SIUMB-Vol.8 3/2005¥193/273
Transcript
SIUMB-Vol.8 3/2005¥193/273
L’ecografia transperineale dinamica nella diagnostica della sindrome puborettale A. Viscardi S.O.C. di Diagnostica per Immagini - Ospedale SS Gonfalone - ASL RMG - Monterotondo (Roma) Poster premiato al XVI Congresso Nazionale SIUMB 2004 Parole chiave: Ecografia transperineale dinamica; Sindrome puborettale; Defecazione ostruita; Defecografia Scopo. Valutare con ecografia transperineale dinamica (ETPD) i normali aspetti morfologico-funzionali del muscolo o fionda puborettale e le sue alterazioni nella sindrome puborettale (SPR). Per questo secondo aspetto, è stata scelta la defecografia come esame di confronto. Materiali e metodi. Sono state esaminate 36 pazienti affette da defecazione ostruita e distinte sulla base dell’esame defecografico in due gruppi: (A) 18 pazienti con SPR e (B) 18 pazienti senza SPR. Sono stati studiati, con la sola metodica ecografica, 15 soggetti volontari sani di sesso femminile. E’ stata eseguita la valutazione di segni ecografici qualitativi e quantitativi dell’attività del muscolo puborettale rappresentati dalle variazioni della sua convessità a livello della giunzione anorettale. Per l’analisi statistica sono stati utilizzati il T-test per dati accoppiati ed il T-test per campioni indipendenti. Risultati. Nei soggetti di controllo le variazioni qualitative e quantitative della fionda puborettale hanno soddisfatto pienamente i criteri scelti di normalità. Il livello di concordanza tra defecografia ed ETPD, nella individuazione della SPR, è stato completo in entrambi i gruppi. Conclusioni. L’ETPD è una metodica proponibile per un iniziale approccio allo studio delle pazienti con defecazione ostruita. Può essere utile, per l’assenza di radiazioni ionizzanti, nel follow-up terapeutico delle pazienti affette da SPR. Dynamic transperineal sonography in the diagnosis of puborectalis syndrome Key words: Dynamic transperineal ultrasonography; Puborectalis syndrome; Obstructed defecation; Defecography Scope. To evaluate, by means of dynamic transperineal ultrasound (DTPUS), the normal morphological and functional characteristics of the puborectal muscle (or sling) and the alterations of these parameters associated with the puborectalis syndrome (PRS). For the latter scope, findings were compared with those of defecography. Materials and methods. We examined 36 patients with obstructed defecation. Based on defecographic findings, they were divided into two groups: (A) 18 patients with PRS, and (B) 18 patients without PRS. Fifteen healthy female volunteers were also examined by means of sonography alone. We evaluated the qualitative and quantitative signs of puborectal muscle activity represented by variations in muscle convexity at the level of the anorectal junction. Statistical analysis was based on the use of the t-test for paired data and t-test for independent samples. Results. In the control subjects, qualitative and quantitative variations of the puborectalis sling fully satisfied the selected criteria for normal function. Concordance between DTPUS and defecography in the diagnosis of PRS was observed for all patients in groups A and B. Conclusions. DTPUS can be proposed as a first-line method for the diagnostic workup of patients with obstructed defecation. In the post-treatment follow-up of PRS patients, it can be a useful alternative that avoids exposure to ionizing radiation. Introduzione La sindrome del muscolo puborettale (SPR) è una alterazione funzionale, dovuta alla contrazione paradossa o al mancato rilasciamento del muscolo puborettale durante la spinta evacuativa [1,2]. Questo muscolo è formato da due fasci che si estendono dall’osso pubico alla giunzione anorettale circondandola posteriormente