L`incessante ricerca del tutto - Atlante digitale del `900 letterario

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L`incessante ricerca del tutto - Atlante digitale del `900 letterario
Atlante digitale del '900 letterario
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L'incessante ricerca del tutto
porto sepolto), alto (il mondo della luce),
Ungaretti emblema dell'umanità
separati da una ideale frontiera che solo al
Il poeta e la parola: la ricerca della
verità
poeta è dato di varcare. Il movimento di
discesa è quello fondamentale, perché il
Al principio dell’indagine sulla complessa
poeta viaggia alla scoperta di se stesso,
poesia e interiorità di Ungaretti, l’enigma che
richiamando vari miti; infatti nella stesura
ha tartassato le nostre menti è stato: cos’è
potrebbe essersi ispirato alla figura di Orfeo,
«quel nulla d’inesauribile segreto»?[1] La
cantore trace e dunque allusione alla poesia,
risposta a questo interrogativo risiede nella
il
suggestiva immagine evocata dal poeta ne Il
nell’oltretomba. Ci sono poi altri personaggi
Porto Sepolto nel quale affonda nel proprio
della mitologia classica, Ulisse ed Enea, ed il
abisso interiore alla ricerca della verità. «Che
nostro Dante, che si sono cimentati in
cosa poteva essere la poesia se non la ricerca
esperienze ultraterrene. Molti poeti moderni,
inesausta e mai approdata del motivo di tutto
quali Baudelaire, Rimbaud e Mallarmé, videro
ciò?»[2] Il
sua
nella poesia un viaggio in luoghi inesplorati e
d’Egitto:
inconoscibili. Il mito greco di Orfeo narra di
Ungaretti era venuto a conoscenza da parte
quest’uomo che, desideroso di salvare dalla
di due suoi amici ingegneri, Jean e Henry
morte la propria amata Euridice, approda
Thuile, dell’esistenza di alcune rovine di un
negli Inferi. Con questo riferimento Ungaretti
porto
anteriore
vuole celebrare e sacralizzare la figura del
all’epoca di Alessandro Magno. I versi sono in
poeta, colui che solo può godere del dono
stretta connessione con il titolo, che esplicita
divino di cogliere l’essenza delle cose al di là
il luogo in cui l’autore giunge, senza il quale
della superficie. Una volta toccato l'abisso, il
la poesia mancherebbe di comprensione. Il
poeta riemerge arricchito di un granello
poeta compie tre movimenti: verso il basso,
dell’inestinguibile verità, per poi disperderla
verso l’alto e poi orizzontalmente; lo spazio
attraverso i propri canti. Il verbo «disperde»,
risulta pertanto diviso in due piani: basso (il
utilizzato nella prima strofa, allude alla
adolescenza
titolo
ad
sommerso
rimanda
Alessandria
nelle
acque,
alla
quale
ha
compiuto
un
viaggio
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gratuità del dono del poeta, la cui parola si
occhio. La saggezza è perciò rinchiusa in
dirama in tutte le direzioni; per altro fa
alcune parole, ed è proprio la poesia a
intuire il rischio che qualcosa della rivelazione
detenere
che la poesia racchiude in sé vada perduto
fondamentale è quello della natura, infatti la
nel momento in cui il messaggio raggiunge i
fonte del sapere è situata fra le radici
destinatari. «All’uomo pare di volare più
dell’albero che regge l’intero universo. Odino
vicino alla verità perché pone in orbita i suoi
è
satelliti, è sbarcato sulla luna, ma il buio
conoscenza, peregrino instancabile. Ungaretti
cresce sempre di più intorno a noi, il
è un poeta girovago senza patria alla ricerca
sentimento del divino si attenua e la frattura
della verità. La parola è l’unica arma che
fra noi e la conoscenza della verità si sta
consente all'uomo di arrivare alla conoscenza
facendo sempre più fonda» . Un Ungaretti
e di trasmetterla, nessun altro strumento ne
simile allo scienziato-filosofo Galilei nella
dà la possibilità, né la religione né la scienza.
cosciente incapacità umana di raggiungere la
La realtà è un mistero inconoscibile e
verità, un ovvio incolmabile.
irrazionale, che può essere colto in minima
Abbiamo notato anche una somiglianza con il
dio Odino, principale figura della mitologia
nordica;
è
associato
alla
sapienza,
all’aspirazione profetica, alla guerra e alla
vittoria. Secondo i popoli scandinavi fu
proprio lui a diffondere la poesia fra i mortali
e per apprendere la verità era pronto a tutto.
