la scheda del film (*)

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la scheda del film (*)
In occasione della Giornata della Memoria e con il Patrocinio dell’Agis
Scuola
LUCKY RED
è orgogliosa di presentare
LA CHIAVE DI SARA
Un film di
GILLES PAQUET-BRENNER
Con
KRISTIN SCOTT THOMAS
MÉLUSINE MAYANCE
NIELS ARESTRUP
FRÉDÉRIC PIERROT
MICHEL DUCHAUSSOY
DOMINIQUE FROT
Durata : 1h51
Sceneggiatura di SERGE JONCOUR e GILLES PAQUET-BRENNER
Tratto dal romanzo di TATIANA DE ROSNAY pubblicato in Italia da
Mondadori
IN SALA DAL 13 GENNAIO 2012
DISTIBUZIONE
PROIEZIONI SCOLASTICHE
LUCKY RED
NUMERO VERDE 800 050662
Via Chinotto 16
Ref. Federica Pacifici
00195 Roma
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http://www.luckyred.it/scuole.html
Quando le storie non vengono raccontate, poi diventano un’altra cosa.
Dimenticate.
SINOSSI
Parigi, oggi.
Julia Jarmond, giornalista americana che vive in Francia da 20 anni, sta facendo
un’inchiesta sui dolorosi fatti del Vél’d’Hiv, o Vélodrome d’Hiver, il luogo in cui
vennero concentrati migliaia di ebrei parigini prima di essere deportati nei campi
di concentramento.
Lavorando alla ricostruzione degli avvenimenti si imbatte in Sara, una donna che
aveva 10 anni nel luglio del 1942, e ciò che per Julia era solo materiale per un
articolo diventa una questione personale, qualcosa che potrebbe essere legato ad
un mistero della sua famiglia.
A 60 anni di distanza è possibile che due destini si incrocino portando alla luce un
segreto che sconvolgerà per sempre la vita di Julia e dei suoi cari?
LA STORIA: 16 LUGLIO 1942
Il rastrellamento del Velodromo d’Inverno, spesso chiamato Vel’d’Hiv, è il più
grande arresto di massa degli ebrei che ha avuto luogo in Francia durante la
Seconda Guerra Mondiale. Nel luglio 1942 l’esercito nazista organizzò
l’operazione in codice Vento di Primavera con la finalità di ridurre la popolazione
ebraica nella Francia occupata. Il regime di Vichy mobilitò la polizia francese per
partecipare all’operazione: più di 9.000 poliziotti e gendarmi rastrellarono gli
Ebrei. Il 17 luglio alla fine della giornata il numero degli arrestati tra Parigi e la
banlieue è stato di 13.152 tra uomini, donne e bambini. Nel 1995 il presidente
francese Jacques Chirac ha chiesto scusa per il ruolo complice che i poliziotti e i
funzionari francesi hanno avuto nel raid del luglio del 1942.
- Luglio 1942. Cosa succedeva in Europa? E cosa in Italia?
- Qual era la situazione storica in atto in Francia nel momento in cui ebbe
luogo il rastrellamento di Vel’d’Hiv?
- A cosa si allude quando si parla di Governo di Vichy?
- Chi era Philippe Pétain?
UNA DOMANDA A GILLES PAQUET-BRENNER, IL REGISTA DEL FILM
Come è nato il desiderio di portare sullo schermo «Elle s’appelait Sarah» («La
chiave di Sara»), il libro di Tatiana de Rosnay?
(…) Avevo voglia di tornare ad un cinema più profondo. Così mi sono imbattuto
nel libro di Tatiana de Rosnay. L’ho letteralmente divorato per il suo intreccio
avvincente che, oltre a raccontare il rastrellamento del Vél’d’Hiv e i campi di
concentramento del Loiret, li riesamina attraverso uno sguardo contemporaneo:
dopo aver scoperto un segreto di famiglia, una giornalista americana che vive in
Francia conoscerà meglio la storia del suo paese di adozione mentre la sua vita
resterà sconvolta da qualcosa che all’inizio sembrava non riguardarla.