come una fionda [3]. Il suo rilasciamento consente l’evacuazione; dalla efficacia della sua contrazione dipende in parte la continenza volontaria sia vescicale che anale [4]. La SPR viene anche indicata con i temini: anismo, dissinergia addomino-pelvica, dissinergia retto-anale, sindrome spastica del pavimento pelvico [5]. Essa rappresenta una delle cause della defecazione ostruita [6]. Giornale Italiano di Ecografia 2005; 8(3): 237-241 La sua prevalenza non è stata ancora ben definita; i valori riportati in letteratura oscillano dal 25 al 50% dei soggetti affetti da defecazione ostruita. Non vi sono dati conclusivi relativamente alla differenza tra i sessi [6]. Clinicamente è caratterizzata da sforzo evacuativo, incompleto svuotamento, ricorso a manovre manuali per facilitare l’evacuazione. La diagnosi si basa sull’associazione di diversi tests che comprendono il test di espulsione del pallone, la elettromiografia, la manometria anorettale, la defecografia [6]. Nessuno di questi esami da solo è ritenuto specifico; tuttavia l’insieme delle alterazioni defecografiche costituite dal prolungato tempo di evacuazione, insufficiente o man- 237 L’ecografia transperineale dinamica nella diagnostica della sindrome puborettale a b Fig. 1a. Proctogramma durante normale spinta espulsiva. Figure 1a. Proctogram during normal straining. Fig. 1b. Accentuata impronta puborettale* durante spinta espulsiva. Figure 1b. Accentuated puborectal impression* during straining. cata apertura del canale anale, ridotta o assente emissione di mezzo di contrasto, è considerato altamente predittivo per la diagnosi; può essere presente, ma non necessariamente secondo alcuni Autori [7], la persistenza o l’accentuazione dell’impronta muscolare puborettale durante la spinta evacuativa (Fig. 1a,b). L’ecografia transperineale dinamica (ETPD) è una tecnica non invasiva di recente utilizzo, indicata nello studio delle patologie anatomo-funzionali del pavimento pelvico sia urogenitali che proctologiche [8]. Una sua specifica indicazione è lo studio dell’incontinenza urinaria femminile [9,10]. In questo tipo di patologia, tale tecnica consente di valutare la mobilità vescico-uretrale ed individuare eventuali prolassi urogenitali [11]. Questo approccio dinamico fornisce una valutazione solo indiretta dell’attività del muscolo puborettale [12]; altrettanto, la valutazione dinamica basata sulla misurazione della distanza tra il margine posteriore del pube ed il limite posteriore della giunzione anorettale [13]. Valutazioni ecografiche dirette per via transperineale si limitano ad una descrizione dell’aspetto statico del muscolo [13,14]. A nostra conoscenza, non vi sono studi in letteratura che descrivano gli aspetti ecografici morfofunzionali di questo muscolo a livello della giunzione anorettale e le sue alterazioni nella SPR. Scopo del presente lavoro è stato, pertanto, quello di studiare tali aspetti e descriverne le alterazioni nella SPR. cata apertura del canale anale, la ridotta o assente emissione di mezzo di contrasto, la persistenza o accentuazione dell’impronta puborettale. La presenza di tutti questi segni, in associazione ai dati clinici, è stata considerata necessaria per porre diagnosi di SPR. Nessuna differenza significativa presentavano i due gruppi di pazienti per quanto riguarda il riscontro defecografico di cedimenti del pavimento pelvico, rettoceli, intussuscezioni, prolassi esterni. L’esame ecografico è stato eseguito in assenza di una preliminare preparazione. Per evitare contaminazioni incrociate fra le pazienti e tra i soggetti sani è stata utilizzata la protezione di un guanto di latex. Nelle prime 10 pazienti di entrambi i gruppi l’indagine è stata eseguita prima e dopo riempimento dell’ampolla rettale con 50 ml