Fattori di rischio e protettivi nella donazione da vivente

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Fattori di rischio e protettivi nella donazione da vivente
Fattori di rischio psicosociale e
fattori protettivi
nella donazione da vivente
24° Convegno AIRT
Bologna, 12-13 aprile 2013
Dott.ssa Luana Randis
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma
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Gruppo PSY-AIRT
L. Bennardi (Torino)
L. Giordanengo (Torino)
E. Mongelli (Torino)
A. Ceruso (Novara)
L. Randis (Parma)
G. Bianconi (Modena)
M. Vandelli (Modena)
M. A. Mazzoldi (Bolzano)
S. Grandi (Bologna)
L. Golfieri (Bologna)
L. Candini (Bologna)
M. Carlini (Bologna)
A. Venturoli (Bologna)
A. Basile (Siena)
D. Chiloro (Taranto)
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Perché questo argomento?
• Il trapianto da vivente è un’opportunità e aumenta la
possibilità di cura.
• Epoca dell’ “Umanizzazione/Personalizzazione delle cure”:
personalizzazione coppia donatore-ricevente
• La “relazione” è un’area di competenza dello psicologo clinico
È importante valutare la relazione donatore-ricevente
in un’ottica psicologica.
• Il trapianto da vivente coinvolge l’intera famiglia.
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Cosa è stato fatto prima?
19° Convegno AIRT – Saint Vincent (2008) : “Aspetti psicologici
nella donazione e nel trapianto di rene da donatore vivente”
Tra gli obiettivi della ricerca trasversale multicentrica:
Indagine e valutazione della qualità della relazione nelle coppie
donatore- ricevente
Buona riuscita del trapianto
rispetto ai fattori di natura
Buona qualità relazione
psicologica
Diminuzione della vulnerabilità
psicologica al follow-up
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Perché è importante “valutare” la
motivazione del donatore e del ricevente?
• La motivazione può essere un canale per individuare fattori
protettivi e di rischio psicosociali
• La motivazione può essere un fattore protettivo psicosociali
che consente di ridurre i rischi psicologici nel post-trapianto
• La motivazione può essere un fattore di rischio psicosociale
se non viene adeguatamente indagata
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Cosa intendiamo per fattori di
rischio psicosociali?
I fattori di protezione, di rischio e di vulnerabilità vengono
definiti come tali sulla base dell’elaborazione psicologica
individuale che deve essere indagata e approfondita dallo
psicologo clinico
Tali fattori possono riguardare:
 il donatore
il ricevente
la relazione tra donatore e ricevente
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Fattori generali di vulnerabilità
 Grado di parentela:
– Donazione genitore- figlio potrebbe essere legata ad una
riparazione narcisistica / senso di colpa
– Donazione tra coniugi potrebbe creare aspettative di
coppia nel post-trapianto
– Donazione riparatoria
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Fattori di rischio psicosociali
Quali sono i “campanelli di allarme”?
– “Slancio impulsivo” di un familiare-pressione esterna
in caso di trapianto in urgenza
– Senso di colpa
– Senso del dovere
– Senso dell’obbligo
– Spinte sacrificali
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Fattori di rischio psicosociali
– Problemi relazionali con la famiglia d’origine del donatore
(marito-moglie)
– Tutti i familiari sono contrari tranne il donatore ( presenza
di conflitti tra i membri della famiglia del ricevente e del
donatore )
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Fattori di rischio psicosociali
• Nel trapianto pre-emptive:
passaggio da
uno stato di “salute”
a uno di malattia cronica.
• Giovane età del ricevente:
Responsabilità, cura di sé,
compliance.
• Trapianto d’urgenza
Percorso di
preparazione ed
elaborazione
psicologica
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Fattori protettivi possono
diventare di rischio in base
all’elaborazione psicologica individuale
che può essere indagata attraverso il lavoro con
la coppia e quello sulla loro relazione
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Funzionamento familiare e trapianto
Cosa succede all’interno della famiglia?
Se una coppia non ha dinamiche sane prima del trapianto, come
cambia la relazione?
• Perdita della “sindrome della crocerossina”
• Re-individualizzazione dopo il trapianto
• Cambiamento dei ruoli nella coppia
• Sindrome del Nido Vuoto quando la malattia non c’è più
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La persistenza e la cronicizzazione
di tali dinamiche comuni
può determinare il passaggio
dal fisiologico al patologico
Importanza del follow-up psicologico
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Alcune linee guida d’intervento
• Valutazione psicodiagnostica
• Colloqui psicologici clinici individuali, di coppia (donatorericevente), familiari
motivazione, aspettative,
capacità di coping, ….
• Confronto con l’equipe
• Follow-up psicologico
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Finalità dell’intervento
psicologico-clinico
• Indagine della relazione
• Indagine della motivazione del donatore e del ricevente
• Valutazione dell’equilibrio psicologico del donatore e del
ricevente
• Diminuire i fattori di vulnerabilità psicologica e intervenire sui
fattori di rischio laddove presenti.
• Implementare i fattori protettivi
• Accompagnare la coppia nella decisione e nell’iter
• Proteggere la relazione tra donatore e ricevente , il benessere
psicologico e tutelare il livello di funzionamento familiare nel
post-trapianto
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Conclusioni
Anche se sono presenti fattori di rischio, non sono
elementi che portano alla sospensione del percorso
di donazione ma aspetti sui quali lavorare ai fini del
miglior esito relazionale possibile per il trapianto da
vivente.
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Grazie per l’attenzione!!
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