La divinità compì un viaggio lungo nove
giorni percorrendo i nove mondi presenti
nella cosmologia nordica. Alla fine del viaggio
giunse dal gigante Mimir, posto a proteggere
la fonte della saggezza. Lo scopo di Odino
era quello di bervi il magico idromele, ma
prima di farlo dovette apprendere i canti del
potere, e in cambio cedette un proprio
quindi
la
un
sapienza.
viandante
Altro
in
elemento
cerca
della
parte soltanto dai poeti. Ungaretti, nella
prima fase della sua attività poetica, si rifà ai
dettami del movimento simbolista, per il
quale la parola ha un ruolo fondamentale,
riprendendo anche la lezione futurista, che
elimina totalmente la punteggiatura; ma
Ungaretti non aderì completamente a questa
avanguardia, non eliminò il vecchio, bensì
compì un rinnovamento, rielaborando la
tradizione
e
aggiungendo
la
propria
esperienza della guerra e il ripudio delle
atroci
azioni
degli
uomini,
il
naufragio
dell’umanità, che si evolve nel desiderio di un
perfetto equilibrio con il cosmo tanto citato
nelle sue opere liriche. L’autore prova una
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profonda malinconia derivata dal conflitto,
silenzio, così che aumentino di importanza e
ma
peso. Non sono presenti rime, ma le parole
al
contempo
uno
“snaturato”
attaccamento alla vita, che viene esaltata in
sono
ogni sua forma; il poeta quasi si annulla nei
esprimano alla perfezione gli stati d’animo di
ricordi
L’atteggiamento
chi impugna la penna. Il poeta si aspettava
coraggioso che assume di fronte alla morte
che la guerra fosse luogo di azioni eroiche, in
viene definito da lui stesso «Allegria», ovvero
cui far valere il proprio onore. Proprio per
la gioia provata quando si sopravvive a una
questo si arruolò da interventista: molti
tragedia. Ed è proprio questa parola che farà
esaltavano la guerra come «sola igiene del
da titolo alla prima raccolta di liriche,
mondo», per dirla come i futuristi, in cui gli
composte durante la Prima Guerra Mondiale,
uomini credevano di poter far splendere il
in
in
proprio nome, ma tutto quello che trovò fu
fanghiglia, margini di vecchi giornali, spazi
invece desolazione e abbandono, che riuscì
bianchi di care lettere ricevute», ovunque il
ad esprimere, definendosi un lupo di mare
poeta
scampato ad una tempesta, che riprende il
e
trincea,
nella
natura.
conservate
potesse
su
imprimere
«cartoline
le
proprie
scelte
accuratamente
proprio
risulta un racconto autobiografico, un diario,
miglior acque alza le vele / ormai la navicella
proprio perché ogni poesia è accompagnata
del mio ingegno, / che lascia dietro a sé mar
dal luogo e dalla data, che accentuano il
sì crudele»[4] così Dante cantava reduce
legame
poesie
dalle acque dell’Inferno: parallelamente ad
dell’Allegria sono scritte per dire con la
esso, il naufrago Ungaretti sopravvisse alle
massima precisione possibile (non si arriva
fiamme della guerra.
opere
e
vita.
«Le
insaziabile.
