La storia del “Made in Italy”
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La storia del “Made in Italy”
La storia del “Made in Italy” E. Toti ([email protected]) Il marchio di garanzia “Made in Italy” nasce nel 1990 e la sua storia ed evoluzione si può riassumere in alcuni momenti essenziali: • Il Regolamento CEE n. 2913/92 sull’origine delle merci è senza dubbio uno dei passi fondamentali verso la certificazione del prodotto interamente italiano. Infatti nel regolamento al capitolo 2, si spiega l’origine non preferenziale delle merci per l’applicazione della tariffa doganale delle Comunità Europee e per la compilazione e il rilascio dei certificati d’origine. L’origine non preferenziale o preferenziale delle merci, potrebbero sembrare concetti molto simili, ma rispondono a regole talvolta molto differenti con implicazioni e conseguenze ben contraddistinte. “L’origine non preferenziale” riguarda un insieme di regole che ciascun Paese esportatore sancisce in via generale ed uniforme nei confronti di tutti i Paesi partner. Da questo insieme di regole deriva l’applicazione di tutta una serie di misure relative all’importazione dei prodotti come divieti, contingenti, massimali, dazi ed etichettatura di origine. “L’origine preferenziale” si riferisce sempre ad un insieme di regole che consentono l’importazione di prodotti provenienti da determinati Paesi e conformi a precisi requisiti, con la conseguente concessione di benefici daziari all’importazione. Tali benefici si concretizzano in un “trattamento preferenziale”, ovvero nella riduzione dei dazi o la loro esenzione e l’abolizione dei divieti quantitativi. L’importanza del regolamento sta nella definizione di origine delle merci: “Sono originarie di un Paese le merci interamente ottenute in tale Paese”. Oltre a questo, negli artt. 24 e 25, si disciplina anche il caso delle merci la cui produzione sia avvenuta in due o più paesi, specificando che il prodotto “è originario del Paese in cui è avvenuta l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale, economicamente giustificata ed effettuata in un’impresa attrezzata a tale scopo, che si sia conclusa con la fabbricazione di un prodotto nuovo od abbia rappresentato una fase importante del processo di fabbricazione”. Pertanto i prodotti in cui solo l’ultima trasformazione/modificazione sia avvenuta in Italia, possono vantare la denominazione “Made in Italy” e ciò rappresenta un problema estremamente dannoso per l’intera economia italiana, colpita a livello di credibilità, fama ed affidabilità. • La Legge Finanziaria 2004 (Legge 350/2003) rappresenta un secondo momento molto importante nella storia del “Made in Italy”. Tale Legge è stata preceduta da un maxi-decreto legge che ha introdotto alcune novità molto importanti sulla tutela del “Made in Italy” come l’applicazione di nuovi stanziamenti, la creazione di una banca dati per fronteggiare la contraffazione e la persecuzione penale, con multa o con reclusione fino ad un anno, per l’importazione e l’esportazione di prodotti contraffatti. 53 La Rivista di Scienza dell’Alimentazione, numero 1, Questa Legge Finanziaria è più attenta al controllo dei prodotti totalmente prodotti in Italia, attraverso l’istituzione di un marchio, che diverrà, in seguito, il logo “Made in Italy”. • Un altro passo sostanziale nella regolamentazione del traffico delle merci avviene sempre nel 2004 attraverso il Decreto Legislativo n.172 che rappresenta l’attuazione di una Direttiva CE relativa alla sicurezza generale dei prodotti. Lo scopo è quello di garantire che i prodotti immessi sul mercato siano sicuri, pertanto si disciplina che “il produttore immette sul mercato solo prodotti sicuri”. Vengono quindi posti degli obblighi sia per il produttore che per il distributore, che debbono fornire tutte le informazioni utili alla valutazione e alla prevenzione dei rischi derivanti dall’uso della merce. Il produttore è inoltre tenuto ad effettuare controlli a campione sui prodotti commercializzati; il distributore è invece obbligato ad agire con diligenza per garantire l’immissione sul mercato di merce sicura. Si disciplina inoltre anche il caso dell’immissione sul mercato di prodotti considerati talmente pericolosi da costituire un rischio grave e che richiedono, pertanto, un intervento rapido delle autorità pubbliche. In questi casi vige l’obbligo di fornire alle autorità informazioni relative a: 1) gli elementi specifici che consentono l’immediata identificazione della merce; 2) tutte le informazioni possibili che consentano di rintracciare il prodotto e la descrizione completa del rischio da questa presentato; 3) la descrizione dei provvedimenti adottati per prevenire i rischi per i consumatori. • Nel 2006 si arriva ad una proposta di legge presentata dai deputati Raisi e Saglia con il titolo “Istituzione del marchio “Made in Italy”, nella quale è sottolineato il bisogno 54 gennaio-aprile 2014, ANNO 43 e l’urgenza di una protezione più elevata per quelle merci interamente ideate e lavorate in Italia, con l’impiego di sole materie prime italiane. Nella proposta: “È istituito il marchio “Made in Italy” al fine di identificare le merci la cui produzione è avvenuta integralmente sul territorio italiano” o in due o più paesi, nel caso in cui l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale sia avvenuta in Italia; nella proposta vengono inoltre descritte le modalità di presentazione della richiesta del marchio. • Nel documento “Norme per la riconoscibilità e la tutela dei prodotti italiani” vengono istituiti due nuovi elementi: la “Carta d’Identità dei prodotti Made in Italy” e il nuovo marchio “100% Made in Italy”. Il primo rappresenta una certificazione aggiuntiva in aggiunta al marchio vero e proprio, attraverso il quale vengono forniti ragguagli sulla provenienza dei semilavorati che compongono il prodotto e le lavorazioni eseguite nel processo di fabbricazione effettuate in altri Paesi. Il secondo invece rappresenta invece un miglioramento del marchio “Made in Italy” che testimonia la produzione interamente italiana della merce. Il mercato italiano, a causa del crescente valore economico del marchio “Made in Italy”, è sempre più nel mirino della contraffazione che rappresenta un vero e proprio intralcio alla crescita economica del settore agroalimentare italiano. Sfortunatamente, infatti, l’Italia è attualmente tra i primi dieci Paesi nel mondo in cui si registra la maggiore diffusione del fenomeno, spesso trascurato, che può e deve essere affrontato con il più semplice e il più efficace di tutti i mezzi: l’informazione. La comunicazione è di sicuro lo strumento più potente che i produttori italiani, la legge e lo stesso Stato possano impiegare poichè porta alla presa coscienza di un problema, a cui consegue la consapevolezza di doverlo risolvere. La storia del “Made in Italy” Riferimenti normativi: Regolamento CEE n. 2913/92 del Consiglio del 12/10/1992 Legge Finanziaria 2004 (Legge 350/2003) – E. Toti Normativa “Made in Italy” Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 172, “Attuazione della direttiva n. 2001/95/CE relativa alla sicurezza generale dei prodotti” 55