La storia esplora anche zone d’ombra di cui si è sempre parlato poco, come il
comportamento dei testimoni dell’epoca, dei quali collaborazionisti e partigiani
costituivano solo una piccola parte. La maggioranza delle persone semplicemente
faceva finta di non vedere, cercando così di salvarsi la pelle; come la famiglia
Tezac, che in linea di massima non ha fatto niente di male eppure si sente
colpevole; o come i Dufaure, eroi quasi loro malgrado. Il libro rifugge da schemi
manichei: ci sono i fatti e anche le conseguenze sulle generazioni future, e si è
lontani dalle semplificazioni alle quali siamo abituati.
UNA CURIOSITÀ
L’uomo col violino che ha l’anello contente veleno per decidere quando morire è il
saluto del regista a suo nonno, musicista ebreo-tedesco che ha vissuto in Francia
la sua vita, è stato denunciato dai francesi ed è morto all'inizio della sua
deportazione.
ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE
La chiave di Sara, il film che avete appena visto, si presta a diversi percorsi di riflessione.
Alcuni di carattere storico, altri di natura umana, sociale e comportamentale.
Il regista parla di zone d'ombra della Storia, riferendosi a collaborazionisti e ai semplici
testimoni che rimasero nell’ombra all’epoca dei fatti.
Julia, ad un certo punto del film, chiede ai suoi colleghi della redazione cosa avrebbero
fatto se fossero stati presenti. Voi, cosa avreste fatto?
Vi sarà capitato di dare un consiglio a un amico senza aver realmente vissuto quello di cui
ci sta parlando. Oppure di essere certi di sapere come comportarsi di fronte alle
situazioni. Potrebbe trattarsi di semplice buonsenso, ma il film che avete appena visto vi
mostra come altre emozioni entrino in gioco, ad esempio la paura di subire una violenza
o di essere denunciati.
Provate a spiegare la differenza tra immaginare di essere in una situazione e doverla
realmente affrontare. Quali sentimenti sono protagonisti di una fantasia e quali altri di
una situazione reale?
Trovate degli esempi pratici nella vostra esperienza.
Julia, americana d’origine ma ormai cittadina di Parigi da più di venti anni, indaga su un
fatto relativo alla storia della Francia, sconosciuto ai più, in particolare alle nuove
generazioni.
Quali sono le motivazioni che spingono Julia a voler capire meglio la storia del suo paese
d’adozione?
Perché è importante la Storia? A cosa serve il “ricordo”?
Alla luce delle società multietniche in cui viviamo, pensate sia importante conoscere la
storia di un paese che ci ospita o quella del paese da cui provengono le persone che
ospitiamo all’interno del nostro paese?
Conoscere le abitudini di altre culture può aiutare l’integrazione e l’interazione tra
persone apparentemente diverse per colore di pelle, credo religioso e abitudini culturali?
Oppure sono altri gli elementi risolutivi? Ad esempio la fiducia, il dialogo, il
perseguimento di obiettivi comuni?
Il mondo di Julia e quello di Sara sono rappresentati in modo molto diverso. Da una parte
il caos dell’occupazione e dall’altra il comfort legato al benessere.
Perché il regista ha fatto questo tipo di scelta? Pensate sia stata una scelta casuale o
voleva suggerire delle sensazioni ben precise? Quali?
Il film oltre a indagare la Storia, si apre ad un altro tipo di riflessione: la ricerca della
verità.
Tutti i personaggi infatti incrociano, loro malgrado, le verità nascoste a volte dalla storia,
altre volte dalle famiglie, oppure dalle madri e dai padri ai propri figli.
Perché si sceglie di nascondere la verità ?
Questa scelta può avere un valore positivo o nulla può giustificare un’omissione?
Nel film che avete appena visto la scelta di nascondere una verità genera diverse
conseguenze sui vari personaggi. Provate ad elencarle e scegliete quella in cui vi
identificate di più.
Nella vostra esperienza diretta vi è capitato di essere custodi di un segreto e, una volta
viste le conseguenze, esservene pentiti?
Sara riesce a sopravvivere al rastrellamento del Vel’d’Hiv e a ricostuire la sua vita, ma solo
in apparenza: la sua ultima scelta si rivela infatti estrema e definitiva.
