L`incessante ricerca del tutto - Atlante digitale del `900 letterario
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L`incessante ricerca del tutto - Atlante digitale del `900 letterario
Atlante digitale del '900 letterario www.anovecento.net L'incessante ricerca del tutto porto sepolto), alto (il mondo della luce), Ungaretti emblema dell'umanità separati da una ideale frontiera che solo al Il poeta e la parola: la ricerca della verità poeta è dato di varcare. Il movimento di discesa è quello fondamentale, perché il Al principio dell’indagine sulla complessa poeta viaggia alla scoperta di se stesso, poesia e interiorità di Ungaretti, l’enigma che richiamando vari miti; infatti nella stesura ha tartassato le nostre menti è stato: cos’è potrebbe essersi ispirato alla figura di Orfeo, «quel nulla d’inesauribile segreto»?[1] La cantore trace e dunque allusione alla poesia, risposta a questo interrogativo risiede nella il suggestiva immagine evocata dal poeta ne Il nell’oltretomba. Ci sono poi altri personaggi Porto Sepolto nel quale affonda nel proprio della mitologia classica, Ulisse ed Enea, ed il abisso interiore alla ricerca della verità. «Che nostro Dante, che si sono cimentati in cosa poteva essere la poesia se non la ricerca esperienze ultraterrene. Molti poeti moderni, inesausta e mai approdata del motivo di tutto quali Baudelaire, Rimbaud e Mallarmé, videro ciò?»[2] Il sua nella poesia un viaggio in luoghi inesplorati e d’Egitto: inconoscibili. Il mito greco di Orfeo narra di Ungaretti era venuto a conoscenza da parte quest’uomo che, desideroso di salvare dalla di due suoi amici ingegneri, Jean e Henry morte la propria amata Euridice, approda Thuile, dell’esistenza di alcune rovine di un negli Inferi. Con questo riferimento Ungaretti porto anteriore vuole celebrare e sacralizzare la figura del all’epoca di Alessandro Magno. I versi sono in poeta, colui che solo può godere del dono stretta connessione con il titolo, che esplicita divino di cogliere l’essenza delle cose al di là il luogo in cui l’autore giunge, senza il quale della superficie. Una volta toccato l'abisso, il la poesia mancherebbe di comprensione. Il poeta riemerge arricchito di un granello poeta compie tre movimenti: verso il basso, dell’inestinguibile verità, per poi disperderla verso l’alto e poi orizzontalmente; lo spazio attraverso i propri canti. Il verbo «disperde», risulta pertanto diviso in due piani: basso (il utilizzato nella prima strofa, allude alla adolescenza titolo ad sommerso rimanda Alessandria nelle acque, alla quale ha compiuto un viaggio www.anovecento.net gratuità del dono del poeta, la cui parola si occhio. La saggezza è perciò rinchiusa in dirama in tutte le direzioni; per altro fa alcune parole, ed è proprio la poesia a intuire il rischio che qualcosa della rivelazione detenere che la poesia racchiude in sé vada perduto fondamentale è quello della natura, infatti la nel momento in cui il messaggio raggiunge i fonte del sapere è situata fra le radici destinatari. «All’uomo pare di volare più dell’albero che regge l’intero universo. Odino vicino alla verità perché pone in orbita i suoi è satelliti, è sbarcato sulla luna, ma il buio conoscenza, peregrino instancabile. Ungaretti cresce sempre di più intorno a noi, il è un poeta girovago senza patria alla ricerca sentimento del divino si attenua e la frattura della verità. La parola è l’unica arma che fra noi e la conoscenza della verità si sta consente all'uomo di arrivare alla conoscenza facendo sempre più fonda» . Un Ungaretti e di trasmetterla, nessun altro strumento ne simile allo scienziato-filosofo Galilei nella dà la possibilità, né la religione né la scienza. cosciente incapacità umana di raggiungere la La realtà è un mistero inconoscibile