Il Granello di Sabbia
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Il Granello di Sabbia
Granello di Sabbia n°130 pag. 1 (8 ) Vi preghiamo di diffondere il Granello nella maniera più ampia possibile. Il Granello di Sabbia n°130 – venerdì 14 maggio 2004 GOOD MORNING IRAQ Indice degli argomenti Good Morning Iraq – lettera di un soldato Usa a Najaf alla sua famiglia ciao a tutti... qui è un inferno... le troiate che dobbiamo fare per restare vivi sono bestiali. (…) Traduzione di Claudia Assirelli e Genoveffa Corbo 1 - La guerra giusta dei prodi di Imma Barbarossa, Elena Beltrame, Maria Di Rienzo, Nella Ginatempo, Monica Lanfranco, Lidia Menapace, Rosangela Pesenti (Convenzione permanente donne contro la guerra) Il manifesto politico di Prodi su Guerra e Pace ripropone un approccio tradizionale al tema della guerra giusta. 2 - Governo Lula: abbiamo conquistato il governo, non ancora il potere di Frei Betto Per comprendere il governo Lula, due chiavi di lettura possono essere utilizzate. Per prima cosa abbiamo vinto le elezioni, non abbiamo fatto una rivoluzione. Le persone che pensavano ad una rivoluzione, si aspettano non solo "fame zero", ma anche "governo zero", come se si potesse ricominciare tutto da capo. 3 - No al saccheggio della Baia di Tela di COPINH (Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras) “Ricardo Maduro Presidente della Repubblica di Honduras è alla ricerca di investimenti esteri per il proprio Paese” così dichiara la nota della presidenza inviata alla stampa il 9 maggio 2004. (segnalazione di Radio Onda d’Urto) 4 - Sviluppo ed apertura economica di Theotonio dos Santos E' da poco terminato, al Centro Internacional de India, il seminario su “Economie Aperte e Sviluppo” promosso dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e sullo Il seminario si è rivelato un'ulteriore possibilità per confermare la tesi, che già circola, secondo la quale il neoliberalismo sta attraversando una grave e forse definitiva crisi. (Traduzione di Loredana Stefanelli - Traduttori per la Pace) Good Morning Iraq – lettera di un soldato Usa a Najaf alla sua famiglia ciao a tutti... qui è un inferno... le troiate che dobbiamo fare per restare vivi sono bestiali. Najaf è nel caos... Stiamo cercando di cavarcela alla meglio o quando gli ufficiali si annoiano, andiamo a combattere.. Vorrei tanto tornare a casa. ma non se ne parla nemmeno e credo che ci terranno qui per altri sei mesi o finché non ci ammazzano tutti. quasi tutta la città è controllata dall'esercito di Sader e quelli sono soldati veri e non come a Baghdad dove quei cazzoni di locali piazzano bombe per le strade. però. sto benone. sono nell'accampamento.. nella parte nordovest della città. sono diventato sordo dall'orecchio destro durante uno scontro di qualche giorno fa . il dottore dice che dovrebbe guarire bene anche se.. c'è ancora infezione per l'onda d'urto delle granate. sul corpo non ho ferite, solo l'interno dell'orecchio fa un male cane. non c'è molto da dire. sono ancora in piedi, solo sordo da un orecchio. ah ah ah. schifosa guerra di merda... sono fuori di testa . spero che dalle vostre parti vada tutto bene. mamma mi manchi e anche Rinn e papà mi mancano. vi voglio bene..vorrei dirvi quanto tengo a voi. La posta funziona. vi prego scrivete o mandatemi delle cose. va tutto bene nel Maine, mamma?... Pà deve far caldo adesso in Florida. ah ah ah qui ieri c'erano 57 gradi. Rinny mi servono dei rullini. Puoi vedere di mandarmene ancora. e. pregate per me e dormite tranquilli. mi mancate da matti. ah ah ah ah ah ah avete visto il nuovo tatuaggio di Jessica?...è proprio tutta pazza. e l'adoro. bene, vado. cercherò di scrivervi ancora. hanno appena iniziato a installare i computer quindi cercherò di scrivere fra alcuni giorni. I. La lettera è datata 11 maggio, inviata dalla sorella. Traduzione di Claudia Assirelli e Genoveffa Corbo [email protected] - http://attac.org/ - Per abbonarsi: http://attac.org/listit.htm Il Granello di Sabbia è realizzato da un gruppo di traduttori e traduttrici volontari/e e dalla redazione di ATTAC Italia Granello di Sabbia n°130 pag. 2 (8 ) Vi preghiamo di diffondere il Granello nella maniera più ampia possibile. 1 - La guerra giusta dei prodi di Imma Barbarossa, Elena Beltrame, Maria Di Rienzo, Nella Ginatempo, Monica Lanfranco, Lidia Menapace, Rosangela Pesenti (Convenzione permanente donne contro la guerra) Il manifesto politico di Prodi su Guerra e Pace ripropone un approccio tradizionale al tema della guerra giusta. Dopo un inizio in cui si richiama al ripudio costituzionale della guerra e ad una proclamata volontà di ritirare le truppe dall'Iraq, riespone, in aperto contrasto con le dichiarazioni di principio, le posizioni classiche di chi giustifica la guerra e soprattutto le guerre che ha concretamente appoggiato o che si appresta ad appoggiare. A proposito dell'uso legittimo della forza si ripropone il solito vecchio equivoco che porta a giustificare la guerra in Kosovo, la prima guerra del Golfo e la guerra in Afghanistan. L'equivoco secondo cui vengono assimilate guerra e operazione neutrale di polizia