di gel ecografico [13]. Non rilevandosi alcuna significativa differenza nei risultati tra il prima e il dopo riempimento, l’esame è stato eseguito esclusivamente senza mezzo di contrasto nelle successive 16 pazienti e nei soggetti di controllo. L’indagine è stata effettuata in posizione litotomica. E’ stata adoperata una sonda convex da 6 MHz posizionata sul corpo perineale e ruotata in modo da visualizzare, su un piano sagittale, la vagina, il retto, il canale anale ed il muscolo puborettale; quest’ultimo si presenta come un’area iperecogena con superficie anteriore convessa a stretto contatto con lo sfintere esterno e la giunzione anorettale. La convessità di tale area è stata valutata a riposo, durante contrazione volontaria e nella spinta espulsiva. La sua accentuazione durante contrazione volontaria e la sua riduzione in fase espulsiva sono state considerate indici di normale funzione del muscolo puborettale (Fig. 2a,b,c). Segni ecografici scelti come indicativi di SPR sono stati l’accentuazione o la mancata riduzione della convessità dell’area puborettale nella spinta espulsiva (Fig. 3a,b,c). Oltre la valutazione qualitativa è stata eseguita anche una valutazione quantitativa basata sulle variazioni dell’angolo formato dalle tangenti ai margini dei due fasci della fionda puborettale. Quest’angolo è stato indicato con la sigla AF (angolo della fionda) (Fig. 2a). Sono stati comparati tra loro, nell’ambito dei rispettivi gruppi, i valori dell’angolo a riposo, in contrazione e Materiali e metodi La defecografia è stata scelta come esame di confronto per convalidare la diagnosi di SPR. Sono state esaminate 36 pazienti affette da defecazione ostruita e distinte sulla base dell’esame defecografico in due gruppi: (A) 18 pazienti, età media 50.9 +/- 11.6 affette da SPR e (B) 18 pazienti, età media 57.8 +/- 10.5, senza SPR. E’ stato inoltre esaminato, con la sola metodica ecografica, un gruppo di 15 soggetti volontari sani di sesso femminile, con età media: 45.5 +/- 13.2. I criteri defecografici considerati per la diagnosi di SPR sono state le seguenti alterazioni in fase evacuativa: il prolungato tempo di evacuazione, l’insufficiente o man- 238 Giornale Italiano di Ecografia 2005; 8(3): 237-241 A. Viscardi 2a 3a 2b 3b 2c 3c Fig. 2a. Scansione sagittale del perineo posteriore eseguita con sonda convex da 6 MHz in soggetto normale, in fase di riposo. 1. canale anale - 2. muscolo puborettale - 3. angolo della fionda (AF). Figure 2a. Sagittal scan of the posterior perineum using an 6 MHz convex probe in a normal subject at rest. 1. anal canal - 2. puborectalis muscle - 3. sling angle (SA). Fig. 2b. Durante contrazione del muscolo puborettale. Figure 2b. During contraction of the puborectalis muscle. Fig. 2c. Durante spinta espulsiva. Figure 2c. During straining. Giornale Italiano di Ecografia 2005; 8(3): 237-241 Fig. 3a. Scansione sagittale del perineo posteriore eseguita con sonda convex da 6 MHz in paziente con SPR, in fase di riposo. Figure 3a. Sagittal scan of the posterior perineum using an 6 MHz convex probe in a PBS patient at rest. Fig. 3b. Durante contrazione del muscolo puborettale. Figure 3b. During contraction of the puborectalis muscle. Fig. 3c. Contrazione paradossa del muscolo puborettale durante spinta espulsiva. Figure 3c. Paradoxical contraction of the puborectalis muscle during straining. 