UFFICIO STAMPA PROVINCIA 16 NOVEMBRE Si è aperta oggi in
Transcript
UFFICIO STAMPA PROVINCIA 16 NOVEMBRE Si è aperta oggi in
UFFICIO STAMPA PROVINCIA 16 NOVEMBRE Si è aperta oggi in Provincia la Conferenza annuale dei Consultori per l'Emigrazione L'EMIGRAZIONE TRENTINA SI DEVE TRASFORMARE DA PROBLEMA A RISORSA Un ricordo commosso è andato a Rino Zandonai, Giovanni Battista Lenzi e Luigi Zortea Si è aperta oggi pomeriggio in Provincia la Conferenza annuale dei Consultori per l'Emigrazione, che proseguirà i propri lavori fino a giovedì 19 novembre. "Nella prima Conferenza dei Consultori di questa legislatura siamo chiamati ad individuare le linee strategiche grazie alle quali, nei prossimi quattro anni, dovremo riuscire a trasformare l'emigrazione trentina da problema a risorsa. Risorsa per il Trentino e per i discendenti dei Trentini nel mondo". Lo ha detto Carlo Basani, dirigente generale della Provincia con competenze anche per l'emigrazione, rivolgendosi agli undici Consultori presenti a Trento per i lavori della Conferenza. "Accanto alla conferma del nostro impegno per dare risposte concrete, tempestive ed efficaci alle situazioni problematiche che comunque si presentano e si presenteranno - ha poi proseguito Basani, - dobbiamo elaborare nuove metodologie di lavoro e di intervento per essere vicini agli emigrati di oggi, soprattutto alle giovani generazioni, che costituiscono per il Trentino un valore aggiunto, una risorsa preziosa che intendiamo spendere per il bene di tutti. Perché noi vogliamo che l'emigrazione smetta un po' alla volta di essere problema e diventi un valore, una risorsa, perché le comunità dei Trentini all'estero diventino terminali sensibili e in grado di favorire lo scambio e di creare ricchezza futura, anche in termini di valori, di conoscenza e di cultura". Analoghi concetti sono stati proposti anche dai consiglieri provinciali presenti alla Consulta: Gianfranco Zanon per la maggioranza, Claudio Civettini per le minoranze e Mattia Civico nel suo ruolo di presidente della Quarta Commissione legislativa che si occupa anche di emigrazione. Tutti hanno riservato un ricordo particolare alle figure dei tre Trentini recentemente scomparsi in un incidente aereo sopra l'oceano Atlantico, mentre dalle due associazioni (la Trentini nel Mondo e l'Unione delle Famiglie Trentine all'estero) sono venuti propositi concreti di collaborazione e di sinergie. Sono chiamati Consultori per l'emigrazione, mentre in realtà sono dei veri e propri "ambasciatori" del Trentino presenti in tutti i continenti in cui vivono e lavorano discendenti di emigrati trentini. Oggi attorno al tavolo di lavoro allestito in Provincia si sono presentati Franco Dondio per l'Australia; Rosemarie Viola per gli Stati Uniti d'America; Lucia Flaim per il Canada; Laura Versini per il Messico; Nadia Arnoldi, nuovo Consultore per il Cile; Josè Eraldo Stenico per il Centro Nord del Brasile; Edmar Matuella, nuovo Consultore per il Brasile del Sud (Paranà, Santa Caterina, rio Grande do Sul); Hugo Zurlo per l'Argentina; Mariano Roca, nuovo Consultore per l'Argentina del sud (Buenos Aires capitale federale, province di Buenos Aires, Chubut, La Pampa, Neuquen, Rio Negro, Santa Cruz, Tierra del Fuego); Laura Vera Righi per l'Uruguay e il Paraguay; Giuseppe Filippi per l'Europa occidentale (Benelux, Francia, Germania, Gran Bretagna, Svizzera). Assente giustificato il solo Consultore per l'Europa orientale (Bosnia-Erzegovina, Serbia e Romania) Pero Andreata. Nominati dalla Giunta provinciale ad ogni inizio di legislatura su indicazione delle Associazioni degli emigrati trentini, dei Consolati e delle Ambasciate italiane all'estero, tocca ai Consultori mantenere i contatti fra le comunità trentine all'estero e la "terra madre", la Provincia autonoma di Trento, intervenendo laddove esistono emergenze e problemi urgenti da risolvere (molto spesso si tratta di casi umani per i quali intervenire con provvedimenti tempestivi ed efficaci), ma anche favorendo la costruzione di quella "rete" fra le comunità in modo da qualificare l'attività dei Trentini che vivono all'estero. Ogni anno - e da qualche anno in autunno - i dodici Consultori vengono convocati a Trento per una Conferenza che ha molti obiettivi: favorire lo scambio di esperienze e di informazioni fra i singoli Consultori, raccoglierne proposte e problemi, fare il punto sull'attività che la Provincia mette in campo per il settore specifico dell'emigrazione per quel che riguarda l'ordinaria amministrazione e per gli interventi straordinari di solidarietà e di sviluppo. Quest'anno la conferenza si tiene a Trento da oggi, 16 novembre, fino a giovedì 19, con un "Tavolo di lavoro" arricchito dalla presenza dei consiglieri provinciali Gianfranco Zanon per la maggioranza, Claudio Civettini per le minoranze, da Mattia Civico presidente della IV Commissione legislativa, dal presidente dell'Associazione Trentini nel Mondo Alberto Tafner, dal presidente dell'Associazione Unione delle Famiglie Trentine all'estero Oliviero Vanzo, da Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino; da Francesco Nardelli, del Consiglio generale degli Italiani all'estero. Fra i temi di cui si occuperà la Conferenza 2009 figurano temi come le borse di studio per la frequenza ai corsi di laurea dell'Università degli studi di Trento, il cosiddetto progetto "Università a colori"; un'analisi degli interventi di solidarietà attuati nel biennio 2008-2009; una discussione sugli effetti della legge provinciale del dicembre 2007 che ha limitato il rimpatrio definitivo in Trentino al secondo grado di parentela, che ha limitato drasticamente i rientri definitivi soprattutto dal Brasile, dove vivono ormai discendenti di quarta, se non addirittura di quinta generazione. I Consultori saranno poi chiamati a discutere sulla necessità di aggiornare il programma per il rientro temporaneo nella terra di origine, estendendolo anche ai figli degli emigrati, con criteri ovviamente da stabilire. Gli interventi per le giovani generazioni saranno infine al centro della Conferenza, perché è proprio sui giovani che la Provincia autonoma di Trento intende puntare nei prossimi anni, per creare quel virtuoso scambio di esperienze e di scambi che, utilizzando anche le nuovissime tecnologie a disposizione - e che i giovani sanno usare benissimo - potranno creare una "rete" capace di allargare i potenziali confini del Trentino a tutti i continenti della Terra. Un momento importante e atteso lo si vivrà domani (dalle 9 alle 13 presso la sede dell'Ufficio Emigrazione della Provincia), quando i dodici Consultori a turno illustreranno la situazione dei bacini geografici di competenza. Ne uscirà un quadro di realizzazioni portate a termine o in corso di realizzazione, ma anche di proposte per l'immediato futuro e di problemi a volte drammatici, complessi e di non sempre facile approccio e soluzione. Ma la Conferenza dei Consultori serve anche a questo: a mettere i nostri "ambasciatori nel mondo" nelle condizioni ideali per collaborare tra di loro alla ricerca delle vie d'uscita per risolvere casi complicati e spinosi. (m.n.) L'Adige 17 novembre L'assessore alla salute Ugo Rossi ha presentato ieri, nel corso di una riunione di maggioranza durata due ore e mezza, le linee guida della sua riforma della sanità che già aveva illustrato ai colleghi di giunta. Ai consiglieri non è stato fornito un documento con il testo ma sono state mostrate una serie di slide con tutte le novità che il testo, che sarà ripresentato in giunta nei prossimi giorni, contiene. Il clima della discussione è stato sereno e pare che l'assessore Rossi abbia incassato il via libera politico per portare avanti il suo progetto. Al centro dell'attenzione, come detto, il nuovo organigramma dell'Azienda provinciale con la nomina del direttore generale da parte della giunta provinciale (come già avviene oggi) e l'affiancamento a questo di un direttore amministrativo, un direttore sanitario e un direttore di integrazione socio-sanitaria che secondo la riforma sarebbero nominati dallo stesso direttore generale. Vertici, poi, a loro volta «controllati» da un collegio dei revisori. Un'altra novità riguarda l'articolazione organizzativa fondamentale che prevede un dipartimento di prevenzione (per l'assistenza collettiva), i distretti (per l'assistenza distrettuale) e un servizio ospedaliero provinciale (per l'assistenza ospedaliera). Nel corso dell'incontro Rossi ha illustrato quelli che considera i punti chiave della riforma che riguardano innanzitutto una maggiore separazione tra le politiche sanitarie (in particolare programmazione strategica e controllo affidati alla Provincia) e gestione e programmazione operativa affidate all'Azienda; la sostenibilità della spesa sanitaria; un rafforzamento della rete degli ospedali (il Trentino come un unico grande ospedale) e la valorizzazione del distretto; razionalizzazione dei livelli di governo dell'azienda sanitaria; un maggiore coinvolgimento dei professionisti nella direzione strategica aziendale; l'integrazione tra le attività sanitarie e le attività socio-assistenziali; l'armonizzazione con l'impianto istituzionale delle Comunità di valle; la delegificazione e semplificazione del piano per la salute e infine il ruolo centrale del cittadino con particolare attenzione ai tempi d'attesa, all'appropriatezza e ai diritti dell'utente con la creazione della camera conciliativa tanto invocata dall'Ordine dei medici. Queste in linea generale i principi guida che ovviamente, per essere tradotti in fatti e reali cambiamenti, dovranno passare attraverso nuovi regolamenti. Nel nuovo disegno di legge sulla sanità trentina un ruolo fondamentale sembrano avere i medici di medicina generale. Il nuovo sistema prevede la continuità assistenziale come obiettivo fondamentale e irrinunciabile, il medico di famiglia al centro del sistema con un ruolo di primo piano. L'incontro di maggioranza è stato anche l'occasione per presentare qualche dato sull'attività specialistica ambulatoriale erogata nel corso del 2008: le prestazione sono state 8 milioni 617 mila. Tra le visite specialistiche più richieste figurano quella oculistica, ortopedica, dermatologica e ginecologica. P.T. Il nodo cruciale della riforma Rossi alla luce delle linee guida presentate nei giorni scorsi in giunta è sicuramente il potere di nomina dello staff che andrà ad affiancare il direttore generale. Rossi ha voluto «concedere» la scelta al direttore generale mentre altri, tra cui soprattutto il capogruppo dell'Upt di Giorgio Lunelli , si è sempre battuto perché questa fosse una prerogativa della giunta. «Mai chiesto che la politica nominasse i primari - puntualizza però subito Lunelli - e in attesa del testo posso esprimere una generale soddisfazione sulla riforma presentata dall'assessore». A piacere a Lunelli è soprattutto il fatto che il direttore generale non sarà più l'unico responsabile della gestione di un miliardo di euro. E' prevista una figura collegiale e meccanismi di verifica del lavoro svolto. Altro punto che piace nel disegno di Rossi è la maggiore integrazione tra medicina generale e l'aspetto socio sanitario. «Oggi - spiega Lunelli - il confine è sempre più labile». Lunelli, alla luce del confronto, si ritiene soddisfatto come anche Mario Magnani , ex assessore alla sanità e depositario di un disegno di legge di riforma. «Ci sono molti aspetti comuni tra il mio disegno di legge e quello di Rossi ed è probabile che quando arriverà in commissione si potrà fare un testo unico condiviso». Il nodo, anche per Magnani, è sopratutto la nomina dei tre direttore che affiancheranno il direttore generale, e la previsione dell'organo di indirizzo e verifica che Magnani prevede nominato dalla giunta mentre Rossi ha inserito nel testo un'osservatorio sanitario. «Tutte cose che comunque si possono aggiustare tenendo conto della necessità che la politica verifichi gli esisti della programmazione». Soddisfatto Magnani anche dell'attenzione posta ai medici di medicina generale e all'obiettivo di abbattere le liste d'attesa. Obiettivi che però ora vanno riempiti di contenuti. Pieno appoggio a Rossi anche dal consigliere Pd Bruno Dorigatti che plaude soprattutto l'avvicinamento tra assistenza sociale e quella medica. «C'è compenetrazione tra i due assessorati e soprattutto è importante che ci sia un punto di riferimento per la presa in carico del paziente che non deve trovarsi disorientato o sballottato quando deve risolvere problemi seri o vivere situazioni di grave disabilità». L'attenzione di Dorigatti è riservata soprattutto ai non autosufficienti: «Ho sottolineato la necessità di non inserire nuove compartecipazioni per i cittadini, ossia non far pesare su di loro ulteriori oneri rispetto a quelli già esistenti». Da parte sua l'assessore Rossi è uscito dalla lunga riunione soddisfatto e si è dichiarato pronto, entro il 27, a portare in giunta il disegno. Questi per lui sono giornate di confronto con le diverse categorie, dalle associazioni all'ordine dei medici. E sulla questione legata alla nomina della triade che affiancherà il direttore generale Rossi appare tranquillo. «Nel disegno di legge si fa una scelta che va oltre quando si parla del regolamento di organizzazione. È con questo che la giunta potrà esplicare il suo poter nella definizione dell'organigramma e le funzioni programmatiche». Figura centrale per il collegamento Azienda-assessorato sarà poi la figura del consiglio sanitario provinciale, organo tecnico e consultivo della giunta formato dal presidente dell'ordine dei medici, dal direttore generale dell'Azienda, sei medici e due rappresentanti del collegio degli infermieri. L'Adige 17 novembre franco gottardi Il Comune non farà alcuna pressione nei confronti del governatore Dellai affinché questi chieda lo sgombero dei locali dell'ex dogana di via Segantini, occupati dal Centro Sociale Bruno. «Se siete poco convinti dell'atteggiamento di altre istituzioni dovete rivolgervi a quelle. In consiglio provinciale c'è una minoranza che può farlo. Io rispondo delle cose di mia competenza» ha detto il sindaco rispondendo alle richieste del centrodestra. Così facendo si è guadagnato l'accusa di atteggiamento pilatesco ma ha disinnescato una mina che avrebbe potuto esplodere all'interno della maggioranza. La seduta straordinaria del consiglio comunale era stata convocata su iniziativa dell'opposizione che, chiedendo di condannare senza tentennamenti i disastrosi esiti della manifestazione del 7 novembre, quando un gruppo di anarchici a viso coperto aveva impunemente danneggiato e imbrattato bancomat e muri dei palazzi cittadini, voleva ottenere una parola di condanna anche per l'illegale occupazione dell'ex dogana. Ben sapendo di poter mettere in difficoltà la maggioranza, che sui temi della sicurezza già si era divisa la scorsa settimana. Ma neanche l'Upt questa volta se l'è sentita di votare un documento che sarebbe suonato come un atto d'accusa nei confronti di Dellai. Per ricompattarsi il centrosinistra ha formulato un proprio ordine del giorno che condanna gli anarchici, insiste sul rispetto della legalità, promuove la democrazia e la convivenza civile. Contenuti talmente generici da non poter essere che condivisi. Maggioranza compatta anche nel respingere i tentativi di insinuare nel suo documento, attraverso emendamenti, gli stessi contenuti della mozione appena bocciata. E nel respingere la richiesta di sanzioni per irregolarità edilizie eventualmente messe in atto all'interno dell'edificio di via Segantini. «Ci siamo già attivati» ha fatto sapere il sindaco. Certo uno strisciante malumore per le situazioni di illegalità del Bruno, anche senza riferimenti espliciti, è emerso nei discorsi di esponenti centristi come Paolo Zanlucchi dell'Udc e Piergiorgio Frachetti del Patt. Ma al momento di votare questa volta il centrosinistra ha dato prova di compattezza granitica. All'inizio del dibattito il sindaco aveva sottolineato con forza come le responsabilità dei danneggiamenti erano da attribuire agli anarchici, evitando confusioni. Ed aveva confermato le parole di «severa, netta e indignata» condanna per quanto accaduto, giustificando e approvando comunque la scelta del questore di non intervenire subito per evitare scontri e danni maggiori. «Ci si aspettava una cinquantina di manifestanti, invece erano 180-200 armati di mazze e bastoni» ha confessato. Andreatta ha spiegato come la scelta di autorizzare e decidere i percorsi spetta al questore ed ha ribadito la richiesta di scegliere per future manifestazioni percorsi più periferici. In forse anche l'ipotesi di costituirsi parte civile da parte del Comune: «Decideremo, per ora stiamo valutando i danni agli edifici di nostra proprietà». Proprio la bocciatura dell'ennesimo emendamento su questo punto ha spinto alla fine il centrodestra ad abbandonare polemicamente l'aula. Lasciando la maggioranza sola a votare la propria mozione. ANDREA MERLER (PDL) «No global e anarchici non sono la stessa cosa, ma i primi sono fuori dalla legge e richiamano il fatto che a Trento sia consentita l'illegalità. Per questo c'è una connessione con gli anarchici». MANFRED DE ECCHER (PDL) «Volendo si trova il modo di porre fine a un'occupazione abusiva» GIOVANNA GIUGNI (IDV) «L'ordine pubblico si tutela arrestando gli anarchici ma ancor più facendo in modo che le leggi non siano ad personam». PIERGIORGIO FRACHETTI (PATT) «Non amo che un manipolo di figli di papà disadattati metta a ferro e fuoco la città». FRANCESCA GEROSA (LISTA MORANDINI) «Sindaco, spero che sarà vietata qualsiasi manifestazione del genere, a meno che non venga fatta sulla cima della Paganella». CLAUDIO CIA (LISTA MORANDINI) «Quando parla sindaco mi sembra Ponzio Pilato». FRANCESCO PORTA (PRC) «Trovo l'odg del centrodestra populista e terrorista. Si vogliono giudicare movimenti e gruppi che vengono definiti eversivi, ma non è più eversivo stravolgere con leggi ad personam il corsod ella giustizia?» L'Adige 17 novembre PAOLO LISERRE [email protected] È il primo sussulto forte di quello che molti annunciano come un «terremoto politico» che ci accompagnerà da qui alle prossime amministrative. Si chiama «Progetto per Riva» ed è l'accordo politico con vista sul 2010 siglato ufficialmente in questi giorni tra Upt e Riva Domani e al quale dovrebbe partecipare (ma il condizionale è d'obbligo considerato che tra le stelle alpine non tutti sono d'accordo) anche il Patt che però prima aspetta il proprio congresso provinciale. Lo hanno presentato ieri il coordinatore dell'Upt di Riva Massimo Malossini e il segretario politico di Riva Domani Nino Torboli. «Nulla che mette in discussione l'attuale maggioranza - sottolineano i due esponenti di centro - ma la necessità di creare una nuova piattaforma politica sulla quale costruire alleanze capaci di condividere un nuovo metodo di lavoro e un programma di governo». Upt e Riva Domani hanno definitivamente rotto gli indugi e formato nel centrosinistra autonomista un asse di centro che vuole avviare nelle prossime settimane l'inizio di una riflessione profonda con gli altri partner di governo, a cominciare dal Pd. Ma nel documento diffuso ieri né il «centrosinistra autonomista» né il maggior partner di governo (il Partito Democratico per l'appunto) vengono mai citati. «In seguito alle recenti ed importanti novità che hanno caratterizzato lo scenario politico nazionale ed ancor più l'evoluzione dell'assetto politico provinciale emerso dopo le elezioni del novembre scorso, - scrivono Malossini e Torboli - i gruppi sottoscrittori del presente accordo ritengono opportuno avviare anche a Riva un percorso condiviso, capace di far crescere una nuova piattaforma politica, su cui costruire alleanze capaci di condividere un nuovo metodo di lavoro e un programma di governo. Riteniamo necessario - prosegue la nota basare il rapporto politico su un nuovo metodo d'amministrare la città che passa sia dal rapporto collaborativo fra le forze politiche e sulla partecipazione alle scelte, sia sul necessario maggior coinvolgimento della cittadinanza, anche al fine di promuovere percorsi atti a far crescere la partecipazione e il coinvolgimento dei giovani al fine di preparare gli amministratori del domani. In questo contesto, riteniamo anche indispensabile un franco e collaborativo rapporto con l'amministrazione provinciale e con gli altri soggetti pubblici e rappresentativi nelle diverse forme della comunità. La nostra non è una proposta né chiusa né definita, ma in costruzione - continuano Upt e Riva Domani - che vede la nostra intesa come volontà di un gruppo iniziale di forze politiche, ma aperta a chiunque altro voglia condividere tali prospettive. Ci riserviamo pertanto, pur nel quadro attuale di gruppi aderenti alla maggioranza, di aprire fra di noi fin da subito, un tavolo di riflessione attorno ai temi che di volta in volta verranno discussi in consiglio». «L'obiettivo incalzano Malossini e Torboli - è un patto federativo per presentare una coalizione alle prossime amministrative capace di un programma condiviso e di esprimere un proprio candidato alla carica di sindaco. Su queste prospettive Upt e Riva Domani sono aperte al contributo delle altre forze politiche interessate al progetto». Nella pratica più immediata l'accordo «Progetto per Riva» dovrebbe portare in consiglio comunale, subito dopo l'approvazione del bilancio, alla nascita del gruppo dell'Upt e alla federazione con quello di Riva Domani. Con i primi movimenti che preannunciano solo quello che avverrà, non senza scossoni e sorprese, da qui alla primavera 2010. L'Adige 17 novembre Tiarno di Sotto Mauro Ottobre critica la variante al piano regolatore Il consigliere provinciale del Patt, Mauro Ottobre, in un'interrogazione chiede una verifica dal punto di vista della legittimità giuridica della adozione della variante del Prg del comune di Tiarno di Sotto. Un atto che secondo Ottobre andrebbe annullato. «Il 6 maggio scorso - scrive - doveva essere discussa in consiglio comunale a Tiarno di Sotto, la prima adozione della variante puntuale del Prg. Tale discussione non è avvenuta in virtù della dichiarazione di incompatibilità da parte di nove consiglieri di maggioranza. Il presidente ha quindi dichiarato l'impossibilità di operare del consiglio non mettendo in discussione il punto subordinando il tutto alla nomina di un commissario. La variante quindi non è stata discussa in consiglio, come non è stato divulgato e reso noto il progetto alla popolazione. Alla presentazione del risultato da parte del commissario nominato e del sindaco, la popolazione e le minoranze comunali sono insorte. Oltre al fatto che molti reputano l'elaborato una serie di interventi disorganici, illogici, diseconomici e contrari ad un disegno coerente di sviluppo a livello di valle e di provincia, sta anche l'inopportunità di una variante in scadenza di mandato, subito prima cioè di passare tutte le competenze dei singoli comuni tra i quali anche il comune di Tiarno di Sotto, al nuovo Comune unitario di Ledro. Insomma, sembra un lavoro frettoloso, senza i presupposti di coerenza rispetto alle esigenze comunali e sovra comunali e alle volte del tutto fuori misura e contrario a quelle che potranno essere le necessità del nascente Comune di Ledro». L'Adige 17 novembre NICOLETTA BRANDALISE VALSUGANA - Tiene in mano delle vecchie mappe il sindaco di Villa Agnedo, Armando Floriani , che siede a fianco del presidente del Consiglio Regionale, Marco Depaoli . Di fronte una sala del municipio attenta, affollata di amministratori e rappresentati delle sezioni di caccia. La questione? Il territorio accatastato sia nel comune di Villa Agnedo che in quello di Asiago: vette e crinali che dalla zona della Caldiera, a 1970 metri di altezza, si estendono fino alle suggestive propaggini di Cima Incudine (88 ettari circa in tutto) e il caso del comune di Castelnuovo che vendette ad Asiago, nel lontano 1880, due particelle a favore dei Sette Comuni dell'Altopiano, che amministrativamente risultano essere ancora trentine dato che il contratto di vendita fu stipulato su territorio austriaco. Nel marzo del 2007 Armando Floriani e i colleghi di Ospedaletto, Grigno, Borgo e Castelnuovo scrissero al presidente Lorenzo Dellai , alla Regione e al dirigente del Servizio Catasto della Provincia, Roberto Revolti , una lettera a firma congiunta per chiedere conto dell'annosa questione di confine tra terra veneta e trentina mai risolta e per fare chiarezza sulle competenze territoriali. Il presidente Depaoli, che prese a cuore la questione e incaricò due anni orsono il dirigente del Catasto di compiere accurate ricerche tra cippi, vecchie mappe catastali e topografiche, documenti dell'impianto del Libro Fondiario ed escursioni nei confini naturali, ha annunciato ieri: «Abbiamo i rilievi, le carte catastali attribuiscono il territorio conteso alla terra trentina. Dovete incontrarvi (e si riferisce ai sindaci presenti in sala dei comuni interessati ad eccezione di Borgo e Grigno) e in pieno accordo tra voi andare preparati dalla controparte. E sarà questo il passaggio più difficile». Con evidente soddisfazione Armando Floriani incalza i colleghi presenti e informa: «Domani stesso telefonerò ai sindaci Dalledonne e Pacher per informarli dei risultati e già lunedì della settimana prossima potremo chiedere un incontro alla presenza dell'assessore Gilmozzi e di quella, indispensabile, del dirigente Revolti per illustrare la cartografia». Dal pubblico si leva la voce di Sergio Bombasaro della sezione cacciatori di Ospedaletto: «Non basta la definizione della questione a livello territoriale anche se le carte catastali parlano chiaro, è necessaria a questo punto la volontà politica. Potremo proporre un accordo perché il territorio conteso diventi "zona franca". Diversamente credo che sia nostro diritto portare la questione nelle sedi competenti». Il sindaco di Castelnuovo, Bruno Perozzo , smorza i toni: «Non vogliamo guerre ma solo ciò che ci spetta. La richiesta deve partire dai comuni, le associazioni dei cacciatori facciano da supporto». Forse già a dicembre l'incontro con la Provincia poi la controversia passerà il confine. L'Adige 18 novembre Michael Gaismayr. C'è anche il capo della rivolta contadina del Cinquecento tra i personaggi che daranno il loro nome ad alcune zone del centro storico. A lui, il cui ricordo è sollecitato dall'omonimo circolo che svolge la sua opera culturale per ricordare e valorizzare le radici trentinotirolesi, verrà intitolata la piazzetta davanti all'ex Schönhuber-Franchi (nella foto) , accanto alla chiesa di San Pietro. Ieri la commissione cultura e toponomastica del consiglio comunale ha dato il via libera ad un pacchetto che comprende altre tre proposte. Lì vicino, accanto al negozio Dalsasso e alla stessa chiesa, il vicolo che si spinge verso il retro si chiamerà Vicolo Contrada Tedesca. Un altro vicoletto, quello lungo la salita sul retro del castello del Buonconsiglio che fino ad oggi si chiama Vicolo della Cervara (una diramazione dell'omonima via), verrà intitolato a Venceslao di Boemia, il santo a cui è legata l'aquila divenuta nel 1339 stemma del principato di Trento. Infine lo slargo che alla fine dei portici di via Suffragio porta al sottopasso Dorigoni si chiamerà piazzetta Rasmo, dal nome del famoso critico d'arte. Naturalmente se le proposte passeranno al vaglio del consiglio comunale e della Provincia. Da notare come queste proposte abbiano ricevuto già il parere positivo della circoscrizione Centro storico, che nella scorsa legislatura invece le aveva bocciate. La commissione ha dato l'okay anche all'intitolazione del ponte sul Fersina tra San Donà e Povo in Ponte di Mesiano. Per lo stesso ponte in passato erano state bocciate le proposte di intitolarlo a Kessler e all'Università. È stata invece accantonata la proposta di intitolare la piazza accanto a via Petrarca, oggi utilizzata come parcheggio, al generale Firmian. La commissione ha chiesto di approfondire per non mettere in difficoltà famiglie ed esercizi che si affacciano sulla piazza. In arrivo le proposte di toponomastica per Montevaccino, affidate a un comitato locale che questa sera le illustrerà al presidente della commissione Renato Tomasi. L'Adige 18 novembre «Nel complesso si riesce a mantenere la spesa corrente sotto il 63% del totale di bilancio e questo è un dato rilevante, una percentuale di assoluta positività», senza contare che il margine corrente, cioè il saldo, risulta attivo di oltre 1 miliardo di euro. Così ha esordito il presidente della giunta Lorenzo Dellai presentando ieri alla prima Commissione permanente del Consiglio provinciale (presieduta da Renzo Anderle) la manovra finanziaria della Provincia per l'esercizio 2010 e pluriennale 20102012. Dellai ha illustrato i documenti, evidenziando in primo luogo un dato complessivo globale di positività: le risorse a disposizione sono pari a 4 miliardi 633 milioni di euro, con un +1,8% rispetto all'anno precedente. Sia l'incidenza della spesa corrente che di quella in conto capitale rimangono sostanzialmente invariate rispetto al 2009. Ha spiegato che nella sostanza, saranno due gli obiettivi sui quali si concentreranno le spese: in primo luogo si tratta di sostenere la manovra anticrisi, rafforzandola e completandola (il bilancio 2010 prevede 350 milioni di euro, che fanno parte di quel miliardo e 300 milioni già stanziati l'anno precedente, oltre ad altre risorse destinate alle emergenze). In seconda battuta l'attenzione sarà concentrata sulle azioni di natura strutturale, «perché uscire dalla crisi - ha osservato il presidente - significa anche concentrarsi sulle linee di sviluppo e seguire alcune iniziative già intraprese nell'emergenza, al fine di promuovere una ripresa duratura e sostenibile». Nel corso del pomeriggio la commissione ha ascoltato le audizioni degli assessori Alberto Pacher (lavori pubblici e trasporti) e Mauro Gilmozzi (enti locali e urbanistica). I due membri di giunta hanno risposto a richieste di chiarimento e approfondimento emerse dagli interventi dei consiglieri Anderle, Borga, Firmani, Giovanazzi, Penasa, Savoi, Delladio, Filippin, Ottobre, Dallapiccola e Giovanazzi. Le audizioni della prima commissione sul bilancio provinciale proseguiranno oggi e venerdì, con gli interventi delle organizzazioni sindacali, del coordinamento imprenditori, del Consiglio delle autonomie locali-Consorzio dei comuni trentini, della Camera di commercio e, nel pomeriggio, degli assessori Mellarini (agricoltura, foreste, turismo e promozione), Olivi (industria e artigianato) e Rossi (sanità e politiche sociali). L'Adige 18 novembre Ci sarà anche il presidente delle Ferrovie italiane, Innocenzo Cipolletta, alla Conferenza di informazione, promossa dal Consiglio provinciale, sulla linea ad alta capacità Brennero - Verona in programma venerdì 27 novembre alla sala convegni della Fondazione Kessler di via S.Croce con inizio alle 9. L'incontro - riservato ai consiglieri e ad altri soggetti (istituzionali e del mondo economico e sociale) appositamente invitati - servirà a fare il punto sullo stato dei progetti relativi al nuovo tracciato ferroviario, nonché sugli aspetti sociali, economici ed ambientali che esso comporta. A tale riguardo sono previste relazioni, prevalentemente tecniche, di soggetti che operano in questo settore (Rete ferroviaria italiana; Società europea galleria di base del Brennero; dipartimento infrastrutture della Provincia); potranno intervenire anche le associazioni ambientaliste. Il seminario, dopo il saluto del presidente del consiglio provinciale, sarà introdotto dal primo firmatario della richiesta e si concluderà con il dibattito in cui i consiglieri e gli altri invitati hanno facoltà di porre domande ai relatori. Si tratta della prima conferenza di informazione di questa legislatura (nella scorsa se ne sono tenute otto) richiesta ancora nel luglio scorso dai capigruppo: Roberto Bombarda (Verdi), Bruno Firmani (Idv), Luca Zeni (Pd), Giorgio Lunelli (Upt), Michele Dallapiccola (Patt), Luigi Chiocchetti (Ual) e Mario Magnani (Gruppo Misto). L'Adige 18 novembre Porterebbe il nome del Trentino in tutto il mondo, farebbe conoscere le bellezze naturali e la modernità dei nostri centri di ricerca tra le giovani generazioni. Insomma, portare a Trento le Universiadi invernali potrebbe essere un'occasione importante la per la nostra provincia. La candidatura del Trentino per l'edizione dei giochi studenteschi del 2017 è stata concretizzata in una proposta di mozione al Consiglio provinciale, con un documento firmato da Luca Zeni, Roberto Bombarda, Giorgio Lunelli, Michele Dallapiccola, Bruno Firmani e Mario Magnani. Le Universiadi invernali «sarebbero il primo importantissimo appuntamento per tutto il sistema universitario Trentino, e per la promozione di Trento e del Trentino - scrivono nel documento come destinazione ideale per i giovani. Sarebbe un'opportunità unica per proporre un ampio programma di promozione del territorio anche all'estero». Per esempio un roadshow internazionale che tocchi numerose città europee come Innsbruck, Lubjiana, Zagabria, Cracovia, Praga, Monaco, Berlino, Bruxelles, Parigi, Stoccolma, Barcellona. Dopo le Olimpiadi, le Universiadi sono il più grande evento sportivo al mondo. Per il Trentino - sottolineano i consiglieri - sarebbe la prima volta che un evento coaguli tutti i territori provinciali con le loro strutture ed eccellenze organizzative. Fino ad ora abbiamo sempre ospitato rassegne nazionali e mondiali nelle singole vallate o località, ora mettiamo in rete tutto il Trentino. «Le Universiadi - aggiungono i firmatari - sarebbero l'occasione per utilizzare gli impianti sportivi e per avere l'attenzione mondiale della stampa e di tanti giovani studenti che diventeranno professionisti del futuro e quindi un target turistico importante». L'Adige 18 novembre Alta Valsugana E in febbraio aprirà lo sportello per il pubblico in sala Senesi Comunità, le deleghe ALTA VALSUGANA - Prima seduta di giunta della Comunità di valle nella mattinata di ieri, convocata dal presidente Diego Moltrer per la distribuzione delle deleghe ai sei assessori. Gli incarichi hanno definizioni ministeriali, ma la giunta è una scatola vuota da riempire con deleghe che verranno chieste alla Provincia, con priorità per urbanistica e settore sociale. Tra gli incarichi affidati il progetto per lo sviluppo della montagna assegnato a Walter Moser di Sant'Orsola. Un altro progetto è il nuovo servizio Urp: lo sportello della Comunità per il pubblico sarà aperto in sala Senesi dal febbraio 2010. Moltrer s'è riservato il piano di sviluppo della Comunità da elaborare in sintonia con il settore urbanistico per tutti i 18 comuni coinvolti. La nuova giunta s'è resa disponibile anche ad occuparsi del campo da golf a Levico. Ecco gli incarichi. Diego Moltrer: urbanistica, piano di sviluppo della comunità, minoranze linguistiche, rapporti istituzionali. Pierino Caresia : vicepresidente, assistenza e beneficenza pubblica, politiche sociali, politiche sanitarie, programmazione. Alma Fox : personale, organizzazione, politiche del lavoro, azione 10, pari opportunità. Marco Fruet : edilizia abitativa, pubblica e sovvenzionata, viabilità e trasporti, gestione del patrimonio, lavori pubblici, espropriazioni per opere ed interventi sovraccomunali. Walter Moser : zone svantaggiate, ambiente, energia e fonti rinnovabili, turismo, agricoltura e foreste, progetto sviluppo della montagna. Mauro Nadalini : bilancio e programmazione finanziaria, informatizzazione, servizio Urp, politiche giovanili, cultura. Renato Nisco : politica ed edilizia scolastica, diritto allo studio e servizi mensa, attività sportive, associazionismo, volontariato, industria, artigianato e commercio, protezione civile e prevenzione dei rischi, calamità pubbliche. L'Adige 18 novembre Cimego Il nipote Redento Zulberti racconta la vera storia di nonno Domenico, tornato al paese dopo la fine del conflitto e arrestato per non aver nascosto le sue simpatie per Franz Josef «Morto in carcere non in guerra» CIMEGO - «In rete 11.404 caduti trentini». Così titolava il nostro giornale il 17 settembre scorso a proposito dei soldati che combatterono nella Grande Guerra con la divisa dell'esercito austroungarico e che sono stati messi in un ideale memoriale online dal Museo della Guerra di Rovereto. «Non sono d'accordo. Sono 11.403». Massiccio e deciso, troneggia davanti a noi Redento Zulberti , cimeghese d'origine, cittadino di Trento d'adozione, artigiano di professione (sarebbe in pensione, ma vorrai mica rimanere con le mani in mano!), organizzatore dei super pranzi di coloro che hanno superato i cento chili. Ci tiene Redento all'affermazione, tanto decisa da non ammettere repliche. «11.403, perché mio nonno Domenico non è morto combattendo sul fronte russo, come purtroppo molti trentini». E qui rispolvera una storia a lui cara e già raccontata: la morte del nonno Domenico, avvenuta il 30 novembre del 1918, meno di un mese dopo la firma dell'armistizio. «Aveva 35 anni, essendo nato nel 1883, e aveva una famiglia formata nel 1909. Si fece gli anni della guerra in Galizia. Al rientro non trovò il paese che aveva lasciato: Cimego era passato dall'impero di AustriaUngheria al regno d'Italia». Secondo il racconto fatto a Redento sul letto di morte, nel 1956, dalla nonna Caterina, moglie, anzi vedova del nonno Domenico, quando il soldato rientrò a Cimego dalla Galizia non prese bene la notizia di essere governato dai «Taliani», perciò qualcosa deve aver detto o fatto: qualcosa di poco italiano. Risultato: fu arrestato e tradotto, per usare un termine ufficiale, nella prigione militare di Mantova. Furono molto sollecite le italiche autorità, forse per dare l'esempio o più probabilmente per scoraggiare fin da subito eventuali nostalgici di Franz Josef. Sta di fatto che pochi giorni dopo giunse alla signora Caterina la notizia che il suo status era mutato: da moglie a vedova. Il 30 novembre 1918, infatti, Domenico Zulberti fu Prospero finiva i suoi giorni nel carcere militare di Mantova. Morto come? Non si sa. Certo, la conclusione è tipica all'italiana: lo Stato erogò alla vedova la pensione come se il marito fosse morto in guerra, così la signora Caterina, timorosa di perdere questo beneficio, tacque sulle reali circostanze della morte. Che fosse passato a miglior vita per motivi naturali, per le conseguenze di pestaggi o per chissà quale altra ragione, non era certo morto in guerra, ma in prigione. E questo oggi il nipote Redento rivendica, chiedendo di togliere quell'ex soldato dal novero complessivo di 11.404 morti nella Grande Guerra. G. B. L'Adige 18 novembre Il Patt verso il congresso Radici a Trento, sguardo sul mondo ROBERTO DAL BOSCO H a ancora senso un partito territoriale nell'epoca della globalizzazione? La globalizzazione esprime la convinzione che il libero mercato sia in grado di «omogeneizzare» il modo di pensare e di agire di tutte le persone a livello planetario. Alla globalizzazione si contrappone la glocalizzazione, la quale ritiene, diversamente, che il fondamento della società in ogni epoca è stata ed è la comunità locale che, comunque, interagisce con gli altri. La glocalizzazione sa quanta importanza abbia la comunicazione tra gli individui ed i gruppi definiti nello spazio e nel tempo e certamente non ignora come le nuove tecnologie abbiano favorito una accelerazione nei processi di trasformazione. La glocalizzazione sa benissimo che comunità locali sane, giuste ed economicamente sviluppate sono la migliore garanzia per la pace e la giustizia. Attraverso le relazioni e gli accordi, sempre più densi e articolati, fra i diversi soggetti locali si è avviato un processo di «globalizzazione orizzontale», che è un aspetto essenziale del glocalismo. Tale dialogo tra gli attori locali è improntato nella prospettiva della costruzione di una maggiore forza negoziale comune: in questo caso, ciò che è emerso in primo piano è stata la ricerca di convenienze e interessi comuni fra luoghi e flussi globali, nel tentativo di realizzare progetti di cooperazione (vedi Euregio). Altra cosa è il localismo autocentrico che non appartiene allo spirito della gente trentina. Esso nasce anzitutto dalla paura, che è alimentata dalla crescita della precarietà e dell'incertezza, dal timore di non essere in grado di far valere le proprie ragioni e i propri interessi. Paura e protesta, di per sé sole, sono sempre cattive consigliere: il risultato del localismo autocentrico è, infatti, l'assenza dello sviluppo, il non ingresso o l'uscita dai processi di modernizzazione, l'impossibilità di cogliere le opportunità dell'evoluzione scientifica e tecnologica che sta alla base della globalizzazione. Risulta chiaro che l'espressione glocalizzazione lascia trasparire il concetto di Autonomia. Essere autonomi dovrebbe voler dire: essere in grado di decidere in libertà, nell'ambito del rispetto di regole generali e condivise. Con l'autonomia speciale, che gode di una salvaguardia costituzionale ed internazionale ed ha ragioni storiche, il Trentino non ha tanto rivendicato particolari privilegi, ma ha piuttosto assunto responsabilità ed effettive capacità di autogoverno e, ritengo, di buon governo ovvero migliore della burocrazia statale. Purtroppo, molti, troppi Trentini non conoscono le ragioni dell'autonomia e non comprendono cosa comporta per loro nella vita di ogni giorno. Una parte della responsabilità di tale situazione va attribuita alla scuola, dove la storia e l'ordinamento giuridico - amministrativo della nostra terra non sono annoverati nei programmi d'insegnamento. Le prerogative dell'autonomia vengono fin troppo di frequente ritenute assolutamente scontate, quando invece l'autonomia deve essere governata e, in maniera particolare in questa fase storica, difesa strenuamente, indipendentemente dagli orientamenti politici. Per il futuro si può confidare nel grande senso di responsabilità dei Trentini e nella loro volontà di consegnare il proprio territorio intatto ed arricchito di nuove opportunità alle generazioni future, a condizione che l'autonomia trentina non smetta di fondarsi sui valori di: responsabilità, solidarietà, partecipazione e democrazia che la hanno connotata fino ad oggi. Roberto Dal Bosco È segretario politico della Sezione di Trento del Partito Autonomista Trentino Tirolese COMITATO PER IL RITORNO IN TRENTINO, 18 NOVEMBRE Oggi pomeriggio a Trento si è tenuta una conferenza stampa del PATT che ha ufficializzato la decisione di presentare in Consiglio Regionale una mozione a favore del ritorno in Trentino di Pedemonte, di Valvestino e di Magasa. Erano presenti i tre Sindaci con fascia tricolore e gonfaloni, oltre ad una rappresentanza dei rispettivi Comitati. Si è trattato di un passo molto importante che aspettavamo da tempo. Ora speriamo di ottenere in tempi ragionevoli una decisa presa di posizione da parte sia del Consiglio Provinciale di Trento, sia di quello della Regione. L'Adige 19 novembre L'autista Noi siamo soli e senza mezzi. Problemi anche sulle linee 3 e 17 «La soluzione? Agenti in borghese a bordo» «Mi auguro che l'attenzione sui frequenti atti di bullismo e vandalismo che accadono a bordo di mezzi pubblici non si limiti ai prossimi 15 giorni sull'onda emozionale del ragazzo aggredito, spero che che la guardia resti alta sempre». È la voce di Andrea Moscon, autista di Trentino Trasporti da 10 anni in servizio urbano, sindacalista e membro della commissione tecnica del servizio urbano. «Mi preme sottolineare - dice - che dobbiamo fare i conti anche con danneggiamenti dei mezzi, danni che in ultima analisi ricadono sulle spalle di tutti. E il problema delle corse, chiamiamole difficili, non è limitato a quell'unica linea urbana. La sera del sabato problematiche sono anche la linea 3 e la 17. Il dato che non cambia è che noi autisti, come accade per i controllori, siamo soli e senza alcun mezzo per intervenire». Quali le possibili soluzioni? «Il dirigente dell'Enaip lamenta la scarsità di mezzi e l'eccessivo affollamento. Non è questo il problema: io ho guidato sulla 8 con l'autobus altrettanto pieno di ragazzi e non è mai caduto nulla. È questione di educazione. C'è un problema con un gruppetto di ragazzi dell'Enaip: sono 7-8 non di più, tutti gli altri sono bravi studenti, pochi ma abbastanza per creare problemi. La soluzione a mio avviso è prevedere a bordo la presenza di agenti in borghese». L'Adige 19 novembre Baselga Il gruppo di Anesi inizia le consultazioni pre elettorali vedendo Patt, Lega e Insieme. Poi gli alleati Vivere Piné incontra le minoranze BASELGA DI PINÉ - Si anima il dibattito politico nel comune di Baselga, in vidta dell'appuntamento di maggio per il rinnovo del consiglio comunale. Si sono svolti nei giorni scorsi i primi incontri tra gli attuali gruppi consiliari e le liste che scenderanno in campo nella prossima tornata elettorale. È stata in particolare la delegazione della lista Vivere Piné (gruppo storico della maggioranza del sindaco Sergio Anesi ) ad incontrarsi con i gruppi di minoranza Insieme per Piné e Patt e quindi con la sezione locale della Lega Nord Trentino. «Si è trattato di una serie di incontri preliminari - spiega Gianfranco Combini , capogruppo di Vivere Piné in consiglio comunale e a capo della delegazione -; abbiamo voluto avviare il dialogo tra le forze che probabilmente si presenteranno alle prossime comunali. Un confronto sereno, senza pregiudiziali e aperto al contributo di tutti». Significativo che il «giro di consultazioni» sia iniziato dai gruppi di minoranza, anziché dai partner di giunta. «Prossimamente ci incontreremo anche col Gruppo Giovani Piné, impegnato a coinvolgere i suoi simpatizzanti - spiega Colombini -; più difficile appare dialogare con le Genziane, visto che la lista a livello provinciale non c'è più, e molti suoi iscritti sono confluiti tra le fila del Patt. La giunta sinora è comunque rimasta unita e compatta e sino a fine legislatura c'è l'impegno a rispettare gli accordi di maggioranza». Gli incontri sono serviti anche a far emergere le priorità e i primi impegni programmatici, come la conclusione del centro acquatico di Miola, l'arredo di via Cesare Battisti e l'attuazione delle previsioni del nuovo piano regolatore generale. «Il dialogo è stato sereno e costruttivo - spiega anche Alfonso Giovannini , responsabile della lista Insieme per Piné - molti aspetti sono stati solo accennati e non sono state individuate strategie comuni. Qualsiasi tipo d'accordo non può che passare da un preciso impegno programmatico, che non può dimenticare le vicende e le battaglie di quest'ultimi ultimi anni, come il centro acquatico e la revisione del Prg». Bocche cucite, per ora, su possibili indicazioni di liste o strategie comuni attorno ad una precisa figura di sindaco, con entrambi le parti che assicurano di avere ampia libertà di mandato da parte dei vertici provinciali (in particolare segreterie provinciali di Upt e Pd) per la creazione di liste civiche e la scelta dei candidati alla carica di sindaco. Sembra per altro molto probabile che alcune sigle (tra cui la Lega nord Trentino) si presentino da sole al primo turno, salvo poi rinviare al successivo ballottaggio la ricerca di accordi. D. F. UFFICIO STAMPA PROVINCIA 19 NOVEMBRE Gli ospiti del centro hanno preparato gli addobbi di Natale L'ASSESSORE ROSSI IN VISITA AL CENTRO "DON ZIGLIO" DI LEVICO Nel pomeriggio l'assessore alla salute e politiche sociali della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi ha fatto visita al Centro Don Ziglio, ex Piccola Opera, di Levico Terme, i cui ospiti stanno realizzando gli addobbi per gli alberelli di Natale che abbelliscono il centro del paese durante le festività. Dopo i laboratori del centro, la visita è proseguita in paese, in via Dante e in via Marconi, dove gli alberelli addobbati hanno trovato posto. "Mi complimento per questa pregevole iniziativa - ha detto l'assessore Rossi - che contribuisce ad aprire verso l'esterno il Centro Don Ziglio, che si conferma una struttura attrezzata nel dare risposte ai bisogni dei suoi ospiti e per essere parte attiva della comunita' di Levico, integrata con la vita quotidiana del paese". Il "Progetto per il Natale", che si svolge per il quarto anno consecutivo, vede impegnati quasi tutti gli ospiti della struttura per la realizzazione di 2000 pezzi che vanno a impreziosire 60 alberi. Ogni anno cambia il soggetto degli addobbi. L'obiettivo finale del progetto è accrescere il senso di autostima delle persone affette da disabilità psicofisiche e permettere loro di partecipare in modo attivo alla vita della comunità. Sono 11 i laboratori presenti nella struttura, di questi 7 sono occupazionali, come quelli di falegnameria, vimini, assemblaggio, stoffa, gli altri sono di tipo multisensoriale come quelli di musica, motricità e manipolazione. Nella struttura di Levico sono ospitate circa 100 persone di cui oltre la metà coinvolte nel progetto per il Natale. Per la preparazione degli addobbi i lavori iniziano nel mese di settembre. Al progetto collaborano anche gli studenti di alcuni istituti scolastici della zona che hanno così modo di imparare che la diversità non è qualcosa da temere ma con cui si può convivere e collaborare. La comunità di Levico mostra di gradire questo progetto che è entrato a pieno titolo tra le iniziative previste durante le festività. Gli ospiti del Don Ziglio realizzano anche bambole in stoffa e piccoli oggetti che si possono trovare poi in vendita nel tradizionale mercatino di Natale organizzato nel parco asburgico. (lr) L'Adige 20 novembre La Storia si riprende il vero Hofer MARIA GARBARI M entre si sta ritirando l'onda lunga delle manifestazioni hoferiane, estesa per l'anno intero a tutto il Trentino, riprende voce la storia: ed è bene che ciò avvenga dopo le rappresentazioni folcloristiche, i richiami ad una memoria resa sfavillante in nome del consenso e i sentimenti retrospettivi di pantirolesismo. Questo accade ad opera di Mauro Nequirito, autore della mostra e del volume-catalogo «1809. Il Tirolo in armi contro l'ordine napoleonico» , presentato l'8 novembre ad Arco nell'ambito della XVII Mostra del Libro. Per puro caso pochi giorni prima, il 29 ottobre, a Mezzocorona, si era svolta la seduta del «Dreier Landtag» nella quale i tre governi provinciali di Trento, Bolzano ed Innsbruck avevano trovato argomenti ben più solidi delle nostalgie e delle ideologie epidermiche per avviare una collaborazione intessuta di concretezza guardando al futuro. L'iniziativa di Arco, che presenta i materiali a stampa del Fondo antico della locale Biblioteca civica «Bruno Emmert», rientrante nell'ambito delle competenze della Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici della Provincia di Trento, permette in maniera chiara ed accessibile al più vasto pubblico di cogliere la reale dimensione di quanto accaduto nel 1809 e come tali eventi vennero interpretati nei due secoli successivi. Nequirito premette alla parte iconografica del volume un'articolata introduzione dedicata all'insorgenza tirolese, al protagonista Andreas Hofer, agli altri uomini della rivolta ed alla produzione a stampa nell'area linguistica tedesca e italiana che ha interpretato e fissato la memoria degli accadimenti; il tutto con la chiarezza e la precisione tipica di chi ha alle spalle il lungo lavoro della ricerca storica compiuta in forma scientifica. Anche da una semplice scorsa appare evidente l'enorme differenza che corre fra le pubblicazioni in italiano e in tedesco. Le prime sono in numero assai limitato, con vesti editoriali insignificanti o, comunque, grigie; le seconde, numerosissime, brillano per vampate di colori squillanti dove il rosso è dominante e gli autori sembrano fare a gara nel costruire la storia per immagini, tanto più persuasive quanto più vivide. Perfino l'uso della incisione è finalizzato a far rivivere protagonisti, episodi e paesaggi dotati di grande forza evocativa. In quest'opera hanno collaborato artisti capaci di giungere a prodotti di ottima fattura con maestria nel segno grafico e sensibilità nell'impasto delle tinte, ed altri sorretti più dall'entusiasmo che dall'abilità nell'uso di penna e pennello. C iò corrisponde alla diversa partecipazione quantitativa e qualitativa dei trentini al moto hoferiano, rispetto ai tedeschi, confermata dalle fonti coeve e dai giudizi della storiografia tirolese. Non è che mancassero le compagnie dei bersaglieri trentini, ma in numero minore in rapporto a quelle dell'area dove avvennero i maggiori scontri armati, e con segnalazioni, per i trentini, di episodi di scarsa disciplina degenerati anche in brigantaggio. È significativo che la seconda insurrezione popolare in Tirolo, avvenuta nel 1813, dopo le sconfitte napoleoniche, registrasse solo qualche sporadica presenza di volontari trentini. Il fatto è che l'impatto fra la politica verticista, già preannunciata con le riforme di Maria Teresa e Giuseppe II, e gli assetti tradizionali incentrati sulla piccola patria, il governo autonomo e il buon costume antico, fu vissuto in modo più dirompente nella parte tedesca rispetto a quella italiana del Tirolo dove, fra l'altro, l'ordinariato ecclesiastico condannò la rivolta. Le pubblicazioni del Fondo Emmert dimostrano in forma lampante come l'immagine di Hofer sia stata immediatamente piegata a simboleggiare modelli ed aspirazioni sovente in contrasto fra di loro, tanto che la storia ci ha consegnato non uno, ma molteplici Hofer. Il trentino padre Bresciani, uno dei fondatori della «Civiltà Cattolica», ammirava Hofer come il campione dell'integralismo cattolico e il castigatore dei costumi, capace di tuonare contro le donne poco coperte che davano «occasione a stimoli peccaminosi». D all'altra parte l'oste tirolese era cantato in veste di eroe della libertà e difensore della patria in base agli ideali del romanticismo, e ad esso venivano dedicate pubblicazioni edificanti e perfino rappresentazioni teatrali senza tenere conto del suo concetto assai ristretto di patria dove l'imperatore era solo il padre, non il simbolo dell'unità nazionale. Nei lavori a stampa in lingua tedesca, magari ridotti a poche pagine, la figura di Hofer era al centro di messaggi pedagogici indirizzati all'amore per la famiglia, la fede avita, l'amicizia, il coraggio, la fedeltà, tutte virtù rappresentate in quadretti strutturati come immagini sacre o «santini» da distribuire al popolo, commoventi nella loro ingenuità. Il centenario dell'Anno Nove vide un'impennata delle pubblicazioni celebrative ma, nella parte italiana del Tirolo, prevalse la polemica giornalistica fra «L'Alto Adige» e «Il Trentino» perché la ricorrenza avrebbe dovuto mettere alla prova l'italianità o meno del movimento cattolico trentino. Con il passare del tempo, del clima e delle situazioni politiche, Andreas Hofer assumeva connotati sempre nuovi trasformandosi da icona della patria tirolese a quella del germanesimo oppure, nell'ottica italiana, a quella di oppositore all'usurpatore tedesco. Nella sua figura si fondevano via via l'irredentismo, l'indipendentismo, l'autonomia e, alla fine, anche la convivenza fra gruppi nazionali diversi. La conclusione è che nel corso di 200 anni non abbiamo avuto la storia di Andreas Hofer, ma la storia dei miti che hanno deformato la sua figura; un fenomeno importante per capire lo sviluppo delle ideologie ma che ha bisogno della decodificazione se vogliamo riportare alle reali proporzioni ed ai ruoli effettivi gli uomini ed i fatti del 1809. Ha ragione Nequirito quando afferma che una ricerca esauriente sull'Anno Nove, con l'apporto delle diverse fonti archivistiche locali, attende ancora di essere condotta. Qualche opera valida impostata al rigore scientifico in realtà esiste, ma senza coprire l'intero arco degli interrogativi e sommersa dalla massa degli scritti edificanti, di parte, celebrativi, autoreferenziali e propagandistici. L'Adige 20 novembre Il presidente e il 60% dei componenti dell'assemblea delle nuove 15 Comunità di valle saranno eletti a suffragio universale dagli elettori del territorio d'ambito. L'altro 40% dei consiglieri sarà invece nominato dai consigli comunali in modo che sia garantita la rappresentanza di tutti i Comuni. Ci saranno anche assemblee da un centinaio di membri (Giudicarie e val di Non). Le prime elezioni si terranno nell'ottobre 2010. È questo il contenuto del disegno di legge unificato LunelliGiovanazzi approvato nella notte dal consiglio provinciale, con 27 voti della maggioranza più Mauro Ferretti (Lista Divina) 8 astensioni di Pdl e Lega e il voto contrario di Giuseppe Filippin (Lega), mentre Claudio Civettini (Lega), ha abbandonato l'aula dopo l'accordo raggiunto dal centrodestra con la maggioranza, che ha ceduto su tutte le richieste a fronte della minaccia dell'ostruzionismo. Il dibattito sul disegno di legge, sul quale gravava il peso di oltre 300 emendamenti, era iniziato ieri pomeriggio. Verso le 18.30 il capogruppo Giorgio Lunelli (Upt), primo firmatario della riforma, ha chiesto la sospensione dei lavori per cercare una mediazione con i capigruppo di minoranza. Già l'assessore agli enti locali, Mauro Gilmozzi, aveva fatto capire in aula di essere disponibile a considerare le richieste di Pdl e Lega, che volevano che fosse aumentata dal 50 al 60% la quota degli eletti con suffragio universale e che le elezioni per le Comunità fossero rinviate all'autunno prossimo invece di farle a maggio insieme alle elezioni comunali. «Abbiamo ottenuto entrambi i nostri obiettivi - commenta Alessandro Savoi , capogruppo della Lega, - e siamo soddisfatti anche se restiamo contrari alle Comunità di valle». Sia Savoi che Walter Viola , capogruppo del Pdl, riconoscono la disponibilità dell'assessore Gilmozzi