Il problema sta nel risorse e formazione!
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Il problema sta nel risorse e formazione!
federazione Il problema sta nel risorse e formazione! Nel corso del 14o Forum «Sicurezza interna»® del 24 giugno 2015, politici ed esperti hanno trattato l’impatto dei social media sulla sicurezza interna in Svizzera Testo: Marco Frey; Foto: Philippe Stragiotti Quali sono gli effetti delle reti sociali per la sicurezza interna della Svizzera? Cosa fa la polizia per contrastare i progetti cri minali? E soprattutto, che cosa può fare la polizia? Dove si si tuano gli ostacoli? La politica deve reagire affinché la sicurezza interna debba essere meglio garantita? Tutte queste domande sono state affrontate al 14° Forum «Sicurezza interna»® orga nizzato dalla Federazione svizzera dei funzionari di polizia FSFP al Kulturcasino di Berna. Circa 180 persone presenti suddivisi tra agenti di polizia, politici e altre persone interessate al tema dibattuto delle reti sociali e della criminalità. L’unanimità del Congresso ha riconoscimento che i rischi che si nascondono in questo ambito sono sottovalutati a tutti i livelli. Questo è il motivo per cui Jean-Marc Widmer, presidente della FSFP, ritiene che: «Il mondo politico deve essere consapevole che strumenti ade guati e risorse adeguate devono essere messe a disposizione dei responsabili per la sicurezza interna.» I social network come Facebook, Twitter, YouTube, o qual siasi altro social non importa il nome, arricchiscono la nostra vita quotidiana. La maggior parte delle persone non possono im maginare un giorno senza di loro. Eppure è fondamentale riflet tere attentamente su ciò che comunichiamo e il modo per farlo, perché i social media sono il luogo della città virtuale di oggi. «Quindi non pubblicate nulla su questi canali che non esprimiate sulla pubblica piazza», ha raccomandato Jean-Marc Widmer nel suo discorso di apertura, aggiungendo ancora: «Internet non di mentica nulla e, come rivela la criminalità informatica, i malin tenzionati trovano sempre il modo per avere accesso alle infor mazioni che desiderano.» «Una volta in rete, è per sempre!» Nel suo discorso di apertura incentrato sulla frode, il mobbing e la violazione della privacy, il professor Werner Hartmann, esperto di media di gitali, ha mostrato quanto sia facile per i criminali arrivare al loro fine. Egli ha dimostrato ad esempio utilizzando una falsa pubblicazione su Facebook per il responsabile della comunicazione della FSFP, dichiarando «Domani mattina, al più tardi, cono scerà alcuni problemi al momento di lasciare il suo domicilio. Perché una volta in rete, è per sempre. Un diritto di cancellare o all’oblio non cambierà nulla!» Attraverso diversi esempi, ha poi spiegato il funzionamento dell’ingegneria sociale e ha di mostrato la facilità con cui è possibile accedere a informazioni riservate. Si dovrebbe quindi smet tere di cercare unicamente delle soluzioni tecnolo giche e non trascurare il fattore umano: «Dob biamo liberarci della convinzione che, in un mondo globalizzato, siamo in grado di garantire la sicu rezza, la fiducia e l’apertura con metodi del pas sato. Noi prima di tutto abbiamo bisogno di una buona conoscenza del mondo digitale.» Dobbiamo quindi adattare la nostra legislazione e la giuris prudenza all’era digitale. federazione Ulteriori immagini Ulteriori immagini possono essere trovate alle pagine 18, 19 e su: www.fsfp.org/forum Mittwoch, Innere Sicherheit 2.0: 24. Juni 2015, Kulturcasino Social Media in Bern Kriminalität I confini und territoriali di fronte a una rete senza confini Secondo Michael Lauber, Procuratore gene rale della Confederazione, lo spostamento parziale del crimine negli spazi virtuali non devono dispen sare le autorità giudiziarie di cercare elementi re ali e utilizzabili in tribunale. Per poter identificare degli elementi di prova rilevanti secondo i criteri dei nostri procedimenti penali, si dovrebbe poter entrare nel campo delle tecnologie di comunica zione e creare un «terreno di gioco», delle stesse dimensioni per i procedimenti penali per i crimi nali. «Internet non dovrebbe essere un’area di ille galità», ha detto il procuratore generale, che ha anche sottolineato la grande importanza della pre venzione e dell’educazione. spensabile raggiungere la centralizzazione e specializzazione delle forzedella lotta contro la criminalità informatica per una «unità di criminalità informatica» e dei «cyber-procuratori» con la possibilità di un unico punto di contatto e un unico sito web per le persone interessate. Perché tutto è ormai troppo com plesso e alle volte non si riesce a trovare le informazioni richie ste. A titolo di esempio, ha citato il successo ottenuto nel campo della «sextorsion» (ricatto basato sulle registrazioni dalle web cam poi pubblicate via Skype, Facebook