It.J.Fresh.Ichthyol., 2014(1)

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It.J.Fresh.Ichthyol., 2014(1)
Italian Journal of Freshwater Ichthyology, 2014 vol. 1
Atti XIII Congresso Nazionale Associazione Italiana Ittiologi Acque Dolci – Sansepolcro (Ar)
It.J.Fresh.Ichthyol.
2014(1) : 57-63..
EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI: INDAGINE ITTIOLOGICA DI
POPOLAZIONI NATIVE DI TROTA MEDITERRANEA (SALMO TRUTTA
MACROSTIGMA) A SEGUITO DI RIPETUTI FENOMENI ALLUVIONALI
MAURIZIO PENSERINI1, PIERPAOLO GIBERTONI1, STEFANO ESPOSITO1,
ALESSANDRA FOGLIA1, DAVIDE PAGLIAI2
1
Mediterranean Trout Research Group, Via Porali 1/A – 42037, Collagna, (RE), Italy
Unità Operativa Programmazione Faunistica, Provincia di Modena, 41124 Modena
E-mail dell’autore per la corrispondenza: [email protected]
2
Riassunto
Da diversi anni le popolazioni autoctone di Trota Mediterranea (Salmo trutta macrostigma),
residenti nel quadrante appenninico settentrionale, sono sottoposte a progetti di studio, di
tutela e di conservazione. In particolare i corsi d’acqua della Provincia di Reggio Emilia sono
popolati da comunità di Trote Mediterranee e da soggetti ibridi originati dall’incrocio tra la
forma nativa e la specie alloctona di trota fario Salmo trutta trutta, immessa a scopo alieutico
nello scorso secolo. I risultati ottenuti negli ultimi anni da indagini genetiche e ittiologiche
hanno rivelato l’incremento e la stabilizzazione di intere popolazioni appartenenti alla specie
nativa mediterranea. Da alcuni anni però le acque italiane hanno subito profonde
modificazioni a causa dei cambiamenti climatici e della negligenza umana. Queste
modificazioni, sia morfologiche che faunistiche, sono il risultato, molto spesso, di eventi
catastrofici generati dalle forze della natura. In particolare nella Provincia di Reggio Emilia
negli ultimi due anni, si sono verificati ben 4 eventi alluvionali di notevole rilevanza. Questi
fenomeni si possono classificare come piene ventennali, avvenute però nell’arco temporale di
un anno. La gravità del problema non risiede solamente nella modalità di alluvione, ma
soprattutto dalla tempistica di sviluppo. Infatti le alluvioni sono accadute nell’inverno
2008/2009 e nell’inverno 2009/2010. In particolare l’alluvione del 2008 avvenuta a dicembre
si è ripetuta nel mese di gennaio 2009, e le ultime due nel dicembre 2009. Quattro eventi
alluvionali di tale portata hanno causato la quasi totale scomparsa o forte contrazione
numerica di intere popolazioni salmonicole. Questo studio, realizzato su commissione del
Comitato Interassociativo per la Gestione dei Servizi Pesca della Provincia di Reggio Emilia
in collaborazione con l’Ufficio Caccia e Pesca della medesima Provincia, è stato sviluppato
con l’obiettivo di monitorare, tramite campionamenti, la fauna ittica delle acque reggiane
vocate a salmonidi colpite dai citati eventi alluvionali. Oltre al monitoraggio lo scopo
dell’indagine è stato determinare i danni causati dalle piene all’ambiente fluviale e definire
piani di gestione ittica e alieutica compatibili con la situazione rilevata. Sono state realizzate,
nel mese di Aprile 2010 e nel mese di Ottobre 2010, 21 stazioni di campionamenti distribuite
su tutti i corsi d’acqua montani della Provincia reggiana. Oltre alla devastazione fisica di
molti tratti o di interi corsi d’acqua, è emerso che la totalità delle popolazioni studiate ha
subito contrazione numerica e modificazione strutturale. In particolare per ogni popolazione
in media sono scomparsi circa il 75% degli individui. Le classi d’età maggiormente colpite
sono risultate la classe 0+ (individui nati nella primavera 2009) e la classe 1+ (individui nati
nella primavera 2008). Il dato interessante è risultato il fenotipo rappresentato dagli individui
sopravissuti. Circa l’85% delle trote campionate apparteneva alla forma nativa mediterranea.
