Angelo D`Arrigo (1961 – 2006)

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Angelo D`Arrigo (1961 – 2006)
Angelo D’Arrigo (1961 – 2006)
a cura di Teresa Fallavollita (A.A: 2007/2008)
Biografia
Angelo d'Arrigo, nato a Catania il 03/04/1961,
vissuto a Parigi fino al 1984, ha da sempre
perseguito il sogno di volare come gli uccelli, ed
insieme a loro.
Dopo anni di competizioni, e dopo aver vinto
ben due titoli mondiali con il deltaplano a
motore, lascia il mondo delle gare, si dedica allo
sviluppo del volo libero e realizza imprese che si
pongono ben al di là del semplice evento
sportivo.
Ha studiato per anni il volo dei grandi rapaci, ai quali si è affiancato in incredibili migrazioni nei
cieli del pianeta
Ma forse la più grande intuizione di Angelo è legata alla realizzazione della "Piuma" di Leonardo
da Vinci.
Dopo attenti studi sul Codice di Madrid, realizza e fa volare una Piuma leggerissima, identica nella
struttura a quella del grande Leonardo.
Il Cinquecento conosceva solo la solidità di legno, cuoio e tela: Angelo d'Arrigo dimostra,
utilizzando i materiali leggeri del terzo millennio, l'esattezza delle progettazioni aerodinamiche di
Leonardo.
Con Leonardo, Angelo condivide un approccio intuitivo e l'instancabile desiderio di spostare ogni
giorno più in là le frontiere dell'uomo.
Nel corso della sua carriera agonistica ai vertici internazionali del volo agonistico, Angelo d’Arrigo
ha avuto modo di volare in giro per il mondo.
Durante i suoi viaggi attraverso i vari continenti, Angelo ha sorvolato mari, deserti, vulcani e catene
montuose, insieme ad aquile e rapaci di ogni specie.
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Laureato all'Università dello Sport di Parigi, ma innamorato della montagna, Angelo d'Arrigo esce
dalla sua metropoli per cimentarsi negli sport estremi.
Con i suoi titoli di istruttore di volo, di maestro di sci e di guida alpina, riesce a vivere delle sue
passioni legate agli sport "Plein Air".
Denominato, allora in Francia, "Le Funambulle de l'Extreme", Angelo progetta di operare anche
fuori Europa: l'Himalaya e le Ande.
In occasione di un reportage per una rete nazionale francese, Angelo vola per la prima volta dal
vulcano più alto d'Europa in piena eruzione: l'Etna.
Avvia un progetto intitolato "Metamorphosis" che è uno studio analitico delle tecniche di volo dei
più grandi rapaci dei cinque continenti.
Dalle aquile delle Alpi ai rapaci dell'Himalaya e dagli avvoltoi dell'America Latina a quelli
Australiani, Angelo ha imparato ad osservarli e convivere con loro e con le loro regole gerarchiche.
Scrive e realizza dei documentari che faranno il giro del mondo. Mandati in onda da imponenti
network, questi ultimi diventeranno un vero contributo alla scienza biologica internazionale.
Un'incredibile esperienza umana, in luoghi ostili e spesso inesplorati.
Questo misto di sport, avventura, scienza e tecnologia hanno reso possibile il sogno dell'uomo che,
dai tempi di Icaro fino a quelli di Leonardo da Vinci, ha sempre sognato di volare come gli uccelli.
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Alla sua morte (avvenuta nel corso di una manifestazione a Comiso, il 26 marzo 2006, in seguito a
un incidente al piccolo aereo su cui egli viaggiava da passeggero ed ospite d'onore) un senso di
sgomento ha pervaso tutti coloro che nel mondo lo ammiravano e lo seguivano nelle sue esultanti
conquiste.