Perché Sara decide di comportarsi in quel modo?
Provate a immaginare come si fa a ricominciare dopo aver perso gli affetti, la posizione
sociale, il lavoro, la casa. In altre parole dopo aver perso tutto.
Conoscete storie di uomini e donne che sono riusciti a ricostruire la propria vita a seguito
di un’esperienza sconvolgente nel bene o nel male?
Dopo una lunga ricerca finalmente Julia rintraccia William, il figlio di Sara. Lui non
conosce la vera storia di sua madre e la sua reazione di fronte al racconto di Julia è forte
e violenta.
Perché inizialmente reagisce così?
Passa un lungo periodo prima che i due si incontrino di nuovo. Cosa è cambiato nelle loro
vite?
E soprattutto, come cambia la visione delle cose di William?
La chiave di Sara s’inserisce tra i titoli che raccontano l’Olocausto, ma in modo origianale.
Piuttosto che indugiare sulla vita nei campi di concentramento, il film segue infatti Sara,
una bambina di 10 anni, nella sua fuga e nel suo disperato tentativo di tornare a Parigi,
dove ha lasciato il suo fratellino minore.
Cosa pensate di questa scelta narrativa?
Credete che raccontare il dramma delle persecuzione degli ebrei attraverso un punto di
vista diverso, come avviene in questo film, mantenga viva la forza del racconto o la
indebolisca?
Pensate ai film che avete visto sul tema dell’Olocausto. Qual’è il vostro preferito e per
quali ragioni?
Il film si conclude con un messaggio di calore e speranza. Julia infatti sceglie di essere
madre e indipendente da un uomo che non condivideva i suoi desideri,
William si
abbandona alla verità e ricostruisce il suo passato e insieme a questo i suoi affetti più
autentici.
In conclusione, quale sensazione e quali impressioni vi ha lasciato la visione del film La
chiave di Sara?
DAL LIBRO AL FILM:
Una dedica da Tatiana de Rosnay, l’autrice del libro.
Il passaggio dal romanzo al film è sempre molto delicato. Lo sceneggiatore può
scegliere di rispettare le intenzioni di un libro, ispirarsi ad esso elaborandone una
nuova versione, oppure scegliere di fare una trasposizione fedele. Ma quali sono
le preoccupazioni dell’autore del libro?
La dedica di Tatiana de Rosnay, l’autrice del libro, mette in luce delle osservazioni
su quelli che sono i principali dubbi, timori e soddisfazioni di chi il libro lo ha
scritto…
« E’ difficile per uno scrittore accettare la visione che un regista può avere del suo libro.
Ma avevo deciso di fidarmi di Gilles Paquet-Brenner fin dal principio. C’era qualcosa di
appassionante e di appassionato in lui mentre mi spiegava la «sua» visione della «mia»
Sara. E c’era Serge Joncour, l’amico fidato, il romanziere di talento, e sapevo che questa
nuova Sara sarebbe rinata attraverso il suo sguardo.
Ho letto la sceneggiatura. L’ho amata. Bisogna dire che per noi scrittori una
sceneggiatura è sempre troppo asciutta: nessuna descrizione, nessuna sfumatura.
Bisogna aggiungervi la recitazione degli attori. E io non ero in grado di farlo. Ma ho
constatato che Serge e Gilles avevano rispettato il mio libro, non avevano cambiato nulla
di essenziale.
Poi l’avventura delle riprese. L’indimenticabile incontro con Mélusine Mayance, Sara. La
rivedo ancora, che viene verso di me, la stella gialla sul petto, il volto piccolo e appuntito,
i grandi occhi chiari. La mia Sara! Un momento intenso e quasi irreale. Poi Kristin Scott
Thomas nei panni di Julia Jarmond. Faccio la comparsa in una scena in cui c’è lei, e anche
lì, momenti magici impressi per sempre nella mia memoria.