e dei firmatari della legge nel cercare un accordo. «È stata una bella pagina della politica trentina - dichiara Viola - d'altronde le questioni che avevamo posto non erano ideologiche, ma di buon senso e sono state capite. Per questo ci siamo astenuti. Con il 60% di eletti dai cittadini sono contendo di dire che ci avviciniamo a quanto avevamo chiesto nella scorsa legislatura, ovvero l'elezione diretta di tutta l'assemblea, nella battaglia che fece Flavio Mosconi». Giorgio Lunelli non vuole sentire parlare di cedimento della maggioranza spaventata dall'ostruzionismo e dice: «Il rinvio a ottobre delle elezioni è stata una scelta obbligata perché per poterle fare contestuali avremmo dovuto approvare la riforma entro i primi di gennaio e con l'ostruzionismo si rischiava comunque il rinvio. Sul resto posso dire che abbiamo cercato la mediazione perché le riforme istituzionali noi pensiamo che non si possano fare a colpi di maggioranza». L.P. L'assessore provinciale alla cultura, Franco Panizza (Patt), nel giorno dell'approvazione del nuovo sistema elettorale per le Comunità di valle, ha deciso di sparare a zero contro questi nuovi enti. E si dissocia dal presidente Dellai e dalla maggioranza su una riforma che definisce «un pateracchio». Panizza precisa di parlare a titolo personale, mentre il gruppo in Consiglio, guidato da Michele Dallapiccola, ha sostenuto la legge concordata in maggioranza. «Panizza esprime la storica posizione comprensoriofobica del Patt - dice Dallapiccola - ma io penso che ora che ci sono dobbiamo cogliere le nuove opportunità che le Comunità offrono». Assessore Panizza, cosa non la convince delle Comunità di valle? Io penso che non servano al Trentino perché abbiamo un territorio troppo piccolo per pensare di avere un altro livello politico intermedio tra i Comuni e la Provincia. Come Patt abbiamo sempre detto che sarebbe bastata la conferenza dei sindaci per prendere decisioni a livello di valle e società di servizi per la gestione associata della raccolta dei rifiuti e tutto il resto. Ma tre anni fa anche il Patt ha votato la riforma istituzionale che prevedeva le Comunità di valle. Perché lo dice ora? Le Comunità di valle sono state volute dagli ex Dc, ovvero dall'allora Margherita e da Forza Italia. Gli autonomisti non hanno mai condiviso l'idea dei Comprensori e il compromesso che si trovò sulla riforma prevedeva che le Comunità di valle derivassero dai Comuni perché l'assemblea era formata da consiglieri comunali e non eletta dai cittadini. Ora, invece, si introduce un sistema misto, che secondo me è un pateracchio. Quali rischi vede in questo «ibrido»? Si mescolano i livelli di rappresentanza e io vedo il rischio dell'ingestibilità delle assemblee delle Comunità di valle, specialmente in quelle più grandi come la mia val di Non, con la conseguenza della paralisi. Sono molto preoccupato perché avremo il 60% dell'assemblea eletta dai cittadini di tutto l'ambito della Comunità sulla base di liste politiche, e l'altra metà invece formata da persone nominate dai Comuni dove, specie nei più piccoli, non ci sono le stesse liste politiche ma solo liste civiche. Non sarà un'assemblea politica omogenea, lo schema non sta in piedi. L.P. L'Adige 20 novembre «Progetto per Riva», l'accordo politico in vista delle elezioni comunali del 2010 siglato ufficialmente in questi giorni tra Unione per il Trentino e Riva Domani e al quale dovrebbe partecipare anche il Patt, ovviamente è indigesto al Pd. «Un punto di partenza corretto nei confronti dei cittadini - scrive il segretario del Circolo Pd di Riva, Tenno e Nago Torbole, Salvador Valandro dovrebbe innanzitutto riguardare il metodo che si intende seguire, con la conferma innanzitutto della propria coalizione di riferimento: il resto viene di conseguenza, tra persone che hanno a cuore il bene comune prima che gli incarichi e le tattiche. Allora la domanda è questa: a livello provinciale l'Upt intende - come ha dichiarato il suo segretario provinciale - riconoscersi stabilmente all'interno di una coalizione di centrosinistra autonomista, o intende lasciare "mani libere" ai territori, tornando a quella vecchia abitudine tutta italiana dei posizionamenti opportunistici e dei trasformismi? Se il documento proposto da Upt e Riva Domani è un pro-memoria interno tra le due forze e regola il loro reciproco rapporto, niente da dire, non spetta a noi discutere degli equilibri interni delle diverse forze. Se invece rappresenta l'approccio di Upt e Riva Domani al tema delle prossime comunali, il discorso cambia. Infatti dimenticano completamente di citare la coalizione di centrosinistra autonomista, che rappresenta la maggioranza che regge il governo cittadino. Il Pd, forza politica maggiore a Riva, continuerà a farsi carico del governo della città, forte del consenso e della fiducia dei cittadini, confermata in tutte le recenti tornate elettorali (provinciali, europee, primarie), così come sta facendo oggi. Il Pd - aggiunge Valandro - è un soggetto vivo che si preoccupa della comunità. Lo dimostra la campagna sulla posta, la ferma resistenza a speculazioni edilizie e finanziarie come quelle proposte con la centrale elettrica nel Monte Baldo e il progetto alberghiero faraonico sulla Miralago. Il Pd è un partito che sa fare progetti per il futuro: le nostre idee per il cinema e la serata di venerdì 20 novembre sulla mobilità (oggi presso la sede di viale Trento alle ore 20.30, ndr.) sono solo alcuni piccoli esempi. Non siamo una idea virtuale, ma un partito vivo e reale che cerca di confrontarsi con i cittadini ascoltandoli e cercando risposte. In vista delle comunali conclude Valandro - il Pd intende continuare ad assumersi la responsabilità che essere forza di maggioranza gli impone. Intende confrontarsi sulla città che vogliamo. Nel reciproco rispetto tra forze, portando le proprie idee e i propri progetti per la città, non tanto su piattaforme programmatiche, quanto a tavoli di confronto che coinvolgano la città stessa. Non rinunciando ad instaurare un dialettico confronto con le altre forze e non rinunciando ad instaurare un franco e costruttivo rapporto con le istituzioni, anche provinciali: perché quello che viene fatto a Riva, in qualunque campo, dalle infrastrutture alle politiche industriali e turistiche, sia deciso per la gente di Riva e con la gente e i rappresentanti di Riva. Insomma, se il documento di Upt e Riva Domani rimane un'enunciazione di intenti che riguarda la classe dirigente delle due forze politiche, non vi è alcuna considerazione ulteriore da fare. Diversamente, invitiamo i nostri alleati a muoversi per rafforzare la coalizione, per renderla più forte e coesa, perché i cittadini di Riva chiedono una politica dove contino più i contenuti e meno la tattica. L'appuntamento è per un tavolo di confronto nel mese di dicembre, una volta approvato il bilancio comunale». L'Adige 20 novembre passo redebus Il «Gaismayr» mette radici in Valsugana PALU' DEL FERSINA - Domani a Passo Redebus (ore 14.30) sarà presentata ufficialmente una nuova sezione del circolo Michael Gaismayr di Trento. È la «Francesco Piloni Cleser», dal nome del notaio perginese detto «Cleser» perché originario di Cles, traduttore della Carta di Merano del giugno 1525. Il brindisi sarà con il Tiroler Gold, ovvero succo di mirtillo analcolico. Ispiratore del circolo è Enrico Demozzi , medico all'ospedale di Borgo Valsugana, convinto sostenitore dell'esigenza della rinascita civile della Valsugana e del Trentino nel solco delle idee di fondo del «Gaismayr», tese a favorire la creazione di una Regione alpina transnazionale europea. La sezione Piloni conta per ora 13 aderenti, tra i quali, oltre a Demozzi, si trovano Gino Pasqualini, Adolfo Nicolussi, Franco Zanei, Enrico Demozzi, Stefano Tavernini, Lorenza Groff, Giuseppe Matuella e Stefano Beber . La neonata sezione si rifà a personaggi che furono protagonisti della famosa «rivolta dell'uomo comune del 1525» quando in Germania e anche nell'odierno Trentino scoppiarono rivolte contro la corruzione del clero e di una certa nobiltà. L'Adige 20 novembre Grigno Il comandante Giuseppe Corona: «Affianchiamoli a quelli di epoca fascista» Schützen: vecchi nomi delle vie da recuperare GRIGNO - Una ricerca sulla vecchia toponomastica del paese è stata realizzata dal comandante degli Schützen, Giuseppe Corona , e verrà presentata stasera alle 20.30 nella sala polivalente della scuola media. «Penso che non esista in Trentino nessun paese - ricorda Corona - in cui siano presenti contemporaneamente piazza Dante, via Vittorio Emanuele III, via Cesare Battisti, via Damiano Chiesa e via Nazario Sauro. Secondo me si tratta di una forzatura e dell'arroganza con cui la mano fascista del podestà del tempo ha agito. L'attuale via Cesare Battisti, prima del 1918 era denominata contrada Fabbrina, piazza Dante veniva chiamata piazza al Dazio per la presenza della dogana. Dall'attuale passerella pedonale sul torrente Grigno, passava la Regia Strada postale. Nello stesso posto, prima del 1918 - prosegue Corona - era stato eretto un ponte con pedaggio denominato Ponte del Tirolo. Cosa proponiamo? Niente di particolare, vorremmo solamente introdurre la doppia dicitura, privilegiando e rimarcando l'originale». Nella serata, organizzata in collaborazione con la biblioteca comunale e il Sistema culturale Valsugana Orientale, verrà anche proposta la visione (con discussione) del film «Verkaufte Heimat». Saranno presenti l'assessore provinciale alla cultura Franco Panizza e il consigliere regionale Pius Leitner . M. D. L'Adige 20 novembre GUIDO SMADELLI CLES - «Intendevo concludere il mandato e non ricandidarmi. Essere stato messo in minoranza e costretto alle dimissioni mi ha fatto cambiare idea. Volevo portare a termine delle cose, mi è stato impedito anche dal tipo di coalizione che ho dovuto gestire, in qualche occasione l'operatività è venuta a mancare, tra l'altro a causa del gruppo della Margherita, che doveva essere quello teoricamente più vicino...». Giorgio Osele , sindaco di Cles dal maggio del 2000, non ha digerito quanto avvenuto nell'ultimo scorcio di legislatura. Nonostante qualche titubanza ha deciso di ripresentarsi, accompagnato dal Patt, dalla civica autonomista, dalla sua lista civica di cui fa parte l'Upt. Una delle contestazioni più frequenti riguarda il suo essere stato «succube» del Patt . «Non c'è mai stata sudditanza, anzi. Tutto nasce dal fatto che con il Patt sono stati condivisi dei metodi di lavoro. Non sono un elemento del Patt, l'ho detto spesso. Io conto sul rapporto, sugli interlocutori che ho di fronte. Con il Patt ho condiviso un percorso». Dopo quasi dieci anni da sindaco, c'è il rammarico per qualcosa che non è riuscito a fare? «Mi sarebbe piaciuto vedere partire i lavori della variante est. È in previsione dal 2004. Invece tutto è fermo. Come il preforo del Faè. Ho chiesto alla Provincia di poterlo utilizzare come pista ciclabile, per collegare Cles a Mostizzolo ed alla ciclabile della Valle di Sole. La pendenza massima è del 2%, si potrebbe fare...». E qualcosa che le ha dato fastidio? «Che mi sia stato impedito di concludere il mandato. Con quello che si è detto su Salvatore Ghirardini , sul suo eccessivo "peso". Posso dire che nella prima legislatura, con assessore ai lavori pubblici Gianluigi Zanotelli , abbiamo fatto opere per 37 milioni di euro. Nella seconda, con assessore Ghirardini, ne abbiamo fatte per oltre 30 milioni, saremmo arrivati a 37 a fine mandato. Purtroppo la Margherita riteneva di dover essere il primo partito, più per diritto divino che per merito...». Una delle critiche costanti riguarda il rifiuto di essere sindaco a tempo pieno . «Un problema tutto clesiano. In altre realtà ci sono sindaci che fanno il parlamentare, o il presidente del Consorzio dei Comuni, nessuno trova da ridire. Ho fatto il mio dovere fino in fondo. Ogni tanto mi processo da solo. La sola cosa che mi rimprovero è di essere stato un po' poco in mezzo alla gente. Ciò che conta è la qualità del lavoro, non la quantità di ore che stai in ufficio. Posso dire una cosa, però: se sarò rieletto in mezzo alla gente ci passerò molto più tempo, anche per godermi le persone. Peraltro, sarebbe il mio ultimo mandato». Le previsioni dicono ballottaggio . «Però ho delle buone sensazioni. Credo che in questo periodo noi si stia riuscendo a far capire cosa abbiamo fatto in dieci anni. Certo, ritengo probabile un ballottaggio, dato il numero di schieramenti e candidati che ci sono in campo. Ma penso positivo». Se fosse terzo mandato, c'è un sogno? «Ormai le grandi opere sono concluse. Lavorare sulla qualità della vita, per lo star bene delle persone che vivono a Cles. In particolare bonificando l'area dei Paludi, per realizzarvi un'area ricreativa e sociale importante, che dia respiro. Con un laghetto con fitodepurazione, delle piste pedociclabili, un grande palco per concerti. Quanto meno ponendo le basi perché sia realizzato un progetto di eccellenza, come se ne vedono molti nei centri del Nord Europa. Ed al tempo stesso ponendo le basi per giungere alla pedonalizzazione del centro storico. Parco, piste ciclabili, liberare dalle automobili il centro. Ecco su cosa bisognerà lavorare». L'Adige 20 novembre In ricordo di Giorgio Defant grande esempio per tutti noi Carissimo Giorgio, ancora non mi pare vero di averti accompagnato al cimitero. Eravamo tanti, e me lo aspettavo, per te; hai toccato la vita di molti, con il tuo fare discreto, umile e fermo allo stesso tempo. Le comuni idee politiche ci hanno fatto incontrare, ed un bel po' di lavoro fatto insieme ci ha permesso di conoscerci abbastanza bene. In te ho trovato un esempio di cristiano, di uomo, di amico. Per te l'impegno civico e politico era davvero un modo per tradurre in pratica il «venga il tuo Regno» del Padre Nostro; senza imporre niente a nessuno, solo offrendo agli altri la tua proposta con l'energia, e a volte l'insistenza, di chi ha qualcosa di bello da comunicare. Per te la parola Patria non era solo la terra dei padri, era qualcosa che apparteneva alle categorie dello spirito: era il luogo in cui ciascuno di noi, all'interno di una comunità, viveva, esercitava ed imparava quella libertà che ha sempre improntato la tua vita, anche quando costava caro, e che hai sempre alimentato con una fede tanto semplice quanto granitica e coltivata. Per te cultura non era mai sfoggio, era tentativo di migliorarti, ricerca, raffinamento personale, volontà di crescere umanamente, per meglio servire gli altri. Conservo gelosamente questo tuo ricordo umano, e le riflessioni che mi hai regalato. Una in particolare, sull'Europa, doveva diventare una lettera al giornale, ma non hai fatto in tempo a completare; e io non mi sento di finirla per te, non sarebbe giusto. Mi piace pensarti nella Gloria del Creatore, felice, e che continui a sorridere ai tuoi cari, e a noi tuoi amici, e che guardi alle nostre miserie con il solito interesse caritatevole: guarda i tuoi cari, Giorgio, sostienili, e a noi che ti abbiamo conosciuto, resti il tuo esempio silenzioso. Grazie di tutto. Ciao. Enrico Froner Ciao Giorgio, sarai sempre l'amico migliore C arissimo Giorgio, avrei voluto poterti dire «ciao», farti un abbraccio per spiegarti quanto mi sarebbe mancato il tuo sorriso dolce ed i tuoi occhi pieni di bontà. Mi hai dato tanto, hai portato nella mia vita il significato di vera lealtà perché tu, Giorgio, sei stato la persona più leale che io abbia conosciuto nei miei quasi trent'anni. Te ne sei andato, in silenzio, senza dire nulla a nessuno, portando dentro il dolore che per un attimo hai sentito. Ma il dolore di non averti più con noi non potrà mai abbandonarci e abbandonarmi, perché per quanto cristiana mi mancherai moltissimo. Mi mancheranno le conversazioni dove tu mi difendevi sempre, dove, nonostante i tuoi sessant'anni avevi una mente molto più più acuta di chiunque altro, i discorsi di filosofia, etica, morale che solo tu sapevi farmi, i messaggi sul cellulare dove mi dicevi una frase che avrebbe potuto far meditare la mia anima o che avrebbe potuto mettermi in discussione a livello politico o etico. Guardo il tuo necrologio e non ci credo, non posso credere che tu te ne sia andato così e non ho potuto far niente per tenerti qui con me, con noi. Ma tu non sarai mai nella mia memoria o di quella dei miei genitori o di chiunque ti abbia conosciuto come una persona solamente speciale, no, tu sarai per sempre l'amico che tutti vorrebbero avere, il migliore amico con un'anima pura e che mi ha insegnato quanto un'amicizia sincera possa riempire una vita. Ciao Giorgio, ti voglio bene e ogni volta che guarderò il cielo saprò che tu sarai lì, assieme agli Angeli e illuminerai assieme a Dio il mio Percorso. Ilaria Platzer L'Adige 21 novembre LUISA M. PATRUNO Giorgio Lunelli, capogruppo dell'Upt in consiglio provinciale, nonché presentatore della legge sul nuovo sistema elettorale per le Comunità di valle, l'altra notte aveva dormito sonni tranquilli, ben contento di essere riuscito a trovare l'accordo con le opposizioni che ha consentito giovedì sera di superare l'ostruzionismo e arrivare all'approvazione della legge. Poi, ieri mattina, ha avuto un brutto risveglio leggendo sull' Adige l'intervista all'autonomista Franco Panizza, in cui l'assessore provinciale alla cultura e alla cooperazione dichiarava di essere contrario alle Comunità di valle e definiva il nuovo sistema elettorale misto per l'assemblea - 60% dei membri eletti a suffragio universale 40% su nomina da parte dei Comuni - «un pateracchio» con il rischio di «ingestibilità e paralisi dell'ente». «Quella dell'assessore Panizza - commenta Giorgio Lunelli , seccato per la festa rovinata, - è stata una picconata andata a vuoto. Ma se non fossimo riusciti a trovare la mediazione con le minoranze, giovedì sera, e l'ostruzionismo fosse andato avanti fino ad oggi, quelle sue dichiarazione avrebbero potuto affondare la legge e quindi ritengo che le sue parole avessero obiettivi destabilizzanti e siano state un tentativo di sabotaggio della maggioranza. Infatti, è stata un'uscita inspiegabile dal punto di vista politico di fronte a una maggioranza che era compatta sul disegno di legge compreso il gruppo consiliare del Patt». In un comunicato stampa, diffuso fin dalla mattina, Lunelli aveva dichiarato, sempre in replica a Panizza: «L'elezione diretta, cioè il potere affidato agli elettori, non è mai un "pateracchio", come invece sostiene qualche assessore provinciale, che dovrebbe invece aggiornare le proprie convinzioni, perché le maturazioni sono il sale della politica. Come hanno fatto, d'altronde, i suoi colleghi autonomisti che in aula tutti e tre hanno votato convintamente la nuova legge. Del resto, la riforma della Comunità di valle è una scelta strategica di quella maggioranza che ha avuto il mandato dai cittadini, maggioranza di cui lo stesso assessore fa parte a pieno titolo». Sulle parole di Panizza, interviene anche Caterina Dominici , consigliera provinciale del Patt, che prende le distanze dal suo collega di partito: «Come ex sindaco ed ex consigliere comprensoriale sostengo a pieno le Comunità di valle la cui istituzione ho votato approvando la riforma nella scorsa legislatura. Io sono anche favorevole al suffragio universale per l'elezione dell'assemblea della Comunità». Chi preferisce non fare polemiche è il governatore Lorenzo Dellai che ieri si è limitato ad esprimere soddisfazione per l'approvazione della legge anche se il rinvio a ottobre, chiesto dalle minoranze, delle elezioni per le Comunità comporterà «un aggravio di costi» (circa 2,5 milioni di euro). «Nella nostra proposta - prosegue Dellai - le assemblee erano più ridotte nel numero di componenti e ora qualcuna supererà i cento. In ogni caso la governabilità potrà essere data da candidature autorevoli e riconoscibili». L'assemblea delle minoranze del consiglio provinciale, presieduto da Franca Penasa (Lega nord) ha espresso ieri, all'indomani dell'approvazione della legge, «il proprio impegno in favore di una maggiore democrazia per i territori, per i Comuni e per le Comunità, ma soprattutto per i cittadini». Penasa ha anche ironizzato sulle dichiarazioni dell'assessore autonomista sostenendo che: «L'uscita di Panizza trova solo motivazioni elettorali». L'Adige 21 novembre LAVIS - Dieci consiglieri su sedici hanno detto no in consiglio giovedì sera alla precedenza assoluta ai pedoni in centro storico. Bocciata così una mozione del Partito democratico, che chiedeva limiti di 30 Km orari su tutte le strade a est della statale 12 ed una precedenza generale ai pedoni, come avviene in alcuni centri del Nordeuropa. «Abbiamo chiesto alla polizia municipale spiega il sindaco Graziano Pellegrini - che venga repressa la velocità in centro, ma tale arbitrio del pedone mi sembra eccessivo». Antonio Moser (Margherita) sottolinea che «le fioriere del centro hanno creato un'area più adatta ai pedoni che ai veicoli». L'assessore Bruno Franch ribatte che «già nel tratto tra la chiesa e piazza Manci vi sia di fatto un limite, dal momento che la strada non consente particolari velocità». Moser riattacca: «Perché non vi siete mossi prima sulla questione? Anche su via Paganella non avete fatto niente! Deve finire anche il "drive in" in piazza Manci per chi va in edicola, che un giorno vorrà entrare ad acquistare sigarette e giornali in auto...». Oltre alla situazione pericolosa di via Paganella, dal pubblico si fa presente anche lo stato di profondo degrado di via Negrelli, con il manto stradale rovinato che fa sentire spiacevoli rumori ai residenti. Paolo Girardi (Patt) si fa portavoce di un pensiero condiviso anche dall'assessore Lorenzo Lorenzoni : «Bisogna educare i pedoni sin da bambini a seguire gli attraversamenti, altrimenti si rischia incorrano in pericoli». Andrea Zanetti (Pdl) vede come ideologica la soluzione prospettata dai consiglieri del Pd, ma Marcello Rosa (Margherita) rilancia: «Sono da studiare le limitazioni del traffico». L'assessore al bilancio Luigi Piffer ha il «dente avvelenato» con i vigili: «Non si parla di prevenzione, si diano da fare. Nel dare la precedenza ai pedoni si tornerebbe a 50 anni fa, perché non facciamo qualcosa invece per le infrazioni dei ciclisti?» Il vicesindaco Claudio Brugnara parla di rischio «pedoni impazziti», chiede «maggiori controlli sul territorio» e sui vigili si lascia scappare uno «sceriffi». Il comandante della polizia municipale avisiana, avvocato Marco Zatelli , ricorda che «il Corpo dovrebbe avere 21 unità, ma siamo ancora in 16. Gli obiettivi che ci sono stati dati dal sindaco per quest'anno sono controllo delle isole ecologiche, sporgenza siepi e deiezioni canine». La precedenza ai pedoni secondo Sandra Franceschini (Pd) «serve a far adeguare tutti ad una velocità moderata». Pellegrini torna ad affondare su Zatelli: «È un comandante svelto a parlare, ma fuori dal territorio comunale». Sul tavolo della giunta Lorenzoni è silenzioso. Sarebbe un tema a lui caro, la vivibilità. Anche perché in campagna elettorale torneranno le proposte di limitazione del traffico in centro. Il medico, però, potrebbe essere interessato ad una meta più ambiziosa: la presidenza della Comunità di valle Rotaliana-Königsberg. M. Fri. L'Adige 21 novembre Le ragioni dell'autonomia nella «Storia dell'Asar» M ercoledì sera ero anch'io nella Sala della Rappresentanza della Regione gremita (per la seconda volta in 3 settimane) di gente accorsa per partecipare alla presentazione dell'ultimo libro dello studioso e ricercatore Lorenzo Baratter, «Storia dell'Asar - Associazione Studi Autonomistici Regionali 1945-1948». Voglio ringraziare l'autore che con la sua consueta freschezza, semplicità, passione e competenza ci ha «accompagnato» tra le vicende salienti che hanno portato al «riscatto» - per volontà popolare - della nostra autonomia. Una serata che mi ha permesso di approfondire le ragioni storiche dell'autonomia di cui oggi godiamo e di trovare nuove ragioni di orgoglio di appartenere a questa terra. Ho apprezzato particolarmente l'accento che Baratter ha voluto porre sull'Asar, presentatola come un movimento popolare, coraggioso, costituito da trentini disponibili a lottare per l'autodeterminazione millenaria in cui credevano e di cui erano profondamente innamorati. L'Asar, un'associazione di persone, talune anche povere, fedeli ai loro ideali, determinate a essere protagoniste della storia e pronte a scendere in piazza per difendere quel patrimonio che era stato costruito nei secoli. Baratter ha ricordato che qualche attivista dell'Asar venne «invitato» ad abbandonare la politica, pena la perdita del posto di lavoroโฆ altri esiliati e ridotti al silenzio! Sembrano tempi così lontani, ma si sa, la storia ritorna e, nel bene e nel male, non è poi così diversa dai giorni nostri. Grazie Lorenzo per averci fatto comprendere più a fondo la responsabilità di ciascuno di noi, l'importanza della partecipazione popolare, il valore della lotta e della difesa dei valori in cui crediamo anche a prezzo di sacrifici ed anche quando è necessario andare contro corrente. Rina Bonvecchio Sommadossi - Trento L'Adige 22 novembre Oltre undici milioni di euro. Questa la cifra spesa dalla Regione Trentino Alto Adige nel 2008 per pagare i vitalizi agli ex consiglieri regionali. Non solo: le pensioni dei politici trentini sono anche state arrotondate e di conseguenza sono cresciute mediamente dell'1,6% rispetto agli ultimi dati disponibili. Con una legislatura alle spalle, cioè dopo cinque anni, si ha diritto ad un assegno di 2.230 euro al mese (si parla di denaro al netto delle tasse), mentre l'anno scorso la cifra era di 2.196 euro, cioè l'1,55% in meno. Con due legislature si percepiscono 3.767 euro, con tre 5.260 e con quattro (il limite massimo) 6.700 euro al mese. Gli ex consiglieri che invece hanno percepito il vitalizio a partire dal 1° gennaio del 2008 otterranno una pensione mensile soltanto nel caso in cui abbiano seduto sui banchi del consiglio per almeno due legislature. Questo è dovuto all'entrata in vigore della nuova riforma approvata nel giugno dello scorso anno alla quale si è giunti partendo da due disegni di legge, uno di Riccardo Dello Sbarba dei Verdi e l'altro di Mauro Bondi della Sdr, che avevano rilanciato la questione chiedendo l'abolizione dei vitalizi dopo una prima ma insufficiente riforma della legge, che era stata approvata nel 2004 sotto la pressione dell'opinione pubblica. Con la nuova legge viene quindi cancellato il vitalizio per chi ha alle spalle un solo mandato. E calano anche le cifre che vengono corrisposte, perché con due legislature si prende un vitalizio di 3.165 euro (il 16% in meno rispetto a chi lo percepisce da prima del gennaio 2008), con tre legislature 4.570 euro (- 13%) e con quattro o più legislature si ha diritto a ricevere 5.925 euro al mese (- 11%). Inoltre il loro fondo pensione sarà alimentato solo da una quota dell'indennità dei consiglieri stessi, senza un ulteriore aggravio sulle casse pubbliche con il versamento da parte della Regione, come avviene invece per i consiglieri in carica. Dal 2003 al 2008 il costo totale di consiglieri ed ex consiglieri sostenuto dalle casse della Regione è stato di 160 milioni di euro, e al 31 dicembre 2008 erano 130 i vitalizi concessi ad ex consiglieri regionali e 59 quelli di reversibilità agli aventi diritto. Secondo i dati riportati nella risposta del presidente del Consiglio regionale Marco Depaoli all'interrogazione del consigliere del gruppo sudtirolese dei Freiheitlichen Pius Leitner, sono 29 gli ex consiglieri regionali con una legislatura alle spalle che percepiscono il vitalizio. Sono invece 38 gli ex consiglieri con due legislature alle spalle, 35 quelli che ne hanno tre e 28 gli ex con quattro legislature. Va ricordato che se per i mandati dei consiglieri regionali non esiste nessun tipo di limite, il discorso non è uguale per il vitalizio, che ha un tetto massimo di 6.700 euro. Questo fin quando si campa. E ci sono ex politici che prendono la pensione regionale da vent'anni, da venticinque, anche da trentacinque anni. E la pensione, dice la normativa regionale, si tramanda come fosse un cimelio di famiglia: se un ex consigliere dovesse morire, il vitalizio passerebbe all'eventuale moglie e ai figli. Infine l'aspetto contributivo: la nuova legge in sostanza elimina i vitalizi dei consiglieri, perché cancella il contributo del 30% a carico della Regione, novità che però sarà in vigore solo dalla prossima legislatura. Per i futuri consiglieri il fondo pensione sarà quindi alimentato solo da una quota della loro indennità (cioè dello stipendio), senza un ulteriore aggravio sulle casse pubbliche con il versamento da parte della Regione, come avviene invece per i consiglieri in carica. J.V. Nome Età Legislature Importo A Beccara Antonio Agrimi Giuseppe Andreolli Tarcisio Andreotti Carlo Angeli Pierluigi Bacca Graziano Bazzanella Gianni Benedetti Marco Betta Claudio Boato Sandro Bolognani Enrico Cadonna Niccolò Canestrini Sandro Carli Luca Chiodi Winkler Wanda Cogoli Giorgio Craffonara Italo Crespi Alberto De Carneri Sergio Degaudenz Aldo Fronza Bruno Fruet Achille Giacomelli Francesco Giordani Marco Grandi Carla Grandi Tarcisio Grigolli Giorgio Jori Remo Leveghi Mauro Lorenzini Erminio Malossini Mario Manica Nereo Marzari Aldo Matuella Sergio Mengoni Flavio Morelli Rinaldo Muraro Sergio Nicolini Vigilio Pallaoro Dario Panizza Luigi Paolazzi Franco Paris Armando Piccoli Renzi Claudia Pinter Roberto Plotegher Piergiorgio Pollini Mario Rella Alberto Segnana Remo Sembenotti Guido Tartarotti Ugo 70 80 73 65 71 70 69 54 82 70 83 74 87 67 62 67 74 90 78 70 85 84 87 68 84 58 82 69 56 69 61 89 64 72 79 69 57 66 65 72 71 77 69 52 77 77 66 84 79 89 3 1 2 4 4 2 3 3 4 2 2 2 1 3 3 1 1 3 2 2 3 1 1 2 1 3 4 3 3 2 4 3 3 3 3 1 3 2 3 1 4 1 3 3 3 3 2 2 4 1 5.260 2.230 3.767 6.700 6.700 3.767 5.260 5.260 6.700 3.767 3.767 3.767 2.230 5.260 5.260 2.230 2.230 5.260 3.767 3.767 5.260 2.230 2.230 3.767 2.230 5.260 6.700 5.260 5.260 3.767 6.700 5.260 5.260 5.260 5.260 2.230 5.260 3.767 5.260 2.230 6.700 2.230 5.260 5.260 5.260 5.260 3.767 3.767 6.700 2.230 Taverna Claudio Tomasi Mario Tonelli Paolo Tonon Ferdinando Tononi Giorgio Tretter Franco Vinante Renato Virgili Biagio Ziosi Giorgio 61 72 60 90 77 65 70 80 73 3 1 3 1 2 4 2 2 2 5.260 2.230 5.260 2.230 3.767 6.700 3.767 3.767 3.767 Errata corrige: va segnalato che, contrariamente a quanto scritto dallโ«Adige», Luigi Panizza non percepisce il vitalizio. L'Adige 23 novembre 2009 Predazzo | Allโassemblea di valle, eletti i sei delegati, i consiglieri e il direttivo Il Patt si prepara al congresso di fine mese PREDAZZO โ In vista del congresso provinciale del 29 novembre, assemblea fiemmese del Patt alla presenza del segretario politico Ugo Rossi, del presidente Walter Kaswalder e del consigliere provinciale Michele Dallapiccola. Sono state esposte le tesi congressuali di Rossi, del Movimento giovanile guidato da Daiana Boller, del Movimento femminile di Caterina Dominici e del consigliere provinciale Mauro Ottobre ed eletti i delegati al congresso: Floriano Bonelli, Fabrizio Ciresa, Andrea Giacomelli, Graziano Lozzer (nella foto), Bruno Varesco, Maurizio Zampedri. Consiglieri del partito sono stati nominati Graziano Lozzer e Andrea Giacomelli membri effettivi, Marco Croce e Michele Zanon supplenti. Ad essi si aggiungerà di diritto il coordinatore di valle, individuato nel direttivo formato da Floriano Bonelli, Fabrizio Ciresa, Marco Croce, Andrea Giacomelli, Graziano Lozzer, Claudio Delvai, Romina Tomasini, Ruggero Vanzetta, Marco Vanzo, Sergio Vanzo e Lucia Zancanella. L'Adige 24 novembre cultura Tempi allungati in aiuto di bande,cori, Schützen Divise, soldi restituiti Ammontavano a 804.914 euro i contributi stanziati nel luglio scorso dalla Provincia per consentire a cori, gruppi folk, bande e Schützen di acquistare nuove divise. Non tutti però sono riusciti a spendere i soldi stanziati e così ora nelle casse della Provincia torneranno 36.416 euro, o perché i gruppi non sono riusciti a realizzare le divise e pertanto hanno rinunciato al contributo o perché la spesa è risultata minore del previsto. Hanno rinunciato al finanziamento il Balletto folk di Bedollo (5.040 euro), il coro Novo spiritu di Cembra (3.026), l'associazione Libera coralità clesiana (2.175) e il coro Voci e colori di Calavino (867). Hanno invece speso meno del previsto il Coro da camera trentino di Borgo (13.500 euro, metà del contributo ricevuto), il Coro trentino Lagolo di Calavino (3.499 euro in meno rispetto agli 8.964 previsti), il coro Vigili del fuoco volontari di Fiemme di Cavalese (978 euro rispetto a 1.683), la Banda folkloristica della Magnifica comunità di Folgaria (4.470 euro su un contributo di 80.582), la Kalisberg Schützen Compagnie di Civezzano (236 euro; 39.484), la Compagnia dei Schützen Ladins de Fasha di Moena (1.457; 5.309), la Compagnia Schützen di Arco (946; 6.480) e la Schützenkompanie Vielgereuth di Folgaria (218; 7.652). Probabilmente per evitare che in futuro qualche coro o banda debba rinunciare al contributo, nei giorni scorsi il servizio attività culturali della Provincia ha modificato - nelle convenzioni con la Federazione dei corpi bandistici, la Federazione dei cori, la Federazione dei circoli culturali e ricreativi e la Federazione delle compagnie Schützen - i termini per la presentazione della domanda di contributo e quelli per la rendicontazione dell'intervento. Il primo è stato anticipato dal 30 giugno al 31 marzo; il secondo è stato posticipato dal 31 dicembre al 31 gennaio. L'Adige 24 novembre Grazie allโanno hoferiano riscoperta la nostra storia tanto clamore hanno avuto sui giornali le manifestazioni hoferiane di questโanno, tante sono state le critiche senza contenuti e pochi hanno avuto lโumiltà di dire il vero apporto che questi appuntamenti hanno dato alla storia della nostra terra. Lโoccasione dei 200 anni della rivolta hoferiana ha dato lโopportunità di studiare una parte di storia negata, quella che nessuno ha mai voluto raccontare perché forse scomoda. Mi riferisco alle vicende delle valorose compagnie di Schützen della nostra provincia che durante le guerre napoleoniche hanno combattuto a fianco delle popolazioni trentine per difendere la loro patria e i loro ideali. Le manifestazioni hoferiane sono state spunto per molti storici locali per un vero studio di un periodo storico, quello a cavallo tra XVIII e XIX secolo, poco approfondito e molto spesso raccontato in modo distorto. I documenti conservati al Tiroler Landesarchiv Innsbruck sul periodo sono moltissimi e finora mai studiati. Intere cronache redatte dai capitani trentini sono conservate presso lโarchivio di Innsbruck con racconti totalmente inediti e battaglie di cui non si sapeva nemmeno lโesistenza. Inoltre sono conservate mappe con le zone delle battaglie corredate da schizzi esplicativi e da relazioni delle varie compagnie. Un tesoro che a breve i nostri storici locali renderanno fruibile a tutti e che permetterà di riscrivere una parte di storia del Trentino che molti non vorrebbero fosse mai esistita. Andrea Brugnara L'Adige 2/11 Se c'è una sala pubblica dove il crocifisso difficilmente può passare inosservato questa è la sala del consiglio comunale di Trento, dove sulla parete sud campeggia l'imponente opera in bronzo realizzata da Othmar Winkler nel 1956. Non passa inosservato anche perché proprio per l'ingombro capitava fino a qualche anno fa che i consiglieri, passando dietro ai banchi, ci sbattessero la capoccia, rischiando di farsi male più che di danneggiarla. Tanto che ora il crocifisso è stato spostato in posizione più sicura. Ora il Cristo di Winkler veglia sulle teste della pattuglia leghista. Ma ai quattro consiglieri evidentemente non basta perché nei giorni scorsi hanno presentato una mozione per chiedere a sindaco e giunta di «provvedere all'ostensione, nelle aule comunali, del Crocifisso». L'iniziativa rientra evidentemente nella recente offensiva fondamentalista avviata dal Carroccio, che ha trovato il culmine (per ora) nella proposta di mettere una croce perfino sul tricolore nazionale. Povero Gesù, tirato per il sudario per motivi di parte. Brandito e affisso di soppiatto da Savoi su una parete del consiglio provinciale prima. E adesso strumentalizzato nei consigli comunali e circoscrizionali con una serie di mozionifotocopia. Nel caso di palazzo Thun rischia di essere però una crociata miope. In senso letterale. In verità Vittorio Bridi, Bruna Giuliani ed Claudio Villotti (Marco Tomasi non ha firmato la mozione) il crocifisso lo hanno visto benissimo ma evidentemente non volevano rinunciare alla battaglia. E allora, non potendo negare l'evidente presenza, hanno aggiustato il documento alla bell'e meglio. «Chi è abituato a frequentare luoghi istituzionali - recita - nota con stupore che alcune aule di palazzo Thun sono prive del Crocifisso». Alcune sale. Ma dove vorrebbero metterlo oltre all'aula principale? In corridoio? Nei bagni? In attesa che ce lo spieghino accontentiamoci di qualche chicca di saggezza contenuta nella mozione. Che si chiude con queste testuali parole: «Il crocifisso è un simbolo storico idoneo a esprimere l'origine e il fondamento di molti valori laici. Quale altro simbolo potremmo trovare che si presti più di esso ad indicare il fondamento dei valori civili che caratterizzano la laicità dello Stato?» Mah. F.G. L'Adige 25 novembre Lases La maggioranza perde pezzi: Dorighi lascia Prove di «crisi» in Comune Consiglio ad hoc per il porfido LASES - Non si placano i malumori e le spaccature in seno alla maggioranza di Lona Lases. Se si è potuta svolgere regolarmente la seduta del consiglio comunale di Lona Lases, prevista in seconda convocazione per lunedì sera, resta alta la tensione tra le fila del gruppo di maggioranza guidato dal sindaco Marco Casagranda (presente in aula con solo sette consiglieri). Segno tangibile di una situazione poco chiara e in continuo divenire sono le dimissioni presentate dal consigliere Danila Dorighi (subentrata solo alcuni mesi fa al capogruppo Umberto Dalmonego ), e formalizzate in una lettera citata dal sindaco Casagranda ad inizio lavori. Una lettera giunta solo nella mattinata di lunedì e che ha impedito l'avvio della procedura di surroga del consigliere con Claudio Ciurletti , primo degli aventi diritto. Al termine della breve seduta del consiglio, dove è stata approvata la quarta variazione al bilancio (con 180 mila euro destinati all'installazione di nuovi pannelli solari sugli edifici comunali per ridurre i costi energetici) ed è stata rinviata la costituzione di servitù per la cabina elettrica «Fregasoga», si è quindi svolta una riunione di maggioranza. Tra i punti in discussione le problematiche relative al settore estrattivo e la necessità di dare riposte concrete ad un comparto che, da oltre un anno, aspetta il via libera del consiglio al piano cave sovracomunale del Monte Gorsa (già approvato dalla giunta provinciale) e l'approvazione del programma di attuazione delle aree estrattive Pianacci e Dossi. Un problema è anche da una nota del gruppo di minoranza «Società e Sviluppo», nel quale si chiedevano i motivi del ritardo e l'urgenza della discussione. Documenti relativi alla pianificazione dell'area estrattiva che sarebbero stati chiesti anche in via formale agli uffici comunali, e sui quali pare sussista un accordo, ma che sino ad ora non sono mai stati portati all'attenzione del consiglio. Da qui la richiesta (portavoce il sindaco) di una seduta, entro dicembre, dedicata al mondo del porfido e agli strumenti pianificatori. Una seduta che potrebbe chiarire il quadro e la tenuta della maggioranza, tra le cui fila si fanno più ricorrenti le voci su ulteriori possibili dimissioni, con un finale anticipato della consigliatura. D. F. L'Adige 25 novembre «La valorizzazione dell'area antistante il Castello del Buonconsiglio e di piazza della Mostra in particolare, vero e proprio biglietto da visita della città per centinaia di migliaia di visitatori all'anno, non è più procrastinabile». Per questo la sezione cittadina del Patt vuole che la giunta comunale, dopo anni di chiacchiere e annunci metta in cima alle priorità la riqualificazione della piazza. «Pur consapevoli della notevole incidenza di tali opere in termini economici e del disagio che accuseranno i cittadini nel corso dell'effettuazione dei lavori - scrive il responsabile autonomista Paolo Genetin - si propone di intervenire quanto prima con le opere di più immediata ed agevole realizzabilità, quali i parcheggi interrati ed il conseguente arredo urbano di piazza della Mostra e la ristrutturazione del palazzo che ospitava la Questura, con la riapertura del vecchio collegamento interrato tra il Castello e l'edificio, sede in epoca antecedente delle scuderie del Castello». Il Patt dopo aver polemicamente segnalato lo stato di degrado dell'area (poca illuminazione, sporcizia, segnaletica carente) - ricorda che un anno e mezzo fa il presidente della Provincia Lorenzo Dellai e il Comune (sindaco era ancora Alberto Pacher) avevano firmato un protocollo per realizzare il museo archeologico e collegare lo stesso col Castello, interrare via Bernardo Clesio, realizzare sotto la piazza sia parcheggi pertinenziali che per il museo. Dopo gli annunci, però, nulla, nonostante la raccolta di circa 200 firme di residenti nell'area, in calce ad una petizione per la valorizzazione di piazza Mostra, consegnata al presidente del Consiglio comunale di Trento. E nemmeno con il cambio della guardia tra Pacher e Andreatta qualcosa è cambiato. A proposito. Nemmeno il tempo di leggere il comunicato del Patt che da Palazzo Thun è arrivata la «precisazione». Il sindaco Andreatta fa sapere che «gli interventi strutturali descritti nel comunicato del Patt sono strettamente correlati ad una piena intesa con la Provincia e al conseguente trasferimento di risorse». Per quanto riguarda le altre lamentele ricorda che effettivamente le sanzioni erogate da luglio a ottobre sono tante (circa 3.800) «ma ogni automobilista viene sanzionato, come prevede il codice della strada, sia per il divieto di accesso che di sosta, per cui gli automobilisti multati in realtà sono la metà: 1900». Sui problemi di segnaletica per l'accesso alla Ztl il Comune spiega che è già stata potenziata con ulteriori segnali orizzontali e che verrà ulteriormente perfezionata. «Per quanto riguarda l'illuminazione i nuovi lampioni rispettano le norme di inquinamento luminoso e di risparmio energetico. Infine per la pulizia sono allo studio degli interventi per ripulire passaggio Teatro Osele che collega la piazza a via Suffragio». L'Adige 25 novembre La politica Nota di Dorigatti e Ottobre «Una riflessione sulla fragilità del nostro modello industriale» «Quando vengono annunciate chiusure di importanti stabilimenti industriali, come quello della Zf Hurt Marine di Arco, c'è il rischio di recitare un copione già scritto: comunicazione delle intenzioni dell'azienda, mobilitazione sindacale, ammissione di impotenza dell'ente pubblico, accordo sulla cassa integrazione, chiusura dell'attività. Questa volta ci sono tutte le condizioni perchè non vada a finire così. L'obiettivo imprescindibile deve essere il mantenimento dell'attuale attività produttiva ad Arco». Così il consigliere provinciale del Pdm Bruno Dorigatti, in una nota cofirmata dal collega del Patt, l'arcense Mauro Ottobre. «È vero - prosegue la nota - che la crisi ha portato al crollo del fatturato, ma è altrettanto vero che azienda e Provincia hanno creato un'importante sinergia per sviluppare un progetto di ricerca sulla cui industrializzazione si può fondare il rilancio dello stabilimento arcense. È nell'interesse di tutti che ogni euro speso in innovazione e ricerca produca risultati di sviluppo nel nostro territorio. Inoltre, come ricordato dai sindacati, è importante evidenziare che ci sono le premesse per una ripresa della produttività: nel basso Sarca esiste già una filiera nel settore della meccanica sulla quale si può fare affidamento e nella quale vale la pena investire». Certo, ammette Dorigatti, non si può obbligare la Zf a restare ad Arco, ma «in tal caso, ancora prima di procedere ad accordi sugli ammortizzatori sociali, è assolutamente necessario che si imponga all'azienda un impegno netto sul futuro occupazionale di tutti i dipendenti, operando nel concreto per cedere lo stabilimento a un'attività produttiva in grado di riassorbire i lavoratori e scongiurando ogni ipotesi di speculazione». Fino ad allora il piano di terasferimento va naturalmente congelato. In conclusione Dorigatti e Ottobre pongono però un pesante interrogativo sulla solidità del sistema industriale trentino: «Ci si deve domandare perchè un'altra azienda opti per chiudere l'attività in Trentino, nonostante si trovi come interlocutore un ente pubblico attento alle necessità delle singole imprese, anche sul fronte degli investimenti nella ricerca. Probabilmente investire non basta per fare del Trentino un territorio di attrazione di stabili esperienze industriali: diventa necessario, di conseguenza, aprire tavoli operativi tra le parti sociali per fare fronte alle esigenze di un modello industriale che mostra progressivi segni di fragilità». L'Adige 25 novembre BORGO - Torna a riunirsi l'assemblea comprensoriale. L'appuntamento è fissato per domani alle 20.30. Oltre alla convalida dei nuovi eletti ( Luciano Coretti, Emanuele Deanesi, Edoardo Rosso, Gianfranco Schraffl e Claudio Volotolini nuovi rappresentanti del comune di Borgo) e la presa d'atto delle dimissioni del consigliere di Ivano Fracena Adriano Floriani , in programma anche variazioni di assestamento generale del bilancio di previsione 2009 e la relazione della giunta sullo stato di attuazione dei programmi. Dopo l'approvazione dei regolamenti del Centro Aperto, del Centro diurno per minori e degli alloggi protetti, l'aula dovrà prendere atto della decadenza dalla carica di assessori di Armando Orsingher e Mario Dandrea , entrambi non riconfermati. Resta da vedere cosa deciderà l'assemblea: se provvederà all'eventuale nomina dei nuovi membri della giunta comprensoriale, alla rideterminazione del numero degli assessori o all'eventualità di mantenere i due membri in giunta come assessori esterni, in attesa del voto del 17 gennaio. M. D. L'Adige 26 novembre BRUNO ZORZI S e vogliamo è anche un affresco di due mentalità che si sono incrociate e scontrate nella nostra terra cent'anni fa. Il Trentino di inizio del โ900, in gran parte fedele alla Corona degli Asburgo, dominato da un clero, per altro non eccessivamente conservatore e anche aperto ai temi sociali, nel quale, il 6 febbraio del 1909 irruppe (è il verbo più esatto) Benito Mussolini. Luigi Sardi , notissima figura del giornalismo trentino, frenetico scrittore della storia della nostra Heimat, soprattutto del periodo della Finis Austriae, in «Il compagno Mussolini» (Temi editrice, 336 pagine, 20 euro) ha raccolto le tracce, principalmente giornalistiche, delle vicende che hanno visto intrecciarsi i destini della nostra terra con quella dell'anarchico, poi socialista, poi fondatore del fascismo e Duce. Tutto parte da quel freddo 6 febbraio del 1909, anno importante per il Trentino, anno hoferiano che segnò un distacco profondo, forse definitivo col Tirolo tedesco e, in parte almeno, con l'Austria. Alla stazione l'attendevano Cesare Battisti e sua moglie Ernestina e altri capi del socialismo trentino, profondamente influenzato da quello austriaco e, ma questo verrà alla luce nei mesi successivi, distante dalla retorica rivoluzionaria che trovava in Mussolini un esponente di punta. Già nella cena offerta in onore del compagno Benito all'osteria Tre Garofani, che come sanno i trentini c'è ancora, emerse la differenza tra il rigore scientifico del socialismo battistiano e quello rude e sboccato del sanguigno romagnolo. Mussolini, caporedattore dell' Avvenire del lavoratore , il giornale della Canera del lavoro, entrò come un elefante in una cristalleria in una terra legata al vescovo e all'Imperatore, dove la base sociale era essenzialmente contadina e profondamente cattolica. Il libro di Sardi è ricco di esempi del temperamento del futuro Duce. Davanti ad una tonaca vedeva rosso e attaccava. Tanto per dire, appena arrivato scrisse a chiare lettere che nel clero trentino non mancavano certo i pedofili. Sacerdoti, scrisse per rispondere ad un attacco de «La Squilla» che aveva denunciato la disonestà di alcuni compagni che avevano rubato soldi al partito, «che durante le missioni avevano passato le più ributtanti malattie veneree a bambini». Parole che oggi non usano neppure gli anarchici più scatenati. M a Mussolini, per quanto imbevuto di un'ideologia rozza, capiva. Capiva che la battaglia irredentista apparteneva ad una piccola elite e lo scriverà nel 1911 nel suo libro «Il Trentino visto da un socialista» che «Il Trentino è austriaco: austriaco dai montanari che inneggiano a Franz Joseph agli ignoranti che pochi anni fa gettarono nell'Adige le corone votive disposte ai piè del monumento a Dante, austriaco dal vescovo che vende terre e castelli ai pangermanisti, ai liberal nazionali che si vergognano di parlare italiano, agli operai che hanno ottenuto riforme sociali importantissime quali la cassa malati, il suffragio universale, le pensioni di invalidità e vecchiaia». Capiva, aveva capacità di analisi, ma il suo orizzonte era quello della rivoluzione. In realtà il pensiero risorgimentale, laico e liberale, che non aveva rinunciato all'irredentismo c'era e non c'entrava nulla col socialismo internazionalista del maestro di Predappio. Al Mussolini giovane (arrivò a Trento a 26 anni) faceva più comodo pensare a questa terra come ad una Vandea clericale che, racconta Sardi, si divertiva a provocare con i suoi articoli e anche con la sua già sviluppata teatralità. Il ricordo delle sue sfide lanciate a Dio dai tavoli dell'attuale birreria Pedavena: Ti do dieci minuti per fulminarmi! Dopo aver cronometrato il tempo concesso all'Eterno dal futuro Uomo della Provvidenza con il «cipollone» di un compagno, che si affrettava a farselo restituire, Benito sbottava in un: ecco un'ulteriore prova che non esisti! Aneddoti, notizie, storie che Luigi Sardi sottolinea da giornalista che conosce il gusto del pubblico. E poi lo scontro meranese tra Mussolini e Degasperi e avanti fino a quando Battisti si rese conto che il linguaggio mussoliniano faceva solo del male al socialismo trentino. Anche se gli scontri tra il futuro martire dell'italianità e i cattolici non mancavano di certo. Ne «Il compagno Mussolini» si racconta il tentativo di linciaggio di Battisti da parte di una gruppo di contadini in val di Fassa; la storia dai tratti grotteschi del Battisti che prende a pugni un redattore del cattolico Il Trentino per un trafiletto che faceva una pesante allusione alla moglie del leader del socialismo trentino. Ernesta Bittanti Battisti, come giornalista, aveva cercato di raggiungere Messina, città devastata dal tremendo terremoto. Il giornale cattolico scrisse un trafiletto dal titolo: «L'Ernestina è andata a fare un giro circolare». I trentini capirono a cosa si alludeva: a Trento c'era una prostituta di nome Ernestina e l'imperiale regia gendarmeria impediva alle «donne facili costumi» di attendere i clienti stando ferme in strada. La soluzione era quella di girare... in tondo. Sardi riporta la pagina di grande giornalismo, perché Benito Mussolini come giornalista aveva talento da vendere, l'intervista pubblicata su Il Popolo alla cosiddetta «Santa di Susà», una storia nefida di un prete che organizzò un finto matrimonio per mettere le mani su un fanciulla del luogo, facendola passare poi per santa. Addirittura come l'apparizione della Madonna. Storie umane, aneddoti, che danno il senso del clima che si viveva a Trento, una piccola città che in quei mesi, dal 3 febbraio al 26 settembre quando venne espulso dall'Austria, vide scontrarsi due dei futuri protagonisti della storia d'Italia: Mussolini e Degasperi. Poi la storia, sulla quale Luigi Sardi si sofferma molto, del tragico rapporto con Ida Dalser e il figlio Benito Albino. Accenna anche al figlio che il fondatore del fascismo avrebbe avuto da una donna di Villazzano. Pagine dense, un grande riassunto della rapporto tra Mussolini e il Trentino. Che fu sempre difficile, anche quando divenne il padrone del Paese. Non a caso Trento fu dimenticata dal fascismo. Il Duce disse che il Trentino era il baluardo della razza italica, ma in realtà la nostra provincia venne dimenticata dal governo fascista. Anzi, se in questa terra il sentimento di appartenenza all'Italia è stato ed è labile, se nell'immediato dopoguerra ci fu un grande movimento autonomista popolare questo dipende anche dalle difficoltà e dall'emarginazione che il Trentino dovette sopportare durante il Ventennio. Ad un certo punto se ne rese conto anche lo stesso Mussolini che prospettò di dirottare su Trento parte degli investimenti industriali che arrivarono, per motivi coloniali, per sradicare la cultura tedesca, su Bolzano. Insomma, un rapporto drammatico. Anzi uno scontro di mentalità e cultura. Il libro sarà presentato sabato, a Villazzano (Villa de' Mersi, ore 17) dall'autore con il giornalista Rai Waimer Perinelli. L'Adige 26 novembre LUISA M. PATRUNO Il segretario del Patt, Ugo Rossi, si ripresenta al suo partito per un terzo mandato (domenica prossima al PalaRotari di Mezzocorona si terrà il congresso provinciale) forte di una collana di risultati positivi. Si trova a guidare un partito unito - e per gli autonomisti non è poca cosa - in crescita (oltre duemila tesserati), che è riuscito a raddoppiare la sua presenza nel governo provinciale con due assessori, e - per la prima volta - è presente nella giunta comunale di Trento. Per queste ragioni Rossi ha potuto persino aggirare la regola dello statuto del partito, che prevede l'incompatibilità tra il ruolo di assessore e di segretario del Patt, con una deroga ad personam , e anche a fare piazza pulita di possibili concorrenti arrivando al congresso come candidato unico. Segretario Rossi, cominciamo dalla deroga allo statuto. Le sembra giusto continuare a fare il segretario del partito ora che è anche assessore provinciale? È stata una soluzione ampiamente condivisa nella logica della continuità e in forza del fatto che il partito lavora molto in squadra e mi pare che l'unità raggiunta all'interno del Patt oggi sia ben visibile. In pochi anni abbiamo riunificato il partito e siamo cresciuti. A proposito di squadra, oltre al segretario risulta che avete già deciso anche le altre cariche interne, è così? Noi proporremo al congresso di riconfermare la squadra uscente: il presidente Walter Kaswalder, il vicepresidente Franco Nicolodi, e per la vicesegreteria Sergio Muraro su richiesta della Bassa Valsugana nel nome di una ritrovata unità autonomista in questa valle. Però il consigliere provinciale Mauro Ottobre ha protestato perché si aspettava un segnale di rinnovamento, non era possibile? Nella Bassa Valsugana abbiamo tanti voti e tanti tesserati. È importante dare voce a questa zona. Ottobre potrà essere utile al partito lavorando per cercare di fare rete sul territorio. Rispetto al congresso di due anni fa, il Patt sembra aver deciso di andare oltre gli accordi solo programmatici con Dellai per stringere un patto politico federativo con l'Upt. Avete deciso di fare una scelta di campo? L'idealità autonomista doc è sempre più importante in difesa della nostra autonomia speciale. Oggi guardiamo all'Upt ma solo in una prospettiva territoriale, non ci interessa il quadro nazionale, per costruire un forte polo di centro, che non vuol dire un unico partito, che dovrà elaborare un programma per la prossima legislatura e preparare una leadership per il dopo-Dellai. Darete forza all'Upt per contendere al Pd il candidato alla presidenza della Provincia nel 2013? Se riusciremo a costruire un progetto politico di centro non avremo difficoltà a trovare la personalità giusta per il dopo-Dellai che potrebbe essere anche un autonomista. Intanto, a più breve termine, ci sono le elezioni comunali di maggio 2010. Interessa anche a voi replicare la coalizione provinciale, come dicono Pd e Upt, oppure vi basta l'asse con l'Unione? A noi interessa che ci sia un patto con l'Upt che ci obbliga reciprocamente a una codecisione che viene prima del rapporto con il Pd e le elezioni comunali saranno un test importante di questo vincolo politico. In giunta provinciale lavoriamo benissimo con gli assessori del Pd, ma l'alleanza si basa su un accordo programmato non politico. A livello comunale se è vero che l'Upt vuole costruire con noi un'area di centro abbiamo l'occasione di provarlo. Cles, dove Upt e Patt sono insieme e il Pd ha fatto una scelta diversa, è un esempio significativo. A Lavis voi governate con il centrodestra. Cambierà l'alleanza? E a Rovereto? Abbiamo tentato di verificare se l'Upt poteva venire con noi, ma ormai la situazione si è radicalizzata e resterà così. A Rovereto l'area di centro deve ragionare con Valduga. L'Adige 26 novembre Lavis Divisi dagli Schützen Per il cippo in piazza Loreto il Pd interpella gli Enti locali LAVIS - «Italica lingua qui parla la gente!». Dopo l'Italia dei Valori anche il Partito Democratico di Lavis vuole vederci chiaro sulla questione del cippo eretto a piazza Loreto a ricordo degli Schützen fucilati il 2 ottobre del 1809. Il Pd, nella persona del suo capogruppo Paolo Facheris , ha inoltrato all'Ufficio Enti locali una «richiesta di parere» sulle decisioni prese durante l'ultima seduta del Consiglio comunale del 20 ottobre. In quell'occasione, infatti, il consiglio aveva approvato la variazione di bilancio che, fra le varie