internazionale, vengono assolutamente confusi i soggetti abilitati all'uso legittimo della forza e le modalità di armamenti e di comportamenti che fanno tutta la differenza tra guerra e interposizione. Dice Prodi: “l'uso della forza potrebbe e dovrebbe essere ammesso solo in quei casi in cui essa servisse a proteggere delle popolazioni". Su questa affermazione poniamo domande ineludibili: “Era per proteggere la popolazione del Kuwait che si sono bombardati i civili in Iraq nel '91 e si è condannato a morte l'esercito iracheno in rotta, bruciandolo col napalm e con l'uranio impoverito (il cui inquinamento ha determinato la sindrome del Golfo per migliaia di persone, soprattutto bambini)?"; "Era per proteggere la popolazione kosovara che si è bombardata Belgrado, si sono distrutti 61 ponti sul Danubio 33 ospedali, innumerevoli scuole e perfino la TV serba, si è fatta la guerra chimica bombardando Pancevo e si è prodotta la più grande devastazione per il popolo serbo?"; "Era per proteggere la popolazione dell'Afghanistan o -con uno strano artificio di pensiero- la popolazione degli USA ,che si sono bruciati i villaggi dell'Afghanistan e prodotti decine di migliaia di morti tra i civili, riaccendendo una guerra civile endemica,ennesima giustificazione per un nuovo contingente stanziale della NATO?" La concretezza della guerra mostra ancora e sempre la sua insostenibilità, morale, giuridica e politica. Non ci sono e non ci saranno mai guerre giuste o guerre che servono a proteggere popolazioni. Confondere la guerra con l'uso legittimo della forza da parte dell'ONU sarebbe come confondere gli Eurofighter e la portaerei Garibaldi con la polizia urbana. La Carta dell'ONU vieta la guerra e tutti gli armamenti pesanti in grado di coinvolgere nei loro effetti distruttivi le popolazioni civili e l'ambiente. Inoltre, cosa fondamentale quanto ai reali rapporti di forza e agli interessi in gioco sullo scacchiere geopolitico, fa divieto a ogni singola Nazione o coalizione di Stati di intraprendere una guerra, riservando esclusivamente alle N.U. un ruolo di interposizione militare oppure di "missioni di pace". Il motivo per cui oggi l'ONU non può entrare in Iraq è legato a questo fondamento della pacificazione: non si può nè continuare nè avallare a posteriori una occupazione militare, forma attuale della aggressione al popolo e allo Stato dell'Iraq da parte dela guerra angloamericana. La protezione della popolazione dell'Iraq potrà avvenire solo se gli attuali aggressori si ritireranno portando con sé i loro 140.000 soldati di invasione e le loro sei basi militari. E portando con sé anche il governo illegittimo attualmente in carica che ha fatto le leggi ad uso degli occupanti, a cominciare dalla svendita totale di ogni risorsa e bene comune dell'Iraq. Echiudendo i nuovi lager dove rinchiudono i desaparecidos iracheni, frutto dei rastrellamenti nelle case, simili a quelli della Palestina sottoposta all' occupazione del governo israeliano. Per tutto ciò, continuare ad auspicare l'ingresso dell'ONU in Iraq, senza prima ottenere il ritiro delle forze di occupazione e la formazione di una forza di polizia internazionale -formata rigorosamente dai paesi non belligeranti che erano contrari alla guerra ( e da paesi arabi in un paese arabo !) - significa continuare a confondere le acque e a rinviare l'unica opera di pacificazione possibile: rompere la complicità con la guerra globale permanente, ritirando le truppe subito e unilateralmente per avviare concretamente un processo di pace. In sintesi le nostre critiche al manifesto Prodi si rivolgono a due aspetti sostanziali: - LA RIEDIZIONE DELLA DOTTRINA DELLA GUERRA UMANITARIA CHE INCLUDE PERFINO L'AFGHANISTAN e che è purtroppo gravida di futuro perché la NATO ha imposto per un altro anno l'esercito stanziale in Afghanistan e perché tutto il Nuovo Modello di Difesa prende a pretesti la presunta lotta al Inoltre i corpi civili di pace e le alternative alle missioni militari non vengono neanche considerate . terrorismo e l' umanitarismo armato. - LA QUESTIONE DELL'INGRESSO DELL'ONU IN IRAQ rispetto alla quale Prodi parla ecumenicamente di "una collaborazione la più ampia possibile, con la partecipazione di tutti i paesi pronti all'intervento: europei ed extraeuropei, atlantici ed extraatlantici." Il che significa riproporre la presenza angloamericana nell'abbraccio degli alleati e tacere la continuazione della occupazione militare sotto mentite spoglie. Ancora una volta non si pone la condizione preliminare per una neutralità dell'intervento ONU e cioè il ritiro degli aggressori. [email protected] - http://attac.org/ - Per abbonarsi: http://attac.org/listit.htm Il Granello di Sabbia è realizzato da un gruppo di traduttori e traduttrici volontari/e e dalla redazione di ATTAC Italia Granello di Sabbia n°130 pag. 3 (8 ) Vi preghiamo di diffondere il Granello nella maniera più ampia possibile. Fin dal '91 noi donne pacifiste lanciammo il nostro grido di protesta: FUORI LA GUERRA DALLA STORIA . Oggi e sempre lo riproponiamo come unica forma possibile di convivenza tra i popoli e unica possibilità di futuro per il mondo.Allo stesso modo siamo convinte che, per il ruolo dell'Europa e dell'Italia, a fondamento di una nuova politica estera basata sul disarmo e sulle politiche attive di pace, sia , a partire dal ripudio della guerra in Costituzione europea, LA NEUTRALITA' MILITARE DELL'EUROPA, obiettivo politico generale per il maturo il momento per dichiarare e sostenere quale ,come portavoce della Convenzione permanente di donne contro le guerre ,siamo impegnate nel lavoro comune. 