Mostra 2010-2011 Goethe

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Mostra 2010-2011 Goethe
Mostra
2010-2011
Goethe-Institut Italien
Mostra
Goethe-Institut Italien, 2010-2011
POP, HIP-HOP, INDIE e TECHNO dalla Germania
Con la mostra musik + X il Goethe-Institut presenta alle scuole e agli enti culturali in Italia la scena musicale
giovanile tedesca in tutta la sua varietà. Tramite il lavoro svolto con materiale didattico (fogli di lavoro per
la fase preparatoria e per quella successiva alla visita, insieme a domande specifiche da utilizzare durante la
visita alla mostra), con clip musicali su youtube e su CD inerenti la mostra stessa, gli studenti imparano a
conoscere le nuove tendenze del pop, hip-hop, indie e techno. Un affascinante itinerario attraverso i mondi
sonori e le realtà quotidiane in Germania, incontrando le attuali star del pop, i ribelli del rock, i rapper e i
dj da Berlino fino a Monaco di Baviera, da Colonia fino a Jena. Alcuni gruppi come i Tokio Hotel, Sven
Väth, Mouse on Mars, Tocotronic, The Notwist o MIA hanno ottenuto fama mondiale. Molti altri rimangono legati al territorio regionale.
Cultura pop significa nostalgie, sogni, il desiderio di essere altrove.
Racchiudere il pop all’interno di una cornice nazionale costituisce perciò innanzitutto una contraddizione
in termini. I musicisti tedeschi riprendono spesso correnti musicali provenienti dall’area angloamericana.
Lì la musica sembra più emozionante, le notti sembrano più glamour. Così è nato uno spazio in cui vengono
mescolati stili e atteggiamenti. La permeabilità è un prerequisito del pop.
Allo stesso tempo i musicisti vogliono raggiungere una propria dimensione artistica. Dall’alternanza delle
influenze esterne e della ricerca di identità si formano col tempo peculiarità nazionali. Oggi la lingua stessa
si riconosce nel pop tedesco. Che si tratti di Amburgo o di Magdeburgo: si canta o si fa rap con grande passione e con giochi di parole in tedesco come per Die Fantastischen Vier oder SEED. Per la musica techno,
che non si serve delle parole, la Germania costituisce a sua volta un centro internazionale – con Berlino
quale capitale festaiola del mondo occidentale.
La cultura pop qui va oltre la musica. I cantanti indie come Die Sterne sfidano con i loro testi la società. Le
tracce techno come quelle di 2raumwohnung accompagnano la riunificazione tedesca. Il linguaggio hiphop come quello di SIDO in canzoni come “Schlechtes Vorbild SIDO ich” fa sentire la sua influenza anche
nella vita quotidiana. I fan si incontrano e crescono con le promesse di felicità di cui cantano i loro idoli.
Poiché il pop non è una strada a senso unico.
Buon divertimento alla mostra musik + X!
Testi per le immagini della mostra nr. 2-17
1 - Musik + X
2 - Mux Techno
Impressioni dalla scena dei club
3 - Mux Techno
E si è sentito un gran frastuono: la techno è la colonna sonora della caduta del Muro. Nella notte tra il 9 e
il 10 novembre 1989 si apre il Muro di Berlino. Subito dopo si celebra sulle piste da ballo della città la riunificazione tedesca. Non importa da dove vengano o chi siano, le persone arrivano da Est e da Ovest per
festeggiare al ritmo di tracce dure e veloci. Le differenze tra loro si dissolvono in un mare di corpi danzanti.
La nascita della cultura techno berlinese coincide dunque con l’ora zero dell’Unità Tedesca. Dopo la caduta
del Muro la techno entra a far parte della cultura di massa grazie a grandi eventi come la Love Parade. La
scena techno diventa sempre più “underground”. Dall’inizio del nuovo millennio essa fiorisce di nuovo.
Berlino è oggi la capitale mondiale della cultura dei club.
