TITOLO: The sun makes me happy

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TITOLO: The sun makes me happy
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The sun makes me happy
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Opinione:
AUTORE: Garin
Jean-Marc
Ore 5.30. La sveglia interruppe il mio sonno, attività che ho molto a cuore,
soprattutto quando sono in vacanza. Eh già, perché, nonostante fosse il giorno
di Pasquetta, le motivazioni per alzarsi presto erano più che valide. Mezz’ora
dopo contattai la scuola professionale di volo libero “Chamonix Parapente” per
ricevere informazioni sulle condizioni meteo: il vento soffiava da nord a
11km/h, che si considera, in ambito volo-liberistico, d’intensità moderata. Il
vento non era ancora “entrato” in valle e, purtroppo, non era possibile valutare
se la giornata fosse volabile o meno. Mio papà ed io decidemmo comunque di
partire. Arrivati a Chamonix, trovammo un clima completamente diverso da
quello primaverile valdostano: il termometro segnava pochi gradi sopra lo zero
e il limite neve era 1200 metri. Ero felice perché, dopo un lungo inverno,
incontravo nuovamente Hervé e Fred, i team leader di Chamonix Parapente.
Salimmo al decollo: il paesaggio era stupendo e sapevo che in volo lo sarebbe
stato ancora di più. Non vedevo l’ora di decollare: eseguii la classica check-list
prima di ricevere il via libera al decollo da parte di Hervé. Via radio ricevetti
l’indicazione che le termiche ( correnti ascensionali) si trovavano distanti dal
costone a causa del vento settentrionale. Trovai la prima ascensione al di sopra
della stazione sciistica di Planpraz, dato che la superficie metallica del’edificio si
riscalda maggiormente rispetto alla neve circostante. Tra una termica e l’altra
restai in volo all’incirca un’ora, mentre la maggior parte dei piloti fu costretta
ad atterrare. Il volo non fu semplice: in primo luogo non ero dotato di
variometro
(strumento
che
misura
lo
spostamento
verticale,
utile
per
individuare il “core” delle termiche), per cui dovetti affidarmi soltanto alla
sensibilità che si acquisisce dopo molte ore di volo. In secondo piano voglio
ricordare che la temperatura, considerando l’altitudine e l’effetto wind chill, era
molto bassa, malgrado la giornata soleggiata. Sono esperienze come queste
che mi spingono a volare e a sacrificare una consistente parte del mio tempo
libero. Volare implica, almeno per chi non lo fa a livello professionale, svegliarsi
presto la domenica mattina per studiare per poter dedicare le ore centrali della
giornata alla mia passione. Questo sport necessita serietà, passione e, non
ultimo, lo studio, che permette di volare in sicurezza. Il parapendio non deve
essere visto come sport estremo praticato da persone irresponsabili e
incoscienti, poiché richiede elevate capacità mentali e fisiche per valutare in
tempo reale le condizioni meteo senza mai abbassare il livello di attenzione. Il
volo libero è uno sport eccezionale, che regala sensazioni che vanno ben oltre
la Champions League, offrendo la possibilità di esplorare il mondo immenso
che ci sovrasta, distaccandosi così da una società chiusa ed egoista. Il cielo
rende libero chiunque rispetti le sue regole, senza compromessi. È per questo
che amo il volo.