TEMA - i nostri tempi supplementari
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TEMA - i nostri tempi supplementari
TIPOLOGIA A – ANALISI DEL TESTO Giacomo Leopardi, La quiete dopo la tempesta, Canti, 1829. 5 10 25 30 35 45 50 Passata è la tempesta: Odo augelli far festa, e la gallina, Tornata in su la via, Che ripete il suo verso. Ecco il sereno Rompe1 là da ponente, alla montagna2; Sgombrasi 3 la campagna, E chiaro nella valle il fiume4 appare. Ogni cor si rallegra, in ogni lato5 Risorge il romorio6 Torna il lavoro usato7. Si rallegra ogni core. Sì dolce, sì gradita Quand'è, com'or, la vita? Quando con tanto amore L'uomo a' suoi studi intende8? O torna all'opre? o cosa nova imprende9? Quando de' mali suoi men si ricorda? Piacer figlio d'affanno; Gioia vana, ch'è frutto Del passato timore, onde si scosse E paventò la morte Chi la vita abborria10; O natura cortese, Son questi i doni tuoi, Questi i diletti sono Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena E' diletto fra noi. Pene tu spargi a larga mano; il duolo Spontaneo11 sorge: e di piacer, quel tanto Che per mostro12 e miracolo talvolta Nasce d'affanno13, è gran guadagno. Umana Prole cara agli eterni! assai felice Se respirar ti lice14 D'alcun dolor: beata Se te d'ogni dolor morte risana. Questa canzone è stata composta tra il 17 e il 20 settembre 1829, praticamente in parallelo a Il sabato del villaggio, con cui ha in comune numerosi elementi, ed è stata pubblicata nei Canti. La poesia presenta inizialmente un quadro di vita agreste che ha ritrovato la pace dopo un temporale; il ritorno alla normalità coincide con la riflessione filosofica di Leopardi, che si concentra sull’illusione dei piaceri e sulla condanna umana al dolore. 1. Comprensione del testo Dopo un'attenta lettura, riassumi il contenuto del testo. 2. Analisi del testo 2.1 Che figura retorica c’è al verso 7? 2.2 Che figura retorica c’è al verso 32? 2.3 Perché Leopardi definisce la gioia vana (verso 33)? 2.4 Il poeta al verso 42 definisce la natura cortese, sai spiegare perché e con che tono Leopardi le si rivolge? 2.5 Spiega il significato dei versi 49-51 (da “e di piacer” a “guadagno”). 2.6 In che senso la morte rende gli uomini felici (versi 50 e seguenti)? 3. Interpretazione complessiva e approfondimenti Nella lirica Leopardi, attraverso l’immagine della tempesta e del ritorno alla vita, trae spunto per sviluppare il concetto dell’inesistenza del piacere, della malignità della natura e del dolore come unica vera realtà della vita. Riflettendo su 1 Rompe: si fa largo tra le nubi. Alla montagna: verso la montagna. Sgombrasi: si libera dalla cappa di umidi vapori che l’avvolgeva 4 Fiume: si tratta del fiume Potenza che scorre tra Recanati e Macerata. 5 In ogni lato: da ogni parte. 6 Risorge il romorio: si fanno di nuovo sentire i rumori della vita quotidiana. 7 Usato: abituale. 8 A’ suoi studi intende: si dedica alle sue occupazioni. 9 Imprende: incomincia. 10 Aborria: odiava. 11 Spontaneo: da sé. 12 Per mostro: per prodigio (latinismo). 13 D’affanno: da un precedente dolore. 14 Ti lice: ti è concesso. 2 3 questa canzone, commenta nell'insieme il testo dal punto di vista del contenuto e della forma. Approfondisci poi l'interpretazione complessiva della poesia con opportuni collegamenti ad altri testi di leopardi e/o a testi di altri autori che conosci, siano essi a lui contemporanei o meno. TIPOLOGIA B – SAGGIO BREVE Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da’ al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’. Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo. 1. AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO ARGOMENTO: La natura e la visione che l’uomo ha del proprio rapporto con essa. DOCUMENTI Ph. J. de Loutherbourg (1740-1812), Una valanga sulle Alpi (1803), Londra, Tate Gallery Claude Monet (1840-1926), Ninfee (1914), Museum of Western Art, Tokyo, Japan Vincent van Gogh (1835-1890), Campo di grano con corvi (1890), Amsterdam, Museo Van Gogh Voi, speculatori, non vi fidate delli autori che hanno sol co’ l’imaginazione voluto farsi interpreti fra la natura e l’omo, ma sol di quelli che, non coi cenni della natura, ma co’ gli effetti delle sue esperienzie hanno esercitato i loro ingegni. E riconoscere come l’esperienzie ingannano chi non conosce loro natura, perché quelle che spesse volte paiono una medesima, spesse volte son di grande varietà, come qui si