La sicurezza energetica e il ruolo del gas naturale July 2015

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La sicurezza energetica e il ruolo del gas naturale July 2015
La sicurezza energetica e il ruolo del gas naturale
48
July 2015
Author:
Emanuele Paolo Sicuro
Language:
Italian
Keywords:
Energy security
Energy demand and supply
Natural gas
Natural resources
ISSN: 2281-8553
© Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie
ABSTRACT
Energy security is one of the most relevant issues that governments
and international organizations will face for years to come.
The development of global dynamics of energy demand and supply
have altered the international market. The relocation of energy
demand from high-income economies to developing countries
changed international geo-strategic balance, as well as assessments
of environmental impact of industrial supply chain have led to reevaluation of the energy policies.
The access to natural resources and their unequal geographical
distribution have always been a factor of friction between countries;
world energy markets continue to be vulnerable to disruptions by
events ranging from geopolitical strife to natural disasters.
International Energy Agency (IEA) defines energy security as the
uninterrupted availability of energy sources at an affordable price.
Historically, energy security was linked to oil supply. While oil
supply remains a key issue, the increasing complexity of energy
systems requires systematic and rigorous understanding of a wider
range of vulnerabilities.
Therefore, the focus on the natural gas market relates to the growing
importance of this resource in the global energy mix. Considerable
reserves, a good balance fixed costs/variable costs and low
emissions in the combustion cycle made natural gas the most
important resource for electricity generation. This report aims thus
to describe the main aspects of energy security linked to the
particular role of natural gas, the second energy source in Europe
and the third one in the world.
EMANUELE PAOLO SICURO
Master’s Degree in International Relations, Sapienza – University of Rome.
Collaborator of the “Geo-economics” Research Programme, IsAG, Rome.
[email protected]
Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie
2
1. Una definizione di sicurezza energetica
Il tema della sicurezza è uno dei luoghi
classici della riflessione politica, coniugato, di
volta in volta, secondo i canoni propri
dell’epoca di riferimento.
Prima della nascita dello Stato moderno, il
rapporto tra libertà e sicurezza era risolto
all’interno dell’ordine gerarchico civile, in cui
la dimensione oggettiva della protezione della
collettività si fondeva con il diritto soggettivo
della salvaguardia dei beni primari
dell’esistenza1. Con la pace di Westfalia del
1648, la protezione della sicurezza divenne
compito collettivo degli Stati nazionali, nel
momento in cui all’ordine naturale o divino
pre-moderno si sostituì il germe dello Stato di
diritto. In tal senso è possibile guardare alle
opere dei grandi interpreti dell’epoca moderna,
Hobbes, Locke e Rousseau che, attraverso la
chiave del contrattualismo, costruirono il
paradigma della sicurezza nello Stato
moderno. L’uomo esce dallo stato di natura
facendo confluire i suoi diritti all’interno di
uno spazio sociale che li legittima e li
garantisce. Come sarà in grado di chiarire solo
Kant, ecco che l’unico diritto originario
dell’uomo è la libertà nella misura in cui essa
si configura quale attributo qualitativo della
stessa esistenza umana. In questo modo il tema
della sicurezza, dal punto di vista oggettivo,
viene ricollegato a quello della legalità formale
e del controllo, mentre si configura come
salvaguardia dello spazio individuale, da
quello soggettivo.
Con il passaggio dalla società borghese alla
società di massa si assiste ad una dilatazione
del
bisogno
di
sicurezza,
laddove
l’allargamento dello spazio sociale, fisico e
virtuale produce l’emergere di nuove paure2.
Tuttavia, la necessità di ripensare le basi
costituzionali del rapporto tra libertà e
sicurezza, non riguarda soltanto la gestione dei
nuovi rischi, ma anche la nascita di nuovi
strumenti capaci di salvaguardare la libertà
attraverso lo spostamento delle decisioni sugli
individui. La sicurezza in questo senso non può
che essere funzione del principio di libertà,
garanzia dell’intreccio dei comportamenti che
costituiscono
l’esercizio
delle
libertà
3
individuali . In altri termini è possibile
rinvenire nell’evoluzione del concetto di
sicurezza, una nuova e più ampia
configurazione degli stessi pubblici poteri nel
momento in cui essi sono chiamati a svolgere
nuovi compiti.