e verità, un ovvio incolmabile. irrazionale, che può essere colto in minima Abbiamo notato anche una somiglianza con il dio Odino, principale figura della mitologia nordica; è associato alla sapienza, all’aspirazione profetica, alla guerra e alla vittoria. Secondo i popoli scandinavi fu proprio lui a diffondere la poesia fra i mortali e per apprendere la verità era pronto a tutto. La divinità compì un viaggio lungo nove giorni percorrendo i nove mondi presenti nella cosmologia nordica. Alla fine del viaggio giunse dal gigante Mimir, posto a proteggere la fonte della saggezza. Lo scopo di Odino era quello di bervi il magico idromele, ma prima di farlo dovette apprendere i canti del potere, e in cambio cedette un proprio quindi la un sapienza. viandante Altro in elemento cerca della parte soltanto dai poeti. Ungaretti, nella prima fase della sua attività poetica, si rifà ai dettami del movimento simbolista, per il quale la parola ha un ruolo fondamentale, riprendendo anche la lezione futurista, che elimina totalmente la punteggiatura; ma Ungaretti non aderì completamente a questa avanguardia, non eliminò il vecchio, bensì compì un rinnovamento, rielaborando la tradizione e aggiungendo la propria esperienza della guerra e il ripudio delle atroci azioni degli uomini, il naufragio dell’umanità, che si evolve nel desiderio di un perfetto equilibrio con il cosmo tanto citato nelle sue opere liriche. L’autore prova una www.anovecento.net profonda malinconia derivata dal conflitto, silenzio, così che aumentino di importanza e ma peso. Non sono presenti rime, ma le parole al contempo uno “snaturato” attaccamento alla vita, che viene esaltata in sono ogni sua forma; il poeta quasi si annulla nei esprimano alla perfezione gli stati d’animo di ricordi L’atteggiamento chi impugna la penna. Il poeta si aspettava coraggioso che assume di fronte alla morte che la guerra fosse luogo di azioni eroiche, in viene definito da lui stesso «Allegria», ovvero cui far valere il proprio onore. Proprio per la gioia provata quando si sopravvive a una questo si arruolò da interventista: molti tragedia. Ed è proprio questa parola che farà esaltavano la guerra come «sola igiene del da titolo alla prima raccolta di liriche, mondo», per dirla come i futuristi, in cui gli composte durante la Prima Guerra Mondiale, uomini credevano di poter far splendere il in in proprio nome, ma tutto quello che trovò fu fanghiglia, margini di vecchi giornali, spazi invece desolazione e abbandono, che riuscì bianchi di care lettere ricevute», ovunque il ad esprimere, definendosi un lupo di mare poeta scampato ad una tempesta, che riprende il e trincea, nella natura. conservate potesse su imprimere «cartoline le proprie scelte accuratamente proprio risulta un racconto autobiografico, un diario, miglior acque alza le vele / ormai la navicella proprio perché ogni poesia è accompagnata del mio ingegno, / che lascia dietro a sé mar dal luogo e dalla data, che accentuano il sì crudele»[4] così Dante cantava reduce legame poesie dalle acque dell’Inferno: parallelamente ad dell’Allegria sono scritte per dire con la esso, il naufrago Ungaretti sopravvisse alle massima precisione possibile (non si arriva fiamme della guerra. opere e vita. «Le insaziabile. «Per che sensazioni e i propri pensieri. La raccolta fra viaggio, così correr mai ad esprimersi con precisione), ma, massima Al centro della poesia, e quindi dell’esistenza approssimazione quello che sentivo: dire così ungarettiana, emerge il tema della ricerca in c’era che connota il poeta girovago, sradicato da tempo»[3]. Ungaretti si esprime con parole una vera e propria patria. L’errare fisico fra le semplici, essenziali, del linguaggio parlato, differenti realtà culturali, quali l’Egitto, la