggiatori;
il traffico ferroviario della stazione è
caratterizzato dal passaggio di 45 treni
viaggiatori pendolari e di 30 treni merci,
con una media di 300 viaggiatori al giorno;
oltretutto con la chiusura della stazione
verrebbe anche meno la funzione di centro
di scambio del parcheggio sotterraneo, da
poco inaugurato;
l’entità del traffico merci sulla linea
ferroviaria di Borgomanero è destinato a
subire un ulteriore incrementato conseguentemente all’apertura del nuovo traforo ferroviario sulla linea ad alta velocità
Genova-Rotterdam;
i pendolari, che già affrontano i disagi legati ai ritardi e alla poca pulizia dei
treni, assisterebbero all’ulteriore peggioramento della qualità dei servizi ferroviari
offerti, dal momento che nella stazione
rimarrà aperta soltanto la biglietteria –:
quali misure il Ministro interrogato
intenda adottare presso la società Ferrovie
dello Stato, affinché venga promosso un
tavolo di trattative che, coinvolgendo tutti
i soggetti interessati, allontani il rischio di
chiusura della stazione ferroviaria di Borgomanero.
(5-01313)
Camera dei Deputati
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FALLICA e SANZA. — Al Ministro dei
trasporti. — Per sapere – premesso che:
domenica 15 luglio 2007, circa un
centinaio di passeggeri del volo Alpieagles
E801326, in partenza da Napoli e diretto
a Catania, ha dovuto attendere oltre 16 ore
all’aeroporto di Napoli, prima di potersi
imbarcare la mattina del giorno successivo
alle 10,30 circa, alla volta del capoluogo
etneo;
l’imbarco è stato ritardato di ora in
ora dalla compagnia aerea, fino a quando,
poco prima della mezzanotte, i passeggeri
esausti, sono stati informati che il decollo
sarebbe avvenuto il giorno successivo e che
sarebbero stati trasferiti in albergo;
le inaccettabili spiegazioni fornite dai
rappresentanti della compagnia, secondo
cui il ritardo era legato alla necessità di
consentire all’equipaggio il previsto riposo
tra un turno e l’altro, alimenta dubbi e
perplessità sull’efficienza e la serietà con
cui operano le compagnie aeree, i cui
passeggeri appaiono soggetti la cui considerazione risulta sempre più marginale ed
indifferente;
la suesposta vicenda rappresenta solo
uno dei tanti episodi preoccupanti, registrati negli ultimi mesi in Italia; una lista
di situazioni critiche che si allunga e deve
far riflettere sul livello di competitività del
trasporto aereo nel nostro Paese –:
quali iniziative, nell’ambito delle sue
competenze, intenda intraprendere al fine
di tutelare maggiormente i passeggeri che
utilizzano gli aerei come spostamento nel
nostro Paese, il cui livello di efficienza è
ormai in caduta libera;
se non ritenga opportuno intervenire
attraverso adeguate sanzioni per le compagnie aeree che, come in questo caso,
giustificano un disagio enorme, come
quello apportato ai passeggeri, con esigenze di turnazione dei piloti che sono
evidentemente prevedibili;
se non ritenga infine opportuno intervenire anche attraverso opportune iniziative normative, che consenta automati-
Atti Parlamentari
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XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
camente un risarcimento dei danni subiti
per le ingiustificate attese, causate dal
ritardo dei voli che si verificano oramai
con frequenza inammissibile.
(5-01315)
*
*
Camera dei Deputati
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contemplando nella imminente Finanziaria stanziamenti idonei e sufficienti, non
certo soltanto per l’anno 2008 e, in auspicato caso affermativo, in quale misura
e con quali modalità.
(4-04436)
*
UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta scritta:
BENEDETTI VALENTINI. — Al Ministro dell’università e della ricerca. — Per
sapere – premesso che:
è assolutamente indispensabile dare
certezza economica alla vita e all’attività
dell’« Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci » di Perugia, Fondazione di alta
formazione artistica, affinché la stessa
possa corrispondere al prezioso ruolo fino
oggi svolto con sempre più stringenti difficoltà;
con la legge 306 del 27 ottobre 2000
era stato assegnato un contributo triennale, che ha cessato i suoi effetti nel
2002, mentre per il 2007, ormai avanzato,
è in fase di liquidazione soltanto un
contributo ai sensi dell’articolo 1-quater
della legge n. 43/2005 –:
se il Governo intenda assicurare continuità e programmabilità alla vita e all’attività della storica Accademia di Belle
Arti « Pietro Vannucci » di Perugia, come
del resto alle altre Accademie di Belle Arti
di Verona, Ravenna, Genova e Bergamo,
Ritiro di un documento
del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato ritirato
dal presentatore:
interrogazione a risposta in Commissione n. 5-01260 dell’11 luglio 2007.
ERRATA CORRIGE
Interrogazione a risposta in Commissione Grimoldi e Bodega n. 5-01309 pubblicata nell’Allegato B ai resoconti della
Seduta n. 191 del 18 luglio 2007.
Alla pagina n. 7220, seconda colonna
dalla riga trentanovesima alla riga quarantesima, devve leggersi: « legge finanziaria per il 2006 (legge 23 dicembre 2005 n.
266), che testualmente » e non « legge finanziaria per il 2007 (legge 23 dicembre
2006 n. 266) che testualmente », come
stampato.
Alla pagina n. 7221, prima colonna, alla
riga nona, deve leggersi: « legge 23 dicembre 2005 n. 266, in materia » e non « legge
23 dicembre 2006, n. 266, in materia »,
coma stampato.
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