Poi è arrivato il giorno in cui ho visto il film per la prima volta, con Serge. Sono
preoccupata. Ho paura di restare delusa. Ho paura di non riconoscere la «mia» Sara. I
primi dieci minuti mi sfuggono completamente. Faccio fatica a non pensare al libro. Mi
faccio forza. E allora sprofondo nel film. E mi innamoro del film. E alla fine, durante
l’ultima scena, un’incredibile ondata di emozione mi sommerge, e mi metto a piangere.
Sì, mi metto a piangere.
(…)
Gilles Paquet-Brenner è riuscito a trasmettere l’emozione che avevo cercato di
condividere con i miei lettori scrivendo questo libro. Il ritratto di una donna che
scoperchia un vaso di Pandora. L’immagine straziante di una ragazzina dalla vita
spezzata. Un uomo che non sapeva niente di sua madre. Un tabù abbattuto sessant’anni
dopo uno degli avvenimenti più oscuri della nostra storia.
Gliene sono grata.
Tatiana de Rosnay »
ATTIVITA’
Vi sarà senz’altro capitato di vedere film tratti da romanzi o da racconti. Sono
moltissimi infatti i film che si ispirano o portano sullo schermo storie e avventure
nate sulla carta stampata.
- Quali sono le caratteristiche dell’opera letteraria e quali quelle dell’opera
cinematografica? Trovate ci sia una differenza tra leggere un libro e
guardare un film? Se sì, quale?
- Quali sono gli elementi principali di un romanzo?
- Quali sono gli elementi principali di un film?
- Fate un elenco dei titoli di film tratti da libri che vi vengono in mente.
- Nella vostra ricerca vi renderete conto che molti film che vedete prendono
spunto da un’opera letteraria.
Nel cinema qual è la differenza tra un soggetto originale e uno non
originale?
Che differenza c’è tra un soggetto e una sceneggiatura?
DISCORSO DEL PRESIDENTE JACQUES CHIRAC IN OCCASIONE DELLA
COMMEMORAZIONE DEL VEL’ D’HIV.
Nel 1995, l’allora presidente francese Jacques Chirac ha chiesto scusa per il ruolo
collaborazionista di poliziotti e funzionari francesi in occasione del
rastrellamento.
Lo riportiamo qui in parte.
"Quelle ore buie macchieranno per sempre la nostra storia e sono un insulto al
nostro passato e delle nostre tradizioni. Sì, la follia criminale dell'occupazione è
stata assecondata dai alcuni Francesi, dallo Stato francese.
Sono passati 53 anni, il 16 luglio 1492, 4500 poliziotti e gendarmi francesi sotto
l’autorità dei propri capi hanno risposto alle esigenze dei nazisti.
Quel giorno nella capitale e nella periferia parigina più di 10000 uomini, donne e
bambini sono stati arrestati nelle loro case al mattino presto e riuniti nelle
stazioni di polizia.
(...)
La Francia, patria dell'Illuminismo e dei diritti umani, terra di accoglienza e di
asilo, la Francia, quel giorno, ha compiuto l'irreparabile. Mancando alla sua parola,
ha consegnato i suoi protetti ai loro carnefici".
IL TEMPO DEL IL RACCONTO: FLASHBACK E FLASHFORWARD
Raccontando un episodio della vostra vita vi sarà capitato di allontanarvi da quello
che stavate raccontando per aggiungere dei dettagli dal passato oppure per
anticipare qualcosa atto a rendere più comprensibile il racconto o semplicemente
per attirare l’attenzione di chi ascolta.
Queste dinamiche sono in realtà delle figure retoriche e hanno dei nomi ben
precisi. Nel primo caso si parla infatti di analessi (dal greco análēpsis, prendere
nuovamente), nel secondo di prolessi (dal greco prolèpsis, anticipazione). Per il racconto cinematografico, e più in generale per quello narrativo, queste
figure rappresentano delle importanti risorse.
Il racconto si articola infatti lungo gli assi spazio e tempo. Se lo spazio
corrisponde a quello che prende forma sullo schermo, il tempo ne indica il
presente, mostra cioè qualcosa nel momento in cui avviene.
Una delle proprietà legate all’asse temporale è l’ordine, che si esprime attraverso
il flashback (analessi) o il flashforward (prolessi),
entrambi rappresentazione
audiovisiva di un salto avanti o indietro.