argomentazioni, prevedeva il trasferimento di 35.000 euro «presi dall'avanzo di amministrazione» alla compagnia Schützen di Lavis per la posa del cippo commemorativo. I dubbi - su quell'opera inaugurata il 25 ottobre - sono legati principalmente al fatto che la posa del cippo, su una particella della Parrocchia di Sant Udalrico, sia stata presa dall'amministrazione e non dal consiglio. Il Pd ha inoltre criticato l'utilizzo della lingua tedesca argomento che sarà discusso giovedì sera in consiglio comunale - per la scritta posta sul cippo. L'assessore Germana Comunello , nella seduta consiliare di questa sera, prenderà le difese della lingua tedesca utilizzata in alcune manifestazioni a carattere storico. «L'antica giurisdizione - spiega l'assessore - sì è sempre chiamata Königsberg, e mai Montereale. Inoltre a Lavis vi è sempre stata una realtà bilingue che poneva il torrente Avisio come un confine fra il mondo germanico e quello italiano: un bilinguismo testimoniato dal fatto che i nostri nonni sapevano parlare anche il tedesco. È importante - conclude -iniziare a prendere in considerazione l'idea di imparare anche il tedesco, non solo per questioni culturali, poiché vicini all'Alto Adige, ma soprattutto per incrementare il turismo tedesco nella nostra zona». An. Ca. L'Adige 27 novembre Dallapiccola (Patt): «Gli assessori ci coinvolgano di più. Gilmozzi lo fa, Olivi no» Ha parlato di contenuti ma soprattutto di metodo il capogruppo del Patt Michele Dallapiccola ieri durante la riunione di maggioranza: «Ho ricordato che come compagine di governo dobbiamo essere compatti e che serve maggior coordinamento tra forze politiche di maggioranza. Non è possibile rapportarsi con gli assessori attraverso mozioni, interrogazioni e articoli di giornale. Soprattutto quando sono in ballo delibere così pesanti, è necessario un confronto preventivo. In questo senso il migliore è l'assessore Gilmozzi. Ma anche Rossi ci ha coinvolto sulla riforma della sanità e il presidente Dellai, alle 8 del venerdì, informa i capigruppo sui contenuti della riunione di giunta in programma. La maglia nera, il verso esempio da non seguire, è invece l'assessore Olivi». Quanto ai contenuti della riforma, Dallapiccola è soddisfatto: «Per noi autonomisti era essenziale che il tedesco sia considerata la seconda lingua ufficiale e ci sia l'impegno a trasformarla in lingua veicolare. L'assessore ci ha rassicurato». L'Adige 27 novembre la rettifica Nessun vitalizio a Luigi Panizza Luigi Panizza (nella foto) , consigliere provinciale del Patt dal 1993 al 1998, non riceve alcun vitalizio dalla Regione, come avevamo invece scritto sull'Adige di domenica. Essendo rimasto in carica per una sola legislatura, non ne ha diritto. Ci scusiamo con lui e con i lettori. L'Adige 27 novembre È bastata solo la voce di un intervento del Comune a far scoppiare la guerra dei plateatici tra palazzo Thun e gli esercenti. Parole di fuoco e strali contro l'amministrazione comunale lanciati da un presidente di categoria, Giorgio Buratti dell'Associazione pubblici esercizi dell'Unione, e da una mezza dozzina di colleghi. Ad accendere la miccia erano state le parole dell'assessore comunale alla mobilità, Michelangelo Marchesi, che assieme al collega allo sviluppo economico, Fabiano Condini, ha ipotizzato qualche ritocco alle disposizioni comunali in materia di utilizzo del suolo pubblico da parte di ristoratori ed esercenti. Nel mirino ci sono i plateatici più «pesanti», strutture fatte di pedane, parapetti, a volte anche vetrate che cambiano i connotati a un pezzo di strada. Il Comune pensa a ridimensionarli e tornare ai semplici tavolini con ombrellone, tuttalpiù su una pedana ma in ogni caso a strutture provvisorie, che non diano il senso dell'occupazione permanente di un suolo che è e rimane pubblico. «Credo che insediare delle baracche in una via storica non sia interesse di nessuno» commenta Condini. Molto diversa la linea della categoria. «Le autorizzazioni le rilascia il Comune e gli esercenti pagano profumatamente il canone di locazione» protesta Buratti. Che lamenta anche una mancanza di confronto con il nuovo sindaco, che non avrebbe mai risposto alle richieste di un incontro per confrontarsi su questo ed altri temi di interesse comune. Nel merito del problema Marco Scola, del bar Tridente di piazza Duomo, ha un'idea opposta: «Perché - dice agli assessori - non ci aiutate a rendere più bella e accogliente una delle più belle piazze d'Italia?» Scola pensa a un plateatico uguale per tutti con strutture idonee anche per i mesi invernali. «Sapete - aggiunge - la differenza nel vedere alla sera piazza Duomo desolatamente vuota o una piazza viva con dei bei giardini illuminati e riscaldati?» Siamo agli antipodi del Condinipensiero. «Tutti uguali? Mi sembrerebbe una cosa sovietica. Credo che la varietà sia da apprezzare. E fare strutture chiuse e stabili vorrebbe dire privatizzare spazi che sono di tutti. Mi pare inopportuno e difficile da inserire nel contesto». L'assessore ricorda come l'utilizzo degli spazi venga concesso di anno in anno per dieci mesi ai richiedenti: «Sono concessioni per loro natura transitorie. Se qualcuno ha fatto investimenti pensando che sia uno spazio suo questo non va bene. I plateatici devono essere strutture leggere e spostabili in tempi rapidi e questo c'è scritto anche nella concessione». Se il Comune interverrà insomma sarà per correggere chi ha esagerato. Ad inasprire le posizioni c'è la voce che si è diffusa tra gli esercenti di piazza Duomo dell'intenzione di ridurre gli spazi a loro disposizione. «Non abbiamo deciso nulla - assicura Marchesi - ma semplicemente dobbiamo prendere atto del fatto che ora ci sono quattro esercizi, due dei quali confinanti. non c'è nessuna volontà di castigarli ma semplicemente di armonizzare le presenze nel rispetto del valore storico e architettonico della piazza». Lunedì è in programma un incontro tra Condini, Marchesi e i tecnici. Ci sono alcune settimane di break invernale per mettere mano al problema. L'Adige 27 novembre Civezzano Caldonazzi comanda la Kalisberg Kompanie Schützen, la rinascita CIVEZZANO - Nasce, o meglio rinasce, la Kalisberg Schützen Kompanie che - come spiega il capitano Mario Caldonazzi, musicista e artista del legno - esisteva già a fine '700. «Abbiamo raccolto documentazione che attesta la presenza della Schützenkompanie a Civezzano fino agli ultimi decenni del 1700», spiega Caldonazzi che ne ha disegnato lo stemma, riportato sulla tessera associativa, con il monte Calisio (a testimoniare le comunità che vi appartengono), l'aquila di San Venceslao, quella Tirolensis, la pieve di Civezzano (storia, architettura, richiamo spirituale) e l'emblema sportivo con il bersaglio del tiro a segno. Nostalgici di un passato che ritorna sull'onda delle feste hoferiane? «Forse - risponde il comandante - è utile ricordare che gli Schützen hanno sempre escluso dalle loro attività quella dell'offesa. Nel passato sono stati corpi volontari di autodifesa del loro territorio. Piuttosto, fra le priorità ci sono il mantenimento dell'ordine civile e disponibilità in casi di calamità naturali». Per lui, la tradizione latino-romana va rispettata, ma non è la nostra. «Siamo celtici - dice - le nostre origini sono tirolesi. Abbiamo ricostituito il gruppo anche nel tentativo di sciogliere l'ignoranza che deriva dalla scarsa conoscenza sulla storia delle nostre origini. Dobbiamo essere fieri della nostra provenienza, grazie alla quale ora stiamo godendo. Quindi, rimettiamo al centro i veri valori che stanno scomparendo». La Kalisberg Schützen Kompanie invita la popolazione, oggi alle 20.40 nella sala pubblica alla scuola elementare di Civezzano, alla conferenza storica su «Il Tirolo, terra fra le montagne, e la sua storia». Interviene Roberto Bazzanella. Con il capitano Mario Caldonazzi, nel consiglio direttivo siedono il tenente Giorgio Decarli, il sottotenente Renato Fronza, l'istruttore Christian Da Canal, il segretario Gilberto Caresia e il cassiere Ettore Bressan. Già 150 i soci dei quali circa 30 quelli attivi (con divisa). I festeggiamenti per la ricostituzione sono in programma il 15 e 16 maggio 2010, con la previsione di oltre mille Schützen a Civezzano. U. Ca. UFFICIO STAMPA PROVINCIA 27 NOVEMBRE Una delegazione trentina, guidata dall'assessore Panizza, in visita nella capitale Ceca A PRAGA L'INCONTRO NEL RICORDO DEI PROFUGHI DI BOEMIA Erano presenti i sindaci della valle di Ledro e i promotori del gemellaggio LโAssociazione Praga-Aquisgrana, lโAssociazione degli Amici dโItalia e la Camera di Commercio e dellโIndustria italo-ceca hanno promosso negli scorsi giorni a Praga un incontro tra una delegazione trentina, guidata dall'assessore provinciale alla cultura Franco Panizza, e le autorità ceche, a ricordo degli esuli della Valle di Ledro ospitati in Boemia agli inizi del secolo scorso. "La solidarietà dimostrata dagli abitanti delle città e dei paesi cechi - ha sottolineato l'assessore Panizza - che, in quelle difficili circostanze, offrirono loro aiuto e amicizia, è per noi stimolo a riprendere una pagina di storia comune". Nel 1914 la Regione Trentino-Alto Adige faceva parte dellโImpero austro-ungarico e quindi tutta la sua popolazione maschile adulta fu chiamata alle armi e inviata in Galizia sul fronte Russo. Dopo il 1915 le autorità austriache emanarono lโordine di evacuare la popolazione civile dellal val di Ledro e in poche ore donne, bambini ed anziani dovettero abbandonnare le loro case. Dopo giorni e giorni di un lungo e faticoso viaggio, le popolazioni trentine arrivarono in Boemia e sistemate presso le famiglie ceche. Questa sistemazione prevista per alcune settimane si protrasse alla fine per quasi 4 anni. Per i Ledrensi, che si trovarono privi di mezzi finanziari in un ambiente totalmente sconosciuto ed ignari della lingua del luogo, fu una prova molto dura. I rapporti di amicizia allora allacciati tra i Ledrensi e i Boemi sono continuati per decenni fino ai nostri giorni. Da qui è nato il gemellaggio tra tutti i comuni della val di Ledro e i comuni della Repubblica Ceca che ospitarono i profughi italiani, che nel giugno di quest'anno ha portato ad un incontro tra i discendenti di quell'epopea. Un momento che ha visto la celebrazione della Santa Messa a Svatá Hora presso Pลíbram, dove sorge il santuario che ospita il monumento a ricordo di tutti i Ledrensi morti in terra Boema. Ieri il gemellaggio ha vissuto un nuovo momento di incontro con la visita della deglazione italiana a Praga. La delegazione italiana era composta dall'assessore Franco Panizza, dai sindaci della valle di Ledro e dal dal presidente dell'Unione dei comuni della valle Giuliano Pellegrini. I rappresentanti italiani hanno incontrato tra gli altri Fabio Pigliapoco, Ambasciatore della Repubblica Italiana nella Repubblica Ceca, Vladimir Zavázal, Ambasciatore della Repubblica Ceca in Italia, Miroslava Nฤmcová, Vicepresidente della Camera dei deputati del Parlamento della Repubblica Ceca, il vice ministro alle finanze Ivan Fuksa e il rappresentante dei sindaci boemi, Tomas Havlicek. "La conoscenza, la conservazione e la riscoperta, socialmente condivisa, dei patrimoni ereditati dal passato e le testimonianze della storia delle comunità, e più in generale, di un territorio nel suo insieme, - ha spiegato l'assessore Panizza - costituiscono dei momenti fondamentali per consolidare lโidentità di un popolo, per permettere di vivere in modo originale le contraddizioni della quotidianità e per compiere scelte che sappiano trovare equilibrio e sintesi tra valori del passato e problematiche del presente, prefigurando una modernizzazione che si qualifichi per la forza delle radici di appartenenza delle persone e delle comunità". La Provincia autonoma di Trento ha in questi anni compiuto un sforzo per il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, archeologico e antropologico, promuovendo e finanziando musei, enti locali, associazioni culturali e soggetti privati. "Si tratta ora - ha aggiunto Panizza - di attivare le modalità per inserire questi interventi e le diverse attività in funzione di una dinamica identitaria capace di confrontarsi con altre realtà culturali e con le questioni poste dallโappartenenza europea e mondiale". "Con le cerimonie del giugno dellโanno scorso in Valle di Ledro e di questโanno in Boemia - ha detto il presidente Giuliano Pellegrini - gli amministratori dei Comuni Ledrensi e Boemi, apponendo le loro firme sul patto di gemellaggio tra i sei Comuni della Valle di Ledro e gli otto Comuni Boemi di Buลกtฤhrad, Chyลava, Doksy, Milín, Nový Knín, Pลíbram, Ptice, Vลกeล, sono andati a ufficializzare con una grande partecipazione popolare, lโincontro che è avvenuto nel corso della prima guerra mondiale tra la gente di Ledro e di Boemia. Eโ stata lโoccasione per ricordare, grazie alle lapidi poste nei cimiteri Boemi e al monumento a Svatá Hora, i 340 Ledrensi che riposano nei cimiteri della Boemia. In Boemia i Ledrensi hanno ritrovato tanti amici come novantโanni fa, e lโamicizia è la migliore garanzia per credere nel futuro dellโEuropa dei popoli e della gente". Una curiostià. Uno degli incontri si è tenuto presso il palazzo della famiglia Clam-Gallas, il cui capostipite, Matteo Gallasso, il cui nome fu poi mutato in Matthias Gallas, nacque a Trento nel 1584 dove iniziò la sua carriera militare. Nella giornata successiva, la delegazione italiana ha visitato le più importanti istituzioni ceche, la Camera e il Senato, incontrando la vice presidente della camera Miroslava Nฤmcová. "Alla ministro - sottolineano l'assessore Panizza e il presidente Giuliano Pellegrini - abbiamo ribadito la nostra disponibilità e convinzione a portare avanti e far cresce il gemellaggio che ha forti radici nelle due comunità". "Ci unisce, inoltre - ha concluso Panizza - lo stemma dellโaquila di San Venceslao il cui uso fu concesso nel 1339 da Giovanni, re di Boemia e conte di Lussemburgo, a Nicolò da Bruna (anchโegli boemo) quando egli fu eletto Principe Vescovo di Trento. L'aquila di San Venceslao divenne successivamente, nel 1407, lo stemma โ oltre che del Principato Vescovile โ anche della città di Trento e nel 1987 fu infine adottata dalla Giunta provinciale di Trento quale stemma della Provincia autonoma. Ed oggi ho l'onore di farvi dono dell'Aquila". L'Adige 28 novembre La Provincia garantirà nel 2010 un finanziamento complessivo alle Rsa (case di riposo) di oltre 130 milioni di euro, con una crescita complessiva del 3,5% rispetto a quest'anno (erano 126 milioni), per tener conto delle dinamiche contrattuali del personale, dell'aumentato livello di gravità medio degli ospiti e dei nuovi posti letto convenzionati. Ma questo non impedirà gli aumenti delle rette alberghiere nelle case di riposo trentine, che ieri sia il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, che l'assessore alla salute, Ugo Rossi, davano per scontato almeno entro il limite del 2%. L'incremento degli stanziamenti pubblici a favore delle Rsa è il contenuto più rilevante del protocollo d'intesa firmato ieri dall'assessore Ugo Rossi e da Antonio Giacomelli, presidente dell'Upipa (che rappresenta le Rsa). Il protocollo d'intesa definisce le direttive per l'assistenza sanitaria e assistenziale a rilievo sanitario nelle residenze sanitarie assistenziali Rsa per l'anno 2010. Novità sostanziale delle nuove direttive è la specifica attenzione a migliorare la risposta assistenziale residenziale nei confronti di soggetti con patologie particolarmente impegnative sul piano sanitario ed assistenziale complessivo. Per le persone in stato vegetativo permanente e per quelle affette da sclerosi laterale amiotrofica è stato previsto che le Rsa garantiscano elevati livelli di assistenza generica, infermieristica, medica, riabilitativa e psicologica, attraverso un finanziamento specifico di 400.000 euro. Per la promozione di uno o più progetti mirati legati all'assistenza ai malati di Alzheimer in ambito residenziale è stato previsto uno stanziamento di euro 100.000 euro. Al termine del 2010, i posti letto complessivi saranno 4.391, con un aumento complessivo di 85 posti, per rispondere alla richiesta sempre più pressante di residenzialità protetta in Rsa; saranno inclusi anche i nuovi posti della struttura di Lisignago, per la quale si ipotizza un'apertura al primo luglio 2010, anche se è tutt'altro che scontato che si riesca a rispettare questo ennesimo termine visto che dopo aver espletato la gara per gli arredi stanno emergendo nuovi problemi in questa che appare ormai come una storia infinita. Infine, è stato sottoscritto l'impegno della Provincia e di Upipa a valutare modifiche all'attuale sistema di accesso nelle Rsa e ad analizzare le gravità degli ospiti presenti. Tornando al problema degli aumenti delle rette alberghiere per gli ospiti delle case di riposo, l'assessore Rossi ieri ha ricordato che: «Le rette sono ferme da tre anni e comunque per quanto riguarda tutte le tariffe per i servizi pubblici è aperto un tavolo con i sindacati e dunque sarà in quella sede che ci si discuterà di eventuali aumenti. Non riteniamo comunque che si possano prevedere aumenti superiori all'1,8%». L.P. L'Adige 28 novembre PERGINE - Upt federato con Patt e Udc, forza politica centrale tra Pd, Pdl e Lega Nord. Su questi concetti s'è speso, giovedì sera durante il primo congresso cittadino dell'Unione per il Trentino, Marco Tanas , alla prima uscita pubblica dopo la sua elezione a coordinatore provinciale. Gli ha fatto eco Alessandro Anderle , proclamato per acclamazione segretario cittadino, attorniato da un gruppo di 9 persone più di metà under 35, elette da una sala senza un posto libero e con molte persone obbligate a sostare all'esterno. «Vogliamo diventare una piattaforma politica assieme a forze rappresentative del Patt e dell'Udc ed alternativa al populismo - così Tanas - capace di coinvolgere le liste civiche sul territorio e chi s'è allontanato dalla politica, con un occhio di riguardo al mondo alpino e a quanto si sta muovendo a livello nazionale, dove gruppi politici territoriali che si credevano isolati ora capiscono che possono aggregarsi mediante uno statuto federativo». Esplicito il riferimento alla neonata Alleanza per l'Italia. Un solo accenno al Pd: «Sta raffazzonando ogni possibile forza politica pur di esistere». Ed il neoeletto Anderle ha declinato localmente i concetti di Tanas, fissando in quattro punti le linee guida alle quali si ispirerà: aiutare la gente a fare pace con la politica, promuovere una politica seria che sappia dire anche no, riunificare la comunità, tornare a parlare il linguaggio quotidiano delle persone perbene. «Lavoriamo da subito per creare un partito centrale che ascolti la nostra gente - ha precisato - con attenzione a gruppi civici, ad esempio ai Giovani per Pergine, ai laici e a tutti coloro che hanno votato Berlusconi non trovando in casa alternative accettabili. Saremo decisamente antagonisti al Pdl, a Lega Nord e al loro populismo, ed alternativi al Pd, dal quale siamo molto diversi». Antagonisti a quel populismo che continua ad aggirare le istituzioni, ha ribadito il consigliere provinciale Renzo Anderle , al tavolo assieme al responsabile dell'Upt di valle Guido Orsingher e a Rinaldo Morelli . Il coordinamento cittadino eletto da 135 votanti su 375 tesserati è composto da Sara Stelzer, Isabella Oss Pinter, Piera Ianeselli, Daniele Malacarne, Paolo Stefani, Nicola Campestrini, Cesare Leonardelli, Fabio Margoni e Marcello Parisi . M.A. L'Adige 29 novembre LUISA M. PATRUNO Questa mattina al PalaRotari di Mezzocorona Ugo Rossi verrà confermato per la terza volta alla guida del Patt. Non ci sarà battaglia perché l'assessore provinciale alla salute è l'unico candidato, visto che negli ultimi due anni è riuscito a sopire ogni dissenso interno. Persino i più critici verso la linea politica che ha reso stabile l'abbraccio con il centrosinistra di Lorenzo Dellai sembrano essersi messi il cuore in pace. Devis Tamanini ( nella foto ), il giovane sindaco di Vattaro che nel 2007 sfidò lo stesso Rossi per la conquista della segreteria del Patt, oggi commenta: «Io mi sento uno spirito critico all'interno del partito, ma considero questo congresso come una bella festa di una grande famiglia che vuole presentarsi unita perché l'obiettivo vero del Patt oggi è il 2013 e la conquista della candidatura alla presidenza della Provincia ed è evidente che il nostro candidato è Ugo Rossi». «Per questo motivo - prosegue Tamanini - ho deciso di lasciare andare avanti le idee oggi maggioritarie nel partito. Spetterà a loro dimostrare di riuscire a raggiungere l'obiettivo. Non avranno più scuse perché ci sono tutte le condizioni interne, con il sostegno di tutto il partito, ed esterne per riuscirci». Chi mostra una certa insofferenza, avendo coltivato qualche ambizione personale, poi rimasta frustrata, è il consigliere provinciale Mauro Ottobre, critico verso la diarchia Rossi-Panizza e l'asse Patt-Upt, ritenendo che agli autonomisti dovrebbero considerare il partito del presidente Dellai come un concorrente, che pesca in un bacino di voti molto simile, invece di pensare di stringere un patto di federazione tra i due partiti, come Patt e Upt si sono impegnati a fare. Tant'è, la linea di Ottobre non ha trovato fino ad ora grande seguito perché il segretario del Patt, Ugo Rossi, è convinto che solo se Upt e autonomisti riusciranno a rafforzare l'area di centro della coalizione, unendo le forze, potranno riuscire a impedire che il Partito democratico riesca a conquistare per un suo esponente la candidatura alla presidenza della Provincia della coalizione di centrosinistra autonomista, sempre che nel 2013 ci sia ancora la stessa coalizione. E all'interno dell'area di centro, visto che l'Upt non ha espresso fino ad ora una personalità di spicco, indiscutibilmente capace di rimpiazzare Lorenzo Dellai, il Patt pensa di poter competere proponendo il suo Ugo Rossi come leader della coalizione nel dopo-Dellai. «Non c'è spazio per i giovani - commenta Mauro Ottobre, che si è trovato la strada sbarrata sia per la segreteria che per la vicesegreteria del partito, - ma vista la mia breve militanza nel partito lascio il campo libero ai vertici del Patt e auspico che in questi due anni vengano gettate le fondamenta per un progetto politico forte che sappia coniugare veramente l'innovazione dei giovani e la saggezza dei veterani del partito». L'Adige 29 novembre La nota. La sezione cittadina condanna l'ultimo episodio e chiede sanzioni Il Patt: «Nelle scuole ordine e rigore» Dopo il consigliere Upt Anderle e quello della Lega Nord Civettini, sulla vicenda interviene anche il Patt di Rovereto con una nota del segretario Graziola e del presidente Borghetti: «Quando ci si ritrova a leggere notizie come queste, dobbiamo fermarci a riflettere su una società che ha perso il rispetto del prossimo. È inutile giustificare quanto è successo come una "ragazzata", quanto è successo è un atto di inciviltà». Purtroppo, afferma il Patt, «il perbenismo esasperato di questa società che ha perso il lume della ragione è sotto gli occhi di tutti. Ormai è da qualche anno che le scuole stanno diventando un campo di sperimentazione, i problemi di insofferenza e di bullismo li troviamo gia alle scuole medie. Tutti noi siamo a conoscenza di atteggiamenti e di eccessiva "vivacità" di tanti ragazzi. La politica, la scuola e le famiglie, devono isolare e stigmatizzare atteggiamenti di questo genere. Dobbiamo tornare ad essere più decisi e attenti agli atteggiamenti di insofferenza. Nelle nostre scuole deve tornare l'ordine e il rispetto, deve essere ristabilito il rispetto dei ruoli anche usando maggiore rigorosità e reinserendo l'educazione civica. Nello stesso tempo è indispensabile che si trovino nuovi spazi di aggregazione. Chi sbaglia deve pagare, le troppe scuse e giustificazioni hanno portato all'esasperazione del sistema». L'Adige 29 novembre caso «zf marine» Preoccupazione e serie di critiche dal Pd e dal Patt Ancora prese di posizione sul caso Zf Marine di Arco. Il circolo del Pd di Arco - con il segretario Alessandro Betta - esprime «la solidarietà dei suoi iscritti ai circa 150 lavoratori della ZF Marine Arco Spa, che sono in procinto di perdere il proprio posto di lavoro a causa dei tagli alle spese richiesti dalla multinazionale tedesca di cui fanno parte. Come ormai è consuetudine in ambito industriale, per far fronte ai morsi della crisi economica, le soluzioni che si adottano per ridurre le perdite si limitano esclusivamente al taglio del personale o nel peggiore dei casi alla chiusura degli stabilimenti, proprio come sta accadendo alla ZF Marine di Arco. Come sempre più spesso avviene nelle decisioni di vertice delle grandi multinazionali si è preferita la soluzione più sbrigativa, in altre parole quella di chiudere lo stabilimento più piccolo di Arco per trasferire la produzione a Padova, senza valutare soluzioni alternative e senza confrontare i risultati e i bilanci degli anni antecedenti alla crisi delle due società. Si auspica che le istituzioni locali continuino ad interessarsi a questo problema, non solo per la condizione dei lavoratori coinvolti e delle loro famiglie (per la maggior parte residenti nell'Alto Garda), ma soprattutto per la negativa ricaduta economica e sociale che si concretizzerà sul nostro territorio dovuta all'effetto domino che si svilupperà inevitabilmente su tutta la filiera coinvolta fino ad oggi in questo processo produttivo». «Il nostro territorio - scrive invece Luca Giuliani del Patt - non è sicuramente terra di conquista per quanto riguarda il settore secondario, ma lo è sicuramente per il turismo, l'agricoltura e l'artigianato. Dobbiamo slegarci da modelli imprenditoriali di grandi dimensioni e pensare ad aiutare, spronare, e dirigerci verso una classe imprenditoriale più famigliare. Aumentare la qualità dei prodotti e dei servizi programmando attività promozionali e momenti di incontro tra operatori. Valorizzare maggiormente il nostro territorio qualificandolo dal punto di vista turistico, e programmando manifestazioni con richiamo nazionale». L'Adige 29 novembre Civezzano Ma il sindaco prende le distanze da Panizza: il Comune non darà nulla Schützen, 40 mila euro al gruppo CIVEZZANO - Battesimo con la storia, quella ritenuta autentica che per tratti importanti si stacca dalla storia ufficiale che alimenta il sapere nelle nostre scuole. È stata la prima conferenza organizzata dalla neonata Kalisberg Schützen Kompanie del capitano Mario Caldonazzi , l'altra sera a Civezzano, con relatore lo studioso Roberto Bazzanella . «Il Tirolo, terra fra le montagne, e la sua storia». Un lungo percorso, dai primi secoli dopo Cristo fino ai giorni nostri, raccontati da Bazzanella in oltre due ore ininterrotte con vocabolario di facile lettura che fa trasparire, ancora oggi, il disagio di questi Schützen a doversi dichiarare italiani. Anche perché, come spiega l'oratore, secoli di storia, anche intensamente vissuta, non si possono cancellare. Un percorso dai Longobardi a Carlo Magno, nel Sacro romano impero e fra le culture germanica e romanza. Dai principi vescovi e loro «avvocati», fino ai contadini «roncadori» venuti in Tirolo dall'Austria, alla difesa tirolese degli Schützen con lo Stutzen (il fucile in loro dotazione). Dalla grande fede che lega il Tirolo al Sacro cuore di Gesù, fino all'impero d'Austria con il dominio bavarese sul Tirolo. E ancora, Andreas Hofer e la sua fucilazione (20 febbraio 1810) e l'impegno del «traditore» Cesare Battisti. Per Bazzanella, si tratta di conoscere la storia di questa «terra infra montes» la terra fra i monti e i valori in essa custoditi, per meglio affrontare le sfide di questo nostro tempo di globalizzazione. Frattanto, più di 30 degli oltre 150 tesserati alla Kalisberg Kompanie di Civezzano indosseranno la nuova divisa. Fra loro, tre donne. Tessera per i soci a 20 euro e divise da oltre 2.600 euro l'una, dei quali circa 400 in carico agli associati. Dal punto di vista economico, garanzie da parte di Luis Durnwalder , mentre Franco Panizza (l'assessore provinciale alla cultura) mette sul piatto poco meno di 40.000 euro. Niente dal Comune di Civezzano. Al proposito, presente alla serata assieme alla vicesindaco Nicoletta Donatoni , il sindaco Stefano Dellai prende le distanze dai 40.000 euro garantiti da Panizza: «Si potevano destinare ad altre iniziative, magari sostenendo queste conferenze. Noi garantiremo il contributo ad una prossima pubblicazione storica che il gruppo è intenzionato a promuovere», assicura Dellai. U. Ca. L'Adige 29 novembre Pergine Roberta Bergamo risponde ad Anderle Il Patt cittadino si dice entusiasta del Patto con Upt e con l'Udc PERGINE - L'Upt chiama ed il Patt risponde subito ok al patto federativo a tre con l'Udc. Non appena eletto segretario dell'Unione cittadina, giovedì sera, Alessandro Anderle ha indicato il patto come prioritario e fondante. Benedetto dal sindaco Silvano Corradi che, rivolto all'assemblea dei soci Upt, aveva detto: «Questa alleanza può aiutarci, in modo da realizzare un patto forte di centro a Pergine». Ieri ha preso posizione Roberta Bergamo , la presidente del Patt cittadino. «Abbracciamo il patto federativo, l'abbiamo più volte auspicato, è nella natura del nostro partito e risponde al sentire moderato della nostra città. Noi puntiamo ad una vera coalizione politica di centroautonomista da introdurre anche nell'amministrazione municipale. La nostra collocazione - ha continuato Roberta Bergamo - non può che essere centrale ed il patto auspicato si pone in posizione alternativa al Pd. Quanto dichiarato da Anderle ai soci dell'Upt in assemblea consente finalmente di capire con chiarezza che anche altri seguono la nostra linea di centro, vicina alla gente e legata al territorio. A noi fa piacere che alla guida dell'Upt sia andato un giovane, è un passaggio generazionale che abbiamo conosciuto anche noi in anni recenti». L'Adige 30 novembre Confermato l'asse con l'Upt Patt, nel 2013 Rossi per il posto di Dellai Il Patt si sente forte e grazie al patto di ferro con l'Upt coltiva l'ambizione di esprimere il candidato nel caso specifico il segretario Ugo Rossi - alla successione di Dellai nel 2013. «Siamo un partito importante, dovremo crescere per diventare determinante», ha detto Rossi al congresso a Mezzocorona. L'Adige 30 novembre LUISA MARIA PATRUNO Il Patt si sente forte, soprattutto perché, per la prima volta dopo tanto tempo, riesce a presentarsi unito al suo interno e non più preda dei personalismi, come dimostra la candidatura unica del segretario uscente Ugo Rossi, che ieri al PalaRotari di Mezzocorona è stato rieletto per acclamazione dal congresso per un terzo mandato. L'assessore-segretario ha parlato emozionato davanti a una sala piena di gente - per gli organizzatori un migliaio di presenze - di un partito in crescita, elencando i risultati raggiunti negli ultimi due anni e soprattutto l'obiettivo. «Oggi - ha detto Rossi al congresso - siamo un partito importante, dovremo crescere ancora per diventare un partito determinante». Il patto con l'Upt per il 2013. Il Patt è pronto a contribuire con i suoi numeri a rafforzare l'area di centro che l'Upt da sola difficilmente può rendere competitiva rispetto al Partito democratico nella battaglia interna per la conquista della leadership della coalizione, in vista del dopo-Dellai, ovvero delle elezioni provinciali del 2013. Le Stelle alpine non solo sono ben consapevoli di questo ma sono decise a costruire «una forte partnership con l'Upt» coltivando l'ambizione di poter affidare a un autonomista - nel caso specifico allo stesso Ugo Rossi - il compito di esprimere il candidato alla successione del governatore in carica che rappresenta l'area di centro-autonomista da far digerire al Pd. «Patt e Upt - ha sottolineato ieri Ugo Rossi rappresentano insieme la parte maggiore dell'elettorato che sostiene la maggioranza oggi al governo della Provincia. Guardiamo quindi con estrema attenzione agli sviluppi e alle idee che si muovono nel partito di Dellai, che resta il nostro più importante interlocutore. Siamo pronti a firmare con l'Upt un patto forte, anche federativo, che garantisca l'esistenza dei due partiti e nel medio periodo si sperimenterà già qualcosa nelle comunali 2010 - un impegno inequivocabile a stabilire reciprocamente procedure comuni e univoche rispetto alle scelte di aggregazione e di leadership per avere anche nella prossima legislatura il ruolo preminente dell'area politica Patt-Upt. E proprio la prospettiva di avere una chance per conquistare piazza Dante, attraverso l'accordo con il partito di Dellai, che oggi non può vantare per la successione figure di spiccata e indiscussa personalità (salvo il solito Diego Schelfi della cooperazione) ha convinto anche l'opposizione interna al Patt a sostenere i vertici del partito. Il Pd alleato leale, per il momento. Ugo Rossi ha ripetuto ieri che il Patt considera il Partito democratico un alleato leale, ma ha precisato anche che il fatto di fare parte oggi della stessa coalizione non vuol dire che gli autonomisti abbiano fatto una scelta di campo. Ieri a Mezzocorona non si è fatto vedere nessun rappresentante del Pd. Il segretario provinciale Michele Nicoletti era malato ma, evidenzia il capogruppo del Patt in consiglio provinciale, Michele Dallapiccola, con un cenno polemico: «Non è venuto nessuno dei colleghi consiglieri del Pd, eppure sono tanti. Mi dispiace perché li avevo invitati personalmente». Dallapiccola, che si è preoccupato di organizzare il congresso, era invece molto contento della massiccia presenza di delegati. Così come numerosa era la rappresentanza dell'Upt. Oltre al presidente Dellai c'erano anche il segretario Marco Tanas, il capogruppo provinciale Giorgio Lunelli e gli assessori Mellarini e Gilmozzi. L'Udc era presente con il commissario Ivo Tarolli e l'assessore Lia Beltrami. Ma va detto che se Rossi ha speso tante parole sul patto con l'Upt, ha quasi ignorato l'Udc, che pur essendo una forza di centro è anche un partito nazionale che per il Patt non si concilia con l'obiettivo di costruire «una vera autonomia politica da Roma». Estranei alla Padania. «La Lega - ha detto Rossi - vorrebbe prospettarci di diventare l'ottava provincia del Veneto. Ma noi trentini veri di padano non abbiamo mai avuto e non abbiamo nulla. Noi autonomisti trentino tirolesi non accetteremo mai di omologarci a culture e modelli che non ci appartengono». E gli applausi più forti sono giunti proprio per le parole contro la Lega di Rossi e del consigliere Ottobre. Applausi per Franco Tretter. In apertura del congresso è stato trasmesso un video con immagini delle battaglie del Patt nel passato (contro la Samatec, gli espropri e a difesa dell'autonomia). Più volte s'è visto l'ex leader Franco Tretter, uscito di scena malamente, ed è stato molto applaudito. Nel ventennale della morte, ricordato anche Enrico Pruner. Infine, il congresso ha eletto presidente Walter Kaswalder, vicesegretario Sergio Muraro. Il governatore. Ai vertici autonomisti: «I profeti di sventura avevano torto» «Il nostro è stato un patto vincente» «La collaborazione preziosa del Patt garantisce il governo del Trentino e di molte amministrazioni comunali. Il Patt è uno dei pilastri fondamentali dell'assetto politico della Provincia». Con queste parole il governatore Lorenzo Dellai ieri mattina ha blandito la platea del congresso autonomista nel breve saluto con il quale ha ringraziato le Stelle alpine per la scelta di campo non facile fatta in occasione delle elezioni provinciali del 2008, quando una parte del partito spingeva perché il Patt abbandonasse invece Dellai per schierarsi al fianco della Lega nord a sostegno del candidato del centrodestra Sergio Divina. Il segretario Ugo Rossi, oggi membro della nuova giunta Dellai, e l'assessore riconfermato Franco Panizza, assieme al presidente Walter Kaswalder, furono determinanti per la decisione di tenere il Patt nella coalizione di centrosinistra autonomista e a lasciare il partito furono Franca Penasa, poi transitata nella Lega nord con la quale è stata eletta in consiglio provinciale, e l'ex deputato Giacomo Bezzi, per il momento sparito dalla scena politica. «C'era chi profetizzava - ha detto il presidente Dellai - le prospettive più nere: un Patt assorbito dalla Lega e assolutamente succube e ininfluente. Ora si è dimostrato che quei profeti di sventura avevano torto e la vostra classe dirigente aveva ragione». Il segretario dell'Upt, Marco Tanas, ha aggiunto: «L'Upt si sente sinceramente legata da un sentimento di fratellanza con gli autonomisti e vuole rafforzare questa collaborazione». Il dibattito. Applausi alla giovane Boller che richiama il partito alla tradizione Pellegrini: «No inceneritore e no Tac» L'intervento di Daiana Boller , 27 anni, di Vattaro, coordinatrice del Movimento giovanile del Patt, è stato tra i più applauditi. Nel suo bel vestito tradizionale con le rose rosse, la giovane autonomista, laureata in storia, ha insistito sull'identità, i valori, l'Euregio, la trentinità e ha invitato al recupero della toponomastica tradizionale. Ma non ha esitato anche a criticare i vertici del Patt sul doppio incarico del segretario-assessore (in deroga allo statuto del partito) non condiviso dal Movimento giovanile, e attaccare il principale alleato, l'Upt, che «è ancora in cerca di una sua identità e non sanno neanche loro cosa vogliono fare». Il sindaco di Lavis, Graziano Pellegrini , ha preso poi la parola per invitare il Patt a prendere posizione contro l'inceneritore, la realizzazione della Tac (la linea ferroviaria ad alta capacità che Rossi aveva poco prima benedetto), contro la quale il consiglio comunale di Lavis si è già espresso, e contro le Comunità di valle. Il capogruppo provinciale e presidente dell'assemblea congressuale, Michele Dallapiccola, ha risposto che il partito rifletterà su queste sollecitazioni ma non può essere il congresso a esprimersi. Oliviero Vanzo , presidente dell'Unione famiglie trentine all'estero, ha chiesto invece un impegno al Patt per ripristinare il finanziamento pubblico all'associazione. «Presenteremo un emendamento alla Finanziaria» ha promesso Dallapiccola. Infine, Marcello Caravello , un «non trentino iscritto al Patt» ha invitato il partito ad aprirsi di più a chi viene da fuori provincia. UFFICIO STAMPA PROVINCIA 30 NOVEMBRE Oggi pomeriggio a Milano SIGLATO DA DELLAI, TREMONTI E CALDEROLI L'ACCORDO SUL FEDERALISMO FISCALE Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, ha siglato questo pomeriggio a Milano con i ministri all'economia Giulio Tremonti e alla semplificazione Roberto Calderoli l' intesa che apre la strada anche in Trentino al federalismo fiscale e al conseguente nuovo modello di finanza provinciale. In mattinata la Giunta provinciale aveva dato il via libera con delibera al testo dell'intesa, necessaria al fine di procedere alla modifica del Titolo VI dello Statuto in tema di norme finanziarie. "Avremo qualche risorsa in meno ma anche qualche ambito di autonomia in più - ha commentato il presidente Lorenzo Dellai - . Saremo chiamati in futuro ad una ancora maggiore assunzione di responsabilità, e baseremo la nostra Autonomia ancora più fortemente nella gestione dei 9/10 di tutte le imposte. L'accordo di oggi ci conferma comunque nella nostra decisione di confrontarci con il governo in maniera costruttiva, pur senza modificare il nostro giudizio di fondo sul federalismo fiscale." La firma di oggi giunge al termine di una serrata trattativa fra la Provincia autonoma di Trento (assieme a quella di Bolzano e alla Regione) e il Governo, durata diversi mesi. Dopo l'approvazione della legge 42 sul federalismo fiscale, che ha tracciato il quadro di riferimento, la Provincia ha scelto di avanzare delle proposte concrete per applicare quanto deciso dallo Stato in Trentino. Va ricordato che il titolo VI dello Statuto di Autonomia può essere modificato (a differenza delle altre parti dello Statuto) solo da una legge "rinforzata", un provvedimento cioè dello Stato, di natura non costituzionale, adottato previa intesa con le due Provincie autonome. L'accordo siglato oggi rappresenta appunto l'intesa in questione, e fissa i "cardini" su cui si baserà la modifica del titolo VI. Spetta adesso al Governo inserire l'accordo - come emendamento - nella nuova Finanziaria. "Con questa intesa - ha detto Dellai dopo la firma di questo pomeriggio a Milano - si intende dare attuazione alla legge sul federalismo fiscale, una legge che abbiamo sempre contestato, posto che per noi comporterà comunque un danno sotto il profilo delle entrate. Al tempo stesso però abbiamo sempre ritenuto preferibile prendere l'iniziativa e inserire questo ragionamento all'interno di un'intesa globale che potesse ridefinire per i prossimi 15-20 anni l'assetto dei rapporti finanziari con lo Stato." Si è giunti quindi a delineare un nuovo equilibrio fra Provincia autonoma e Governo, che comporterà per il Trentino qualche rinuncia ma anche qualche nuova attribuzione autonomistica. Da un lato spariranno la quota variabile, la somma sostitutiva dell'Iva all'importazione come pure la possibilità di partecipare alle leggi di riparto nazionali, eccezion fatta per i fondi comunitari; per converso la Provincia si vedrà innanzitutto estendere il principio del ritorno dei 9/10 delle imposte a voci finora non previste (ad esempio le accise per gasolio per il riscaldamento). Lo Stato inoltre ha sbloccato la corresponsione degli arretrati, (circa 4 miliardi di euro) che inizieranno ad essere pagati con rateizzazione a partire dal prossimo anno. Ed ancora: lo stesso Patto di stabilità verrà calcolato a saldo anziché sulle previsioni di spesa. Infine, lo Stato si impegna con questo accordo a considerare chiuse in maniera definitiva tutte le questioni di cui sopra, che da tempo attendevano una compiuta definizione. Sul piano delle nuove competenze, sono previste deleghe alle Province in tema di università e ammortizzatori sociali. "L' accordo è di tipo onnicomprensivo e potrà essere modificato solo d'intesa fra le parti - ha chiosato questo a questo proposito il presidente Dellai - ponendo quindi le finanze provinciali al riparo da eventuali altre richieste di rinegoziazione da parte dello Stato con le prossime Finanziarie." Scheda: il nuovo modello di finanza provinciale Il nuovo modello di federalismo fiscale delineato, in conformità a quanto previsto dallโart. 119 della Costituzione, dalla legge n. 42/2009 ha stabilito allโart. 27 lโobbligo anche per le autonomie speciali di concorrere โal conseguimento degli obiettivi di perequazione e di solidarietà ed allโesercizio dei diritti e doveri da essi derivanti, nonché al patto di stabilità interno e allโassolvimento degli obblighi posti dallโordinamento comunitarioโ. La necessità di adeguamento delle norme fondamentali della finanza provinciale al nuovo contesto istituzionale ha richiesto una più ampia revisione del modello autonomistico, finalizzata al recupero dello spirito originario dello Statuto, che individuava nelle devoluzioni di tributi erariali in quota fissa lโelemento costitutivo di una solida autonomia finanziaria, nonché al contenimento al minimo dei margini di incertezza legati alle procedure di definizione delle poste maggiormente connesse alla contrattazione con il Governo o comunque non più coerenti con il nuovo modello del federalismo fiscale. In assenza di un forte ruolo propositivo volto a salvaguardare le specificità e le prerogative di rango costituzionale in termini di autonomia finanziaria contenute nello Statuto, assicurando nel contempo una crescita e valorizzazione della sfera di autonomia finanziaria della Provincia in termini di poteri tributari e di sfera di libertà di utilizzo delle risorse, lโattuazione del federalismo fiscale la Provincia avrebbe subito un forte impatto finanziario negativo, per il venir meno delle poste di bilancio non più coerenti con il nuovo modello federalista. Inoltre, il concorso agli obiettivi di finanza pubblica avrebbe determinato lโassunzione di oneri connessi al trasferimento/delega di funzioni statali per circa 100 milioni. Il nuovo modello finanziario delineato dallo schema di accordo raggiunto con lo Stato consente di armonizzare lโordinamento finanziario della Provincia al nuovo assetto derivante dal processo di attuazione del federalismo fiscale, e, nel contempo, di salvaguardare le specificità e le prerogative di rango costituzionale in termini di autonomia finanziaria contenute nello Statuto. Il nuovo modello si fonda infatti sulla valorizzazione delle piene potenzialità dello Statuto con lโacquisizione di tutti i gettiti prodotti dal sistema trentino, recuperando quelli attualmente non spettanti o non ripartibili territorialmente, rivalutando il principio fondamentale posto a base dello Statuto che vedeva nelle devoluzioni di tributi erariali lโelemento costitutivo dellโautonomia finanziaria. Lโapplicazione di tale principio comporta il ripristino del quadro originario delle entrate statutarie, costituito da un modello di finanziamento fondato su un nucleo duro costituto dalle compartecipazioni in quota fissa ai tributi erariali afferenti il territorio provinciale, predefinite statutariamente nella loro misura, a beneficio della certezza e della programmabilità delle risorse. Il nuovo assetto finanziario vede notevolmente incrementata la propria interdipendenza con lโandamento dellโeconomia locale, comportando una sempre maggiore responsabilità dellโamministrazione provinciale nel promuovere ogni azione volta a garantire al territorio trentino prospettive di crescita sostenibile, perché solo con la crescita potrà essere potenziato e incrementato il livello delle risorse a disposizione della Provincia. Viene inoltre previsto lo sblocco delle quote variabili già definite a livello tecnico (2000-2005 per un totale di 1,5 miliardi) oltre alla definizione di tempi certi per la definizione delle ulteriori quote dovute sino allโanno finanziario 2009. Sono stabiliti tempi certi per lโerogazione, in tranches, delle somme spettanti, con notevoli vantaggi in termini di programmazione di bilancio. In luogo degli attuali meccanismi di quantificazione delle somme spettanti quale rimborso degli oneri sostenuti dalle Province dal 2003 per lโesercizio delle funzioni delegate dallo Stato, le cui difficoltà e lungaggini hanno di fatto annullato le effettive erogazioni Statali a tale titolo, viene definito un importo forfetario pari a 50 milioni annui, in linea con quanto sin qui effettivamente previsto nei documenti di bilancio. Uno degli elementi qualificanti dellโaccordo è il coinvolgimento della Provincia nelle attività di accertamento dei tributi sulla base di indirizzi e obiettivi strategici definiti attraverso intese con il Ministro dellโEconomia e delle finanze ed i conseguenti accordi operativi con lโAgenzia delle Entrate. Ulteriori elementi qualificanti del nuovo modello finanziario sono: la definizione della partecipazione della Provincia al patto di stabilità secondo il meccanismo dei saldi di bilancio, già previsto dalla legge finanziaria dello Stato per il 2007, ma mai attuato. Il superamento del principio dei tetti di spesa dovrebbe consentire una programmazione finanziaria meno soggetta ai vincoli di natura esterna ed un conseguente dimensionamento delle risorse più aderente alla reale autonomia della finanza; lโampliamento dei margini di operatività della leva tributaria (variazione delle aliquote, deduzioni, agevolazioni ed esenzioni), anche sui tributi compartecipati, con conseguente possibilità di ridurre od incrementare lโimposizione in base alle politiche fissate a livello locale; la possibilità per la Provincia di istituire nuovi tributi locali nelle materie di propria competenza. Nel caso di tributi locali istituiti con legge dello Stato, la legge provinciale può consentire agli enti locali di modificare le aliquote e di introdurre agevolazioni, esenzioni e deduzioni; lโattivazione, a partire dal 1 gennaio 2011, del nuovo meccanismo di accredito diretto dei gettiti erariali spettanti alla Provincia, eliminando lโintermediazione del Ministero dellโEconomia. Il nuovo modello finanziario conferma infine il concorso finanziario della Provincia al riequilibrio della finanza pubblica mediante lโassunzione di oneri relativi allโesercizio di funzioni statali, anche delegate, definite dโintesa con il Ministero dellโEconomia e delle Finanze, nonché con il finanziamento di iniziative e di progetti, relativi anche ai territori confinanti, complessivamente in misura pari a 100 milioni di euro annui a decorrere dallโanno 2010 per ciascuna provincia. L'Adige 01 dicembre Il federalismo taglia 550 milioni l'anno Accordo Stato-Provincia: cancellati molti trasferimenti LUISA MARIA PATRUNO [email protected] Il federalismo fiscale costerà al Trentino una riduzione secca dei trasferimenti da parte dello Stato di 550 milioni di euro l'anno, a cominciare dal prossimo. Se si considera che il bilancio della Provincia di Trento è di 4.550 milioni di euro (finanziaria 2010), si capisce che si tratta di un taglio tutt'altro che trascurabile, che peserà sulle casse dell'autonomia negli anni a venire. L'accordo finanziario tra Stato e Provincia di Trento (insieme a quella di Bolzano), che diventerà emendamento alla legge finanziaria nazionale e darà attuazione ai principi del federalismo fiscale, è stato siglato ieri pomeriggio a Milano - simbolica sede del verbo leghista - dai ministri all'Economia, Giulio Tremonti, e alla Semplificazione, Roberto Calderoli, con il presidente della Provincia di Trento, Lorenzo Dellai, e il collega bolzanino Luis Durnwalder. I tagli per 750 milioni di euro. Spariscono quasi tutti i trasferimenti che non sono compresi nei 9 decimi delle imposte riscosse in provincia di Trento garantiti dallo Statuto di autonomia, fatti salvi i 50 milioni di euro l'anno per funzioni statali delegate, che rimangono (viabilità statale, motorizzazione civile, collocamento al lavoro, catasto e opere idrauliche). Per il resto, viene cancellata la quota variabile delle imposte pari a 270 milioni di euro; la somma sostitutiva sull'Iva all'importazione, che vale 300 milioni di euro; i trasferimenti statali per leggi di settore (edilizia, istruzione, sanità e politiche sociali) per 80 milioni di euro. Graveranno invece come costi aggiuntivi al bilancio provinciale gli oneri - altri 100 milioni - per nuove deleghe che saranno trasferite dallo Stato alla Provincia. In totale dunque i minori trasferimenti arrivano a 750 milioni di euro. Deleghe su Università di Trento e ammortizzatori sociali. Il Trentino ha chiesto le deleghe in materia di Università (si assumerà tutti i costi di finanziamento dell'Università di Trento che oggi sono a carico dello Stato) e le funzioni di gestione degli ammortizzatori sociali, ivi compresa la possibilità di avvalersi dell'Inps sulla base di accordi con questo. La Provincia di Bolzano ha chiesto deleghe diverse su Rai Bozen, Poste, scuola. Per rendere operative le nuove regole sarà necessaria l'approvazione di specifiche norme di attuazione su cui sarà chiamata ad esprimersi la Commissione dei 12. L'emendamento alla Finanziaria prevede che le norme siano approvate entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge. Comuni di confine. All'interno dei 100 milioni di oneri aggiuntivi per nuove deleghe figurano anche i 40 milioni che ciascuna delle due Province di Trento e Bolzano dovrà destinare a progetti di collaborazione con i comuni di confine delle Regioni a statuto ordinario (Veneto e Lombardia). Quella che era nata come un'iniziativa del presidente trentino Dellai per placare il governatore veneto Galan, che accusava le vicine autonomie speciali di essere troppo ricche e privilegiate, viene ora istituzionalizzata nel patto che disciplina le relazioni finanziarie fra Trentino e Stato ed estesa anche all'Alto Adige. Aumentano i 9 decimi di 200 milioni. L'accordo, in compenso, aumenta la quota fissa dei 9 decimi delle imposte (nel 2009 è stata di 3 miliardi e 700 milioni) di altri 200 milioni di euro, facendovi rientrare il gettito delle accise sul gasolio da riscaldamento, benzina e oli da autotrazione, l'Ires (imposta sui redditi delle persone giuridiche), le quote sul gioco e altre. Sbloccati gli arretrati. Lo Stato sblocca i trasferimenti delle «quote variabili» arretrate non ancora pagate, per circa 1,5 miliardi di euro più quanto dovuto sulle leggi di settore (50 milioni dal 2003) ovvero 400 milioni di euro e altri crediti per un totale di 4 miliardi . Saranno pagati a rate di 250 milioni l'anno fino al 2018. Questo compenserà per i primi anni le minori entrate. I tagli previsti da questo accordo non andranno comunque a stravolgere il bilancio provinciale già predisposto per il 2010, perché erano attese queste minori entrate. Nuovi tributi locali. Si prevede la possibilità della Provincia di istituire nuovi tributi locali (comunali) e modificare le aliquote dei tributi locali istituiti con legge statale (esempio Irap) nei limiti delle aliquote superiori definite dalla norma statale. «C'è un'impostazione molto centralista - ha commentato però il presidente Dellai - sull'autonomia fiscale». Intesa sui controlli fiscali. Il nuovo sistema statutario delle relazioni finanziarie firmato ieri tra Stato e Province di Trento e Bolzano prevede anche che «le attività di accertamento dei tributi nel territorio delle due province sono svolte sulla base di indirizzi e obiettivi strategici definiti attraverso intese tra ciascuna Provincia e il ministro dell'Economia». «Gli accertamenti - spiega Dellai - saranno tarati sulla realtà trentina perché vogliamo un fisco amico delle imprese». Rossi: «È una giornata di lutto per l'autonomia, ma abbiamo ridotto i danni» In una nota congiunta, tutti i capigruppo consiliari di maggioranza (Giorgio Lunelli, Roberto Bombarda, Luca Zeni, Michele Dallapiccola, Bruno Firmani, Luigi Chiocchetti, Mario Magnani) hanno espresso ieri «pieno sostegno all'iniziativa del governatore e della giunta provinciale per quanto riguarda l' "intesa" con il Governo nazionale rispetto all'applicazione, per il Trentino, delle norme previste dalla riforma sul Federalismo fiscale». «L'accordo firmato oggi - scrivono rappresenta un passaggio strategico per la difesa della nostra autonomia speciale che viene ulteriormente riconosciuta e valorizzata attraverso i nuovi meccanismi di definizione delle entrate finanziarie e l'acquisizione di ulteriori competenze». Il segretario del Patt, Ugo Rossi ( nella foto ), parla invece di «giornata di lutto per l'autonomia: ora si capisce che il federalismo fiscale per noi significa oltre 500 milioni in meno. Per fortuna siamo riusciti a ridurre i danni con un'operazione di grande accortezza e responsabilità». L'Adige 01 dicembre PERGINE - Bocce ferme ieri per il nuovo ospedale Villa Rosa, dopo tanti anni d'attesa e di incertezze sul suo ruolo definitivo. Sarà polo ospedaliero provinciale con 108 letti per le degenze ed altri 24 di day hospital per riabilitativo per cardiologia e cerebrolesioni, dotato d'un apposito reparto di degenza per i pazienti in stato vegetativo permanente. Le nuove specializzazioni si aggiungono a quelle già in praticate nel Villa Rosa attuale (dove i letti sono 65) per motulesi e neurolesi. Inoltre, nel nuovo ospedale sarà attrezzato un apposito settore per la risonanza magnetica nucleare (Rmn). Il punto fermo, ieri, durante un confronto tra il titolare della sanità trentina Ugo Rossi , assieme all'ingegnere Alessandro Zanoni (responsabile del progetto speciale grandi opere civili provinciali), ed amministratori locali, il sindaco Silvano Corradi e l'assessore alla sanità Renato Tessadri ( a destra nella foto, con Corradi e Rossi ). «Mi sono assunto ufficialmente un duplice impegno - ha dichiarato Rossi - di portare entro metà dicembre in giunta provinciale una deliberazione che ufficializza il polo riabilitativo e ne indica tutte le caratteristiche, e di dare come obiettivo all'Azienda sanitaria la fine dei lavori entro il 2010 e il trasferimento nel nuovo ospedale entro la metà del 2011. Nella deliberazione inserirò tutte le funzioni, di tipo riabilitativo motorio, respiratorio, neurologico più le nuove in campo cardiologico e per le cerebrolesioni. La riabilitazione a carattere intensivo degli stati vegetativi dovuti a gravi lesioni cerebrali prevede letti appositi per degenze, in modo che i pazienti possano godere di ogni ausilio adatto a mantenere elevata la qualità della loro vita il più possibile. Nella filiera sanitaria trentina che attualmente se ne occupa, in Rsa o a domicilio, manca un certo numero di posti letto ospedalieri, che sono individuati a Pergine dove sarà portata anche la Rmn». Il commento di Corradi: «Si doveva smettere con la tecnica del rilancio praticata negli anni scorsi, quando si chiedevano sempre cose nuove. Noi vogliamo aperto l'ospedale e poi penseremo ad introdurvi ulteriori specializzazioni. L'apertura stava slittando da troppo tempo». La prima pietra è del 1989, il volume del costruito finale sarà di 105.000 metri cubi. Non ha trovato risposta ieri un'annosa richiesta perginese ovvero l'introduzione nella struttura d'un centro di formazione permanente per operatori nelle specialità praticate. La risposta di Rossi: «L'Azienda sanitaria provinciale ha già l'obiettivo di verificare le attività didattiche complessive. Prima è meglio aprire l'ospedale, ma nel frattempo si prepara il progetto didattico». Tessadri valuta un ulteriore aspetto della vicenda: «Il nuovo ospedale ci consentirà di aprire la città ai pazienti, cancellando per sempre la barriera che separa lo spazio ex manicomiale dove il Villa Rosa nuovo è