spesso ancora più caricate di significato Francia, i fronti bellici, Roma, Brasile e altre quando risultano emarginate in isole di città italiane, fa di lui un’anima di natura insomma, per pochissime dire con parole… la Non cosmopolita. Quello di Ungaretti non è www.anovecento.net esclusivamente un è dell’inchiesta, la ricerca di un oggetto del connesso a un profondo turbamento interiore desiderio. Essa è ciò che muove la vicenda e nato dallo strazio dalla guerra. Ungaretti, suscita le imprese dei cavalieri. Alla fine, come Petrarca o Tasso, si dimostra emblema però, i desideri tanto agognati e rincorsi dai della crisi della propria epoca: cerca di personaggi si rivelano vani, poiché gli oggetti conferire la ricercati deludono sempre le aspettative o scrittura poetica, che assume una funzione appaiono irraggiungibili. Quindi ci troviamo di catartica. In Girovago emerge in pieno lo fronte spirito nomade del poeta, punto centrale del fallimentare che si traduce con un movimento nostro lavoro. Nella lirica, scritta nel maggio circolare e labirintico che non approda mai ad del 1918 al Campo di Mailly, Ungaretti una meta e ritorna sempre su se stesso. esprime Dietro ordine al vagare fisico, al reale meglio ma attraverso quel senso di ad i un’inchiesta cavalieri inconcludente e del Furioso si erranti inadeguatezza che gli impedisce di legarsi nasconde definitivamente ad un qualsiasi luogo, città o contemporaneo ad Ariosto, che, attraverso le paese: «In nessuna / Parte/ Di terra/ Mi meravigliose storie e avventure romanzesche, posso/ Accasare». Ma da cosa scaturisce compie una lucida analisi della realtà del suo questo disagio? Ungaretti, come ci rivela tempo, mostrando un atteggiamento critico l’ultima strofa, sente un forte bisogno di nei confronti della società del ’500. Anche innocenza. La guerra, la vita al fronte, il Ungaretti si fa portatore di un sentimento continuo la condiviso da tutti gli uomini che hanno sofferenza, fanno nascere in lui la necessità vissuto sulla propria pelle la Guerra Mondiale, di ricercare in sé e negli altri quella purezza anche se a nostro parere non possiamo propria dell’origine, di quel momento ancora considerare quello del poeta un errare vano, vergine da ogni male. Ma riconosce che la poiché non stiamo parlando di un oggetto sua è una ricerca vana, senza punto di arrivo, concreto, come possono essere una donna o e per tale ragione continua - deve continuare il Santo Graal, ma di un ideale. - a contatto girovagare. con la morte Questo e l’uomo rinascimentale movimento inconcludente ricorda il famoso poema di Il poeta e la natura: la ricerca della Ludovico Ariosto: uno dei temi portanti purezza dell’Orlando Furioso è, infatti, il motivo www.anovecento.net La lirica ungarettiana è permeata da un dell'ossimoro. Così il poeta stabilisce forte legame con la natura, che avviene un'analogia tra sé e l'aridità delle rocce mediante lo scambio quasi osmotico tra carsiche: qui confronta il proprio cuore con l'uomo e il mondo naturale. In San Martino un paese distrutto e, per opposizione, il del Carso assistiamo all'umanizzazione del cuore ospita le croci che invece mancano nel paese, di cui Ungaretti osserva lo scempio paese reale, distrutto dai bombardamenti. operato dalla guerra, del quale non è rimasto In Sono una creatura, il cui titolo esprime intatto che qualche «brandello di muro». una dichiarazione di umanità, l’autore si Utilizzando tale metafora implica un crudo paragona ad una pietra senz’anima, fredda e rinvio alle immagini di corpi mutilati e arida, inalterabile. Il pianto del poeta è straziati dei tanti compagni di battaglia, dei prosciugato a causa delle morti a cui ha quali non si sono preservati neppure brandelli dovuto partecipare, si sente anch’esso