«Per
che
sensazioni e i propri pensieri. La raccolta
fra
viaggio,
così
correr
mai ad esprimersi con precisione), ma,
massima
Al centro della poesia, e quindi dell’esistenza
approssimazione quello che sentivo: dire così
ungarettiana, emerge il tema della ricerca
in
c’era
che connota il poeta girovago, sradicato da
tempo»[3]. Ungaretti si esprime con parole
una vera e propria patria. L’errare fisico fra le
semplici, essenziali, del linguaggio parlato,
differenti realtà culturali, quali l’Egitto, la
spesso ancora più caricate di significato
Francia, i fronti bellici, Roma, Brasile e altre
quando risultano emarginate in isole di
città italiane, fa di lui un’anima di natura
insomma,
per
pochissime
dire
con
parole…
la
Non
cosmopolita. Quello di Ungaretti non è
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esclusivamente
un
è
dell’inchiesta, la ricerca di un oggetto del
connesso a un profondo turbamento interiore
desiderio. Essa è ciò che muove la vicenda e
nato dallo strazio dalla guerra. Ungaretti,
suscita le imprese dei cavalieri. Alla fine,
come Petrarca o Tasso, si dimostra emblema
però, i desideri tanto agognati e rincorsi dai
della crisi della propria epoca: cerca di
personaggi si rivelano vani, poiché gli oggetti
conferire
la
ricercati deludono sempre le aspettative o
scrittura poetica, che assume una funzione
appaiono irraggiungibili. Quindi ci troviamo di
catartica. In Girovago emerge in pieno lo
fronte
spirito nomade del poeta, punto centrale del
fallimentare che si traduce con un movimento
nostro lavoro. Nella lirica, scritta nel maggio
circolare e labirintico che non approda mai ad
del 1918 al Campo di Mailly, Ungaretti
una meta e ritorna sempre su se stesso.
esprime
Dietro
ordine
al
vagare fisico,
al
reale
meglio
ma
attraverso
quel
senso
di
ad
i
un’inchiesta
cavalieri
inconcludente
e
del Furioso si
erranti
inadeguatezza che gli impedisce di legarsi
nasconde
definitivamente ad un qualsiasi luogo, città o
contemporaneo ad Ariosto, che, attraverso le
paese: «In nessuna / Parte/ Di terra/ Mi
meravigliose storie e avventure romanzesche,
posso/ Accasare». Ma da cosa scaturisce
compie una lucida analisi della realtà del suo
questo disagio? Ungaretti, come ci rivela
tempo, mostrando un atteggiamento critico
l’ultima strofa, sente un forte bisogno di
nei confronti della società del ’500. Anche
innocenza. La guerra, la vita al fronte, il
Ungaretti si fa portatore di un sentimento
continuo
la
condiviso da tutti gli uomini che hanno
sofferenza, fanno nascere in lui la necessità
vissuto sulla propria pelle la Guerra Mondiale,
di ricercare in sé e negli altri quella purezza
anche se a nostro parere non possiamo
propria dell’origine, di quel momento ancora
considerare quello del poeta un errare vano,
vergine da ogni male. Ma riconosce che la
poiché non stiamo parlando di un oggetto
sua è una ricerca vana, senza punto di arrivo,
concreto, come possono essere una donna o
e per tale ragione continua - deve continuare
il Santo Graal, ma di un ideale.
-
a
contatto
girovagare.
con
la
morte
Questo
e
l’uomo
rinascimentale
movimento
inconcludente ricorda il famoso poema di
Il poeta e la natura: la ricerca della
Ludovico Ariosto: uno dei temi portanti
purezza
dell’Orlando
Furioso è,
infatti,
il
motivo
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La lirica ungarettiana è permeata da un
dell'ossimoro.
Così
il
poeta
stabilisce
forte legame con la natura, che avviene
un'analogia tra sé e l'aridità delle rocce
mediante lo scambio quasi osmotico tra
carsiche: qui confronta il proprio cuore con
l'uomo e il mondo naturale. In San Martino
un paese distrutto e, per opposizione, il
del Carso assistiamo all'umanizzazione del
cuore ospita le croci che invece mancano nel
paese, di cui Ungaretti osserva lo scempio
paese reale, distrutto dai bombardamenti.
operato dalla guerra, del quale non è rimasto
In Sono una creatura, il cui titolo esprime
intatto che qualche «brandello di muro».
una dichiarazione di umanità, l’autore si
Utilizzando tale metafora implica un crudo
paragona ad una pietra senz’anima, fredda e
rinvio alle immagini di corpi mutilati e
arida, inalterabile. Il pianto del poeta è
straziati dei tanti compagni di battaglia, dei
prosciugato a causa delle morti a cui ha
quali non si sono preservati neppure brandelli
dovuto partecipare, si sente anch’esso privo
di carne. Ma il poeta fa di quelle morti un
di vita come una pietra del Carso. Negli ultimi
costante monito, richiamando il loro ricordo
versi «la morte / si sconta / vivendo» non si
alla memoria: il suo cuore straziato, che si
percepiscono il solito attaccamento alla vita e
configura come punto focale della propria
il sentimento di fratellanza che lo aiutano ad
lacerata interiorità, rievoca instancabilmente
affrontare le miserie belliche, al contrario il
le
apparendo
poeta mostra debolezza e angoscia. Il verbo
idealmente come un cimitero disseminato di
che usa è impersonale, a significare la
lapidi
manca».
