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CUNEO, UNA CAPITALE DELL’ AUTOTRASPORTO ITALIANO DI FABRIZIO BRIGNONE Rappresenta forse una delle “anomalie positive” più rilevanti, nel sistema economico della provincia di Cuneo, il ruolo assunto dal settore dell’autotrasporto, che conta realtà di primissimo piano sulla scena nazionale e anche su quella europea. Una zona “ai confini dell’impero” è diventata “terra di cerniera” nei nuovi scenari sovranazionali, tanto che oggi la Granda è la seconda provincia in Italia per numeri e volumi economici del settore dell’autotrasporto, con quasi 2.000 aziende iscritte all’Albo dei Trasportatori: si va dagli operatori mono o bi-veicolari (in genere, i cosiddetti “padroncini”) a imprese di primaria importanza economica, nazionale ed europea. Non è un frutto di casualità: è forse questo il primo pensiero se si guarda una cartina geografica, con una provincia al confine tra due grandi Paesi industrializzati come Italia e Francia. Al tempo stesso, però, se si pensa alle condizioni primarie per l’autotrasporto - ovvero, le infrastrutture viabili - ci si chiede come sia possibile un simile risultato. “Il trasporto porta lontano”afferma Primo Santini, amministratore delegato di Fai Service - “nelle aree più isolate e povere di strade l’autotrasporto ha sempre dimostrato una grande vivacità, soprattutto dove è forte la produzione locale, come avviene nella nostra provincia. Le imprese sono passate da una fase artigianale a una industriale, se vogliamo applicare categorie del comparto manifatturiero al mondo dei servizi: la richiesta non è soltanto di movimentare delle merci, ma di un supporto logistico sempre più completo, in Italia e all’estero”. Una risposta a conferma del caso Cuneo e delle sue peculiarità viene da Luciano Cavallo, presidente dell’associazione di categoria Astra, realtà aderente alla Fedit e alla confederazione dei trasporti Confetra (di cui i cuneesi Valter Lannutti e Claudio Isolano sono vicepresidenti nazionali): “Basta pensare che la più importante via di comunicazione con l’Europa, il Colle della Maddalena, si presenta oggi con il medesimo tracciato su cui Tazio Nuvolari negli anni Trenta segnò il record di velocità in salita, 76 • R A S S E G N A N. 1 7 E S TAT E 2 0 0 4 Hanno sede nella città piemontese operatori e aziende di servizi di rilievo nazionale: la Lannutti SpA, leader del settore, il FAI Service, la Caf, la Cooperativa Trasporti. Rassegna analizza la realtà e le prospettive del settore, di vitale importanza nell’economia locale. e che per l’accesso alla Pianura Padana e al resto d’Italia, con la Cuneo-Asti, la realizzazione è in corso soltanto adesso e ci sono ancora parti da progettare e finanziare. Nonostante queste condizioni, la capacità e la determinazione dei nostri operatori hanno permesso di ottenere risultati di tutto rilievo, che le singole aziende e le rappresentanze sindacali cercano di mantenere il più possibile, pur di fronte alle tante difficoltà”. Per le imprese e le associazioni del settore la lotta è quotidiana contro una rete infrastrutturale fortemente penalizzante e contro le “baruffe” continue che si scatenano di fronte all’ingombrante problema dei tir. Eppure su questi bisonti della strada spesso galoppa gran parte dell’economia targata Cuneo, alla conquista di mercati lungo la direttrice del Po o quella dello stivale o, ancora di più, che richiedono di valicare continuamente le Alpi. Se da una parte le espressioni più appariscenti delle difficoltà sono nei blocchi viari causati talvolta con manifestazioni di protesta, è pur vero che gli operatori del settore riconoscono di aver raggiunto il risultato più importante non a colpi di clacson e rallentamenti, bensì con il convegno internazionale sui valichi che si è svolto presso la Provincia