4 - Mux Techno
Dove va il dj dopo aver messo l’ultimo disco? La serie di foto intitolata “Soggiorno del dj” apre uno sguardo
sugli ambienti privati di famosi dj. Fin dove arriva lo sguardo ci sono dischi. Così come ogni dj ha il suo stile
personale nel mettere i dischi, così egli ordina i suoi tesori in vinile in un modo tutto suo. Si va da un ordine
rigoroso fino al caos creativo, da scaffali in legno pregiato fatti realizzare appositamente al locale di macellazione ristrutturato e trasformato. Ragnar Schmuck ha fotografato le stanze dei dj. L’idea è di Heiko Hoffmann (Groove Magazine).
Dominik Eulberg
Ali Schwarz (Tiefschwarz)
Residenza: Bonn
Da quando fai il dj?: Dal 1993
Dischi collezionati: 5.000 dischi
Disco più prezioso: Westerwälder Seenplatte
Come ordini i tuoi dischi?: Li metto in ogni caso / forse
/ in nessun caso
Com’è il rapporto con i tuoi vicini?: Regna una sconcertante tolleranza
Quando è stata l’ultima voltache hai traslocato?: Un
anno fa
Quando è stata l’ultima volta che hai buttato dei dischi
che non ti servivano più?: Una volta a settimana
Digitalizzi dischi?: No
Quanti dischi compri a settimana?: Da 10 a 20
Quanti promo ricevi a settimana?: Circa 50
Residenza: Berlino, quartiere Bötzow
Da quando fai il dj?: Dal 1991
Dischi collezionati: Circa 15.000, nella mia stanza
dedicata alla musica, al piano interrato e a Stoccarda
Disco più prezioso: Un vecchio disco di James-Brown.
Penso che valga circa 300 €.
Come ordini i tuoi dischi?: Di solito per genere, ma
anche per produttori e paesi.
Com’è il rapporto con i tuoi vicini?: Ottimo, per fortuna
Quando è stata l’ultima volta che hai traslocato?: 2 anni fa
Quando è stata l’ultima volta che hai buttato dei dischi
che non ti servivano più?: Costantemente
Digitalizzi dischi?: In parte
Quanti dischi compri a settimana?: Da 10 a 15
Quanti promo ricevi a settimana?: Tra 5 e 20, senza
contare i download
Michael Reinboth
Justus Köhncke
Residenza: Monaco di Baviera
Da quando fai il dj?: Dal 1980
Dischi collezionati: circa 90.000
Disco più prezioso: È all’incirca del 1995: Paul Gonsalves Quartet “Boom-Jackie-Boom-Chick” (Vocalion)
Come ordini i tuoi dischi?: Alfabeticamente e gli
LP/Maxi li sistemo a parte
Com’è il rapporto con i tuoi vicini?: Buono
Quando è stata l’ultima volta che hai traslocato?: Nel
1985
Quando è stata l’ultima volta che hai buttato dei dischi
che non ti servivano più?: Non l’ho mai fatto, a eccezione della spazzatura costituita dalle campionature che elimino immediatamente
Digitalizzi dischi?: No, purtroppo non ho il tempo per
farlo
Quanti dischi compri a settimana?: Almeno 20 dischi
(molto raramente compro un CD)
Quanti promo ricevi a settimana?: Circa 7 in vinile
(senza contare i promo digitali o su CD)
Residenza: Colonia
Da quando fai il dj?: Dal 1969 (collezione di dischi dei
miei genitori)
Dischi collezionati: Circa 8 metri
Disco più prezioso: Probabilmente “Velvet Underground & Nico” nella sua edizione originale (l’ha
comprata mio padre nel 1966 in un negozio di dischi
d’importazione per soldati americani)
Come ordini i tuoi dischi?: A sensazione
Com’è il rapporto con i tuoi vicini?: Buono, anche loro
sono dj e produttori
Quando è stata l’ultima volta che hai traslocato?: Nel
2000
Quando è stata l’ultima volta che hai buttato dei dischi
che non ti servivano più?: La settimana scorsa
Digitalizzi dischi?: Sì
Quanti dischi compri a settimana?: 0,86
Quanti promo ricevi a settimana?: Circa 10
Steve Bug
Dj Koze
Residenza: Berlino
Da quando fai il dj?: Dal 1991
Dischi collezionati: Circa 7.000 dischi
Disco più prezioso: Ce ne sono molti che per me
hanno grande valore, ma il valore effettivo che hanno
oggi sul mercato non mi interessa.