sorto e la città, inoltre garantirà un indotto economico di rilievo in termini occupazionali con ricadute sulle attività cittadine». Il costo complessivo dell'ospedale, calcolato ieri, si attesta sui 45 milioni di euro. Due per la sola Rmn. Ora sta per finire il terzo lotto dei lavori, relativi al reparto degenze. Nella primavera 2010 l'appalto del quarto ed ultimo per arredi esterni, parcheggi e viabilità, con fine lavori entro l'anno. M. A. L'Adige 01 dicembre Flaim e Osele replicano: al ballottaggio Come nel 2000. Solo 44 voti di differenza. Patt primo partito, poi il Pd GUIDO SMADELLI CLES - Come da pronostico è ballottaggio tra Giorgio Osele , sindaco uscente, e Maria Pia Flaim , primo cittadino dal 1995 al 2000. Il verdetto dell'urna è chiaro: sostanziale pareggio tra i due sfidanti, con Flaim che raccoglie 1.419 voti e Osele nelle immediate vicinanze (1.375: 44 voti in meno), mentre più distanziato segue Marcello Graiff , a capo della coalizione di centrodestra, che totalizza 933 voti. Escono invece di scena già al primo turno Donatella Benvenuti di «Uniti per Cles» (117 voti) e Marco Dusini di «Intesa progressista» (115), forza presente da quasi vent'anni in consiglio, in maggioranza sia con Flaim sia con Osele, che scompare per ora dalla scena politica clesiana. Il Patt (per Osele) si conferma primo partito clesiano, con il 19,42% (730 voti), cui andrebbero aggiunti i 265 raccolti dalla lista «Autonomisti per Cles», capeggiata dall'assessore uscente Ruggero Mucchi : già annunciata da tempo l'unificazione delle due liste in un unico gruppo consiliare. Al secondo posto si piazza il Pd (per Flaim), con il 17,98% dei consensi (676 voti): realtà che si presenta per la prima volta agli elettori clesiani, a seguito di un circolo costituito pochi mesi fa, e che si presenta come interlocutore forte dell'amministrazione clesiana, a prescindere dall'esito del ballottaggio fissato per domenica 13 dicembre. Le tre liste hanno schierato candidati forti: capolista del Patt è Andrea Paternoster , il più votato (247 preferenze), non c'era capolista nel Pd, ma Flavia Giuliani (ex consigliere della Margherita, in corsa alle elezioni provinciali per il Pd) ha raccolto 212 consensi. Comunque vadano le cose, per loro il posto in aula è assicurato. Così come per il già citato Ruggero Mucchi , capolista degli «Autonomisti per Cles», 135 preferenze. Alle spalle dei «big» tante liste civiche, e tra queste ha la meglio il «Gruppo civico di centro per Cles», che raccoglie il 10% (376 voti), nato sui resti della Civica Margherita staccatasi dal governo Osele lo scorso agosto; il più votato è Luigi Pichenstein , assessore all'urbanistica della prima parte dell'ultima legislatura. Al quarto posto «Rinnova Cles», con il 9,84% (370), prima forza della coalizione di centrodestra, con capolista Loris Agostini , giovane emergente del panorama politico clesiano, anch'egli sicuro di un posto in aula. Un gruppo che si è mosso alcuni mesi fa, in previsione di una crisi possibile, ed attorno al quale si è costruita poi la coalizione di centrodestra. Le liste dei due candidati sindaco da ballottaggio pareggiano: «Ascoltiamo Cles» di Flaim raccoglie 308 voti, «Progetto Civitas» di Osele (dove è confluito l'Upt di Dellai) 304. Tra 15 giorni si torna a votare, l'esito finale è incertissimo. Di certo per ora è che finisce «l'era Stablum», storico oppositore di destra che vantava un pacchetto di voti, che nessun consigliere leghista sarà in consiglio, e che alleanze ufficiali sono quanto mai improbabili. «Sono onorato e orgoglioso, non me lo aspettavo». Andrea Paternoster del Patt, 247 preferenze, ieri il più votato. «Posso garantire una cosa: rimango come sono, persone umile, a disposizione di tutti, e disposta a collaborare con tutti». «A Cles rimaniamo il primo partito. Sono molto soddisfatto». Franco Panizza è raggiante. Ma non ha digerito una cosa. «La lettera diffusa dai consiglieri dell'ex Margherita è vergognosa. Se vogliono denunciare cose poco chiare dicano di cosa si tratta». L'Adige 01 dicembre FABRIZIO TORCHIO CLES - L'obiettivo minimo, il 35 per cento, è pressoché raggiunto, visto che i 1.375 voti fanno segnare un 34,73%. Ma l'ex sindaco Giorgio Osele , segretario comunale 47enne da dieci anni in politica, si definisce solo «parzialmente soddisfatto» dell'esito delle urne, visto che quello scarto di 44 voti rispetto a Maria Pia Flaim proprio non se lo aspettava. «Puntavamo al 40%», ammette Osele senza tradire la delusione, prima del pranzo in compagnia di Salvatore Ghirardini , Franco Panizza ed altri al «Flamingo», il locale del candidato del Patt Andrea Paternoster (247 preferenze). Se è una delusione parziale, nel volto di Panizza si tramuta in ostentato ottimismo: almeno sulla carta - ragiona l'assessore provinciale - le possibili affinità con gli elettori di Marcello Graiff dovrebbero favorire la coalizione Patt-Autonomisti-Civitas a discapito di Flaim. Ad ogni modo, se gli autonomisti escono dalle urne come il primo partito di Cles, fra una pizza e una birra c'è spazio per un primo bilancio. Per capire dove sono finiti quei duecento voti che, in teoria, avrebbero dovuto fare la differenza, e per cominciare a pianificare la «campagna acquisti» di Santa Lucia per il ballottaggio del 13 dicembre. Osele, qual è il bilancio del voto? «Dopo l'incontro pubblico con Graiff mi ero prefigurato il ballottaggio ma mi aspettavo di essere davanti a Maria Pia Flaim, non dietro di lei». Le cause? «Siamo partiti con una lista nuova di riferimento Upt e la Margherita dall'altra parte che ci ha attaccato imbarazzando entrambi gli schieramenti. Questo probabilmente ha pagato, perché la gente si fa anche convincere». Ma non si riferisce a Flaim. «Lei ha avuto un atteggiamento rispettoso, ma qualcuno che ha fatto attacchi c'è stato». Qualcuno aveva parlato di vittoria al primo turno. «Numericamente l'obiettivo minimo era il 35% ma l'ambizione era il 40». Quali voti sono mancati? «Si tratta di alcune persone che non lo hanno garantito, qualche autonomista c'è, ma parlo anche della lista Civitas. Comunque, cinque anni fa qualcosa il Patt ha pescato nel serbatoio di voti della destra e ora lo ha restituito». Si imputa degli errori? No, nessun errore. Rifarei le cose che ho fatto. La nostra è una linearità basata sul programma, ma evidentemente non siamo riusciti a comunicare quello che volevamo». Eravate gli unici assenti ai gazebo in piazza. «Non volevamo importunare le persone e le abbiamo contattate in modo diverso per una questione di rispetto». La destra di Graiff ha raccolto 933 voti, il 23,57%. Avviate le trattative? «Quello della destra è un buon risultato, esprime una parte importante dell'elettorato. Parleremo con tutti quanti». Anche con la Lega Nord? «Certi scenari sono difficili da prefigurare». Si può dialogare al punto da modificare qualche obiettivo? «Perlomeno, con il voto è stata fatta una specie di referendum sul traforo, un segnale forte di condivisione sulla variante est c'è». L'ha chiamata qualcuno da Trento? «Ho sentito Marco Tanas quando c'erano i primi risultati». Ha incontrato Maria Pia Flaim? «Sì, ci siamo salutati e ci siamo fatti reciprocamente i complimenti». Osele contro Flaim, come nel Duemila. «Proprio come dieci anni fa, ma a parti invertite: allora era lei il sindaco uscente. Ed io il giovane candidato senza esperienza...». L'Adige 01 dicembre Le preferenze Alle urne più elettrici che uomini, ma i voti «rosa» disegnano un'aula maschile E in consiglio entrano solo due donne CLES - C'è già chi, indipendentemente dall'esito del ballottaggio, ha certezza di sedere in consiglio comunale. Ad esempio lo sono Andrea Paternoster (Patt), che con 247 preferenze è il più votato, il collega Emanuele Odorizzi (120) e Ruggero Mucchi (135), del gruppo Patt uscente, anche se il secondo è capogruppo degli «Autonomisti per Cles». Certezza in caso di vittoria hanno anche Massimiliano Girardi , volto nuovo del Patt (118), Rosario Poletti , ex assessore alla cultura del C6 (96), mentre nella lista «Progetto Civitas» di Osele il più premiato è l'ex vigile urbano e capo dei Nuvola Giorgio Debiasi (51 preferenze). In casa Flaim, sono certi Flavia Giuliani (212 preferenze), il responsabile del Pd clesiano Luciano Bresadola (116), il consigliere uscente Luigi Pichenstein del Gruppo civico di centro (102): e in caso di vittoria anche il medico ospedaliero Mario Meggio (Gruppo di centro) e per il Pd l'ex direttore della Casa di riposo Mario Chini , appaiati a quota 98. Il più votato della lista «Ascoltiamo Cles» di Flaim, è Roberto Luchini , ex insegnante. Tutto chiaro probabilmente nelle file del centrodestra: oltre a Marcello Graiff a Palazzo Assessorile dovrebbero approdare Loris Agostini della civica «Rinnova Cles» (86 preferenze) e Vito Apuzzo del Popolo delle libertà (74). Per Intesa progressista niente consiglio per Marco Dusini e Luisa Larcher , la più votata con 36 consensi, tallonata dagli ex consiglieri di precedenti legislature Giorgio Bianchini e Mario Gaio , 19 ciascuno. Come in ogni tornata elettorale c'è chi ha raccolto poco o niente. Un niente che vede cinque candidati a quota zero preferenze (tre in Intesa progressista, uno in Uniti per Cles, uno nel Pdl), tre sono quelli «premiati» da un solo voto. Di un'altra cosa c'è certezza: si sono recati alle urne 4.040 elettori, di cui 1.944 maschi e 2.096 femmine. Ma risultano solo 1.119, in totale, le preferenze assegnate a candidati femmina (delle quali 369 nella sola lista del Pd). Ma nonostante questo voto «più femminile» in aula di donne ce ne saranno solo due: Maria Pia Flaim e Flavia Giuliani. Chiunque vinca, comunque vada, il consiglio comunale clesiano sarà più maschile che in passato. AUTONOMISTI PER CLES MUCCHI RUGGERO 135 LORENZONI GABRIELE 65 CORRAโ GIOVANNI 22 FONDRIEST VINICIO 20 COLLER CIRO 19 RIZZI ELIO 17 DALPIAZ FRANCO 12 CIARDI PAOLO 11 LOFFREDO CLAUDIO 11 ZANOLINI PAOLO 11 MAINES VANESSA 10 LEONARDI ROBERTO 9 LEONARDI ALMA 8 LORENZI SONIA 7 PENASA IVANA 7 TORRESANI ANNALISA 7 CHILOVI VERONICA 6 LEGA NORD BERTOL RENZO 38 ZUCAL MARCO 32 PANCHERI GIANNI 20 ARNALDI CLAUDIO 18 SELBER DENNIS 15 DI GUGLIELMO GIOVANNI 14 ONGARI MAURO 14 CANINI DANILO 11 MORTEN CARMELINA 9 DIPIERRO ELVIRA 7 BORGHESI ANTONIO 7 MARCHI CELESTINA 6 DESIMINI MARIO 6 ARCOPINTO CHRISTIAN 5 GIACOMOLI CRISTIANA 4 GOTTARDO ORAZIO GINO 4 SORTINO ROSA 2 INTESA PROGRESSISTA LARCHER LUISA 36 BIANCHINI GIORGIO 19 GAIO MARIO LUIGI 19 MARIANO CIRO 12 MENGHINI LUCA 12 FABBRI CARLA 11 MACCACARO CLAUDIO 9 CHIOUA MOKHTAR 7 RAVANELLI IVANA 7 BENVENUTI EMANUELA 6 MHAININA TAHAR 6 BOUZID SAMIRA 5 OSSANNA LUIGI 5 MERCADO VERONICA 3 TOLOTTI DARIO 3 SINACCIOLO BARTOLOMEO 1 LISTA CIVICA - UNITI PER CLES STABLUM MARIO 49 TALLER ADRIANO 40 LERRO NICCOLOโ 14 NOLDIN ROMINA 9 SCHWARZ MICHELE 8 ODORIZZI MARIA 6 MANSAKU RIZART 6 CILIBERTO ANTONIO 5 DE ZORDO CRISTINA 4 LAZZERI LORENA 4 NASCIMENTO NADJA 4 ENDRIZZI CRISTIAN 4 MARINELLI RENZO 4 GREGORI FRANCO 2 POMBENI NICOLA 2 NICOLODI ORIETTA 1 GRUPPO CIVICO DI CENTRO PER CLES PICHENSTEIN LUIGI 102 MEGGIO MARIO 98 SPRINGHETTI MARIO 67 NICOLODI MARCO 58 LORENZONI EMILIO 37 FRANZOSO MIRKO 31 GRAIFF ANNA 24 CASNA NICOLINO 23 GOIO PAOLO 23 MARTINI FLAVIO 19 PARISI PAOLA 18 COVA PATRIZIA 16 CORRADINI MICHELE 15 SARCLETTI PAOLO 15 DEROMEDI VALENTINA 14 MATTAREI MARIA 14 REVERSI IVAN 6 KELLER DOLORES 5 POLI THOMAS 5 LISTA CIVICA RINNOVA CLES AGOSTINI LORIS 86 DAL RIโ FRANCO 78 DEMAGRI ALESSANDRO 43 FERRI ROMANO 40 FANTI LUCIANO 32 DEMICHEI ANDREA 29 CESCHI SANDRO 27 VIOLIN ERMES 27 TADDEI EUGENIA 26 SALGARELLO GIOVANNA 25 FEDRIZZI OLIVIERO 20 GOGLIO GABRIELE 17 AMBROSI PIERO 16 POLETTI DIEGO 15 MARCHETTI GIOVANNI 12 ODORIZZI NICOLA 12 VISINTAINER VALENTINA 9 PARTITO DEMOCRATICO DEL TRENTINO GIULIANI FLAVIA 212 BRESADOLA LUCIANO 116 CHINI MARIO 98 PENASA LAURO 48 GASPERINI NICOLA 46 CICOLINI DARIO 45 GASPERETTI GIUSEPPINA 42 BONANI SAMUELE 38 MENAPACE LORENZA 38 ZANON DAVID 33 ERLICHER MARCO 30 DALLAO GIOVANNA 29 PATERNOSTER IVAN 29 GUOLO STEFANO 27 DALLASERRA DANIELA 19 PERUFFO SABRINA 18 RUATTI CLAUDIO 18 MENGHINI PAOLO 16 CORRADINI ERICA 7 MARIANI MARIA ANGELA 4 STRADA ROBERTO FRANCO VALENTINI GYMMI 0 1 DOMIO ROBERTA 0 PACINI MARIA 0 VENTURI GABRIELLA 0 RUATTI ALBERTO 14 FRANCH TIZIANA 11 ZUCAL GIUSEPPE 11 GENTILINI MARCO 8 IL POPOLO DELLA LIBERTAโ APUZZO VITO 74 CASNA SILVIO 49 BERTOLAS FRANCO 48 CASULA AMANDA 46 OLAIZOLA ELOSUA INNAKI 29 VALENTINOTTI JACOPO 25 LORENZONI CHRISTIAN 18 BENVEGNUโ GIORDANO 16 LANCETTI FRANCO 16 TARTER FRANCESCO 13 FONDRIEST FRANCESCA 10 BARONCINI STEFANO 8 NOLDIN SAMANTA 4 SOMMA PASQUALE 3 MARTINI ALESSANDRO 0 ASCOLTIAMO CLES LUCHINI ROBERTO 42 PANCHERI SERGIO 37 DOMINICI EZIO 35 PRANTIL PATRIZIA 34 DALLAVO TALLER ROSA 32 GABARDI DANIELA 28 CRISTALDI GIOVANNI CARMELO 27 NOLDIN ANNA 26 MENGHINI PATRIZIO 26 SPARAPANI PAOLO 25 TALLER GIUSEPPE 22 GABOS ANDREA 21 MAGNAGO ROBERTA 21 FEDRIZZI SILVIA 19 GALLINARI STEFANO 19 LORENZONI IVAN 19 LORENZONI STEFANO 16 VISINTAINER UMBERTO 15 FLOR MARIO 11 FONDRIEST CLAUDIO 4 PROGETTO CIVITAS-CLES DOMANIUNIONE PER CLES DEBIASI GIORGIO 51 GRAIFF ANDREA 50 DEROMEDI LINO 43 LEONARDI RENATO 39 PANCHERI SILVIO 31 CLAUSER GLORIA 28 FORNO THOMAS 26 MARRAS GIANPAOLO 23 ANGELI MARIA ARGENTINA 20 VALLI ALEX 20 SCHIRRU DAVIDE 17 CHINI RITA 15 MENICI PATRIZIA 15 PILLONI FABIO 15 DAPRAโ ANNA 14 DAPRAI ANDREA 13 SAURINI MAURIZIO 11 SALMOIRAGHI PABLO 10 PANCHERI ANITA 4 ZORZI ANDREA 2 PATT PATERNOSTER ANDREA 247 ODORIZZI EMANUELE 120 GIRARDI MASSIMILIANO 118 POLETTI ROSARIO 96 LEONARDI ANDREA 81 DALLAGO GIANCARLO 62 PANGRAZZI LUCA 53 DEBIASI NICOLA 46 NOLDIN IVAN 41 DALPIAZ ALDO 39 MISSERONI FRANCO 33 PATERNOSTER ELISA 30 LORENZONI GIULIO 25 ZANON ANDREA 24 BARBACOVI MOIRA 17 CATTANEO EUGENIO 16 PILATI KATIUSCIA 16 VIVIANI LORENZA 16 VISINTAINER ROBERTA 13 SPRINGHETTI NADIA MARIA 11 L'Adige 02 dicembre LUISA MARIA PATRUNO Si è accorto ieri il governatore Lorenzo Dellai, di fronte alle dichiarazioni trionfalistiche degli esponenti locali della Lega nord e del Pdl, che forse non era stato sufficientemente netto lunedì - volendo evitare le polemiche - nel dire che il federalismo fiscale «costa molto al Trentino perché ha tagliato voci di entrata, che ora non ci sono più, per 750 milioni di euro, compensate solo dai 200 milioni in più nei 9 decimi delle imposte». E per rimarcare il fatto che non c'è nulla da festeggiare, il presidente ha convocato una nuova conferenza stampa per dire che il Trentino non ci guadagna - ma non aveva scelta - dall'accordo firmato a Milano con il ministro Giulio Tremonti, che ha modificato lo statuto di autonomia nella parte sui rapporti finanziari tra Stato e Provincia di Trento per dare attuazione a quanto previsto dalla legge sul federalismo fiscale. «Questo è un dato di fatto non un'opinione politica - ha detto - ogni anno ci mancheranno 550 milioni di euro». Visto il quadro già definito dalla legge sul federalismo fiscale su molte voci, Dellai ha cercato nella trattativa almeno di fare rientrare nei 9/10 del gettito fiscale che resta al Trentino anche le voci fin'ora escluse e di sbloccare la mole di crediti arretrati non pagati dallo Stato a cominciare da 1,5 miliardi di «quota variabile» già contabilizzati, che ora saranno versati a rate fino al 2018. Rispondendo a chi gli faceva notare che il senatore della Lega nord, Sergio Divina, ha dichiarato che il Trentino poteva chiedere il 10/10 delle imposte perché il Governo glieli avrebbe dati, il presidente Dellai ha risposto con una battuta: «In effetti Tremonti ci aveva offerto i 12/10, ma noi gli abbiamo detto no grazie Giulio sei molto buono ma dobbiamo pensare anche al Paese». E poi ha commentato: «Comunque ora non ci potranno più dire che il Trentino usa risorse non sue ma prodotte nelle altre Regioni. Con grande orgoglio possiamo dire che ci reggeremo solo sul Pil prodotto qui». Anche l'assunzione da parte della Provincia delle due nuove deleghe (non è un trasferimento di competenze) in materia di università e ammortizzatori sociali non è stato un grande affare dal punto di vista economico, anche se - come sottolinea Dellai lo può essere dal punto di vista politico perché «conoscenza e lavoro sono il nostro futuro». Gli oneri in più sul bilancio provinciale per le due nuove deleghe sono stati quantificati in 100 milioni di euro . Ma di questi, 40 milioni dovranno essere destinati a progetti a favore dei comuni di confine di Veneto e Lombardia. Restano 60 milioni che non bastano però per svolgere quelle funzioni se si pensa che oggi lo Stato versa all'Università di Trento 72 milioni l'anno. Quindi per gestire per intero l'Università e poi tutte le funzioni in materia di «cassa integrazione, disoccupazione e mobilità», come prevede l'accordo, la Provincia dovrà pescare altre risorse nelle sue casse. L'accordo fra Stato e Provincia, nei segni più, vede l'ingresso di nuove voci nei 9/10 delle imposte versate in Trentino che vengono trasferite nelle casse provinciali per un totale di 222 milioni , questo è il calcolo esatto fatto dagli uffici governatiti divisi in: Iva all'importazione sulla base dei consumi finali ( 145 milioni ), Ires e imposte sostitutive sui redditi da capitale ( 10 milioni ), accisa olii minerali ( 40 milioni ), assicurazioni ( 7,5 milioni ), Contributo Ssn Rca ( 19,5 milioni). VOCI ELIMINATE L'accordo attuativo del federalismo fiscale cancella 270 milioni di trasferimenti in «quota variabile»; 300 milioni relativi all'imposta sostitutiva sull'Iva all'importazione; 80 milioni di euro di trasferimenti sulle leggi di settore; mentre carica sulla Provincia 100 milioni di oneri per nuove deleghe (università, ammortizzatori sociali). Di questa somma 40 milioni dovranno però essere destinati a progetti per i comuni di confine di Veneto e Lombardia. TOTALE TAGLI: 750 milioni. INTEGRAZIONE DEI 9/10 I tagli vengono compensati dall'aumento dei trasferimenti relativi ai 9/10 del gettito delle imposte raccolto sul territorio provinciale per 222 milioni, visto che vi sono ricomprese voci prima escluse (Ires, Iva all'importazione sulla base dei consumi finali, accisa olii minerali, assicurazioni, contributo Rca) ARRETRATI Saranno sbloccati gli arretrati non ancora pagati delle «quote variabili» pari a 1,5 milioni. L'Adige 02 dicembre argentario Per l'Avvento corona «tirolese» Tra le varie iniziative programmate nel patto di gemellaggio tra la Circoscrizione Argentario e la città di Schwaz, è previsto anche il dono, da parte degli amici tirolesi, di una splendida corona d'Avvento alle parrocchie dislocate sul nostro territorio. Per l'Avvento 2009 la cerimonia di consegna ha avuto luogo domenica nella chiesa di Martignano alla presenza dei numerosi fedeli accorsi per assistere alla messa domenicale, celebrata dal parroco don Mario Tomaselli. La delegazione di Schwaz, guidata dal vicesindaco Margit Schwaz, ha deposto la corona ai piedi dell'altare, mentre la musica della Blaskapelle conferiva solennità al gesto della donazione. La corona vuole simbolicamente esprimere il senso profondo dell'amicizia tra le due comunità. Nei prossimi anni la cerimonia di consegna troverà accoglienza nelle altre chiese della circoscrizione: a Cognola nel 2010, a Montevaccino nel 2011, a San Donà nel 2012 e a Villamontagna nel 2013. M.T. L'Adige 02 dicembre Lases La maggioranza perde pezzi: Dorighi lascia Prove di «crisi» in Comune Consiglio ad hoc per il porfido LASES - Non si placano i malumori e le spaccature in seno alla maggioranza di Lona Lases. Se si è potuta svolgere regolarmente la seduta del consiglio comunale di Lona Lases, prevista in seconda convocazione per lunedì sera, resta alta la tensione tra le fila del gruppo di maggioranza guidato dal sindaco Marco Casagranda (presente in aula con solo sette consiglieri). Segno tangibile di una situazione poco chiara e in continuo divenire sono le dimissioni presentate dal consigliere Danila Dorighi (subentrata solo alcuni mesi fa al capogruppo Umberto Dalmonego ), e formalizzate in una lettera citata dal sindaco Casagranda ad inizio lavori. Una lettera giunta solo nella mattinata di lunedì e che ha impedito l'avvio della procedura di surroga del consigliere con Claudio Ciurletti , primo degli aventi diritto. Al termine della breve seduta del consiglio, dove è stata approvata la quarta variazione al bilancio (con 180 mila euro destinati all'installazione di nuovi pannelli solari sugli edifici comunali per ridurre i costi energetici) ed è stata rinviata la costituzione di servitù per la cabina elettrica «Fregasoga», si è quindi svolta una riunione di maggioranza. Tra i punti in discussione le problematiche relative al settore estrattivo e la necessità di dare riposte concrete ad un comparto che, da oltre un anno, aspetta il via libera del consiglio al piano cave sovracomunale del Monte Gorsa (già approvato dalla giunta provinciale) e l'approvazione del programma di attuazione delle aree estrattive Pianacci e Dossi. Un problema è anche da una nota del gruppo di minoranza «Società e Sviluppo», nel quale si chiedevano i motivi del ritardo e l'urgenza della discussione. Documenti relativi alla pianificazione dell'area estrattiva che sarebbero stati chiesti anche in via formale agli uffici comunali, e sui quali pare sussista un accordo, ma che sino ad ora non sono mai stati portati all'attenzione del consiglio. Da qui la richiesta (portavoce il sindaco) di una seduta, entro dicembre, dedicata al mondo del porfido e agli strumenti pianificatori. Una seduta che potrebbe chiarire il quadro e la tenuta della maggioranza, tra le cui fila si fanno più ricorrenti le voci su ulteriori possibili dimissioni, con un finale anticipato della consigliatura. D. F. L'Adige 02 dicembre «Soffitte fantasma», aria di sanatoria: la maggioranza cerca un accordo PERGINE - Continua a bollire la vicenda dei controlli sulle «soffitte fantasma». Al punto che il gruppo di «Alternativa per Pergine» (Pdl) lunedì ha ritirato una sua mozione intesa a fare chiarezza sulla vicenda. Giorni prima non erano mancati gli incontri formali/informali con gruppi di maggioranza, fino alla conferenza dei capigruppo convocata dal sindaco un'ora prima della seduta consiliare per trovare un'intesa, che non c'è stata. «Noi abbiamo ritirato la mozione per lasciare tempo alla maggioranza di trovare un accordo al suo interno - spiega Primo Pintarelli, il capogruppo - dove si scontra la posizione di chi vuole proseguire nei controlli con chi intende fermarli. Noi, pur di trovare un accordo che sia favorevole ai cittadini siamo disponibili ad attendere, ma solo per pochi giorni perché presenteremo un ordine del giorno apposito, in tre punti». Quali? «Chiediamo di chiarire il testo del Prg sull'argomento, di regolarizzare le situazioni anomale riscontrate dove è possibile e di rivedere il testo del Prg». Sanatoria in vista con accordo trasversale? L'Adige 02 dicembre GUIDO SMADELLI CLES - Un Patt stradominante se al ballottaggio vincesse Osele. In consiglio entrerebbero 7 consiglieri del Patt e 2 degli Autonomisti per Cles, che come annunciato costituirebbero un unico gruppo. Cioè Andrea Paternoster, Emanuele Odorizzi, Massimiliano Girardi, Rosario Poletti, Andrea Leonardi, Giancarlo Dallago, Luca Pangrazzi , olte a Ruggero Mucchi e Gabriele Lorenzoni . Ed a completare la maggioranza ci sarebbero Giorgio Debiasi, Andrea Graiff e Lino Deromedi , oltre ovviamente a Giorgio Osele . In questo caso sui banchi dell'opposizione si troverebbero per il centrodestra Marcello Graiff, Loris Agostini e Vito Apuzzo ; e per la coalizione Flaim due del Pd, uno del Gruppo civico di centro e la candidato sindaco. Nel caso di vittoria di Maria Pia Flaim tutto sarebbe ovviamente all'opposto. Per il Pd diverrebbero consiglieri Flavia Giuliani, Luciano Bresadola, Mario Chini, Lauro Penasa, Nicola Gasperini, Dario Cicolini ; per il Gruppo civico di centro Luigi Pichenstein, Mario Meggio, Mario Springhetti e Marco Nicolodi ; per «Ascoltiamo Cles» Roberto Luchini e Sergio Pancheri . Il Patt sarebbe molto ridimensionato: in aula entrerebbero solo Andrea Paternoster e Emanuele Odorizzi, per il Progetto Civitas» il solo Giorgio Debiasi e - sorpresa - Ruggero Mucchi, nonostante le 135 preferenze raccolte dovrebbe lasciare il posto a Giorgio Osele. Tutto potrebbe cambiare nel caso in cui una delle due coalizioni si apparentasse con il centrodestra. Cosa che per Maria Pia Flaim sembra quanto mai improbabile, soprattutto perché in casa Pd non sembra comprensibile una alleanza ufficiale con Pdl e Lega Nord; cosa peraltro che non sembra molto probabile neppure per la coalizione Osele - o parte di essa. In fin dei conti, c'è anche l'Upt... Ma ipotizziamo che la cosa si realizzi: il centrodestra godrebbe di 5 posti, e vedrebbe entrare in aula, oltre a Graiff, Agostini e Apuzzo, un secondo consigliere di Rinnova Cles, Franco Dal Ri , e presumibilmente il più votato della Lega Nord, Renzo Bertol . Con leggero ridimensionamento di una delle maggioranze possibili sopra delineate. Nessuno, per ora, si sbottona. «Noi procederemo sulla nostra linea», afferma Maria Pia Flaim. «Dialogando con tutti, cercando di coinvolgere tutti. Quindi ci incontreremo sia con la coalizione Graiff, sia con Intesa progressista, sia con Uniti per Cles (liste «single» escluse dall'aula, ndr), in quanto tutti sono referenti dei cittadini, al di là del risultato ottenuto». Ed anche Giorgio Osele (la sua coalizione si è riunita ieri sera) non va molto più in là: «Ora non so dire niente. Un confronto con Graiff ci sarà, ma non so dove si possa arrivare». Mentre sul fronte Marcello Graiff non si esclude niente. Il candidato sindaco, alle prese con il lavoro, se la cava con una battuta: «Nessuna novità». Ma Loris Agostini, capolista di «Rinnova Cles», la lista che ha siglato la miglior prestazione, va oltre. «È vero che noi abbiamo sempre affermato la necessità di un cambiamento. Il sistema lo puoi cambiare da fuori, ma anche da dentro». Come dire: nessuna strada è chiusa. Nessuno ha ancora stilato una scaletta per gli incontri, ma tutto deve essere deciso entro sabato. L'ipotesi più probabile è che Flaim e Osele si presentino all'elettorato contando sulle rispettive coalizioni. Ma si sa, in politica tutto può succedere. Con una certezza, da parte di Loris Agostini: «Rappresentiamo un migliaio di voti. Non possiamo lasciarli perdere. Siamo disposti al dialogo con tutti». Casa Osele Mucchi: «Abbiamo lavorato con la sinistra...» Alleanze, via al confronto CLES - «Lunedì sera ci siamo presi un attimo di pausa. Una spaghettata in compagnia. Abbiamo parlato anche del voto, ma c'era voglia di staccare un istante». Giorgio Osele ha radunato la sua coalizione ieri sera. «Per un ragionamento collettivo, anche su possibili alleanze, e programmare il lavoro per questi 15 giorni». Alleanze possibili? «Ora non so. Un confronto con la coalizione Graiff ci sarà, ma non posso dire dove si potrà arrivare». Sul tema sentiamo Salvatore Ghirardini , segretario politico del Patt clesiano: «Certo, un confronto ci deve essere. Quanto meno va aperto un tavolo di dialogo. E bisogna riconoscere che Graiff e la sua coalizione hanno ottenuto un buon risultato, per il centrodestra». Rimanendo in casa Patt sentiamo Ruggero Mucchi , sul quale - in caso di sconfitta di Osele - pende la spada di Damocle dell'esclusione dal consiglio comunale. «Candidando in una lista non del Patt (Autonomisti per Cles, ndr) sapevo che un certo rischio c'era. Sono soddisfatto del risultato personale ottenuto, anche se in caso di sconfitta sarebbe proprio la nostra lista a dover cedere il posto a Giorgio Osele». Quindi un'alleanza potrebbe starci... «Partiamo da una considerazione: se ci fosse alleanza con il centrodestra, sarebbe più probabile con noi che con una coalizione in cui c'è il Pd. Devo anche dire che per quattro anni abbiamo fatto un ottimo lavoro assieme all'estrema sinistra, quindi a livello locale il dialogo è possibile con tutti, anche con soggetti non proprio affini». L'Adige 02 dicembre Fiemme e Fassa. Chiusa la strada 71 per Valfloriana, una legnaia investita dai sassi Frane a Stramentizzo e a Predazzo VALFLORIANA - La pioggia intensa delle ultime ore ha provocato uno smottamento, l'altra notte, sulla strada provinciale 71, fra Molina di Fiemme e Valfloriana. E ieri, un costone roccioso si è staccato dalla ex cava Clocia a Predazzo, urtando una legnaia nei pressi di un'abitazione. La frana sulla provinciale 71 si è verificata a circa mezzo chilometro dal rio Vallazza, in una zona boschiva all'altezza della diga di Stramentizzo: il materiale ha invaso la carreggiata a circa metà via fra Molina e Valfloriana. «La situazione è sotto controllo», ha assicurato il sindaco di Valfloriana Graziano Lozzer . Ieri mattina, per altro, gli operai comunali hanno trasportato generi alimentari per la filiale della Cooperativa di Montalbiano, dopo che il furgone dell'azienda era rimasto bloccato dalla frana, mentre non hanno potuto raggiungere Cavalese i ragazzi delle scuole, che sono tornati a casa. Dai sopralluoghi dei tecnici della Provincia lo smottamento è risultato maggiore di quello che sembrava inizialmente. Si parla di circa 400 metri cubi di materiale e della necessità di bonificare il versante per mettere in sicurezza il tratto. Il che significa (conferma Lozzer) che la riapertura non sarà possibile prima di giovedì sera o venerdì mattina. A Predazzo, invece, dalla vecchia cava Clocia che sovrasta l'ultima casa verso Moena, si è staccato un costone roccioso. Su di un pianoro alla base della cava si è fermata la maggior parte del materiale, ma dei sassi rotolati sul piazzale dietro l'abitazione hanno colpito una legnaia, che si è inclinata ed è stata puntellata dai vigili del fuoco. In serata, in Comune si stava predisponendo un'ordinanza per interdire l'accesso al piazzale e per la messa in sicurezza dell'area, dopo la perizia effettuata da un geologo della Provincia. L'Adige 02 dicembre Il Patt deve imparare a essere più coerente Domenica si è celebrato il Congresso del Patt. Il confermato segretario politico, Ugo Rossi, al quale auguro buon lavoro per il bene della nostra gente, ha invitato chi ha i capelli bianchi a dare consigli e, se del caso, anche a «rimproverare» per gli errori che verranno commessi. Io certamente per motivi anagrafici e per militanza nel Patt posso permettermi, essendo stato richiesto, di dare un umile suggerimento: attenzione alla coerenza tra quanto enunciato e le azioni, le scelte politiche le cui conseguenze ricadono sulle persone. Ho apprezzato la grinta di Rossi, in alcuni passaggi della sua tesi: «Noi autonomisti trentino tirolesi non accetteremo mai di omologaci a culture e modelli che non ci appartengono. Noi autonomisti, consci della responsabilità che abbiamo, difenderemo la nostra identità e la nostra specificità sempre e a ogni costo...con le unghie e coi denti». E parlando di alleanze Rossi afferma: «โฆsiamo pronti a siglare con l'Upt un patto forte, anche federativo, ma in nessun caso pensiamo a una fusione: il Patt resterà sempre il Patt». Se questi principi sono universalmente validi, possono essere trasferiti pari pari anche al mondo associativo, dell'emigrazione per esempio, al quale durante il congresso sono stati fatti diversi riferimenti. Sono certa che Rossi e i vertici del Patt sapranno capire e apprezzare quando, con lo stesso orgoglio e passione, gli emigrati che rappresentiamo ci chiedono di difendere la nostra identità e la nostra specificità sempre. La fusione tra Patt e Upt alla quale il Segretario politico non pensa, presenta forti analogie con la fusione «raccomandata e voluta» dalla Provincia attraverso una modifica della legge provinciale in materia di emigrazione, che di fatto eroga contributi solo all'organismo più rappresentativo, escludendo la seconda associazione. Non si stupirà dunque Rossi nel leggere le lettere che giungono dai nostri emigrati trentini e che rifiutano la fusione «imposta da Trento». I principi fondanti del Patt parlano di libertà, uguaglianza, sussidiarietà e solidarietà. Il Patt si ispira ai valori dell'autonomia politica e culturale, all'autogoverno delle popolazioni trentino-tirolesiโฆ.anche di quella parte di società più lontana dai centri di potere economico e politico. Suggerisco di leggere spesso questi principi e di attuare le scelte politiche quotidiane nel rispetto di questi. Rina Bonvecchio Sommadossi - Trento Dopo che in moltissime occasioni noi amministratori pubblici abbiamo auspicato il coinvolgimento dei giovani sulle tematiche della contemporaneità o sui problemi che s'intrecciano nei meandri di una Storia complessa, drammatica e spesso sconvolgente, è motivo di conforto e segno di ottimismo il poter assistere all'entusiasmo, la creatività e la generosità ideale con cui i giovani di tre associazioni della Val di Non («La Chiave» di Coredo, «Perché» e «Speranza giovane» di Cles), coordinate da Rosario Poletti, hanno voluto regalare al Trentino un viaggio per parole, immagini e note musicali alla scoperta di quel che è nascosto dietro al «Muro di Berlino». Un Muro nato per isolare, per dividere, per soffocare la libertà, per instillare la paura e l'odio, per lacerare le famiglie, le città, le nazioni... Un Muro eretto a dispetto di un'umanità che coltiva invece nel suo profondo gli ideali del dialogo, dell'incontro, dello scambio... Un Muro che i giovani della Val di Non hanno materialmente eretto nella piazza di Cles per ricordarci che ancora oggi esistono motivi assurdi di divisione, pretesti ridicoli per sopraffare chi non la pensa come noi... Un Muro, quello che per due settimane ha riempito la Val di Non, che è stato ricco di riflessioni, di ricordi, di analisi storiche ma anche di gioia di vivere, di cantare e di suonare assieme, di dipingere il futuro con i colori della speranza. Debbo dire che questa volta il volontariato giovanile s'è fatto finalmente anima e cuore passionale di un'iniziativa coinvolgente che ha attirato l'attenzione dei giovani della valle ma anche di fuori, che s'è messa in circolo davanti a quel confine marcato nella piazza di Cles da un simbolo di divisione che fin dal primo giorno è stato sventrato, aperto, superato. Su tutto le indimenticabili serate di sabato 21 e domenica 22 novembre all'auditorium di Cles stracolmo di spettatori che hanno assistito alla rappresentazione di «The Wall-Il Muro». Serate straordinarie per la qualità della riflessione in musica rock proposta da ben sessanta «musicisti-attori-cantanti»: la band rock «The Young Last», la Banda comunale di Tuenno e il coro giovanile Girotondo di Note del Contà. È stato bellissimo vedere il lavoro di giovani che hanno saputo mettere in movimento la loro creatività per coinvolgere centinaia di famiglie attorno al tema del dramma provocato dalla divisione, con i due bambini che durante lo svolgersi dello spettacolo costruivano un muro di mattoni di polistirolo e alla fine lo abbattevano gioiosamente a calci. E chi temeva che al di là del Muro ci fossero quei timori, quelle paure, quegli spaventi che qualcuno minacciava, è rimasto da un lato deluso e dall'altro stupito: perché «dietro» c'erano solo i rumori della festa, i canti allegri della speranza e gli sguardi felici e sorridenti di tante ragazze e ragazzi che hanno dato prova di grande maturità. Molti di quei giovani, quando il vero «Muro» cadde a Berlino, non erano ancora nati oppure erano così piccoli che l'evento non li toccò. Se oggi, a Cles e in Val di Non, abbiamo potuto partecipare a una serie di eventi che ci hanno portati a riflettere sui «muri» che lacerano la società contemporanea, vuol dire che anche quelli della mia generazione, i padri e le madri, gli insegnanti e gli animatori che vent'anni fa gioirono nell'assistere all'assalto del cemento berlinese che divise una Nazione, vuol dire che tutti noi abbiamo saputo ben interpretare fino ai giorni nostri quel ruolo di testimoni e di «latori» di un messaggio forte e profondo. Un messaggio che oggi i nostri giovani hanno saputo raccogliere e hanno dimostrato di saper far fruttare. Le due settimane di riflessione «politica» e «culturale» che hanno permesso alla Val di Non di confrontarsi con la Storia sono il punto di svolta che oserei definire epocale: è infatti probabilmente giunto il momento in cui le nostre esperienze, i nostri sogni, i nostri progetti di «padri» possono trovare gli eredi naturali. Certo, i nostri figli hanno altri linguaggi, altri strumenti per incontrarsi, hanno nuove idee per la testa, che sono nient'altro che i loro sogni e i loro progetti: a noi il compito di responsabilizzarli e di aiutarli perché sappiano far tesoro dell'esperienza della generazione precedente, vivificando e rivitalizzando quella ricerca indefessa della felicità che vuol dire desiderio di conoscersi, di approfondire la propria storia e il proprio territorio, per poi scambiarsi idee, appuntamenti, eventi, canti e danze, sorrisi e incontri. È il bello della vita, che sta al di là di tutti i nostri Muri. Quello appena vissuto in Val di Non è stato l'esempio di quel che vorrei diffondere in tutto il Trentino: un metodo di lavoro basato sul volontariato, ma anche sulla qualità di quel che i volontari mettono in scena. Mi riprometto in futuro di avere più attenzione per questo genere di spettacoli innovativi, creativi, capaci di far crescere soprattutto le periferie molto più di spettacoli tradizionali, pur se di qualità, che ormai hanno solo un pubblico di affezionati e di intenditori. Oltre che «assessore solo della tradizione», io voglio essere l'assessore dei giovani intelligenti, di quelli che si spendono e ci mettono la faccia, ma che non si tirano indietro quando c'è da pensare, quando c'è da comunicare, quando c'è da creare aggregazione. Giovani che producono «arte» senza vivere di rendita, che crescono e fanno crescere attorno a sé. Questa è la cultura che prediligo. Franco Panizza È assessore provinciale alla cultura, rapporti europei e cooperazione L'Adige 03 dicembre LUISA M. PATRUNO Le Province di Trento e Bolzano dal 2010 dovranno pagare un tributo annuale a veneti e lombardi di 40 milioni di euro ciascuna. E questo impegno, insieme alle altre novità nei rapporti finanziari con lo Stato, entrerà a fare parte del nostro Statuto di autonomia. I 550 milioni di euro l'anno che Roma non darà più al Trentino dal 2010, in virtù dell'intesa sul federalismo fiscale, sono costituiti infatti da 450 milioni di taglio secco dei trasferimenti più 100 milioni che la Provincia autonoma dovrà destinare a concorrere «al conseguimento di obiettivi di perequazione e solidarietà». All'interno di questi 100 milioni, 60 riguardano l'assunzione di nuove funzioni oggi svolte dallo Stato (università e ammortizzatori sociali) mentre 40 milioni - così prevede l'accordo firmato dal governatore Lorenzo Dellai e dal ministro Giulio Tremonti - dovranno servire per il finanziamento di progetti di durata anche pluriennale «per la valorizzazione, lo sviluppo economico e sociale, l'integrazione e la coesione dei territori dei Comuni appartenenti alle province di Regioni a statuto ordinario confinanti con la Provincia di Trento». Stessa cosa vale anche per la Provincia di Bolzano, che dovrà sborsare a sua volta 40 milioni l'anno per finanziare progetti a favore dei Comuni veneti e lombardi. La novità, che è piaciuta tanto in particolare al ministro leghista Roberto Calderoli, riprende l'idea del governatore trentino Lorenzo Dellai che nel 2007, per placare i continui attacchi del collega veneto Giancarlo Galan ai «privilegi» dell'autonomo Trentino e le richieste di numerosi Comuni di cambiare regione, aveva firmato con lui un'intesa a favore delle zone svantaggiate di confine, che in sostanza comportava un esborso annuale di 10 milioni di euro per i Comuni veneti. Ora, questi 10 milioni diventano 40 e dovranno essere indirizzati sia al Veneto che alla Lombardia. Non solo. Per quali progetti e in che modo dovranno essere distribuite le risorse del Trentino fra i Comuni veneti e lombardi non lo decideranno più da soli la Provincia autonoma e le Regioni interessate, ma un «organismo di indirizzo», così lo definisce l'accordo Dellai-Tremonti, composto da due rappresentanti del ministro dell'Economia, uno del ministro per i rapporti con le Regioni, uno del ministero dell'Interno, un rappresentante per la Provincia di Trento e uno per Bolzano e uno ciascuno per le Regioni di confine a statuto ordinario. I criteri per il concorso ai finanziamenti e la loro ripartizione saranno definiti con decreto del presidente del consiglio dei ministri, previo parere delle Regioni d'intesa con le Province autonome. Il governatore trentino Lorenzo Dellai dice di aver condiviso questa scelta di rendere stabile il finanziamento da parte del Trentino di progetti a favore di Comuni veneti e lombardi perché: «Questo ci aiuta ad instaurare rapporti di amicizia e collaborazione con i nostri vicini e stemperare le tensioni contribuendo alla realizzazione di progetti che interessano anche noi. Con il Veneto avevamo già imboccato questa strada sulla base di un accordo bilaterale, ora ci sarà modo di farlo anche con la Lombardia. Penso che il Trentino abbia da guadagnarci a poter dire la sua sull'investimento di queste risorse in iniziative nella zona del lago di garda, le Dolomiti o le montagne lombarde che confinano con noi, piuttosto che vederci tagliare questi soldi e basta». Il governo Prodi nel 2007, su iniziativa dell'allora sottosegretario alla presidenza del consiglio, Enrico Letta, aveva istituito un Fondo di 20 milioni di euro per i Comuni di confine con la Provincia autonoma, ma poi non fu mai finanziato e quei soldi non arrivarono mai a destinazione. È sorpreso Ugo Rossi assessore alla salute e segretario provinciale del Patt, per la presa di posizione del Pd e dal presidente del consiglio, Giovanni Kessler, che hanno criticato ieri la decisione del governatore Lorenzo Dellai di firmare l'intesa con il Governo sul federalismo fiscale senza avere prima coinvolto le forze politiche della maggioranza e il consiglio provinciale. «Il Pd osserva Rossi - sostiene che la giunta è stata informata all'ultimo minuto, invece non è affatto vero. Il presidente Dellai ci ha sempre tenuto informati della trattativa in corso e delle linee guida che erano quelle di limitare i danni chiedendo più competenze. Ne abbiamo parlato anche in sede di definizione del bilancio 2010 quando abbiamo deciso di non inserire alcune entrate ben sapendo che ci sarebbero mancati dei trasferimenti dallo Stato». Oggi comunque il presidente Dellai parlerà dell'accordo firmato con Tremonti in consiglio provinciale, rispondendo alla richiesta di Giovanni Kessler, e ricorderà che anche nell'89 la Provincia firmò un'intesa per la modifica delle norme finanziarie dello Statuto di autonomia senza un coinvolgimento, se non successivo, del consiglio provinciale. Intanto, ieri si è riunita a Roma la Commissione dei 12, presieduta da Mario Malossini, che si occupa di elaborare le norme di attuazione per la modifica dello Statuto. Secondo Malossini saranno necessarie norme di attuazione sia per il trasferimento alla Provincia delle funzioni su università di Trento e ammortizzatori sociali che per dare attuazione al nuovo modello finanziario nel suo complesso contenuto nell'intesa Provincia-Stato. Il presidente Lorenzo Dellai ha invece dichiarato che per le deleghe su università e ammortizzatori sociali basta una legge provinciale per dare attuazione all'accordo. Frattanto la Commissione dei 12, informa Malossini, ha avviato ieri la procedura per la definizione di altre norme di attuazione già in attesa di approvazione da oltre un anno che riguarda il trasferimento delle competenze sull'assistenza socio-sanitaria dei detenuti nelle carceri trentine, nuove norme sulla tutela delle minoranze ladine, mochene e cimbre, la norma che esclude il controllo preventivo di legittimità sugli atti degli enti locali da parte della Corte dei Conti. L'Adige 03 dicembre Si è riunito ieri sera per la prima volta dopo il congresso del 15 novembre il parlamentino dell'Unione per il Trentino che ha eletto come presidente Luisa Zappini, espressione della val di Sole e dell'ala più centrista del partito, che si rifà agli assessori Mellarini e Gilmozzi, e come vicepresidente Adriano Paoli di Trento. Le nomine di competenza del segretario (segretario organizzativo, tesoriere, più altri cinque nomi che andranno a fare parte del coordinamento) saranno comunicati all'esecutivo del partito il 15 dicembre. Davanti al parlamentino, ora chiamato «dei territori» perché costituito da 70 membri scelti nelle assemblee di valle e 20 dal congresso provinciale, il segretario Marco Tanas ha indicato le prossime sfide dell'Upt. «Dobbiamo porci come forza centrale della coalizione - ha detto Tanas - con autorevolezza rispetto agli altri alleati, in primis con il Pd, con il quale dobbiamo lavorare lealmente, al quale vogliamo e dobbiamo togliere lo scettro di primo partito con i fatti». Il segretario ha esortato tutti i rappresentanti del partito, in particolare i consiglieri provinciali e gli assessori, ma anche gli altri esponenti a ogni livello, a far conoscere le idee e le posizioni dell'Upt. «Dobbiamo far sentire la nostra voce - ha sottolineato il segretario - sui temi ed essere parte attiva nell'elaborazione dei provvedimenti politici e amministrativi, altrimenti potrebbe passare l'immagine che ci limitiamo a votarli o, peggio ancora, a subirli, come è sembrato sulla riforma della scuola». Commentando poi l'impegno politico a rafforzare il patto federativo con il Patt e l'Udc del Trentino Tanas ha detto: «Dobbiamo fare attenzione però a non farci scavalcare dalle ambizioni che certi esponenti di questi alleati non hanno alcun timore a nascondere in vista del 2013: per fare ciò sarà determinante essere compatti, lavorare sì in collaborazione con queste due forze per costituire un polo coeso e numericamente più forte del Pd, ma allo stesso tempo facendo attenzione a non farci rubare risorse umane e politiche nonché spazi del nostro elettorato». Il riferimento del segretario dell'Upt è alle ambizioni dichiarate del Patt di puntare, con il suo segretario Ugo Rossi a prendere il posto del governatore Lorenzo Dellai alle elezioni provinciali del 2013. Riguardo alle elezioni comunali della primavera prossima, il segretario dell'Upt spiega che: «Sarà importante riuscire prima di Natare a ritrovarci some segretari dei partiti della coalizione per cercare di dare un'impronta politica alle scelte che riguardano le elezioni comunali almeno nei comuni più grossi, come Rovereto, Riva, Arco, Ledro, per citarne alcuni, che sia coerente con la coalizione provinciale. Vorremmo evitare che si ripropongano situazioni come quella di Cles, anche se in quel caso sono prevelsi elementi locali e personali più che politici». Tanas, parlando poi della politica nazionale, ha invitato il parlamentino dell'Upt a partecipare alla prima assemblea dell'Alleanza per l'Italia, il partito nazionale fondato da Lorenzo Dellai con Francesco Rutelli e Bruno Tabacci, che si terrà a Parma l'11 e il 12 dicembre. L.P. L'Adige 03 dicembre Trento dedica una piazza a Michael Gaismayr, il capo della rivolta contadina che nel 1525 infiammò il Tirolo. Personaggio storico spesso dimenticato legherà il suo nome alla piazzetta accanto alla chiesa di San Pietro, davanti all'edificio che ospito il negozio Schönhuber-Franchi. La delibera di intitolazione è stata approvata ieri sera dal consiglio comunale e comprende altre tre decisioni in materia di toponomastica. La strada che affianca la chiesa di San Pietro e porta sul retro, a piazzetta Anfiteatro, si chiamerà vicolo della Contrada tedesca. La piazzetta in fondo ai portici di via Suffragio viene intitolata allo storico dell'arte Nicolò Rasmo e l'attuale vicolo della Cervara, laterale dell'omonima via, diventerà Vicolo maestro Venceslao. Gaismayr fu l'eroe delle guerre contadine del 1500. Nato nel 1490 a Vipiteno, dopo un'esperienza da scrivano nelle miniere di Schwaz divenne segretario del capitano del Tirolo, Leonard von Vols, e poi cancelliere del vescovo di Bressanone, Sebastian Sprentz. Nel 1525 è a capo delle rivolte contadine che culmina a Bressanone con l'assalto al convento di Novacella e a Trento con la fuga del principe vescovo Bernardo Clesio, riparato nella Rocca di Riva mentre gli insorti, esasperati da privilegi e abusi, accerchiavano la città e assaltavano castelli e abbazie. Riparato in Svizzera sviluppa una visione democratica e sociale del Tirolo, da Trento a Innsbruck, che immagina affrancato dal potere asburgico. Passato al servizio della Repubblica di Venezia spera che essa dichiari guerra agli Asburgo consentendo la liberazione del Tirolo, ma il suo sogno non si avvererà. La Contrada tedesca rievoca il periodo tra Medioevo e '700 in cui quella parte di città era frequentata dai mercanti del centro Europa. Nicolò Rasmo fu titolare della Soprintendenza delle belle arti tra il 1969 e il 1974 e dal 1940 al 1981 direttore onorario del Museo civico di Bolzano. Nella sua attività di studioso scrisse più di 500 tra libri, saggi e articoli di valore scientifico. Il maestro Venceslao fu un pittore di probabile origine boema identificato come l'autore del ciclo di affreschi raffiguranti i Mesi che decora la Torre dell'Aquila. In precedenza il consiglio aveva approvato, dopo una lunga discussione su metrature e orari limite, il Regolamento per la disciplina delle attività di acconciatore ed estetista. L'Adige 03 dicembre Scuola Mezzolombardo Martini, studenti preoccupati Helfer va dall'assessore Dalmaso MEZZOLOMBARDO - Giornata tesa, quella di ieri all'Istituto Martini: cresce il timore per il futuro della scuola e ieri, fino a tarda sera, il sindaco Anna Maria Helfer (nella foto) - accompagnata dall'assessore comunale alla cultura Roberto Guadagnini - sono stati a colloquio con l'assessore Marta Dalmaso . Nel frattempo gli alunni si stavano contando e organizzando per la manifestazione di oggi: «Noi studenti del Martino Martini - si leggeva ieri in un volantino distribuito all'uscita della scuola - non veniamo mai messi al corrente dai nostri rappresentanti della consulta. È arrivato il momento di darsi da fare!» Il malumore si percepisce anche tra gli insegnanti , soprattutto quelli delle professionali, i quali, malgrado il momentaneo ritiro del provvedimento da parte dell'assessore Dalmaso, non hanno alcuna certezza per il loro futuro. Anche loro scenderanno oggi a Trento per unirsi ai loro studenti nella protesta. E pure diversi genitori degli alunni del Martini, pur non scendendo in piazza, hanno fatto pervenire agli insegnanti la loro adesione. L'Adige 03 dicembre PERGINE - Punta al matrimonio in tempi abbastanza brevi il fidanzamento in corso tra Upt, Patt e Udc. Il primo coordinamento cittadino dell'Unione per il Trentino, guidato dal neoeletto segretario Alessandro Anderle , s'è concluso con il preciso proposito di varare in fretta un tavolo di consultazione permanente con Patt e Udc. La conferma si trova in un documento diffuso ieri da Anderle stesso, dove si indica pure la necessità di confronto periodico tra tutte le forze della maggioranza locale di centro-sinistra autonomista con l'amministrazione pubblica. Il coordinamento ha indicato anche alcune aree tematiche specifiche verso le quali indirizzare le prime iniziative. Ovvero la creazione di una rete di referenti politici nelle frazioni, l'organizzazione di eventi d'interesse generale per la popolazione con il coinvolgimento degli amministratori che l'Unione per il Trentino ha espresso in tutti gli organismi (provinciali e comunali) «in un ottica di riavvicinamento della politica ai cittadini». In terzo luogo, l'organizzazione di iniziative mirate al coinvolgimento dei giovani. L'Adige 03 dicembre Valfloriana L'agritur Fior di bosco andrà in tv presentando la cucina contadina Un carpaccio da premio VALFLORIANA - L'agritur Fior di Bosco di Valfloriana, gestito dal sindaco Graziano Lozzer , presidente degli Agritur del Trentino, e dalla consorte Isabella Dessimoni , si è arricchito di un altro riconoscimento di prestigio. Ad Arezzo, in occasione del Premio nazionale di cucina contadina, un piatto tipico della signora Isabella ha vinto il premio in palio per la categoria «piatto di filiera», vale a dire un piatto fatto con tutti ingredienti di produzione locale, proposti all'interno dell'azienda. Si tratta di un carpaccio di carne di bovino di razza grigio alpina, con mele della Val di Non, olio del Garda, noci del Bleggio e formaggio d'inverno, prodotto dall'agritur. Ben 39 i partecipanti al concorso, suddivisi in varie categorie. Giustificata naturalmente la soddisfazione della famiglia Lozzer, mentre Isabella è stata subito coinvolta nella preparazione di un piatto tipico trentino (i classici canederli) che sarà proposto prossimamente durante una puntata della popolare trasmissione «La vita in diretta». Inoltre Isabella Dessimoni parteciperà ad una puntata di cucina sul sito sky «Alice», dove si parla ventiquattro ore su ventiquattro delle produzioni tipiche del nostro paese. Davvero un bel risultato, che fa onore ai protagonisti ma anche all'intera valle di Fiemme. M. F. L'Adige 04 dicembre BRUNO ZORZI Ieri mattina Lorenzo Dellai ha schiacciato il pulsante del cronometro per il progetto della Protonterapia oncologica. Le lancette sono partite e, se tutto andrà dritto, si fermeranno nel 2013. Sulle pagine del contratto che dà il via ai lavori ci sono le firme di Dellai; dell'assessore alla sanità, Ugo Rossi; il direttore dell'Agenzia provinciale per la protonterapia; Renzo Leonardi; Jean Marc Andrai, presidente della Iba, la società belga capofila delle aziende che costruiranno la struttura nella sua parte tecnologica; Enrico Carletti, procuratore generale dell'Iba e Piergiorgio Baita, presidente della Mantovani spa che realizzerà la parte edilizia. Partiamo da qui, dal grande edificio che sorgerà alle ex caserme Bresciani, in via Al Desert. L'opera verrà realizzata con il finanziamento di un pool di 20 banche trentine e sudtirolesi, tra le quali 10 rurali, guidate da Mediocredito. Finanziamento di 40 milioni di euro alla Mantovani che «rientrerà» a collaudo finito, quando la Provincia verserà alla spa il 90% del costo del intervento, oneri bancari compresi. Per la parte tecnologica, che verrà realizzata dalla Iba, dalle banche belghe verrà un finanziamento di 80 milioni di euro. Questi i numeri di questo progetto partito otto anni fa. Una struttura pubblica «che però - ha affermato il professor Leonardi - fino al collaudo si autofinanzia completamente e questo mette al riparo la Provincia da sorprese. Il primo pagamento, parziale, verrà fatto tra 1178 giorni quando verrà sottoposto alla terapia il primo paziente». La società gestirà la Protonterapia dal punto di vista tecnico (quello clinico sarà fin dall'inizio responsabilità dell'Azienda provinciale per la Protonterapia) dopo 15 anni passerà la mano alla Provincia. La vita della struttura di cura è prevista di 30 anni. «Sperando - ha detto il professor Leonardi - che si possa chiudere anche prima perché questo vorrebbe dire che si è sconfitto il cancro». Grossa operazione finanziaria per mettere in piedi una struttura che, nel suo genere, sarà una delle più grosse d'Europa. Da poco è entrato in funzione a Monaco un centro di protonterapia privato e tra breve partirà quello della clinica universitaria di Essen. La Germania è il Paese che sta più investendo su questo metodo di cura. In Italia quello di Trento sarà il primo centro clinico di grandi dimensioni che sarà in grado di assistere 800 - 1000 pazienti all'anno. I privati anticipano, ma sarà la Provincia a sostenere questa impresa enorme, nata con la legge che istituì l'Agenzia e che, ricorda Leonardi, venne votata in consiglio all'unanimità. Dellai ha messo la realizzazione di Protonterapia tra i punti principali del suo programma di governo. Le banche private sono disposte a sostenere il rischio di una struttura considerata il primo passo del nuovo ospedale. «Con questa firma - ha detto l'assessore Ugo Rossi -, è stata aperta la strada per l'altro grande obiettivo della sanità trentina: il nuovo ospedale». Protonterapia verrà ospitata in un edificio di due piani: al piano terra l'area riservata all'accoglienza dei pazienti; al primo i laboratori e gli uffici; in quello interrato ci saranno le strutture tecniche per il funzionamento della terapia che l'esperienza clinica dimostra essere particolarmente adeguata alla cura dei tumori che aggrediscono organi vitali. L'Adige 04 dicembre Tesino I gruppi folk e la banda: altri li scopiazzano, ma i nostri hanno una lunga tradizione e vanno difesi «Tutelate i nostri costumi tipici» TESINO - I costumi tesini devono essere tutelati. Se serve, anche con un'azione collettiva di tutela legale. Lo chiedono ai Comuni i gruppi folk e la banda, e lo hanno ribadito il gruppo di Castello e Pieve e la banda folk di Castello al vicesindaco di Castello Ivan Boso, all'assessore alla cultura di Cinte Nadia Groff e al consigliere delegato di Pieve Maria Avanzo . Da qualche tempo si sta assistendo «ad uno scopiazzamento e ad un uso improprio del tipico costume tesino. Ci sono anche gruppi che lo indossano o che hanno intenzione a farlo - ricorda Mario Pernechele , presidente del Centro tesino di cultura - dichiarandolo sul loro sito internet ed anche attingendo a finanziamenti pubblici». E questo non è per niente corretto. «Il nostro costume ha una lunga tradizione, testi e immagini che parlano chiaro circa l'esistenza e della particolarità dell'abbigliamento per le feste, in particolare di quello femminile fin da vari secoli or sono. Si tratta di un costume caratteristico ricordano i responsabili delle associazioni folk - e