e YouTube) nel Canton Vallese. «Dopo l’introduzione del numero verde centralizzato, siamo riusciti a evitare il pagamento di denaro al 100 % da parte dei denuncianti. E stiamo parlando di 1 000 000 di franchi sviz zeri», precisa Fanti aggiungendo: «In questa caso, il trattamento di ogni caso ci ê costato solo 15 minuti.» Mostrare i denti ai social media! Sébastien Fanti, preposto per la protezione dei dati e la trasparenza del Canton Vallese, ha so stenuto che in Svizzera la società mostra i denti: «Dobbiamo mettere sotto pressione i social media. Questo è l’unico modo per creare condizioni mi gliori, come ha già fatto la Germania, per esem pio.» Inoltre, occorre anche che le condizioni qua dro legali siano stabilite in maniera evolutiva e indipendenti dalle tecnologie. Gli strumenti classici di lotta alla criminalità dovrebbero essere adattate alle esigenze attuali. Ai suoi occhi, è anche indi Co-Sponsor Forum 2015 La polizia può sfruttare le reti sociali Il Dr. Stefan Blättler, Comandante della polizia cantonale di Berna e Presidente della Conferenza dei comandanti cantonali di polizia CCPCS Svizzera, ha presentato le sfide e le opportunità che rappresentano i social network per il lavoro quotidiano delle forze di polizia. «Internet dispone di alcune proprietà che met tono la polizia di fronte a una nuova sfida. Si tratta in particolare della sua velocità, della sua portata estremamente vasta l’impos sibilità di controllarla e il suo anonimato», ha detto il presidente della CCPCS, che ha insistito sul fatto che: «Inoltre, le conoscenze tecniche sono assolutamente essenziali, queste materie sono di una grande complessità.» Si tratta di una vera e propria sfida federazione per la polizia controllare attivamente il flusso delle comunica zioni. Perché è solo così che il controllo sulla sovranità e dell’in terpretazione della pubblicazione digitale può essere mantenuta. E’essenziale per questo motivo che le forze di polizia apprendano costantemente la situazione in maniera obiettiva e conforme ai fatti, anche se i social media giocano spesso sulle emozioni e su gli aspetti drammatici. D’altra parte, potrebbe essere che chiun que utilizza attivamente i social media lo faccia per fini propri. «Unendo le forze e con un impegno mirato, sono fiducioso che possiamo padroneggiare i nuovi sviluppi, e che li possiamo usare anche a nostro vantaggio e magari farci degli amici», ha detto il Dr. Stefan Blättler, che ha citato l’esempio degli effetti di intensi ficazione nella comparsa di voci false a confutate come infondate sui social media, in modo convincente. Nel reclutamento di nuovi collaboratori o anche per il controllo di incontri persone, chia mato anche «crowdmanagement» questi nuovi strumenti di co municazione potrebbero aiutarci nel nostro lavoro quotidiano. giungendo: «Il Consiglio federale ha dato la sua risposta nel 2011, una possibile soluzione potrebbe essere trovata nel 2031 ... in un momento in cui la tecnica sarà ancora più avanzata di quello che possiamo immaginare ora.» Il problema deve essere risolto nel suo complesso La politica nazionale ha il piede sul freno! La Consigliera nazionale PLR Corina Eichenberger ha os servato che le cose si muovono lentamente a livello federale, quando si tratta di trovare soluzioni relative ai social media. Ella ha potuto dimostrarlo sulla base delle proprie iniziative. Il Consi glio federale, in concertazione con la CDDGP dovrebbe trovare un modo per stabilire una rete nazionale di centri di competenza per la polizia e determinare quale sarà l’opzione più veloce ed efficace. L’idea di base era che la connessione internet non si ferma ai confini dei Cantoni, ma le risorse sì. «Questo deve cam biare», ha deplorato la Consigliera nazionale Eichenberger ag Durante la tavola rotonda, i partecipanti erano tutti d’accordo sul fatto che la quantità e la qualità dei reati relativi a Internet aumentano ma i reati stessi non sono nuovi. «Il codice penale non è il problema che concerne i social network. Si tratta piuttosto di un problema di formazione e ri sorse», ha sottolineato il presidente della CCPCS, Stefan Blättler. Ed è ogni corpo di polizia che deve garantire che la formazione sia adeguata. Sono i Cantoni che devono risolvere il problema delle ri sorse. Sébastien Fanti ha aggiunto che saremo allo stesso punto tra cinque anni se non reclutiamo le persone giuste in posizioni chiave nella lotta con tro la criminalità informatica. Lui pensa che ciò vale in particolare al posto di preposto federale per la protezione dei dati e della trasparenza posto che si libererà prossimamente. Dovremmo infatti avere il coraggio di ingaggiare i giovani specialisti che conoscono non solo i nuovi mezzi di comunica zione, ma soprattutto chi li vive. Ulteriori immagini del Forum possono essere trovate alle pagine 18 e 19. n