La determinazione della linea genetica mediante analisi visiva della livrea è stata possibile
usando quale parametro i fenotipi ricorrenti indicati dallo studio genetico e morfologico
realizzato da Penserini et. Al. nel 2006. Tale risultato testimonia la migliore capacità di
sopravvivenza e di automantenimento delle popolazioni native di Trota Mediterranea.
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Abstract
From different years the autochthonous populations of Mediterranean Brown Trout (Salmo
trutta macrostigma), resident in the Apennine Mountains northern quadrant, are submitted in
projects of study, guardianship and conservation. In particular the waters of Reggio Emilia
Province are populated by community of Mediterranean Brown Trout and by hybrids subject
originated by the intersection among the native form and the allochthonous kind of Brown
trout Salmo trutta trutta, introduced for fishing in the last century. The results gotten in the
last years from genetic and ichthyologic investigations have revealed the increase and the
stabilization of whole populations belonging to the native Mediterranean lineage. From some
years however the Italian waters have at once lavish modifications on account the climatic
changes and the human negligence. This modifications, morphological and faunal, are the
result, much often of catastrophic events produced by the strengths of the nature. In particular
in the Reggio Emilia Province in the last two years, are verified 4 alluvial events of notable
consequence. This phenomena are able classify as twentieth flood, happened however in the
temporal arc of a year. The gravity of the problem doesn't sit down again only in the formality
of flood, but above all from the time of development. In fact floods are happened in the winter
2008/2009 and in the winter 2009/2010. In particular the flood of 2008 happened to
December is repeated in the month of January 2009, and the latest two in the December 2009.
Four alluvial events of such course has caused the nearly total disappearance or strong
numerical contraction of whole trout populations. This studies, realized on errand of the
Comitato Interassociativo per la Gestione dei Servizi Pesca of Reggio Emilia in collaboration
with the office Fish & Game of the same Province, has been developed with the objective of
monitoring, through samplings, the fish fauna in Reggio Emilia trout waters, strikes from the
quoted alluvial events. Besides the monitoring the purpose of the investigation has been
determine the caused damages from floods to river environment and define plans of fish
management compatible with the relief situation. Have been carried out, in the month of April
2010 and in the month of Octuber 2010, 22 stations of samplings distributes on all the river
and creek of mountain water of Reggio Emilia Province. Besides the physical devastation of
much features or of whole water courses, is emersed that the totality of the studied
populations has at once numerical contraction and structural modification. In particular for
every population in media is missing about 75% of the individuals. The classes of age mostly
strikes are resulted the class 0+ ( individuals born in the spring 2009 ) and the class 1+
(individuals born in the spring 2008). The interesting datum is resulted the represented
phenotype from the alive individuals. About 85% of the trout sample belonged at the
Mediterranean native form. The determination of the genetic line by visual analysis of the
livery has been possible using like parameter the recurrent phenotypes pointed out by the
genetic and morphological study made by Penserini et. Al., 2006. Such result give evidence
the better ability of survival and of automantenience of the native populations of
Mediterranean Brown Trout.