La Fondazione Angelo d'Arrigo, costituitasi dopo la sua scomparsa, ha significato rimettersi sulla
rotta delle tante strade da lui tracciate: il desiderio di volare, la realizzazione di sogni impossibili, la
metamorfosi, la ricerca di un rapporto con la natura e con gli animali, l'osservazione diretta dei
fenomeni, le scoperte e le applicazioni pratiche, lo sport, le tecnologie più avanzate, la scienza e la
poesia, l'amicizia e lo spirito di solidarietà.
Progetto Leonardo
Ci sono voluti cinquecento anni perché il sogno di Leonardo si realizzasse. Mezzo millennio è
passato da quando il genio toscano ha immaginato l’immaginabile, progettando macchine volanti
(gli ornicotteri) che avrebbero dovuto trasformare l’uomo in uccello.
L’ala di Leonardo è oggi realtà. Disegnato intorno al 1510 dopo lunghe osservazioni del volo
animale, questo deltaplano rinascimentale è adesso in grado di sollevarsi da terra portando con se il
suo primo pilota: un italiano che ha fatto del volo la sua vita. Come da Vinci, d’Arrigo ha studiato
per anni il volo dei grandi rapaci, ai quali si è affiancato in incredibili migrazioni nei cieli del
pianeta. L’incontro tra questi due scienziati italiani nati in epoche diverse è stato reso possibile dai
progressi compiuti dalla tecnologia nell’ultimo secolo.
Se il Cinquecento conosceva solo la solidità di legno, cuoio e tela, il terzo millennio può sfruttare la
leggerezza di Kevlar, carbonio, dacron, alluminio, ergal: le fibre usate per la costruzione dei veicoli
odierni.
Il volo dell’ala di Leonardo è certamente uno dei grandi eventi scientifici di questi decenni. Nato da
una sinergia di passioni, coraggio, cultura e tecnologia, dimostra come la storia complotti per
trasformare in realtà le grandi idee dell’uomo.
Leonardo, da qualche parte, sta certo guardando giù. E sorride.
D’Arrigo in un’intervista spiega le fasi del progetto qui riportate:
Fase 1
“La mia ricerca sul volo istintivo, quello animale, non poteva che passare attraverso le osservazioni
di Leonardo da Vinci… Nel volo veleggiato delle aquile non ci sono computer ma solo istinto. E’
proprio il volo istintivo il filo conduttore della mia ricerca nel progetto che ho chiamato
Metamorphosis. Una metamorfosi ideologica che mi porta, attraverso la mia passione, nel mondo
del “vero volo”, quello animale... L’osservazione del volo degli uccelli, in particolare delle aquile, e
la convivenza con questi nelle varie fasi della loro vita, da pulcino ad adulto, mi hanno permesso di
entrare nel loro mondo più intimo…
Queste esperienze hanno generato dei cambiamenti nel mio modo di interpretare il volo…
Questa mia ricerca sul volo istintivo mi ha condotto a Leonardo da Vinci.
Decisi di interessarmi allo studio delle osservazioni compiute da Leonardo sul volo umano ad
imitazione di quello degli uccelli. Mi colpi uno dei suoi primi disegni delle sue “macchine volanti”.
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Fui inoltre sorpreso dalla semplicità con la quale Leonardo aveva disegnato, 500 anni fa, quello che
può a mio avviso considerarsi il primo deltaplano della storia.
Questo velivolo assomiglia molto infatti, nella sua forma, a un moderno deltaplano ma, cosa ancora
più sorprendente, l’ipotesi del suo pilotaggio era identica a quella odierna che utilizza lo
spostamento del baricentro e quindi del peso…
L’inizio della fase operativa del progetto è consistito nella realizzazione del primo prototipo che
potesse dimostrarci effettivamente le caratteristiche aerodinamiche dell’ala di Leonardo,
caratteristiche che ne avrebbero consentito il volo.”