validità universale di una sentenza che
Inevitabile è il riferimento, con l'immagine
esprime nella morte una liberazione da tutti i
della croce, al sacrificio e alla morte di Cristo,
mali della vita.
atto
ombre
in
di
cui
quelle
anime,
«nessuna
croce
Totalmente opposta può
le
crisi
essere considerata la lirica Veglia, in cui il
Martino
del
poeta osserva la morte, implacabile, che
Carso appare come una descrizione di "morte
rapisce i suoi compagni: passa infatti l’intera
della vita": il cuore, il luogo più vivo del
notte vicino ad un militare caduto, con i denti
corpo di un uomo e sede delle emozioni, è
digrignati in uno spasmo d’agonia ed il volto
assimilato ad un cimitero, quindi ad un regno
rivolto alla luna indifferente, che tanto ricorda
di
stilistico
quella rimirata dal pastore errante del noto
contrasto
canto leopardiano[5] le cui domande sul
di
speranza
esistenziali
morte,
ungarettiano
che
illumina
dell'autore. San
secondo
il
dettame
improntato
al
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senso della vita rimangono senza risposta.
dalla metamorfosi del poeta da persona a
Nella lirica vi sono vocaboli appartenenti al
elemento naturale, mentre ricerca la pace e
campo
come
la purificazione. La natura osserva impassibile
«compagno», e a quello della morte, come
le preoccupazioni e le vicende umane, così
«massacrato», e le parole vengono accostate
come in Galleria, dove un occhio di stelle ci
perché la morte fa parte della vita. In questo
osserva dal cielo, paragonato ad uno stagno,
momento
ricche
filtrando la loro benedizione di ghiaccio sulla
d’amore e compie uno slancio vitale perché
terra, un acquario in cui regna la noia,
afferma: «non sono mai stato / tanto /
insignificante a confronto della volta celeste,
attaccato alla vita» (Veglia). Il contrasto tra il
ed è proprio l’universo a cui il poeta si
principio e la fine dell’esistenza è teorizzato
avvicina. «Perché?» rappresenta il bisogno
anche
che
del poeta, e del suo cuore in particolare, di
analizzò la tendenza dell’uomo alla biofilia, la
una naturalezza ormai sconvolta, di un rifugio
quale può degradare nella necrofilia.
La
dalla guerra, che lo ha dissociato dal tempo.
natura disinteressata nei confronti dell’uomo
Ungaretti ricerca perciò la luce dopo aver
compare in altri componimenti: ne è un
conosciuto per troppo tempo il buio. Da
esempio Annientamento,
viene
quando ha osservato il volto immortale del
espresso il concetto di annullamento nella
mondo, ha bramato la conoscenza e l’ha
natura: l’autore diventa parte integrante del
inseguita nel labirinto della propria interiorità;
suolo, ricoperto di margherite, «radicato /
e non si spiega come possa il mondo essere
nella terra marcita», poi si identifica nel
talmente spietato e rimane sbigottito di
biancospino,
fronte
semantico
Ungaretti
dal
della
scrive
sociologo
pianta
Erich
in
tipica
vita,
poesie
Fromm,
cui
dell’Egitto.
La
a
tutto
questo
narrazione prosegue in Italia, dove il poeta si
dolore. Soldati comunica quella fragilità dei
specchia in un letto di ghiaia, imitando
militi, paragonati a foglie che stanno per
l’«asfalto
Infine
staccarsi dall’albero e perire. L’enjambement
Ungaretti si trasfigura in un insieme di
tra il primo e il secondo verso rende
nuvole, ritrovandosi in nessun luogo o tempo
perfettamente
ed è felice e con un bacio di marmo sulle
creando un senso di sospensione, con una
labbra va incontro all’eterno sonno. Il tratto
connessione fra la precarietà dai soldati e
fondamentale di questa poesia è costituito
quella
azzurro»
dell’Isonzo.
della
quel
senso
struttura
di
instabilità,
grammaticale.