La dimensione energetica del concetto di
sicurezza può essere considerata l’asse di tale
spostamento, da una rappresentazione
tradizionale territoriale alla sua attuale
concezione funzionale4. In tal senso la gestione
della sicurezza si ricollega alla stessa qualità
delle politiche pubbliche poiché investe tanto
l’ambito infrastrutturale quanto l’allocazione e
la gestione delle risorse, nonché la stessa
imputazione delle responsabilità.
Dati questi presupposti è possibile costruire
una definizione di sicurezza energetica in
grado di individuare il sistema di riferimento e
le dimensioni delle azioni volte alla sua tutela.
In altri termini, all’allargamento del concetto
di sicurezza, in ragione dei nuovi orizzonti del
rischio, è necessario inquadrare, da un lato,
soggetto e oggetto di tale minaccia, dall’altro,
gli strumenti idonei a contrastarla, sempre
tenendo conto della sua specifica natura.
Durante il secondo conflitto mondiale, la
decisione di Winston Churchill di alimentare le
navi inglesi con il petrolio anziché con il
carbone al fine di renderle più veloci delle
rivali tedesche, segna l’apertura del dibattito
sulla sicurezza energetica. Tale scelta
implicava la sostituzione di una risorsa la cui
1
4
P. Ridola, Diritti fondamentali: Un’introduzione,
Giappichelli, Torino, 2006, p. 136.
2
C. Mongardini, Le dimensioni sociali della paura,
Franco Angeli, Milano, 2004.
3
P. Ridola, op. cit., p. 144.
www.istituto-geopolitica.eu
A. Locatelli, Prefazione in M. Verda, Politica estera e
sicurezza energetica: l’esperienza europea, il gas
naturale ed il ruolo della Russia, Edizioni Epoké, Novi
Ligure, 2012.
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3
produzione era affidata al mercato interno, con
un’altra che avrebbe dovuto essere importata.
Ciò poneva una serie di interrogativi circa la
sicurezza e l’affidabilità delle forniture, di
fronte ai quali il Primo Ministro inglese rispose
in questo modo:
Da nessuna singola qualità, da nessun singolo
processo, da nessun singolo Paese, da nessuna
singola rotta e da nessun singolo giacimento
dobbiamo dipendere. La sicurezza e la certezza del
petrolio stanno nella varietà e nella varietà
soltanto5.
La diversificazione diviene così il pilastro
della sicurezza degli approvvigionamenti. A
partire da allora il mito dell’autarchia crolla e
il commercio internazionale comincia ad
essere inteso come driver di sicurezza. Le
relazioni internazionali divengono il sistema di
riferimento delle politiche energetiche, nella
misura in cui il mercato delle risorse diviene un
mercato globale complesso e, in virtù delle
particolari caratteristiche del bene energetico,
strategico per la salvaguardia della medesima
sicurezza nazionale6.
Il mercato dell’energia è rilevante sia dal
punto di vista strumentale, poiché la filiera
energetica può essere considerata un fattore
abilitante per lo sviluppo economico
costituendo la base di tutti i processi produttivi,
sia poiché rappresenta di per sé un vasto
mercato. Dal punto di vista metodologico è
possibile definire l’energia una merce, nella
misura in cui le viene attribuito un valore di
scambio; ed un servizio, che apre lo spettro
d’analisi agli obblighi di servizio pubblico, alle
dinamiche di accesso alla rete ed alle
normative sulla concorrenza. L’energia può
essere considerata sia una risorsa sociale, ossia
servizio di pubblica utilità, sia una risorsa
strategica, enfatizzando gli aspetti geo-politici
e di sicurezza nazionale collegati alla
disomogeneità
delle
risorse
nella
5
D. Yergin, Ensuring Energy Security, Foreign Affairs,
vol. 85, n. 2, 2006, p. 69.