dimostra. LEONARDO da Vinci (1452-1510), dagli Aforismi La natura ha fatto l’uomo buono e felice; la civiltà l’ha corrotto e l’ha reso infelice. In un tempo lontanissimo l’uomo viveva nello stato di natura, senza leggi, senza disuguaglianze sociali, libero, sereno. Il male, l’ingiustizia gli erano ignoti, perché sola regola era allora la natura che è buona e fa buoni gli uomini. Ora la società distrugge un così meraviglioso capolavoro di pace e di bellezza, e riduce l’uomo al delitto, al vizio, alla schiavitù e alla miseria. Jean-Jacques ROUSSEAU, dal Contratto sociale (1762) Trattare la natura secondo la forma del cilindro, della sfera, del cono, il tutto messo in prospettiva, cioè in modo che ogni lato di un oggetto o di un piano si diriga verso un punto centrale. Le linee parallele all’orizzonte daranno l’ampiezza di una sezione della natura o, se volete, dello spettacolo che il “Pater Omnipotens Aeterne Deus” ha disteso di fronte ai nostri occhi. Le linee perpendicolari a questo orizzonte daranno la profondità. Ora la natura, per noi uomini, è più in profondità che in superficie, e da ciò la necessità d’introdurre nelle nostre vibrazioni di luce, rappresentate dai rossi e dai gialli, una somma sufficiente di colori azzurrati per far sentire l’aria. Paul CÉZANNE, da uno scritto del 14 aprile 1904 CORRISPONDENZE La Natura è un tempio ove pilastri viventi lasciano sfuggire a tratti confuse parole; l’uomo vi attraversa foreste di simboli, che l’osservano con sguardi familiari. Come lunghi echi che da lungi si confondono in una tenebrosa e profonda unità, vasta come la notte e il chiarore del giorno, profumi, colori e i suoni si rispondono. Vi sono profumi freschi come carni di bimbo, dolci come òboi, verdi come prati – altri, corrotti, ricchi e trionfanti, che posseggono il respiro delle cose infinite, come l’ambra, il muschio, il benzoino e l’incenso; e cantano i moti dell’anima e dei sensi. Charles BAUDELAIRE, da Les fleurs du mal (1857)(trad. A. Bertolucci) ULTIMA LETTERA AL FIGLIO Non vivere su questa terra come un inquilino o come un villeggiante nella natura. Vivi in questo mondo come se fosse la casa di tuo padre. Credi al grano, alla terra, al mare, ma prima di tutto ama l’uomo. Ama la nube, la macchina e il libro, ma prima di tutto ama l’uomo. Senti la tristezza del ramo che secca, del pianeta che si spegne, della bestia che è inferma, ma prima di tutto la tristezza dell’uomo. Che tutti i beni terrestri ti diano a piene mani la gioia, che l’ombra e la luce ti diano a piene mani la gioia, che le quattro stagioni ti diano a piene mani la gioia, ma prima di tutto che l’uomo ti dia a piene mani la gioia. Nazim HIKMET (poeta turco, 1902-1963) Come d’arbor cadendo un picciol pomo, Cui là nel tardo autunno Maturità senz’altra forza atterra, D’un popol di formiche i dolci alberghi, Cavati in molle gleba Con gran lavoro, e l’opre E le ricchezze che adunate a prova Con lungo affaticar l’assidua gente Avea provvidamente al tempo estivo, Schiaccia, diserta e copre In un punto; così d’alto piombando, Dall’utero tonante Scagliata al ciel profondo, Di ceneri e di pomici e di sassi Notte e ruina, infusa Di bollenti ruscelli O pel montano fianco Furiosa tra l’erba Di liquefatti massi E di metalli e d’infocata arena Scendendo immensa piena, Le cittadi che il mar là su l’estremo Lido aspergea, confuse E infranse e ricoperse In pochi istanti: onde su quelle or pasce La capra, e città nove Sorgon dall’altra banda, a cui sgabello Son le sepolte, e le prostrate mura L’arduo monte al suo piè quasi calpesta. Non ha natura al seme Dell’uom più stima o cura Che alla formica: e se più rara in quello Che nell’altra è la strage, Non avvien ciò d’altronde Fuor che l’uom sue prosapie ha men feconde. Giacomo LEOPARDI, da La ginestra (1936), vv. 202-236 2. AMBITO SOCIO-ECONOMICO ARGOMENTO: Lavorare per vivere o vivere per lavorare. DOCUMENTI Le conoscenze richieste al lavoratore non sono più soltanto quelle di uno specifico “saper fare”, acquisibile prima di iniziare l’attività lavorativa, ma devono essere continuamente aggiornate ed ampliate: il lavoratore deve saperne di più di quanto richiesto dal contesto attuale, per potersi rapidamente muovere nel campo delle tecnologie che evolvono e dei modelli organizzativi che cambiano. Deve, cioè, ampliare continuamente il suo know-how. Le forme che compongono il percorso lavorativo di una persona sono sempre più composite