Come ordini i tuoi dischi?: Secondo le etichette, i paesi
e lo stile
Com’è il rapporto con i tuoi vicini?: Ottimo
Quando è stata l’ultima volta che hai traslocato?: 9 mesi
fa
Quando è stata l’ultima volta che hai buttato dei dischi
che non ti servivano più?: Lo sto facendo in questo momento, l’ultima volta è stata circa 6 anni fa
Digitalizzi dischi?: Dal momento che utilizzo il Traktor
Scratch, sì
Quanti dischi compri a settimana?: Da 4 a 10
Quanti promo ricevi a settimana?: Troppi. O, per
meglio dire, troppi di cui non ho bisogno
Residenza: Hamburg, St. Georg
Da quando fai il dj?: Dal 1987
Dischi collezionati: Non ne ho idea, forse circa 3.000
Disco più prezioso: I dischi non significano niente per me
Come ordini i tuoi dischi?: Secondo tre categorie:
buono, ottimo, forse li metterò
Com’è il rapporto con i tuoi vicini?: Buono
Quando è stata l’ultima volta che hai traslocato?: 3 anni fa
Quando è stata l’ultima volta che hai buttato dei dischi
che non ti servivano più?: La settimana scorsa. Questo
lavoro occupa una parte significativa del mio tempo
Digitalizzi dischi?: No, solo sporadicamente
Quanti dischi compri a settimana?: Circa 4 - 5
Quanti promo ricevi a settimana?: Da 5 a 20
Sven Väth
DJ T.
Residenza: Francoforte sul Meno, Westend
Da quando fai il dj?: Dal 1982
Dischi collezionati: Circa 10.000, in un deposito nel
cuore di Francoforte
Disco più prezioso: Nessuno
Come ordini i tuoi dischi?: Per data di uscita
Com’è il rapporto con i tuoi vicini?: Eccellente
Quando è stata l’ultima volta che hai traslocato?: Nell’ottobre del 2005
Quando è stata l’ultima volta che hai buttato dei dischi
che non ti servivano più?: Non l’ho mai fatto
Digitalizzi dischi?: No
Quanti dischi compri a settimana?: Da 10 a 15
Quanti promo ricevi a settimana?: Da 40 a 50
Residenza: Berlino Centro
Da quando fai il dj?: Dal 1987
Dischi collezionati: 15.000 in casa e nello scantinato
Disco più prezioso: Nessuno, ma il primo disco che ho
comprato è stato “Yes Sir, I can Boogie” dei Baccara
Come ordini i tuoi dischi?: Secondo le etichette e i produttori
Com’è il rapporto con i tuoi vicini?: Buono. I miei vicini
che dormono sopra la mia stanza della musica bussano ogni volta che il volume è troppo alto
Quando è stata l’ultima volta che hai traslocato?: Nel
giugno del 2005
Quando è stata l’ultima volta che hai buttato dei dischi
che non ti servivano più?: Costantemente
Digitalizzi dischi?: Comincerò presto a farlo
Quanti dischi compri a settimana?: Da 10 a 20
Quanti promo ricevi a settimana?: Circa 80, inclusi i
promo da scaricare
Ata
DJ Hell
Residenza: Francoforte sul Meno, quartiere della
stazione
Da quando fai il dj?: Dal 1986
Dischi collezionati: Circa 15.000, la maggior parte dei
quali imballati in delle casse che si trovano all’interno
degli uffici della Playhouse
Disco più prezioso: Tutti
Come ordini i tuoi dischi?: Non li ordino proprio
Com’è il rapporto con i tuoi vicini?: Non ci sono problemi,
poiché ascolto la musica a un volume molto accettabile
Quando è stata l’ultima volta che hai traslocato?: 8 anni
fa, dopodiché non avevo più amici - come dopo ogni
trasloco
Quando è stata l’ultima volta che hai buttato dei dischi
che non ti servivano più?: 2 anni fa
Digitalizzi dischi?: No, purtroppo non ho il tempo per
farlo, però sarebbe necessario per poter risparmiare
più in là i traslochi a mio figlio
Quanti dischi compri a settimana?: Purtroppo non ne
compro più così tanti. Ne conosco troppi e mi annoio
presto
Quanti promo ricevi a settimana?: Troppi
Residenza: Berlino Centro
Da quando fai il dj?: Dal 1977
Dischi collezionati: 30.000 a Berlino e a Monaco di
Baviera
Disco più prezioso: Il mio primo disco d’oro
Come ordini i tuoi dischi?: In vecchi e nuovi
Com’è il rapporto con i tuoi vicini?: Non li conosco
Quando è stata l’ultima volta che hai traslocato?:
L’anno scorso
Quando è stata l’ultima volta che hai buttato dei dischi
che non ti servivano più?: Lo faccio ogni giorno
Digitalizzi dischi?: Chi non lo fa?