Introduzione
Le acque del reticolo idrografico italiano hanno subito profonde mutazioni sia per quanto
riguarda il sistema ecologico fluviale sia per quanto riguarda il popolamento faunistico. Nel
corso degli ultimi 20 anni, scienziati e ricercatori di diversi rami delle scienze hanno
realizzato studi e appurato, attraverso i risultati ottenuti, che il clima e più in generale le
relazioni tra i diversi sistemi funzionali terrestri sono stati alterati. Queste modificazioni,
anche minime, di delicati equilibri stanno determinando radicali e distruttivi cambiamenti
negli ecosistemi naturali. L'analisi dei dati diretti di temperatura degli ultimi 150 anni e delle
ricostruzioni negli ultimi mille anni indica un aumento delle temperature globali di circa 0.60.8 °C nell'ultimo secolo, con un tasso di crescita in aumento. I dieci anni più caldi degli
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ultimi cento anni si sono verificati tutti nel periodo 1997-2008 (Corti et Al., 2009). Il
riscaldamento globale comporta effetti, già parzialmente in atto, quali aumento del livello del
mare, alluvioni, incendi più estesi, siccità, desertificazione, fusione e possibile collasso di
ghiacciai terrestri, riduzione del ghiaccio marino, diffusione di malattie, collasso di
ecosistemi, migrazioni di massa. Diversi studi hanno portato a concludere che, con altissima
probabilità, la principale causa di cambiamento climatico è l’attività antropica, con
l’immissione di gas serra quali biossido di carbonio (o anidride carbonica, CO2) e metano
(CH4), l'immissione di aerosol ed altre sostanze inquinanti e le estese modificazioni nell'uso
del territorio. I modelli di previsione climatica concordano nello stimare che il riscaldamento
globale proseguirà nel corso del XXI secolo. L'analisi dei dati e le proiezioni dei modelli
climatici indicano che l'area mediterranea è una "hot-spot", ovvero un'area particolarmente
sensibile al cambiamento climatico. Le serie storiche di temperatura e precipitazione
nell'ultimo secolo indicano che il clima in Italia sta diventando più caldo e più secco, in
particolare al centro-sud, con la contemporanea tendenza all'aumento delle precipitazioni
intense ed un maggiore rischio di eventi siccitosi in molte aree mediterranee. Un aumento di
precipitazioni intense comporta peraltro un aumento del rischio di alluvioni, frane ed erosione
dei suoli. Queste alterazioni si ripercuotono a tutti i livelli nei vari sistemi biologici, causando
la perdita di importanti habitat, portando alla contrazione o all’estinzione diverse specie
animali e vegetali, oppure si ripercuotono a livello delle relazioni tra diverse specie
modificando i rapporti tra prede e predatori o generando la sostituzione di intere popolazioni a
favore di specie esotiche distruttive (Corti et Al., 2009). Per quanto riguarda gli ambienti
fluviali e le diverse ittiocenosi, i cambiamenti climatici hanno causato e causeranno
alterazioni e modificazioni raddoppiate rispetto ai sistemi terrestri. Questo perché gli equilibri
acquatici risultano più sensibili e più effimeri nei confronti di pressioni esterne. L’Appennino
centro-settentrionale è ritenuto areale originario della specie autoctona di trota fario
mediterranea Salmo (trutta) macrostigma, geneticamente differenziata dalla forma atlantica di
trota fario Salmo (trutta) trutta. Le due forme non ancora riproduttivamente separate, sono in
grado di originare ibridi fertili. In particolare i corsi d’acqua della Provincia di Reggio Emilia
sono popolati da comunità di trote mediterranee e da soggetti ibridi originati dall’incrocio tra
la forma nativa e la specie alloctona di trota fario Salmo trutta trutta, immessa a scopo
alieutico nello scorso secolo. Da diversi anni la maggiore sensibilità dimostrata dall’Ente
Amministratore ha permesso l’avvio e la realizzazione di importanti progetti di indagine,
tutela e conservazione della forma salmonicola nativa. I risultati ottenuti da questi studi
genetici e ittiologici hanno permesso di definire la valida presenza e distribuzione,
confermando l’incremento e la stabilizzazione di intere popolazioni appartenenti alla specie