di Cuneo il 12 marzo 2003 e che ha visto la presenza del presidente della Commissione Trasporti dell’Unione Europea Loyola de Palacio, del ministro delle Infrastrutture Lunardi e del suo collega svizzero Leuemberger, del ministro Buttiglione e di diversi sottosegretari, oltre alle principali autorità regionali. In quell’occasione fu firmata la Carta di Cuneo sulle politiche per i valichi alpini, un risultato di immagine ma ancor più di sostanza che sottolinea il ruolo della Granda nel comparto dell’autotrasporto, non soltanto al di qua dell’arco alpino. Tra i nomi di riferimento in questo panorama svettano sicuramente il verde e il bianco della Lannutti SpA, gruppo leader nell’autotrasporto, partito da Madonna dell’Olmo per salire sul podio nazionale delle imprese di settore e per affermarsi tra le realtà più attive e dinamiche su scala continentale. Oggi quello guidato da Valter Lannutti è un gruppo europeo fornitore di servizi logistici per le aziende in tutta Europa e opera attraverso un network di filiali attive in Italia, Francia, Germania, Belgio e Spagna, oltre a essere inserito all’interno di un circuito consolidato di corrispondenti in tutto il mondo, per garantire connessioni globali e assistenza aerea e marittima. Questa “rete”, che non fa viaggiare bit immateriali ma merci, è stata costruita sulla base di una lunga esperienza, maturata “on the road”, fino a sviluppare un patrimonio vasto e completo di competenze professionali, fondamentali per migliorare efficienza e qualità. Per capire la forza dell’azienda, basta guardare i suoi numeri: 800 dipendenti diretti, un gruppo di cui fanno parte una dozzina di società e altrettanti insediamenti, con un’ampia struttura operativa e immobiliare; 600.000 mq di area totale di proprietà di cui 200.000 coperti, destinati a centri di stoccaggio e piattaforme di smistamento; una flotta di circa 1.800 veicoli (600 trattori - tutti dotati di motori Euro2, in linea con le direttive comunitarie in materia di ambiente , 300 semirimorchi per il trasporto del vetro, 800 semirimorchi per il trasporto di merce generica, 70 casse mobili per il trasporto intermodale; tutti i mezzi sono dotati di sistemi Gps per garantire costantemente rintracciabilità, monitoraggio e sicurezza delle merci); 220.000 spedizioni inoltrate ogni anno; 60 milioni di chilometri percorsi nei dodici mesi sulle strade europee. Il fatturato consolidato nel 2003 ha raggiunto quota 130 milioni di euro, circa 250 miliardi delle vecchie lire. Un “miracolo di famiglia”, come altre importanti realtà della Granda. Ne ha fatta di strada la piccola azienda messa in piedi da Giorgio Lannutti, dapprima autista per il Consorzio Agrario nell’albese e dagli anni Sessanta a Cuneo, con un inizio nel trasporto di prodotti sfusi per l’edilizia e con una crescita costante, sempre in ottica di impresa familiare (ancora oggi il 100% delle azioni della holding che controlla il Gruppo è in mano alla famiglia Lannutti). Nel 1975 nasceva la società Lannutti Giorgio e Figli Snc; passavano altri dodici anni e si costituiva la Autotrasporti Lannutti Srl, mentre venivano avviate le controllate Lannutti France, Lannutti España, Lannutti Deutschland, Alpi Tir in Belgio. Negli anni Novanta, poi, l’impegno si è concentrato sempre più sulla logistica, sui servizi di outsourcing (con la gestione di magazzini per conto terzi), sul trasporto intermodale e sul groupage industriale, anche con la Green Line Service. Nel 2002 veniva acquisito il controllo di due aziende già precedentemente partecipate (Trae -Trasporti Europei ed Eurostock), nel 2003 diventava di proprietà anche la società belga Van Hoof SA, specializzata nel trasporto del vetro in lastre. In quest’ultimo settore l’azienda di Madonna dell’Olmo è oggi leader per i servizi logistici, grazie a investimenti effettuati sui particolari semirimorchi che sono necessari per un trasporto delicato come quello del vetro; altri importanti ambiti di operatività sono quelli della gomma, della carta, della componentistica e dell’automotive. 