privo di carne. Ma il poeta fa di quelle morti un di vita come una pietra del Carso. Negli ultimi costante monito, richiamando il loro ricordo versi «la morte / si sconta / vivendo» non si alla memoria: il suo cuore straziato, che si percepiscono il solito attaccamento alla vita e configura come punto focale della propria il sentimento di fratellanza che lo aiutano ad lacerata interiorità, rievoca instancabilmente affrontare le miserie belliche, al contrario il le apparendo poeta mostra debolezza e angoscia. Il verbo idealmente come un cimitero disseminato di che usa è impersonale, a significare la lapidi manca». validità universale di una sentenza che Inevitabile è il riferimento, con l'immagine esprime nella morte una liberazione da tutti i della croce, al sacrificio e alla morte di Cristo, mali della vita. atto ombre in di cui quelle anime, «nessuna croce Totalmente opposta può le crisi essere considerata la lirica Veglia, in cui il Martino del poeta osserva la morte, implacabile, che Carso appare come una descrizione di "morte rapisce i suoi compagni: passa infatti l’intera della vita": il cuore, il luogo più vivo del notte vicino ad un militare caduto, con i denti corpo di un uomo e sede delle emozioni, è digrignati in uno spasmo d’agonia ed il volto assimilato ad un cimitero, quindi ad un regno rivolto alla luna indifferente, che tanto ricorda di stilistico quella rimirata dal pastore errante del noto contrasto canto leopardiano[5] le cui domande sul di speranza esistenziali morte, ungarettiano che illumina dell'autore. San secondo il dettame improntato al www.anovecento.net senso della vita rimangono senza risposta. dalla metamorfosi del poeta da persona a Nella lirica vi sono vocaboli appartenenti al elemento naturale, mentre ricerca la pace e campo come la purificazione. La natura osserva impassibile «compagno», e a quello della morte, come le preoccupazioni e le vicende umane, così «massacrato», e le parole vengono accostate come in Galleria, dove un occhio di stelle ci perché la morte fa parte della vita. In questo osserva dal cielo, paragonato ad uno stagno, momento ricche filtrando la loro benedizione di ghiaccio sulla d’amore e compie uno slancio vitale perché terra, un acquario in cui regna la noia, afferma: «non sono mai stato / tanto / insignificante a confronto della volta celeste, attaccato alla vita» (Veglia). Il contrasto tra il ed è proprio l’universo a cui il poeta si principio e la fine dell’esistenza è teorizzato avvicina. «Perché?» rappresenta il bisogno anche che del poeta, e del suo cuore in particolare, di analizzò la tendenza dell’uomo alla biofilia, la una naturalezza ormai sconvolta, di un rifugio quale può degradare nella necrofilia. La dalla guerra, che lo ha dissociato dal tempo. natura disinteressata nei confronti dell’uomo Ungaretti ricerca perciò la luce dopo aver compare in altri componimenti: ne è un conosciuto per troppo tempo il buio. Da esempio Annientamento, viene quando ha osservato il volto immortale del espresso il concetto di annullamento nella mondo, ha bramato la conoscenza e l’ha natura: l’autore diventa parte integrante del inseguita nel labirinto della propria interiorità; suolo, ricoperto di margherite, «radicato / e non si spiega come possa il mondo essere nella terra marcita», poi si identifica nel talmente spietato e rimane sbigottito di biancospino, fronte semantico Ungaretti dal della scrive sociologo pianta Erich in tipica vita, poesie Fromm, cui dell’Egitto. La a tutto questo narrazione prosegue in Italia, dove il poeta si dolore. Soldati comunica quella fragilità dei specchia in un letto di ghiaia, imitando militi, paragonati a foglie che stanno per l’«asfalto Infine staccarsi dall’albero e perire. L’enjambement Ungaretti si