Quanti dischi compri a settimana?: Da 30 a 50
Quanti promo ricevi a settimana?: Da 40 a 80
5 - Mux Techno
Love Parade
Molta pelle scoperta, colori sgargianti e un abbigliamento eccentrico: così preparati è possibile seguire per
ore i suoni rimbombanti delle tracce techno. Ballare, festeggiare, lasciarsi inebriare dalla musica – questa è
la Love Parade. Quando ebbe luogo per la prima volta a Berlino nel 1989, le persone che attraversarono il
Kurfürstendamm a Berlino furono solo 150. Nel 1999 lo stesso viale venne attraversato da 1,5 milioni di
persone. La Love Parade era diventata il più grande evento del mondo in cui poter ballare e Berlino era diventata capitale internazionale della cultura dei club. Ancora oggi, ogni due fine settimana, migliaia di fan
della musica techno provenienti da tutta Europa e da ancora più lontano vengono a Berlino. Nei templi della
techno come il “Berghain” o il “Tresor”, che dal 2007 si trova all’interno di una ex centrale termoelettrica,
si festeggia fino al momento di riprendere l’aereo. E questo nonostante nel 2007 la Love Parade si sia spostata
nel Bacino della Ruhr e si sia svolta lì ogni anno in città diverse. A seguito dei tragici eventi avvenuti nel
luglio 2010, la Love Parade è stata definitivamente chiusa.
6 - Mux hip-hop
Graffiti e hip-hop vanno insieme.
7 - Mux hip-hop
”Yo! Che succede, Digger (forma colloquiale con cui ci si rivolge a un amico o a
un conoscente in un gruppo, entrata a far parte del gergo hip-hop in Germania)?
Espressioni del gergo hip-hop da tempo sono entrate nel linguaggio quotidiano
tedesco. Nel frattempo alcuni testi rap influenzano la comprensione linguistica
più della letteratura classica. Nella cultura hip-hop il linguaggio serve come strumento universale. Attraverso di esso i rapper si confrontano con il loro ambiente
e comunicano l’immagine di una personalità credibile. In primo luogo, le espressioni possono essere riprese dall’inglese. Ma quello che risulta decisivo è l’utilizzo
creativo della madrelingua. La scena rap degli anni ’90 è stata molto legata alla
lingua. I rapper di Amburgo e Stoccarda hanno spinto al massimo il gioco di parole. Dal 2000 domina il rap di strada proveniente da Berlino. Qui, lo stile del
Hip-hop
© Goethe-Institut
linguaggio si è spostato: da rime complesse a un’espressione semplice. A tal
riguardo, una nuova generazione di rapper - spesso con un background migratorio - ha fatto propria la lingua
tedesca.