6
C. Stagnaro (a cura di), Sicurezza Energetica. Petrolio
e gas tra mercato, ambiente e geopolitica,
Rubbettino/Leonardo Flacco, Catanzaro, 2007, p. 73.
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localizzazione geografica. In tal senso la
politica energetica diviene una funzione a più
obiettivi e si presenta come compromesso
all’interno di un sistema di preferenze fra i
possibili obiettivi che una società, in un dato
contesto storico, sceglie di perseguire. La
dimensione sociale del concetto di energia si
estrinseca laddove le condizioni materiali,
politiche ed economiche, non già le preferenze
soggettive, orientano le scelte del trade-off
energetico. Le politiche orientate alla sicurezza
non sono dunque gratuite, né tanto meno a
costo negativo; pongono invece una serie di
interrogativi in ordine alla scelta di misure e
provvedimenti idonei a garantire un livello di
sicurezza accettabile al minimo costo
possibile.
In tal senso la sicurezza energetica può
essere definita efficacemente come la
disponibilità di energia a prezzi ragionevoli.
Tale definizione integra all’accessibilità delle
risorse (Reliability) la ragionevolezza
economica dei prezzi (Affordability)7. Inoltre,
alla disponibilità materiale dell’energia, si
affianca la garanzia che i meccanismi di prezzo
di questo particolare bene siano sottratti da
fluttuazioni eccessive ed imprevedibili.
Quest’ultimo profilo è particolarmente
significativo proprio per le peculiarità della
domanda di energia: la sua rigidità nel brevemedio periodo si attiene all’insostituibilità
dell’energia come bene, così come delle
singole risorse tra loro; il costo principale
dell’energia è proprio
quello
delle
infrastrutture, e risulta dunque difficilmente
ipotizzabile uno spostamento continuo da una
risorsa all’altra in relazione all’andamento dei
prezzi.
I fattori di rischio sono molteplici, sia dalla
parte dei consumatori, che da quella dei
produttori di energia:
7
Vedi M. Verda, Una politica a tutto gas: sicurezza
energetica europea e relazioni internazionali,
Università Bocconi Editore, Milano, 2011; M. Verda,
Politica estera e Sicurezza energetica, op. cit.
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4
 Rischio tecnico: incidenti di trasporto,





aumento dei volumi trasportati da
giacimenti remoti.
Rischio criminale: possibili attentati
terroristici.
Rischio finanziario: fattore che si attiene
soprattutto al breve periodo, dove le
speculazioni sul mercato dei prodotti
finanziari collegati all’energia possono
causare forti disequilibri proprio in ordine
alla rigidità della domanda.
Prezzo del petrolio: anche quando i mercati
finali sono diversi e la sostituibilità tra i
beni energetici è bassa, l’oscillazione del
prezzo del greggio può amplificare gli
effetti destabilizzatori su tutto il mercato
dell’energia.
Contrazione dell’offerta: può essere dovuta
ad un livello troppo basso degli
investimenti, che, data la loro natura
ciclica, per quanto riguarda il settore,
possono causare nel medio periodo una
carenza di capacità produttiva a fronte di
un aumento della domanda; la contrazione
può essere causata d’altra parte da un
preciso intervento sul mercato dei Paesi
esportatori, che adoperano il loro potere di
mercato per aumentare prezzi e profitti.
Contrazione
della
domanda:
crisi
economiche, politiche e ambientali.
D’altra parte dal punto di vista delle
dimensioni delle azioni volte alla tutela della
sicurezza energetica è possibile individuare tre
profili tra loro integrati:
 Tecnico: si attiene alla resilienza delle
infrastrutture energetiche, cioè alla loro
capacità di resistere in condizioni di
emergenza. Il rafforzamento di tale
parametro attiene allo sviluppo tecnologico
e alla diversificazione delle infrastrutture
di importazione, nonché delle risorse
impiegate. In questo senso la resilienza
delle infrastrutture energetiche di un Paese
non può prescindere dalla definizione di
8
standard di sicurezza adeguati per gli
impianti ed altresì da una certa capacità di
stoccaggio in grado di fronteggiare
eventuali picchi stagionali della domanda o
eventuali interruzioni delle forniture.