nativa mediterranea. In questi ultimi anni le acque reggiane hanno subito profonde
modificazioni a causa dei cambiamenti climatici globali e della negligenza umana. Queste
modificazioni, sia morfologiche che faunistiche, sono molto spesso il risultato, di eventi
catastrofici generati dalle forze della natura. In particolare nella Provincia di Reggio Emilia
nel corso del 2008 (5 dicembre) e del 2009 (20 gennaio, 8 dicembre e 25 dicembre), si sono
verificati eventi alluvionali di notevole rilevanza. Fenomeni simili si sono verificati già molte
volte nella storia naturale del nostro territorio, anche di entità superiore, ma mai con tempi
così ravvicinati. Le ultime alluvioni si possono classificare come piene
ventennali/cinquantennali, avvenute però nell’arco temporale di un anno. La gravità del
problema non risiede solamente nella modalità di alluvione, ma soprattutto dalla tempistica di
sviluppo. Quattro eventi alluvionali di tale portata hanno causato la quasi totale scomparsa o
forte contrazione numerica di intere popolazioni di trota fario mediterranea. Questo a seguito
della devastante distruzione dell’alveo fluviale che si traduce quindi sia nel trascinamento o
immediata uccisione dei pesci, sia nella distruzione delle aree e dei nidi di frega impedendo
così la naturale riproduzione. La genesi di tali eventi devastanti va imputata al repentino
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scioglimento delle nevi, cadute abbondanti nei giorni prima dei fenomeni alluvionali e
azzerate dall’arrivo di correnti di scirocco cariche di acqua e vento caldo. In particolare
nell’evento alluvionale di maggiore portata avvenuto nel dicembre 2009, la presenza di un
intensa anomalia climatica definita fenomeno del Gelicidio, ha causato l’ingresso di aria calda
in quota schiacciando la massa di aria fredda a bassa quota. Questo ha generato una
escursione termica in aumento di circa 20°C nel giro di 24 ore a quote di crinale (ARPA 2010
b). Tale aumento di temperatura e di precipitazioni ha determinato lo scioglimento di un
cospicuo manto nevoso spesso oltre un metro. Nel giro di pochi giorni sono state calcolate
precipitazioni superiori ai 600 mm nelle zone del crinale reggiano. Il Fiume Secchia che è
caratterizzato da una portata media annua di 42 m3/s, ha raggiunto nei giorni dell’evento
alluvionale portate di oltre 750 m3/s (ARPA 2010 a). Alla luce di tali eventi è stato deciso, da
parte del Comitato Interassociativo per la Gestione dei Servizi Pesca in accordo con l’U.O.
Caccia, Pesca e Vigilanza della Provincia di Reggio Emilia, di realizzare uno studio che
valutasse il reale danno generato dalle citate alluvioni alle popolazioni ittiche delle
Headwaters del territorio reggiano classificate acque di categoria D. Tramite questo studio
sarà possibile trovare le soluzioni di gestione ittica e alieutica più opportune. Infatti, saranno
valutate le strategie più efficienti per una corretta gestione che contempli sullo stesso piano il
recupero della fauna ittica autoctona e della pesca. I risultati di questo studio permetteranno di
decidere il destino per i prossimi anni dei tratti di fiume interessati.
Materiali e Metodi
Le modalità operative sviluppate nel presente lavoro sono quelle tipiche applicate al
campionamento ittico fluviale. La scelta di determinati corsi nelle acque vocate a salmonidi
della Provincia, facenti anche parte delle acque del Parco Nazionale dell’Appennino ToscoEmiliano, è stata decisa sulla base dei provvedimenti particolari adottati nell’ordinanza del
Calendario Ittico 2010 a seguito degli eventi alluvionali. In alcuni tratti campionati, in
passato, erano già stati eseguiti campionamenti i quali risultati furono utilizzati per la
redazione della Carta Ittica Regionale (1999), per la realizzazione del Piano di Gestione della
Fauna Ittica del Parco del Gigante (Gibertoni et. Al., 2005) e per altri studi ittiologici
(Penserini et. Al., 2006); in questi tratti è quindi possibile
mettere a confronto i grafici delle strutture di popolazione
per apprezzarne le dinamiche a distanza di alcuni anni.