trasfigura in un insieme di tra il primo e il secondo verso rende nuvole, ritrovandosi in nessun luogo o tempo perfettamente ed è felice e con un bacio di marmo sulle creando un senso di sospensione, con una labbra va incontro all’eterno sonno. Il tratto connessione fra la precarietà dai soldati e fondamentale di questa poesia è costituito quella azzurro» dell’Isonzo. della quel senso struttura di instabilità, grammaticale. Il www.anovecento.net simbolo delle foglie è già presente in altri «L’Allegria di Naufragi è la presa di coscienza autori: ne parla Isaia nella Bibbia, dove le di sé, è la scoperta che prima adagio iniquità, come fossero vento, trascinano via avviene, poi culmina d’improvviso in un canto gli scritto il 16 agosto 1916 e che s’intitola I uomini, come fossero foglie. Omero[6] paragonò le stirpi degli uomini a Fiumi». Il foglie, che si succedono e muoiono e si della natura, in particolare dei corsi d’acqua, salvano. Dante[7] paragonò le anime dei ciascuno dannati che si staccano lievemente da terra essenziale della sua vita. La poesia riflette a per poi salire sulla barca di Caronte alle foglie pieno tutta l'inquietudine ungarettiana: gli che cadono pacatamente dagli alberi. Il elementi soldato Ungaretti scrisse Fratell il 15 luglio viceversa del 1916 a Mariano del Friuli. Con questa dell'uomo. Ungaretti è riverso in una dolina, lirica esprime il suo forte desiderio di un avvallamento di forma circolare che affratellamento che rimanda al ricordo del grembo materno, appartengono allo stesso popolo e che sottolineando tutta la sua vena malinconica. condividono le tragiche conseguenze del Si abbandona in una «urna d'acqua» a conflitto; è tra individui quali naturali all'osservazione segna vengono avviene una una tappa umanizzati e naturalizzazione una riposare quasi fosse una reliquia: emerge sofferenza che così la sua visione del corpo umano, sfibrato accomuna tutti gli uomini e che alimenta il e fatto a pezzi dalle atrocità, ridotto quasi ad loro fraterna un mucchietto di «quattr'ossa». Centrale in solidarietà. Fratelli è un'unica e tremolante questi versi è la figura del cerchio connesso parola che timidamente si leva nell’aria tesa, all’immagine del circo e ai movimenti lievi e straziata da spari e botti, quando due precisi, quasi eterei, dell'acrobata, come a reggimenti si incontrano in una notte di voler guerra. Fratelli è ribellione malinconia, alla precarietà e alla fragilità della dell’uomo, consapevole della propria fragilità, vita. Primo riferimento è quello al fiume contro quella realtà lacerata dalla morte e Isonzo, tramite le cui acque il poeta ha la dall’odio. È una foglia appena nata, una sensazione di recuperare la perduta sintonia debole con il creato e con se stesso, riconoscendosi migliore. manifestazione dei procede di medesima la gli poeta condizione sentimento speranza di di l’istintiva per creare un mondo alludere ancora una volta alla «docile fibra dell'universo». Non manca la www.anovecento.net reminiscenza egiziana, attraverso l'immagine a contatto con esse. Ma da qui inizia anche il del beduino che si prepara a ricevere il sole. cammino della conoscenza filosofica, del Infine Ungaretti passa in rassegna ogni fiume ritorno a quella pura e percepibile realtà che della sua esistenza: il toscano Serchio, legato si coglie solo se si abbandona il piano alle vicende dei suoi genitori e dei suoi avi, il sensibile per servirsi della sola ragione. La Nilo, che lo ha visto crescere negli anni della conoscenza delle Idee, allora, è ricordo, fervida e inconsapevole giovinezza egiziana e reminiscenza operata dall'anima, capacità di la Senna, che ha accompagnato la sua riconquistare ciò che essa sapeva prima di maturazione durante il periodo parigino. La dimenticare