 Economico: la sicurezza energetica
esprime un costo opportunità all’interno
del trade-off tra rischio accettabile e spesa
sostenibile. È evidente come sia
impensabile un’eliminazione totale del
rischio, dato che ogni investimento in
sicurezza può soltanto ridurlo. La stessa
strategia di diversificazione ha dei costi,
seppure in parte compensati dalla maggiore
concorrenzialità dei mercati; le misure di
efficienza energetica, allo stesso modo,
hanno dei costi ricompresi all’interno di
piani strategici di riduzione dell’input di
energia nei processi produttivi, al fine di
ridurre la vulnerabilità relativa alla
eccessiva dipendenza dalle importazioni di
combustibili.
 Politico: la politica energetica è una
funzione a più obiettivi che si occupa
dell’allocazione di porzioni consistenti
delle risorse di un Paese. In tal senso le
scelte di politica energetica rappresentano i
valori di un determinato tipo disocietà, a
prescindere da soli criteri di efficienza.
Il rischio e le azioni volte a contrastarlo
interessano non solo i Paesi importatori di
risorse energetiche, ma anche coloro che le
esportano. Il settore energia tende ad attrarre i
capitali disponibili, riducendo, nei Paesi
esportatori netti, le alternative di creazione
della ricchezza. Ecco che il rapporto
esportatore-importatore si configura come una
vera e propria interdipendenza energetica dove
i Paesi produttori richiedono investimenti e
trasferimento di tecnologie, mentre i Paesi
consumatori regolarità delle forniture a prezzi
di mercato.
Il meccanismo dei prezzi suggerisce, dando
indicazioni sia statiche che dinamiche su
domanda e offerta, i comportamenti da
M. Verda, op. cit., p. 30.
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5
adottare se rivolti alla conservazione o allo
sviluppo di alternative. L’ordine di mercato
diviene un’istituzione sociale, uno strumento
di diffusione della conoscenza, capace di
indicare gli impieghi a seconda delle
preferenze. La scarsità di una risorsa
costituisce l’opportunità per lo sviluppo di
alternative, e la ricerca del profitto incontra la
ricerca di soluzioni.
2. Il mercato del gas naturale
L’enfasi globale sul mercato del gas
naturale attiene alla capacità con cui questa
particolare risorsa si presta ad assorbire
l’aumento della domanda globale di energia,
rispondendo allo stesso tempo alle esigenze di
contenimento delle emissioni e di sviluppo
sostenibile. In tal senso negli ultimi anni la
domanda di gas naturale è andata crescendo,
tanto che questa risorsa si presenta oggi come
la seconda fonte energetica in Europa e la terza
dopo il carbone a livello globale9. Le ragioni
del “successo” del gas sono molteplici, ma
possono essere ricondotte a tre profili
fondamentali: le riserve note di gas sono
abbondanti; buon rapporto costi fissi/costi
variabili nella generazione elettrica; basse
emissioni di gas serra nel ciclo di
combustione10.
Fig. 1: Generazione elettrica globale per combustibile (%)11
40,50%
22,30%
19,40%
12,90%
4,60%
0,30%
Combustibili
solidi
Gas
Rinnovabili
Nucleare
Petrolio e
derivati
altri
Il dato fondamentale nell’evoluzione storica
dei consumi mondiali di energia è il
progressivo passaggio verso forme di energia
più dense: l’elettricità è il combustibile più
denso a nostra disposizione, idoneo ad essere
utilizzato per scopi diversi. Il passaggio
inerziale
all’elettricità
ha
prodotto
l’affermazione sul mercato mondiale del gas
naturale (assieme ad un revival del carbone)
per le particolari caratteristiche di questa
risorsa sotto i profili di economicità e
sostenibilità.