2 - Governo Lula: abbiamo conquistato il governo, non ancora il potere di Frei Betto Per comprendere il governo Lula, due chiavi di lettura possono essere utilizzate. Per prima cosa abbiamo vinto le elezioni, non abbiamo fatto una rivoluzione. Le persone che pensavano ad una rivoluzione, si aspettano non solo "fame zero", ma anche "governo zero", come se si potesse ricominciare tutto da capo. In realtà, noi dobbiamo negoziare con il Congresso, che è conservatore; con il potere giudiziario, che è conservatore; con i creditori internazionali, che sono più che conservatori. Non è facile cambiare una struttura in poco più di un anno e non lo è nemmeno in quattro anni. In secondo luogo, noi siamo arrivati al governo, non abbiamo conquistato il potere. Si tratta cioè di conquistare fette di potere. Ma è quando si sta all'interno della macchina dello Stato che si capisce dove sta il potere. In ogni modo, questo è un governo che ha un impegno storico con la causa dei poveri: è per questo che Lula ha dato priorità alla questione sociale e,in particolar modo, alla questione "fame zero". Tutti i governi preferiscono società immobili, mentre Lula ha creato un dipartimento, di cui faccio parte, di mobilitazione sociale: per questo la nostra relazione con i movimenti sociali, e fra questi il movimento dei senza terra, è così fraterna. Il governo non cadrà né nella trappola dell'estrema destra né nella trappola dell'estrema sinistra. L'estrema destra vorrebbe che il governo criminalizzasse l'Mst. Per esempio, ora, durante l'"aprile rosso", di fronte a un centinaio di occupazioni promosse dal Movimento, la destra vorrebbe che il governo fermasse l'Mst, che arrestasse Joao Pedro Stedile. L'estrema sinistra vorrebbe invece che il governo cooptasse l'Mst, ma noi non vogliamo ripetere l'errore commesso dai Paesi socialisti, che trasformarono i movimenti in mere cinghie di trasmissione del governo. Noi vogliamo che i movimenti sociali siano autonomi e critici. Mi è stato chiesto: è vero che la Conferenza dei vescovi, la Cnbb, ha di nuovo rivolto una dura critica al governo,rompendo con Lula? È vero, la Cnbb ha rivolto nuovamente una dura critica al governo, ma non ha rotto con il governo. Per tutta la vita abbiamo lottato per una Chiesa profetica e ora vorremmo che non lo fosse più? Il ruolo dei movimenti sociali, il ruolo delle istituzioni autonome è proprio quello di aiutare il governo con le proprie critiche. Finora solo due settori sociali molto piccoli hanno rotto con il governo: un gruppo di parlamentari che, avendo sperato nella rivoluzione, sono usciti dal governo e stanno ora cercando di dare vita ad un nuovo partito, e un gruppo di intellettuali, alcuni dei quali offesi per non essere stati invitati a collaborare con il governo. Ma noi continueremo a dialogare con tutti i settori senza porre alcuna barriera: è un principio del presidente quello di dialogare con tutti i settori della società, qualunque sia il loro atteggiamento verso il governo. Il dialogo con i movimenti sociali è più intenso e frequente di quanto si sappia attraverso la stampa, perché molti incontri si svolgono senza chela stampa ne sia a conoscenza. La fame fa distinzione di classe In Brasile 11 milioni e 400mila famiglie vivono in condizioni di denutrizione cronica. E allo stesso tempo il Brasile è uno dei più grandi produttori mondiali di alimenti. Il maggiore scandalo del XXI secolo è la fame nel mondo. Tre fattori provocano oggi nel mondo una morte precoce: il terrorismo, la guerra e l'Aids. Esistono molte campagne contro il terrorismo, la guerra e l'Aids, tutte molto importanti. Ma anche sommando le vittime del terrorismo, della guerra e dell'Aids non arriviamo alla metà delle vittime per fame. A mezzanotte di oggi saranno morte per fame 100mila persone nel mondo, di cui 30mila bambini con meno di 5 anni. Questo significa che 10 torri gemelle, con soli bambini, crollano ogni giorno. E nessuno commemora, nessuno piange, nessuno protesta, nessuno dice niente. Vi sono 40 milioni di persone con l'Aids e 842 milioni di persone che soffrono di denutrizione cronica: ma, se la fame uccide venti volte più dell'Aids, come mai esistono così poche campagne contro la fame? Io ho trovato finora solo una risposta: la fame fa distinzione di classe, il terrorismo, la guerra e l'Aids no. È come se noi, ben nutriti, dicessimo: che i miserabili muoiano di fame non mi importa; io non posso morire di fame. Il progetto Fame Zero è stato pensato come programma non assistenzialista. E l'anno passato ha privilegiato 5 aree: il semi-arido nel Nordest; le comunità quilombolas [email protected] - http://attac.org/ - Per abbonarsi: http://attac.org/listit.htm Il Granello di Sabbia è realizzato da un gruppo di traduttori e traduttrici volontari/e e dalla redazione di ATTAC Italia Granello di Sabbia n°130 pag. 4 (8 ) Vi preghiamo di diffondere il Granello nella maniera più ampia possibile. degli afro-discendenti, che sono circa mille in Brasile; gli accampamenti dei senza terra; la popolazione che vive presso le discariche e i villaggi indigeni colpiti dalla denutrizione. Coloro che vivono nelle grandi città, abituati com'erano alle campagne di lotta contro la fame - una serie di maratone di raccolta e distribuzione di alimenti -, pensano che il progetto Fame Zero o non esista o sia già terminato. Perché Fame Zero non è questo: è un programma di inserimento sociale che poggia su quattro gambe. La prima gamba è il programma di distribuzione del reddito: su 11 milioni e 400mila famiglie, noi ne abbiamo raggiunte già 3 milioni e 615mila. Stiamo registrando tutte le famiglie brasiliane che vivono al di sotto della soglia della miseria: ognuna di esse ha diritto a un reddito mensile di 50 reais che può anche raddoppiare se in famiglia vi sono bambini in età scolare. La famiglia iscritta al programma è obbligata a mandare i figli a scuola, a non avere analfabeti al suo interno e a seguire un programma sanitario. L'effetto più immediato di Fame Zero è la riduzione della mortalità e della denutrizione infantile. La seconda gamba è quella delle politiche di emergenza, per esempio la consegna di alimenti di base a gruppi umani che non hanno modo di accederea un'alimentazione adeguata. Ma questi alimenti il progetto Fame Zero non li compra nei supermercati, bensì dall'agricoltura familiare. La distribuzione di reddito e l'acquisto dei prodotti dell'agricoltura familiare riattivano l'economia dei piccoli municipi brasiliani. La terza gamba è costituita da azioni strutturali, a cominciare dalla riforma agraria. L'Mst voleva che il governo in quattro anni insediasse un milione di famiglie. Il governo ha elaborato un piano nazionale di riforma agraria, impegnandosi ad insediare 530mila famiglie: poco più della metà di quanto avrebbe voluto l'Mst. Ma l'Mst lo ha appoggiato perché sa che è il possibile, anche se non è il desiderabile. Quest'anno saranno insediate 115mila famiglie. Sono stati destinati 5 miliardi e 700 milioni di reais alla riforma agraria. Perché se ne abbia un'idea, tutto il programma di distribuzione di reddito di Fame Zero, che si chiama Borsa Famiglia, può contare quest'anno su 5 miliardi e 300 milioni di reais, un po' meno di quanto sia stato stanziato per la riforma agraria. Nelle politiche strutturali rientrano anche le cooperative, il microcredito, il sistema fognario, la costruzione di abitazioni: una serie di operazioni di politiche pubbliche necessarie affinché le famiglie procedano verso l'inserimento sociale. La quarta gamba è il programma di educazione popolare secondo il metodo di Paulo Freire. Abbiamo un gruppo di 540 educatori in ogni Stato del Brasile chiamato Talher, che in spagnolo significa seminario e in portoghese posata. Abbiamo importato nel progetto Fame Zero la metodologia dell'educazione popolare adottata dalle Comunità ecclesiali di Base. Fame Zero è la versione politica della moltiplicazione dei pani e dei pesci fatta da Gesù. Per questo quando qualcuno mi chiede se ho abbandonato il mio lavoro pastorale rispondo che non ho mai fatto tanto lavoro pastorale come ora. Con due vantaggi: il primo è che adesso, se decido una cosa, questa viene realizzata nella base e raggiunge milioni di persone; e il secondo è che ora ho un buon salario: basta con il lavoro volontario,finché faccio parte del governo! Sete Zero: come imparare a convivere con la siccità Tra le azioni strutturali, un punto molto interessante è Sete Zero. Nel Nord Italia in inverno c'è molta neve, ma non esiste un dipartimento italiano di lotta alla neve: non si combatte la neve, si combatte il freddo. In Brasile invece c'è stato sempre un dipartimento di lotta alla siccità. Finché un contadino del Sergipe chiamato Manoel Apollonio de Carvalho, emigrato venti anni fa a San Paolo e assunto in un'impresa di manutenzione di piscine, non inventò la più economica e rivoluzionaria tecnologia diretta non a combattere la siccità, perché con la siccità si impara a convivere,ma a combattere la sete. Prima rese giustizia a San Pietro, che non godeva di una buona reputazione nel Nordest, perché si diceva che lo punisse negandogli la pioggia: Manoel scoprì che nel Nordest piove, solo che San Pietro ha concentrato la pioggia in pochi giorni. E così inventò la cisterna per la raccolta dell'acqua piovana. Nei pochi giorni di pioggia, infatti, piove in maniera sufficiente a riempire le cisterne fino a 16mila litri: l'acqua che cade sul tetto finisce nella cisterna attraverso una canalina. Fame Zero, insieme all'Asa, articolazione di organizzazioni del semi-arido nordestino, sta costruendo un milione di cisterne (ognuna delle quali costa 400 euro), con l'aiuto anche dell'associazione italiana di sostenitori al progetto Fame Zero. Le cisterne emancipano la