tutto, sprofondando in un corpo. poesia si conclude con una chiusura ad La filosofia platonica utilizza spesso queste anello, con una situazione di notte lunare, in immagini, chiamate "miti", per rendere meno cui compare ancora la figura circolare della difficile la comprensione dei risultati a cui «corolla di tenebre», emblema della fragilità giunge della ha strategia che recupera le immagini della ripassato «le epoche/della sua vita», affronta memoria era già stata riscontrata da autori il ritratto del proprio trascorso, intessuto nella inglesi che hanno dominato il paesaggio memoria, in cui ritrova immagini tinteggiate letterario con nostalgia, mantenendo così vividi e vicini Wordsworth e Samuel Taylor Coleridge, i ricordi che nel loro cromatico insieme ritenuti compongono il suo passato. Conoscere è britannico. ricordare: fermamente «in the power of memory», nel vita dell'uomo. Ungaretti L'autore, sembra che far proprio l'indagine razionale. ottocentesco, fondatori Romanticismo questi credevano valore dell'ateniese memoria, capace di rievocare nel presente che conferisce al improntante sensazioni umana. Solo l'anima, per il filosofo, conosce, medesima intensità, oltre che mettere in perché solo essa riesce a cogliere le Idee. moto un processo di immaginazione al Esclusivamente l'essere, infatti, è affine alle confine tra il mondo naturale e super- Idee: naturale, circondato da un alone di magia. a loro perché eterno e Coleridge emozioni colori lontane della ricordo il potere di sprigionare la sapienza simile ed e William questo concetto alla base della filosofia Platone, suggestivo quali del Entrambi Un'analoga comuni con la intelligibile, le ha tutte conosciute poiché, Con assumono prima di unirsi al corpo, viveva nell'Iperuranio prodigiose sfumature, non diverse da quelle www.anovecento.net create da Ungaretti, il quale, in poesie sensibilità, come San Martino del Carso e Veglia, affida il sentimento, messaggio a immagini fortemente espressive conoscenza della natura umana e un'anima (la bocca «digrignata» e la «congestione» capace di maggiore comprensione»[8]. Il delle mani del compagno morto, il «brandello poeta non è solo colui che percepisce il di muro» del paese distrutto...). Per le messaggio suddette caratteristiche, queste poesie di particolare sensibilità, ma anche chi lo sa guerra alla codificare in modo da evocare in chi legge le pittorica sue stesse esperienze visive, uditive, tattili. dell'Espressionismo, sviluppatasi in Germania In Ungaretti la poesia assume un valore tra il 1905 e il 1925. L'abilità nel cogliere ciò soggettivo ed evocativo sulla traccia del che si cela sotto la superficie delle cose reali simbolismo viene dunque condivisa anche dai poeti vivere. Emerge il senso della crisi dei valori romantici inglesi, preceduti dal contributo del ottocenteschi e il sentimento della catastrofe loro compatriota William Blake, specializzato che la guerra mostra insieme al senso di nella tecnica dell’engraving e dell’illuminated solitudine printing”, ovvero nella decorazione delle sue irrazionalità della vita. In campo filosofico si stampe attraverso scenografiche e visionarie lega illustrazioni. Affine ai contrasti sociali e civili Kierkegaard e Sartre, sottolineando l'umana ungarettiani è l'avversione di Wordsworth alla condizione Francia e alla Rivoluzione con la quale venne angoscia. Se è vero che basta un nulla per a contatto, una vera e propria rimozione distruggere l'esistenza, all’autore basta una psicologica con cui avrebbe represso il dolore luce, un'illusione, per sperare. Egli sogna un per la separazione dall’amata Annette e da mondo diverso, sereno e innocente, ricerca la un Paese che tutto sommato non avrebbe purezza originaria, totalmente diversa dalla