Oggi il mercato del gas si presenta
particolarmente lungo. Da un lato, la crisi
economica ha portato ad una generalizzata
contrazione dei consumi, sostenuta, almeno
per quanto riguarda l’Europa, da importanti
politiche per l’efficienza. Inoltre, il carbone a
9
11
Fonte: elaborazione dell’Autore su dati IEA, Aprile
2013, Commissione Europea, EU Energy in figures.
Statistical pocket book 2013.
Fonte: EIA, International Energy Outlook 2013.
A parità di energia prodotta il ciclo di combustione del
gas naturale comporta emissioni inferiori di anidride
carbonica (mediamente dal 25 al 40%) rispetto ad altri
combustibili di origine fossile come il petrolio.
10
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6
basso costo ha insidiato il ruolo predominante
del gas nella generazione elettrica. Per ciò che
riguarda l’offerta, l’evoluzione dei mercati
risente in primo luogo della rivoluzione
unconventional degli Stati Uniti e del surplus
di volumi che ne deriva. Le previste
importazioni di GNL del Nord America sono
state dirottate sui mercati europeo ed asiatico,
aumentandone la liquidità. D’altra parte,
l’entrata in funzione di nuove infrastrutture,
progettate
prima
della
significativa
contrazione dei fabbisogni nazionali, ha
prodotto un aumento dell’offerta a fronte di
una domanda stagnante. Gli effetti di tale
congiuntura
internazionale
hanno
rivoluzionato la struttura dell’intera filiera di
questa risorsa, aumentando la flessibilità del
suo commercio su scala globale.
I limiti fisici circa il trasporto del gas hanno
influenzato fortemente la struttura del suo
mercato, che, a differenza di quello petrolifero,
può essere considerato prevalentemente
regionale. Il gas naturale, infatti, viene per lo
più trasportato attraverso tubature sotto
pressione dette gasdotti o pipeline; tali
infrastrutture rigide e molto costose hanno
ostacolato la nascita di un mercato globale
liquido sul modello di quello petrolifero.
Dunque, il livello di concentrazione delle
riserve e i vantaggi comparati delle
importazioni via tubo, rispetto alla tecnologia
liquida via metaniera (GNL o LNG), hanno
contribuito alla regionalizzazione dei mercati.
È possibile individuare tre distinti mercati
regionali del gas:
 Nord America/Bacino Atlantico: con le
loro grandi riserve e con un sistema di
gasdotti integrato, Stati Uniti, Canada e
Messico storicamente sono sempre stati in
grado di soddisfare la propria domanda
interna. Negli anni scorsi si riteneva che gli
Stati Uniti avrebbero cominciato ad
importare grossi quantitativi di GNL.
Tuttavia, una produzione migliore delle
aspettative ha ridimensionato i risultati
supposti. Tale produzione si deve, non solo
allo sviluppo di tecnologie legate
all’estrazione ed alla produzione di shale
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gas, ma anche alla crescita di mercati più
attrattivi per le metaniere di GNL.
 Europa: l’importanza cruciale del gas nel
mix energetico e l’elevata dipendenza dalle
importazioni rendono il mercato europeo il
più importante del mondo.
 Asia/Pacifico: quest’area è il più grande
mercato GNL del mondo; il Giappone è il
primo importatore della regione, seguito
dalla Corea del Sud e da Taiwan.
A differenza del mercato petrolifero, dove
flessibilità e sicurezza sono legate alla natura
globale di tale mercato, per il gas il trasporto
via tubo, ed i rapporti bilaterali che ne
derivano, alterano i meccanismi di
stabilizzazione e minano la resilienza del
sistema. La minore liquidità dei mercati
regionali ostacola le possibilità di arbitraggio,
alterando i meccanismi di formazione del
prezzo. I gasdotti creano rapporti di
interdipendenza tra consumatore e produttore;
una volta posata la condotta non è più possibile
cambiare
partner
commerciale.