unico non solo nel panorama trentino e nazionale, ma addirittura europeo». Di fronte ad un vero e proprio dilagare di iniziative - alcune avviate anche da gruppi trentini e della Valsugana - per promuovere costumi di chiara origine tesina, Pernechele ha ufficialmente richiesto ai tre Comuni di Castello, Pieve e Cinte Tesino «un intervento congiunto a supporto e a difesa di un patrimonio culturale e tradizione di assoluto valore nel panorama nazionale ed europeo». Si vuole avviare un percorso per l'ottenimento di una certificazione che tuteli, anche legalmente, contro una serie di comportamenti che finiscono per danneggiare un patrimonio immateriale di grande valore e che è tipico e caratteristico di una comunità». Nessuna polemica, è bene precisarlo, solo il forte desiderio di vedere rispettato un patrimonio culturale e storico che in Tesino è la vera linfa per diverse associazioni. «Perché non pensare anche a un disciplinare, come viene fatto anche per tanti altri prodotti tipici della nostra Provincia, per tutelare non solo in nostro ma anche altri costumi tipici trentini? Perché la legge che oggi permette simili azioni - ricordano i responsabili dei gruppi e della banda folk del Tesino - pur meritoria nelle intenzioni, sta consentendo di saccheggiare la storia e la autentica identità del Tesino». Più chiari di così... Il malumore che stava covando da tempo, ora tocca ai Comuni esprimersi. M. D. L'Adige 04 dicembre Che delusione, i gadget del Patt «made in China» Ho letto le dichiarazioni dell'assessore Rossi che parla di «lutto per l'autonomia» ma vedendo l'etichetta dei gadget distribuiti domenica scorsa al congresso Patt presso il PalaRotari di Mezzocorona «Made in P.R.C.» (Repubblica Popolare Cinese) beh devo dire che una bella pugnalata al cuore trentino io l'ho sentita. Edoardo Rossi Trento UFFICIO STAMPA PROVINCIA 04 DICEMBRE La mostra del Museo storico del Trentino, oggi inaugurazione con il presidente Lorenzo Dellai "STORICAMENTE ABC" NELLA GALLERIE DI PIEDICASTELLO โMi fa piacere vedere, qui ed oggi, tanti ragazzi, tanti giovani. Perché è soprattutto a loro che si rivolge uno spazio come questo. Dove fino a pochi anni fa passavano auto e camion, oggi cercano di passare le idee. Abbiamo la necessità di imparare e di rileggere la storia della nostra comunità, per capire chi eravamo e come siamo diventati". Ha esordito così, oggi, Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento, all'inaugurazione del nuovo, suggestivo percorso espositivo negli spazi della Gallerie di Piedicastello, a Trento, dove la Fondazione Museo storico del Trentino propone "Storicamente ABC", una mostra che racconta in 6000 metri quadrati la storia del Trentino e dei trentini nel corso dell'800 e del '900 attraverso 21 argomenti, ciascuno dei quali corrisponde ad una lettera. "Questo è un luogo simbolo della cultura e della storia", ha continuato Dellai "visto che a pochi metri dalla Gallerie sorge il mausoleo di Cesare Battisti, vive il Museo delle truppe alpine e tra poco, dall'altra parte del fiume, nascerà il Museo delle scienze. Dunque è una nuova avventura culturale quella che ci viene proposta dallo staff del Museo storico e dai molti collaboratori: vanno tutti ringraziati per l'impegno. Tutti parte di un sistema, di un lavoro corale che è sempre all'insegna della sobrietà". Infine, di fronte al grande murales dipinto all'interno della Galleria bianca, la conclusione dell'intervento del presidente Dellai: "Mi piace questo murales. Racconta gli aspetti diversi della nostra comunità. Se lo guardate bene, vedrete anche l'aquila, il nostro simbolo. Vedrete che perde dei soldini, dei denari. In questi giorni alla nostra autonomia succede proprio questo: abbiamo un po' di risorse in meno. Ma se guardate bene il murales vedrete anche che delle funi cercano, inutilmente, di impedire il volo dell'aquila. Ecco la speranza: l'aquila perde magari dei soldi e delle piume, ma alla fine vola in alto. Perché non ha paura. Certo, per volare alta deve conoscere la rotta, deve capire quello che siamo per meglio affrontare le vie del mondo. E' quello che dobbiamo fare noi, tutti. Conoscere, capire, imparare quella che è stata ed è la nostra autonomia. Per volare alti". Quindi, dopo gli interventi di Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo storico del Trentino e di Jeffrey T. Schnapp, ideatore e curatore, l'apertura della mostra che è ad ingresso libero, dal martedì alla domenica, ore 9 - 18. Che cosa è Storicamente ABC? La mostra racconta la storia del Trentino e dei trentini nel corso dellโ800 e del โ900 attraverso 21 argomenti, ciascuno dei quali corrisponde ad una lettera. Dove La mostra si sviluppa nei due tunnel della ex tangenziale della città al di sotto del Doss Trento. Lโentrata principale è posta a poche decine di metri dalla chiesa romanica di Santa Apollinare e dalla piazza di Piedicastello: due grandi portoni permettono di accedere agli spazi. Gli spazi espositivi sono allestiti nella โGalleria neraโ e nella โGalleria biancaโ. La Galleria nera Nella Galleria nera si sviluppa lโabbecedario, con i suoi 21 lemmi, insieme al racconto soggettivo di testimoni e alla selezione di oggetti scelti per rappresentare il Trentino. Storicamente ABC è un libro le cui pagine si sfogliano lungo i 300 metri della galleria. Il testo è in due colonne: andata (direzione sud /nord) e ritorno (direzione nord/sud). Si inizia con un viaggio in ordine alfabetico attraverso ventuno parole della storia e della cultura trentina. Ogni lettera è un tema, e ogni tema si svela nei suoi tratti generali e particolari. Poi ci si gira. E si percorre la seconda colonna, quella di ritorno, quella più intima. Un corridoio stretto, dove la storia del territorio è raccontata da testimonianze personali. Qui, i grandi temi del percorso di andata assumono il volto concreto dei testimoni: parla il Trentino. Al centro della galleria interrompe la lettura unโinstallazione evocativa della potenza delle centrali idroelettriche, mentre le due estremità dei tunnel, uno rivolto a nord e lโaltro a sud, simboleggiano la caratteristica del Trentino come terra di confine e di passaggio. La Galleria bianca La Galleria bianca è caratterizzata da una mostra introduttiva sulla โinvenzione del territorioโ, un modo per accostarsi al Trentino e alla sua storia, e propone spazi destinati alla didattica, alla formazione, allโapprofondimento. Uno spazio apposito è stato pensato per gli eventi temporanei e si può inoltre ammirare un grande murale dedicato allโautonomia trentina. Nella Galleria bianca, si cerca di capire come, quando, grazie allโopera di quali personaggi e per il contributo di quali discipline è nato il Trentino come โentitàโ geografico-politica-amministrativa nel corso degli ultimi secoli. In questa parte della mostra è raccontato il Trentino descritto e il Trentino rappresentato. Si parte dalla mappa topografica del 1570 di Giacomo Gastaldi (Nova descrittion della Lombardia), in cui il Trentino compare per la prima volta. E si arriva fino allโortofotografia (fotografie aeree geometricamente correte) e alle più recenti tecnologie satellitari. Oltre alle cartine geografiche (rappresentate mediante numerose gigantografie) sono presenti 18 sagome di altrettanti autorevoli trentini, ognuno dei quali ha contribuito alla formazione dellโentità โTrentinoโ (dal politico Giovanni a Prato al geografo Cesare Battisti). Inoltre, sono presenti in mostra un plastico interattivo e una lavagna interattiva. Nel plastico è proposto un filmato con una sequenza di diapositive che illustra i cambiamenti dei confini del Trentino dal โ700 allโEuregio. Mentre con la lavagna interattiva è possibile navigare in internet per visionare una seria di ortofoto del Trentino. Book shop Nella Galleria bianca uno spazio apposito è stato adibito a book shop, biglietteria, e luogo didattico che può ospitare fino a 35 persone. Le Gallerie di Piedicastello Le Gallerie sono uno spazio principalmente dedicato alla storia. Uno spazio che vuole essere vissuto e partecipato, dove la storia del Trentino e delle sue comunità possa essere raccontata e rappresentata utilizzando i più diversi linguaggi, promuovendo conoscenza e provando a suscitare curiosità. Dove si vuole allargare il nostro angolo visuale su altre storie, vicende lontane e vicine, storie grandi e storie piccole. Lโidea di riutilizzare questi due tunnel stradali è dellโottobre del 2007, in contemporanea allโapertura delle nuove gallerie che hanno liberato il quartiere di Piedicastello dal traffico della tangenziale. Il 19 agosto del 2008 sono state aperte provvisoriamente con la mostra โI trentini e la Grande Guerraโ, lโanno dopo è proseguito il periodo di rodaggio e sono stati eseguiti i lavori di adeguamento strutturale. Ora sono nuovamente aperte, con lโambizione di diventare uno spazio permanente. Questo non è un โmuseoโ, anche se Le Gallerie sono gestite dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Si vuole proporle come uno spazio laboratoriale dove si sperimentano nuovi approcci alla storia e alla memoria, quindi un progetto e una proposta culturale aperta. Parole chiave Territorio. La Fondazione Museo storico del Trentino โ costituitasi il 26 novembre 2007 โ oggi conta in veste di soci fondatori o partecipanti venticinque realtà differenti tra soggetti pubblici e privati. Tra i suoi scopi principali, la volontà di esprimersi nelle attività di ricerca e divulgazione della storia non soltanto sul territorio cittadino ma su tutto il territorio provinciale. Questo vuole essere il vero valore aggiunto dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Rete. La Fondazione Museo storico del Trentino, nata con lโidea di strutturarsi sul territorio, si pone come obbiettivo la costruzione di una rete della storia e della memoria al fine di promuovere e rafforzare le azioni culturali prescindendo dalla centralità della città. La sfida più importante consiste nella costruzione di un modello il più possibile partecipativo, elastico e funzionale per la gestione di questa rete. Formazione. Con le Gallerie di Piedicastello, la Fondazione Museo storico del Trentino offre uno strumento formativo per gli studenti e le attività dei docenti. Tramite gli operatori specializzati della sezione didattica del Museo, sono possibili visite guidate e percorsi di studi sui temi della mostra. Laboratorio e partecipazione. La mostra Storicamente ABC intende realizzare una rappresentazione temporanea della storia del Trentino. Il percorso espositivo, infatti, è stato pensato in modo da poter subire cambiamenti. Nella Galleria nera i singoli lemmi potranno essere sostituiti in futuro con altri, anche mediante i suggerimenti che il singolo visitatore è invitato a lasciare. Nella Galleria bianca, inoltre, sono stati realizzati tre moduli destinati a diverse funzioni espositive e di aggregazione per mezzo di un allestimento con una serie di strutture a pannelli fissi e mobili che permettono di ospitare eventi e mostre con unโampia possibilità combinatoria. Innovazione. Le Gallerie di Piedicastello non sono un museo di storia tradizionale. Quello, aprirà entro la fine del 2009 a Trento, in via Torre dโAugusto, presso la sede del Museo storico del Trentino. Alle Gallerie, scelte, criteri e metodi espositivi si propongono di comunicare la storia in modo innovativo nel tentativo di avvicinare a questa disciplina il maggior numero possibile di persone. Soprattutto in questo senso, le Gallerie di Piedicastello sono un progetto sperimentale. L'Adige 05 dicembre Confermando la notizia diffusa da «l'Adige» nelle settimane scorse, il consigliere Girolano Mirante Marini (nella foto a fianco), eletto nel 2005 nelle file dell'ex Margherita, ha annunciato ieri sera in consiglio la sua decisione di aderire al gruppo del Patt. Nell'intervento di ieri il dottor Marini afferma di essere «fortemente convinto che il progetto lanciato dal presidente Lorenzo Dellai a livello provinciale sia la giusta molla per rilanciare un progetto di centro che non vuole essere alternativo al Pd ma solo un rafforzamento di quell'area di persone che non si rispecchiano nei partiti della destra ma che vogliono essere rappresentati per il governo della città». Mirante Marini prosegue sottolineando la totale condivisione rispetto alle recenti affermazioni del segretario provinciale del Patt Ugo Rossi «che esprime una linea programmatica Upt-Patt che a mio avviso potrà rappresentare per Riva del Garda, nelle prossime elezioni di maggio, una nuova direttiva di arrivo per le future scelte amministrative». Mirante Marini è entrato per la prima volta in consiglio comunale nel 2003, sempre eletto nelle fila della Margherita. L'Adige 05 dicembre Cles: Flaim ed Osele al ballottaggio da soli CLES - Scende la prima neve, e sembra gelare ogni ipotesi di apparentamento, in previsione del ballottaggio del 13 dicembre tra Maria Pia Flaim e Giorgio Osele . «Nessuna novità», ammette Marcello Graiff , leader della coalizione di centrodestra esclusa dal ballottaggio. Ed è Silvano Menapace , ex consigliere comunale e suo «aiutante» in queste elezioni, a confermare: «Non credo sia possibile. Nessuno ci ha proposto un apparentamento. Ed è difficile che avvenga, le differenze politiche sono pesanti. Credo ormai si vada piuttosto alla caccia del voto attraverso le persone, in una sfida simile un elettore che porti venti voti può divenire fondamentale». «Noi lavoriamo su progetti condivisi, che portino alle scelte migliori per Cles. Quindi massima disponibilità al dialogo e coinvolgimento di tutti, in consiglio comunale e fuori», ripete Maria Pia Flaim. Ma un accordo ufficiale con il centrodestra è da escludersi. «Ci siamo incontrati, ma è chiaro che le posizioni sono differenti», conclude Flaim. Sul fronte Osele le cose non cambiano granché. «Nessuna ipotesi di accordo, per un apparentamento, penso non sia possibile, lo darei per escluso quasi con certezza», afferma Salvatore Ghirardini , segretario del Patt clesiano. Una scelta peraltro «dettata» anche da Trento, dall'Upt... «No», ribatte Ghirardini. «La decisione è stata assunta a Cles». Salvo sorprese dell'ultima ora le due coalizioni si scontreranno con le proprie forze (il 29 novembre Flaim 1.419 voti, Osele 1.375), cercando di attingere tra gli elettori delle forze escluse (in totale 1.165 votanti) e soprattutto tra i «non votanti», che al primo turno sono stati 1.172. G. S. L'Adige 06 dicembre Vincenzo Bonmassar (nella foto) è ufficialmente in pensione, dopo avere trascorso una vita nella Uil scuola. Ma giovedì era in presidio in piazza Dante ed ha partecipato agli incontri con l'assessorato sulla riforma. Perciò rivendica con orgoglio il ruolo dei sindacati (del suo in particolare, la Uil) nel contrasto alla riforma. Bonmassar, una delle accuse fatte è quella di aver abbandonato i docenti oppure che vi siete svegliati tardi. Il sindacato ha dei compiti che non sono quelli dei partiti, quindi le iniziative devono essere assunte da chi ne ha responsabilità e i colleghi che sono giustamente preoccupati - dovrebbero indirizzare la loro protesta, se ne avessero capacità e voglia, nei confronti dei partiti che hanno assunto questa decisione tenendo all'oscuro tutta la cittadinanza. Quindi? Il problema è che in Trentino, in queste occasioni come in tante altre, c'è una concentrazione di potere che è figlia del momento storico (qui come a Roma c'è una concentrazione di potere in poche mani) e di una legge elettorale che concentra il potere nelle mani di una sola persona. Ma ci sono comunque delle differenze di vedute che sono emerse tra voi e la cosiddetta "base". L'assessorato all'Istruzione ha messo in piedi una serie di iniziative democraticistiche attenzione, non democratiche - istituendo gruppi di studio ai quali erano stati invitati a partecipare tutti gli insegnanti che si fossero resi disponibili. Ma poi si è scoperto che questi gruppi non avevano nessuna capacità tecnica di intervento e la cosa è scoppiata dopo la richiesta dei sindacati, quando finalmente l'assessore ha reso ufficioso il quadro orario. Noi ci siamo posti indipendentemente dalla protesta dell'ultimo minuto, il sindacato si è mosso molto prima della contestazione: le cose vanno lette secondo cronologia. Questo è vero, ma sulla contrattazione, non sui contenuti. No, no, no. Abbiamo avuto un incontro con l'assessore, il cui ruolo però va collocato dentro questa vicenda della concentrazione di potere: in Trentino l'assessore non è che un esecutore delle volontà del presidente della Giunta provinciale. Nel verbale della seduta di quell'incontro lei dice che «la delibera ormai è stata fatta quindi è necessario concentrarsi sulla revisione contrattuale». Maliziosamente si potrebbe pensare che avete tentato di salvare il salvabile. Questo è vero, ma è soltanto il 50% della lettura delle cose. Accanto c'è ben altro, forse più importante. Cioè? Che se la riforma non passa per un accordo contrattuale non si farà. Quello che sfugge all'opinione pubblica, esagitata dalla tensione del momento, è che questa riforma deve passare da lì, sennò non si può fare perché è tutta fondata su unità orarie di 50 minuti e questa è la chiave di volta di tutta la questione. Questa cosa l'ho detta io, ho usato anche del turpiloquio in sede di confronto per dire che se questa cosa non cambia la riforma si blocca: chiaro? E il fatto che la Provincia sia comunque andata avanti senza sentire ragioni? Bisognerà che l'elettorato cambi gli eletti. Se i docenti volevano partecipare alla manifestazione, come mai non avete dichiarato lo sciopero sapendo benissimo che la Giunta avrebbe tirato dritto? Questo è verissimo: ma lo sciopero, credo, in quelle condizioni, non avrebbe portato ad alcun risultato perché la Giunta sarebbe comunque andata avanti... Allora bisogna essere chiari. Prego. Patt, Upt e Pd hanno ribadito che la riforma va avanti. Allora nessuno può chiedere alle organizzazioni sindacali di sostituirsi a questi partiti. L'unica cosa che può fare il sindacato è il proprio mestiere - che è esattamente, con orgoglio, quello che rivendico - e sollecitare ad una maggiore vigilanza democratica l'elettorato. J.V. L'Adige 06 dicembre il caso Il consigliere del Patt Dallapiccola rivolto agli allevatori «Venite, c'è la Provincia» ANGELO ZAMBOTTI «Invito gli allevatori a scendere in città e fare il giro delle tre torri di Trento Nord per conoscere tutte le iniziative provinciali di sostegno nei loro confronti». Detta così, sembrerebbe la classica battuta fatta a qualche contadino da un valligiano che, magari sminuendo il settore zootecnico, va sostenendo che «per gli allevatori spesso e volentieri la miglior vacca da mungere si trova da sempre in Piazza Dante», come recita un ironico detto popolare. La notizia che fa scalpore è invece che a pronunciare tale frase è stato il consigliere provinciale del Patt Michele Dallapiccola a conclusione dell'incontro tenutosi venerdì sera presso il Caseificio Sociale di Fiavé ed avente come tema le prospettive per il settore lattiero-caseario. Proprio per il fatto che dall'incontro, all'interno del quale avrebbero dovuto intervenire anche gli assessori Mellarini e Panizza (ufficialmente assenti per impegni di giunta), ci si aspettavano dall'europarlamentare dell'Svp Herbert Dorfmann e dai consiglieri provinciali del Patt Mauro Ottobre ed appunto Dallapiccola degli accenni ai progetti politici per uscire dalla difficile situazione del settore zootecnico, le dichiarazioni del consigliere valsuganotto hanno fatto scalpore e sono andate ad offuscare i precedenti discorsi di Ottobre e Dorfmann, ma anche del consigliere Roberto Bombarda , che hanno ribadito ancora una volta come l'agricoltura di montagna non può certo competere con la pianura ma deve puntare sulla qualificazione del prodotto. Per bocca del proprio presidente Alvaro Armellini , il Comitato Iniziative Giudicarie Esteriori si è detto «esterrefatto per la propaganda della politica del "cappello in mano", quando Mellarini ci aveva promesso di illustrarci entro dicembre l'indirizzo da seguire». All'indomani dell'infelice esternazione di Dallapiccola il presidente provinciale di Coldiretti Gabriele Calliari , assente venerdì, ha invece definito l'invito del consigliere del Patt «un'uscita che si commenta da sola, visto che non è certo il metodo della questua la strada da percorrere per risolvere problemi molto complessi che interessano il settore zootecnico, ma non solo; certo i sostegni non li rifiuta nessuno - conclude Calliari - ma alle spalle deve esserci un progetto valido perché a lungo andare i contributi fini a se stessi non portano da nessuna parte». L'Adige 06 dicembre le polemiche Scambio di accuse tra Remondini, Zambarda (Prc), Guido Galas (Unione per Arco) e Giuliani (Patt) Zf Marine, tutti sapevano: ma adesso la crisi c'è davvero In attesa di novità dal fronte sindacale e aziendale, sul caso Zf Marine, si registra una serie di prese di posizione politiche. «Prima di tutto - scrive Maurizio Zambarda , consigliere di Prc ad Arco vorrei ringraziare l'assessora Remondini per la rapidità con la quale ha risposto all'interpellanza e allo stesso tempo rassicurarla: non sono uso fare domande (tranne che a scuola) se conosco la risposta. La sera del 28 ottobre ero più che soddisfatto dell'intervento dell'assessora, soprattutto sapendo quanto impegno e dedizione lei stessa sta mettendo in questo suo incarico amministrativo. La mia interpellanza, infatti, è arrivata ben oltre un mese da quella mia richiesta in consiglio comunale, proprio perché non sapevo certo dei licenziamenti, non conoscevo certo la drammaticità della situazione Zf Marine, se non il fatto che da mesi diversi operai erano costretti a rimanere a casa a turno. Oggi i lavoratori, gli operai arcensi sanno di avere un alleato in più, la stakanovista assessora Vilma Remondini , e lo dico senza ironia alcuna perché da quanto ci dice ha sott'occhio l'intero territorio, dal piccolo artigiano alla grande industria: bene. Politicamente, infine, sappiamo anche che il Patt non ha riferimenti in giunta: uscito Ottobre, né Ricci (di certo) né Remondini (come lei stessa ha ribadito) rappresentano il partito autonomista». «Il Patt, sezione Arco - scrive invece Luca Giuliani - è un partito che si occupa della sua gente del territorio e quindi anche del suo tessuto imprenditoriale. Lo facciamo slegati e non condizionati da logiche nazionali. Le mie recenti dichiarazioni sono frutto di un programma specificatamente elaborato per la nostra comunità. Ribadisco la necessità di incentivare maggiormente aziende familiari e piccole e medie imprese ma non significa che le società di grandi dimensioni, presenti sul territorio debbano sparire, ovviamente su alcune realtà attualmente in difficoltà, devono essere ripensati alcuni passaggi fondamentali. È indispensabile l'insediamento di piccole realtà industriali ad alto livello tecnologico ed a basso impatto ambientale con centri di ricerca e sviluppi propri. Non possiamo promettere alla nostra gente dei palliativi temporanei per lo sviluppo economico ma una definizione a lungo termini di un progetto saldo e ben definito. L'assessore Remondini non fa capo al Patt ma al suo gruppo politico Unione per Arco. Le responsabilità, io me le prendo sempre, e sono ben consapevole di cosa dico anche in funzione di un progetto adeguato alla città, se lei crede di avere progetti futuri migliori per la società ben venga, è lei l'assessore in questo momento». Infine Guido Galas , consigliere di Unione per Arco. «È inutile - scrive - che la maggioranza chieda consigli comunali. Già in gennaio abbiamo presentato interrogazione sul problema. Non accetto certe affermazioni né da Zambarda né da altri anche per il mio passato, e per il lavoro che faccio attualmente: mi confronto quotidianamente con questi drammi, ho particolare sensibilità su queste problematiche, ritengo stupida e sterile la polemica di Zambarda, certe questioni fondamentali vanno affrontate in maniera onesta ed unitaria e non per campagna elettorale o politica. Altro non dico se non esprimere la massima solidarietà ai lavoratori oggi in difficoltà». L'Adige 08 dicembre nicola guarnieri [email protected] Con la presentazione del bilancio 2010 si chiude l'attività della giunta Valduga. In primavera i cittadini torneranno alle urne per rinnovare i propri rappresentanti a palazzo Pretorio. Nel 2005, il professore cancellò con un colpo di spugna l'egemonia dei partiti. Con le sue due liste civiche si è preso il governo di Rovereto lasciando alle segreterie un lustro di riflessione. All'epoca, d'altro canto, si usciva da un periodo di liti e baruffe in seno alle coalizioni, tanto a sinistra che a destra. E il prossimo maggio che succederà? Sicuramente ci sarà un affollamento di candidati e liste. Facendo i conti della serva a bocce in movimento, si può già prevedere che gli aspiranti consiglieri saranno circa 500. Al di là di cosa farà il sindaco uscente, vanno registrate alcune manovre di sottobosco. È il caso di Marco Zenatti, ex An e poi referente trentino della Destra, che sta lavorando ad una lista civica assieme al consigliere del Pdl (candidato sindaco con Forza Italia alle ultime elezioni comunali) Andrea Benoni. In questi giorni si parla di tanti contatti, il consueto reclutamento di gente che conta (nel senso numerico del termine). La spaccatura nel centrodestra, comunque, è già marcata. Il Popolo della Libertà ha scelto di appoggiare l'avvocato Barbara Lorenzi che avrà pure una civica personale. La Lega Nord non ha gradito l'annuncio e correrà con un proprio candidato. Gli eventi del 2005, evidentemente, non hanno fatto breccia nelle strategie elettorali. Anziché fare blocco unico, infatti, ci dovrebbero essere tre nomi della stessa coalizione che, comunque, dovranno confrontarsi pure con la destra sociale, quella Fiamma Tricolore che ha messo in campo un uomo conosciuto e stimato che raccoglierà parecchi consensi. Davide D'Eliseo, ex comandante della compagnia carabinieri di Rovereto, è un avversario davvero scomodo per chi punta a governare la città. E pensare già ora agli apparentamenti del ballottaggio è mossa assai rischiosa. Nel centrosinistra non si sta meglio. Tutto, infatti, ruota attorno a Guglielmo Valduga. Che, per inciso, non ha affatto fretta di sciogliere le riserve e annunciare la sua eventuale disponibilità per un secondo mandato. A rischiare di più, però, è il Partito democratico. Il Pd, tanto alle politiche 2008 che alle provinciali, è risultato il primo partito a Rovereto. E la dote di voti raccolta dovrebbe spingerlo al timone della coalizione. Gli alleati storici, invece, fanno le bizze e stanno giocando la partita su due tavoli. Upt, Patt e Udc, d'altro canto, non fanno mistero di volere Valduga come condottiero. In tal senso gli incontri ammaliatori, da quest'estate ad oggi, sono stati decisamente tanti mentre al tavolo con il Pd gli strateghi politici si sono seduti solo due volte. Se il sindaco uscente accettasse la corte delle sirene sostenute dal governatore Dellai e, all'ultimo momento, decidesse di riproporsi con i centristi la spaccatura sarebbe totale. A quel punto, infatti, il Pd sarebbe costretto a trovare un nome buono e sperare di arrivare al secondo turno. La fedeltà ai democratici, comunque, è garantita dai Verdi, Rifondazione e Comunisti italiani. L'Adige 08 dicembre «Mentre la Provincia fa il suo dovere - scrive Mauro Ottobre, consigliere del Patt - con puntuali manovre per attutire al massimo la crisi. gli amministratori di Arco non fanno nulla per cercare nuove forme di sostentamento. Concordo con il presidente della commissione urbanistica Roberto Bresciani e le sue preoccupazioni nei confronti della maggioranza che in realtà è una parte che non ha ancora capito la vera entità di ricaduta non solo per le casse comunali ma per l'economia delle piccole e medie imprese, senza dimenticare la creazione di nuovi posti di lavoro. Maggio è vicino e non servirà a nulla dire quello che si vuole fare quando qualcuno dirà quello che non è stato fatto. Poiché la competenza dell'urbanistica è del sindaco Veronesi dovrà assumersene la responsabilità». L'Adige 08 dicembre GUIDO SMADELLI CLES - Donatella Benvenuti scioglie le riserve, e per prima, a nome del suo gruppo, dà una indicazione di voto per il ballottaggio di domenica prossima. «Se c'è un partito che si occupa di storia e tradizioni, questo è il Patt», afferma. «Quindi chiedo nel voto di domenica sostegno totale a Giorgio Osele ». Questo, spiega, perché Cles è «una grande piattaforma produttiva, un luogo di interscambio, un luogo del patto sociale tra le comunità di valle (...) e vi è l'esigenza di un'evoluzione più compatibile con le molteplici identità e vocazioni e più sostenibile rispetto alle risorse locali». Dopo qualche altra considerazione, la Benvenuti afferma che «è particolarmente importante anche la nostra autonomia, quindi in favore della stabilità politica chiedo nel voto di domenica il sostegno totale a Giorgio Osele». E sempre a nome di «Uniti per Cles», che non è riuscito a far eleggere un elemento in consiglio comunale, lancia un invito agli elettori: «E' importante che tutti vadano a votare». Non è questa la sola novità di giornata. Maria Pia Flaim annuncia fin d'ora che in caso di vittoria, nella sua giunta comunale un posto è già assegnato. E che la coalizione ha deciso di assegnarlo, in qualità di assessore esterno, a Marco Nicolodi , quarta posizione in termini di preferenze nel «Gruppo civico di centro per Cles», ma che anche in caso di vittoria al ballottaggio rimarrebbe escluso dal consiglio comunale, perché del suo gruppo risulterebbero eletti solo Luigi Pichenstein, Mario Meggio e Mario Springhetti . Va ricordato che Marco Nicolodi è consigliere uscente (eletto nel 2005 nella «Civica Margherita»); e che da molto tempo, seppure membro di maggioranza, era in netto contrasto rispetto all'esecutivo guidato da Giorgio Osele. Molto da dire, Maria Pia Flaim, lo ha in merito al volantino che il suo avversario Giorgio Osele ha fatto recapitare nelle case dei clesiani in cui, afferma la candidato sindaco «si è voluto fare molta politica, esprimere cattivi giudizi su di me, accusare di inaffidabilità alcune persone che mi sostengono, spaventare la gente con richiami a non meglio precisate ideologie». E le repliche non sono molto morbide. «Si è detto che la nostra proposta di un sindaco a tempo pieno spinge verso la politica come professione», scrive Flaim, «ma rimaniamo convinti che sia meglio un sindaco costantemente al servizio dei cittadini piuttosto che un amministratore pubblico affannato nel tentare, per non perdere il doppio stipendio, di conciliare due attività egualmente importanti. E poi sarebbe divertente contare da quanti politici professionisti si è fatto accompagnare l'ex sindaco Osele durante la campagna elettorale». Precisazioni poi sulle sue dimissioni da consigliere comunale nel 2003: «Un preciso impegno assunto pubblicamente fin dall'inizio per dare rappresentanza ad una lista che mi aveva sostenuto». E non è stato un ritiro dalla vita della comunità, precisa Flaim: «sono tornata al mio lavoro ed ho continuato a lavorare nel sociale prestando attività di volontariato in due cooperative operanti sul territorio, in un'associazione culturale ed in favore di un'emittente radiofonica locale». Infine, affondo finale: «L'ex sindaco Osele accusa il Gruppo civico di centro per Cles di aver consegnato il paese al commissario, ma dimentica che è stato lui a volersi dimettere pur avendo la fiducia della maggioranza del consiglio comunale, provocando così le elezioni anticipate». La campagna elettorale, tutto sommato pacata nella prima fase, si accende di qualche tono. L'Adige 08 dicembre Bella storia di solidarietà per i trentini all'estero Proprio un anno fa, l'Unione delle Famiglie Trentine all'Estero lanciò un appello per aiutare i discendenti di emigrati trentini, vittime della disastrosa alluvione che aveva colpito lo Stato di Santa Catarina (Brasile). Al nostro invito risposero, con la consueta generosità che contraddistingue i trentini, il Comune di Avio, diverse Casse Rurali, privati, il Corpo Bandistico di Caldonazzo e il Coro Lago Rosso di Tuenno che diedero prova di grande solidarietà. Riuscimmo così a raccogliere una somma dignitosa, immediatamente inviata ad una famiglia contadina di origine trentina considerata dai nostri associati brasiliani la più duramente colpita nella zona di Timbo, avendo la casa danneggiata da una colata di fango, la strada di accesso alla casa completamente franata, il raccolto perduto, i campi invasi dal fango. Ci commosse e colpì profondamente la risposta del capofamiglia, assolutamente determinato a non accettare il denaro, che voleva venisse impiegato per la ricostruzione della Chiesa di San Paolo Apostolo, anche questa travolta da una colata di argilla. La chiesa -sostenne questo fiero trentino- rappresentava un bene collettivo, la prima costruzione sorta per volere di tutti gli emigrati trentini che colonizzarono quelle terre nel 1875, ed il campanile- concluse - avrebbe rappresentato per tutti i coloni un simbolo di speranza, fiducia e religiosità. Ci volle tutta la nostra forza di persuasione per convincere il buon uomo a prendere i soldi, ma soprattutto lo convinse la promessa che avremmo cercato ulteriori fondi per rendere possibile la ricostruzione della Chiesa. Ci rivolgemmo alla Curia trentina, che ci accolse nella persona del Vicario Generale don Lauro Tisi, al quale spiegammo la situazione, illustrammo il progetto ed i vari stati di avanzamento. Nel frattempo i trentini ed il Comune di Timbo avevano già iniziato i lavori, su un terreno donato dalla Famiglia Pasquali e molti volontari si impegnavano a turno nei lavori, ma i soldi per l'acquisto del materiale da costruzione mancavano. Ieri, dall'Arcidiocesi di Trento, tramite il signor Luciano Oberosler, persona di rara gentilezza, abbiamo avuto conferma del generoso contributo concesso alla Parrocchia di Santa Teresinha di Timbo per la ricostruzione della Chiesa di San Paolo. Voglio esprimere pubblicamente la gratitudine dell'Unione delle Famiglie Trentine all'Estero congiuntamente a quella dei fedeli trentini di Timbo che potranno continuare a pregare nella loro nuova chiesa, onorando l'insegnamento cristiano dei loro avi. Il contributo offerto dalla chiesa trentina supera sensibilmente il valore economico, assumendo agli occhi degli emigrati trentini un significato affettivo, un forte legame spirituale con la terra di origine. Rivolgo un grazie sentito all'Arcidiocesi di Trento che dimostra di essere già entrata nello spirito dell'incontro, che si terrà tra qualche giorno a Trento, fra i responsabili diocesani per la pastorale delle migrazioni e le associazioni degli emigrati del Triveneto. Rina Bonvecchio - Vicepresidente dell'Unione delle Famiglie Trentine all'Estero L'Adige 09 dicembre AMBIENTE Lโassessore invoca chiarezza: qualcosa non torna. Il sindaco di Borgo chiede i dati alla procura Rossi: stop alle Acciaierie «Se rilasciano diossina nellโaria, vanno chiuse» Se le Acciaierie Valsugana di Borgo inquinano e rilasciano diossina, non si vede perché debbano continuare a produrre. Se i rischi sono quelli, vanno chiuse. Ugo Rossi, assessore provinciale alla Salute, non cerca scorciatoie. E dopo i ripetuti allarmi ambientali, invoca chiarezza. Non abbiamo dati sul presunto inquinamento esterno allโAcciaieria, spiega Rossi, ma qualche domanda me la faccio. In tutta la faccenda, insiste, cโè qualcosa che non torna. A Borgo, intanto, si chiedono verifiche anche sul latte materno, mentre il sindaco chiede i dati alla procura. Lโassessore alla sanità provinciale Ugo Rossi sulla vicenda dellโAcciaieria Valsugana si chiede questo: se i dati sulla diossina sono quelli di cui parla la Procura, e quindi ci sono rischi per la salute, perché lo stabilimento continua a produrre? A questa domanda Rossi arriva lungo un ragionamento che parte da quello che ll dottor Marco Rigo, medico di Borgo e rappresentante dellโassociazione «Medici per lโambiente», ha fatto ieri su «LโAdige». Rigo ha sollevato una questione prima di tutto logica: se cโè, come sostiene la Procura, un forte inquinamento da diossina provocato dalle emissioni dellโAcciaieria di Borgo si deve controllare anche il latte che proviene dalla zona di Borgo. Questo perché, nei dintorni dello stabilimento, ci sono campi di erba da foraggio e di silomais. Se la diossina cโè, dice il medico, si concentra nei terreni, quindi nellโerba e, di conseguenza, la si può trovare nel latte. In base a queste constatazione allโassessore alla sanità, Ugo Rossi, abbiamo chiesto: controlli sui campi vicini allo stabilimento o sul latte ne sono stati fatti? «No, da parte dellโAppa no - ha risposto -. E questo perché le analisi che sono state fatte non rilevavano problemi. La prassi è questa: se si registrano sforamenti di sostanza inquinanti allora si chiede allโAzienda sanitaria di fare analisi anche allโesterno. Ma noi dati di questo tipo non ne abbiamo. Però, e lo faccio come cittadino, mi pongo una domanda...» Quale, assessore? «Se qualcuno ha in mano dati che dicono che i limiti della diossina vengono superati addirittura di tre volte perché lo stabilimento continua a produrre? Perché, se le cose stanno così, o siamo di fronte ad un dolo gravissimo oppure...». Spieghi meglio. «Voglio dire che o allโacciaieria avevano trovato un sistema, evidentemente doloso, di bypassare i filtri e adesso, dopo i sequestri, li hanno riattivati e quindi hanno smesso di inquinare oppure non capisco perché, se qualcuno ha in mano dati allarmanti, permette allโazienda di produrre ancora. Insomma, voglio dire che se lโinquinamento cโera prima ci sarà anche adesso, no? Quindi, o prima del sequestri era stato messo in atto un sistema subdolo che è stato scoperto e smantellato oppure cโè qualcosa che non torna». Insomma, il ragionamento dellโassessore alla sanità è questo: se la Forestale dello Stato, quindi la Procura, hanno rilevato inquinamento da diossina la produzione si dovrebbe fermare la produzione. Anche se dallโagosto scorso è in funzione un nuovo sistema di aspirazione e il giudice La Ganga ha nominato lโingegner Tiziano Benedetti custode giudiziario col compito di controllare le emissioni. Rimane però il fatto, che il dottor Rigo rileva, che allโesterno ci sono aree agricole dove di coltiva foraggio per le mucche da latte. Terreni dove la diossina si può essere depositata e quindi può essere entrata nel ciclo alimentare. «Sì però - afferma Rossi -, come dicevo, lโAppa non ha in mano dati tali da poter chiedere allโAzienda un controllo sui terreni o sul latte. Tra lโaltro, come è avvenuto per la vicenda del monte Zaccon, la Provincia deve chiedere lโautorizzazione alla magistratura per poter fare le analisi. Aggiungo che anche per monte Zaccon sembrava che tutto rischiasse di esplodere e invece, anche lì, per le falde acquifere, non si sono rilevati problemi. Detto questo ritengo che un sequestro devโessere basato su qualcosa, però mi sembra ci sia un equivoco di fondo. Comunque, i controlli sullโambiente esterno allo stabilimento, sui campi li dovrebbe chiedere chi ha in mano i dati. LโAppa, ripeto non li ha, e quindi non può chiedere allโAzienda sanitaria di intervenire». L'Adige 09 dicembre Ponte sullโAdige a Vela, giunta in mezzo al guado «Si vadano a vedere le colonne di camion ora che la Trentino Ricicla ha avuto la concessione per realizzare il centro di frantumazione degli inerti. Figuriamoci quando cominceranno i lavori per lโinceneritore». Fabiano Condini, assessore comunale al commercio e portavoce del comitato della Vela, è scettico di fronte al cambio di rotta della Provincia in merito alla viabilità a servizio di Ischia Podetti. «In teoria - dice - i numeri possono dare ragione alla Provincia, ma bisogna considerare che oltre ai camion cโè un continuo via vai di mezzi ed operai». A suo parere lo scetticismo degli uffici tecnici provinciali dovrebbe essere superato dalle indicazioni politiche: «Ricordo che sia il consiglio comunale che quello provinciale hanno deliberato di chiedere la costruzione del ponte». «Comprendo la ragione dei numeri ma - e qui lancia una stilettata diretta proprio a De Col - anche la nuova uscita di Trento centro doveva in teoria risolvere i problemi dello svincolo. In realtà il risultato è stato ben diverso». La sua paura è che la stessa cosa possa succedere lungo lโarginale. «Ora - insiste - ci troviamo di fronte ad un far west perché il limite di 30 allโora non viene mai rispettato con grande rischio per le case a piano campagna di vedersi arrivare in camera chi sbaglia una manovra». Per Condini lโarginale deve tornare ad essere soltanto una ciclabile e un polmone verde per il quartiere. Ultima considerazione: «Se si ritiene che non ci siano problemi di traffico, perché per la parte alta (dalla polveriera alla discarica, ndr) si è progettata una galleria a due corsie e non una unica con semaforo e senso alternato? ». Più cauto nel respingere le indicazioni della Provincia è invece il suo collega di giunta, lโassessore allโambiente e alla mobilità Michelangelo Marchesi. Pur premettendo di non essere stato messo a conoscenza del «cambio di rotta» della Provincia e contestando il metodo, ammette che il ragionamento di fondo dei tecnici di De Col può essere corretto. «Personalmente non ritengo lโopzione del ponte strategicamente indispensabile anche se prendo atto che la circoscrizione e il Consiglio comunale hanno chiesto la sua realizzazione». Auspicando che a questo punto si apra un confronto allโinterno della giunta comunale e con la Provincia, conferma che «come riporta lo studio di fattibilità per lโinceneritore la stima sul passaggio giornaliero di camion è molto bassa. Credo che la posizione della Provincia sia fondata e che possa portare ad un ripensamento». Marchesi, però, non nega stupore «per le modalità di annunciare le cose, senza che si sia una comunicazione diretta». «Evidentemente non si stratta di un pensiero di ieri esposto al giornale, ma il frutto di una lunga riflessione non certo improvvisata. Forse sarebbe stato opportuno comunicarla anche a noi. Comunque è ovvio che se si pensa di mantenere un percorso simile allโattuale andrebbero attuate soluzioni viabilistiche che preservino la Vela». L'Adige 09 dicembre Sezione carabinieri, 50 anni di storia CLES - La sezione di Cles dellโAssociazione nazionale carabinieri ha celebrato nei giorni scorsi il 50° anniversario di fondazione. Costituita il 23 novembre del 1959, la sezione è stata guidata dal presidente fondatore maresciallo maggiore Albani, cui è seguito il lungo periodo di presidenza del luogotenente maresciallo maggiore Giuseppe Gabrielli, scomparso tragicamente a Livinallongo, suo paese natale, nellโagosto del 1998. Da allora la guida del gruppo è stata assunta da Germano Lorenzoni di Romallo, tuttora presidente. La cerimonia è iniziata con una sfilata per le vie del paese, accompagnata dal locale corpo bandistico; hanno partecipato la Polizia municipale, carabinieri in servizio della compagnia di Cles, numerosi gruppi alpini delle valli del Noce, le Benemerite della sezione di Cles e numerose sezioni regionali, con i rispettivi labari. È seguita la messa celebrata dal cappellano militare padre Giorgio Valentini (colonnello), accompagnata dal coro parrocchiale diretto da Luigi Franch, nel corso della quale è stata benedetta la corona dโalloro che a fine cerimonia è stata depositata al sacello di Fatima, dove sorge il monumento ai caduti. Qui lโultima tappa della cerimonia ufficiale, con interventi del commissario straordinario di Cles Giorgio Paolino, del consigliere provinciale Caterina Dominici e dellโispettore regionale dellโAnc, colonnello Tullio Latina. Alla benedizione del monumento e ad un momento di preghiera per i caduti di tutte le guerre è seguito il rinfresco nelle sale dellโoratorio. Va ricordato che alla sezione di Cles dellโAssociazione nazionale carabinieri, dopo lo scioglimento della sezione di Malé e Mezzana, fanno riferimento anche i carabinieri in congedo delle valli di Sole e di Peio. L'Adige 09 dicembre PERGINE - Una messa per Pruner Domenica 13 dicembre nella chiesa arcipretale della Natività di Maria, alle 8 si celebra una messa in ricordo di Enrico Pruner, il cofondatore del Pptt, a cura della sezione autonomista. UFFICIO STAMPA PROVINCIA 09 DICEMBRE Presentata stamani dall'assessore Panizza la manifestazione musicale con il coro Ana e la banda Original Tiroler Kaiserjägermusik che si terrà sabato 12 all'auditorium Santa Chiara ALPINI E KAISERJÄGER ASSIEME PER IL CONCERTO DELLA PACE di Marco Pontoni Promosso dallโassessorato provinciale alla Cultura e ai Rapporti europei, si terrà sabato 12 dicembre allโAuditorium Santa Chiara di Trento, con inizio ad ore 20.30, il Concerto della pace, con protagonisti il complesso bandistico Original Tiroler Kaiserjägermusik e il coro Ana - Associazione nazionale alpini di Trento, che eseguiranno brani della tradizione asburgica, canti degli alpini ed un repertorio inedito di composizioni popolari per banda e coro. L'evento è stato presentato stamani dall'assessore provinciale alla cultura Franco Panizza e dal presidente dell'Ana di Trento Giuseppe Demattè. Il biglietto dโingresso, gratuito e numerato, è in distribuzione da oggi presso i punti informativi dell'auditorium Santa Chiara e del teatro Sociale, a orario di cassa (per chi risiede fuori città è possibile prenotare telefonicamente al n. 0461-213834, fino a esaurimento posti). Ana e Original Tiroler Kaiserjägermusik: lโabbinamento non è casuale, così come non lo è il titolo dato a questa serata di musica che intende unire, nel segno della pace e della fratellanza, coloro che un tempo furono nemici e combatterono gli uni contro gli altri, indossando le divise di due diversi eserciti, quello italiano e quello austroungarico. Riascoltando le marce militari e da parata, i canti popolari e di guerra, avremo la possibilità di riflettere sulle vicende di un passato doloroso che oggi riaffiora nella memoria di chi vive al di qua e la di là di un confine che ormai è stato cancellato non solo dai trattati che hanno portato alla costituzione della nuova Europa, ma anche e soprattutto dalla volontà di due popoli di camminare finalmente insieme. "Questo evento, che organizziamo anche grazie al contributo della Cassa centrale di Trento, della Cassa centrale delle Casse rurali e di Dolomiti energia - ha detto l'assessore Panizza - si inserisce all'interno del percorso di avvicinamento al centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale. A gennaio verrà anche allestita una mostra nella sala di rappresentanza del palazzo della Regione in cui ricorderemo tutti i caduti della Prima guerra mondiale e lanceremo la proposta di una 'Giornata della memoria' nella quale ogni comune sarà invitato a commemorare i propri caduti. Ciò anche a completamento degli sforzi fatti per l'allestimento dell'archivio on-line dei caduti e dei dispersi, e nell'attesa che venga accolta la nostra richiesta, avanzata al parlamento austriaco in occasione della presentazione del progetto dell'Euregio, di accedere agli archivi della Grande guerra di Vienna anche prima della scadenza dei 100 anni prevista dalla legge. Il concerto di sabato rappresenta in questo contesto non solo un segnale di superamento delle divisioni del passato, all'interno di un'Europa unita e pacificata, ma anche uno sprone a guardare al futuro, nel segno ad esempio di quella Euroregione che ci stiamo impegnando a costruire, e che affonda le sue radici nella storia comune di queste terre a cavallo del Brennero." Di impegno dell'Ana non solo sul fronte musicale ma anche della solidarietà ha parlato invece Dematté, che ha ricordato come "già negli anni '50 eravamo attivi sul fronte dell'Europa unita e della promozione del dialogo transfrontaliero. Siamo oggi molto orgogliosi di partecipare a questa manifestazione assieme alla banda dei Kaiserjäger; ciò però non significa che viviamo nel passato, anzi, il nostro impegno sociale è ben 'piantato' nel presente." una prova di questo è data dal fatto che nell'ambito del concerto di sabato saranno raccolte offerte - ricondicibili al progetto "Solidarte" destinate a finanziare la ricostruzione del teatro โSan Filippoโ de LโAquila, distrutto dal terremoto. Scheda: il coro dell'Ana e la banda Original Tiroler Kaiserjägermusic Die Original Tiroler Kaiserjägermusik โ Per risalire alla nascita della banda musicale dei Kaiserjäger bisogna andare all'ottobre del 1815 quando, in occasione di una visita ad Innsbruck dellโImperatore Francesco I, si decise di costituire un complesso bandistico per rendere i dovuti onori all'illustre ospite. La banda, divenuta famosa in tutto l'Impero, raggiunse l'apice della notorietà verso la fine dell'800 grazie anche alla figura del maestro Karl Mühlberger, autore della celeberrima "Kaiserjägermarsch". Con il tramonto della monarchia austro-ungarica si interruppe anche I'attività del complesso bandistico e la Kaiserjägermusik visse per oltre cinquant'anni solo nella memoria. Questo ricordo riprese forma nel 1971 e da allora centinaia di concerti, incisioni discografiche e apparizioni televisive hanno caratterizzato l'attività artistica del complesso che ha ormai raggiunto fama mondiale. Coro A.N.A. di Trento โ Eโ sorto nel gennaio 1993 nell'ambito della sezione trentina dell'Associazione Nazionale Alpini. L'idea del coro è stata sviluppata grazie alla disponibilità e al carisma del maestro Bepi Fronza e la scommessa che ha dato vita alla formazione corale nasce dall'esigenza di riscoprire e sviluppare il repertorio classico delle penne nere e, più in generale, della canzone popolare cercando di valorizzare ed evidenziare il più possibile le caratteristiche di provenienza storica e geografica dei brani. Il coro, che è ora diretto dal m° Aldo Fronza, ha accompagnato la Sezione A.N.A. di Trento nelle principali manifestazioni alpine tra cui, naturalmente, le adunate e i raduni a carattere nazionale. L'Adige 10 dicembre «Due anni di contributi per figlio» Arriva anche in Trentino lโiniziativa promossa dalle donne della Svp che, con il motto «almeno due anni di contributi pensionistici in più per ogni figlio», si propongono di far approvare una legge attraverso una petizione popolare. Si tratta, infatti, di una raccolta di firme volta al riconoscimento, in termini economici, dei periodi dedicati ai figli e allโassistenza di famigliari non autosufficienti. Inoltre, lโimpegno delle donne di Svp ha come obiettivo quello di sensibilizzare lโopinione pubblica e il governo sul valore della famiglia e sui lavori di cura svolti dalle donne, caldeggiando delle politiche adeguate per lโincentivo della natalità e per lโaiuto delle categorie più deboli. Se venisse accettata, la proposta di legge comporterebbe un aumento delle pensioni spettanti alle donne del 4% per ogni figlio ed implicherebbe un riconoscimento economico a quelle donne che, casalinghe, non hanno mai versato dei contributi pensionistici. «La nostra proposta - ha spiegato lโassessore regionale Martha Stocker โ rappresenta un concreto incentivo alle politiche famigliari, valorizzando lโimpegno delle donne che hanno interrotto la propria attività lavorativa per prendersi cura dei figli». Nella Provincia di Bolzano, lโiniziativa ha già riscosso un discreto successo. In Trentino, invece, la raccolta delle firme si farà grazie allโadesione dellโUnione femminile del Patt, che ha annunciato la presenza di un gazebo nella fiera di S. Lucia, domenica 13 dicembre. «Ora - ha concluso Caterina Dominici, consigliere provinciale del Patt โ cercheremo di mobilitare anche gli altri partiti, sicure che lโiniziativa possa trovare un riscontro positivo al di là dello schieramento politico». L.B. L'Adige 10 dicembre «Con lโEuregio potremo superare la Regione» Durnwalder rilancia la soppressione dellโente già svuotato di competenze «Nei prossimi anni potremmo pensare ad un superamento dellโente regione o meglio ad una sua evoluzione che lo porti a confluire in una struttura istituzionale più ampia in cui si accordino Trentino, Alto Adige e Tirolo». Luis Durnwalder, presidente della Regione e Landeshauptmann dellโAlto Adige, ieri in consiglio regionale nella sua relazione al bilancio ha parlato in modo esplicito di una soppressione della Regione nel momento in cui riuscirà a decollare lโEuregio, lโente che dovrà dare una veste istituzionale alla collaborazione fra Trentino, Alto Adige e Tirolo. La Svp da sempre mal sopporta la convivenza con il Trentino sotto lโombrello della Regione e dopo essere riuscita man mano a svuotarla di competenze ora caldeggia il progetto, condiviso da Trento, di realizzare una collaborazione istituzionale più ampia, che comprenda anche il Tirolo austriaco, vedendo in questo la possibilità di liberarsi della Regione Trentino Alto Adige, mentre le competenze che rimangono come «la previdenza, la cooperazione internazionale e i giudici di pace potrebbero trovare il giusto spazio in una dimensione extraregionale ». Per altro, Durnwalder ha sottolineato che con la staffetta dei presidenti delle due Province alla guida della Regione, inaugurata sei anni fa, i rapporti a livello regionale fra Trento e Bolzano, che sono sempre stati molto difficili, sono invece molto migliorati. Nel dibattito che ne è seguito la destra tedesca ha rilanciato la necessità di sopprimere la Regione mentre il Pdl, la Lega nord e il Pd trentino sono intervenuti a difesa dellโente, così come lโUpt ne ha sottolineato il ruolo positivo. Il presidente Durnwalder ha poi parlato anche del patto sul federalismo fiscale firmato con il Governo di fronte alle perplessità emerse da più voci: «Da lungo tempo ormai abbiamo cercato di trovare un accordo nellโambito del federalismo fiscale. Sono disposto a spiegare punto per punto i vantaggi che ne trarremo. Non ci siamo visti solo una volta, ma più volte e non abbiamo pubblicizzato questi incontri per evitare polemiche che sarebbero state controproducenti. Complessivamente in futuro avremo più o meno lo stesso bilancio. Eโ un accordo che va a vantaggio di tutti e rappresenta un compromesso ragionevole». Giorgio Lunelli (Upt) su questo argomento ha presentato un ordine del giorno che sarà discusso oggi, che impegna la giunta a tenere informato il Consiglio sullโattuazione di questo «importante e positivo accordo». Chissà se lo voterà anche il Pd. L'Adige 10 dicembre PERGINE - Una messa per Pruner Domenica 13 dicembre nella chiesa arcipretale della Natività di Maria, alle ore 18 si celebra una messa in ricordo di Enrico Pruner, il cofondatore del Pptt, a cura della sezione cittadina autonomista a lui dedicata. L'Adige 10 dicembre Sbagliato occuparsi ora di chi voteremo tra 4 anni Caro direttore, mancano quattro anni alla fine della legislatura provinciale e già si hanno sintomi preoccupanti di ansie e traumi da successione, quella ovviamente nei confronti della poltrona di presidente della Giunta. Al congresso del Patt (ma succede anche in sedi e livelli diversi di altri partiti) si sono evocati scenari di futuri assetti e relative alleanze per accaparrarsi lo spazio che si renderà libero. I trentini, che penso non siano tanto ansiosi di anticipare tempi abbastanza lontani, vorrebbero credo sapere come verranno gestiti questi prossimi quattro anni, cosa se ne farà dei prossimi quattro bilanci, come si porteranno avanti le riforme in cantiere (scuola, sanità, ecc.), come sarà risolto il problema dellโacqua, ora privatizzata, come sarà affrontato definitivamente e non episodicamente il problema dei trasporti ferroviari e di valle, come si intenda fronteggiare il problema immigrazione, come sia possibile far arrivare la voce più concretamente alle sfere istituzionali talvolta sorde e lontane, e via discorrendo. Ecco, tanti problemi che ci vorrà tutta una legislatura per risolverli, mentre i partiti cadono spesso nella tentazione di parlare di poltrone, strategie, alleanze, accordi e dis-accordi. Preordinare oggi lโassetto politico del 2013 è unโottima occasione di discussione per unโassise accademica, non è esercizio da assemblea politica partitica che deve spiegare ai cittadini cosa si è fatto dopo essersi meritati il voto e cosa si intende fare per mantenere fede agli impegni presi. Come cittadina oggi non mi sentirei proprio di pensare a chi e come voterò tra quattro anni, anzi voglio certamente prendermi tutto il tempo per valutare, giudicare, esaminare e ponderare il peso delle scelte che verranno fatte. Questi sono lโincognita e il sale, della politica, vista da questa parte, ovviamente. Rita Grisenti - Trento Caro Panizza, per i costumi paga di tasca tua Leggo sullโAdige che lโassessore Panizza ha detto: «Io sono convinto che questo milione può essere benissimo considerato un intervento che rientra nelle misure anticrisi di questa finanziaria, visto che per realizzare i costumi storici si fanno lavorare le aziende artigiane specializzate nella realizzazione dei costumi». Su questo argomento esprimo una mia personale, banalissima riflessione: io, assessore Panizza, sono invece convinto che i soldi per lโacquisto di questi costumi li debbano pagare di tasca propria le persone che li vogliono indossare e non essere «scuciti » dalle casse pubbliche. Così facendo, assessore Panizza, le aziende artigiane specializzate nella realizzazione di questi costumi avrebbero da lavorare ugualmente (per buona pace di tutti). Giuliano Bortolotti UFFICIO STAMPA PROVINCIA 10 DICEMBRE Su proposta del presidente Lorenzo Dellai, è stato approvato oggi dalla giunta MINORANZE LINGUISTICHE: APPROVATO IL PIANO DELL'INFORMAZIONE Riguarda il periodo 2010-2012 Su proposta del presidente Lorenzo Dellai, la