smesso di amare. La scrittura di Wordsworth condizione umana. sono contemporanea state accomunate corrente di maggiore che ha entusiasmo una della natura grazie e rappresenta dell'uomo profondamente di e maggiore alla l'angoscia del dolore all'esistenzialismo alienazione, e solitudine sua di e di e è ispirata da un desiderio di concretezza e spontaneità: il poeta romantico è definito «un uomo che comunica ad altri uomini: un uomo, veramente dotato di una più acuta Il poeta e l’Eterno: la ricerca di Dio Ungaretti sulla carta esprime il proprio dolore, individuale, per poi renderlo www.anovecento.net universale ed è proprio il poeta colui che colta dalla morte, mentre di Leopardi la esprime questo sentimento, mentre gli altri lo rottura degli schemi tradizionali, poiché il nascondono: «sono un poeta / un grido poeta dell’infinito preferiva adattare la poesia unanime / sono un grumo di sogni [9]; egli ai propri sentimenti piuttosto che dover infatti esprime i pensieri della collettività, relegare i propri sentimenti in schemi metrici mostrando la sua testimonianza. «Sono un già stabiliti. Ungaretti abbandona il verso frutto / d’innumerevoli contrasti d’innesti / libero per concedersi ai settenari e agli maturato in una serra» (Italia), definisce il endecasillabi, poeta come la combinazione di differenti spariscono le isole di silenzio, ma la parola culture ed esperienze che lo hanno maturato non perde affatto la propria importanza. La come fosse stato un frutto. Ungaretti infatti poesia recupera la musicalità tradizionale, frequentò ambienti che formarono la sua diviene istruzione, partendo dall’Egitto, luogo dal maggiormente complessi e allusivi, quasi carattere internazionale, aperto a differenti oscuri, tanto che la produzione di questa fase correnti di pensiero europee, la Francia, culla costituì di una cultura in vivo fermento, percorsa da Ermetismo. Fu riscoperto il fascino della correnti come il simbolismo, il futurismo, il classicità e della mitologia, che sembrava cubismo. Ungaretti conobbe personalità come perduto. Ungaretti subisce l’influenza del Picasso, Braque, De Chirico e Apollinaire. barocco, con fine della meraviglia, l’uso di ritorna la intellettuale, un modello punteggiatura, i vocaboli per sfociava il successivo L’arrivo a Roma, cessato il primo conflitto metafore che mondiale, causò un radicale cambiamento l’impiego di nella poetica dell’autore. l’ignoto, la paura e la morte: «Roma è tematiche nel sono concettismo, irrazionali come diventata la mia città quando sono arrivato a Era presente una nuova esigenza di ritorno capire ciò che è il barocco, ciò che ha il all’ordine, soddisfatta dalla salita al potere barocco, ciò che c’è in fondo al barocco». del fascismo. In letteratura si vive una ripresa della tradizione, riproponendo Ungaretti è affascinato dall’estate, stagione Petrarca e Leopardi, rappresentanti di un barocca per eccellenza, violenta, che agisce linguaggio armonioso. Ciò che di Petrarca sul mondo e lo sbriciola e lo ricostituisce; affascinò Ungaretti fu l’immagine di Laura, ragiona sui problemi dell’uomo, del suo donna diafana, quasi impercettibile, perché rapporto con l’eterno, i problemi dell’effimero www.anovecento.net e della storia. Di massima importanza è il di assoluto, un’esigenza di spiritualità, alla sentimento del vuoto che si tramuta in orrore ricerca di una purezza originaria. Ma «Dio del vuoto. E come riempire questo vuoto se cos’è?» non con Dio? Fu proprio durante il soggiorno immagina a Roma che fu redatta la raccolta Il si chiede la raggiungimento Ungaretti. propria della Il morte poeta e il che lo fungendo da madre, Sentimento del Tempo, che rappresenta il accompagnerà tempo che scorre inesorabile, che fluisce in intermediaria. Lei potrà