Le
caratteristiche del mercato hanno portato i
partner a vincolarsi attraverso tipologie
contrattuali a lungo termine, capaci di garantire
l’afflusso di capitali necessario agli ingenti
investimenti delle infrastrutture e, d’altra parte,
di assicurare la disponibilità materiale della
risorsa all’importatore. Attraverso le clausole
Take or Pay, le transazioni a lungo termine
vedono il venditore farsi carico del rischio
prezzo e l’acquirente del rischio volume. Tali
clausole vincolano l’importatore a comprare
una quantità minima di gas, di solito circa il
90%
della
quota
contrattuale,
indipendentemente dalla quantità ritirata;
d’altra parte il prezzo della fornitura è
indicizzato ad un paniere di prodotti petroliferi
che ne stabilizzano le oscillazioni.
In questo contesto emergono due driver di
cambiamento: da un lato l’espansione del
mercato del GNL e dall’altro la nascita di
mercati spot per la vendita del gas naturale,
simili a quelli petroliferi.
Il mercato del gas naturale è strettamente
collegato a quello del petrolio; le due risorse
sono sostitute e correlate sin dal momento
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7
dell’estrazione; il gas, infatti, è molto spesso
associato ai giacimenti petroliferi, in quanto il
meccanismo di formazione dei prezzi del gas è
costruito su clausole di indicizzazione a diversi
prodotti petroliferi. La necessità di svincolare
il mercato del gas naturale da quello del
petrolio e di avviare una competizione gas-togas sul mercato internazionale diviene sempre
più stringente, anche guardando alla recente
congiuntura internazionale. Gli effetti della
liberalizzazione e la ristrutturazione dei
mercati del gas risalgono anche al significativo
sviluppo del mercato del gas liquefatto. Il GNL
ha assunto oggi il ruolo di driver di sicurezza
energetica per la flessibilità offerta dalla sua
struttura industriale, nonché per la
competitività dei prezzi e la diversificazione
dei fornitori. L’aumento dei volumi di GNL nel
mercato internazionale del gas, tuttavia, è
avvenuto
principalmente
a
seguito
dell’evoluzione tecnologica dei vari segmenti
della filiera, che ha permesso lo sviluppo di
economie di scala12 tali da rendere sempre più
conveniente questa tipologia di trasporto. A
livello mondiale la capacità di liquefazione è
passata da 167,1 Bcm nel 2000 a 383,9 Bcm
nel 201213 a testimonianza del rinnovato
interesse per il GNL. Il mercato GNL è stato
capace di garantire prezzi competitivi
all’interno di un contesto di crescente
liberalizzazione dei mercati e maggiore
concorrenzialità, offrendo sicurezza degli
approvvigionamenti e diversificazione delle
forniture. Sia i gasdotti che gli impianti GNL
sono particolarmente sensibili alle economie di
scala per l’ammortamento dei costi. Tuttavia,
mentre il gasdotto veniva costruito in base alle
dimensioni massime consentite dal mercato di
riferimento, le economie di scala sul mercato
GNL hanno permesso che i maggiori volumi
prodotti da treni di liquefazione di dimensione
superiore potessero essere distribuiti su più
mercati.
Il vantaggio comparato del GNL è tutto
racchiuso nella flessibilità dei volumi, che, per
la maggior parte, derivano dall’asimmetria tra
l’espansione di un impianto dedicato e la
crescita del mercato del cliente. In tal senso,
all’aumento della competitività del mercato del
gas corrisponde una propensione dei fornitori
di GNL a lasciare scoperta una parte della
produzione per le contrattazioni a breve
termine14. La crescita della quota spot del
mercato GNL si accompagnerà ad una
maggiore esposizione delle forniture verso la
volatilità tipica dei mercati finanziari. Laddove
i contratti a lungo termine fissavano la
variabile prezzo, indicizzandola ad un paniere
composto da diverse risorse energetiche, per il
mercato spot a tale stabilità si sostituiscono le
quotazioni a pronti, che seguono l’andamento
dei prezzi spot dei principali hub del gas. È
evidente, in questo modo, la corrispondenza tra
alcuni fattori: espansione del mercato GNL –
mercato spot – hub del gas – decoupling
gas/petrolio – concorrenza e ristrutturazione
dei mercati. All’aumento della quota spot del
mercato del gas, aumentano gli sfasamenti
temporali tra obiettivi di profitto dei venditori
e sicurezza dell’approvvigionamento dei
compratori. Il contratto di compravendita
tradizionale a lungo termine assicurava una
copertura totale del rischio di investimento; i
mercati spot, invece, prevedono un sistema di
gestione del rischio nuovo, affidato ai
meccanismi di stabilizzazione offerti dal
mercato dei derivati finanziari: contratti
futures, options e swap. Tali strumenti molto
liquidi hanno assicurato la copertura delle
transazioni a breve termine e costituiscono
l’asse portante del mercato finanziario legato
al gas nella borsa di New York (NYMEX).