giunta provinciale ha oggi approvato il programma di interventi per l'informazione in lingua minoritaria per il periodo 2010. Il provvedimento ha tra gli obiettivi generali l'impegno a sostenere la libertà di espressione delle comunità minoritarie nella lingua propria di ciascuna comunità, favorendo quindi l'uso della lingua di minoranza nella consuetudine ordinaria e nella vita quotidiana individuale, famigliare e sociale, conferendole prestigio e visibilità attraverso proprio l'informazione scritta (pagine specifiche sulla stampa locale, periodici) oppure audiovisuale (programmi radiofonici o televisivi specifici su emittenti locali). Il provvedimento vuole altresì conferire stabilità e continuità al servizio informativo, migliorandone la qualità e la varietà e garantendone una più ampia diffusione nei rispettivi territori e nel territorio provinciale. Si vuole inoltre sviluppare le competenze degli operatori e la rete delle collaborazioni, coinvolgendo le istituzioni locali e scolastiche e tra le comunità stesse, puntando alla nascita di un polo informativo delle minoranze linguistiche che possa costituirsi massa critica e porsi come interlocutore di ogni nuova opportunità informativa e comunicazionale. Infine, l'obiettivo è quello di sperimentare l'utilizzo delle nuove tecnologie (internet in primis, ma anche il digitale terrestre) e dei nuovi media in relazione alle esigenze di uso, diffusione, "normalizzazione" e radicamento presso le nuove generazioni della lingua minoritaria. Il programma oggi approvato si prefigge di garantire continuità e rafforzamento alle iniziative che sono già in essere, per consolidare come si diceva la capacità di libera espressione delle comunità e di radicare e diffondere l'uso della lingua minoritaria nella quotidianità. Tra le iniziative oggi in atto, ne ricordiamo alcune. Per la comunità mòchena: la pagina quindicinale "Liaba Lait" sul quotidiano "Trentino"; il telegiornale settimanale "Sim to en Bersntol su TCA e sul canale satellitare "Trentino TV". Per la comunità cimbra: la pagina quindicinale "Di Sait vo Lusérn" sul quotidiano "L'Adige"; il giornale quadrimestrale "Dar Foldjo"; il programma televisivo settimanale "Zimbar Earde" in onda su TCA e sul canale satellitare "Trentino TV". Per la comunità ladina: il giornale settimanale "La Usc di Ladins"; la pagina settimanale "Plata Ladina" sul quotidiano "Trentino"; il trimestrale "Nosha Jent"; il trimestrale "Gana - La Usc dles Ladines"; il programma televisivo settimanale "Ercaboan" trasmesso da TCA e dal canale satellitare "Trentino TV"; il telegiornale settimanale edito e trasmesso da TCA e dal canale satellitare "Trentino TV"; i programmi radiofonici quotidiani "Bela Ladinia" e "Joegn", i bisettimanali "Mingol de dut e nia n dut", "El Codojel" e "Notiziar ladin"; i settimanali "La Usc di Ladins" e "Cianton di libres" editi interamente in ladino dall'emittente radiofonica Radio Studio Record di Canazei/Cianacei; i programmi radiofonici quotidiani "N bel bondì ladin" e settimanali "Che metone pa anché sora fech?" editi in ladino dall'Union di Ladins de Fascia e trasmessi da Radio Studio Record. (m.n.) L'Adige 11 dicembre Pianificazione, variante alla cieca SAN MICHELE - Salta il consiglio comunale sulla variante al Piano regolatore generale: messo alle corde dai consiglieri di minoranza, il sindaco Guido Moser si è visto costretto a sospendere la seduta e rinviare la votazione a martedì prossimo, in un consiglio convocato dโurgenza. Battaglia si prevedeva e battaglia cโè stata: lโaccusa principale rivolta alla maggioranza è quella di aver messo agli atti il faldone con ben 37 modifiche al vigente Prg allโultimo momento senza dare il tempo ai consiglieri di esaminare il piano attuativo. Ci voleva un pre-consiglio o, almeno, una conferenza dei capigruppo: «È la prima volta che a San Michele succede ciò โ ha tuonato il consigliere Franco Callovi - e mi chiedo con quale coraggio la giunta chieda il voto di una variante che nessuno conosce». «Il responsabile dellโufficio tecnico, al quale ci siamo rivolti, ha detto di non aver mai visto la cartografia โ ha poi aggiunto il consigliere Claudio Malpaga โ spiegandoci che per esaminare la variante ci vorrebbe parecchio tempo». Per il sindaco, però, non cโè alcun problema: «Abbiamo qui il progettista, lโarchitetto Giancarlo Sicher, che può spiegarvi tutto ciò che volete». Il tecnico ha quindi esposto la sua lunga relazione sulle modifiche urbanistiche, soprattutto per quel che riguarda i due comparti di completamento edilizio; lโarea Mercatone Uno e lโarea Visentin. Ma quando è stata aperta la discussione, la minoranza è tornata allโattacco chiedendo la verifica dellโincompatibilità dei consiglieri. Evidente anche al pubblico in aula lโimbarazzo tra i consiglieri di maggioranza sotto una pioggia di accuse e critiche, scatenata dai consiglieri di opposizione. Poi il sindaco ha tentato di tagliare la testa al toro: «Basta venire qui a vedere i disegni e chi si ritiene incompatibile lo può dichiarare e abbandonare lโaula». Tra il via vai di consiglieri al tavolo del sindaco il primo a ritenersi incompatibile è stato lโassessore Bruno Serafin, mentre il consigliere Callovi aveva già lasciato lโemiciclo contestando il metodo «da fiera» adottato dalla giunta per affrontare un tema così delicato. E non ha risparmiato accuse, rievocando lo stesso metodo assunto anche per la nomina del presidente dellโAir, Giacomo Osella, finito poi in manette e nel quale il sindaco nutriva grande fiducia, imponendo la sua nomina a tutto il consiglio comunale. Ha ricordato che la vicesindaco Franca Pangrazzi, nella votazione dei Prg del passato - quando era in minoranza - aveva preteso maggiore trasparenza dalla giunta dellโex sindaco Dario Chilovi, mentre adesso per lei va tutto bene, pur di difendere la sua poltrona. Pesanti accuse sul metodo sono poi arrivate a raffica dai consiglieri Claudio Malpaga, Nicola Chisté, Mauro Bragagna e Clelia Sandri, che hanno annunciato di abbandonare lโaula per protesta: «Questa amministrazione arriva sempre con le cose già confezionate allโultimo momento e le mette in votazione pretendendo che noi le accettiamo. Questo modo di amministrare โ ha dichiarato la capogruppo Sandri - non è corretto non solo verso il consiglio, ma anche verso tutti i cittadini di San Michele». Dopo più di unโora di vivaci polemiche il sindaco non ha potuto fare altro che sospendere la seduta, accogliendo lโemendamento di Giuliano Pedroni per rinviare la votazione, ma concedendo solo pochissimi giorni per esaminare la documentazione. Martedì si voterà a qualsiasi costo perché, come ha detto il sindaco, «siamo ormai in scadenza di legislatura e tra i trenta giorni necessari per le osservazioni sia per la prima, sia per la seconda adozione del Prg, non rimane molto tempo per lโapprovazione». L'ADIGE 11 Dicembre «Aiuti alle imprese virtuose ma vanno dati ai lavoratori» Il Partito democratico vuole alzare dai 16 ai 18 anni il divieto di vendita e somministrazione di alcolici in tutti i locali pubblici (bar, ristoranti, discoteche) oltre che nei supermercati, come già previsto da un disegno di legge sul commercio dellโassessore Alessandro Olivi. La proposta è contenuta in un emendamento alla legge finanziaria โ primo firmatario il capogruppo Luca Zeni (nella foto con Mattia Civico) - che è stato depositato ieri assieme a un pacchetto di altri emendamenti. Tra le altre modifiche alla legge finanziaria chieste dal Pd vi è pure la previsione di aiuti alle imprese che hanno realizzato investimenti sostenuti dallโente pubblico che hanno comportato «un rilevante consolidamento e sviluppo aziendale». La novità interessante è che il Partito democratico prevede che questi aiuti, per una volta, non vadano al datore di lavoro ma ai dipendenti. Così infatti si legge nellโemendamento: «Gli importi da corrispondere alle imprese sono determinati sulla base delle unità lavorative anno presenti in azienda nel primo semestre dellโanno di presentazione della domanda e sono obbligatoriamente ed equanimamente distribuiti a favore dei dipendenti iscritti al libro unico, in proporzione allโorario di lavoro adottato da ciascuno. La violazione di questo vincolo comporta la revoca dellโaiuto e lโobbligo di restituzione delle somme riscosse». Spetterà alla giunta provinciale individuare i criteri di selezione delle imprese che possono meritare questo aiuto sulla base del «rilevante incremento del fatturato e dellโimportante crescita occupazionale ottenuta mediante il progetto agevolato». A copertura di questi nuovi costi il Pd ha indicato uno stanziamento sul 2010 di 5 milioni di euro. Sempre in tema di lavoro è stata presentata una serie di emendamenti da parte del consigliere Bruno Dorigatti per contrastare il lavoro precario in Provincia e nelle altre amministrazioni pubbliche. Tra le iniziative che mirano ad aumentare la trasparenza nellโazione della Provincia, il Pd ha depositato anche un emendamento che riguarda le «esternalizzazioni» di attività svolte precedentemente dagli uffici provinciali. Si stabilisce che la giunta provinciale invia annualmente al consiglio provinciale una relazione in cui sono riportati dati analitici sulle esternalizzazioni quantificando le spese e i risultati ottenuti con una valutazione dei minori oneri per la pubblica amministrazione oltre allโeffetto sulla qualità dei servizi. Il Pd chiede inoltre la chiusura dellโAgenzia provinciale per la protonterapia dal primo gennaio 2010 ritenendo che quei compiti possano essere benissimo assunti direttamente dallโAzienda sanitaria con un risparmio di circa 700 mila euro lโanno. Gli altri emendamenti riguardano una norma più restrittiva per lโassegnazione dei contributi per i progetti di cooperazione internazionale e una norma, proposta da Mattio Civico, che riguarda lโestensione ai sordi della disciplina sulle pensioni di invalidità che riguarda i ciechi. Anche il Partito autonomista ha presentato una serie di emendamenti tra cui uno del capogruppo Michele Dallapiccola, che chiede di concedere nuovamente il contributo pubblico allโUnione famiglie dei trentini emigrati, soppresso con lโultima legge finanziaria, prorogando il termine per la fusione con la Trentini nel mondo. LโUpt presenterà invece due ordini del giorni per modificare il regolamento sullโIcef. L'Adige 11 dicembre La storia dellโAsar in un libro di Baratter Oggi alle ore 18 nella sala "Spazio del Libro" della Biblioteca civica Tartarotti di Rovereto, verrà presentato il libro «Storia dellโASAR: Associazione Studi Autonomistici Regionali 1945-1948» alla presenza dellโ autore, lo storico Lorenzo Baratter. Lโiniziativa è organizzata dalla Biblioteca con la collaborazione della Regione Trentino -Alto Adige e lโAssociazione «Il Furore dei Libri». Ma da ieri il segretario della sezione Patt di Rovereto, Marco Graziola, ha caldamente invitato i simpatizzanti ad essere presenti in massa per un appuntamento che sarà «il lancio della campagna elettorale» del partito autonomista. Per lโautore, prima di essere un movimento politico lโAsar fu espressione di un sentimento popolare che diede una spinta fondamentale per porre la questione dellโAutonomia al centro del dibattito politico negli anni fra il 1945 al 1948. Nel libro, patrocinato dalla Regione, Baratter spiega come lโAsar contribuì a porre il tema dellโautogoverno al centro del dibattito locale e nazionale. I più convinti interpreti di quella aspirazione non furono i partiti nazionali nelle loro espressioni locali, bensì centomila tra uomini e donne che diedero vita ad un movimento originale, autonomista e territoriale. Non fu solo un movimento locale e la sua battaglia non fu limitata al contesto regionale. Uno degli aspetti meno conosciuti, riguarda il fatto che esso fu promotore e regista di ampie alleanze con i principali movimenti autonomisti italiani, guidando battaglie comuni. L'Adige 11 dicembre Ballottaggio a Cles Con Osele vince lโidea autonomista L'esito del voto di domenica 29 novembre per lโelezione del sindaco e del consiglio comunale di Cles, che ha sancito il ballottaggio fra Giorgio Osele e Mariapia Flaim, ha anche ribadito la presenza di una forte anima popolare e autonomista nella comunità. La presenza di due liste che si riconoscono nei valori a cui, da sempre, si ispira il Partito Autonomista Trentino Tirolese e la prospettiva di veder assegnato - con il successo di Osele nel ballottaggio - un consistente numero di seggi consiliari a esponenti di area autonomista, ha però portato qualcuno a paventare, per il prossimo quinquennio, unโamministrazione eccessivamente targata Patt. È una prospettiva che, da esponente autonomista di lungo corso, potrei anche auspicare, ma che non risponde però alla realtà dei fatti. Pur non tradendo la linea che da sempre caratterizza le posizioni del nostro partito, è stata data, infatti, a entrambe le liste presentate a sostegno della candidatura di Osele, una connotazione aperta. Esponenti «storici» del Patt, quali Salvatore Ghirardini e Franco Andreis, assieme alla consigliere uscente Emilia Fondriest, si sono fatti da parte per favorire il ricambio e per evitare che gli elettori potessero avere lโimpressione di liste bloccate intorno ai nomi di coloro che hanno fatto la storia del partito a Cles e nella valle di Non. Per loro non ci saranno neppure incarichi «esterni» in seno alla futura giunta, come qualche voce malevola sta insinuando. Il Patt e la lista «Autonomisti per Cles» si sono proposti, insieme e con la lista «Cles Domani - Upt», come area politica di raccolta moderata e di centro, e nella scelta delle candidature è stato dato spazio a persone nuove, molte delle quali non iscritte al partito, espressione della società civile. Nelle due liste, infatti, erano rappresentate tutte le componenti e le sensibilità presenti nella borgata e in tutte le sue frazioni. Ne è nata, nel suo insieme, una compagine che vuole andare oltre il Patt, con uomini e donne in grado di dialogare con le altre forze politiche senza preconcetti, liberi dal peso costituito dai rapporti non sempre felici del passato. Dare il voto a Giorgio Osele nel ballottaggio, riconfermando il sindaco uscente alla guida dellโamministrazione comunale, non rappresenta tanto una scelta di appartenenza partitica, ma un atto di fiducia verso un gruppo di persone politicamente libere, che - pur ispirandosi ai principi dellโautonomismo e del popolarismo cattolico - potrà consentire alla borgata di riprendere, dopo le incertezze del recente passato, il proprio cammino e guardare con rinnovata fiducia al futuro. Con persone che hanno dimostrato sul campo le proprie capacità e che ogni giorno testimoniano il proprio attaccamento alla comunità e a tutte le sue espressioni sociali e civili. Con una squadra valida e compatta, conosciuta da tutti, che entra in Consiglio e che voglio citare per nome per dare il senso concreto della rappresentatività e delle rispettive esperienze: Andrea Paternoster, Ruggero Mucchi, Giorgio Debiasi, Emanuele Odorizzi, Massimiliano Girardi, Rosario Poletti, Andrea Leonardi, Giancarlo Dallago, Andrea Graiff, Gabriele Lorenzoni, Lino Deromedi, Luca Pangrazzi. Franco Panizza è assessore provinciale alla Cultura L'Adige 11 dicembre Il Patt ha valori cristiani? Allora rispetti gli immigrati A margine del Congresso del Patt al quale ho partecipato in qualità di «presidente onorario» vorrei esprimere il mio pensiero in merito a un argomento che mi sta molto a cuore: il problema degli immigrati. Parto da un presupposto che riguarda nello specifico il Patt. È stato ribadito più volte durante il congresso che il Patt si ispira ai valori alla dottrina sociale della Chiesa. Da qui ne discende che per coerenza a questi valori deve ispirarsi nel suo programma e nei relativi pronunciamenti. Non si può a livello di principio dichiarare una cosa e poi contraddirla nella pratica. Quindi nel nostro caso bisogna rigorosamente verificare se quanto si va dicendo in merito a questo problema nellโambito del partito è secondo gli insegnamenti della Chiesa. In pratica secondo i principi evangelici. Non poche volte, soprattutto in questi tempi, la Chiesa ha ribadito che tutti gli uomini sono uguali e come tali tutti hanno diritto di avere quanto è necessario per una vita dignitosa. Purtroppo la realtà evidenzia gravissime discriminazioni. Concentrazione della ricchezza da una parte e povertà e miseria dallโaltra. Se la realtà contraddice allโuguaglianza di chi è la responsabilità? Intanto bisognerebbe dire che nessuno è nato col diritto di essere ricco o col dovere di essere povero. Le ingiustizie sociali sono il frutto dellโegoismo umano. E chi sta bene facilmente si dimentica di chi sta male. E chi ha responsabilità pubbliche soggette al consenso popolare è tentato nel suo agire e programmare ad assecondare lโegoismo umano giustificando così la propria politica, magari spacciandola per cristiana. In questo modo si hanno indubbiamente dei facili consensi, più voti. Ed è quello che succede da varie parti anche oggi nella nostra realtà. Si applica il principio machiavellico che il fine giustifica i mezzi. Se una forza politica dice di ispirarsi ai principi e valori del cristianesimo, questo deve valere per tutti i principi e valori, non solo per una parte. Per esempio: per la famiglia sì e per la solidarietà no. La coerenza, anche se momentaneamente costa, a lungo termine paga. O comunque si ha la serenità di aver agito correttamente per il vero bene degli altri. Sul problema degli immigrati bisogna innanzitutto uscire dal proprio orticello ed avere un orizzonte più ampio, bisogna avere il coraggio di mettersi nei panni degli altri e ragionare secondo il principio: «non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso». Fino a quando il deserto del Sahara prenderà la sua parte, e il Mar Mediterraneo continuerà ad inghiottire esseri umani ed essere un cimitero di disperati, e lโegoismo umano respingerà i sopravvissuti, non ci sarà né pace, né giustizia, né uguaglianza. Tutti principi questi, a parole, tanto ribaditi e decantati, ma puntualmente altrettanto disattesi, contraddetti e calpestati nei fatti. Di fronte a problemi umani così tremendamente drammatici dobbiamo lasciarci guidare anche dal cuore, da sentimenti di vera fraternità e solidarietà. I respingimenti non si possono conciliare e accettare né umanamente e men che meno cristianamente. Se si vuole risolvere il problema degli immigrati bisogna risalire alle radici, alle cause primarie che hanno determinato questa situazione di grave disagio. Non si deve vedere nellโimmigrato, anche se clandestino, un pericolo o qualcuno da sfruttare, ma piuttosto un fratello da aiutare. È lo spirito di solidarietà che ci deve guidare nel rapporto con gli immigrati. Luigi Panizza L'Adige 12 dicembre Dellai: lโApi per uscire da un incubo «Oltre il bipolarismo deragliato e la guerra degli ultimi 15 anni» Era un poโ nervoso il governatore trentino Lorenzo Dellai, ieri pomeriggio a Parma, nel suo debutto sulla scena nazionale tra i fondatori - assieme a Francesco Rutelli e Bruno Tabacci - del nuovo partito di centro chiamato Alleanza per lโItalia. A lui è toccato tenere la relazione introduttiva alla prima assemblea del partito, dopo il saluto dellโex sindaco di Parma, Elvio Ubaldi. E per essere sicuro di dire tutto quello che voleva e rispettare i tempi - un quarto dโora - si è presentato con un discorso scritto, cosa che in genere evita di fare preferendo parlare a braccio. Ma lโintervento, che doveva spiegare cosโè Alleanza per lโItalia, è stato efficace, a giudicare dagli applausi dellโaffollata assemblea che lo hanno interrotto più volte, ed è diventato più sciolto man mano che parlava. «Ci dicono che siamo un partito di fuoriusciti - ha attaccato Dellai - ma non siamo noi dei fuoriusciti, è la politica che è fuoriuscita dallโItalia». «Noi non siamo nati per guardarci lโombelico - ha detto Alleanza per lโItalia non vuole essere un piccolo partitino ancillare ad altri, ma un progetto politico nuovo, alternativo a quanto cโè oggi, rivolto a persone, movimenti, esperienze civiche, partiti territoriali, a tutti quelli che vogliono chiudere la guerra dei 15 anni per uscire dallโincubo di un bipolarismo deragliato e bipartitismo abortito, basato sullo scontro totale di tutti su tutto». E poi Lorenzo Dellai ha sostenuto lโimportanza del ritorno a una politica alta, dopo che la politica ha offerto la sua faccia peggiore in questi anni peggio, secondo il governatore trentino, che nella prima Repubblica. «Il lascito più drammatico di questi 15 anni - ha infatti sostenuto - non sarà né il gossip, né il conflitto dโinteresse o la perdita di competitività del sistema, che pure sono cose gravi, ma lโidea sedimentata della pochezza della politica e della sua futile leggerezza. La radicalità della nostra svolta non sta in qualche slogan ad effetto, ma nel ripristino del valore alto della politica, che non blandisce, non coccola, non vezzeggia, non dice "ci penso io", ma si prende a cuore la comunità, la prende per mano con autorevolezza e con dolcezza». Il presidente Dellai ha poi indicato nel senso delle istituzioni e del bene comune i valori di fondo dellโAlleanza per lโItalia, insieme alla struttura federalista che intende assumere per dare un ruolo centrale alle esperienze territoriali come la sua Unione per il Trentino. E ha concluso: «Noi non siamo degli scontenti, ma siamo determinati nel nostro progetto, senza nessuna anzia da prestazione». Ieri a Parma, nel primo dei due giorni di assemblea del nuovo partito, erano molti gli esponenti dellโUpt - un centinaio di persone - seduti in sala, guidati dal segretario Marco Tanas e dal capogruppo provinciale, Giorgio Lunelli, che in serata ha anche coordinato uno dei gruppi di lavoro tematici organizzati per il dopo cena. Da Trento è giunta anche lโassessore provinciale dellโUdc, Lia Giovanazzi Beltrami, ormai sempre più lontana dal partito di Casini e sempre più in sintonia con lโUpt. Il battesimo di Alleanza per lโItalia è stato benedetto anche da un messaggio del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al quale Rutelli in apertura aveva rivolto un saluto. Napolitano ha detto di apprezzare lโintento di «far uscire il paese da una contrapposizione politica esasperata promuovendo, attraverso lโaggregazione con altre forze, una più ampia partecipazione dei cittadini». E a proposito di aggregazioni ampie, ieri Rutelli ha rilanciato il suo desiderio di aprire a Gianfranco Fini questo nuovo movimento. «Perché no? - ha detto - ma dipende da lui». E dโaltronde per spiegare lo spirito del nuovo partito che punta sulle «alleanze » stile Kadima israeliano (Peres-Sharon), è stato trasmesso un video di tanti esempi di nemici-amici: HillaryObama, Coppi-Bartali, Totò-Aldo Fabrizi, Rabin-Arafat, Lacedelli-Compagnoni. L'Adige 12 dicembre Pacher e Rossi rassicurano: «Tutto in regola» «La soglia di diossina da non superare imposta alle Acciaierie ai fini della certificazione era di 500 mcg al metro cubo, un ventesimo di quella adottata nel resto dโItalia». Lโassessore provinciale allโAmbiente e quello alla Sanità Ugo Rossi sono stati sentiti ieri dalla Terza Commissione provinciale presieduta da Roberto Bombarda. Pacher ha confermato che fino allโagosto scorso le Acciaierie hanno rispettato i limiti imposti dallโAppa alle emissioni inquinanti, ricordando lโAia rilasciata allo stabilimento nellโottobre del 2007 (quella che per gli inquirenti «presenta anomalie». Anche Ugo Rossi ha ribadito che le rilevazioni compiute per Mointe Zaccon hanno escluso unโanomala presenza di diossina: «Gli ultimi dati del registro tumori sono del 2002 ma la situazione è stata sempre seguita e anche oggi non emergono differenze significative del distretto Bassa Valsugana e Tesino rispetto al resto della provincia», ha affermato Rossi. Che ha poi rassicurato: «Abbiamo comunque chiesto allโAzienda sanitaria di restringere il campo di indagine a unโarea prossima alle Acciaierie per acquisire in tempi brevi dati più aggiornati sullโincidenza dei tumori e la mortalità». L'Adige 12 dicembre «Latte austriaco in offerta Sait, sei poco intelligente» Lโautonomista Dallapiccola allโattacco Giorgio Fiorini: «Ha sbagliato obiettivo» «Avventata e poco intelligente». Così il consigliere provinciale del Patt Michele Dallapiccola, veterinario di professione, giudica la scelta del Sait di pubblicizzare sul giornale lโofferta dei propri supermercati che in questi giorni mettono in vendita il latte austriaco a 68 centesimi al litro. «Per il latte trentino - spiega Dallapiccola - è un momento delicato che, in questi giorni offuscati dalle nebbie delle Acciaierie di Borgo, passa tuttavia in secondo piano. Cโè fermento nel mondo della cooperazione per la possibile fusione tra Latte Trento e Fiavé che salverebbe il caseificio giudicariese da problemi molto più grandi. È importante che questa operazione si concluda. Sarebbe unโiniezione di fiducia collettiva che aprirebbe molte prospettive di sviluppo». «I vertici della cooperazione - prosegue il consigliere autonomista - stanno mediando perché si vada verso la soluzione del problema. In questa fase trovo quindi assai singolare che il Sait pubblicizzi la vendita del latte di Salisburgo a 68 centesimi. Fra tutti gli articoli di cui è possibile promuovere le offerte, il settore del latte e dei formaggi è il più delicato. In questo periodo bisognerebbe dimostrare maggiore sensibilità. Lasciatemelo dire: lโuscita del Sait è stata avventata e poco intelligente. Sarebbe preferibile che la cooperazione sostenesse il settore lattiero-caseario riducendo, nei suoi supermercati, i margini di guadagno sui prodotti trentini». Il capogruppo del Patt ricorda poi la campagna promozionale del Consorzio dei Comuni per il latte trentino finanziata dalla Provincia «per controbilanciare la bocciatura europea dei contributi per il trasporto del latte», «anche se precisa - per mia natura sono contrario alla politica esclusiva del sostegno pubblico: la migliore pubblicità per i prodotti tipici trentini è la qualità degli stessi». Ma perché il latte austriaco può essere venduto a metà prezzo rispetto a quello trentino? «Ci sono standard produttivi qualitativi risponde Dallapiccola - in base ai quali il nostro latte può essere considerato migliore e più controllato di quello austriaco». Eppure, nel mondo tedesco in generale, è normale vedere le mucche al pascolo mentre in Trentino è una scena sempre più rara: «A fare però la differenza risponde il veterinario - è la qualità del cibo somministrato alle vacche. Se il latte viene prodotto da mucche che si nutrono esclusivamente al pascolo, potrà acquisire il certificato di provenienza biologica. Ma se, per la loro cattiva qualità, le erbe del pascolo non sono nutrienti, sarà migliore il latte munto da vacche che vivono in stalla ma sono alimentate in modo equilibrato. Lโobiettivo del prossimo futuro per gli allevatori sarà puntare sul benessere dei nostri animali. Non servirà allargare le stalle, basterà diminuire il numero delle bestie e garantire loro maggiori comfort. Mucca felice latte più buono è unโequazione valida». Il ragionamento di Dallapiccola non piace affatto a Giorgio Fiorini, presidente del Sait: «Ma perché questi politici, invece di prendersela sempre e soltanto con noi che ci impegniamo a promuovere i prodotti trentini, non rompono le scatole alle altre catene distributive che invece non li vendono?». «Questi - attacca il presidente - sono soltanto fuochi artificiali. Vengano a controllare e confrontare e si accorgeranno che i nostri supermercati sono quelli che mettono in vendita il maggior numero di prodotti locali. Mesi fa ci attaccarono per lo yogurt francese che, sul nostro fatturato, incide zero. Ora la storia del latte. Voglio ricordare che il mercato è libero. Ma queste sono minuzie. Si fermano alla pagliuzza nel nostro occhio e non vedono la trave negli occhi degli altri. Noi facciamo un lavoro che non si vede ma rende moltissimo». L'Adige 12 dicembre Fravezzi pronto a «correre» ancora Prima assemblea pubblica per il coordinamento comunale dellโUnione per il Trentino (Upt) giovedì sera a Dro. Alla presenza del segretario provinciale Marco Tanas, del consigliere provinciale Giorgio Lunelli e del sindaco Vittorio Fravezzi è stato il neo coordinatore comunale Luca Gelmi a spiegare i motivi della nascita e del ruolo della formazione politica anche nel comune droato. Una formazione politica che prosegue lโesperienza della Lista Civica Margherita, e che può contare su sei consiglierei comunali e tre rappresentanti di giunta. Dopo il saluto del presidente Tanas (che si è detto preoccupato per gli scossoni politici che stanno attraversando il comune di Riva del Garda) è stato Giorgio Lunelli ad illustrare gli scenari locali e nazionali nei quali lโUpt si troverà ad operare alla luce anche della nuova โAlleanza per lโItaliaโ lanciata ieri da Dellai e Rutelli nellโassemblea di Parma. Eโ toccato al sindaco Vittorio Fravezzi ricordare il cammino svolto in questi cinque anni dalla sua amministrazione cercando di coinvolgere tutte le forze della sua coalizione ed avviando un vero patto sociale con le famiglie della comunità. Solo dopo unโattenta analisi ed un accordo programmatico con le forze che si presenteranno alle prossime elezioni comunali di maggio (in particolare PD, Patt, Leali) Fravezzi intende sciogliere la sua riserva per una nuova candidatura alla carica di primo cittadino, restando comunque a disposizione delle scelte che intenderà fare il coordinamento comunale del Upt. Nel nuovo coordinamento comunale, che può contare su oltre 50 tesserati, accanto a Luca Gelmi entrano ora Cristina Chistè, Vittorio Berlanda, Mario Chemolli, Marco Trenti, Rolando Bortolotti, Mario Scharull e Schallouf (due cittadini di origini algerine da tempo residente a Dro). L'Adige 12 dicembre Flaim-Osele: gli appellidei politici CLES - Seggi aperti domani dalle 7 alle 22 per il ballottaggio tra Giorgio Osele e Maria Pia Flaim. Per chi dovrebbero votare i clesiani, e perché? Lo chiediamo ai vertici provinciali delle forze politiche in campo. Iniziamo da Marco Tanas, segretario dellโUpt: «Ovvio il sostegno ad Osele. Persona capace e preparata, in grado di operare per il bene della comunità clesiana. È stato costretto ad interrompere il mandato da forze che facevano parte della sua coalizione, ora si trova nelle condizioni di dare stabilità al governo del paese. In campagna elettorale ha saputo mantenere stile e toni pacati. La persona giusta, per guidare Cles». Diverso il parere di Michele Nicoletti, segretario del Pd. «Una grande occasione, che fa seguito al lavoro svolto dal Pd con le due liste civiche che sostengono Maria Pia Flaim. Il progetto nasce dallโascolto del territorio, metodo per noi fondamentale, è nato un programma serio e concreto, partendo dai bisogni di Cles e dei cittadini. La squadra esprime persone competenti, animate da un forte senso civico. Lโesperienza di Maria Pia Flaim, unita alle idee della squadra, alle persone, alle energie... Lโoccasione per rinnovare lโamministrazione comunale di Cles». Torniamo ad Osele con Ugo Rossi, segretario del Patt. «Il comune ha bisogno di continuità e di una squadra seria. Chiedo agli elettori di valutare bene la situazione: quella che proponiamo con Osele è una vera alleanza di centro. Lโamministrazione uscente ha fatto molto, per Cles, con Osele i clesiani possono sentirsi tutelati. E il candidato sindaco ha saputo, in campagna elettorale, operare con moderazione. Per queste ragioni siamo convinti che i cittadini lo vorranno sostenere ». Fuori dai giochi è il Pdl, della coalizione di centrodestra guidata da Marcello Graiff. Cosa consiglia Giacomo Santini ai «suoi» elettori? «Il nostro capolista ha deciso, assieme alla coalizione, di lasciare mani libere ai cittadini, noi ne rispettiamo la decisione. Siamo allโopposizione, non appoggiamo né lโuno né lโaltro, ci impegneremo ad essere costruttivi. Questo è un derby tra due coalizioni della stessa area, noi siamo solo spettatori ». Perché alle politiche il centrodestra a Cles stravince, e alle comunali no? «Non me lo spiego», considera Santini. «Intervengono fattori legati al territorio. Dato chi governa in Provincia, forse per senso di opportunismo, i clesiani preferiscono un sindaco โamicoโ dei vertici provinciali...». L'Adige 13 dicembre «No alla città della spesa» Lโassessore Olivi pensa a un nuovo grosso centro commerciale, una città della spesa come la definisce lui, con valenza provinciale lungo lโasse dellโAdige, probabilmente a Trento? Sollecitato a commentare questa nuova ipotesi lโassessore comunale Fabiano Condini si dice inizialmente perplesso, poi si lascia andare a considerazioni meno diplomatiche. «Sono assolutamente contrario โ ammette Condini - in quanto da scelte simili la città non ci guadagna. Omologare Trento e in generale il Trentino ad altri posti, al Veneto o allโEmilia Romagna, non paga. Noi dobbiamo avere altri modelli che guardano alla nostra specificità. Quando si entra in un centro commerciale invece, si potrebbe essere a Napoli come a Bologna, a Trento come a Verona». A lasciare perplesso Condini è poi il fatto che si parla di unโidea da realizzare nel Comune di Trento della quale Olivi non ha mai discusso con nessuno di palazzo Thun. «Penso che se la Provincia ha in mente di realizzare una struttura di questo genere sul territorio comunale sarebbe meglio parlarne prima. La notizia mi lascia perplesso soprattutto alla luce delle critiche sui futuri centri commerciali di Lavis e Mori. Si dice di non volerne fare più e poi subito si parla di un centro di grosse dimensioni da realizzare vicino alla città. In ogni caso, strutture come queste, dovrebbero ricevere il consenso del Comune soprattutto per le ricadute sulla città e sullโimpianto urbanistico. Condini si chiede poi, alla luce del nuovo disegno di legge di Olivi, i poteri della Provincia e quelli del Comune. «Venerdì mi hanno detto che la bozza del disegno è arrivata in assessorato e mi riservo di leggerla al più presto». La scelta fatta da Olivi, stando alle dichiarazioni dellโassessore sul disegno di legge che a breve sarà discusso con le categorie, sembra quella della concentrazione. Stop a tanti piccoli (o medi) centri commerciali, ma via libera a uno o due di grosse dimensioni. Per dare una risposta anche ai commercianti del centro che da tempo soffrono al presenza dei grossi centri che attirano clienti, Olivi promette anche il recupero dei centri cittadini. Nel frattempo, la giunta provinciale ha presentato un emendamento alla legge finanziaria, che andrà in discussione in consiglio provinciale da domani, che sospende tutte le procedure in corso per lโapertura di nuove grandi strutture di vendita finché non sarà approvata la nuova riforma del commercio e comunque non oltre il 31 dicembre dellโanno prossimo. Saranno così cancellate le domande già presentate dai Comuni per circa 20 mila metri quadri complessivi. La sospensione non vale però per le procedure nelle quali gli enti locali hanno già individuato con variante dello strumento urbanistico le zone commerciali destinate alle nuove grandi strutture, come nel caso di Lavis e Mori. L'Adige 13 dicembre Cles, Osele e i messaggi sui cellulari dei contadini Alcuni Soci del Consorzio Frutticoltori Cles intendono segnalare un fatto accaduto in questi ultimi giorni di campagna elettorale che ha suscitato in loro grande perplessità. Il giorno 11 dicembre in mattinata abbiamo ricevuto sul nostro cellulare un sms in cui il candidato sindaco Giorgio Osele invitava «il mondo agricolo» a un incontro alle ore 18 presso la ex Filanda con bicchierata finale. A una verifica abbiamo accertato che il messaggio proveniva dal cellulare di Rosario Poletti che fino a pochi giorni fa ricopriva la carica di vicepresidente del nostro Consorzio; lo stesso si è candidato nella lista del Patt e sarà futuro consigliere comunale nel caso di vittoria al ballottaggio di Osele. Siamo stupiti che il signor Poletti sia a conoscenza dei nostri numeri di cellulare, che non abbiamo mai reso pubblici ma comunicato solo ai nostri familiari, agli amici, per ragioni di lavoro e allโUfficio del Consorzio Frutticoltori Cles. Mario Springhetti โ Cles L'Adige 14 dicembre Sindrome Cles per il centrosinistra Alle comunali 2010 c'è l'ombra delle guerre fratricide tra alleati LUISA M. PATRUNO Il test di Cles non è un buon viatico per la coalizione di centrosinistra autonomista di Lorenzo Dellai. Comunque vada, infatti, oggi sarà una sconfitta. È già una sconfitta, visto che si è arrivati a una guerra fratricida nel ballottaggio tra Maria Pia Flaim, sostenuta dal Pd e da un pezzo dell'ex Margherita, e Giorgio Osele, candidato del Patt e dell'Upt, mentre le forze politiche del centrodestra non hanno avuto neppure la forza di superare il primo turno. Pur tenendo conto del fatto che le elezioni comunali, specie nei paesi, sono condizionate da elementi personali e d'altro genere, che spesso superano le ragioni politiche, non si può ignorare che quanto accaduto a Cles rischia di ripetersi presto, alle elezioni del maggio 2010, anche in altre importanti amministrazioni comunali. E proprio la debolezza del Pdl e della Lega nord, che non riescono in molte realtà a porsi come un concorrente temibile, sta favorendo lo svilupparsi di una competizione tutta interna al centrosinistra, con probabile sbocco nella divisione dello schieramento in più di un comune. Paradossalmente, infatti, non avvertendo la presenza di un nemico alle porte, lo si trova fra gli alleati in una gara alla supremazia nella coalizione che però rischia di non essere priva di conseguenze negative. La partita più importante sarà quella di Rovereto , la seconda città del Trentino. Qui la strada è tutta in salita per la coalizione di Dellai, perché parte dalla situazione di un centrosinistra devastato e diviso. Così si è presentato cinque anni fa perdendo il Comune e non sembra essere riuscito nel frattempo a costruire una riscossa, tanto che Dellai, che non è abituato a perdere, da tempo sta lavorando su un accordo con il sindaco uscente, il centrista Guglielmo Valduga, anche a costo di fare un patto solo tra le forze «moderate» lasciando fuori il Partito democratico. A Rovereto dunque Upt-Patt e Pd potrebbero presentarsi con due candidati diversi al primo turno e se Lega e Pdl correranno divisi, magari rischiano di ritrovarsi al ballottaggio, in stile Cles, il che sancirebbe la rottura tra Pd e asse centrista. Non si capisce oggi se per Dellai e l'Upt sia più importante assicurare all'ala centrista il maggior numero di comuni grossi, anche a costo di rompere con il Pd a livello locale, o rafforzare la coalizione. È vero che alle comunali, anche cinque anni fa, la Margherita (ora Upt) ha sempre privilegiato il calcolo domestico rispetto all'alleanza e ora che il presidente Dellai è tutto proiettato su scenari politici che a suo dire dovrebbero superare il quadro politico attuale, nulla può sorprendere. Certo non spaventano le affermazioni del vicepresidente della Provincia, Alberto Pacher, che qualche settimana fa aveva ammonito che «scelte diverse alle comunali rispetto alla coalizione non potranno non avere conseguenze a livello provinciale». Anche se nessuno ha interesse a rompere o a fare crescere ulteriormente la tensione, già alta, tra gli alleati. Fatto sta che anche a Riva del Garda e Arco , oggi governate da sindaci del Pd, la situazione non è serena. Il senatore Molinari ha già lanciato il suo vice Mosaner per Riva, ma Dellai vuole un sindaco dell'Upt e pensa al segretario Marco Tanas. Anche qui la rottura è molto probabile. Ad Arco si ripresenta Renato Veronesi e, allo stato, non sembrano esserci alternative «centriste» di maggiore appeal anche se i rapporti tra Veronesi e Upt-Patt non sono stati molto facili. C'è poi il Comune di Lavis , governato oggi dall'anomala giunta Pdl-Patt, con Upt e Pd all'opposizione. Qui i fronti non dovrebbero mutare. Salvo sorprese. L'Adige 14 dicembre cles Discreta affluenza. Vittoria probabilmente di misura. Decisivi i 799 voti «non schierati» del primo turno Urne chiuse, scelto il sindaco GUIDO SMADELLI CLES - Alle urne si sono recati ieri 3.593 elettori: 447 in meno rispetto al primo turno, per una percentuale del 68,93%. Potrebbero aver votato i 2.794 elettori che avevano scelto Flaim (1.419) o Osele (1.375); e 799 che avevano scelto liste a loro non collegate o che in prima battuta si erano astenuti. Esito finale quanto mai incerto. La giornata è trascorsa tranquilla. Maria Pia Flaim si reca al seggio (ex caseificio) alle 10 e 30, mentre Giorgio Osele si reca al seggio (scuole elementari) verso le 14 e 30. Su un fronte e sull'altro, sembra prevalere la stessa convinzione: sarà vittoria di misura. Nel pomeriggio entrambi i candidati si incrociano a Caltron, dove la piazza è gremita per la sagra di Santa Lucia. Uno dei componenti del comitato organizzatore estrae di tasca un biglietto, firmato da un candidato consigliere, con un pronostico: Flaim al 43%, Osele al 57%. Tutt'attorno bimbi che ricevono regali dalla «santa», gente che rosicchia biscotti, mangia castagne, beve tè o brulè. Il pronostico entra in quest'aria di festa, probabilmente quel candidato pecca di ottimismo per la propria parte. In piazza, nei bar, non si parla d'altro (in secondo piano persino le sconfitte di Milan e Juventus). Tutti - o quasi - sono convinti che la vittoria sarà sul filo di lana. Troppe variabili. I non votanti del primo turno. Quelli che hanno votato per le liste escluse dal consiglio o dal ballottaggio. Quelli che hanno votato per un candidato (parenti o amici) già escluso dal consiglio comunale, e che potrebbero cambiare posizione o starsene a casa. Con una «cappa» pesante: quello di Cles non è un voto per le comunali. Dietro c'è il braccio di ferro tra Lorenzo Dellai ed il Pd (ne riferiamo anche in cronaca di Trento), una vittoria significherebbe presentarsi a primavera, quando al voto si andrà in 200 e più comuni, con delle credenziali. Per intanto, due certezze: sempre meno gente si reca alle urne; chi vince godrà di maggioranza in consiglio, ma rappresenterà la minoranza dei cittadini. L'Adige 15 dicembre È costato caro, ai contribuenti trentini, il corteo storico di Innsbruck in onore di Andreas Hofer, celebrato lo scorso settembre. Il conto, piuttosto salato, ammonta a 100 mila euro. Tanti ne ha scuciti la giunta provinciale, con una delibera in sanatoria approvata nel corso dell'ultima riunione. I soldi sono finiti dritti dritti nelle casse del Land Tirolo, in Austria, che ha battuto cassa. Si tratta di un «aiutino» ai cugini austriaci, organizzatori dell'evento. E altrettanto pagherà Luis Durnwalder. L'Euregio comincia a funzionare, almeno sul fronte della spesa. G. PASQUALINI «Avrei voluto portare più gente, ma i tirolesi sono stati tassativi». Così un euforico Franco Panizza commentava lo scorso 20 settembre la partecipazione trentina al «Grande corteo storico» organizzato a Innsbruck per commemorare i duecento anni dalle battaglie sostenute dall'eroe sudtirolese Andreas Hofer. Su 26 mila Schützen partecipanti alla sfilata nella città austriaca, soltanto trecento, infatti, provenivano dalle diciotto compagnie di capelli piumati della nostra provincia. E la proporzione veniva rispettata anche nella scelta di chi doveva portare la grande corona: 18 Schützen tirolesi, 18 altoatesini e soltanto 4 trentini. Soltanto in un aspetto siamo riusciti a pareggiare i colleghi del Sud e del Nord Tirolo: nel sostenere la spesa per l'organizzazione del corteo. Nell'ultima seduta, su proposta del presidente Lorenzo Dellai, la giunta provinciale ha infatti approvato una delibera con cui, in sanatoria, si è provveduto a liquidare al Land Tirolo la bella somma di centomila euro, lo stesso importo scucito dai colleghi altoatesini. Il contributo è stato erogato sulla base dell'articolo 4 della legge provinciale 19 del 1987 in cui si prevede che la giunta possa «organizzare direttamente, anche con la collaborazione di altri enti ed organismi pubblici o privati, convegni, celebrazioni, iniziative e manifestazioni su temi che rivestono particolare rilevanza per il Trentino». Ma come si è giunti alla quantificazione all'importo? In modo molto informale. A deciderlo sono stati LD&LD, Luis Durnwalder e Lorenzo Dellai, il 10 settembre in occasione della conferenza stampa di presentazione del corteo storico. È stata un'intesa verbale: centomila euro a cranio, duecento in tutto. In pratica il Trentino ha versato qualcosa come 330 euro per ogni nostro partecipante alla sfilata. Tassativi sono stati i tirolesi nel riscuotere quanto promesso. Il Land Tirolo ha atteso due mesi e, non vedendo arrivare i soldi, lo scorso 11 novembre ha presentato richiesta di liquidazione. Giovedì scorso la delibera approvata in sanatoria all'unanimità, però in assenza - e questo è un altro record - dei due assessori autonomisti Panizza e Rossi e della responsabile alla solidarietà internazionale Lia Beltrami Giovanazzi. G.Pa. L'Adige 15 dicembre È vero che ieri mattina l'assessore alla cultura, Franco Panizza, era piuttosto nervoso per la sconfitta a Cles del suo candidato sindaco, Giorgio Osele, ma ha richiamato l'attenzione nella buvette del consiglio provinciale un battibecco che ha avuto con il consigliere provinciale Roberto Bombarda (Verdi) sulla istituzione di una nuova Fondazione dedicata a don Lorenzo Guetti, padre della cooperazione trentina. La proposta è stata inserita nella legge finanziaria in discussione con un emendamento di Bombarda approvato in commissione, che prevede anche un primo finanziamento di 50 mila euro da parte della Provincia. Lo scontro fra Panizza, che è assessore alla cooperazione, e Bombarda è nato dal fatto che il primo ha detto esplicitamente al consigliere di non condividere l'istituzione di una nuova fondazione che si occupa di cooperazione visto che già esiste chi lo fa. «C'è già l'Euricse (l'Istituto di ricerca europeo sulle imprese sociali e cooperative) - ricorda Panizza - che è stata costituita da poco dalla Federazione della Cooperazione ed è guidata dall'ex assessore Gianluca Salvatori e poi anche il Museo storico di Trento ha una sezione che si occupa di storia della cooperazione e dunque anche della figura di don Guetti. Insomma, non capisco che senso ha costituirne un'altra anche perché non ho ancora capito chi dovrebbe farsene promotore: i Comuni del Lomaso?». Roberto Bombarda, che in quanto originario del Bleggio come don Guetti, si è fatto promotore dell'inziativa, ha replicato che Panizza interviene sulla Fondazione don Guetti, che è stata condivisa dalla maggioranza, perché ha ricevuto una telefonata dalla Federazione della Cooperazione, che ha espresso la sua contrarietà. Ne è seguito un battibecco. L.P. L'Adige 15 dicembre LUISA M. PATRUNO «Quello di Cles non è il modello su cui ci stiamo orientando». Michele Nicoletti, segretario provinciale del Pd, è tra i vincitori delle elezioni comunali a Cles, dove l'ha spuntata per pochi voti la sua candidata Maria Pia Flaim contro il sindaco uscente Giorgio Osele, che era invece sostenuto da Patt e Upt. Ma visto che il successo del Partito democratico nel capoluogo della val di Non è il risultato di una guerra tutta interna al centrosinistra autonomista, che si è diviso in due, ecco che Nicoletti prende le distanze da quello schema, così come fanno anche i segretari di Upt e Patt, Marco Tanas e Ugo Rossi, gli alleati perdenti, considerato che alle porte ci sono altre importanti sfide: le elezioni comunali del 2010 e la coalizione di Lorenzo Dellai vorrebbe evitare di ritrovarsi ancora una volta nell'antipatica situazione di Cles. L'occasione per un confronto a caldo fra i tre segretari, insieme ai capogruppo provinciali Giorgio Lunelli (Upt), Luca Zeni (Pd) e Michele Dallapiccola (Patt), è stata ieri sera la trasmissione di Tca «Filodiretto», condotta da Gabriele Buselli, che aveva come tema proprio le tensioni nella coalizione di Lorenzo Dellai, che sono emerse nelle ultime settimane a livello provinciale, e le prospettive per le elezioni comunali. Il risultato elettorale di Cles è servito per un primo giro di punzecchiature reciproche. «Mi sento sconfitto - ha detto Ugo Rossi - ma a Cles non c'è stata correttezza e lealtà ed è stato il Pd che ha voluto differenziarsi». E poi Luca Zeni, con chiaro messaggio all'Upt, ha commentato: «Dicono che il Pd è un partito di sinistra che non riesce a vincere nei territori e invece abbiamo dimostrato che con la persona giusta riusciamo a vincere anche da soli». Marco Tanas ha invece sottolineato che: «La soluzione trovata a Cles non era quella auspicata a livello di segreterie provinciali dei partiti della coalizione. Auspico che adesso la priorità sia riportare al centro la politica per rafforzare la coalizione anche a livello locale pur rispettando i territori». Anche per Rossi: «Il Patt sta lavorando per una certa uniformità con la coalizione provinciale per responsabilità anche se non ha preso impegni per le comunali con Dellai». Sulle elezioni comunali di Rovereto Tanas ha confermato la volontà dell'Upt di «avviare un ragionamento anche con Valduga» e ha detto che il suo partito non intende accettare veti sui nomi. Zeni ha replicato che questo non è «lasciare autonomia ai territori», visto che Upt e Pd locali stanno facendo ragionamenti diversi e ha suggerito le primarie nei casi dove non ci sia accordo sul nome del candidato sindaco, procedura che però Tanas ha detto chiaramente di non gradire. Giorgio Lunelli ha comunque ricordato che nelle elezioni comunali anticipate che si sono succedute quest'anno nella maggior parte dei casi il centrosinistra autonomista è riuscito a presentarsi unito. «Faccio presente - ha detto - che a Borgo, Pergine, Trento, Mezzolombardo siamo riusciti a stare uniti e abbiamo perso solo a Borgo». Poi nel dibattito, si è affrontato il tema dello scontro degli ultimi giorni tra il Pd e il presidente Dellai. E Nicoletti ha respinto l'accusa che il suo partito stia facendo opposizione alla giunta Dellai, dicendo che chiede invece di partecipare alle decisioni. Lunelli ha smorzato parlando di «momentanea difficoltà» e Rossi ha rimarcato, riguardo al patto con il Governo sul federalismo fiscale che «la giunta è stata costantemente informata da Dellai» e si è detto sorpresa della reazione del Pd. Concluso il dibattito televisivo, comunque, i tre segretari di partito hanno concordato in incontro per cominciare a parlarsi e provare a chiarirsi su tutto. L'Adige 15 dicembre Lona lases Marco Odorizzi si dimette? La maggioranza è in difficoltà LONA-LASES - Torna a riunirsi il consiglio comunale di Lona Lases: è fissato per venerdì alle 20.30. Ma non torna la serenità nella maggioranza guidata dal sindaco Marco Casagranda . Il consiglio dovrà provvedere a surrogare la dimissionaria Danila Dorighi (maggioranza) con Claudio Ciurletti e rispondere ad un'interrogazione del gruppo di minoranza «Società e Sviluppo» in merito alla mancata presentazione in aula ed al pubblico del piano d'attuazione sovracomunale delle aree estrattive del Monte Gorsa. In discussione anche un'interpellanza della stessa minoranza per conoscere i motivi del ritardo accumulato nell'approvazione del piano cave sovracomunale Monte Gorsa e del piano «Pianacci» e sullo stato dei lavori di ripristino nell'area Dossi, che ha portato al sequestro preventivo da parte dell'autorità giudiziaria dell'area estrattiva Pianacci. Non risulta invece tra i punti in discussione un ordine del giorno presentato venerdì sugli stessi argomenti dal «Gruppo Misto». Una decisione che avrebbe comportato la dura reazione dei tre consiglieri fuoriusciti della maggioranza, con le possibili dimissioni del capogruppo Marco Odorizzi (date per certe dai consiglieri di minoranza). Se ne saprà di più solo nel corso dei lavori del consiglio di venerdì dove non sono esclusi ulteriori colpi di scena in una amministrazione sempre più in difficoltà, e che denuncia anche la paralesi della macchina amministrativa nella consegna delle delibere sulla programmazione del settore porfido. D. F. L'Adige 15 dicembre Bassa Valsugana Depositata la lista per la Comunità di valle. Oggi l'autonomista dirà ciò che pensa Fuori Orsingher, c'è Pompermaier BORGO - Tutto è deciso. O quasi. Di sicuro c'è la prima lista per le prossime elezioni della nuova Comunità di valle del prossimo 17 gennaio. È stata presentata ieri mattina da quattro sindaci: Flavio Pacher (di Grigno, presidente del Comprensorio), Giorgio Dorigato (Castello Tesino), Carlo Ganarin (Ronchi) e Paolina Furlan (Torcegno). Fin qui tutto bene, anche se per questa mattina l'assessore comprensoriale Armando Orsingher ha convocato una conferenza stampa. «Solo allora, ed in quella sede, dirò tutto quello che ho da dire», dice l'ex assessore autonomista di Borgo. Ma si capisce che non ha gradito. Nella nuova lista «Valsugana e Tesino Insieme per la Comunità» il suo nome non c'è. Le minoranze di Borgo hanno indicato Fabio Pompermaier , preferendo l'esponente dell'Upt (pure lui ex assessore comunale) a quello autonomista. Una lista con dieci donne, due delle quali indicate da Roncegno: solo Borgo ha indicato tre nominativi, grazie alla rinuncia di Ronchi che ne ha proposto solo uno, puntando sul presidente del consiglio Edoardo Rosso e l'assessore alle politiche sociali Mariaelena Segnana . «Alla fine siamo riusciti a mettere insieme una buona lista. L'abbiamo definita e depositata questa mattina (ieri per chi legge, ndr) - è il commento di Flavio Pacher - grazie alla collaborazione di tutti i sindaci che hanno aderito a questa nostra iniziativa». C'è tempo però fino a mezzogiorno di oggi per depositare altre eventuali liste, poi entro giovedì 17 l'ufficio centrale provvederà a tutte le verifiche del caso. Il simbolo della lista è una lettera V, contornata da 21 triangoli rappresentanti gli altrettanti comuni della valle, su uno sfondo di colore verde. Ma ecco i candidati: Carla Brandalise e Carlo Giuseppe Molinari (Bieno), Fabio Pompermaier, Edoardo Rosso e Mariaelena Segnana (Borgo), Lucia Buffa e Giulio Capra (Carzano), Carlo Boso e Werner Moranduzzo (Castello Tesino), Carmelo Brendolise e Luigi Capra (Castelnuovo), Monica Busana e Giulio Busana (Cinte Tesino), Leopoldo Fogarotto e Mario Gonzo (Grigno), Franco Parotto e Lucia Silla (Ivano Fracena), Fiorenzo Begher e Roberto Paccher (Novaledo), Luca Felicetti e Silvana Tomaselli (Ospedaletto), Massimo Broccato e Valterio Nervo (Pieve Tesino), Giuliana Gilli e Daniela Lovato (Roncegno), Livio Debortoli (Ronchi), Flavio Lenzi e Mario Mengarda (Samone), Lorenza Ropelato e Michele Sala (Scurelle), Federico Paterno e Alberto Vesco (Spera), Laura Bassi e Andrea Tomaselli (Strigno), Maurizio Scotton e Carlo Spagolla (Telve), Franco Rinaldi e Sergio Trentin (Telve di Sopra), Rosanna Campestrin e Cristian Dietre (Torcegno), Renzo Sandri e Bruno Pecoraro (Villa Agnedo). L'assemblea eletta resterà in carica fino ad ottobre, quindi nuove votazioni, parzialmente (per il 60%) a suffragio universale. M. D. L'Adige 15 dicembre GUIDO SMADELLI CLES - Sono passate da poco le 8, e già in Corso Dante la notizia è giunta: Maria Pia Flaim ha vinto, con soli 11 voti di scarto su Giorgio Osele . Davanti al municipio decine di sostenitori di Maria Pia Flaim, con lei, sorridente, che evita fotografie e microfoni: «Il dato non è ancora ufficiale». Vero, è ufficioso, ma ormai certo. La coalizione Flaim ha battuto quella guidata da Giorgio Osele per soli 11 voti: 1.746 a 1.735. Per ciascuno circa 350 voti in più rispetto al primo turno, nonostante il calo di elettori recatisi alle urne. Ammesso che le due coalizioni abbiano saputo confermare la «raccolta» del primo turno, ognuna vanta maggiore bottino. Raccolto dove? Dato per certo che per Flaim qualcosa è giunto da «Intesa progressista», e qualcosa per Osele è giunto da «Uniti per Cles» dopo l'indicazione di voto dell'ex candidato sindaco Donatella Benvenuti , ago della bilancia è stato il centrodestra. Un pacchetto di oltre 900 voti, che si sono suddivisi in tre tronconi di uguale valenza: un terzo degli elettori è rimasto a casa, altrettanti hanno sostenuto Giorgio Osele, i restanti 300 hanno premiato Maria Pia Flaim. «Non credo che il centrodestra decida di votare per il centrosinistra», affermava Franco Panizza domenica sera, dopo la chiusura delle urne. «La maggior parte di loro voterà per noi». Previsione errata, e che non teneva conto di un particolare: il centrodestra guidato da Marcello Graiff , nel corso della campagna elettorale, non aveva dichiarato simpatie per la coalizione Flaim, ma aveva decisamente attaccato la coalizione Osele - ed in particolare il Patt - sostenendo la necessità di un cambiamento radicale. Quel cambiamento, nei propositi iniziali, doveva essere la vittoria del centrodestra, che a Cles in occasione di elezioni politiche raccoglie la maggioranza dei consensi; dopo il primo turno, con Graiff ed alleati fuori dai giochi, un terzo dei 933 votanti ha deciso per il «cambiamento minimo», cioè di far tornare sullo scranno più alto Maria Pia Flaim. Mentre dinanzi al municipio candidati e sostenitori della coalizione vincente festeggiavano, a poche decine di metri, dinanzi al Bar Centrale, candidati della coalizione Osele commentavano quanto avvenuto. Persino con qualche sorriso, ma la delusione tra loro era evidente. Come per Rosario Poletti di Mechel, potenziale assessore in caso di vittoria di Osele, neppure in consiglio dopo la sconfitta. Con l'aggravante che proprio nella frazione di Mechel si registra la maggior sorpresa: qui al primo turno Osele aveva avuto la meglio con oltre 50 voti di margine, ridottisi a 31 al secondo turno. C'è di più. Un'ala dell'area ex