Portinnesti di albicocco sulla cultivar S. Castrese

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Portinnesti di albicocco sulla cultivar S. Castrese
Arboricoltura
RISULTATI DI UNA PROVA CONDOTTA NEL VERONESE
Portinnesti di albicocco
sulla cultivar S. Castrese
La prova, inserita nel contesto nazionale nell’ambito del
progetto Mipaf-Regioni «Liste di orientamento varietale
dei fruttiferi», ha fatto emergere alcune differenze rispetto agli altri campi di prova. Le migliori performance
si sono riscontrate per Mirabolano 29C e Isthara®, mentre
Rubira®, Citation® e franco inducono su S. Castrese uno
sviluppo troppo stentato
Gino Bassi
ampia scala, necessitano di un’attenta
verifica in relazione all’affinità con le
cultivar impiegate, all’adattamento rispetto ai diversi ambienti di coltivazione (Pirazzini e Ravaglia, 2000) e all’eventuale influenza sugli aspetti qualitativi del frutto (Magnani e Bassi, 2000).
Una valutazione complessiva della
prova collegiale dopo sette anni di rilievi ha mostrato talune risposte similari
in tutti i campi prova delle unità operative dislocate sul territorio nazionale,
ma anche notevoli differenze, a conferma del fatto che la variabilità ambientale spesso è superiore a quella di molti altri fattori (Pirazzini et al., 2002).
Nella presente nota si riportano i risultati emersi dal campo prova portinnesti dell’Istituto sperimentale di frutticoltura della Provincia di Verona, mettendo in luce le principali similitudini e
differenze rispetto agli altri campi aderenti alla prova collegiale.
La coltivazione dell’albicocco non è l’ambito del Progetto Mipaf-Regioni «Limolto diffusa nel Veneto e in provincia ste di orientamento varietale dei fruttidi Verona (Bargioni e Febi, 1988), rap- feri - Sottoprogetto portinnesti», che
presentando circa il 2% della superficie aveva lo scopo di valutare nuovi matecoltivata nazionale e l’1,45% della pro- riali vegetali in ambienti diversi, con i
duzione (tabella 1). I motivi sono le li- medesimi protocolli (Pirazzini et al.,
mitate zone climaticamente adatte per 1999). Già da alcuni anni, infatti, sono
questa drupacea, l’aggravarsi dello sta- stati introdotti nuovi portinnesti, tra cui
to sanitario dimostrato dalle numerose soggetti polivalenti (impiegabili in difallanze presenti anche nei nuovi im- verse specie del genere Prunus) (Loreti,
pianti e la favorevole congiuntura della 1994) che, prima di essere utilizzati su
viticoltura che sta spingendo
in areali sempre più marginaTabella 1 - Superfici coltivate e produzioni nel
li tutte le altre colture alter2002 in Italia, nel Veneto e nel Veronese
native, quali il ciliegio, il susiSuperficie
Produzione
no e lo stesso albicocco.
Superficie totale
Resa
in produzione
totale
Nonostante ciò l’Istituto
(q/ha)
ha
%
ha
%
q
%
sperimentale di frutticoltura
Italia
16.801
100,00
15.316
100,00 2.091.143 100,00
136,5
della Provincia di Verona ha
Veneto
485
2,88
366
2,39
53.390
2,55
145,9
aderito con interesse alla proVerona
338
2,01
222
1,45
28.205
1,35
127,0
va di valutazione dei portinneFonte:
Istat.
sti dell’albicocco avviata nel-
1
Materiali e metodi
Il campo prova portinnesti
è situato nel comune di Sona
(Verona), nell’azienda del
Centro servizi di sviluppo
agricolo della Federazione
provinciale dei Coltivatori
diretti, posto a 100 m slm,
con una pendenza che con-
2
1 - Panoramica del campo di valutazione portinnesti di Sona nel Veronese
2 - Citation®, innestato con la cv S. Castrese, ha mostrato uno sviluppo stentato
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Arboricoltura
1
2
1 - In primo piano pianta innestata su Rubira®, dietro su Mirabolano 29C. È evidente la differenza di vigoria indotta su S. Castrese
2 - Pianta innestata su Torinel®
10
bcd
bcd
cde
de
e
Torinel®
Isthara®
Mirabolano 29C
Julior®
Area sezione tronco
0
4
3
0
abc
ab
2
1
abc
a
Volume chioma
Valori rilevati alla fine del 7° anno.
Lettere diverse indicano differenze significative per P ≤ 0,01.
sente un buono sgrondo delle acque
senza limitare la meccanizzazione. Il
terreno rientra nelle tipologie dei suoli delle colline moreniche veronesi,
ricco di scheletro ma piuttosto pesante per l’elevata presenza di limo, subalcalino (pH 8,28), mediamente calcareo (5% di calcare attivo).