famiglia dal punto di vista sociale, economico e politico: dal punto di vista sociale, perché donne e bambini non devono più camminare per chilometri per rifornirsi d'acqua, per di più contaminata, ei bambini possono andare a scuola e le donne possono lavorare in casa e nell'agricoltura familiare; dal punto di vista economico, perché la famiglia è in grado di sviluppare le proprie coltivazioni: la stessa acqua usata in bagno e nella pulizia delle stoviglie viene conservata e utilizzata per innaffiare le piante, gettando l'acqua ad una distanza di quattro palmi perché le sostanze nocive vengano trattenute dalla terra. Ho visto una cisterna, con acqua conservata da due mesi, piena di piccoli rospi e nella mia ignoranza da cittadino ho pensato che fosse sporca. Ma la famiglia mi ha spiegato che proprio la presenza dei rospi dimostra che l'acqua è pulita.Un sistema avanzato di biopurificazione! Dal punto di vista politico, infine, la cisterna manda in pensione tutta quella razza di politici del Nordest che, sfruttando la carenza di acqua, si è [email protected] - http://attac.org/ - Per abbonarsi: http://attac.org/listit.htm Il Granello di Sabbia è realizzato da un gruppo di traduttori e traduttrici volontari/e e dalla redazione di ATTAC Italia Granello di Sabbia n°130 pag. 5 (8 ) Vi preghiamo di diffondere il Granello nella maniera più ampia possibile. arricchita vendendo l'acqua trasportata sui camion. Una politica estera nel segno della dignità nazionale Un altro punto importante di questo governo, all'interno dei limiti che pure presenta, è la politica estera. Per prima cosa, quando Lula si è incontrato con Bush dopo la sua vittoria elettorale, il presidente Usa gli ha chiesto quale sarebbe stata la reazione del Brasile rispetto all'intervento degli Stati Uniti in Iraq. E Lula gli ha risposto: la nostra guerra non è per togliere la vita, ma per salvarla; la nostra guerra è contro la fame. E il governo Lula ha ufficialmente condannato l'invasione dell'Iraq. Il Brasile ha restaurato il Mercosul che andava disarticolandosi e perla prima volta è riuscito ad avvicinare ad esso il Gruppo Andino. Hanegoziato con gli Stati Uniti l'Alca e ha praticamente svuotato la proposta nordamericana: come dice la Casa Bianca, l'Alca è decaffeinata. A Cancun, alla riunione dell'Organizzazione mondiale del commercio, ha riunito 23 Paesi del mondo per esigere dall'Omc il cambiamento delle regole del commercio mondiale. I giornali hanno titolato: fallisce l'incontro di Cancun. Proprio quando avevamo ottenuto una grande vittoria! Il Brasile, contrariando la Casa Bianca, sta aprendo una relazione con il mondo arabo; ha stabilito un filo diretto con l'India e a maggio Lula andrà in Cina. Questo ha molto giovato alle nostre esportazioni e, per la prima volta in10 anni, l'anno scorso il Brasile ha presentato un saldo positivo nella bilancia commerciale, anche perché la nostra mucca non è pazza e siamo attualmente il maggiore esportatore mondiale di carne di mucca. Ma c'è ancora tanto da fare Quali sono le grandi difficoltà che abbiamo di fronte? La maggiore è il debito estero, quindi la politica di lotta alla disoccupazione e, al terzo posto, la riduzione della violenza urbana. Si stanno adottando molte misure per affrontare queste tre sfide con più efficacia. Il governo sta pensando ad una serie di azioni, ma voglio parlare solo di quello che il governo ha già fatto o sta facendo. La più grande preoccupazione del governo è intorno a queste tre sfide. E naturalmente non è facile, perché abbiamo di fronte tre poteri: il potere dei creditori internazionali, che è molto grande; il potere del neoliberismo, che ha provocato disoccupazione a livello mondiale, e il potere del narcotraffico. C'è bisogno di molta cautela, perché con azioni di emergenza si rischia di aggravare la situazione. E noi speriamo di contare sempre sulla vostra solidarietà critica. 3 - No al saccheggio della Baia di Tela di COPINH (Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras) “Ricardo Maduro Presidente della Repubblica di Honduras è alla ricerca di investimenti esteri per il proprio Paese” così dichiara la nota della presidenza inviata alla stampa il 9 maggio 2004. Lunedì 10 maggio Maduro sarà in Giappone per partecipare al seminario internazionale organizzato dal BID (Banco Interamericano di Sviluppo) sul tema del finanziamento internazionale del turismo. “In quella occasione - secondo quanto affermato dal portavoce della Presidenza Luis Cosenza - Maduro potrà presentare alla comunità internazionale la situazione dell’Honduras in particolar modo i suoi risultati sul tema della democratizzazione delle istituzioni, della riforma giudiziaria, della lotta contro la corruzione e del rispetto dei diritti umani. Sarà, inoltre, occasione per riunirsi con i leader del settore privato internazionale al fine di chiamare la loro attenzione sulle grandi opportunità che l’Honduras offre circa l’investimento di capitali nel settore turistico”. Dopo la visita in Giappone Maduro arriverà in Europa. Il 16 maggio, accompagnato dalla moglie Aguas Ocana, sarà ricevuto in Vaticano dal Santo