Il
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simbolo delle foglie è già presente in altri
«L’Allegria di Naufragi è la presa di coscienza
autori: ne parla Isaia nella Bibbia, dove le
di sé, è la scoperta che prima adagio
iniquità, come fossero vento, trascinano via
avviene, poi culmina d’improvviso in un canto
gli
scritto il 16 agosto 1916 e che s’intitola I
uomini,
come
fossero
foglie.
Omero[6] paragonò le stirpi degli uomini a
Fiumi». Il
foglie, che si succedono e muoiono e si
della natura, in particolare dei corsi d’acqua,
salvano. Dante[7] paragonò le anime dei
ciascuno
dannati che si staccano lievemente da terra
essenziale della sua vita. La poesia riflette a
per poi salire sulla barca di Caronte alle foglie
pieno tutta l'inquietudine ungarettiana: gli
che cadono pacatamente dagli alberi. Il
elementi
soldato Ungaretti scrisse Fratell il 15 luglio
viceversa
del 1916 a Mariano del Friuli. Con questa
dell'uomo. Ungaretti è riverso in una dolina,
lirica esprime il suo forte desiderio di
un avvallamento di forma circolare che
affratellamento
che
rimanda al ricordo del grembo materno,
appartengono allo stesso popolo e che
sottolineando tutta la sua vena malinconica.
condividono le tragiche conseguenze del
Si abbandona in una «urna d'acqua» a
conflitto;
è
tra
individui
quali
naturali
all'osservazione
segna
vengono
avviene
una
una
tappa
umanizzati
e
naturalizzazione
una
riposare quasi fosse una reliquia: emerge
sofferenza
che
così la sua visione del corpo umano, sfibrato
accomuna tutti gli uomini e che alimenta il
e fatto a pezzi dalle atrocità, ridotto quasi ad
loro
fraterna
un mucchietto di «quattr'ossa». Centrale in
solidarietà. Fratelli è un'unica e tremolante
questi versi è la figura del cerchio connesso
parola che timidamente si leva nell’aria tesa,
all’immagine del circo e ai movimenti lievi e
straziata da spari e botti, quando due
precisi, quasi eterei, dell'acrobata, come a
reggimenti si incontrano in una notte di
voler
guerra. Fratelli è
ribellione
malinconia, alla precarietà e alla fragilità della
dell’uomo, consapevole della propria fragilità,
vita. Primo riferimento è quello al fiume
contro quella realtà lacerata dalla morte e
Isonzo, tramite le cui acque il poeta ha la
dall’odio. È una foglia appena nata, una
sensazione di recuperare la perduta sintonia
debole
con il creato e con se stesso, riconoscendosi
migliore.
manifestazione
dei
procede
di
medesima
la
gli
poeta
condizione
sentimento
speranza
di
di
l’istintiva
per
creare un
mondo
alludere
ancora
una
volta
alla
«docile fibra dell'universo». Non manca la
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reminiscenza egiziana, attraverso l'immagine
a contatto con esse. Ma da qui inizia anche il
del beduino che si prepara a ricevere il sole.
cammino della conoscenza filosofica, del
Infine Ungaretti passa in rassegna ogni fiume
ritorno a quella pura e percepibile realtà che
della sua esistenza: il toscano Serchio, legato
si coglie solo se si abbandona il piano
alle vicende dei suoi genitori e dei suoi avi, il
sensibile per servirsi della sola ragione. La
Nilo, che lo ha visto crescere negli anni della
conoscenza delle Idee, allora, è ricordo,
fervida e inconsapevole giovinezza egiziana e
reminiscenza operata dall'anima, capacità di
la Senna, che ha accompagnato la sua
riconquistare ciò che essa sapeva prima di
maturazione durante il periodo parigino. La
dimenticare tutto, sprofondando in un corpo.