L’impianto è stato realizzato nella
primavera del 1995 impiegando astoni
di un anno con la cultivar S. Castrese
innestata sui seguenti nove portinnesti:
■ Mirabolano B, selezione clonale inglese di Prunus cerasifera;
■ Mirabolano 29C, selezione clonale
americana di Prunus cerasifera;
■ Montclar® - Chanturgue*, semenzale
francese di Prunus persica;
■ Rubira®, semenzale francese di Prunus persica;
■ Isthara® - Ferciana*, ibrido francese
di (P. cerasifera×P. salicina) × (P. ce-
48
e
Mirabolano B
ab
Franco
0
a
Citation®
a
cd
Julior®
a
50
bcd
Mirabolano B
20
bcd
Isthara®
30
100
5
Mirabolano 29C
bc
6
Torinel®
150
40
cd
d
7
Franco
cd
50
de
8
Citation®
cde
Volume chioma (m3)
200
Peso legno potatura (kg/pianta)
60
e
Rubira®
Area sezione tronco (cm2)
250
Grafico 2 - Peso medio del legno asportato con la
potatura invernale
Rubira®
Grafico 1 - Volume della chioma e area della sezione del tronco
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Valori medi dal 3° al 6° anno.
Lettere diverse indicano differenze significative per P ≤ 0,01.
rasifera×P. persica);
■ franco di albicocco, semenzale di
Prunus armeniaca;
■ Citation® - Zaipime*, selezione clonale americana dell’ibrido P. salicina×P.
persica;
■ Torinel® - Avifel*, selezione clonale
francese di Prunus domestica;
■ Julior® - Ferdor*, selezione clonale
francese di Prunus insititia.
Si è adottata la forma di allevamento
a vaso con 3-4 branche, con sesto
d’impianto di 5×4 m. Le piante, 11 per
portinnesto, sono state disposte con
una schema a blocco randomizzato in
cui ogni singolo albero rappresenta
una ripetizione. Le tecniche di coltivazione, riguardanti la potatura, la concimazione e la difesa sanitaria, sono state quelle tipiche della coltura nel Veronese. Si è provveduto a inerbire e a
sfalciare periodicamente l’interfilare
già dal secondo anno, mentre la fila è
stata mantenuta diserbata chimicamente. L’impianto è stato dotato di irrigazione sottochioma a microjet e di
reti antigrandine.
Il protocollo dei rilievi prevedeva la
raccolta dei dati su tutte le piante della prova.
Come indicatori del comportamento
vegetativo indotto dai portinnesti sono stati eseguiti i seguenti rilievi:
■ diametro del tronco a 15 cm sopra il
punto d’innnesto per la determinazione dell’area della sezione del tronco;
■ altezza, larghezza e spessore dell’albero per la determinazione del volume
della chioma;
■ peso del legno asportato con la potatura invernale.
Come indicatori del comportamento
produttivo sono stati rilevati:
■ la produzione per pianta;
Arboricoltura
Grafico 3 - Produzione cumulata ed efficienza
produttiva
0,6
100
80
ab
abc
abc
ab
abc
bc
0,4
ab
60
0,5
0,3
40
0,2
20
d
Mirabolano B
cd
Julior®
Isthara®
Torinel®
Produzione cumulata
Mirabolano 29C
abc abcd abcd bcd
Franco
abc
Citation®
0
Efficienza produttiva
Valori rilevati alla fine del 7° anno.
Lettere diverse indicano differenze significative per P ≤ 0,05.
Pianta innestata su Julior®
Grafico 5 - Peso medio dei frutti
120
e
1997
1998
abc
ab
abc
bc
c
ab
b
b
1999
2000
Lettere diverse indicano differenze significative per P ≤ 0,05.
il peso medio dei frutti.
Con tali rilevi si è determinata la
produzioni cumulata nel quinquennio
1997-2001 e l’efficienza produttiva calcolata come rapporto tra la produzione cumulata nel quinquennio e l’area
della sezione del tronco alla fine del
settimo anno nel 2001.
I dati sperimentali sono stati elaborati statisticamente mediante l’analisi
della varianza. La significatività tra le
medie è stata saggiata con il test di
Duncan per P ≤ 0,01 e per P ≤ 0,05.
■
Risultati e discussione
Comportamento vegetativo
delle piante
Una prima valutazione deriva dalla
differente mortalità riscontrata nei
portinnesti: in generale si è verificata a
partire dal terzo anno, a eccezione del
Mirabolano B
cde
Julior®
abc
ab
de
de
Mirabolano 29C
ab
ab
Torinel
ab
b
®
0
a
a
a
a
Citation®
20
abcd
bcde
Franco
abcd
Isthara
40
2001
bc
cd
cd
d
30
20
10
0
Isthara®
abc
ab
®
ab
bcd
ab
Julior®
ab
a
Citation®
60
40
Franco
cd
Peso frutti (g)
d
80
abcd abcd
Mirabolano 29C
50
Torinel®
100
Mirabolano B
60
Rubira®
Produzione cumulata (kg/pianta)
Grafico 4 - Produzione cumulata per anno
Rubira®
0
0,1
a
Efficienza produttiva (kg/cm2)
0,7
c
Rubira®
Produzione cumulata (kg/pianta)
120
Valori riferiti al quadriennio 1998-2001.