Padre Giovanni Paolo II. Il 17 maggio si riunirà con il capo del governo, Silvio Berlusconi e con i dirigenti della Segreteria Ministeriale della Cooperazione Italiana. Oggetto degli incontri, secondo quanto dichiarato dalla Presidenza di Honduras, “sarà la partecipazione del capitale italiano al progetto “Baia di Tela” che prenderà inizio il prossimo anno e sarà uno dei maggiori fattori di sviluppo turistico sulla costa atlantica”. Di seguito Maduro farà visita in Spagna dove, oltra ad assistere alle nozze del principe di Asturias, farà visita al nuovo governo di Zapatero e al settore privato spagnolo. In questi stessi giorni l’Honduras è attraversato da una molteplicità di proteste sociali risultato di una profondissima crisi economica che determina giorno per giorno l’impoverimento delle masse popolari. Ormai da 15 giorni nella zona Occidentale del Paese il popolo indigeno Lenca ha occupato diverse installazioni municipali (palazzo municipale) e governative (Segreteria Regionale dell’Educazione; Segreteria Regionale dell’Agricoltura) in segno di denuncia verso l’amministracione corrotta e noncurante delle problematiche gravi che affliggono le comunitá. Il primo di maggio, in occasione della festa dei lavoratori e in ricordo del primo grande sciopero nazionale che nel 1954 bloccò la produzione di banane, decine di migliaia di persone in diverse città del Paese hanno manifestato contro il governo e le sue politiche neoliberali che di fatto stanno svendendo le ricchezze del Paese ai settori privati nazionali ed internazionali. L’Honduras è il Paese più povero del Centro America (l’86% della popolazione vive in povertá, il 45% in [email protected] - http://attac.org/ - Per abbonarsi: http://attac.org/listit.htm Il Granello di Sabbia è realizzato da un gruppo di traduttori e traduttrici volontari/e e dalla redazione di ATTAC Italia Granello di Sabbia n°130 pag. 6 (8 ) Vi preghiamo di diffondere il Granello nella maniera più ampia possibile. indigenza estrema, secondo i dati dell’UNDP). La situazione circa i diritti umani è terribile. Secondo la denuncia della Commissaria delle Nazioni Unite sarebbero dal 2000 ad oggi più di tremila le esecuzioni extragiudiziali. In molti di questi casi sarebbero coinvolti militari, elementi della polizia nazionale e nuove formazioni paramilitari. Ma il Presidente Maduro, in continuità con i governi che lo hanno preceduto, rimuovendo la realtà dei fatti e con assoluta indifferenza rispetto alle sofferenze di un intero popolo, continua con la “politica delle svendite” porgendo su un vassoio d’argento le ricchezze del popolo honduregno favorando i soli settori dell’oligarchia nazionale. Il Presidente, in veste di “agente di commercio” presenta offerte come quella del grande progetto “Bahia de Tela”, il cui costo, stimato dai 140 ai 200 milioni di dollari, si aggiunge all’altissimo debito estero e si allinea a quelle politiche che hanno previsto, ad esempio, la consegna di piú del 30% del territorio nazionale alle multinazionali minerarie, l’approvazione della “Legge di Privatizzazione dell’Acqua” (a cui partecipa anche il Municipio di Roma, con la controllata ACEA) e la pianificazione di ulteriori privatizzazioni di terre e boschi con progetti finanziati dal BID, dalla Banca Mondiale, del Banco Centro Americano de Integración Economica, etc. Questi progetti, come quello di “Baia di Tela”, sono pensati esclusivamente per il beneficio del settore privato, sebbene rappresentino per il governo un forte investimento di fondi pubblici. Il governo Maduro ha presentato una richiesta di prestito di 39 milioni di dollari per finanziare il “Programa Nacional de Turismo Sostenible”, all’interno del quale si colloca il progetto “Baia di Tela”. Sul medesimo progetto, da parte del capitale straniero, si evidenza l’investimento del governo italiano con un versamento di 40 milioni di dollari al governo di Honduras per la creazione di infrastrutture che possano attrarre capitali privati. Tra gli investitori italiani sta infatti crescendo l’interesse verso l’Honduras, soprattutto nel settore turistico. Il progetto “Baia di Tela” è concepito su una superficie estesa per piú di 312 ettari sui quali si costruiranno infrastrutture quali sette complessi alberghieri di lusso, 2000 appartamenti, 6 multiresidences per un totale di 168 ville, centri commerciali, parchi tematici e di intrattenimento, ecc. L’area del progetto, inoltre, include la zona del PARCO NAZIONALE “Punta Sal” (riserva naturale protetta dove vivono comunitá afrodiscendenti, i garifuna, dedicate alla pesca) dalla comunitá di Tornabe a quella di Miami de Tela. In violazione delle stesse leggi del Paese che prevedono la protezione dell’area, il Parco Nazionale verrà distrutto ed il progetto “Baia di Tela”, di fatto, prevederà lo sfollamento delle comunitá Garifuna che da secoli hanno abitato in equilibrio con la natura di quella regione. Di fronte a questo ennesimo insulto verso il popolo di Honduras, facciamo appello alla comunitá italiana perché condanni le svendite dei patrimoni naturali e culturali del nostro Paese promosse dal Presidente Maduro così come condanni il saccheggio da parte dei settori economici multinazionali delle risorse naturali e della manodopera del nostro popolo. Sappiamo quanto sia forte nella lotta e nella solidarietà internazionale il movimento italiano contro la guerra e la globalizzazione neoliberista. Vi invitiamo, quindi, ad appoggiare la nostra lotta inviando messaggi e.mail di denuncia o protesta al governo italiano ed a quello honduregno, oppure con vostre iniziative spontanee e creative per manifestare il vostro dissenso. Facciamogli sentire la nostra voce contraria alla loro che é usata solo per determinare accordi economici che peró distruggeranno vita e ambiente, dignitá e cultura. Un ringraziamento ed un abbraccio solidario dall’Honduras. 