Sono state realizzate 22 stazioni di campionamento
distribuite lungo tutte le Headwaters della Provincia di
Reggio Emilia, di cui 16 sono state eseguite nel mese di
Aprile 2010 con lo scopo di definire i danni causati
dall’alluvione e stabilire le modalità gestionali; le restanti
6 stazioni sono state realizzate nel mese di Ottobre 2010
con lo scopo di definire le rese delle semine di trotelle
Mediterranee immesse nella primavera dello stesso anno
(Fig.1).
Figura 1: Area di studio (in rosso le Headwaters della Provincia
reggiana)
Le modalità di campionamento rispecchiano i metodi applicati per realizzare le carte ittiche:
stabilita la stazione di campionamento, le operazioni di recupero sono effettuate su un tratto di
lunghezza pari a 50 m. Mediante passaggi ripetuti di pesca con elettrostorditore (Honda 4
stroke GKV50) è stata effettuata la cattura dei pesci presenti, i quali misurati in lunghezza
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totale LT (mm) sono stati classificati in base alla specie di appartenenza usando quale
parametro i fenotipi ricorrenti indicati dallo studio genetico e morfologico realizzato da
Penserini et. Al. nel 2006 per l’area reggiana. I dati raccolti hanno permesso così di elaborare
le strutture di popolazione di ogni stazione. Rilevando la superficie di campionamento è stato
possibile calcolare per ogni stazione la densità di popolazione. Per ogni individuo campionato
sono state raccolte in modo non cruento alcune scaglie e conservate in alcool etilico 96° per
eseguire l’indagine scalimetrica. Tale analisi ha permesso di identificare le classi d’età di
appartenenza dei soggetti studiati. È stato inoltre documentato ogni soggetto con fotografia
digitale (Nikon Coolpix S4), e sono stati rilevati parametri ambientali chimico-fisici delle
acque studiate.
Risultati e Discussione
I risultati ottenuti dall’indagine ittiologica hanno evidenziato l’importante alterazione
apportata dagli eventi alluvionali alle comunità salmonicole ed alla morfologia strutturale dei
corsi d’acqua. Le popolazioni di trota mediterranea risultano fortemente decimate e alterate
nella loro strutturazione. Analizzando le strutture di popolazione ottenute nel mese di Aprile,
nel 70% dei casi è emersa l’assenza delle prime classi d’età, in particolare sono state colpite
maggiormente le classi 0+ e 1+ (Fig. 2).
Figura 2: Esempio di struttura di popolazione rilevata nel 70% dei casi
Le densità di popolazioni rilevate in questi corsi si sono ridotte a valori medi di 0,06 ind./mq
(prima dell’evento le densità medie si aggiravano intorno ai 0,4-0,8 ind./mq). Nel 10% delle
stazioni analizzate non sono stati rinvenuti esemplari di salmonidi, e i corsi d’acqua che
presentano tale situazione risultano modificati nella morfologia e nella funzionalità biologica
e meccanica. Infatti in molti tratti il fondale modificato si presentava permeabile e privo della
fauna bentonica. Nel 20% dei casi, invece, dove la struttura di popolazione in prima analisi
sembrava discretamente distribuita, paragonando le densità di popolazioni ottenute con quelle
rilevate negli studi precedenti si testimonia la consistente decimazione avvenuta. Infatti corsi
d’acqua che presentavano densità di 1,46 ind./mq, dopo gli eventi alluvionali questi corsi
sostenevano densità di 0,09 ind./mq. In generale è stato appurato un danno omogeneo e
distribuito su tutto il territorio provinciale, con una perdita media del 75% delle trote dei corsi
d’acqua reggiani. Analizzando i fenotipi dei soggetti campionati applicando i parametri
ricorrenti presenti in bibliografia per l’area reggiana (Penserini et Al., 2006), è emerso che
nell’85% dei casi le trote caratterizzate all’analisi visiva risultavano ascrivibili al ceppo nativo
mediterraneo (Fig. 3).