Nella maggior parte dei mercati europei il
prezzo del gas è indicizzato a quello del
petrolio. Ciò non vale per il mercato
britannico, dove circa la metà del gas
consumato è scambiato in mercati spot, con il
National Balancing Point (NBP) che agisce da
piattaforma di interconnessione virtuale dei
flussi import/export. Anche i recenti contratti a
12
14
J.T. Jensen, Il commercio internazionale e il ruolo del
GNL, in Enciclopedia degli Idrocarburi, vol. IV
Economia, Politica, Diritto degli Idrocarburi, Treccani.
13
Dati Eni, World Oil and Gas Review 2013.
www.istituto-geopolitica.eu
Vedi J.T. Jensen, The development of a global LNG
market: is it likely? If so when?, The Oxford Institute for
Energy Studies, NG 5, 2004.
www.geopolitica-rivista.org
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8
lungo termine, siglati da Regno Unito e Qatar
per finanziare alcuni grandi progetti
infrastrutturali, presentano clausole di
indicizzazione dei prezzi ricollegate al sistema
NBP più che all’andamento dei prezzi del
greggio15. Anche il mercato nordamericano,
originariamente, operava attraverso clausole di
indicizzazione dei prezzi simili a quelle dei
contratti a lungo termine europei. A partire
dalla liberalizzazione dei mercati energetici,
negli anni Ottanta e Novanta, si è affermato un
nuovo modello di mercato del gas, basato su un
sistema di hub. Per hub si intende una
piattaforma contrattuale e di interconnessione
dove intervengono compratori e venditori di
gas naturale. Un hub può essere fisico, nel
momento in cui convergono in uno stesso
punto più gasdotti relativi a sistemi di
trasmissione diversi; solitamente a tale snodo
fisico è associato un trading hub, una vera e
propria borsa finanziaria del gas naturale in
cui, non solo vengono scambiati volumi di gas,
ma anche prodotti finanziari derivati. Un hub
può essere, inoltre, anche solo virtuale, o
system hub, simulando le caratteristiche di un
hub fisico; questo tipo di hub è una vera e
propria piattaforma finanziaria virtuale, dove
diversi competitor, attori nazionali e regionali,
si
scambiano
quantitativi
di
gas
indipendentemente dalla sua provenienza. I
volumi scambiati non sono immediatamente
trasferibili, ma tali snodi forniscono liquidità al
mercato ed incoraggiano il raggiungimento di
un prezzo unico per il gas. Il gas naturale in
Nord America viene scambiato in oltre 40 hub
sparsi in tutto il territorio, il più importante dei
quali è l’Henry Hub in Louisiana, che è anche
il punto di riferimento per i prezzi NYMEX16
dei contratti futures17 del gas. Negli ultimi anni
i mercati spot sono in forte espansione. La loro
flessibilità si riflette soprattutto nelle
condizioni di prezzo più favorevoli rispetto a
quelle relative ai contratti a lungo termine.
Fig. 2: Confronto tra prezzi indicizzati e mercato spot18
15
Susan L. Sakmar, Esq., The Globalization and
Environmental Sustainability of LNG: Is LNG a Fuel for
the 21st Century, World Energy Congress, Montreal,
Canada, September 12-16, 2010.
16
New York Mercantile Exchange è il principale
mercato mondiale per futures and options sui prodotti
energetici.