4 - Sviluppo ed apertura economica di Theotonio dos Santos E' da poco terminato, al Centro Internacional de India, il seminario su “Economie Aperte e Sviluppo” promosso dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e sullo Sviluppo (UNCTAD: The United Nations Conference on Trade and Development o CNUCED: Conferencia de las Naciones Unidas para el Comercio y el Desarrollo come si dovrebbe dire in spagnolo) e dall'Academia del Tercer Mundo de India. Il seminario si è rivelato un'ulteriore possibilità per confermare la tesi, che già circola, secondo la quale il neoliberalismo sta attraversando una grave e forse definitiva crisi. Tutti al seminario ne hanno preso coscienza, compresi i membri delle organizzazioni internazionali. Perfino il presidente dell'Organizzazione Mondiale del Commercio ha preferito lasciare in sospeso l'argomento, proponendo una specie di eclettismo teorico generalizzato. Dato il luogo dell'incontro, si è dimostrata estremamente opportuna la presentazione iniziale del professore Michel Aglietta, famoso, tra le altre cose, per i suoi eccellenti studi sul sistema monetario e finanziario mondiale. Egli ha basato i suoi studi econometrici sul funzionamento del sistema finanziario internazionale nel contesto di alcuni dati determinanti. Paragonando i redditi pro capite del Brasile, dell'India e della Cina con quelle degli Stati Uniti nel 1980 e nel 2003, il professore ci ha presentato una cruda realtà sull'attuale problematica dello sviluppo. Nel 1980, i redditi pro capite del Brasile rappresentavano il 30,1% di quelle degli Stati Uniti, mentre quelle dell'India e della [email protected] - http://attac.org/ - Per abbonarsi: http://attac.org/listit.htm Il Granello di Sabbia è realizzato da un gruppo di traduttori e traduttrici volontari/e e dalla redazione di ATTAC Italia Granello di Sabbia n°130 pag. 7 (8 ) Vi preghiamo di diffondere il Granello nella maniera più ampia possibile. Cina rispettivamente il 5,2% ed il 3,6%. Nel 2003, questi stessi dati hanno presentato una variazione impressionante: i redditi pro capite del Brasile sono scesi al 21,2% rispetto a quelli degli Stati Uniti, mentre quelli dell'India sono aumentati al 7,4% e quelli della Cina al 13,6%. Si tratta chiaramente di una spettacolare regressione del Brasile di fronte ad un avanzamento rapidissimo dell'India e della Cina, nonostante la difficoltà dei centri demograficamente più grandi del pianeta a raggiungere alti livelli di redditi pro capite. Secondo il professore Michel Aglietta, la spiegazione generale di questo fenomeno si trova chiaramente nelle politiche economiche attuate da questi tre paesi continentali. "Il Brasile, che ha seguito un programma liberale, ha fallito completamente", ha affermato. A suo parere, questo fallimento è dimostrato soprattutto dal tasso relativo di cambio praticato da questi paesi. Vede inoltre nelle politiche di cambio un fattore chiave, tuttavia mette a confronto un insieme fondamentale di variabili macroeconomiche, tra le quali, in base ai dati, il pagamento del debito internazionale occupa un posto molto importante. Il punto di vista di Aglietta non è isolato. Pierre Salama spiega, nella sua relazione, il ruolo fondamentale svolto dal settore finanziario e, in particolar modo, dal movimento internazionale di capitali, in condizioni sempre più favorevoli, per la creazione di queste perverse condizioni nelle quali si trovano sommersi i paesi latino-americani, in particolar modo il Brasile ed il Messico che hanno de- nazionalizzato i propri sistemi economici in modo molto evidente. Quando analizziamo questi tipo di dati, ciò che ci spaventa è il dinamismo del movimento del capitale finanziario in economie praticamente stagnanti. E, soprattutto, ci spaventa la capacità dei "tecnici" di illudere se stessi e i propri “clienti”. Come riescono a convincere la gente che questo gigantesco movimento di capitale porti a maggiori investimenti e allo sviluppo, nonostante i dati dimostrino esattamente il contrario? Su questo argomento, ho elaborato una relazione che comprende molti elementi presenti nella terza parte del mio libro più recente su " L'auge e la decadenza dell'imperialismo". Nella mia spiegazione ho dimostrato il ruolo fondamentale svolto dal debito pubblico e dagli alti tassi di interesse nel trasferimento delle risorse generate dalla popolazione verso il settore