poesia si conclude con una chiusura ad
La filosofia platonica utilizza spesso queste
anello, con una situazione di notte lunare, in
immagini, chiamate "miti", per rendere meno
cui compare ancora la figura circolare della
difficile la comprensione dei risultati a cui
«corolla di tenebre», emblema della fragilità
giunge
della
ha
strategia che recupera le immagini della
ripassato «le epoche/della sua vita», affronta
memoria era già stata riscontrata da autori
il ritratto del proprio trascorso, intessuto nella
inglesi che hanno dominato il paesaggio
memoria, in cui ritrova immagini tinteggiate
letterario
con nostalgia, mantenendo così vividi e vicini
Wordsworth e Samuel Taylor Coleridge,
i ricordi che nel loro cromatico insieme
ritenuti
compongono il suo passato. Conoscere è
britannico.
ricordare:
fermamente «in the power of memory», nel
vita
dell'uomo.
Ungaretti
L'autore,
sembra
che
far
proprio
l'indagine
razionale.
ottocentesco,
fondatori
Romanticismo
questi
credevano
valore
dell'ateniese
memoria, capace di rievocare nel presente
che
conferisce
al
improntante
sensazioni
umana. Solo l'anima, per il filosofo, conosce,
medesima intensità, oltre che mettere in
perché solo essa riesce a cogliere le Idee.
moto un processo di immaginazione al
Esclusivamente l'essere, infatti, è affine alle
confine tra il mondo naturale e super-
Idee:
naturale, circondato da un alone di magia.
a
loro
perché
eterno
e
Coleridge
emozioni
colori
lontane
della
ricordo il potere di sprigionare la sapienza
simile
ed
e
William
questo concetto alla base della filosofia
Platone,
suggestivo
quali
del
Entrambi
Un'analoga
comuni
con
la
intelligibile, le ha tutte conosciute poiché,
Con
assumono
prima di unirsi al corpo, viveva nell'Iperuranio
prodigiose sfumature, non diverse da quelle
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create da Ungaretti, il quale, in poesie
sensibilità,
come San Martino del Carso e Veglia, affida il
sentimento,
messaggio a immagini fortemente espressive
conoscenza della natura umana e un'anima
(la bocca «digrignata» e la «congestione»
capace di maggiore comprensione»[8]. Il
delle mani del compagno morto, il «brandello
poeta non è solo colui che percepisce il
di muro» del paese distrutto...). Per le
messaggio
suddette caratteristiche, queste poesie di
particolare sensibilità, ma anche chi lo sa
guerra
alla
codificare in modo da evocare in chi legge le
pittorica
sue stesse esperienze visive, uditive, tattili.
dell'Espressionismo, sviluppatasi in Germania
In Ungaretti la poesia assume un valore
tra il 1905 e il 1925. L'abilità nel cogliere ciò
soggettivo ed evocativo sulla traccia del
che si cela sotto la superficie delle cose reali
simbolismo
viene dunque condivisa anche dai poeti
vivere. Emerge il senso della crisi dei valori
romantici inglesi, preceduti dal contributo del
ottocenteschi e il sentimento della catastrofe
loro compatriota William Blake, specializzato
che la guerra mostra insieme al senso di
nella tecnica dell’engraving e dell’illuminated
solitudine
printing”, ovvero nella decorazione delle sue
irrazionalità della vita. In campo filosofico si
stampe attraverso scenografiche e visionarie
lega
illustrazioni. Affine ai contrasti sociali e civili
Kierkegaard e Sartre, sottolineando l'umana
ungarettiani è l'avversione di Wordsworth alla
condizione
Francia e alla Rivoluzione con la quale venne
angoscia. Se è vero che basta un nulla per
a contatto, una vera e propria rimozione
distruggere l'esistenza, all’autore basta una
psicologica con cui avrebbe represso il dolore
luce, un'illusione, per sperare. Egli sogna un
per la separazione dall’amata Annette e da
mondo diverso, sereno e innocente, ricerca la
un Paese che tutto sommato non avrebbe
purezza originaria, totalmente diversa dalla
smesso di amare. La scrittura di Wordsworth
condizione umana.