239 L’ecografia transperineale dinamica nella diagnostica della sindrome puborettale nella spinta espulsiva. Valori di AF durante la spinta espulsiva significativamente minori o senza differenza significativa rispetto all’ampiezza a riposo sono stati considerati indicativi di SPR. L’analisi statistica è stata eseguita con il T-test per dati accoppiati ed il T-test per campioni indipendenti. Risultati Nessuna differenza significativa è stata rilevata tra i due gruppi (A) e (B) riguardo all’età. L’età del gruppo di controllo non ha presentato significativa differenza rispetto a quella del gruppo A; è risultata significativamente minore rispetto a quella del gruppo B (P< 0.05). In tutti i soggetti di controllo la convessità dell’area puborettale si è accentuata in contrazione e ridotta durante la spinta espulsiva. I valori di AF a riposo sono stati 103.8°+/-12.2° con significativa riduzione in contrazione 72.3°+/-17.8° (P< 0.005) ed altrettanto significativo aumento in fase espulsiva 124.2°+/- 4.5° (P< 0.005). Le 18 pazienti del gruppo A hanno mostrato, durante la spinta espulsiva, un’accentuazione (11 pazienti) o una mancata riduzione (7 pazienti) della convessità puborettale. In contrazione tale convessità è aumentata in 13 pazienti, è rimasta invariata in 4 e si è ridotta in una. L’ampiezza di AF è risultata a riposo 62.4°+/-15.6°, con valori significativamente minori sia in contrazione: 51.9°+/-10° (P< 0.05) che nella spinta espulsiva: 51.3°+/13°.2° (P< 0.005). Le pazienti del gruppo B hanno tutte presentato una riduzione della convessità puborettale durante la spinta espulsiva, mentre in contrazione è aumentata in 14 ed è rimasta invariata in 4. I valori di AF a riposo sono stati 74.8°+/-19.8°, con significativa riduzione in contrazione 58.1°+/-14.1° (P< 0.005) e significativo aumento in fase espulsiva: 110.1°+/-19 ° (P< 0.005). Inoltre nel gruppo A non è stata rilevata nessuna differenza significativa dell’ampiezza di AF tra contrazione e fase espulsiva, laddove sia nel gruppo di controllo che in (B) l’ampiezza in contrazione è apparsa significativamente minore (P< 0.005). In tutti e tre i gruppi la valutazione qualitativa dell’attività della fionda ha concordato con quella quantitativa mostrando in tutti i casi la corrispondenza tra le variazioni della convessità puborettale e quelle dell’ampiezza di AF. Il livello di concordanza tra defecografia ed ETPD, nella individuazione della SPR, è stato completo in entrambi i gruppi. Discussione L’elevato livello di concordanza tra defecografia ed ETPD nella diagnosi della SPR può essere in parte dovuto all’utilizzo di criteri defecografici molto selettivi avendo incluso, come condizione necessaria per la diagnosi, anche la persistenza o accentuazione dell’impronta puborettale. Viceversa nessuno dei segni prima elencati era presente nelle pazienti non affette dalla SPR. L’inclusione di questo segno radiologico, considerato da altri Autori opzionale [7], è stata motivata dalle seguenti considerazioni: alcuni Autori [15,16], con i quali la nostra esperienza concorda, 240 hanno descritto, sulla base delle immagini defecografiche, due forme di dissinergia retto-anale, di cui una caratterizzata dalla persistenza o accentuazione dell’impronta puborettale durante la spinta espulsiva, l’altra, invece, priva di tale segno; in entrambe sono presenti tutte le altre alterazioni defecografiche che definiscono questa patologia. La prima forma, corrispondente alla SPR, è attribuita al mancato rilasciamento di questo muscolo; la seconda, alla ipertonia del canale anale dovuta all’aumentata pressione dello sfintere anale interno. L’aspetto terapeuticamente interessante di questa distinzione è che la prima forma sembra rispondere più favorevolmente alla terapia con biofeedback [15]. Sulla base di tali premesse, abbiamo considerato indispensabile, per convalidare la diagnosi ecografica di SPR, includere, nei criteri defecografici, il segno dell’impronta puborettale.Un limite dello studio, insito nella metodica stessa, è rappresentato dalle deduzioni morfologico-funzionali sullo stato di contrazione e rilasciamento del muscolo puborettale. Il tipo di esame non