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Figura 3: Soggetto catturato ascrivibile alla specie nativa Salmo trutta macrostigma
I dati ottenuti dai campionamenti eseguiti nel mese di Ottobre 2010 hanno rivelato una
cospicua presenza di trotelle di classe 0+ seminate nella primavere precedente, provenienti
dagli impianti ittiogenici della Provincia di Reggio Emilia. Le densità medie rilevate in
autunno si aggiravano su valori di 0,3-0,5 ind./mq.
Conclusioni
Alla luce dei risultati ottenuti si può concludere che gli eventi alluvionali di tale portata
avvenuti con tempismi ravvicinati stanno modificando la distribuzione e la struttura delle
popolazioni native di trota Mediterranea. Durante la stagione piscatoria 2010 sono stati
controllati i tesserini segnacatture per la pesca controllata e sono state svolte interviste ai
pescatori delle acque salmonicole dei corsi d’acqua reggiani, dai quali è emerso un aumento
delle catture di esemplari di trota adulte di dimensioni “ragguardevoli” (> 270 mm di LT).
Questo può essere spiegato dalla carenza di alimento a seguito delle piene, in particolare di
invertebrati, e dell’ambiente fluviale modificato. Un’altra spiegazione può essere imputata
anche all'assenza di trotelle giovanili sentinella. Una cospicua decimazione delle popolazioni
native causata dalle alluvioni e un aumento delle catture di trote adulte altera profondamente
il successo riproduttivo per diverse stagioni portando a rischio di estinzione o forte
contrazione le naturali popolazioni autoctone. L’elevata percentuale di presenza di trote
ascrivibili alla specie Mediterranea testimonia la migliore resistenza e capacità di
sopravvivenza del genoma nativo. Le buone densità rilevata nell’autunno 2010 rappresentano
il successo e la buona resa delle semine di materiale autoctono prodotto negli impianti
ittiogenici della Provincia di Reggio Emilia. Tale resa è imputabile anche alla minor
competizione con soggetti selvatici decimati quest’ultimi dalle piene alluvionali. Alla luce di
tale situazione sono state intraprese da parte dell’Ente Amministratore nuovi piani di gestione
ittiologica ed alieutica per la tutela, salvaguardia e recupero delle popolazioni native. In
particolare sono state istituiti nelle Headwaters del territorio reggiano divieti temporanei di
pesca nelle fasi di campionamento ittico per la definizione dei danni causati dalle alluvioni.
Alcuni di questi divieti sono stati mantenuti per tutta la stagione alieutica in quelle acque
maggiormente colpite dagli eventi alluvionali. Sono state istituite in tutte le acque al di sopra
degli 800 metri s.l.m. della zona a salmonidi il Regime Speciale di Pesca “a Trofeo” che
prevede la possibilità di detenzione di un solo esemplare di trota al giorno di misura superiore
ai 300 mm di LT. È stato aumentato il parco riproduttori degli impianti ittiogenici provinciali
al fine di incrementare la produzione di novellame da semina. Infine è stata effettuata una
importante campagna di divulgazione e sensibilizzazione tramite mezzi informatici e previo il
posizionamento di tabelle descrittive della situazione generata dagli eventi alluvionali e dei
provvedimenti attuati. In conclusione si può affermare che le alterazioni climatiche attuali
stanno modificando sia l’ambiente fluviale che le ittiocenosi residenti. La forte pressione
generata da tali cambiamenti climatici deve essere gestita e mitigata attraverso azioni di
ripristino, riqualificazione e recupero applicando linee guida specifiche per le diverse
situazioni acquatiche italiane.
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