e caratterizzate da diverse posizioni nella professione (si passa più frequentemente dal lavoro dipendente a quello autonomo e viceversa), da diverso impegno temporale (diverse forme di part-time o full-time), da diversa durata del rapporto (da tempo indeterminato e determinato), in diverse imprese (per dimensione, comparto di attività). L’elemento di continuità dell’esperienza lavorativa non consiste più perciò né nella forma della prestazione né nell’impresa con la quale si stabilisce il rapporto, né nel settore di appartenenza. Come i dati evidenziano, il lavoro “atipico”, cioè diverso dal lavoro dipendente, fulltime a tempo indeterminato, tende a diventare una forma ordinaria, soprattutto in certe fasi della vita lavorativa. Nel momento in cui la sicurezza nel lavoro non può essere ricercata nella stabilità del posto, nella durata dell’organizzazione d’impresa o nell’appartenenza ad una categoria sindacale forte, è necessario uno slancio innovativo che spinga decisamente alla ricerca di nuove modalità di combinazione tra le esigenze di sicurezza e le nuove condizioni di rischio. C. GAGLIARDI (direttore del Centro Studi Unioncamere), “Il lavoro che cambia”, in Famiglia oggi, n. 10, 2001 Spesso si richiede una dedizione così totale e monopolizzante al lavoro che lo si potrebbe catalogare sotto l’elenco delle idolatrie deprecate dalla Scrittura [...]. I costi in termini monetari per la casa e per gli spostamenti, quelli in termini affettivi per le prolungate lontananze degli sposi e quelle in termini educativi per seguire personalmente i figli, oggi sono molto alti: ci vogliono molto coraggio e molta solidità morale per continuare nella fedeltà e nell’amore familiare. Card. C. M. MARTINI, Discorso pronunciato in occasione della “Veglia dei lavoratori”, in “Martini ha ragione, troppo tempo al lavoro”, Corriere della Sera, 1 maggio 2002 Le donne lasciano la carriera perché qualcosa stride tra la loro sensibilità e il mondo del lavoro così come è stato concepito e costruito dall’altra metà del genere umano. Gli obiettivi da raggiungere sono insomma incastonati in un sistema di valori che non è – o non è ancora – fatto per le donne [...]. Le nuove generazioni, come Julia che ha vent’anni, studia e sogna un lavoro entusiasmante, ma che non sia tutto nella vita, sanno che, dopo la rivoluzione fatta dalle loro madri, è giunto il momento di superare le pari opportunità, verso una nuova organizzazione del lavoro. “Ottenuta l’uguaglianza e la parità, vogliamo umanizzare il modo in cui il mondo intero lavora” E. LOEWENTHAL, “Gene di donna”, La Stampa, 10 maggio 2002 Ecco il decalogo imposto al quadro: il lavoro è un bene; l’impiego è un privilegio; offri il tuo tempo senza riserve; l’impresa si aspetta molto ma non promette nulla in cambio, come previsto dalle dure leggi dell’economia; se fallisci prenditela solo con te stesso; sii docile e flessibile; il consenso è di somma importanza; non credere troppo in quello che fai; accetta senza riserve l’universo imprenditoriale; e ripeti: “la costituzione di imprese globalizzate è necessaria, il futuro è delle imprese flessibili”. A questo la Maier risponde con i suoi dieci contro-consigli che dicono: il lavoro salariato è la moderna condizione di schiavitù; inutile tentare di cambiare il sistema: ogni opposizione lo rafforza; il tuo lavoro non serve a niente e puoi essere sostituito dall’oggi al domani dal primo cretino che capita; sarai giudicato in base alle tue capacità di uniformarti a un modello; non accettare mai un incarico di responsabilità: avrai solo qualche soldino in più; scegli le imprese più grandi e i posti più inutili; evita i cambiamenti; impara a riconoscere da segnali impercettibili chi è con te, e infine ripeti costantemente che questa “ideologia ridicola veicolata e promossa dall’impresa non è più vera del materialismo dialettico eretto a dogma dal sistema comunista”. Corinne MAIER, da una recensione, Giornale di Brescia, 22.02.2005, p. 25 3. AMBITO STORICO-POLITICO ARGOMENTO: LEALTA’, LEGALITA’ E RISPETTO DOCUMENTI A un uomo si chiede lealtà; meglio un povero che un bugiardo. Bibbia, Proverbi, 19, 22-23 Ho imparato a riconoscere l’umanità anche nell’essere apparentemente peggiore, ad avere rispetto reale, e non solo formale, per le altrui opinioni. Giovanni Falcone, magistrato (1939-1992) La corruzione è l’arma dei mediocri. Honoré de Balzac, scrittore (1799-1850) Vent’anni