consente, infatti, una valutazione diretta del tono muscolare, possibile solo con la elettromiografia [17]. D’altra parte il confronto con la defecografia, tecnica già convalidata per questo tipo di diagnosi, ha dimostrato l’attendibilità delle conclusioni ecografiche. Una plausibile osservazione è quella di ritenere che la pressione della sonda sul perineo possa determinare falsi positivi; questa evenienza è stata facilmente prevenuta grazie alla agevole ripetibilità dell’esame che ha permesso di graduare opportunamente la pressione esercitata dalla sonda. La facile ripetibilità ha anche dimostrato come un disagio iniziale possa determinare una transitoria contrazione paradossa del muscolo. Tutti i soggetti esaminati hanno rapidamente familiarizzato con questo tipo di indagine mostrando un alto grado di partecipazione e disponibilità ad eventuali, successive sedute. La concordanza tra la valutazione qualitativa e quella quantitativa dell’attività puborettale consente conclusioni rapide ed attendibili sulla funzione di questo muscolo. Per angoli a riposo di notevole ampiezza, > 110°, possono apparire meno evidenti le variazioni qualitative in fase espulsiva ed è più indicata, in questi casi, la misura di AF; è da precisare, comunque, che nessuna delle pazienti con SPR presentava valori di ampiezza così elevati, mentre una sola paziente del gruppo B aveva un’ampiezza a riposo superiore a 110°. Nella contrazione volontaria è stato osservato, in tre pazienti del gruppo A ed in quattro del B, un aspetto immodificato della convessità puborettale rispetto alla condizione di riposo; la misurazione di AF ha confermato questo riscontro; una possibile spiegazione è la difficoltà di alcune pazienti a contrarre la fionda puborettale in posizione supina; nessuna di esse ha infatti mostrato una insufficienza contrattile durante l’esame defecografico. E’ verosimile che un’opportuna preparazione a riguardo può permettere a questi soggetti di superare tale difficoltà. Nel gruppo A, una paziente ha mostrato, durante la contrazione, una riduzione della convessità puborettale con un corrispettivo aumento di AF. L’esame defecografico aveva rilevato una incapacità a contrarre la fionda; in questo caso è ipotizzabile un’altra alterazione funzionale del muscolo che si accompagna alla contrazione paradossa [5]. Giornale Italiano di Ecografia 2005; 8(3): 237-241 A. Viscardi Sia la defecografia che l’ETPD consentono uno studio morfofunzionale del perineo; recentemente è stata riscontrata una notevole concordanza tra le due metodiche nella individuazione sia di alcune alterazioni morfologiche, come il rettocele, l’intussuscezione, il prolasso esterno, sia nella valutazione di parametri funzionali come l’escursione del pavimento pelvico e l’angolo anorettale [18]. Tali multipotenzialità non sono possedute da altre metodiche: il test di espulsione del pallone dimostra, infatti, la presenza di una difficoltà espulsiva, ma non la causa di essa; l’esame elettromiografico indaga direttamente e soltanto la funzione del muscolo; inoltre è gravato da molti falsi positivi in parte dovuti al carattere invasivo della metodica [19]; la manometria anorettale, misurando la pressione anale, si basa su di una valutazione indiretta della contrazione puborettale e parimenti non fornisce dati morfologici [20]. La combinazione tra defecografia, test di espulsione del pallone ed elettromiografia ha dato risultati discordanti sotto il profilo diagnostico [21]. L’ETPD per la sua elevata concordanza con l’esame defecografico, per la semplicità dell’esecuzione, per la notevole tollerabilità da parte delle pazienti, per l’assenza di nocività, non esponendo alle radiazioni ionizzanti, può pertanto proporsi come tecnica di screening nell’iter diagnostico