finanziario, permettendo così che si sviluppi questo strano fenomeno di espansione gigantesca del settore a spese degli investimenti e dell'espansione economica. In realtà ci troviamo di fronte ad un processo di corruzione generale. Lo Stato si appropria delle risorse della società, espropriando i cittadini con nuove tasse, vendendo le sue migliori aziende, sovvenzionando il sistema finanziario quando entra in crisi, tagliando le spese pubbliche in settori vitali per trasferirle verso il settore finanziario. La questione importante di questi vent’anni di assalto allo Stato e di questi alla popolazione è come si riesca a convincere gran parte di essa della positività e della necessità di questa espropriazione. E' innegabile il ruolo fondamentale giocato in questo processo dalle posizioni ideologiche, dalle creazioni pubblicitarie e dai mezzi di comunicazione in generale. Tutti insieme creano una cortina di fumo che impedisce la visione dei fenomeni, come lo dimostrano le mie analisi del neoliberalismo come dottrina e come pratica. In realtà, nel periodo di auge del neoliberalismo, le spese pubbliche sono aumentate drasticamente sotto forma di pagamenti di interessi da parte dello Stato. Per tale motivo notiamo questa relazione così diretta tra l'egemonia neoliberale e l'aumento del deficit pubblico nonostante una diminuzione delle spese pubbliche nel settore sociale e degli investimenti. In questo periodo, tutte le risorse che si riesce ad accumulare vengono destinate a fini non molto corretti. Il caso nordamericano è quello più importante. Durante l'auge del neoliberalismo negli anni ottanta, sotto i governi Reagan e Bush, lo Stato nordamericano ha aumentato il deficit pubblico dalla media di 50/60 miliardi di dollari raggiunta negli anni settanta ai 300 miliardi di dollari. La cosa interessante è che tutto ciò si realizza in nome di un'economia di mercato più libero e con meno ingerenza da parte dello Stato! Nel caso nordamericano, i cittadini ottennero buona parte delle risorse e in tal modo aumentarono enormemente i loro consumi. Questo perché le spese pubbliche furono finanziate dai prestiti fatti dai paesi esportatori al governo nordamericano, con il pagamento di alti tassi di interesse. Nei paesi del Terzo Mondo, queste risorse sottratte alla popolazione con nuove ed inesplicabili imposte o piuttosto tasse e riscossioni straordinarie che diventano permanenti, spariscono nel pagamento degli interessi ad un mercato finanziario completamente inutile e speculativo. Il che è molto discutibile, dato che non corre alcun rischio nel comprare titoli del debito pubblico sempre più difesi da una legislazione che privilegia, in modo pauroso, quella che viene chiamata "responsabilità fiscale", ossia il diritto del capitale finanziario ad essere pagato prima dell'adempimento dei fini dello Stato. In questo modo si è creata, nei nostri paesi, un'acrobazia giuridica che non è appoggiata da nessuna teoria generale. Il fine principale dello Stato è diventato quello di pagare gli interessi ai creditori. La cosa più grave è che si tratta di Stati con sempre maggiori eccedenze fiscali primarie: il che è ancora più strano, poiché è molto difficile spiegare come possa un bilancio positivi giustificare un indebitamento pubblico crescente! Questa tesi si scontra con gran parte del dibattito sbagliato che circolava nei nostri paesi sulla questione [email protected] - http://attac.org/ - Per abbonarsi: http://attac.org/listit.htm Il Granello di Sabbia è realizzato da un gruppo di traduttori e traduttrici volontari/e e dalla redazione di ATTAC Italia Granello di Sabbia n°130 pag. 8 (8 ) Vi preghiamo di diffondere il Granello nella maniera più ampia possibile. del deficit pubblico. Non si tratta di una riduzione del ruolo dello Stato. Al contrario, come abbiamo dimostrato con dati indiscutibili, le spese pubbliche sono aumentate drasticamente in tutto il XX secolo, compreso il periodo neoliberale. A cambiare è stata invece la natura di quello che è degenerato in un'attività completamente regressiva: il pagamento di interessi. E' ovvio che l'economia tradizionale non è pronta ad affrontare queste nuove realtà che derivano direttamente dalla natura del denaro nelle fasi più avanzate del capitalismo, ma soprattutto dal ruolo dello Stato in qualità di capitalista collettivo che interviene sempre più spesso nel moderno processo di produzione capitalista, come parte della logica di accumulazione capitalista. Ma questo sarà l'argomento di un altro libro. Non posso riassumere per i lettori tutta la ricchezza di un dibattito nel quale sono intervenuti molti economisti di prima linea da tutto il mondo. Coloro che desiderano conoscere tutti i dettagli di questo dibattito tramite le relazioni presentate, possono trovarli sul sito: www.unctadindia.org. Fonte: ALAI, América Latina en Movimiento 2004- 0414 Traduzione di Loredana Stefanelli - Traduttori per la Pace [email protected] - http://attac.org/ - Per abbonarsi: http://attac.org/listit.htm Il Granello di Sabbia è realizzato da un gruppo di traduttori e traduttrici volontari/e e dalla redazione di ATTAC Italia