Fase 2
“Dopo avere realizzato il primo prototipo, un modello a scala ridotta, dovevo in qualche modo farlo
volare. Per questo avevo bisogno di un ambiente dove poter lavorare sui dati e, successivamente,
elaborarli per costruire il modello a scala reale.
Si presentava la possibilità di utilizzare la Galleria Aerodinamica di Fiat Auto. Quindi, quale luogo
migliore per testare l’ala di Leonardo? E questo, infatti, il posto ideale dove riprodurre tutte le più
svariate condizioni ambientali...
La FIAT Auto sposa quindi il “Progetto Leonardo” e passa alla fase concreta: far rivivere il sogno
di Leonardo, l’anno del centenario del volo, dimostrando al mondo intero che se la genialità di
Leonardo avesse disposto dei materiali e della tecnologia odierna, oggi l’aviazione avrebbe 500
anni…”
Fase 3
“Concluse le prove del primo prototipo dell’ala di Leonardo, un modello a scala ridotta 5/1, testato
in volo presso la Galleria del Vento Fiat Auto, passo alla realizzazione dell’ala di Leonardo, il
primo prototipo di dimensioni reali...
L’ergal sarà il primo di quegli elementi mancanti che, se fossero stati disponibili al suo tempo,
avrebbero forse consentito a Leonardo di dare inizio alla storia dell’aviazione più di cinquecento
anni fa!...
La struttura portante è costruita in tubi di ergal…
La vela sarà in Dacron e Kevlar, fibre sintetiche con le quali si costruiscono le vele delle
imbarcazioni moderne. Oltre ai tubi di ergal, il dacron ed il Kevlar saranno gli elementi che
mancavano a Leonardo per realizzare il suo sogno legato al volo umano.
Dopo alcuni giorni di lavoro, di modifiche e di correzioni calziamo la vela sul telaio.
Finalmente l’opera di Leonardo prende una forma reale, pronta a fare volare.. chi vorrà avere
l’onore e l’onere di cimentarsi.
La cosa che mi stupisce e che mi affascina è l’incredibile similitudine con un deltaplano…
Siamo pronti per il banco di prova, la “prova del nove” in Galleria del Vento dove capiremo se
l’intuizione di Leonardo potrà essere confermata o se e stata solo il frutto della “fantasia”di un
uomo geniale del ‘500…”
Fase 4
“Siamo pronti al Centro Ricerche di Orbassano: tutto lo staff degli ingegneri della Galleria del
Vento Fiat è al computer per registrare le forze aerodinamiche alle varie intensità del vento...
Tutti i calcoli e tutti i dati riscontrati sembrano confermare la possibilità dell’ala di Leonardo di
volare, ma nonostante tutto c’e sempre il dubbio che la matematica possa giocarci qualche tiro
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mancino e che questa strana costruzione alata rimanga incollata al suolo senza dare cenni volatori di
nessun tipo...!
Numerose telecamere stanno effettuando riprese da angolazioni diverse per raccogliere i dati
necessari all’interpretazione del volo dell’ala di Leonardo…
A 15 km/h di vento l’ala comincia a vibrare, il suo peso diminuisce sotto l’influenza dell’aria…
E’ veramente incredibile che già 500 anni fa qualcuno avesse potuto mettere le basi per il mondo
dell’aeronautica…
Oltre al suo peso l’ala di Leonardo comincia a prendere in carico poche decine di grammi del peso
del mio corpo… faccio un ulteriore cenno all’uomo che sta ai comandi per aumentare l’intensità del
vento, 30 km/h.. tocco e non tocco a terra, il mio peso, chilo dopo chilo, e quasi totalmente portato
dall’ala.. 35 km/h sto volando, l’ala mi stacca da terra, tutto il mio corpo e sostentato dall’ala che mi
sovrasta, si innalza: come per incantesimo sto volando appeso all’ala di Leonardo…
L’ala di Leonardo vola!...