fa credevo che l’illegalità fosse un’eccezione, ora mi rendo conto che, se non proprio una regola, è una modalità generalizzata, ora si ha un eccesso di legalità teorica. L’inadempienza della legge porta alla perdita della legalità e quindi alla mancanza di spinta ideale. Illegalità significa corruzione, vuoto, sfiducia, rabbia, mentalità perversa. Adriano Sansa, politico e magistrato (dicembre 1992) Io sono un piccolo peone della giustizia assurto improvvisamente e ingiustamente bagli onori della cronaca non per meriti propri, credetemi, ma solo perché facendo il mio dovere sembra che io abbia fatto qualcosa di più. Antonio Di Pietro, avvocato ed ex magistrato Senza moralità civile le comunità periscono, senza moralità privata la loro sopravvivenza è priva di valore Bertrand Russel, filosofo e matematico (1872-1970) Il denaro è solo un metallo maledetto, una vile prostituta degli uomini. Wiliam Shakespeare (1564-1616) e Karl Marx, filosofo e storico (1818-1883) 4. AMBITO TECNICO-SCIENTIFICO ARGOMENTO: L’infinito DOCUMENTI Achille, simbolo di rapidità, deve raggiungere la tartaruga, simbolo di lentezza. Achille corre dieci volte più svelto della tartaruga e le concede dieci metri di vantaggio. Achille corre quei dieci metri e la tartaruga percorre un metro; Achille percorre quel metro, la tartaruga percorre un decimetro; Achille percorre quel decimetro, la tartaruga per-corre un centimetro; Achille percorre quel centimetro, la tartaruga percorre un millimetro; Achille il millimetro, la tartaruga un decimo di millimetro, e così all’infinito; di modo che Achille può correre per sempre senza raggiungerla. Fin qui, il paradosso immortale. Jorge Luis BORGES, da “La perpetua corsa di Achille e della tartaruga”, in Discussioni (1928-1932) Vedere il mondo in un granello di sabbia, il firmamento in un fiore di campo, l’infinito nel cavo della mano e l’eternità in un’ora. William BLAKE (1757-1827) Lo studio dell’uomo può procedere lungo strati infiniti. La sua natura non è spiegabile completamente. È questa una prova della natura divina ed eterna dell’uomo, della sua natura infinita contrapposta a un mondo di elementi finiti? Si confonde quindi essa con gli altri elementi infiniti, il tempo e lo spazio? Oppure è una dimostrazione della finitezza dell’uomo, limitata nella conoscenza anche solo di se stesso? Sigmund FREUD (1856-1939) Negare la volontà dell’infinito, cioè Dio, è una cosa che non può farsi se non a condizione di negare l’infinito. Ora, la negazione dell’infinito conduce direttamente al nichilismo. Col nichilismo non c’è discussione possibile. Nessuna strada è aperta al pensiero da una filosofia che fa sboccare tutto nel no. Alla parola no c’è una sola risposta: sì. Il nichilismo è senza portata. Non esiste un Nulla. Zero non esiste. Tutto è qualche cosa. Niente è niente. L’uomo vi-ve di affermazione ancora più che di pane. Victor HUGO, da I miserabili (1862) La grandezza dello spazio è simbolo di un’altra grandezza. La vetta di una montagna, che ci scopre l’orizzonte, ci parla di una liberazione e non è prodotta soltanto dalla vista di una maggiore estensione di terra. L’orizzonte che si allarga obbliga i muri della nostra prigione ad allargarsi anch’essi, e la nostra gioia è profonda. Fatti per l’infinito, la nostra anima si dilata quando il cielo e il mare si ingrandiscono sotto i nostri occhi. Ernest HELLO, da L’uomo (1872) La cosa più straordinaria non consiste nell’incomprensione, ma nel fatto che, tenuto conto degli spazi infiniti che ci separano, riusciamo, a volte, a comprenderci. André MALRAUX (1901-1976), da Aforismi Due rette parallele si incontrano solo all’infinito, quando ormai non gliene frega più niente. Luciano DE CRESCENZO, da I pensieri di Bellavista (2005) TIPOLOGIA C – TEMA DI ARGOMENTO STORICO Descrivi la deriva autoritaria della sinistra storica alla fine dell’Ottocento, durante la quale i governi reagirono con estrema durezza alle richieste dei lavoratori effettuate attraverso scioperi e manifestazioni di piazza. Inserisci questi fatti nel contesto del periodo della seconda rivoluzione industriale e dell’imperialismo. TIPOLOGIA D – TEMA DI ORDINE GENERALE Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina. (Agostino d’Ippona) Il viaggio è una dimensione spazio-temporale che ti consente di andare a ritroso nel passato, di proiettarti nel futuro e di vivere nel presente. Qual è la tua idea di viaggio?