delle pazienti affette da defecazione ostruita. E’ inoltre proponibile nel follow-up terapeutico delle pazienti con sindrome puborettale. Bibliografia References 1) Wasserman IF. Puborectalis syndrome: rectal stenosis due to anorectal spasm. Dis Colon Rectum 1964; 7: 87-98 2) Kuijpers HC, Bleijenberg G. The spastic pelvic floor syndrome. Dis Colon Rectum 1985; 28: 669-672 3) Cook TA, Mortensen N. Colon, rectum, anus, anal sphincters and the pelvic floor. In: Pemberton JH, Swash M, Henry MM (eds) The pelvic floor. Its function and disorders. W.B. Saunders, Philadelphia, 2002: 61-76 4) DeLancey JOL. Functional anatomy of the pelvic floor. In: Bartram CI, DeLancey JOL (eds) Imaging pelvic floor disorders. Springer-Verlag, Berlin, Heidelberg, New York, 2003: 27-38 5) De Nuntis S, Bevilacqua M, Forlini G, Rossi Z. Dissinergia addominopelvica: analisi videoproctografica e associazioni patologiche nella sindrome da ostruita defecazione. Radiol Med 1998; 96: 73-80 6) Whitehead WE, Wald A, Diamant NE, Enck P, Pemberton JH, Rao SSC. Functional disorders of the anus and rectum. Gut 1999; 45(Suppl II): II55–II59 16) Schmutz G, Beljean B, Arhan P, Schwartz C, Regent D, Devroede G. Defecographie: technique d’imagerie de la defecation et de ses desordres fonctionnels. Encycl Med Chir (Elsevier, Paris), Radiodiagnostic Appareil digestif 1998; 33-48 0 - A -10, 17 p 7) Halligan S, Bartram CI, Park HJ, Kamm MA. Proctographic features of anismus. Radiology 1995; 197: 679-682 17) Podnar S. Electrodiagnosis of the anorectum: a review of techniques and clinical applications. Tech Coloproctol 2003; 7: 71-76 8) Sarnelli G, Trovato C, Imarisio M, Talleri D, Braconi A. L’indagine ecografica del perineo femminile. Radiol Med 2003; 106 : 357-369 9) Schaer GN, Koechli OR, Schuessler B, Haller U. Perineal ultrasound for evaluating the bladder neck in urinary stress incontinence. Obstet Gynecol 1995; 85: 220-224 18) Beer-Gabel M, Teshler M, Schechtman E, Zbar AP. Dynamic transperineal ultrasound vs. defecography in patients with evacuatory difficulty: a pilot study. Int J Colorectal Dis 2004; 19: 60-67 10) Meyer S, De Grandi P, Schreyer A, Caccia G. The assessment of bladder neck position and mobility in continent nullipara, multipara, forceps-delivered and incontinent women using perineal ultrasound: a future office procedure ? Int Urogynecol J 1996; 7: 138-146 11) Dietz HP, Haylen BT, Vancaillie TG. Female pelvic organ prolapse and voiding function. Int Urogynecol J 2002; 13: 284-288 12) Dietz HP, Jarvis SK, Vancaillie TG. The assessment of levator muscle strength: a validation of three ultrasound techniques. Int Urogynecol J 2002; 13: 156-159 13) Beer-Gabel M, Teshler M, Barzilai N et al. Dynamic transperineal ultrasound in the diagnosis of pelvic floor disorders. Dis Colon Rectum 2002; 45: 239-248 14) Peschers UM, DeLancey JOL, Schaer GN, Schuessler B. Exoanal ultrasound of the anal sphincter: normal anatomy and sphincter defects. Br J Obstet Gynaecol 1997; 104: 999-1003 15) Park UC, Choi SK, Piccirillo MF, Verzaro R, Wexner SD. Patterns of anismus and the relation to biofeedback therapy. Dis Colon Rectum 1996; 39: 768-773 19) Jones PN, Lubowski DZ, Swash M, Path MRC, Henry MM. Is paradoxical contraction of puborectalis muscle of functional importance ? Dis Colon Rectum 1987; 30: 667-670 20) Fellous K. Explorations fonctionnelles usuelles utiles et moins utiles dans les troubles fonctionnels anorectaux. Gastroenterol Clin Biol 2003; 27: B99-B109 21) Schouten WR, Briel JW, Auwerda JJA et al. Anismus: fact or fiction ? Dis Colon Rectum 1997; 40: 1033-1041 Address correspondence: Dott. Andrea Viscardi C.P. 11/186 Roma - Montesacro 00141 Roma Tel. 338.8837766 Fax 06.9069171 Giornale Italiano di Ecografia 2005; 8(3): 237-241 241