8 - Mux hip-hop
Rapper di strada berlinesi
Il fotografo turco-tedesco Murat Aslan ha plasmato l’immagine della scena rap di Berlino: tipi duri nella
giungla della metropoli. Murat Aslan stesso proviene dalla scena rap. Davanti alla sua fotocamera le star dell’hip-hop si mostrano nel loro lato migliore. E rapper di strada emergenti iniziano a realizzare i loro sogni
di successo nei suoi set fotografici. E qui si evidenzia la duplice capacità d’attrazione dell’hip-hop: la visione
autentica della realtà e le sregolatezze delle favole del ghetto. A ciò si contrappone il pioniere berlinese del
rap Killa Hakan nel negozio dei suoi genitori (al centro). La foto di Skye von der Osten rimanda a una storia
nascosta del rap tedesco: le sue radici affondano nelle comunità di immigrati.
9 - Mux hip-hop
Bling-bling
Gioielleria pacchiana dal design selvaggio. Grandi catene d’oro e d’argento incastonate con pietre scintillanti.
Non importa se veri o falsi, l’importante è che gli accessori splendano e brillino sotto i riflettori del palcoscenico, sotto le luci che illuminano i banconi dei locali o sui cerchioni cromati di una macchina di grande
cilindrata – questo è bling-bling. Bling-bling vuol dire ostentazione aggressiva di ricchezza e, secondo i parametri convenzionali, spesso scivola anche nel cattivo gusto. Nel frattempo, però, è anche un accessorio di
moda nella corrente principale della scena hip-hop, proprio come il cappellino con visiera, le felpe con cappuccio, i baggy pants (pantaloni molto larghi, portati molto bassi) e l’onnipresente scarpa da basket. Il fatto
che questo stile di musica sia arrivato in Germania dall’America lo si nota già dalle definizioni inglesi, anche
se tra gli hip-hopper, nel frattempo, marchi tedeschi come Adidas e Mercedes-Benz hanno raggiunto lo status
di culto.
10 - Mux POP
Stanza di un fan della musica pop – il più delle volte si tratta della stanza di una ragazza.
11 - Mux POP
Occhi luccicanti, guance roventi e adrenalina nel sangue – il pop entusiasma le
masse in Germania. Sin dal boom del pop tedesco nel 2003 giovani band conquistano le vette delle classifiche con le loro canzoni in tedesco e trasmettono
sentimenti di identità ai loro sostenitori. I fan vogliono essere vicini alle loro star
e capire cosa cantano. Dalla vasta gamma di stili musicali e di modelli i giovani
scelgono ciò che preferiscono: ribelli come i TOKIO HOTEL, duri come i RAMMSTEIN, innamorati come MIA o disinvolti come PETER FOX. La musica pop accompagna così le prime esperienze nel campo dei grandi sentimenti: il primo bacio,
lo stress a scuola, i problemi con i geni- tori, le pene d’amore – per ogni occasione
si trova la canzone adatta. Non importa se con gli amici al concerto o da soli davanti all’altare casalingo del loro idolo – il pop è sacro per i fan.
12 - Mux POP
Pop
© Goethe-Institut
Gli adulti non sono desiderati! La propria stanza è una specie di luogo sacro per il fan della musica pop. Qui
egli può scoprire indisturbato le proprie band preferite e mostrare il suo entusiasmo – innanzitutto sfruttando
le pareti. Tutta la stanza è tappezzata di poster. Così le star ti guardano sempre: dopo la scuola e prima di
uscire, al momento di svegliarsi e quando ci si addormenta. Ancora meglio se in sottofondo si sente una
loro canzone. Nell’intimità della sua stanza il fan si sente quanto più vicino possibile alla sua star. E questo
desiderio struggente è condiviso da tutti gli altri fan in ogni parte del mondo: nel sud della Francia, sulla
costa orientale degli Stati Uniti, nel Libano, in Portogallo, in Thailandia o in Germania. Il pop unisce.
13 - Mux POP
Pop – ossia il grande business dei grandi sentimenti. L’entusiasmo nei volti dei fan è autentico quando durante un concerto possono finalmente incontrare le loro star dal vivo. Per poter far vedere anche dopo per
chi batte il suo cuore, il vero fan spende molti soldi in articoli come t-shirt, bigiotteria, poster, riviste o
peluche della “propria” band. Con il 30% il pop rappresenta la corrente musicale più ascoltata in Germania.