Ci siamo riusciti: abbiamo dimostrato che Leonardo aveva intuito bene… Le prestazioni non sono
certo di un’ala moderna ma poco importa, questa è l’ennesima dimostrazione, ma forse quella più
eclatante, che questa mente, vissuta nell’epoca in cui, al massimo, ci si spostava con le carrozze
aveva intuito la reale possibilità di fare volare l’uomo…
Leonardo aveva centrato l’obiettivo: volare grazie ad un’ala elaborata da un’idea semplice ma nello
stesso tempo veramente acuta, un’idea nata dall’osservazione del volo degli uccelli e condotta solo
per genialità istintiva…
Leonardo da Vinci era ad un passo dal fare volare l’umanità..”
Angelo d’Arrigo
Imprese
Africa-Europa: spedizione 2001
E' stata la prima delle cinque imprese condotte da Angelo d’Arrigo nella reintroduzione di specie in
via di estinzione.
Il volo sulla rotta dei falchi migratori che ogni anno, in primavera, partono dal cuore del Sahara per
raggiungere l'Europa Settentrionale dopo avere attraversato il Mediterraneo.
Un viaggio di migliaia di chilometri dettato dall'istinto.
Per la prima volta, un uomo, in volo libero, ha percorso insieme a loro la loro rotta migratoria:
sorvolando il deserto del Sahara ed il Mar Mediterraneo.
Una Prima Mondiale che ha innescato, nel mondo dei ricercatori, una nuova possibile strategia
scientifica.
Siberia: spedizione 2002
Questa impresa, in collaborazione con il Russian Research Institute for Nature and Protection di
Mosca e con il Prof. A. Sorokin, ha rappresentato un grande esperimento per la comunità scientifica
internazionale.
L'obiettivo era quello di reintrodurre nel loro ambiente una specie di uccelli migratori in via di
estinzione: le gru siberiane.
Angelo ha guidato per 5.300 chilometri, con il supporto di uno staff di biologi russi e americani,
uno stormo di gru siberiane, specie in via di estinzione nate in cattività.
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Con il suo deltaplano, dai ghiacci del Circolo Polare Artico al Mar Caspio sull'Altipiano Iraniano,
dopo aver sorvolato la Siberia, Angelo concluse questa massacrante avventura durata sei mesi, alla
fine dell'inverno 2002.
Siberian Migration è stato il volo in deltaplano più lungo della storia, ma soprattutto il volo per la
rinascita di una specie ormai quasi estinta.
Questa difficile, quanto naturale spedizione aerea, che ha condotto Angelo d'Arrigo, è servita alla
scienza per l'interpretazione dei dati raccolti nel corso di questo volo.
Tale esperimento, pianificato da Angelo d'Arrigo, non ha precedenti: per la prima volta un uomo,
con un deltaplano in volo libero, ha condotto uno stormo di gru siberiane nella sua migrazione.
Unici mezzi di propulsione: il sole e il vento.
Himalaya: spedizione 2004
Nel corso della spedizione Over Everest Angelo d’Arrigo ha reintrodotto nella valle dell’Everest
un’aquila himalayana nata in cattività, per il rilancio della specie in via di estinzione nella loro terra
di origine: l’Himalaya.
Sulla sua esperienza himalayana ha realizzato il documentario Flying over Everest ed ha scritto il
libro In volo sopra il mondo, con la prefazione di Piero d’Angela (che gli ha dedicato anche
un’intera puntata di Super Quark).
Cordigliera delle Ande: spedizione 2005
Il condor è il più grande uccello veleggiatore al mondo con i suoi 3 metri di apertura alare. Utilizza
una particolare tecnica di volo veleggiato sopra la Cordigliera delle Ande. Il condor è una specie in
via di estinzione e protetta da una convenzione internazionale in tutto il continente Sud Americano.
Nel mondo esistono molti progetti per la sua protezione e reintroduzione in natura.
