Quei pensieri che fanno dimagrire
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Quei pensieri che fanno dimagrire
Daniela Mambretti (Articolo pubblicato su “La Provincia” il 22/05/2014) Quei pensieri che fanno dimagrire Si afferma il concetto che le diete servono a poco: perdere peso è una questione di “mosse psicologiche”. Lo psichiatra Morelli parla di “mente magra”: “Passioni e stimoli possono aiutarci a raggiungerla”. La via più efficace per perdere peso? Non mettersi a dieta. Paradossalmente, è, invece, necessario abbandonare obblighi e rigide restrizioni se si vuole davvero trovare o riscoprire quell’armonioso stato naturale, libero da fardelli fisici e da ragionamenti ingombranti e ricorrenti. Per intraprendere questo viaggio verso se stessi - e non verso l’ultima e inutile dieta di tendenza - bisogna cambiare profondamente il proprio atteggiamento mentale, svuotando la testa dai pensieri impositivi che frenano il metabolismo. Il percorso da intraprendere è fatto di poche “mosse psicologiche” che aiutano a dimagrire senza sforzo e in modo duraturo, come spiega Raffaele Morelli, psichiatra, direttore di Riza Psicosomatica e autore di “Pensa magro” (Mondadori). Pensieri zavorranti “Ingrassa chi ha pensieri zavorranti, fatti di recriminazioni, idealizzazioni e lamenti. La mente si appesantisce e, di conseguenza, anche il corpo. La mente magra, al contrario, ha bisogno di passioni e stimoli sempre nuovi” – spiega l’esperto. La qualità dei propri pensieri assume, pertanto, un ruolo cruciale: rimpianti, ricordi o continui progetti, se costantemente riproposti a se stessi, creano un vero e proprio ingorgo mentale. L’anima non riesce a fiorire perché il suo nutrimento è il ragionamento trito e ritrito: il suo metabolismo si blocca e, di conseguenza, anche quello del corpo con l’arrivo dell’inesorabile sovrappeso. Al contrario, perdersi nelle sensazioni fresche e vitali che la natura regala, in un talento nascosto, in una passione riscoperta o in un mondo immaginifico rigenera e libera la mente oppressa creando quel senso di estraneità che aiuta la perdita del peso. Alleggerendo la mente e lasciando più spazio all’arrendevolezza e alla fantasia affiorerà quell’energia che rinnova e che fa dimagrire. Lo spazio senza tempo “Bisogna imparare a portare il cervello nello spazio del senza tempo, libero dai soliti pensieri, e imparare a stare con ciò che si sta facendo in quel preciso momento”- sottolinea Morelli. Troppi ricordi e progetti continui predispongono alla secrezione cerebrale di sostanze che spingono a mangiare sempre più. La chiave è semplicemente vivere nel presente: percepire la propria presenza per qualche istante e più volte al giorno mentre si svolgono normali attività quotidiane come lavare i piatti, camminare o guidare. In questo stato di presenza interiore, il cervello inizia a secernere mediatori che accelerano il metabolismo e bloccano la fame. L’istinto, poi, fa il resto: ascoltandolo, si opta naturalmente per gli alimenti necessari in quel preciso momento nelle giuste quantità, mentre si evita di cedere alle voglie dettate solo da noia, tristezza e frustrazioni che nulla hanno a che fare con le vere esigenze del corpo. Semplicità e porzioni adeguate all’appetito, servite con cura e gustate con consapevolezza, trasformano lentamente pasti colmi di calorie vuote in un appuntamento voluttuoso e creativo. Dominique Loreau, da venticinque anni in Giappone e conoscitrice dello stile di vita ispirato allo zen, spiega come nel suo libro “Il piacere della frugalità” (Vallardi). L’autrice suggerisce numerosi stratagemmi che aiutano a perdere peso senza fatica e a acquisire abitudini alimentari durature. Come in molti ambiti esistenziali, protagonista è la semplicità che consiste, per esempio, nel sapere giudicare, a colpo d’occhio, quali quantitativi di cibo si possono mettere in un piccolo piatto o in una ciotola che, di per sé, aiuta a tagliare le porzioni: una saponetta di pasta, riso o patate, una noce di panna e salse, formaggi freschi quanto una pallina da golf, quelli stagionati quanto una pedina da domino. Sembrano porzioni ridottissime, ma, in realtà, si tratta solo di riportare lo stomaco alla sua dimensione normale: approssimativamente il proprio pugno. Pensare in piccolo Basta cominciare a pensare in piccolo e a cambiare il proprio approccio al cibo: non assaggiare mentre si cucina, non mangiare mai direttamente quanto si preleva dal frigorifero o dalla dispensa, ma accomodarsi a tavola e gustare lentamente il cibo, concedendosi il bis solo per le verdure. Se si pranza abitualmente fuori, per risparmiare soldi e, soprattutto, chili indesiderati, ci si può ispirare all’o bento dei giapponesi: un’elegante scatola portavivande con piccole porzioni di cibo preparate a casa e disposte come se fossero un’opera d’arte. E, una volta alla settimana, un giorno di digiuno non solo per dimagrire, ma per rigenerarsi e incontrare una parte sconosciuta di sé. Tutto diventa leggero: come per magia, mente e corpo smettono di pretendere, reclamare, bramare. LO STOMACO? GRANDE COME UN PUGNO Evitare durezza verso se stessi o espressioni di rassegnazione e impotenza: creano uno scenario interiore che, secondo i ricercatori, è tra i più potenti fattori ingrassanti. Arricchire la quotidianità di sensazioni e stimoli sempre diversi: interessi dimenticati, passioni sopite, letture che catturano e avvincono l’anima. Vedere la “pancetta” non come un difetto da eliminare, ma come un centro energetico, la culla della femminilità: accarezzandola e accettandola, giorno dopo giorno, comincerà a sgonfiarsi. Fantasticare come da adolescenti: attiva le aree più antiche del cervello e trasporta nel “regno del sottile”, l’esatto opposto della pesantezza materica. Liberarsi delle frequentazioni sgradite: se sono incompatibili con la propria personalità, ci si ammala e si ingrassa. Trasformare il pasto in un rito: atmosfera rilassata e tavola apparecchiata con piattini e piccole ciotole eleganti e colorate di pietanze gustose, ricordando che le dimensioni normali dello stomaco sono, più o meno, quelle del proprio pugno. Daniela Mambretti