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17
Future Contract è un “contratto a realizzazione
futura”. Sinteticamente è un contratto di compravendita
in cui le controparti si impegnano a scambiarsi in data
prefissata ed ad un prezzo (future price) definito dal
contratto, l’ammontare di strumenti finanziari o di uno
specifico bene reale sottostante al contratto, il cui prezzo
si forma sul relativo mercato.
18
Fonte: AEEG, Platts.
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9
Il grafico mostra l’andamento del prezzo di
un contratto storico indicizzato ai prodotti
petroliferi e quello dei prezzi all’hub olandese
TTF, assunto come riferimento del mercato
spot europeo. Il nuovo contesto internazionale
ha esercitato forti pressioni verso la
rinegoziazione dei contratti a lungo termine
europei, fino al raggiungimento di nuove
condizioni. Alcuni Paesi, che hanno scelto di
mantenere prezzi di riferimento per il mercato
domestico,
hanno
però
incrementato
l’incidenza dei prezzi del mercato spot nelle
formule di indicizzazione (per esempio 36% in
Francia contro il precedente 26%), riformando
la metodologia di aggiornamento tariffario e di
fatto limitando lo stringente legame ai prezzi
dei prodotti petroliferi19. Il Belgio, mercato
adiacente a quello britannico, è passato ad una
indicizzazione totale al mercato spot.
Il rafforzamento della sicurezza degli
approvvigionamenti di gas è riconducibile
all’eccesso
di
offerta
sul
mercato
internazionale, in parte dovuta al calo della
domanda e al contingentamento dei consumi,
in parte alla ristrutturazione del mercato. Le
risorse non convenzionali hanno rivestito in
questo senso un ruolo significativo poiché
hanno spostato gli equilibri economicostrategici, ridefinendo la geografia dell’offerta.
L’aumento delle aree di produzione e la
diversificazione dei fornitori hanno modificato
i trend di sviluppo dei mercati ed il loro
andamento inerziale. D’altra parte le
conseguenze ricollegabili direttamente alla
rivoluzione
unconventional
sembrano
contenute, tenendo conto della decisione di
molti Paesi europei di non ricorrere a tali
risorse in ragione di valutazioni ambientali20.
L’espansione del mercato GNL e l’aumento
della quota spot dei mercati hanno risposto alle
esigenze di diversificazione delle rotte e dei
partner commerciali. Gli investimenti nelle
nuove capacità di importazione rispondono
all’esigenza di aumentare la liquidità del
mercato, favorendo la resilienza del sistema ai
picchi della domanda ed alle emergenze.
D’altra parte le peculiarità della struttura
dell’intera filiera energetica pongono una serie
di interrogativi in ordine alle valutazioni ed
alle strategie, che, di volta in volta, gli organi
politici scelgono di perseguire.
Per quel che riguarda l’Unione Europea, il
rapido declino della produzione interna e il
conseguente aumento della dipendenza dalle
importazioni rendono la questione energetica
una priorità. D’altra parte i grandi temi della
sicurezza degli approvvigionamenti, della
concorrenza e dell’integrazione dei mercati
energetici si affiancano a quello della
sostenibilità ambientale, banco di prova della
qualità con la quale l’Unione intende porsi
come
principale
attore
economico
internazionale. La sicurezza, la competitività e
la sostenibilità del sistema a lungo termine
divengono obiettivi raggiungibili laddove,
all’interno di un quadro normativo comune, sia
possibile attuare quelle misure strategiche che
indirizzino gli investimenti nella giusta
direzione21.
19
Energetica, n. 13 – Gennaio/Giugno 2013, Parte II –
Approfondimento, p. 50.
21
European Commission, Energy Roadmap 2050,
Brussels 15.12.2011, SEC (2011) 1565 final.
Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, Mercato del
Gas Naturale. Riforma delle condizioni economiche nel
servizio di tutela, Documento per la consultazione
58/2013/R/Gas, p. 7 e ss.
20
N. Rossetto, La rivoluzione del non convenzionale
statunitense e l’impatto sui mercati europei,
Osservatorio di Politica Internazionale, Focus Sicurezza
www.istituto-geopolitica.eu
www.geopolitica-rivista.org