sono
contemporanea
state
accomunate
corrente
di
maggiore
che
ha
entusiasmo
una
della natura grazie
e
rappresenta
dell'uomo
profondamente
di
e
maggiore
alla
l'angoscia
del
dolore
all'esistenzialismo
alienazione,
e
solitudine
sua
di
e
di
e
è ispirata da un desiderio di concretezza e
spontaneità: il poeta romantico è definito
«un uomo che comunica ad altri uomini: un
uomo, veramente dotato di una più acuta
Il poeta e l’Eterno: la ricerca di Dio
Ungaretti sulla carta esprime il proprio
dolore,
individuale,
per
poi
renderlo
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universale ed è proprio il poeta colui che
colta dalla morte, mentre di Leopardi la
esprime questo sentimento, mentre gli altri lo
rottura degli schemi tradizionali, poiché il
nascondono: «sono un poeta / un grido
poeta dell’infinito preferiva adattare la poesia
unanime / sono un grumo di sogni [9]; egli
ai propri sentimenti piuttosto che dover
infatti esprime i pensieri della collettività,
relegare i propri sentimenti in schemi metrici
mostrando la sua testimonianza. «Sono un
già stabiliti. Ungaretti abbandona il verso
frutto / d’innumerevoli contrasti d’innesti /
libero per concedersi ai settenari e agli
maturato in una serra» (Italia), definisce il
endecasillabi,
poeta come la combinazione di differenti
spariscono le isole di silenzio, ma la parola
culture ed esperienze che lo hanno maturato
non perde affatto la propria importanza. La
come fosse stato un frutto. Ungaretti infatti
poesia recupera la musicalità tradizionale,
frequentò ambienti che formarono la sua
diviene
istruzione, partendo dall’Egitto, luogo dal
maggiormente complessi e allusivi, quasi
carattere internazionale, aperto a differenti
oscuri, tanto che la produzione di questa fase
correnti di pensiero europee, la Francia, culla
costituì
di una cultura in vivo fermento, percorsa da
Ermetismo. Fu riscoperto il fascino della
correnti come il simbolismo, il futurismo, il
classicità e della mitologia, che sembrava
cubismo. Ungaretti conobbe personalità come
perduto. Ungaretti subisce l’influenza del
Picasso, Braque, De Chirico e Apollinaire.
barocco, con fine della meraviglia, l’uso di
ritorna
la
intellettuale,
un
modello
punteggiatura,
i
vocaboli
per
sfociava
il
successivo
L’arrivo a Roma, cessato il primo conflitto
metafore
che
mondiale, causò un radicale cambiamento
l’impiego
di
nella poetica dell’autore.
l’ignoto, la paura e la morte: «Roma è
tematiche
nel
sono
concettismo,
irrazionali
come
diventata la mia città quando sono arrivato a
Era presente una nuova esigenza di ritorno
capire ciò che è il barocco, ciò che ha il
all’ordine, soddisfatta dalla salita al potere
barocco, ciò che c’è in fondo al barocco».
del fascismo. In letteratura si vive una
ripresa
della
tradizione,
riproponendo
Ungaretti è affascinato dall’estate, stagione
Petrarca e Leopardi, rappresentanti di un
barocca per eccellenza, violenta, che agisce
linguaggio armonioso. Ciò che di Petrarca
sul mondo e lo sbriciola e lo ricostituisce;
affascinò Ungaretti fu l’immagine di Laura,
ragiona sui problemi dell’uomo, del suo
donna diafana, quasi impercettibile, perché
rapporto con l’eterno, i problemi dell’effimero
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e della storia. Di massima importanza è il
di assoluto, un’esigenza di spiritualità, alla
sentimento del vuoto che si tramuta in orrore
ricerca di una purezza originaria. Ma «Dio
del vuoto. E come riempire questo vuoto se
cos’è?»
non con Dio? Fu proprio durante il soggiorno
immagina
a
Roma
che
fu
redatta
la
raccolta Il
si
chiede
la
raggiungimento
Ungaretti.
propria
della
Il
morte
poeta
e
il
che
lo
fungendo
da
madre,
Sentimento del Tempo, che rappresenta il
accompagnerà
tempo che scorre inesorabile, che fluisce in
intermediaria. Lei potrà guardarlo soltanto
modo continuo, causando cambiamenti e
nel momento in cui il Signore avrà concesso
metamorfosi. Ciò che anticipa Sentimento del
al poeta il perdono.