Più precisamente, in un testo, quando l'autore vuole spiegare qualcosa avvenuto
in tempo passato rispetto a quello che sta raccontando, sceglie di interrompere la
narrazione nel tempo presente e di retrocedere nel passato, narrando così eventi
passati come se stesse narrando eventi al presente. E in questo caso si parla di
flashback.
Come avviene nel film La chiave di Sara, spesso, i flashback sono utilizzati per
narrare fatti accaduti prima dell’inizio della sequenza di eventi che corrisponde
alla storia primaria. La loro funzione principale è quella di colmare le lacune
presenti nelle informazioni che si hanno su alcuni fatti cruciali: ad esempio, un
flashback sulle origini di un personaggio mostra allo spettatore gli elementichiave che hanno contribuito al suo sviluppo durante gli anni della crescita.
Solitamente, questa tecnica è utilizzata per creare suspense in una storia, o per
sviluppare al meglio un personaggio, fornendo allo spettatore maggiori
informazioni sul suo background. A seconda del momento temporale che si
sceglie di raccontare, vi sono due tipi di flashback: quello interno, che descrive un
momento precedente all’interno del periodo narrato (ad esempio, se la storia
racconta gli anni che vanno dal 2001 al 2011, e si è arrivati al 2010, il flashback
potrebbe riguardare il 2005); e quella esterna, che invece narra un evento che
comincia e termina prima dell’inizio della storia primaria (nel caso dell’esempio,
potrebbe trattarsi del 1999).
Rispetto alla letteratura, in cui è facile segnalare la presenza del flashback, il
cinema presenta maggiori difficoltà, perché per segnalare il salto temporale non
usa le parole ma le immagini. Fin dalle sue origini il cinema ha lavorato per creare
un proprio codice linguistico, un vero e proprio alfabeto in grado di stabilire una
serie di strategie specifiche e ricorrenti, destinate a rendere il flashback
riconoscibile dallo spettatore, senza disorientarlo. Ad esempio l’utilizzo di
movimenti di macchina che si avvicinano al personaggio mentre ricorda, spesso
seguiti da una dissolvenza che introduce le immagini del flashback; i margini
sfumati dell’inquadratura; la fotografia seppiata o in bianco e nero, in contrasto
con i colori naturali del resto della pellicola. Anche la musica può essere lo
strumento scelto per sottolineare questa variazione.
Rispetto a quanto appena detto provate a fare un’analisi del film alla luce dell’uso
che fa del flashback. Potete iniziare rispondendo a delle semplici domande:
- A che tipo di esigenza vi sembra rispondere l’uso del flashback nel film?
- Considerando quanto avete letto rispetto al flashback e al flashforward,
cosa ha utilizzato il regista nel film che avete appena visto?
- Quali scelte tecniche ha fatto il regista per introdurre i salti temporali dal
presente al passato e viceversa?
- Raccogliete degli esempi di flashback associato a film o serie TV che avete
visto recentemente.
- Provate a scrivere un breve racconto su un fatto attuale (un aneddoto della
vostra famiglia, una notizia letta sul giornale o vista in televisione, ecc…)
per il quale sia successo di ricorrere a un flashback o a un flashforward per
rendere più comprensibile o completo il racconto.
Gentili Professori,
in occasione dell’uscita del film La chiave di Sara, in sala dal 13 gennaio 2012, vi
invitiamo a partecipare con le vostre classi all’attività “Crea il tuo reportage”.
L’attività è rivolta alle classi delle scuole secondarie superiori che, dopo aver visto il film,
elaboreranno un reportage su un fatto storico legato all’Olocausto o ai fatti della Shoah,
che la classe realizzerà proprio come fa la giornalista Julia, protagonista del film, con
l’episodio del Vel’d’Hiv.
Le classi che produrranno i migliori lavori riceveranno un premio e i reportage saranno
pubblicati all’interno della sezione dedicata alle Scuole sul sito www.luckyred.it.
Il regolamento completo dell’attività è sulla pagina http://www.luckyred.it/scuole.html.