Lettere diverse indicano differenze significative per P ≤ 0,01.
Montclar® dove vi è stata una moria fin
dall’impianto che ha colpito due terzi
delle piante e ha inevitabilmente comportato l’esclusione dalla prova e dall’elaborazione dei dati.
I migliori portinnesti sono risultati
Julior® con nessun caso e Mirabolano
29C e Isthara ® con il 9,1% di piante
morte. Seguono in posizione intermedia Torinel® (18,2%) e franco (27,3%),
fino ad arrivare a Rubira® (36,36%) e
Citation® (45,45%), che hanno avuto
elevate percentuali di piante morte.
Come riportato nel grafico 1, l’area
della sezione del tronco e il volume della chioma presentano un andamento
molto simile: i portinnesti che si differenziano anche in termini statistici per
entrambi i parametri sono il più debole
Rubira® rispetto al franco (in posizione
intermedia) e al più vigoroso Mirabolano B. Tra i deboli, in posizione interme-
dia tra Rubira® e franco vi è il solo Citation®, che ha mostrato assieme al Rubira®, oltre a un’elevata mortalità, anche
uno sviluppo molto ridotto. Di vigoria
intermedia tra il franco e il Mirabolano
B sono Torinel® e Isthara®, mentre più
vicini alla vigoria del Mirabolano B sono Mirabolano 29C e Julior®.
Anche la media del peso del legno
asportato con la potatura invernale
(grafico 2) conferma quanto appena
riportato: pesi ridotti nei portinnesti
più deboli, inferiori a 1,6 kg/pianta
(addirittura 0,6 kg/pianta con Rubira®), intermedi, intorno ai 2,5 kg/pianta, per franco e Torinel®, mentre molto
simili, di circa 4,5 kg/pianta, per Isthara®, Mirabolano 29C e Mirabolano B.
Di gran lunga superiore a tutti gli altri
il legno di potatura di Julior®, che arriva a 7,4 kg/pianta a dimostrazione di
una notevole attività vegetativa.
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Piante innestate su Mirabolano 29C (foto 1) e Ishtara® (foto 2). I due portinnesti hanno fatto registrare le migliori performance complessive
Comportamento produttivo
delle piante
In generale si può rilevare come la differenza delle performance produttive
dei portinnesti non sia sempre avvalorata dalla statistica, a dimostrazione di
una notevole disformità nell’ambito del
gruppo di piante dello stesso portinnesto, talvolta anche superiore a quella tra
piante di diversi portinnesti. Analizzando la produzione cumulata nel quinquennio 1997-2001 (grafico 3) si possono notare differenze notevoli (confermate anche dalla statistica), con valori
medi che vanno da 22,7 kg/pianta di Rubira® a 97 e 112 kg/pianta rispettivamente di Julior® e Mirabolano B. Tra questi
valori estremi vi è un gruppo costituito
da quattro portinnesti (Citation®, franco, Torinel® e Isthara®) con produzioni
variabili tra 57 kg/pianta del primo e
68,5 kg/pianta del quarto che non sono
avvalorate da significatività statistica.
Medesima considerazione deve essere
fatta anche per le maggiori produzioni
del Mirabolano 29C (83,6 kg/pianta).
Se si considera la produzione cumulata suddivisa per singolo anno (grafico 4) si notano maggiori e più significative differenza negli ultimi due anni,
dove si sono riscontrate anche produzioni più elevate (con significatività,
non riportate, anche per P ≤ 0,01).
Relativamente al peso medio del
frutto (grafico 5) vi è differenza significativa tra i pesi minimi di Rubira® e
franco (39,7 g e 40,1 g) rispetto a quelli di Torinel® e Mirabolano 29C (49 g) e
di Isthara® (51,8 g). Nel mezzo gli altri
portinnesti, con pesi tra i 44,5 g di Citation® e i 47,7 g di Mirabolano B.