Si tratta di un vasto mercato per questi gadget musicali, così come per degli spettacoli di casting come
“Deutschland sucht den Superstar” (La Germania cerca la super star). Dal 2002 milioni di telespettatori
(2010: 9,3 milioni) seguono la finale in televisione.
14 - Mux INDIE
I gruppi indie sono sempre in tournée.
15 - Mux INDIE
Indie è l’abbreviazione di “independent”. In origine indica l’indipendenza dalle grandi
case discografiche. Piccole etichette pubblicano la musica che piccole rock band suonano
con le chitarre. Nel frattempo, con “indie” si intende uno stile di genere. Musicalmente
le band indie tedesche si riallacciano al punk, alla new wave tedesca, al grunge e al
britpop. Amburgo è il centro della scena indie. La scuola di Amburgo apre la strada a
un nuovo uso della lingua tedesca nel pop. La musica indie trasmette un atteggiamento
critico. Gli autori delle canzoni appaiono disadattati. Essi vanno incontro alla società
con scetticismo. La politica proviene dall’ambiente privato. Nei testi traspare spesso
una nota malinconica. L’indie si svolge oggi all’interno di una nicchia e all’interno del
mainstream – a Berlino con collegamenti alla musica elettronica, ad Amburgo con una
grande influenza pop. Gli artisti indie alimentano sia tendenze di moda che discussioni
pubbliche.
Indie
© Goethe-Institut
16 - Mux INDIE
Indie significa fare musica da sé. È facile trovare un paio di persone che la pensano allo stesso modo, con
basso, chitarra, batteria, tastiere e amplificatore. Adesso manca solo un luogo in cui si possa provare indisturbati, senza paura di alzare il volume, e dove si possa trovare il proprio stile. Molte delle band indie oggi
conosciute, da “The Notwist” fino a “Die Sterne” avevano le loro origini in una delle migliaia di band scolastiche tedesche. Oltre ad avere avuto la stessa voglia di indipendenza, tutte sono legate al posto in cui venivano provati i pezzi, posto a lungo cercato e poi amorevolmente attrezzato. Che si tratti del garage del padre,
della lavanderia della madre, di un bunker in disuso o di un piccolo appartamento in cemento nella zona industriale nella periferia di una città poco importa, l’indie rock attecchisce dappertutto.
17 - Mux INDIE
INDIELABELS - Si chiamano “piranha”, “Devil Duck”, “Beggars” oppure “Selfmade Records”. Già i nomi di
molte etichette indipendenti sono un programma. Essi indicano ribellione, voglia di provocare e spesso un
atteggiamento anti-commerciale. Il colore dominante è il nero. Spesso la grafica sembra fatta in casa e i simboli scelti mostrano anche che le band qui rappresentate si preoccupano poco delle convenzioni, della decenza e del “buon gusto” della maggioranza delle persone. Sono messaggi questi che molte band indie
vogliono trasmettere anche con la loro musica e con cui non è detto che riescano ad approdare presso le
grandi case discografiche (major labels). Il fatto che nonostante tutto le etichette indie siano parte integrante
della scena culturale tedesca lo dimostra, ad esempio, Amburgo. Nel novembre del 2009 venne approvato
un programma di finanziamento comunale per le etichette indipendenti locali per promuovere le giovani
leve musicali indipendenti, poiché “Indie appartiene ad Amburgo come l’Elba”.
www.goethe.de/italien/mux
Direzione generale per il Goethe-Institut Italien
Ulrike Tietze, Direttrice Cooperazione Linguistica e Didattica in Italia, Goethe-Institut Rom
Direzione del progetto per il Goethe-Institut Italien
Gerdis Thiede, incaricata della Cooperazione Linguistica e Didattica, Goethe-Institut Rom
Ideazione e direzione del progetto musik + X per i Goethe-Institut nel mondo
Manuela Beck, referente Cooperazione Linguistica e Didattica, Goethe-Institut Zentrale
Copyright: Testi, immagini o parti della mostra non possono essere inseriti in internet senza autorizzazione
(per eventuali richieste rivolgersi cortesemente a [email protected]). I brani musicali possono essere
ascoltati solo come sottofondo alla mostra o durante le lezioni in classe.