Scheda film - Cineteatro Baretti

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Scheda film - Cineteatro Baretti
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
Martedì 3 maggio 2016 | Sabato 7 maggio 2016
CALENDARIO PROSSIMI APPUNTAMENTI:
Sabato 7 maggio, ore 18
VIVIANE di Ronit Elkabetz e Shlomi Elkabetz
Martedì 10 maggio, ore 21 | Sabato 14 maggio, ore 18
ELLE S’EN VA di Emmanuelle Bercot
Versione originale in francese con so o toli
In collaborazione con Alliance française di Torino
Martedì 17 maggio, ore 21 | Sabato 21 maggio, ore 18
RAMS - STORIA DI DUE FRATELLI E OTTO PECORE di Grimur Hakonarson
VIVIANE
Martedì 24 maggio, ore 21 | Sabato 28 maggio, ore 18
PROSSIMA FERMATA: FRUITVALE STATION di Ryan Coogler
un film di Ronit Elkabetz e Shlomi Elkabetz
Con:
Simon Abkarian, Rami Danon, Ronit Elkabetz,
Sasson Gabai, Menashe Noy, Roberto Pollak
Durata:
115 minu
Genere:
Dramma co
Nazionalità: Israele, Francia, Germania, 2014
Sceneggiatura: Ronit Elkabetz e Shlomi Elkabetz
Fotografia:
Jeanne Lapoirie
Montaggio: Joel Alexis
PORTOFRANCO è realizzato:
Con il contributo di:
Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino
In collaborazione con: Goethe Institut di Torino | Alliance française Torino |
Associazione culturale Russkij Mir | Rossorubino
Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza |
Wic.it - Web Image CommunicaƟons
Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187
www.cineteatrobaretti.it - [email protected]
Storia di Viviane, la loƩa di una
donna nel moderno Israele: “Il
divorzio è un diriƩo solo per gli
uomini”
Viviane vuole il divorzio: da mesi
ha lasciato il te o coniugale ed
è andata a vivere da un fratello
sposato; fa la parrucchiera, non
vuole soldi, desidera solo divorziare
da dieci anni, da cinque si è decisa
a chiederlo. Ma vive in Israele,
nazione democra ca dove però
matrimonio e divorzio sono solo
religiosi.
Davan al tribunale rabbinico, la
donna può chiedere il divorzio, ma
solo il marito può concederglielo,
facendole cadere nella mani il
GeƩ, il foglio con il suo consenso,
pronunciando la frase “da adesso
sei permessa a qualunque uomo”,
come un ogge o senza valore
che può passare da un padrone
all’altro. Viviane è uno di quei
film miracolosi in cui sembra non
succedere niente e invece avvince
con momen dramma ci e ironici,
con una intensa sceneggiatura e
a ori eccezionali: specialmente lei,
Viviane, l’a rice Ronit Elkabetz, che
è anche sceneggiatrice e regista del
film assieme al fratello Shlomi.
Una stanze a bianca con due
tavolini e qua ro sedie, per i
coniugi e i rispe vi avvoca ,
alla loro destra il computer del
cancelliere, di faccia il tavolo con i
tre giudici rabbini; in quello spazio
claustrofobico passano gli anni
della disperazione di Viviane e della
ferrea os nazione del marito Elisha,
che non si presenta oppure se c’è,
dopo essere stato condannato a una
se mana di carcere per oltraggio
alla corte, dice sempre no.
La ba aglia tra Viviane ed Elisha e
tra i due difensori, per lui il fratello
Shimon, per lei il bell’avvocato
Carmel è fa a di parole, di silenzi,
di sguardi: irriden , inflessibili, torvi
quelli del marito, sofferen , os na
quelli di lei. Viviane ha una bellezza
nobile e stanca, un viso pallido e
intenso, meravigliosi capelli neri,
che la religione considera un’arma
di seduzione scandalosa, raccol
sulla nuca e che in un momento
di stanchezza e sfiducia lei scioglie
e accarezza, un gesto sfrontato
davan ai rabbini che la richiamano
immediatamente. Anche gli abi
segnano il crescere della sua
insofferenza e voglia di ribellione.
Prima ves ta castamente di nero
e in pantaloni, poi con una camicia
bianca femminile, e ancora con le
belle gambe nude e i tacchi al o
con una fiammeggiante camicia
rossa.
Alla fine porterà delle babbucce
pia e, come per affrontare un
futuro di libertà ma anche di
rinuncia. Le udienze si susseguono,
due mesi dopo, sei mesi dopo, due
se mane dopo, per anni, mentre
la vita di Viviane si consuma:
acce a di riprovare a vivere col
marito ma non ce la fa. “Lui non mi
parla”. I rabbini la chiamano donna,
vogliono sapere se è stata pura
durante la separazione, accusano
il suo avvocato di amarla: un
tes mone dice “questa donna non
è re a, l’ho vista in un caffè con un
uomo che non era un parente”.
incompa bili”. Non basta, donna.
“Una donna ha bisogno del pugno
di ferro” dice il di lei fratello”, “ma
era felice?” chiede l’avvocato. “No,
soffriva molto”. All’ennesimo no
di Elisha, Viviane perde la calma,
grida contro i rabbini. “Siete senza
misericordia, ma vi toglieranno il
potere, tribunale di merda!”.
I tes moni dicono che lui è un
marito perfe o, anche i vicini di
casa, ed è lui a rispondere anche
per lei. “Per vent’anni ho curato
sua madre che mi odiava”, dice
Viviane, “anche lui mi odia”. Sì
certo, dice il responsabile della
sinagoga, “è un po’ pignolo, da 15
anni non parla con un altro fedele
per una nota sbagliata, anche se
quello gli ha chiesto tante volte
scusa”. Viviane: “Lui non mi tocca
da anni, non gli va mai bene quello
che cucino, non vuole amici. Siamo
Anni di parole inu li, di ipocrisia,
di negazione dei diri
della
donna, di supremazia maschile in
nome della religione. Dice Ronit
Elkabetz: “Il tempo perduto in
ques procedimen ha valore
solo per la donna che supplica di
tornare a vivere. Fino a quando
non o ene il divorzio non potrà
mai ricostruirsi una famiglia e i figli
fuori dal matrimonio non avranno
riconoscimen giuridici. Una donna
in a esa di divorzio è condannata a
una sorta di prigione”.
Prossimi appuntamen :
martedì 10 maggio, ore 21
sabato 14 maggio, ore 18
ELLE S’EN VA
un film di Emmanuelle Bercot
In francese con so o toli.
In collaborazione con Alliance française di Torino