socialista ha sostenuto Graiff, per questioni di amicizia e comune militanza in passato, al primo turno. Al secondo, con Graiff fuorigioco, dato lo «sgarbo» di Osele del 2005 (socialisti con Osele, esclusi dalla giunta, subito usciti dalla maggioranza), hanno optato per Flaim. Da 30 anni a questa parte i socialisti sono sempre stati determinanti per la vittoria finale. Oggi spostano pochi voti? In questa tornata sono bastate 6 persone a decidere le sorti dello scontro finale. Il consiglio Il ritorno di Mario Chini, consigliere negli anni '80. In aula solo due donne: un ritorno al passato È Mucchi l'escluso eccellente CLES - Come ad ogni tornata elettorale, si contano degli esclusi eccellenti. Fra tutti spicca l'ex assessore alla cultura Ruggero Mucchi , elemento emergente del Patt, che al primo turno aveva ottenuto un consenso notevole: seppur posto per opportunità a capo della lista «Autonomisti per Cles», quindi al di fuori della lista di partito, aveva raccolto 135 preferenze, piazzandosi al terzo posto assoluto tra i 206 candidati in corsa. In caso di vittoria di Osele avrebbe sicuramente ottenuto un assessorato, ma già si sapeva che, in caso contrario, sarebbe stato proprio lui a «liberare un posto in aula» per consegnarlo al candidato sindaco. La batosta per il Patt è forte: oltre a perdere uno dei propri uomini-simbolo, passa dai potenziali 9 consiglieri a solo due: il leader delle preferenze Andrea Paternoster ed il riconfermato Emanuele Odorizzi . A casa anche Rosario Poletti , altro elemento rampante del mondo autonomista, già assessore alla cultura dell'ex Comprensorio; ed il consigliere uscente Giancarlo Dallago , sesto nella lista del Patt, che sarebbe comunque rientrato in aula se il ballottaggio avesse avuto un diverso epilogo. Tra gli esclusi, ma già al primo turno, si contano numerosi consiglieri uscenti: Amanda Casula, Inaki Olaizola e Francesco Tarter ex An ora nel Pdl, Mario Stablum e Cristian Endrizzi di «Uniti per Cles», anch'essi dell'ex gruppo di An, poi dissociatisi dallo stesso. Anche nella nuova maggioranza, pochi «rientranti»: degli uscenti, premiati solo Luigi Pichenstein e Mario Springhetti dell'ex Civica Margherita, oggi «Gruppo civico di centro per Cles». Ma sono molti i rientri di ex delle passate legislature: da Flavia Giuliani leader del Pd con le sue 212 preferenze (dimessasi a metà della scorsa legislatura) a Lauro Penasa (dimessosi per lo strappo Osele-socialisti all'inizio della stessa); da Mario Chini (all'opposizione nel Pci all'epoca di Giacomo Dusini ) a Dario Cicolini (subentrato nel 2003 a Maria Pia Flaim). E Marco Nicolodi , consigliere uscente e primo non eletto della «Civica di centro), rientrerà come assessore esterno. Scarsa la presenza femminile. Avesse vinto Osele, avrebbe dovuto ricorrere ad un assessore esterno donna (imposto dallo Statuto comunale). Dalla coalizione Flaim ne escono solo due: la sindaco e Flavia Giuliani. C'è una Patrizia Prantil prima non eletta di «Ascoltiamo Cles»: che sia in arrivo un secondo assessore esterno? G. S. I retroscena Dal bar alla strada «Meno undici, il gelo su Cles» E in viale Dante è «fine Patt» CLES - Al Bar Centrale sono seduti un gruppo di candidati del Patt. Uno di loro decide di porre rimedio alla delusione: «Il gelo si è abbattuto su Cles. Meno 11...». Fuori un pallido sole, il meno 11 è riferito all'esito delle urne, non alla temperatura. Qualche sorriso spunta, c'è voglia di riprendersi dalla botta. A rincuorare il gruppo dei presenti ci tenta Leonardo Fellin , sostenitore del centrodestra: «Dai conti sommari che ho fatto, di cui non ho prova, i voti del centrodestra si sono divisi in tre parti uguali: astenuti, pro Osele, pro Flaim». Rosario Poletti, Andrea Leonardi, Salvatore Ghirardini , optano per un brindisi consolatorio. Verso mezzogiorno si vede anche Marcello Graiff , due parole, un'intervista, una foto di rito. «La foto facciamola dove dico io», propone con l'abituale sorriso sornione. All'imbocco di viale Degasperi, dove su un muretto è incastonata una targa: «Pat - Fine strada». Lì termina la sp 73. Marcello Graiff aggiunge una «t». La scritta diventa «Patt - Fine strada»... Qui centro-destra L'avvocato: Patt sconfitto Graiff: «La piazza torna al popolo, io non ho fatto sconti a nessuno» CLES - «La piazza ritorna al popolo clesiano», risponde un po' ermeticamente Marcello Graiff alla richiesta di un commento sul successo di Maria Pia Flaim. «C'è stata una sovrapposizione dall'esterno, io non ho fatto sconti a nessuno - sottolinea - e qui c'è una sconfitta del Patt in una delle sue patrie, cosa che ha un qualche rilievo». Prove generali per le amministrative di primavera? L'ipotesi non sorprende l'avvocato, vista l'importanza politica della piazza anaune: «È una lettura possibile». Ma perché a Cles il centro-destra stravince alle elezioni politiche e alle comunali non conta quasi più? «È in linea con quanto accade nel resto del Trentino - risponde Graiff - nelle cui valli valgono le ragioni del rapporto personale. Il centro-destra è un sentimento, oltretutto i suoi esponenti non vengono quasi mai da una scuola politica». Il conflitto fra Pd e Dellai? «Sì, ha influito sulle elezioni clesiane. Ma Dellai aveva davvero perso l'aereo quando è mancato alla terza riunione della coalizione Osele». Autonomisti Pinter (Pd): «Il Trentino non è consegnato al centro». L'assessore: «Per noi contano Upt e Udc» Panizza: «Il Patt paga la coerenza» CLES - «Caro Franco, non abbiamo nessuna intenzione di usare il nostro risultato contro il Patt, ma non vogliamo che ci sia arroganza politica e vogliamo che si parli di questo, in primo luogo a Lavis...». Comincia così l'immaginaria lettera che Roberto Pinter scriverebbe a Franco Panizza, l'assessore provinciale alla cultura del Patt che a Cles non è mancato nei giorni lunghi della campagna elettorale. Membro della segreteria del Partito democratico, ieri mattina Pinter era a Cles a festeggiare con il neo sindaco Maria Pia Flaim , gli eletti, il segretario del circolo del Pd Dennis Franch e vari sostenitori. Ma, oltre a Panizza, la missiva politica ha naturalmente altri destinatari, come lo stesso Lorenzo Dellai . «La vittoria della coalizione Flaim - dichiara Pinter - significa che il Trentino non è consegnato a quel centro al quale il Patt aspira. Anche noi siamo una parte fondamentale e abbiamo subito rilanciato il confronto con il Patt e l'Upt. La coalizione provinciale è un valore e noi chiediamo coerenza sul territorio. Il Patt pensava di essere autoinfluente, pensava di poter fare da solo e, con i voti del centro-destra, di completare il quadro. La tensione nasce dal fatto che per noi la coalizione è un valore politico, per loro un calcolo. A Lavis il Patt è con il centrodestra, ma mi auguro che adesso si ridiscuta la situazione nell'ambito del centro-sinistra. Non è che il Patt non voglia alleanze con il Pd - esplicita Pinter - ma ci sceglie sempre come secondo momento». Ma Franco Panizza respinge decisamente la palla in campo «democratico»: «Noi osserva - abbiamo pagato la coerenza politica di non fare l'accordo col centro-destra. Avendo liste di partito, un'alleanza era improponibile. A Lavis era un'altra cosa, c'era un centro e l'alleanza con il centro-destra era nata dal fatto che non ci davano il sindaco. A Cles quindi si devono assumere le responsabilità di avere rotto l'alleanza. Il voto clesiano - argomenta Panizza allargando la visuale al quadro provinciale - incrina i rapporti fra Patt e Pd a causa del veto, mai espresso né dichiarato, nei confronti del Patt. Avrebbero dovuto porre le loro condizioni, invece hanno dato per assodato che col Patt e con Osele non si facevano accordi. Legittimo, naturalmente, ma c'era il simbolo del Pd e, comunque, Maria Pia Flaim ha vinto con i voti del centro-destra». E cosa cambia, allora, nei rapporti con il Pd? «Quanto accaduto non aumenta la coesione né la fiducia, per me l'importante è che abbia tenuto la coalizione politica con l'Upt e, simbolicamente, con l'Udc, ossia il quadro che a noi interessa mantenere. Non casca il mondo ma non fa bene, e se è stata una prova di forza del Pd ricordo che leggo qualche piccolo problema da Rovereto a Riva, Avio, Ala, Cavalese, Tione». Il risultato? «Era sulla bocca di tutti, e del resto vincere non era facile: se la destra si candida, lo fa contro qualcuno e attacca l'area dove può prendere voti. I nostri sono comunque rimasti intatti. Inspiegabile - conclude Panizza - il comportamento del centro-destra». Restando fra i consiglieri provinciali del Patt, Caterina Dominici parla di «un pareggio, nel quale vittorioso come partito è uscito solo il Patt, che si è esposto ed ha condotto la campagna per Osele». «A Cles ci siamo anche noi», gioisce però Dennis Franch : «Il circolo del Pd è nato a fine giugno e nel giro di due mesi ha saputo intercettare le richieste. Un conto è chi prende i voti ed entra, un conto è il momento partecipativo che deve proseguire per tutto l'anno». Tra le fondatrici del Pd clesiano, Maria Floretta rimarca il messaggio: «Non possiamo considerare il Patt come nostro avversario politico, dunque ricostruiamo una relazione. Non possiamo contrapporci, il quadro provinciale è di collaborazione contro il centro-destra. E questo è un rapporto da ricucire nella società e nelle istituzioni». F. T. CLES - Telefonate, conferme, attesa all'ultimo voto. Quindi il verdetto. Salvatore Ghirardini conosce un lunedì mattina che sa di sconfitta, ma soprattutto per il Patt, di cui a Cles è segretario politico. Cosa non ha funzionato? «Difficile dirlo. Forse qualcuno dei nostri ha preso alla leggera questo appuntamento, e non è andato a votare. Un'elezione anomala», continua Ghirardini. «Abbiamo avuto tre blocchi che puntavano al ballottaggio. Un centrodestra che contava su un migliaio di voti, ed hanno scelto loro come ripartirli in questo secondo turno. Ci attendevamo di più. Non possiamo che prendere atto della situazione, abbiamo lavorato molto, fatto tutto il possibile, la gente ha voluto il cambiamento. Di un'altra cosa prendiamo atto: il centrodestra ha preferito rimanere all'opposizione». La corazzata Patt, che avrebbe potuto contare 9 consiglieri, si ritrova in aula con Andrea Paternoster e Emanuele Odorizzi . «È stata una campagna elettorale cattiva», afferma Ghirardini. «Con strumentalizzazioni e veleni che hanno fatto presa sulla gente». Non ha influito lo scontro trentino Dellai-Pd? «Credo che su Cles la cosa non abbia avuto alcuna ripercussione. Qui si è persa l'occasione di costruire un vero centro e di giungere, tra 5 anni, a nuove aperture. Forse la gente si è anche spaventata pensando a dieci elementi del Patt in consiglio. Credo che questo timore abbia convinto il centrodestra a votare in un certo modo». Deluso, quindi. «Molto», conferma Ghirardini. «Abbiamo lavorato bene per 10 anni, determinanti per la crescita di Cles, non solo a livello di opere, ma nei rapporti con la gente». Ed ora? Ci sarà un ricorso al Tar? «Dato lo scarto minimo, è probabile, se vi saranno le condizioni. Prima però dobbiamo riunirci per discutere, la decisione sarà presa in un secondo momento». I giovani Poletti e Leonardi: «Un equilibrio che era nell'aria» CLES - Fra i sostenitori autonomisti raccolti in strada in mattinata, a pochi passi dal municipio, non c'è grande voglia di commentare. Preferiscono che a farlo siano i candidati. E per Rosario Poletti (34 anni) e Andrea Leonardi (37), due volti giovani del Patt che hanno dimostrato buoni risultati personali al primo turno, il calo di affluenza alle urne nel ballottaggio Flaim-Osele era un fatto ampiamente prevedibile come l'equilibrio della partita fino ad una manciata di voti. «Era nell'aria», dicono. Ma la campagna elettorale, sostengono concordi ringraziando i sostenitori, «è stata fatta con il massimo impegno e con la massima correttezza, investendo molto nel programma e sulle persone: se Osele fosse diventato sindaco - fanno presente - avrebbe avuto una squadra di giovani, rinnovatissima, con tutte le categorie rappresentate». Almeno per adesso, di eventuale autocritica non è tempo: «Non abbiamo nulla da rimproverarci - sostengono i due giovani autonomisti - certo ci sarebbe piaciuto far parte del consiglio dove ci sarebbe stato un cambiamento forte». L'Adige 16 dicembre Sono previsti in Finanziaria Per costumi e divise altri 500 mila euro Per le divise di bande, cori e Schützen, crisi o non crisi, tagli o non tagli, qualcosa si trova sempre. Ecco allora che l'assessore alla cultura della Provincia Franco Panizza è riuscito a destinare, nel bilancio 2010 della Provincia, un altro mezzo milione di euro per finanziare nuovi acquisti. L. PATRUNO LUISA M. PATRUNO Quello per le divise di bande, cori e Schützen deve essere per l'assessore alla cultura Franco Panizza un vero chiodo fisso. Infatti, non solo nella finanziaria 2009, che era l'anno della manovra anticrisi, appena assunta la competenza è riuscito - dopo anni di tentativi caduti nel vuoto - a infilare addirittura 1 milione di euro a questo scopo, ma quest'anno ha deciso di ripetersi. Nel bilancio 2010 della Provincia sono stati infatti destinati altri 500.000 euro per «l'attuazione delle convenzioni stipulate con le quattro federazioni per sostenere l'acquisto di costumi e divise da parte dei gruppi culturali». Il fatto è che già nel 2009 cori, bande, gruppi folk e Scützen non erano riusciti neppure a spenderlo tutto quel milione di euro messo a disposizione generosamente dall'assessore alla cultura, perché non arrivarono abbastanza domande per rinnovare il guardaroba o hanno dovuto rinunciare perché la spesa è risultata minore del minimo previsto dal regolamento o non sono riusciti a realizzare i costumi. E dunque furono assegnati solo 750.031,32 euro di contributi. Nel dettaglio: alla federazione cori del Trentino sono andati 250.540 euro (33%), alla Federazione corpi bandistici 345.692 euro (46%), ai Gruppi folkloristici 39.469 euro (5%) e infine agli Schützen 114.429 euro (15%). Non si capisce sulla base di quali sollecitazioni l'assessore alla cultura è arrivato alla determinazione che non solo su quel capitolo di bilancio dovessero continuare a restare le cospicue risorse avanzate, ovvero 250.000 euro, ma che questa cifra risparmiata dovesse essere addirittura raddoppiata portandola a 500 mila euro. È stato adeguato il regolamento per facilitare l'ammissione delle domande e potranno essere recuperate quelle escluse. Poi, perché no, meglio avere due divise nuove che una, per potersi cambiare all'occorrenza. La Provincia paga ma il Trentino avrà le bande, i cori e i gruppi paramilitari tirolesi più belli del mondo. Ogni volta che viene criticato per questa sua feblesse per le divise storiche l'assessore Panizza replica: «Cori, bande e Schützen coinvolgono 12 mila persone, e l'investimento per le divise è pari al costo di un singolo evento o di una sola mostra importante al Mart». «L'attività di questi gruppi - dice sempre l'assessore Panizza - è una fonte importante di promozione turistica e i raduni mobilitano sempre molte persone. Infine, come ho precisato molte volte, per la realizzazione di queste divise vengono impiegati sarti e artigiani locali, che sono circa una trentina». Insomma, la cultura trentina a firma Panizza non può prescindere dalle belle divise né dal fatto che del contributo beneficia un mondo di 12 mila persone riconoscenti. L'Adige 16 dicembre Tarolli: «Udc-Upt e Patt alle comunali si presentino ovunque senza il Pd» «Alle comunali il centro deve presentarsi senza Pd e anche senza Pdl al primo turno: a Cles non abbiamo vinto perché non si è fatto sufficiente gioco di squadra, ma si è dimostrato che quest'area è competitiva e può vincere». Ivo Tarolli, commissario provinciale dell'Udc, interviene dopo le elezioni comunali di Cles, che hanno visto la vittoria della candidata del Pd, Maria Pia Flaim, contro il candidato sostenuto da Upt-Udc-Patt, Giorgio Osele. L'ex senatore invita gli alleati centristi a fare come si è fatto a Cles anche negli altri importanti comuni dove si andrà al voto nel maggio del 2010, cioè a «presentarci senza il Pd». «È vero - prosegue Tarolli - che facciamo parte della stessa coalizione che governa in Provincia, ma noi dobbiamo lavorare al nostro progetto politico in queste elezioni comunali per rafforzare quest'area. E quindi al primo turno dobbiamo presentarci ovunque da soli, senza il Partito democratico». L'Adige 16 dicembre «Il corteo storico degli Schützen è stata un'occasione importante per il Trentino: c'erano il presidente e il cancelliere austriaco, ambasciatori e 150 mila persone». Per questo - sentenzia Franco Panizza, assessore provinciale autonomista alla cultura - era giusto che anche la Provincia di Trento mettesse mano al portafogli e finanziasse con 100 mila euro l'organizzazione dell'evento. «Eppoi fa parte di un percorso politico, quello dell'Euregio, che è stato approvato a maggioranza anche qui da noi». Poco importa che il Trentino abbia poco (o meglio: nulla) capitalizzato in termini di indotto dalla tre giorni di Innsbruck. «È stata una vetrina importante nei confronti dell'Europa e del mondo tedesco» precisa. Aggiunge poi che lui nulla sapeva dell'accordo verbale (poi trasformato in due delibere) tra i presidenti Dellai e Durnwalder per aiutare il governo tirolese. «Io ricorda - nemmeno c'ero quando è stata fatta la delibera». «Dopodiché - aggiunge - posso capire che all'interno dei rapporti tra territori ci sia stato questo impegno preso dal nostro presidente di dare un contributo. La stessa cosa si fa con la Landesaustellung, la mostra interregionale d'arte che si organizza ogni due anni, quest'anno a Fortezza». Sottolinea che per parte sua aveva un fondo da 200 mila euro per le celebrazioni del bicentenario di Andreas Hofer, «e non ho speso un euro in più». Guai, però, dire che per gli Schützen quest'anno la Provincia ha speso troppo. «Non tiriamo fuori queste storie, perché ci sono parecchi interventi provinciali che costano molto di più - attacca -. Centomila euro per una cosa del genere non sono tanti se li confrontiamo con il costo per l'organizzazione di un concerto o per la Notte di fiaba». D.B. L'Adige 16 dicembre Presa di posizione del coordinatore del Patt, Luca Giuliani, sulla questione della variante 10 destinata a quanto pare a slittare all'anno prossimo. «Il nostro territorio - scrive Giuliani - merita considerazioni e valutazioni ben approfondite per poter garantire uno sviluppo sostenibile adeguato. La gente ha bisogno di risposte e soluzioni ai problemi che giornalmente si presentano. Il Patt ha programmi e valutazioni approfondite adeguate per la zona ed è pronto a presentarle alla gente e alle forze politiche in campo per condividerne e valutarne gli effetti». Quindi un accenno a quello che potrà essere lo scenario politico del 2010. Non siamo un partito che resterà sicuramente sul campo ad aspettare interlocutori che non hanno un quadro chiaro di cosa fare per amministrare Arco. La nostra squadra è pronta a scendere in campo e abbiamo già pronto anche l'eventuale nome del candidato sindaco. E' ora di fare chiarezza per dare alla gente risposte alle varie problematiche irrisolte. Le varianti al piano urbanistico meritano sicuramente attenzione e una valutazione ponderata delle varie situazioni, ma ritengo che una coalizione debba aver già chiaro, dal programma elettorale presentato per le elezioni, le intenzioni di sviluppo. La gente, gli operatori economici, le imprese, attendono risposte e alternative per risolvere le varie situazioni ed è ingiustificabile che tali risposte non ci siano». L'Adige 16 dicembre Borgo Escluso dalla Comunità, non è più assessore del C3: «Ora ho le mani libere» Orsingher si dimette per lo «sgarbo» BORGO - Armando Orsingher , del Patt, se ne va. All'indomani della sua mancata designazione da parte del Comune di Borgo nel listone per le elezioni della Comunità di valle, si è dimesso ieri mattina da assessore comprensoriale. «Esco dalla porta a testa alta, ma non ho nessuna intenzione di rientrare dalla finestra. Perché è dalla stessa porta che rientrerò sulla scena politica. Quello che ho provato - dice - è una inaspettata mancanza di fiducia nei miei confronti. Quanto successo mi ha demoralizzato, perché credo che di scorrettezza si tratti». Niente di personale, su questo Orsingher è chiaro. «Non ho nulla contro Fabio Pompermaier , ma è stata l'Upt a comportarsi in modo davvero scorretto». Da vicepresidente e assessore uscente, si aspettava un diverso trattamento. «Così non è stato. L'Upt ha rivendicato quel posto e il sindaco si è adeguato. Davvero non me lo aspettavo che finisse così; avevo qualche dubbio in merito all'alleanza che Autonomisti, Upt e Udc stanno portando avanti in Trentino. Ora ne sono convinto, per il Patt questa strada è sbagliata. E il comportamento che l'Upt ha tenuto a Borgo è la classica cartina di tornasole». La scelta avrà anche ricadute sui rapporti in seno alle minoranze in consiglio comunale. «Ora tutto cambia ed io mi sento le mani libere. D'ora in avanti agirò in modo autonomo e senza nessun vincolo con le altre forze del centro sinistra». È un de-profundis sull'alleanza che a marzo aveva sostenuto la candidatura a sindaco di Claudio Voltolini . «Bisogna avere il coraggio di gestire anche le conseguenze di certe decisioni. E quella fatta dall'Upt a Borgo ora ha portato a questo risultato. Ma sia chiaro, non ho alcuna intenzione di diventare la quarta forza di maggioranza. Resto all'opposizione e lavorerò sul territorio per il mondo autonomista». Il prossimo 22 dicembre, all'assemblea comprensoriale, Orsingher non sarà in aula. La sua decisione l'ha comunicata al presidente Flavio Pacher . «E spero - prosegue Orsingher - possa essere lui il primo presidente della nuova Comunità di Valle. È la persona giusta per traghettare il nuovo ente verso le elezioni di ottobre». A quelle elezioni ci sarà anche Armando Orsingher. «Sicuramente. Fin da ora mi metterò al lavoro per cercare di presentare una lista autonomista. Mi hanno messo da parte, ma io non mollo! È una questione di dignità, sia personale che politica. L'Upt di Borgo ha fatto una scelta, si è appiattita con la sinistra. Bene, ne prendo atto e agisco di conseguenza». Il centro sinistra autonomista, a Borgo appartiene al passato. M. D. L'Adige 17 dicembre LUISA MARIA PATRUNO Dopo una giornata convulsa di trattative, riunioni e contro riunioni, che nel pomeriggio hanno richiesto anche la partecipazione del segretario provinciale del Pd, Michele Nicoletti, sulla questione del rinvio della riforma della scuola, alla fine il Partito democratico e il presidente Lorenzo Dellai sono riusciti a trovare un accordo su tutte le questioni contenute negli emendamenti e negli ordini del giorno del Pd, su cui c'era dissenso da parte della giunta. E dunque, sono stati confermati o modificati solo gli emendamenti su cui si è trovata la condivisione politica di tutta la maggioranza. Lo stesso vale per l'emendamento del Patt che voleva ridare fiato all'Unione famiglie trentine emigrate, dall'anno scorso escluse dai finanziamenti pubblici. Su questo la giunta era nettamente contraria e il Patt lo ha trasformato in un ordine del giorno. Verso le 20, a conclusione della discussione generale sulla manovra finanziaria, e quindi allo scadere del termine per la presentazione degli ordini del giorno, il capogruppo Luca Zeni ha tirato un sospiro di sollievo, soddisfatto di essere riuscito a far quadrare il cerchio, anche se in una trattativa - si sa - si ottiene qualcosa ma si deve rinunciare anche a qualcos'altro. Alla fine, è stata raggiunta una mediazione con l'assessore alla salute Ugo Rossi sulla soppressione dell'Agenzia per la protonterapia, per passarne le competenze all'Azienda sanitaria. Il Pd, con il suo emendamento, voleva il passaggio all'Azienda dal primo gennaio 2010 invece che nel 2013 come previsto da una delibera di giunta. Si sono incontrati a metà strada con una modifica dell'emendamento che prevede la chiusura due anni prima, a fine 2011. Un altro emendamento su cui si è trovata l'intesa è quello presentato da Bruno Dorigatti per l'assunzione dei precari della Provincia. In sostanza, si prevede che in occasione di prossimi posti messi a concorso la metà di quelli disponibili siano riservati a chi è già in graduatoria. È stato accolto dalla giunta anche l'emendamento di Luca Zeni per l'innalzamento da 16 a 18 anni l'età del divieto per locali pubblici e supermercati di vendere o somministrare alcolici. Mentre sempre Zeni a malincuore ha ritirato l'emendamento che mirava ad assegnare contributi oltre che alle imprese anche direttamente ai lavoratori delle imprese più produttive. Questa proposta ha trovato la contrarietà dell'assessore all'industria Alessandro Olivi (Pd) e anche del consigliere Dorigatti, per i quali l'ente pubblico non può intervenire in una materia che rientra nella contrattazione. Zeni sull'argomento intende comunque presentare un disegno di legge. Alla fine su 31 emendamenti ne sono stati confermati circa la metà e la maggior parte di quelli ritirati riguardano il personale provinciale. Il Pd ha concordato anche i 21 ordini del giorno tra cui tre firmati dal presidente del consiglio Giovanni Kessler (Pd) in materia di appalti, i collegamenti ferroviari con Roma e su Trentino Network. Dopo un estenuante confronto è stato depositato dal Pd, prima firmataria Sara Ferrari, un ordine del giorno sulla riforma della scuola che, prendendo atto delle dichiarazioni di Dellai sul rinvio della riforma trentina se lo farà la Gelmini, prevede di utilizzare quest'anno per un aprire un «serio confronto». Il Pd, d'intesa con l'assessore Dalmaso, e tutta la maggioranza si sono espressi invece contro l'ordine del giorno di Walter Viola, poi respinto, che chiedeva di sospendere in ogni caso la delibera della giunta e la riforma, tranne Bruno Dorigatti (Pd) che ha votato a favore non condividendo l'ordine del giorno troppo blando concordato con Dellai. La discussione degli ordini del giorno proseguirà oggi. Viola (Pdl): «Azione di governo già fiacca, riflesso di un centrosinistra logorato» «Questa giunta e questa maggioranza si stanno faticosamente trascinando verso il traguardo del 2013, quando è appena trascorso un anno dall'inizio della legislatura, quasi per forza d'inerzia, senza più grande coesione né passioni». Walter Viola, capogruppo del Pdl, ha concluso ieri il suo intervento in aula nella discussione sulla finanziaria, con un attacco alla tenuta politica della coalizione di Lorenzo Dellai. «In questo clima oltremodo fiacco - ha detto - che attesta il logoramento politico del centrosinistra, a far notizia sono solo gli scontri, i battibecchi, e le continue schermaglie fra i due maggiori partiti della maggioranza. Questa giunta si limita a gestire l'esistente, ma in molti settori affiorano continuamente crepe cui è difificile porre rimedio. Credo - ha concluso - che in questo scenario sia possibile preparare nei prossimi anni un terreno favorevole a un cambio di coalizione in Provincia. E intanto mi appello in particolare a Upt e Patt a non arroccarsi perché i problemi del Trentino devono essere affrontati». L'Adige 17 dicembre Se si dà un occhiata al sito dell'associazione «Austriaci d'Italia» si capisce che la domanda, negli ambienti filotirolesi, o pantirolesi che dir si voglia, è questa: se le prendono tanto con gli Schützen per i soldi che ricevono dalla Provincia per le divise; se la prendono per i 100 mila euro per la manifestazione hoferiana di Innsbruck, ma perché nessuno guarda ai soldi che da piazza Dante arrivano all'Ana? Appunto, quanti sono? Una cifra ce l'abbiamo a portata di mano e l'ha data il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai in consiglio provinciale rispondendo ad un'interrogazione fatta da Giorgio Leonardi del Pdl. Dallai ha detto: «Dal primo gennaio del 2007 al 14 settembre del 2009 ai Nuvola sono stati assegnati 836 mila 509 euro; agli Alpini sono andati 1 milione 496 mila 535 euro; agli schützen 129 mila 629 euro». Insomma, tenuto conto che l'Ana ha 25 mila iscritti e gli Schützen 700, una certa sproporzione c'è. «Il fatto è - afferma il presidente dell'Ana di Trento - che non è vero. Noi dalla Provincia non prendiamo un euro di contributi a fondo perduto». Ma se Dellai ha parlato di un milione e 4 mila euro e rotti. «Quello non è un contributo - ribatte Demattè -. Quelli sono i finanziamenti che la Provincia ci ha dato per la ristrutturazione del rifugio Contrin in val di Fassa. I soldi li abbiamo presi sulla legge dei rifugi. Finanziamento che abbiamo preso noi come la Sat. Noi non abbiamo mai chiesto soldi per i cappelli, per le fanfare, per le divise. Certo, quando facciamo grosse manifestazioni, come il raduno Triveneto, chiediamo contributi ad enti ma specifici, per l'attività. Nel caso della ricostruzione della chiesetta di S.Zita, ad esempio, abbiamo avuto un contributo di 30 mila euro dalla Regione su una spesa di 300 mila euro». Lei presidente ritiene giusto che vengano concessi 114 mila euro per le divise degli Schützen? «Ma non è questione di giusto o sbagliato - afferma Demattè -. Già l'altra legislatura la Cogo ha fatto una legge con la quale si concedono contributi per il folklore, i cori e le bande. Gli alpini non sono folklore. E quando dico che gli Schützen invece sono folklore non devono offendersi perché attingono a quella legge lì. Dopo di che va anche detto che la maggior parte dei soldi non sono andati a loro, ma ai cori e alle bande. Io finché mantengo 25 mila tessere a 13 euro sono a posto». E allora la sede di Trento? «Il comune ci ha dato un rudere in concessione e noi ci abbiamo speso 600 mila euro per rifarlo e l'abbiamo in comodato per 30 anni. E così è per molte altre sedi che ci vengono concesse dai comuni». I soldi per i Nuvola? «La cifra è quella di cui parla Dellai - afferma il presidente Giuliano Maffei - ma è la cifra della convenzione per la Protezione civile che abbiamo con la Provincia». Claudio Luchini presidente della Federazione dei corpi bandistici, a proposito dei 500 mila euro messi in bilancio per i costumi afferma: «Dopo i notevoli sforzi rivolti a curare la qualità della formazione musicale, da tempo sosteniamo l'importanza di qualificare i gruppi anche attraverso aspetti che ne curino l'immagine e che consentano ad essi di fare anche promozione turistica in un Trentino, impegnato da sempre ad esibire le proprie potenzialità anche in termini di ricaduta economica». B.Z. L'Adige 17 dicembre davide pivetti [email protected] Un regalo di Natale così il sindaco Valduga non se l'aspettava. Ieri sera, in apertura del consiglio comunale, il Pd roveretano gli ha consegnato un duplice pacco dono con tanto di biglietto d'auturi. Dentro ci sono le 1770 firme raccolte in città per chiedere più attenzione, sicurezza e spazio per i ciclisti e le piste ciclabili. Oltre ad un libretto tutto dedicato alla «Rivoluzione in bici». «Le firme potevano essere molte di più - diceva ieri Fabiano Lorandi, segretario del Pd cittadino - ma abbiamo deciso di sospendere la raccolta e di consegnarle per Natale. Sul tema la nostra posizione è chiara. Tutto quello che Valduga ha detto di non poter fare in città per i ciclisti è in realtà perfettamente realizzabile, come hanno assicurato altri amministratori anche di città vicine come Trento. Ma sul tema la giunta ha respinto ogni confronto, per questo siamo passati alla raccolta firme». Il pacco è stato consegnato ieri sera prima che in consiglio si tornasse a discutere il bilancio 2010. Documento contabile che viene bocciato dal Pd: «Così come hanno fatto 5 circoscrizioni su 7. Il voto è negativo soprattutto perché#è un bilancio di fine legislatura, e su questo si misura l'opera dei cinque anni valdughiani, per noi insufficienti e l'atteggiamento della giunta, quasi di insofferenza per ogni spunto proveniente dalle circoscrizioni come dalle opposizioni». È poi Fabrizio Gerola, capogruppo del Pd, a radiografare gli orgogliosi numeri del bilancio: «Il consiglio comunale è stato spogliato del suo ruolo di controllo ed indirizzo - dice - mentre sono stati enfatizzati aspetti relativi del bilancio. Si è detto dei 190 milioni di euro investiti negli ultimi cinque anni, ma tolte le previsioni del 2010 ne restano 166, la giunta Maffei ne seppe investire 167 durante la sua consigliatura. Allo stesso modo la cifra pro-capite non va oltre gli 874 euro, Maffei né investì 927». Numeri a parte il giudizio è negativo sia sul fronte della viabilità che dei parcheggi: «Il piano strategico della sosta di Amr - dice Gerola - è fallito, abbiamo perso cinque anni». Infine le prospettive per il 2010: «Valduga non è un avversario politico e non abbiamo pregiudiziali sui nomei - conclude il segretario Lorandi - l'unica certezza è che noi faremo parte di una maggioranza espressione del centrosinistra autonomista. La civica di Valduga, se tale sarà, può trovare posto in questa collocazione. Ma il Pd può anche esprimere un candidato, abbiamo tre, quattro nomi che sarebbero rappresentativi della città. Dall'Upt roveretano abbiamo avuto precise garanzie, i contatti con l'Udc sono avviati, quelli con il Patt ormai prossimi. Noi cerchiamo un candidato di coalizione». L'Adige 17 dicembre FOLGARIA - La locale sezione del Patt invita oggi la cittadinanza alla presentazione del libro del dott. Lorenzo Baratter - storico e direttore del Centro di Documentazione di Luserna - «Storia dell'Asar - associazione studi autonomistici regionali, 1945-1948», edizioni Egon, che si terrà questa sera alle ore 20.30 a Folgaria presso la sala congressi della Casa della cultura in via Cesare Battisti, 28. Interverranno all'incontro, insieme all'autore, anche l'assessore provinciale alla cultura Franco Panizza, il presidente del Patt Walter Kaswalder. Recita la presentazione del nuovo volume storico: «โฆnonostante sia passato molto tempo, è oggi possibile attraverso questo libro, frutto di inedite ricerche archivistiche, rievocare e recuperare lo spirito dell'asar: non solo per documentare fatti di grande interesse ma anche per ridare forza, valore, attualità e radici storiche a una parola carica di valori identitari, economici, sociali, politici e culturali caratteristici di questa terra: "autonomia"». L'Adige 17 dicembre PERGINE - Le materne Chimelli senza più un posto disponibile e 192 richieste d'accesso ai due nidi cittadini, in attesa di risposta da Asif, l'Azienda speciale servizi infanzia e famiglia. Alle materna di via Montessori niente sonno pomeridiano per alcuni bambini, per carenza di spazi adatti ai lettini. Nella sede di via Petri la stanza sonno ne accoglie invece un numero eccessivo, ma obbligato, perché mancano alternative. E una sezione è stata trasferita al primo piano, in un luogo per nulla agevole con ripercussioni sull'organizzazione complessiva. Entrambe le scuole fanno capo all'Azienda comunale, come i due nidi d'infanzia cittadini, il Centro giovani di vicolo Guglielmi, la Ludoteca e il Piano giovani di zona. È macroscopica la mancanza di risposte pubbliche ai bisogni delle famiglie e dei loro figli più piccoli. Come se non bastasse, le tre Tagesmutter aperte sono al completo. Asif, attiva dal settembre scorso, è una creatura comunale autonoma, diretta da Francesca Parolari , ideata volutamente senza consiglio d'amministrazione e presidente. Referente istituzionale dell'Azienda per statuto è Renato Tessadri , l'assessore alle politiche sociali. Il passato amministrativo gli ha regalato alcune gatte da pelare proprio in un settore dov'è massima la sensibilità popolare. Ha appena varato un piano programma sul futuro di Asif, per il periodo 20102012. Tessadri, cosa pensa di fare per accogliere i nuovi bambini alle materne? «Asif chiede all'amministrazione comunale in tempi superveloci la terza materna, con un minimo di sei sezioni, e io sostengo tale richiesta. Le Chimelli sono sovraffollate. Le due sedi, costruite per sei sezioni ciascuna, ne ospitano tre in più con 375 ragazzini e notevoli problemi di organizzazione del lavoro». Sono 192 le domande d'accesso ai due asili nidi, che possono accogliere in tutto solamente 129 bambini. Cosa pensa di fare? «Le nuove materne saranno modulari per far posto anche ad un nuovo nido». Ma, per bene che vada, aprirà fra tre, quattro anni. L'attesa sarà lunga, mentre la lista è assai rilevante già oggi. «Dal prossimo gennaio inizierà una serie di incontri per incentivare l'apertura di Tagesmutter in centro e periferia, anche perché le tre esistenti sono piene». Ma per la terza materna la giunta Anderle non aveva acquistato un terreno nei pressi delle medie Garbari? Che fine ha fatto? «È vero, ma per l'ubicazione finale della nuova materna con nido attendiamo le indicazioni dello studio affidato a due docenti universitari sulla popolazione scolastica futura, in rapporto all'urbanizzazione della città. Poi decideremo, entro la prossima primavera». Anche la nuova sede del Centro giovani comunale era prevista nella medesima zona. Un palazzo a tre piani tra i frutteti, già finanziato dalla Provincia per 1,8 milioni. Pensa di realizzarlo veramente e in quel luogo? «Non è la sua giusta collocazione. Va fatto, ma in posizione più centrale, da definire, e con diversa mission . Saranno gli operatori ad uscire tra i giovani, non tanto questi a recarsi nel centro. E da ex dirigente sportivo sto pensando ad organizzare iniziative assieme al volontariato». M. A. L'Adige 17 dicembre Mandiamo in Somalia i soldi degli Schützen Sapeste quante meravigliose cose potrebbe fare in Somalia don Elio Sommavilla con i 500 mila euro destinati all'acquisto dei costumi e delle divise degli Schützen! Felice Sordo I soldi dei convegni usiamoli per fare del bene M i collego alla richiesta, poi recepita dalla giunta provinciale, di 50 mila euro per una ipotetica Fondazione Guetti. I primi soldi, è scritto sull'articolo, ma per fare cosa? Capisco che il consigliere provinciale Bombarda, non avendo nessun incarico di governo provinciale, sia accontentato con delle regalie nel suo feudo elettorale. Ma qui la giunta provinciale sbaglia ad elargire ancora denaro pubblico per commemorare la figura di don Guetti, padre del primo esempio di Cooperazione verso i poveri. In tutti i convegni, scritti, incontri fatti negli anni passati la figura di don Lorenzo Guetti è stata oramai classificata fra le più grandi figure del Trentino negli anni bui della guerra e del dopo, con un valore che forse le comparsate dei vari assessori, presidenti o consiglieri provinciali tendono a dimenticare, cioè la solidarietà del buon prete di campagna e l'intuizione di combattere lo strozzinaggio dei potenti di allora. Sarebbe utile che i vari e futuri interventi nel nome di don Guetti raccogliessero anche le testimonianze, il lavoro e la creazione della prima realtà del risparmio, di chi negli anni ha portato avanti il suo progetto purtroppo dimenticato dalla politica d'oggi e dai grandi convegni passerella svolti in varie località del Trentino. Adoperiamo questa continua valanga di denaro per commemorazioni (questo vale anche per i 100 mila euro del corteo del Tirolo) nei campi della povertà, dell'indigenza e nella ricerca di nuove solidarietà. Credo che don Lorenzo Guetti nella sua grande semplicità ne sarebbe contento. Rinaldo Caldera UFFICIO STAMPA PROVINCIA 17 DICEMBRE Sottoscritta oggi a Roma l'intesa che assegna alla Provincia 22,5 milioni di euro INVESTIMENTI SANITARI, ROSSI FIRMA L'ACCORDO CON IL MINISTERO Firmato stamane a Roma dal ministro della salute Ferruccio Fazio e dallโassessore provinciale alla salute e politiche sociali Ugo Rossi il protocollo dโintesa sugli investimenti in materia di sanità. In base all'accordo, lo Stato assegnerà alla Provincia autonoma di Trento circa 22,5 milioni di euro, che si aggiungono ai circa 4 milioni di euro di quota provinciale. Lโarticolo 20 della legge 67 del 1988 ha previsto un programma pluriennale di investimenti in materia di ristrutturazione edilizia ed ammodernamento tecnologico in sanità. La legge finanziaria del 2007 ha stanziato 2.424.971.723,98 euro per la prosecuzione di detto programma: di questi fondi il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) ha assegnato alla Provincia autonoma di Trento la quota di 22.557.430 euro. Per accedere al finanziamento la Provincia ha presentato al Ministero della Salute un programma di investimenti comprendente: 1) Investimento straordinario in apparecchiature per la radioterapia nellโospedale di Trento. 2) Realizzazione di una struttura hospice per cure palliative nella zona di Trento sud. 3) Potenziamento della rete degli ambulatori pubblici per lโassistenza odontoiatrica presso gli ospedali e i distretti della Provincia. 4) Miglioramento del Sistema Informativo provinciale attraverso la realizzazione di un progetto per la riorganizzazione dei processi dellโattività ambulatoriale. 5) Realizzazione del terzo lotto dei lavori di riorganizzazione spaziale dellโOspedale S. Maria del Carmine di Rovereto e costruzione di un parcheggio al servizio dellโospedale stesso. Il programma è stato valutato positivamente il 30 settembre scorso dallโapposito Nucleo di valutazione del Ministero; successivamente la Giunta provinciale, con delibera del 20 novembre, ha approvato il documento programmatico riguardante detto programma di investimenti per un importo totale di 26.480.060 euro di cui, come detto, 22.557.430,00 euro di finanziamento statale e 3.922.630 euro di quota provinciale. L'Adige 18 dicembre L'assessore: «Negli anni scorsi qualcuno ha pagato al posto di altri, ora basta» «Quando illustrammo ai sindacati la manovra finanziaria della Provincia, io e Dellai spiegammo che non ci sarebbero state le condizioni per mantenere il blocco delle tariffe delle case di riposo e, se non sono arteriosclerotico, la manovra venne giudicata favorevolmente dai sindacati. Abbiamo aumentato del 3,5% i finanziamenti alle case di riposo, uno dei settori all'interno del mio assessorato che cresce di più, riservando fondi specifici per alcune patologie specifiche. Inoltre abbiamo stanziato 600 mila euro in un fondo di riequilibrio al quale potranno accedere le Rsa che hanno difficoltà di bilancio. Ma il blocco delle tariffe attuato negli anni scorsi non c'è più perché, va ricordato ai cittadini, i costi in più non pagati dagli ospiti ricadono su tutti gli altri e vengono addebitati alla fiscalità generale. È ora che qualcuno si assuma la responsabilità di dire che il sistema non può reggere se c'è qualcuno che paga sempre al posto di un altro: io questo coraggio ce l'ho». Così parlò l'assessore Ugo Rossi. L'Adige 18 dicembre autonomia Finanza, riscritto lo Statuto LUIGI OLIVIERI I l disegno di legge finanziaria per il 2010, come è noto, ha riscritto la parte di Statuto di autonomia della Regione Trentino Alto Adige che disciplina l'ordinamento finanziario. A questo punto è sicuramente opportuno analizzare a fondo la portata della novella con una sua analisi di merito seppur sintetica. I commi da 96 a 115 adeguano l'ordinamento finanziario della Regione e delle due province autonome agli obiettivi di perequazione e solidarietà del cosiddetto federalismo fiscale. La Relazione tecnica che accompagna le nuove norme determina in 1.117,5 milioni di euro per ciascun anno, a partire dal 2010, gli effetti positivi di queste disposizioni sul saldo netto da finanziare. Poiché però i commi 102, 103 e 104 riconoscono e determinano la corresponsione di somme arretrate dovute dallo Stato alle due province autonome, sull'indebitamento netto il saldo positivo del nuovo ordinamento si riduce a 500 milioni di euro. In sintesi, l'adeguamento della finanza della Regione Trentino-Alto Adige e delle due province autonome ai principi di federalismo fiscale posti con la legge n. 42/2009 concerne: a. modifiche alla disciplina dei tributi propri e delle compartecipazioni ai tributi erariali della Regione e delle Province; b. nuova disciplina di tesoreria per il riversamento delle somme rivenienti dalle compartecipazioni erariali; c. riconoscimento e regolazione di somme spettanti alle province autonome come quote non versate sino all'esercizio 2009; d. patto di stabilità e concorso delle province autonome al conseguimento degli obiettivi di perequazione e di solidarietà del Federalismo fiscale; e. regime tributario delle Comunità di valle. Partiamo dalle modifiche alla disciplina dei tributi propri. Il gettito Iva. Alle province autonome erano attribuiti, fino ad oggi, i 7/10 dell'Iva «interna», i 4/10 dell'Iva all'importazione riscossa nel territorio regionale e un ulteriore valore massimo di 4/10 dell'Iva all'importazione come «quota variabile», commisurata (anche) alle spese per investimenti effettuate dallo Stato negli altri territori della Repubblica. La revisione all'esame sopprime la «quota variabile» e contestualmente eleva a 9/10 il gettito dell'Iva all'importazione, modificandone però la base di calcolo: da quota sui versamenti effettuati nel territorio, a percentuale determinata in base ai consumi attribuiti dall'Istat al territorio di ciascuna delle due province; resta invariata l'attribuzione dei 7/10 dell'Iva generale; e modificata la compartecipazione Iva spettante alla Regione Trentino-Alto Adige: dai 0,5 decimi dell'Iva all'importazione riscossa nel territorio della Regione passa ai 2/10 del gettito dell'Iva generale, calcolata però anch'essa sulla base dei consumi finali. Accise sui prodotti energetici. Cambia la definizione del tributo erariale, da «imposta di fabbricazione» ad «accisa», non la sostanza, con l'attribuzione dei 9/10 sulla benzina, sugli oli da gas per autotrazione e sui gas petroliferi liquefatti erogati negli impianti di distribuzione situati nei territori delle due province, peraltro estesa, nella medesima misura, agli altri prodotti energetici. Autonomia tributaria. Viene abrogata la disposizione che attribuiva alle province i 9/10 delle tasse di circolazione relativa ai veicoli immatricolati nei rispettivi territorio e, contemporaneamente, viene definito tributo proprio delle province la tassa automobilistica istituita con legge dalle stesse. In sostanza viene inserito nello statuto quanto era già avvenuto di fatto. Le province autonome possono: istituire nuovi tributi locali connessi alle materie di propria competenza; disciplinare tributi locali istituiti dallo Stato consentendo agli enti del proprio territorio di modificare aliquote, introdurre esenzioni, detrazioni, deduzioni, il tutto nei limiti massimi posti dalla legge dello Stato e possono prevedere diverse modalità di riscossione del tributo, anche in deroga alla legge dello Stato; disciplinare diversamente addizionali tributarie istituite dallo Stato per gli enti locali, rispettando finalità e limiti posti dalle legge dello Stato; per il rispettivo territorio esse sono inoltre destinatarie delle compartecipazioni al gettito di tributi erariali e delle addizionali che lo Stato attribuisce agli enti locali. Vengono quindi attribuiti alle province autonome i proventi dei tributi e contributi posti sulle assicurazioni, il contributo del 10,5% sui premi delle assicurazioni per la responsabilità civile per i danni causati dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti e le restanti imposte sulle assicurazioni. Entrate riscosse fuori dal territorio della Regione Trentino-Alto Adige. Viene riscritta la disciplina in base alla quale si determina il gettito dei tributi erariali spettante alla Regione o alle Province autonome; somme il cui presupposto di imposta si è determinato nei rispettivi territori ma che sono versate o riscosse altrove. Indebitamento Le nuove norme modificano le disposizioni statutarie sull'indebitamento di regione e province (art. 74 statuto) per renderle più coerenti con la disciplina attuale. Regioni e Province possono ricorrere all'indebitamento per finanziare spese di investimento e per una cifra non superiore alle entrate correnti. È esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti da esse contratte. Nuova disciplina di tesoreria. Cambiano le modalità di versamento alle autonomie delle somme corrispondenti alle quote di compartecipazione al gettito dei tributi erariali che attualmente sono riscossi dallo Stato. Non saranno più acquisite dapprima al bilancio dello Stato per essere poi assegnate ai capitoli di uscita, ma saranno versati direttamente all'ente destinatario dalla «struttura di gestione» o dagli altri soggetti che le incassano. Riconoscimento e regolazione di somme spettanti alle province autonome. Viene disciplinata la «chiusura» di partite pregresse fra lo Stato e le Province autonome relativamente a somme che queste non hanno ricevuto per annualità di compartecipazioni in «quota variabile» e per lo svolgimento di funzioni delegate dallo Stato. Il comma 101 quantifica in 50 milioni di euro l'onere annuo che lo Stato deve corrispondere come rimborso alle due province autonome per lo svolgimento dal 2003 al 2009 delle funzioni loro delegate in materia di viabilità statale, motorizzazione civile, collocamento al lavoro, catasto e opere idrauliche. Per le annualità future l'onere annuo è determinato nella medesima misura e sarà erogato a partire dall'anno 2010. Patto di stabilità, perequazione e solidarietà. Le disposizioni raccolte sotto questa voce costituiscono la disciplina di attuazione di quanto disposto dall'articolo 27 della legge sul federalismo fiscale. Viene di fatto riscritto l'articolo 79 dello Statuto. Il testo vigente dispone già che anche alla regione a statuto speciale e alle province autonome si applicano i principi dell'articolo 119, terzo comma, della Costituzione che sancisce il diritto alla perequazione per i territori con minore capacità fiscale. Ma né la disciplina del coordinamento finanziario dello Stato, né quella attuativa del federalismo fiscale modificano le prerogative statutarie. Il «sacrificio» richiesto a Trento e Bolzano si riassume nella soppressione della quota variabile, nella soppressione dell'imposta sostitutiva dell'Iva all'importazione, nella rinuncia - a partire dal 2010 - alla partecipazione alla ripartizione di fondi speciali, nell'assunzione da parte delle province autonome degli oneri relativi all'esercizio di funzioni statali, senza corrispettivo da parte dello Stato, nel finanziamento di iniziative e progetti del Ministero dell'Economia e delle finanze relativi anche ai territori confinanti, per un importo complessivo di 100 milioni di euro annui, a decorrere dal 2010, per ciascuna provincia e nelle modalità di coordinamento della finanza pubblica stabilite nel patto di stabilità. In questo caso, la regione e le province concordano con il Ministro dell'economia gli obblighi relativi al patto di stabilità con riferimento ai saldi di bilancio da conseguire in ciascun periodo. Regime tributario delle Comunità di valle. L'Agenzia delle entrate, nonostante la legge qualifichi le nuove comunità di valle come ente locale, ha ritenuto che esse non possono essere ritenute tali ai fini fiscali e che, pertanto, ad esse non si applica l'esenzione dall'Ires. La disposizione in esame stabilisce che ad esse venga applicata l'esenzione prevista dall'articolo 74, comma 1, del T.U.I.R. È un intervento profondo e articolato, che abbisogna di una ulteriore attività di dettaglio che dovrà istruire nei prossimi mesi la Commissione Paritetica prevista dallo Statuto di Autonomia per l'adozione delle norme di attuazione. È fuori discussione che si è tratta di una scommessa che si fonda sulla durata della legislatura da un lato e dall'altro lato dalla certezza che il Governo riesca ad emanare i decreti legislativi in attuazione della legge delega sul federalismo fiscale. Il non verificarsi di queste due condizioni comporta che le finanze provinciali sono state ingiustificatamente penalizzate. L'Adige 19 dicembre È proseguita fino a tarda notte nell'aula del Consiglio la discussione sulla legge finanziaria della Provincia. Partita con più di un'ora di ritardo a causa delle trattative tra giunta e minoranze (si veda a lato), la trattazione dei 70 articoli e dei relativi emendamenti ha subìto un'accelerazione nel tardo pomeriggio, quando i due gruppi più importanti (Pdl e Lega Nord) stavano esaurendo il tempo a loro disposizione per la discussione, ma si è soffermato a lungo in serata sull'Agenzia per la protonterapia e il nuovo ospedale di Trento. Alle 23.20 si è conclusa l'approvazione dei 70 articoli e sono iniziate le dichiarazioni di voto sull'intero disegno di legge. Il bottino dell'opposizione. La giornata era iniziata con l'accordo tra Dellai e opposizione sull'approvazione di alcuni emendamenti. Così, ad esempio, su proposta del Pdl sono stati reintrodotti i fondi di rotazione per le piccole aziende e sono state previste condizioni di maggior favore per le famiglie che si vedono assegnare un alloggio Itea, mentre la Lega ha ottenuto il passaggio in commissione consiliare su interventi in tema di urbanistica e controlli fiscali maggiori sui commercianti ambulanti. Zeni nel mirino. Nonostante avesse deciso di ritirarlo dopo la trattativa condotta dal presidente Dellai, il capogruppo del Pd ha comunque presentato in aula il suo emendamento, che prevedeva di assegnare contributi alle imprese più produttive ma anche ai suoi lavoratori, salvo concludere «mio malgrado ritiro l'emendamento». Morandini (Pdl) e Civettini (Lega) lo hanno accusato di ubbidire agli ordini del «premier locale» e di aver fatto retromarcia per timore che Dellai cacciasse dalla giunta gli assessori del Pd: «Dellai - hanno concluso - ha domato ancora una volta i ribelli». Fondazione sulle coop. Nonostante la contrarietà espressa dall'assessore alla cooperazione Franco Panizza, è stato approvato all'unanimità l'emendamento del consigliere Roberto Bombarda (Verdi) di istituire una Fondazione dedicata a don Lorenzo Guetti, padre della cooperazione trentina. Alcol vietato ai minori. È passato anche l'emendamento presentato da Zeni con cui si eleva a 18 anni il limite d'età per il divieto di somministrazione e vendita di bevande alcoliche. Casa, amara casa. Dibattito vivace anche sulle modifiche alla disciplina degli interventi provinciali in materia di edilizia abitativa. Rodolfo Borga (Pdl) ha insistito sull'introdurre l'obbligo di residenza per almeno 3 anni per l'accesso ai contributi per l'edilizia agevolata e sull'eliminazione delle agevolazioni ai conviventi (more uxorio) che consentirebbero ampi spazi di truffa. Entrambe le richieste sono state respinte. Critiche al metodo sono state espresse da Franca Penasa (Lega Nord): «Qui, di fatto, si sta varando surrettiziamente una nuova legge sull'edilizia abitativa agevolata quando per materie meno importanti spendiamo giornate e giornate di audizioni in commissione». La terapia giusta. Il chirurgo consigliere Claudio Eccher (Civica Divina) è intervenuto a lungo sull'Agenzia per la protonterapia - ok all'emendamento Zeni per la chiusura della struttura a inizio 2012 - e sul nuovo ospedale di Trento, ammonendo la giunta a non mettere in un angolo la radioterapia e invitandola a riconsiderare l'ipotesi di costruire il Not tra Trento e Rovereto. Secca la replica del governatore: «A noi non interessano nulla le beghe fra caste, fra medici e fisici, fra medici dentro e fuori dall'Azienda; a noi interessa questa scommessa, simile a quella degli anni '50 quando in Trentino il professor Valdagni promosse la bomba al cobalto per trattare i tumori. Tutte le altre preoccupazioni relative a status, ruoli e prestigi non ci interessano. Certo, il futuro è la terapia genetica e la Provincia sta investendo molto anche nella ricerca in questo settore. Intanto, però, dobbiamo utilizzare le tecnologie più innovative a disposizione. Noi avevamo previsto che l'Agenzia per la protonterapia lavorasse fino al 2013. Anticiperemo questo termine a fine 2011 sperando che questo non comprometta l'operazione. Dio solo sa perché, con tutti i problemi che abbiamo, dobbiamo smantellare una struttura che funziona molto bene. Quanto al nuovo ospedale, dove troviamo tra Trento e Rovereto 20-25 ettari di terreno senza scatenare una guerra mondiale con i contadini? E chi va a dire a Rovereto che si deve chiudere il loro ospedale?». «Senza un ampio bacino di utenza per la protonterapia - ha replicato Eccher - ci costerà meno mandare i bambini trentini a curarsi a New York. E quando ci sarà il nuovo ospedale, voglio vedere quanti saranno i pazienti roveretani che non verranno a curarsi a Trento». G.Pa. L'Adige 19 dicembre Questo pomeriggio la sfilata folkloristica in centro Schützen e Patt per Manica Come tutti gli anni la sezione del Patt cittadino commemora la figura di Alfonso Manica scomparso nel 1984. Fu tra i primi aderenti e fondatori del movimento autonomista dell'Asar, da sempre vicino all'associazionismo culturale e folcloristico. La sezione "Remo Markt" lo ricorda con affetto con una manifestazione in suo onore. Oggi inizio alle 16,30 con un raduno di delegazioni Schützen in piazza Follone; da lì alle 17 parte la sfilata a cui seguirà le Messa in Santa Caterina; alle 18.15 la sfilata per il centro storico, alle 18.30 la salva in onore di Alfonso Manica in piazza del Grano. L'Adige 19 dicembre Alta Valsugana «Ereditate» le spese legali Comunità di valle, nominati i componenti delle commissioni PERGINE - Oltre alle spese legali decise dai giudici del Tar di Trento, l'ex Comprensorio, ora Comunità di valle, ha dovuto pagare 86 euro per interessi legali derivanti dalla vicenda di un contributo per l'acquisto della prima abitazione negato prima e riconosciuto poi, per effetto d'una sentenza del Tribunale amministrativo regionale di Trento. La somma è stata inclusa nei debiti fuori bilancio con approvazione dell'assemblea