guardarlo soltanto modo continuo, causando cambiamenti e nel momento in cui il Signore avrà concesso metamorfosi. Ciò che anticipa Sentimento del al poeta il perdono. Tempo è l’ultima ne L’Allegria, raccolta di intitolata Prime, da Dio, poesie a «Come dolce prima dell’uomo / doveva rappresentare appunto l’inizio di una nuova andare il mondo» (Preghiera), afferma alla fase. L’ultima lirica s’intitola Preghiera: in ricerca della purezza originaria, rovinata dalle essa In mani dell’uomo, perfide e lussuriose. Si quest’opera il poeta idealizza il momento in rivolge a Dio, nella speranza che riporti la cui tutte le barbarie cesseranno e si troverà serenità nelle menti degli uomini, ma si in una sfera, limpida e meravigliata, dove chiede perché quell’ente divino non gli non dovrà più sopportare alcun peso, ma concede avrà concesso il naufragio «di quel giovane cerca «se non oblio / nella cecità della giorno al primo grido». Il poeta quindi inizia carne» (Dannazione). Proprio l’Eterno risulta a porsi domande sulla sfera metafisica e il tema fondamentale nella seconda raccolta religiosa, perché sente il bisogno di rivolgersi del poeta; esso si oppone alla storia e al a Anche tempo, richiamando le divinità classiche, gli Dio, dei dell’Olimpo. L’interesse di Ungaretti per la sviluppando la lirica in una domanda sulla mitologia si denota in varie opere, una delle ricerca di questo ente sovrannaturale. Il più interessanti può essere Caino, figlio di poeta si chiede per quale motivo lo brama, Adamo ed Eva. Il primo uomo manifesta rinchiuso nella vanità delle cose terrene. invidia nei confronti del fratello minore Abele, viene nominato qualcosa di più in Dannazione Ungaretti Nel 1928 avviene la il intesa Signore. grande. parla di conversione nessuno sguardo, perciò non dello preferito da Dio, e proprio per questo lo scrittore al cristianesimo, derivata da un’ansia uccide. Il personaggio biblico, pastore di lupi www.anovecento.net che corre leggero e «spezza come nulla non è altro che questo Vita di un Uomo, una vecchie querci», incarna il vizio di peccare dichiarazione di umanità: «Non so che poeta tipico dell’uomo, che vince sulla ricerca della io sia stato in tutti questi anni. Ma so di purezza paradisiaca. essere stato un uomo: perché ho molto amato, ho molto sofferto, ho anche errato, cercando di riparare al mio errore come Vita di un uomo Nello studio potevo, e non ho odiato mai. Proprio quello di Ungaretti abbiamo sperimentato sulla nostra pelle i dubbi e i quesiti che il poeta si è posto durante la sua vita, e che, in fin dei conti, non sono altro che quelli di tutti gli uomini. Non abbiamo la più pallida idea di cosa possa essere quel «nulla d' inesauribile segreto», e sarebbe da folli superbi pensare di giungere ad una conclusione ultima. D'altronde non è proprio la ricerca il gusto della vita? Ambiamo alla comprensione dell'ignoto ma disdegniamo di coglierlo interamente. È affascinante notare come dall'impegno di un singolo uomo possa trapelare l'inquietudine universale che accomuna le individuali esperienze umane. E che un uomo deve fare: amare molto, anche errare, molto soffrire e non odiare mai» [1] G. Ungaretti, Vita d’un Uomo. Tutte le poesie, Milano, Mondadori, I Meridiani, 1969. Tutte le citazioni fanno riferimento a questa edizione. [2] [3] G. Ungaretti, Vita, poetica, opere scelte, Milano, Edizioni Sole24ore, 2007. [4] Dante, Purgatorio, I 1-3. [5] Cfr. G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, in Canti (1818-1836). [6] Omero, Iliade, VI. [7] Dante, Inferno, III. [8] W. Wordsworth, da Lyrical Ballads. [9] G. Ungaretti, Italia. Contributo Noemi Buratti, Alessandra Marchetti, Teresa Simonetti, IV G (Liceo delle Scienze Umane “Carlo Rinaldini”, Ancona) www.anovecento.net