Tempo è
l’ultima
ne L’Allegria,
raccolta
di
intitolata Prime,
da
Dio,
poesie
a
«Come dolce prima dell’uomo / doveva
rappresentare appunto l’inizio di una nuova
andare il mondo» (Preghiera), afferma alla
fase. L’ultima lirica s’intitola Preghiera: in
ricerca della purezza originaria, rovinata dalle
essa
In
mani dell’uomo, perfide e lussuriose. Si
quest’opera il poeta idealizza il momento in
rivolge a Dio, nella speranza che riporti la
cui tutte le barbarie cesseranno e si troverà
serenità nelle menti degli uomini, ma si
in una sfera, limpida e meravigliata, dove
chiede perché quell’ente divino non gli
non dovrà più sopportare alcun peso, ma
concede
avrà concesso il naufragio «di quel giovane
cerca «se non oblio / nella cecità della
giorno al primo grido». Il poeta quindi inizia
carne» (Dannazione). Proprio l’Eterno risulta
a porsi domande sulla sfera metafisica e
il tema fondamentale nella seconda raccolta
religiosa, perché sente il bisogno di rivolgersi
del poeta; esso si oppone alla storia e al
a
Anche
tempo, richiamando le divinità classiche, gli
Dio,
dei dell’Olimpo. L’interesse di Ungaretti per la
sviluppando la lirica in una domanda sulla
mitologia si denota in varie opere, una delle
ricerca di questo ente sovrannaturale. Il
più interessanti può essere Caino, figlio di
poeta si chiede per quale motivo lo brama,
Adamo ed Eva. Il primo uomo manifesta
rinchiuso nella vanità delle cose terrene.
invidia nei confronti del fratello minore Abele,
viene
nominato
qualcosa
di
più
in Dannazione Ungaretti
Nel
1928
avviene
la
il
intesa
Signore.
grande.
parla
di
conversione
nessuno
sguardo,
perciò
non
dello
preferito da Dio, e proprio per questo lo
scrittore al cristianesimo, derivata da un’ansia
uccide. Il personaggio biblico, pastore di lupi
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che corre leggero e «spezza come nulla
non è altro che questo Vita di un Uomo, una
vecchie querci», incarna il vizio di peccare
dichiarazione di umanità: «Non so che poeta
tipico dell’uomo, che vince sulla ricerca della
io sia stato in tutti questi anni. Ma so di
purezza paradisiaca.
essere stato un uomo: perché ho molto
amato, ho molto sofferto, ho anche errato,
cercando di riparare al mio errore come
Vita di un uomo
Nello
studio
potevo, e non ho odiato mai. Proprio quello
di
Ungaretti
abbiamo
sperimentato sulla nostra pelle i dubbi e i
quesiti che il poeta si è posto durante la sua
vita, e che, in fin dei conti, non sono altro
che quelli di tutti gli uomini. Non abbiamo la
più pallida idea di cosa possa essere quel
«nulla d' inesauribile segreto», e sarebbe da
folli superbi pensare di giungere ad una
conclusione ultima. D'altronde non è proprio
la ricerca il gusto della vita? Ambiamo alla
comprensione dell'ignoto ma disdegniamo di
coglierlo interamente. È affascinante notare
come dall'impegno di un singolo uomo possa
trapelare
l'inquietudine
universale
che
accomuna le individuali esperienze umane. E
che un uomo deve fare: amare molto, anche
errare, molto soffrire e non odiare mai»
[1] G. Ungaretti, Vita d’un Uomo. Tutte le poesie,
Milano, Mondadori, I Meridiani, 1969. Tutte le
citazioni fanno riferimento a questa edizione.
[2]
[3] G. Ungaretti, Vita, poetica, opere scelte,
Milano, Edizioni Sole24ore, 2007.
[4] Dante, Purgatorio, I 1-3.
[5] Cfr. G. Leopardi, Canto notturno di un pastore
errante
dell’Asia,
in Canti (1818-1836).
[6] Omero, Iliade, VI.
[7] Dante, Inferno, III.
[8] W. Wordsworth, da Lyrical Ballads.
[9] G. Ungaretti, Italia.
Contributo
Noemi Buratti, Alessandra Marchetti, Teresa
Simonetti, IV G (Liceo delle Scienze Umane “Carlo
Rinaldini”, Ancona)
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