comunitaria giovedì 17 dicembre. Nel 2007, l'allora Comprensorio riconobbe il contributo chiesto da una coppia, ma poi lo revocò in quanto il rogito per l'acquisto era avvenuto prima della domanda del contributo stesso. L'interpretazione data dall'ente fu sconfessata dai giudici del Tar ai quali i due cittadini si erano rivolti. La sentenza a loro favore ha prodotto la concessione del contributo mediante mutuo bancario. Tra le spese, anche gli 86 euro ora pagati dell'ente. Nella medesima serata l'assemblea ha votato i componenti di quattro commissioni consultive. Sono Tommaso Acler, Michela Bertuzzi, Tiziana Frisanco, Alessio Scarpa, Linda Tamanini (bollettino, comunicazione, Urp, cultura, pari opportunità); Sergio Anesi, Stefano Dellai, Marco Eccel, Sergio Martinelli, Loris Moar e Devis Tamanini (affari istituzionali, urbanistica, programmazione); Roberto Cappelletti, Giuliano Casagranda, Daniela Casagranda, Mariagrazia Motter, Giancarlo Tognoli, Nunzio Zampedri (politiche sociali, sanitarie e per l'edilizia abitativa); Silvano Corradi, Giorgio Dalmaso, Renzo Lenzi, Maria Teresa Marostica, Pio Puel, Giovanni Dallafior (minoranze, zone svantaggiate, ambiente, energia e fonti rinnovabili, sport, turismo, servizi pubblici sovracomunali, sviluppo della montagna). L'Adige 19 dicembre BORGO - «La linea politica del Patt non la detta il singolo, la decide il direttivo. In tutti questi anni Armando Orsingher ha lavorato bene, abbiamo operato sempre in sintonia, ma la scelta di dimettersi da assessore esterno del Comprensorio è frutto di una sua decisione personale e non del partito». Da qualche tempo Carlo Ganarin è stato nominato presidente d'ambito per la Valsugana e il Tesino del Patt. «La nostra linea politica è improntata al dialogo ed al confronto, in piena sintonia con la segreteria provinciale. E oggi come in futuro lavoreremo con le forze politiche moderate e progressiste di centro per dare vita ad una alleanza politica forte con l'Upt». Nessun distinguo, nessun tentennamento: su questo punto il Patt è unito, dal primo fino all'ultimo iscritto. Ma su Borgo Armando Orsingher non la pensa così. «La sua mancata nomina, prima in seno all'assemblea del C3 e poi nel listone per la nuova Comunità di Valle è frutto di una decisione presa in seno alle minoranze di Borgo. Noi ne prendiamo atto, ma il Patt, con i tre rappresentanti dell'Upt in consiglio, a Borgo collaborerà ancor più rispetto al passato». La pensa così anche Claudio Voltolini . «Mi dispiace per la scelta di Orsingher, ma in questi mesi come opposizione abbiamo sempre cercato di condividere le scelte. Alle riunioni, però, ha partecipato poco e solo quando si doveva discutere delle nomine in Comprensorio e nella nuova Comunità di Valle. Ma per noi non cambia nulla, l'alleanza politica che mi ha sostenuto come candidato sindaco a marzo continuerà a lavorare, e lo faremo anche con il Patt, al di là dei personalismi e delle prese di posizione dei singoli consiglieri». Un'alleanza, quella tra il Patt e l'Upt, stretta sia in funzione delle elezioni di gennaio ma anche di quelle in programma ad ottobre 2010 della nuova Comunità di Valle. «E allora saremo presenti con una nostra lista - ricorda Ganarin - nella speranza che anche Orsingher, in quell'occasione, dia il suo contributo per la causa autonomista e l'alleanza di governo. Quello che oggi serve alla valle è riuscire a fare massa critica in vista delle sfide future». Fra queste ci sono le questioni legate all'acciaieria di Borgo, alla discarica di Marter e al biocompostaggio di Campiello. «Nel caso di Borgo si scontrano due diritti fondamentali, salute e lavoro. Alla politica spetta il compito di far sì che il lavoro porti salute e benessere. E già nel 2005, nell'ambito dei Patti Territoriali - conclude il sindaco di Ronchi Ganarin - avevo avanzato la proposta per una riconversione o ristrutturazione della Acciaierie, usufruendo di tutti i finanziamenti messi a disposizione. Purtroppo, però, tutto rimase lettera morta. Una via da ripercorrere, visto che recentemente è stata anche prospettata dal sindaco di Borgo». M. D. L'Adige 20 dicembre A lta tensione nei rapporti tra la Provincia e l'ospedale San Camillo di Trento. A farla salire, una serie di questioni da tempo irrisolte: gli arretrati che l'istituto deve ai dipendenti e i problemi organizzativi interni. L'assessore alla salute Ugo Rossi, reduce da un incontro con sindacati e dipendenti, usa parole dure: con la convenzione in scadenza a fine anno, se dal S. Camillo non dovessero arrivare garanzie su quei fronti, al posto del rinnovo del rapporto annuale potrebbe arrivare una convenzione a tempo. P. TODESCO La «questione» S. Camillo, in particolare gli arretrati che l'istituto deve ai suoi dipendenti (pari a circa 12 mila euro a testa) e i problemi organizzativi sorti dopo il mancato rimpiazzo di infermieri e Oss, sembra arrivato alla stretta finale o così sperano sindacati e dipendenti dopo l'incontro di ieri mattina convocato dall'assessore Ugo Rossi. Incontro al quale doveva partecipare anche l'amministratore Mario Bassano ma che invece ha dato forfait a causa della forte nevicata che ha colpito la zona di Verona, da dove avrebbe dovuto partire per raggiungere Trento. La riunione non è stata comunque inutile considerato che Rossi ha fatto sapere che a fine anno scade la convenzione annuale della Provincia con il S. Camillo e che se dagli amministratori dell'istituto, che è il secondo ospedale della città, non dovessero arrivare concrete garanzie sia per quanto riguarda il pagamento degli arretrati che per l'organizzazione interna, il rinnovo potrebbe essere in forse. O meglio, Rossi ha parlato di un congelamento del rinnovo della convenzione annuale e della possibilità di stipulare con il S. Camillo una convenzione a tempo. Essendo infatti impensabile interrompere il rapporto con l'ospedale di via Giovannelli considerato che sono molte le prestazioni, le visite e gli interventi che i trentini effettuano in convenzione lì, Rossi punta al rinnovo a scadenza ravvicinata per far capire all'amministratore Bassano che il tempo delle promesse è finito. In ballo, poi, ci sono i dodici dipendenti del laboratorio di analisi ai quali, già in ottobre, era stato mandato un preavviso di licenziamento. «Nel corso di una riunione risalente a circa un mese fa l'amministratore ci aveva assicurato che entro pochi giorni ci avrebbe fatto sapere quanti di questi dipendenti potevano essere riassorbili nell'organico e per quanti, invece, sarebbe scattato il licenziamento. Nessuno, però, si è più fatto vivo, nessuno ci ha fatto sapere niente e questi dipendenti passeranno un Natale terribile, senza alcuna certezza sul loro futuro», tuona Marco Endrizzi, sindacalista della Cgil. Ora, per sentire le proposte del S. Camillo sui tanti nodi da risolvere l'assessore Rossi ha fissato un nuovo incontro con sindacati e l'amministratore Bassano. Sarà il 29 dicembre e a quel punto i rappresentanti del S. Camillo, dovrebbero spiegare le loro intenzioni. Questo almeno sperano i dipendenti che da tanto, troppo tempo, chiedono di vedersi pagati gli arretrati loro spettanti. P.T. L'Adige 20 dicembre Sanatoria pure per Ual e Divina Rimborsi elettorali «ripescato» il Patt Patt, Ual e Lista Divina avranno i rimborsi elettorali per le provinciali 2008 dai quali erano stati esclusi per non aver presentato la domanda in modo regolare. Con una sanatoria il governo ha riaperto i termini. Il Patt avrà 34 mila euro, la Lista Divina 17 mila, la Ual 4 mila. Alla faccia delle regole. L. PATRUNO LUISA MARIA PATRUNO Sembra proprio impossibile per i partiti politici riuscire a perdere i generosi finanziamenti pubblici che avvengono sotto forma di rimborsi elettorali delle spese per le campagne elettorali. Perché anche quelli più sbadati o che non fanno neppure il minimo sforzo richiesto - ovvero presentare la domanda entro i termini di legge o con la documentazione in ordine - e vengono esclusi dal finanziamento, possono stare tranquilli che prima o poi una soluzione «all'italiana» si riesce a trovare anche per loro. Ed è quello che è successo in questi giorni con una norma infilata nel «decreto milleproroghe» del governo Berlusconi. Tra le «milleproroghe» ve n'è infatti una che bacia i partiti pasticcioni o distratti, che hanno «perso» i rimborsi elettorali per le elezioni che si sono svolte nel 2008. Nel caso del Trentino Alto Adige le elezioni politiche e provinciali. Il caso più clamoroso a livello regionale, che è costato il posto di Obmann a Elmar Pichler Rolle, è quello della Svp che, presentando in ritardo la richiesta di rimborso per le elezioni politiche dell'aprile 2008, ha dovuto rinunciare a una cifra intorno a 1.700.000 euro , che ha rischiato di mandare il partito sull'orlo del fallimento. Ma la novità interessa anche tre partiti trentini che sono stati esclusi dal rimborso elettorale per le elezioni provinciali del novembre 2008 e che ora hanno la chance di recuperare complessivamente 56.371,63 euro. Si tratta del Patt , che si era visto rifiutare il rimborso di 34.330,37 euro perché aveva presentato una documentazione che è stata ritenuta incompleta, come ha spiegato il presidente del partito, Walter Kaswalder; la Lista Divina presidente e poi la Ual , che invece non avevano presentato la domanda nei termini pensando in un primo tempo di non averne diritto. Il rimborso elettorale è stato quantificato in 17.326,79 euro per la Civica per Divina presidente e di 4.714,47 euro per l'Unione autonomista ladina. Il 31 luglio scorso sulla Gazzetta Ufficiale sono stati pubblicati i rimborsi elettorali (solo rata 2009 che è il 40% del totale) alle forze politiche per le spese sostenute per la campagna elettorale delle provinciali 2008. Allora si scoprì dalla Gazzetta Ufficiale che Patt, Lista Divina e Ual erano considerate «decadute», ovvero senza diritto di partecipare alla ripartizione dei rimborsi, che per altro non avviene sulla base delle spese effettivamente sostenute per la campagna elettorale, ma sul numero di voti ricevuti dalla lista. I rimborsi elettorali, ha evidenziato proprio in questi giorni la Corte dei conti, sono mediamente cinque volte più alti delle spese effettuate. E infatti i partiti fanno affidamento su questi soldi pubblici per sostenere la loro attività politica generale. Commenta Maurizio Fugatti, segretario Lega nord Trentino e delegato della lista Divina: «Noi avevamo presentato la domanda in ritardo, ora la potremo ripresentare». Il decreto «milleproroghe» infatti riapre i termini per la presentazione delle domande. Il presidente del Patt, Walter Kasvalder, aggiunge: «Ci avevano avvertito da Roma, che fanno sempre così, delle sanatorie per i rimborsi elettorali. Ora penso che quei soldi ci arriveranno. Comunque, per noi era lo stesso anche se non ce li davano perché riusciamo a gestire il bilancio del partito tranquillamente. Certo, ora potremo fare più cose, ad esempio potremo utilizzarli per il giornalino del partito e per il sito internet». L'Adige 20 dicembre Credito Questa sera alle 20.30 al PalaTrento l'assemblea. I soci sono 11 mila Cassa Rurale, ultimo passo della fusione L'appuntamento è al Palazzetto dello Sport di Trento alle 20.30 di oggi. L'ultimo atto del processo di fusione che ha portato alla costituzione della nuova Cassa Rurale di Trento che si espande anche a Sopramonte. Oggi gli 11 mila soci saranno chiamati ad eleggere il presidente e il cda. Secondo il nuovo statuto approvato dall'assemblea di fusione il 26 ottobre scorso il cda crescerà a 15 membri compreso il presidente (eletto direttamente dall'assemblea), due in più del precedente che si era presentato dimissionario dopo la firma dell'atto di fusione avvenuta lo scorso 18 novembre a Palazzo Geremia. Dei 14 componenti il Consiglio di amministrazione, due consiglieri saranno espressione di Meano, tre ciascuno delle circoscrizioni Povo/Argentario, Villazzano, Bondone/Sardagna, e ancora tre per le rimanenti circoscrizioni di Trento. Il presidente non avrà vincolo di territorialità. Poi il consiglio eleggerà due vicepresidenti, di cui uno vicario. Con la nuova composizione si assicura un'adeguata rappresentatività al territorio della ex Cassa di Sopramonte e si offre risposta alla richiesta di rappresentanza territoriale anche alla città. La Rurale di Trento dopo la fusione ha ora 29 sportelli, 240 dipendenti e 10.923 soci. Il patrimonio ammonta a 130 milioni di euro, la raccolta complessiva è di 1,7 miliardi di euro, 1 miliardo i prestiti. Le operazioni di accredito e registrazione inizieranno alle 19 e termineranno alle 20.30 inizio dei lavori assembleari. Dopo le ore 20.30, i soci non potranno più registrare la loro presenza e partecipare ai lavori. i candidati Il cda uscente si ricandida, unica eccezione di Tullio Grisenti. Per Meano: Alessandro Bortolotti, Italo Stenico e Rocco Sestito. Povo-Argentario: Luciano Imperadori, Sandro Menestrina, Giovanni Merz e Mariangela Sandri; a Villazzano Renzo Dallaserra, Luca Grassi, Bruna Marchesoni e Dario Grisenti; Bondone-Sardagna: Romeo Agostini, Massimo Berloffa, Giulia Degasperi e Corrado Segata; Trento: Rossana Gramegna, Franco Gozzer, Ivan De Pretis e Barbara Ciola. Collegio Sindacale, per la carica di Pres. Wilma Sassudelli e Massimo Frizzi. L'Adige 20 dicembre Pomini (Cisl) «Meno divise e più aiuti per gli anziani» Lorenzo Pomini, segretario della Cisl, interviene sul rincaro delle rette nelle case di riposo e attacca l'assessore Rossi e il presidente dell'Upipa Giacomelli. A dar fastidio al segretario sono le affermazioni di Rossi quando ha ricordato che le rette alberghiere delle case di riposo, se non sono pagate dagli ospiti, ricadono sulla fiscalità generale. Secondo Pomini «dire che non ci sono risorse per aiutare i cittadini nelle Rsa o i loro parenti significa millantare credito, perché i soldi ci sono e si preferisce invece utilizzarli per finanziare costumi ed addobbi vari sui quali il Patt ha costruito una parte delle proprie fortune elettorali e una finta riscoperta delle radici, delle tradizioni e della cultura trentina». Il sindacato ricorda a Rossi che lo scorso anno, di nera crisi economica, venne convocata apposita riunione col presidente Dellai, Cgil, Cisl e Uil e il presidente dell'Upipa Giacomelli, per convenire sul blocco delle tariffe. «La giunta allora fece la sua parte, questa volta, invece, il segretario del Patt ha escluso il sindacato e si è dedicato a trattativa privata per definire i costi a carico dei cittadini». Critiche al presidente dell'Upipa, Giacomelli al quale Pomini ricorda che «il sindacato di categoria ha sì un ruolo di tutela salariale dei dipendenti, ma un sindacato confederale rappresenta anche gli interessi più generali della società: in questo sta la nostra tenace difesa nel contenimento di tariffe, rette, convenzioni, perché anche quelle ricadono nelle tasche di lavoratori e pensionati che noi rappresentiamo». L'Adige 20 dicembre ALA - Il consigliere provinciale della Lega Nord, Claudio Civettini, ha presentato un'interrogazione sul perchè sia stato tolto un crocefisso da un'aula delle scuole di Ala. Ma non era vero, come ci ha spiegato ieri sull'Adige la dirigente scolastica. Era una «bufala», ma Civettini ne è felice lo stesso. «Ben contenti che la mancata esposizione del Crocefisso presso una scuola di Ala sia una bufala. Ben contenti che sia comunque definita una crociata in un tempo in cui certi laicisti quotidianamente fanno crociate blasfeme legate sulla disgregazione dei valori e su un relativismo sfrenato. Ben felici che, alla nostra interrogazione, che per la natura stessa chiede e non afferma, ci sia stata una apparente e veloce risposta in diretta che negherebbe il fatto, peraltro segnalatoci da fonti notoriamente ben informate. Ben lieti di tutto ciò - scrive Civettini - dichiarando che la Lega continuerà nella sua proposta di ostacolare una sentenza europea aberrante, che pretende di dettare legge a casa degli altri, insieme sa anche ringraziare chi ci ha rassicurato nel merito. Ben lieti, di essere scherniti e quasi derisi nella presentazione della nostra richiesta di chiarimenti, consapevoli di salvaguardare con ciò una storia millenaria, in un territorio dove si investono milioni di euro (in parte giustamente), a difesa e valorizzazione di una tradizione appena centenaria che vede quale suo eroe Andreas Hofer». L'Adige 20 dicembre Lases Si acuisce la crisi in Comune; solo un vizio di forma ritarda le dimissioni di Odorizzi Subentra Ciurletti e la maggioranza perde pezzi LASES - Si acuisce la crisi in seno alla maggioranza del comune Lona Lases. Con l'adesione del nuovo consigliere Claudio Ciurletti alla lista di minoranza «Società e Sviluppo», avvenuta venerdì sera in seguito alla surroga della dimissionaria Danila Dorighi , il gruppo guidato dal sindaco Marco Casagranda perde un altro tassello. Il tutto mentre solo un vizio formale ha per ora impedito e rinviato le dimissioni di Marco Odorizzi , capogruppo del «Gruppo Misto», (non sarebbe stata depositata un'autocertificazione), anche se appare ormai definitiva la sua rottura con l'attuale maggioranza. Non sono bastate quasi due ore di discussione e un'ampia illustrazione del vicesindaco Ezio Casagrande per soddisfare le richieste delle minoranze sui motivi dei ritardi che hanno sin qui impedito l'approvazione del piano cave sovracomunale del Monte Gorsa e del piano d'attuazione dell'aree estrattive Pianacci e Dossi. Già lo scorso 20 novembre, ha spiegato il vicesindaco, con una propria lettera il segretario e il geometra comunale erano stati invitati a definire le delibere relative ai due atti pianificatori, già approvati dalla giunta provinciale. Una richiesta rimasta sino ad ora inevasa impedendo di fatto la discussione in aula e l'approvazione del consiglio, pur sussistendo un sostanziale accordo di maggioranza. Pochi gli elementi forniti da sindaco e vicesindaco sugli accertamenti giudiziari avviati in merito al ripristino dell'area Dossi, con il sequestro preventivo dell'area estrattiva Pianacci e l'avvio di un'indagine per abuso d'ufficio nei confronti dei vertici dell'amministrazione. Del tutto insufficienti, a parere della minoranza, anche le notizie fornite sulla crisi occupazionale del settore porfido e su possibili licenziamenti da parte di ditte locali. Da qui la decisione dei sei consiglieri di «Società e Sviluppo» di abbandonare l'aula al termine della trattazione dell'interpellanza presentata, con la necessità per il consiglio comunale di riunirsi domani per evadere i punti rimasti all'ordine del giorno (assunzione temporanea presso l'ufficio tecnico e servizio di trasporto intercomunale). D. F. L'Adige 20 dicembre Rossi: «Alberghiero e turistico a Ossana» OSSANA - Gli studenti che frequentano i corsi Enaip di Ossana dovranno per forza recarsi a Mezzolombardo o a Cles per completare il quinquennio? Con la scomparsa degli Istituti professionali di Stato, e la riforma degli istituti tecnici, che porta la firma dall'assessore Dalmaso, il pericolo c'è... Eccome! E non è passato inosservato all'assessore provinciale Ugo Rossi , solandro doc, che si è preoccupato di difendere la convenzione che permette agli studenti dell'alberghiero di Ossana di proseguire gli studi e conseguire la maturità tecnico-turistica in valle di Sole. «Già da tempo ho sollevato il problema in giunta con l'assessore Dalmaso e il presidente Dellai, adesso abbiamo convenuto di pensare ad un impegno che dia la possibilità agli studenti solandri di completare il quarto e quinto anno nella scuola di Cusiano di Ossana - spiega Rossi - Trovare la formula più adatta spetta ai tecnici dell'assessorato all'istruzione, ma martedì questa scelta politica sarà confermata in giunta». Ugo Rossi, che è di Ossana, temeva che con la riforma Dalmaso questa possibilità venisse a cadere. «Abbiamo convenuto sull'opportunità di mantenere il completamento del corso, in quanto strategico per la valle di Sole - continua Rossi - È una scuola che funziona bene, e prepara operatori molto richiesti nel settore. Probabilmente, con la riorganizzazione in atto, bisognerà concordare una nuova convenzione con Cles, piuttosto che con il Martini di Mezzolombardo. Quello che conta è che una scuola che funziona rimanga in valle di Sole. Tra l'altro vi accedono anche molti studenti provenienti dalla val di Non, in maniera positiva, e per una volta si può pensare di invertire il flusso». L'Adige 20 dicembre Cles L'esponente del Patt ringrazia lo sconfitto Osele e dice al sindaco: «Buon lavoro» Odorizzi: «Siamo comunque il primo partito» CLES - Grazie agli elettori: lo esprime Emanuele Odorizzi (Patt), ora consigliere di minoranza, in una lettera aperta, cogliendo anche l'occasione per augurare buon lavoro al sindaco Maria Pia Flaim . «Questa lettera vuole essere un sincero ringraziamento a tutti. Purtroppo abbiamo perso il ballottaggio, ma siamo riusciti a confermarci come primo partito di Cles. Un grazie sentito ai tanti amici che mi hanno incoraggiato, ed una riconoscenza particolare ai 60 candidati delle liste che appoggiavano il candidato sindaco Giorgio Osele (...) e un grande grazie a Giorgio Osele, Emilia Fondriest, Franco Andreis e Salvatore Ghirardini stimati compagni di cordata», scrive Odorizzi, che prosegue: «Sento i 120 voti accordatimi come una grande responsabilità (...), insieme possiamo fare tante cose per il bene della nostra cittadina anche stando all'opposizione». Segue l'invito a tutti a partecipare: «Sarò disponibile per qualsiasi informazione o chiarimento riguardanti le varie tematiche che saranno trattate in comune. Farò il postino tra la gente e l'amministrazione comunale, che dovrà essere sempre aperta e disponibile come sbandierato in questo periodo». L'Adige 20 dicembre C arissimi Giorgio, Ruggero e Salvatore e tutti gli elettori della coalizione Osele grazie per la bella esperienza che ci avete fatto vivere. Anche se fa male non aver ottenuto il risultato per il quale abbiamo tanto lavorato, siamo orgogliosi di aver condotto questa campagna, guidata e sostenuta da voi, con correttezza e lealtà. La dignità che ci contraddistingue non ci permetterebbe di essere felici sulle poltrone comunali sapendo di aver vinto denigrando e criticando l'avversario. Preferiamo essere qui, lontani dai riflettori, ma ancora insieme a guardarci con onestà. Vogliamo ringraziarvi per averci coinvolti e sostenuti in questa avventura, per averci dato la fiducia, per aver condiviso con noi i vostri ideali e per averci chiesto una mano a raggiungerli. È stata un'esperienza che ci ha arricchito. Insieme abbiamo costruito un bellissimo spirito di gruppo, pronto alla collaborazione senza attriti e conflitti interni. Ci siamo sentiti fieri di far parte delle liste migliori, con i candidati più vivaci, gagliardi, e anche amanti di indimenticabili serate in compagnia! Siamo stati contenti di dare il nostro contributo nella stesura del programma e di portarlo per le strade del nostro paese, tra la nostra gente. Anche se il conteggio numerico dà la vittoria alla Flaim, e questo è triste, è anche vero che 11 voti in più non possono essere considerati una vittoria, bensì un colpo di fortuna! E per fortuna, gli elettori della coalizione Osele sono dinamici e pieni di attività; con anche una vita privata ricca di scopi, desideri, soddisfazioni, impegni e rinunce a volte. I dodici voti mancanti li conosciamo uno a uno tra coloro che non hanno potuto votare per forza maggiore. Con il cuore erano con noi, e questo ci basta. Max Girardi , Autonomisti per Cles - Progetto Civitas - Patt L'Adige 22 dicembre Abbandonò la politica dopo la nascita del Patt Entrò nel Pptt chiamato da Enrico Pruner È stato consigliere per quattro legislature BRUNO ZORZI È morto ieri Guido Sembenotti, dagli anni Sessanta fino alla fine degli anni Ottanta, uno dei protagonisti delle vicende del movimento autonomista. Consigliere regionale dal '64 all'88 e dall'83 all'86 presidente del Consiglio regionale. Una lunga carriera politica dalla quale si allontanò, senza far troppo rumore, com'era, del resto nel suo stile, nell'88. Commercialista (aprì lo studio nel 1957), appartenente alla dinastia dei Sembenotti produttori e commercianti di grappa e albergatori, si avvicinò al Pptt nei primi anni '60. Fu il suo amico e successivamente avversario Pruner a convincerlo. E l'«Obmann» del Pptt lo volle nel partito perché l'uomo era colto e intelligente e perché Pruner capiva che non poteva più limitarsi alle valli e alle roccaforti come Pergine, Mezzolombardo o Mori. Serviva un contatto col mondo urbano e borghese e Sembenotti era l'uomo giusto: radici nel mondo contadino e, al tempo stesso, con i ceti emergenti cittadini. Nel '64 Guido Sembenotti entrò in consiglio regionale. Ombra di Pruner ne temperava la passione, il conservatorismo legato ai valori tradizionali. Lui era più pragmatico, più realista ma i due, anche se non condividevano tutto, rimanevano legati da una forte amicizia che poggiava, prima di tutto, sulla stima e la simpatia personale. Con il padre politico del Pptt Sembenotti condivise anche il dolore, quello fisico. Gennaio '68, una notte gelida, con Pruner e il dipendente del gruppo consiliare del Pptt, Sergio Endrizzi, stava rientrando da un incontro di partito a Mezzolombardo. A Lavis, all'altezza di quello che un tempo era il booling, lo schianto frontale con una «500» che era finita sulla corsia opposta. Botta terribile che costò la vita ai due ragazzi di Mezzolombardo che viaggiavano sulla piccola Fiat e lunghe sofferenze sia per Pruner, che riportò 30 fratture, che per Sembenotti che, nello schianto, si ruppe il bacino. Lo curarono a in una prestigiosa clinica di Firenze ma da allora rimase leggermente claudicante. Di indole moderata non vedeva di buon occhio il movimentismo di Pruner, Bruno Zanghellini e Domenico Fedel, oppositori duri della Dc e del suo sistema di potere. Nel '78 esplose il caso Oberosler, il contadino di Martignano che si oppose all'esproprio dei suoi vigneti sui quali sorse un complesso Itea. Enrico Pruner fu il protagonista di una battaglia popolare e durissima che portò il Pptt dall'8 al 13%. Ma la leadership di Pruner, il suo conservatorismo popolare, anche la sua svolta che oggi potremmo definire ambientalista, non piacque a l'ala del Pptt più filo Dc che si incarnava in Eugenio Binelli e nell'astro nascente dell'autonomismo, Franco Tretter. Sembenotti scelte questa corrente che rappresentava un modo che, allora almeno, sembrava più moderno di intendere l'autonomismo. Più portato all'intesa di governo che alla visione barricadera di un Fedel e di un Pruner. È così Guido Sembenotti con Tretter e Binelli fu protagonista della drammatica stagione della spaccatura del Pptt che portò alla nascità, nell'83, della Uatt, l'Unione autonomista trentino tirolese da una parte e di Autonomia Integrale dall'altra. Lui scelse la Uatt, lista nella quale venne eletto nel novembre dell'83. Sembenotti attraversò i mesi duri dello scontro tra le due anime autonomiste senza disconoscere la sua amicizia con Pruner. I toni erano durissimi; la guerra «fratricida» fra le Stelle Alpine (furibonda la battaglia legale per il simbolo) fu combattuta senza esclusioni di colpi, senza mezze parole. Lo scontro fu rude com'era rude il mondo autonomista di allora. Nella mischia non si buttò mai, non era il suo carattere. Anzi, cercò di calmare gli animi anche se era convinto che la strada giusta era quella della separazione. Nell'88 a Riva la riunificazione che lui accettò senza entusiasmo. Un congresso che fu l'ultima tappa della carriera politica di Pruner (che morì l'anno dopo), ma anche del suo amico - rivale che in quell'anno lasciò la politica per tornare al lavoro di commercialista. L'uomo L'ultimo dei fondatori della dinastia trentina Guido Sembenotti, avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 2 gennaio. Con lui se ne va l'ultimo dei quattro fratelli Sembenotti che, partiti dai campi di Campotrentino, si sono fatti strada. Se n'è andato Livio che ha creato e lanciato la distilleria (la famosa grappa William); Ferruccio, il proprietario dell'hotel Everest; Maria che ha sposato un industriale di Domodossola; Alcide che rimase legato al mondo agricolo. Guido soffriva da anni di diabete, una malattia che lo ha progressivamente debilitato e che gli aveva fortemente danneggiato la vista. Non poteva più leggere e questo per lui fu un dolore in più. Perché i libri erano da sempre la sua passione. Nel 2001 morì la moglie Rita che conobbe da ragazzo e che lo accompagnò per tutta la vita. Un colpo duro. Guido Sembenotti, dopo la laurea in economia a Ca' Foscari, si dedico alla professione di commercialista nella quale lo ha affiancato il figlio Andrea. A Marco, Andrea, Stefano e Paola le condoglianze dell'«Adige». L'Adige 22 dicembre MORI - Centrosinistra unito: la prima assemblea elettiva di Unione per il Trentino, la settimana scorsa all'ex municipio, ha scompaginato gli equilibri delineati dal Patto di consultazione permanente, firmato lo scorso aprile dal capogruppo in Consiglio comunale Claudio Poli con Patt, Leali, Uniti per Mori (area Udc) e, successivamente, con Lista Giovanazzi. Una scelta che fu causa di una frattura interna all'Upt moriana, rispetto alla quale la riconferma all'unanimità del segretario Francesco Moscatelli, in particolare, è il segno concreto di una scelta precisa. E di un vero e proprio dietrofront. «Centro sinistra autonomista come scelta naturale - ha detto Moscatelli nel corso di un'assemblea alquanto affollata, dove naturalmente non mancavano il segretario provinciale Marco Tanas e il coordinatore di valle Marco Marasca - di un elettorato che finalmente potrà trovare rispondenza con il governo provinciale». Una scelta che ha basi ideali, ma anche concrete: è infatti responso dei numeri come l'elettorato moriano sia posizionato sull'area di centrosinistra, dato confermato sia dalle elezioni politiche, sia dalle più recenti provinciali. «Parto da questo dato oggettivo - ha detto Moscatelli - per ribadire come noi dobbiamo lavorare per far sì che nella nostra borgata non si inneschino meccanismi che portino questo elettorato alla divisione. Non è sicuramente una scelta semplice, ma spetterà a noi riuscire a costruire una coalizione che condivida gli stessi ideali». Un percorso tutt'altro che in discesa: se l'intesa con il locale Partiro democratico del segretario Marcello Benedetti è buona, infatti, rimangono però due incognite. La prima ha a che fare con le possibili conseguenze della frattura interna, visto che una parte di Upt ancora fatica a praticare l'avvicinamento al Pd; l'altra con un'identica distanza dal Pd, quella del Patt del vicesindaco Radam. La nuova segreteria è composta da Lina e Roberta Canali, Paola Calzà, Fausto Cescatti ed Ezio Sartori. M. C. L'Adige 22 dicembre BORGO - Quanti sanno che a Borgo esiste ancora oggi un rifugio antiaereo, costruito durante la Seconda Guerra Mondiale? Si trova proprio in pieno centro storico, in via San Francesco. «L'entrata è stata chiusa con semplici mattoni negli anni '70 - ricorda il consigliere Armando Orsingher - per motivi di sicurezza, si trova su una stradina che porta al convento dei Padri Francescani». Un rifugio antiaereo che permetteva di entrare fin sotto al convento. Dopo aver recuperato una copia del progetto dell'opera, a suo tempo realizzata, il consigliere autonomista ha presentato una mozione al sindaco ed alla giunta. «Considerata la particolarità dell'opera e la sua centralità, chiedo di valutare, previo sopralluogo, se esistono i presupposti per il recupero di questo manufatto, magari coinvolgendo anche l'Associazione Storico Culturale. Avvalendosi per il suo rilievo e progettazione, delle idee e delle risorse scolastiche presenti nei nostri istituti, perché non pensare di recuperare quel luogo? Per farlo, credo sia necessario il coinvolgimento di tutto il consiglio comunale». M. D. L'Adige 22 dicembre FONDO - Inaugurato ieri anche il nuovo centro per i servizi sanitari, ricavato in un edificio di proprietà comunale che già ospitava gli ambulatori. Un intervento di 456 mila euro, più 39 mila per gli arredi, che garantisce spazio ad un punto prelievi, al servizio di igiene pubblica ed infermieristico (ambulatorio e sala d'attesa), ad un ambulatorio pediatrico, a due ambulatori per i medici di medicina generale, e spazi per guardia medica e servizio medico per turisti. Il direttore di distretto Marino Migazzi , porgendo il saluto agli intervenuti, ha ricordato il progettista dell'opera, architetto Alberto Dalpiaz , passando la parola poi al direttore generale dell'Azienda sanitaria Franco Debiasi , che ha voluto ringraziare l'amministrazione comunale (che ci ha messo del suo, ndr), ricordando che l'intevento generale deve ora essere ultimato con la sistemazione delle aree esterne, in particolare dei parcheggi. «Quella preesistente era una struttura fatiscente», ha affermato il sindaco Bruno Bertol . «Il comune ha ritenuto doveroso intervenire, predisponendo il progetto iniziale, ed operando la ristrutturazione sulla parte restante dell'edificio», con cappoto termico, sistemazione della copertura e dei piani superiori, dove trovano spazio altre realtà, tra cui la locale sede della scuola musicale C.Eccher. Al taglio del nastro hanno presenziato diverse autorità locali e provinciali (i consiglieri Gianfranco Zanon e Caterina Dominici ), oltre all'assessore competente Ugo Rossi , che ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto. Il servizio infermieristico territoriale viene svolto dalle 9 alle 9.30, dal lunedì al venerdì (recapito telefonico 0463/831217); il punto prelievi è aperto a tutti dalle 7.30 alle 9.30 il lunedì, il venerdì esclusivamente per persone in possesso di particolari esenzioni, previa prenotazione. L'Adige 22 dicembre Fiavé Il consiglio comunale approva, con una maggioranza anomala, la deroga per l'insediamento in località Sajand Stalla didattica, giunta spaccata FIAVÉ - All'interno di un consiglio comunale di Fiavé insolitamente convocato in orario pomeridiano, ovvero sabato scorso alle 14, è stata approvata dopo lungo tempo la deroga urbanistica per la costruzione di una stalla didattica con cavalli, capre, vacche e pecore per un totale di ventidue bovini adulti (in sigla uba) in località Sajand, nei pressi del paese di Ballino. Dopo che la decisione era stata rinviata un mese fa, per mancanza di numero legale in aula, sabato pomeriggio erano presenti tutti i dieci consiglieri del comune dell'altopiano, così l'attesa votazione ha fatto registrare un risultato clamoroso, anche se in un certo senso atteso viste le premesse della vigilia. A favore della deroga si sono espressi i consiglieri di minoranza Beniamino Bugoloni e Claudia Calza , affiancati per l'occasione dall'assessore Manuela Berti e dai consiglieri di maggioranza Fabrizio Cherotti e Denis Filosi . Se si aggiunge la preannunciata astensione dell'assessore Angelo Parisi , si capisce come in questa circostanza il sindaco Nicoletta Aloisi sia rimasta con soli quattro voti dalla sua parte, il proprio e quelli del vicesindaco Cinzia Zanini , dell'assessore Marcello Azzolini e del consigliere Lucio Fruner . La questione stalla didattica in verità non è comunque del tutto conclusa. Il Comune di Fiavé ha approvato come detto la deroga urbanistica, ma nelle vicinanze di Sajand vi sono due sorgenti a servizio dei comuni di Tenno e Lomaso: è probabile che ora i due comuni confinanti si muovano per approfondire la tematica, con la Provincia che dovrà poi dire l'ultima decisiva parola in merito. A.Z. UFFICIO STAMPA PROVINCIA 22 DICEMBRE Mercoledì 23 dicembre alle ore 11.00 in vuale Druso UFFICIO EUREGIO A BOLZANO, DOMANI LA PRESENTAZIONE L'Euroregione di Alto Adige, Trentino e Tirolo ha un nuovo indirizzo tutto suo: domani, mercoledì 23 dicembre, sarà presentato agli organi di informazione l'ufficio comune dell'Euregio insediato nella sede dell'Accademia europea-Eurac a Bolzano. A presentare la nuova struttura congiunta saranno i tre governatori Luis Durnwalder, Lorenzo Dellai e Günther Platter. Nella seduta comune dello scorso ottobre a Innsbruck le tre giunte provinciali di Alto Adige, Trentino e Tirolo avevano deliberato di potenziare il profilo politico dell'Euregio. Il primo tangibile passo, secondo quanto concordato, è l'insediamento di un ufficio congiunto - in cui sono rappresentate le Province di Bolzano e Trento e il Land Tirolo - che ha il compito di tradurre concretamente gli indirizzi e i progetti di collaborazione transfrontaliera dettati dai responsabili politici. L'insediamento del nuovo ufficio dell'Euregio era previsto ancora entro l'anno: puntualmente i tre governatori Luis Durnwalder, Lorenzo Dellai e Günther Platter danno seguito all'annuncio fatto nella riunione di Innsbruck e presentano ora il nuovo ufficio dell'Euregio con il relativo personale e la sede. La presentazione è in programma a Bolzano mercoledì 23 dicembre alle ore 11 nella sede dell'ufficio dell'Euregio, palazzo dell'Eurac-Accademia europea, in viale Druso 1. L'Adige 23 dicembre Il Centro di Formazione professionale di Cusiano (vicino ad Ossana, in valle di Sole) rappresenta a suo modo un'eccezione per quanto riguarda la questione del quinto anno aggiuntivo con maturità. Perché nel conchiuso approvato ieri dalla giunta provinciale riunita in seduta distaccata nel Primiero su proposta dell'assessore Marta Dalmaso è stato prevista la possibilità, per gli studenti che frequentano l'istituto di Formazione professionale, di fare la maturità non più presso l'istituto Martini di Mezzolombardo (come prevede la convenzione tra Provincia e Ministero dell'Istruzione) ma presso l'istituto tecnico Pilati di Cles. A meno che la proposta delle due province autonome in commissione Istruzione della Camera lo scorso 16 dicembre non venga approvato permettendo alla Provincia di Trento di organizzare un quinto anno che poi conduca gli studenti della Formazione professionale all'esame di maturità statale. Quello raggiunto in giunta - anche a causa delle pressioni di Ugo Rossi, solandro di Ossana - è un accordo sulla conclusione del biennio post-qualifica (dopo il terzo anno) dell'attuale percorso dell'istruzione professionale alberghiera con sede ad Ossana, che è sezione distaccata del «Martini» di Mezzolombardo. Previsto anche il mantenimento in loco del 4° e 5° anno d'istruzione tecnica turistica. Portare quindi il quinto anno a Cles a non a Mezzolombardo lascerà qualche amarezza in Rotaliana. Quindi, se arrivasse il via libera a livello nazionale, la questione maturità per gli studenti della Formazione professionale di Cusiano sarebbe risolta (come la magistrali di una volta: cioè quattro anni più uno). Quindi si farebbe la maturità a Cles. Ma se da Roma la proposta non fosse praticabile, si proseguirà come adesso e chiedendo però al ministero di mantenere la convenzione fatta non più con il «Martini» di Mezzolombardo ma con Cles. L'Adige 23 dicembre Mezzolombardo Coscritti, Mazzoni risponde al sindaco Uno lotta a colpi di Codice MEZZOLOMBARDO - Il consigliere della lista Civica di Mezzo, Paolo Mazzoni , risponde al comunicato stampa del sindaco, Annamaria Helfer , che ha voluto difendersi, dopo gli attacchi ricevuti, successivi all'invio della lettera ai ragazzi per le scritte post cena di coscrizione. Il sindaco, nel suo intervento, aveva attaccato Mazzoni per avere invitato i giovani a non prendere contatto con l'ufficio tecnico per la quantificazione del danno. «Rilevo - risponde Mazzoni - che, in base a quanto mi è stato riferito in questi giorni, un ragazzo o ragazza che ha organizzato la festa aveva chiesto ed ottenuto l'autorizzazione verbale da parte di un componente della giunta, che in quel momento sostituiva il sindaco, ad apporre la scritta (purché non con vernice indelebile)». Per Mazzoni, quindi, se è «grave» - citiamo le parole della Helfer - che il consigliere di minoranza giustifichi il gesto, altrettanto «grave» dovrebbe essere che qualcuno dell'amministrazione abbia suggerito di usare una vernice lavabile. L'assessore è Danilo Viola del Patt che si difende. «Ho ricevuto una telefonata da parte di uno dei ragazzi. Mi è stato chiesto se potevano fare le scritte. Io ho sentito la polizia municipale e ho risposto loro subito che sarebbe stato meglio non farle. Poi ho precisato che, qualora avessero deciso di realizzarle, sarebbe stato meglio utilizzare una vernice delebile con la pioggia. Dire che io ho dato il mio ok non corrisponde al vero». Mazzoni, comunque, difende la propria posizione e ricorda che anche alcuni rappresentati della lista civica della Helfer, «Uniti per la comunità» hanno criticato la scelta del primo cittadino, fra questi Alberto Frenez . Mazzoni poi, essendo stato chiamato in causa come uomo di legge, specifica che nella lettera della Helfer viene meno il principio di personalità della responsabilità civile contenuto nell'articolo 2043 del Codice Civile («Qualsiasi fatto doloso o colposo che cagioni ad altri un danno ingiusto obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno»). «La lettera è stata inviata a tutte le famiglie anche a quelle dei ragazzi che non hanno partecipato alla festa» annota il consigliere. Secondo Mazzoni poi viene meno il principio dell'ingiustizia del danno e il principio della maggiore età e della capacità di agire (l'articolo 2 del Codice Civile prevede che «con la maggiore età si acquista la capacità di compiere tutti gli atti per i quali non sia stabilita un'età diversa»). «La lettera - nota il consigliere di minoranza - è stata inviata alle famiglie». Altra questione: il Comune, non essendo responsabile della strada (di competenza della Provincia), non può richiedere alcun danno. Il consigliere comunale conclude, specificando che il suo intervento è stato legittimo e non offensivo verso il ruolo del sindaco. «La lettera inviata non conteneva una quantificazione del danno ed era impersonale, inviata a tutti, senza tenere conto delle reali responsabilità». An. Lo. L'Adige 23 dicembre PERGINE - Nessuna sanatoria, nessuna regolarizzazione delle «soffitte fantasma». Il no (tombale?) nella tornata consiliare di lunedì sera, quando tre consiglieri del centro-destra ( Primo Pintarelli , Diego Pintarelli , Nicola Carlin di Alternativa per Pergine e con loro Mario Roat della Civica per Pergine) hanno proposto un ordine del giorno mirato a «regolarizzare le difformità riscontrate nell'uso delle soffitte», tanto discusse da qualche mese. Odg bocciato dalla maggioranza (17 i no), ma non in modo compatto, viste le tre astensioni di Francesco Pergher ed Ugo Baldessari (Patt) e di Sergio Paoli (Alternativa per Pergine). Otto i sì, tutti del centro-destra, ma Nicola Degaudenz , di questo schieramento, è uscito dall'aula al momento della votazione. Notevole la tensione e veleni sparsi tra le parole, conditi da avvertimenti. E non è mancato il colpo di teatro quando Primo Pintarelli ha denunciato in aula un fatto a suo dire grave: «Un consigliere di maggioranza ha voluto condizionare la discussione ed il voto». Ha rincarato la dose Diego Pintarelli: «Si tratta d'una intimidazione, d'un ricatto perpetrato nei confronti d'un consigliere per condizionarne il voto». A quel punto, la discussione è proseguita in seduta segreta escludendo i cittadini in sala. Tra loro, alcuni responsabili del circolo locale del Pd. Da quanto s'è appreso, un consigliere di maggioranza avrebbe intimidito un suo collega dell'opposizione ricordandogli un suo acquisto d'una soffitta di periferia adibita a luogo abitabile, cosa non consentita dal regolamento vigente. Nomi ne sono girati molti, ma si tratta solamente di illazioni che ieri non hanno trovato conferme certe. Sono all'orizzonte denunce alla magistratura, sicché la vicenda verrà a galla. Ha pestato duro Mario Roat, il capogruppo della Civica, quando ha anticipato: «Nei prossimi giorni chiederemo controlli sull'abitazione del sindaco, degli assessori e di tutti i consiglieri». Corradi, il sindaco, per nulla intimidito, ha ribadito il no al colpo di spugna sulle difformità. «Il Comune non può sanare, può solo applicare le leggi, non abbiamo alcuna intenzione di perseguitare i nostri concittadini, ben venga la possibilità di regolarizzare, ma questa possibilità non c'è». Nel corso della serata s'è anche appreso che l'amministrazione municipale ha chiesto il parere ad uno studio legale trentino circa l'applicazione esatta dei regolamenti collegati al Prg in tema di soffitte. Dal canto suo, Nunzio Zampedri (consigliere Udc), geometra molto informato sulle vicende edilizie cittadine, ha attaccato chi l'accusa di essere il fautore, anzi, l'ispiratore occulto dei controlli sulle soffitte compiuti dal Comune, finendo per appellare i due consiglieri Pintarelli (Diego e Primo) come «la P Due » di gelliana (ma non solo) memoria. M. A. Pergine «È fuori luogo la proposta di sanatoria» No secco dell'assessore Beber PERGINE - No secco di Massimiliano Beber , l'assessore all'edilizia comunale, alla «sanatoria» chiesta da alcuni consiglieri del centro-destra sulle «soffitte fantasma». I controlli effettuati hanno portato alla luce soffitte dotate di impianti di riscaldamento, elettrici, videocitofonici, idricosanitari, finiture al civile ed arredi vari. Beber ha chiarito che le norme tecniche di attuazione del Prg non considerano piano o porzione di piano quello immediatamente sottostante al tetto con altezza media ponderale minore di 2,20 metri. Il regolamento contiene tutti gli elementi necessari per definire una soffitta e il suo uso. «Non è vero che ci possono essere interpretazioni non univoche, è la relazione introduttiva del Prg stesso la fonte certa, non altri documenti. È fuori luogo la proposta di condonare eventuali situazioni difformi, per due motivi. Il primo è che si andrebbe ad una modifica del Prg senza alcuna preventiva valutazione e visione strategica sulla Pergine del futuro. Il secondo: si darebbe il segnale che un'amministrazione pubblica modifica le regole del gioco vigenti solo per mettere a posto poche situazioni non perfettamente limpide, per "meterghe su na peza"». L'Adige 23 dicembre BASSA VALSUGANA - Per molti sindaci, queste feste di anno arrivano a pennello. Le elezioni di maggio sono sempre più vicine ed in tanti comuni l'incertezza regna sovrana. Come nel caso di Torcegno, dove Paola Furlan non può più ricandidarsi. E dove, finora, nessuno ha manifestato l'intenzione di scendere in campo. In molti sollecitano Ornella Campestrini , presidente della Pro Loco, ma l'interessata glissa. Non se la passa meglio Dino Trentin , da 15 anni sindaco di Telve di Sopra. In paese, però, molti puntano su Ivo Trentin come futuro primo cittadino o, in alternativa, sull'assessore comunale alla cultura Sara Trentin . E dopo varie legislature, tra pochi mesi anche Ronchi dovrà scegliere il successore di Carlo Ganarin . A maggio saranno due le liste in campo: la prima, quella della maggioranza uscente, punterà su Giancarlo Colla - già assessore comunale in passato - che dovrà vedersela con Lorenzo Trentin , vicino al centro destra, che punta a diventare il nuovo sindaco di Ronchi. Ma grosse novità ci sono anche a Novaledo. Certa la candidatura di Roberto Paccher : l'attuale assessore comunale leghista cercherà di raccogliere l'eredità di Ferruccio Bastiani . Ed è ormai certo che l'esponente della Lega e «quasi» consigliere provinciale avrà come avversario Attilio Iseppi , sul cui nome stanno lavorando sia le opposizioni di Novaledo Comunità Futura che parte dell'attuale maggioranza. «Lo può tranquillamente scrivere. Io a maggio non ci sarò. Dopo due mandati, credo sia giusto lasciare spazio a forze nuove»: Bruno Perozzo ha deciso. E sarà uno dei suoi attuali assessori a guidare la lista dell'attuale forza di governo a Castelnuovo: in pole position Lionella Denicolò , con la possibilità che anche Danilo Wolf o Vittorio Lorenzin decidano per il grande passo. In arrivo anche una lista formata da vari giovani del paese, in attesa di capire le intenzioni delle opposizioni guidate da Claudio Ceppinati . Tutto deciso, invece, a Scurelle: Fulvio Ropelato si ripresenterà e le due minoranze stanno lavorando per presentare un candidato unitario. Nessun nome, finora. Se ne parlerà dopo le feste. Anche a Carzano ci sarà la ricandidatura di Pietro Tavernar , mentre nel vicino comune di Telve Franco Rigon non ha ancora sciolto le riserve: «Devo pensarci, ogni decisione verrà presa assieme al mio gruppo» dice. Per quanto riguarda le minoranze, l'autonomista Carlo Spagolla sta lavorando per presentare un volto nuovo e riconquistare, dopo due mandati, la maggioranza in consiglio. Ad Ospedaletto sarà della partita Ruggero Felicetti , mentre Dario Rattin non sarà il candidato sindaco a Villa Agnedo contro Mario Sandri . «Faremo una lista, questo sì, ma non sarò io a guidarla», anticipa Rattin. Si fa invece sempre più interessante l'agone politico a Ivano Fracena , con la concreta possibilità che ci siano tre liste ed altrettanti candidati sindaci. E si tratta di una comunità con poco più di 300 abitanti. C'erano stati contatti con Armando Floriani , che non può più ricandidarsi a Villa Agnedo, ora c'è anche Franco Parotto , pronto a scendere in campo a maggio. Una vera e propria caccia al candidato. E pure il sindaco uscente, Maurizio Pasquazzo , potrebbe essere della partita. M. D. L'Adige 23 dicembre CLES - Il Pd ad agosto aveva chiesto al sindaco Giorgio Osele di non dimettersi, ma di aprire un dibattito sui problemi politici all'interno della vasta maggioranza che lo aveva eletto nel 2005, e che comprendeva tutto il centrosinistra. Lo afferma Dennis Franch , presidente del Circolo Pd della valle di Non, in una nota in cui spiega quanto avvenuto dopo di quel momento. Il Pd aveva deciso di proporre come proprio candidato sindaco Flavia Giuliani , e lavorato per formare un programma ed una lista e costruire una coalizione in grado di convincere gli elettori». Elettori sempre più disorientati. «Prima di tutto si cercò il dialogo con il Patt, che oppose un rifiuto netto e fermo», si legge nella nota. Quindi fu avviata la collaborazione con due liste civiche che si stavano formando e con regole concordate si arrivò alla scelta del candidato sindaco Maria Pia Flaim (nella foto) . In seguito, la vittoria di tappa al primo turno e quella, più importante, al ballottaggio. «Il Circolo Pd riconosce con orgoglio e soddisfazione questo grande risultato, che appare frutto non di un nuovo schema politico, ma della capacità di capire e interpretare ciò che accade nel proprio territorio e di mettere in campo uomini e donne motivati e preparati con una proposta politica convincente», continua la nota. «Qualcuno non ha capito la voglia di cambiamento assai diffusa a Cles, benché sia stata il motivo conduttore anche della coalizione guidata da Marcello Graiff . Chi si aspettava che al ballottaggio gli elettori del centrodestra scegliessero il sindaco meno distante sul piano ideologico è rimasto deluso: almeno la metà di loro ha scelto il cambiamento, cioè Maria Pia Flaim e la sua coalizione». Questa l'analisi del voto da parte del circolo Pd locale, che conclude con un auspicio: «Nell'ultima legislatura un consenso vicino al 70% non è bastato a Giorgio Osele a concludere il quinquennio. Il circolo Pd augura a questa maggioranza, eletta con il 50,16%, di saper lavorare tanto e bene nell'interesse di tutti, e di ottenere il consenso o almeno il rispetto anche di chi oggi sente l'amaro della sconfitta». L'Adige 23 dicembre Con questo assessore la cultura è davvero in basso I soldi pubblici sono sempre troppi, se non sono investiti, ma regalati. Quelli spesi dal Provincia quest'anno per finanziare il corpo degli Schützen e le loro manifestazioni sono veramente un pugno nello stomaco. Amati dal Governatore e blanditi dall'assessore, questi signori che hanno l'hobby di sfilare armati con le piume sul cappello non credo rappresentino un evento culturale: non elevano lo spirito dei trentini né sono ambasciatori di trentinità, anzi: i comandi di questo plotone tuonano in tedesco, mentre la fratellanza che stringono è più con la Baviera, già nemico di Andreas Hofer in ricordo di cui dicono marciare, che col Tirolo. Per l'assessore alla cultura, tuttavia, sono questi eventi di un'importanza, adeguata alla spesa, maggiore di un concerto della Haydn o della Notte di fiaba, i quali, però, hanno sempre un ritorno economico e di immagine. Ma certamente, con questo bravo assessore, la parola d'ordine è «La cultura deve venire dal basso...» Più in basso di così... M. Grazia Leonard Mezzolombardo Pensate se Cremona diventasse «Große Sahne» E gregio direttore, la stampa informa che le norme istitutive della toponomastica italiana nella Provincia Autonoma di Bolzano, seppur precedenti al 1970, non saranno eliminate dal decreto «Calderoli». La traduzione risalente al ventennio non sarebbe un retaggio fascista, ma deriverebbe da motivi precedenti. A sostegno della suddetta affermazione viene citata una carta geografica asburgica del 1838, ove località sudtirolesi figurano in italiano. Si tratta certamente della «Carta geografica d'Italia» da M. Lapie, Atlas universel de géographie ancienne et moderne, Parigi, Lehuby, 1938). Esiste in realtà il toponimo paritetico «Bolzano ou Botzen». Tutti i restanti siti sono in tedesco coerentemente con la lingua parlata. La diligenza di Tolomei, che non prevedeva né rispetto per la lingua altrui né un bilinguismo toponomastico, ha quindi avuto completa incidenza, divulgazione e imposizione totalitarie. Sarebbe stato doveroso per verità storica informare che, nella stessa carta, i centri abitati del Trentino risultano in italiano, e non nella lingua ufficiale dell'Impero, nel rispetto di tutte le realtà linguistiche locali. Lo stesso si riscontra per l'intera toponomastica del Lombardo-Veneto (dove nessuno si sarebbe, per esempio, mai sognato di tradurre Crema con Sahne, oppure, anche peggio, Cremona con Große Sahne!). Eva Klotz UFFICIO STAMPA PROVINCIA 23 DICEMBRE Ha sede a Bolzano presso l'Accademia Europea PRESENTATO OGGI IL NUOVO UFFICIO DELL'EUREGIO Dellai, Durnwalder e Platter hanno tenuto a battesimo stamani la nuova struttura L'Euroregione Alto Adige, Trentino e Tirolo ha da oggi un nuovo indirizzo: è stato presentato stamani agli organi di informazione l'ufficio comune insediato nella sede dell'Accademia europeaEurac a Bolzano. A presentare la nuova struttura congiunta i tre governatori Luis Durnwalder, Lorenzo Dellai e Günther Platter. La Provincia autonoma di Trento ha individuato il proprio responsabile in Elena Alberti, una lunga esperienza manageriale - soprattutto nel settore marketing e per 4 anni direttore generale di TrentinoTIS spa. Nella seduta comune dello scorso ottobre a Innsbruck le tre giunte provinciali di Alto Adige, Trentino e Tirolo avevano deliberato di potenziare il profilo politico dell'Euregio. Il primo tangibile passo, secondo quanto concordato, è l'insediamento di un ufficio congiunto che ha il compito di tradurre concretamente gli indirizzi e i progetti di collaborazione transfrontaliera dettati dai responsabili politici. L'insediamento del nuovo ufficio dell'Euregio era previsto ancora entro l'anno: puntualmente i tre governatori Luis Durnwalder, Lorenzo Dellai e Günther Platter hanno dato seguito oggi all'annuncio fatto nella riunione di Innsbruck presentando il nuovo ufficio, con il relativo personale e la sede, presso il palazzo dell'Eurac-Accademia europea, in viale Druso 1. Lo staff dell'uffiico è composto da Birgit Oberkofler (Alto Adige), Michael Fink (Tirolo) e Elena Alberti (Trentino). Il presidente Dellai (che il collega sudtoirolese Durnwalder ha ringraziato in quanto "partner convinto, che non guarda solo a sud") ha sottolineato che l'istituzione del nuovo ufficio dell'Euregio è "un passaggio importante per costruire una Regione europea con dignità politica e istituzionale. Abbiamo realizzato tante iniziative concrete in questi anni, oggi ci sono le condizioni per metterle tutte in rete con una sinergia delle strutture amministrative di Bolzano, Trento e Innsbruck."Dellai ha ricordato inoltre che i progetti che saranno sviluppati dall'ufficio dell'Euregio sono destinati "a coinvolgere le popolazioni nel loro insieme, non solo le istituzioni", mentre il collega tirolese Günther Platter ha ribadito che "il nuovo ufficio è il modo giusto di partire con il lavoro comune dopo le tante manifestazioni culturali che nel 2009 hanno coinvolto le tre regioni." "Come promesso, abbiamo attivato l'ufficio entro l'anno - ha ricordato il presidente altoatesino Durnwalder - un segnale di concretezza del progetto e di rispetto degli impegni presi." Durnwalder ha sottolineato come l'Italia ritardi ancora la ratifica degli specifici protocolli aggiuntivi della Convenzione di Madrid, "e quindi abbiamo cercato un'altra strada con il GECT, il gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera, un nuovo strumento introdotto dall'UE nel 2006." Durnwalder ha ricordato che nel 2009 non si è solo commemorato il bicentenario dei moti tirolesi, "ma Alto Adige, Tirolo e Trentino hanno rilanciato la collaborazione guardando all'Europa." Con il nuovo ufficio, il primo GECT insediato in Italia, "non si faranno miracoli, ma cose concrete sì", ha concluso il Presidente. Platter ha specificato invece che "l'ufficio dell'Euregio serve anche per capire come la nostra area alpina e la nostra cooperazione possono svilupparsi nell'Europa del futuro." In tal senso ha già avuto contatti con il commissario UE designato per la politica regionale, l'austriaco Johannes Hahn. Alla presentazione del nuovo ufficio dell'Euregio ha partecipato anche l'assessore alla cultura, rapporti europei e cooperazione Franco Panizza.