L’efficienza produttiva mette infine
in relazione la produzione di una pianta rispetto al suo vigore. I valori (grafico 3) sono al limite della significatività
anche per P ≤ 0,05 e ben cinque portinnesti si attestano su indici intermedi simili (tra 0,42 e 0,46). Da rilevare inoltre
come i portinnesti con migliore effi-
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cienza produttiva (Citation® e Mirabolano B) siano anche quelli che hanno
presentato la più alta mortalità o fenomeni di sofferenza. E in effetti fenomeni di disaffinità d’innesto o di scarso
adattamento alle condizioni pedoclimatiche possono tradursi dapprima in
effetti in apparenza positivi (minor vigoria, maggior efficienza produttiva) e
solo in seguito possono dare luogo a
effetti negativi, come scarsa pezzatura
dei frutti, minor produttività e precario
stato sanitario o morte dell’albero
(Sansavini e Lugli, 1997).
Conclusioni
Dai rilievi eseguiti durante i sette anni della prova di confronto tra i portinnesti dell’albicocco condotta nel Veronese emergono alcune indicazioni
concordi, ma anche alcune differenze
rispetto agli altri campi della prova
collegiale del Progetto Mipaf-Regioni.
Appare evidente come nelle condizioni in cui si è svolta la prova i portinnesti di vigoria troppo modesta, come
Rubira®, Citation® e per certi aspetti
anche il franco, non appaiono adatti.
Lo stentato sviluppo, talvolta affiancato a elevata mortalità e fenomeni di
sofferenza, è stato pure accompagnato da scarsa produzione e ridotto peso
medio del frutto, nonostante si sia registrata una buona efficienza produttiva. Ciò nel complesso è stato confermato anche negli altri campi della prova collegiale, fatta eccezione per
Montclar® che, al contrario dei fenomeni di moria registrati nel campo di
Sona (Verona), in generale ha fornito
ottime performance in termini di sviluppo dell’albero e di produttività, tanto da rientrare tra i portinnesti consigliati (Pirazzini et al., 2002).
Relativamente agli altri portinnesti,
quelli che hanno mostrato le migliori
performance produttive in termini di
produzione cumulata e peso medio del
frutto, pur con efficienza produttiva
non sempre fra le migliori, sono anche
quelli nei quali si sono riscontrate le
minori mortalità: Julior®, Mirabolano
29C tra i più vigorosi e Isthara ® tra
quelli di vigoria intermedia.
Tra questi tre, soltanto Mirabolano
29C e Isthara® hanno fatto registrare
ottime performance e affidabilità non
solo nelle condizioni pedoclimatiche
dove si è svolta la prova nel Veronese,
ma anche in tutti gli altri campi della
prova collegiale, mostrando anche
una miglior adattabilità alle diverse situazioni pedoclimatiche. Julior®, invece, a causa della sua grande attività vegetativa (confermata da un peso del
legno di potatura di gran lunga superiore a tutti gli altri) e della notevole
attività pollonifera, non appare tra
quelli consigliati. Negativo infine anche il risultato del Mirabolano B per
l’elevata mortalità, l’eccessivo vigore,
anche se accompagnato da una buona
produzione degli alberi sopravvissuti;
infine di limitato interesse è risultato
Torinel® che nel Veronese si è collocato in tutte le valutazioni in una posizione intermedia, non mostrando però
particolari caratteristiche per farsi
preferire, offrendo inoltre in altri campi della prova collegiale prestazioni
poco soddisfacenti.
Gino Bassi
Istituto sperimentale
di frutticoltura
Provincia di Verona
E-mail: [email protected]
Si ringrazia la Federazione provinciale Coltivatori diretti di Verona per avere ospitato la
prova presso l’azienda del proprio Centro
servizi di sviluppo agricolo di Sona (Verona).
Lavoro svolto nell’ambito del Progetto finalizzato Mipaf «Formulazione di liste di orientamento varietale per i fruttiferi - Sottoprogetto portinnesti». Pubblicazione n. 228.
La bibliografia verrà pubblicata negli estratti.
Arboricoltura
BIBLIOGRAFIA
Bargioni G., Febi A. (1988) - La frutticoltura. L’agricoltura veronese: un settore dinamico verso il futuro. Edito da
Banca Popolare di Verona: 107-120.
Loreti F. (1994) - Attuali conoscenze
sui principali portinnesti degli alberi da frutto: albicocco. Frutticoltura, 9: 53-57.
Magnani I., Bassi D. (2000) - Maturazione e qualità delle albicocche: influenza del portinnesto. Frutticoltura,
4: 34-39.
Pirazzini P. et al. (1999) - I portinnesti
dell’albicocco. L’Informatore Agrario,
6, suppl.: 11-14.
Pirazzini P., Ravaglia M. (2000) - Adattamento di nuovi portinnesti france-
si per l’albicocco nell’Imolese. Frutticoltura, 4: 34-39.
Pirazzini et al. (2002) - I portinnesti
dell’albicocco. L’Informatore Agrario,
51, suppl.: 5-8.
Sansavini S., Lugli S. (1997) - Prospettive e innovazioni tecnico-scientifiche per la cerasicoltura italiana.
Frutticoltura, 6: 9-18.
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