Il progetto a cui ha lavorato Angelo d’Arrigo prevedeva tre traguardi:
• Naturalistici e scientifici con il reinserimento del condor in natura
• Tecnologici, dato che il deltaplano è stato disegnato e costruito con le stesse caratteristiche
del volo del condor
• Sportivi, perché è stato il Primo Sorvolo dell’Aconcagua in volo librato
Per il progetto, è stato generato un uovo da una coppia di condor in cattività.
Questo uovo è stato covato in incubatrice presso il laboratorio di biologia del Breeding Center di
Vienna.
Così il pulcino di condor inizia un il processo di imprinting visivo al momento della nascita, proprio
sotto il deltaplano di Angelo d’Arrigo.
Un deltaplano è stato studiato specificamente per questo evento con le caratteristiche del volo del
condor. Anche il colore dell'ala è uguale, nero, come loro. Il Team di biologi, che hanno già
lavorato con Angelo nei precedenti eventi, lo ha assistito anche in questo naturalistico e
straordinario evento.
Grazie all'esperienza di Angelo in questo settore, si è messo a punto uno specifico metodo per
l'imprinting degli uccelli nati in cattività per essere reintrodotti in natura nel loro habitat.
Angelo con il suo deltaplano ha rappresentato, per il pulcino del condor, il genitore naturale.
Il condor ha seguito Angelo, imparando tutti i segreti delle correnti ascensionali e di ricerca del cibo
per sopravvivere come avviene in natura
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Nella spedizione appunto intitolata, Wings of condor, il giovane uccello, una volta divenuto
autosufficiente, viene rilasciato esattamente nel proprio territorio originario: la cordigliera delle
Ande.
Circolo polare antartico: spedizione 2004-2006
Sulle coste del Polo Sud e del Circolo Polare Antartico nidifica l'albatro: il migliore veleggiatore
esistente tra le specie di uccelli migratori marini.
Possono percorrere migliaia di chilometri in volo sopra gli oceani utilizzando una tecnica di volo
definita Volo Dinamico di Gradiente.
Solo grazie all'imitazione di questa tecnica, Angelo è stato in grado di tentare la traversata della
Calotta Polare Antartica tra il mese di dicembre 2005 e il mese di febbraio 2006.
Grazie ai risultati della ricerca scientifica, naturalistica ed aerodinamica, con il supporto di enti
specializzati, è stato costruito un prototipo di ala con caratteristiche simile a quelle di un albatro.
Questa ala ha consentito ad Angelo di volare come uno di loro nel tentativo di sorvolare la calotta.
Gli obiettivi dell’avventura erano: analizzare, codificare ed emulare la tecnica di volo degli albatros.
Tutto ha inizio nel dicembre 2004 con il sopralluogo della Calotta Polare Sud e l’osservazione del
volo degli albatros. Da gennaio a marzo 2005 viene trasportato in un’incubatrice un uovo di
albatros, sotto la consulenza di un biologo e viene effettuato l’imprinting all’albatros.
Da aprile a settembre 2005 finita la fase del piumaggio del pulcino, Angelo iniziò la fase dello
stimolo al volo. Cominciando a volare insieme e a sperimentare il volo veleggiato.
Da settembre a novembre 2005 furono effettuati i preparativi per la spedizione al Polo Sud
Da dicembre 2005 a gennaio 2006 al Polo Sud furono fatti voli locali con l’albatros e avvenne
finalmente il rilascio in natura.
L'aspetto ecologico delle imprese ha come obiettivo la salvaguardia di specie che sono destinate
all'estinzione: l'unica possibilità di salvezza è costituita dall'intervento umano che, dopo aver
incrinato equilibri millenari, cerca ora di porre rimedio grazie a persone come Angelo d’Arrigo.
Sitografia:
www.angelodarrigo.com
www.firl.it
www.8000.it
www.bitculturali.it
www.ossidiana.it
www.siciliaorientale.com
www.wikipedia.it
www.unimagazine.it
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