77 • R A S S E G N A N. 1 7 E S TAT E 2 0 0 4 Da trent’anni l’uomo-simbolo dell’azienda è Valter Lannutti, che ha fatto crescere l’impresa di famiglia fino alle dimensioni attuali. Non per nulla è stato premiato nel 1998 al salone internazionale Transpotech come “Autotrasportatore dell’anno”, per essere riuscito a creare una realtà simile partendo da un capoluogo di provincia non ancora collegato alla rete autostradale nazionale. E se quest’ultima condizione sembra allontanarsi nei prossimi anni, non viene certo sminuito lo spirito imprenditoriale e organizzativo che è alla base del lavoro nel settore. Anzi, si può quasi parlare di una sfida che si rinnova ogni giorno: “In effetti, già si tratta di buone notizie quando non ci sono dati negativi e problemi, tanto più in un momento economico come quello attuale” afferma Valter Lannutti -. “Eppure ogni giorno ci troviamo a dover fronteggiare le condizioni e le richieste del mercato, che è l’unico parametro cui attenersi per le imprese del nostro settore, mentre spesso lo Stato non compie scelte favorevoli o perlomeno sensate: per questo dallo Stato non invochiamo aiuti, chiediamo soltanto di poter portare avanti il nostro lavoro”. Meno bastoni tra le ruote, dunque, meno lacci e lacciuoli per rimanere sul mercato? “Sì, perché ormai l’autotrasporto è dominato dall’esigenza di flessibilità, di operatività just in time e di massima efficienza - aggiunge Lannutti -. Le richieste dei clienti sono obblighi, se si vuole crescere, ma da parte delle istituzioni e dell’intero sistemaPaese vanno capite senza pregiudizi le ragioni e le condizioni dell’autotrasporto: il camion non è un ‘camper grande’ che vuole passare sulle nostre vie, ma per certi versi è un “treno piccolo” di cui abbiamo bisogno per la sua flessibilità, di cui le nostre piccole e medie imprese come le grandi realtà industriali non possono fare a meno per far giungere, in tempi brevi e con costi ragionevoli, le merci là dove c’è il consumo, dove il mercato le richiede. Se questo non avviene, gli effetti negativi si risentono sui singoli operatori ma anche sull’intera collettività, con conseguenze economiche che diventano negative per tutti. Per costruire l’economia occorre che si riesca a produrre, con un rapporto ottimale tra costi, qualità e prezzo, ma poi servono strutture e strumenti adeguati per diffondere i prodotti nel più ampio spazio possibile. Questo è il nostro agire quotidiano, un lavoro di flussi in cui sono determinanti le economie di scala, 78 • R A S S E G N A N. 1 7 E S TAT E 2 0 0 4 le integrazioni e l’ottimizzazione dei percorsi, in un’ottica che non è più ‘soltanto’ autotrasporto ma è sempre più logistica”. Quest’ultima espressione riflette l’idea della crescita vissuta dal Gruppo Lannutti negli ultimi dodici anni, da quando un’intuizione chiamata Europa ha spinto la famiglia cuneese a cercare nuovi spazi oltre confine, clienti e strutture ma anche persone, come non nasconde lo stesso Valter Lannutti: “Alla base della nostra crescita ci sono un contesto locale sano e forte, ma anche personale dedicato e capace che ha dato vita a una squadra molto forte, fatta di giovani e di persone che amano il loro lavoro”. Il tutto rimanendo a Cuneo, per i legami affettivi e familiari ma anche “per la fortissima fiducia nelle potenzialità di questa terra e della sua gente”. La frazione cuneese di Madonna dell’Olmo si conferma comunque capitale del distretto trasporti in Granda: oltre al “cuore” del Gruppo Lannutti, infatti, altri centri strategici di realtà locali, nazionali e internazionali pulsano nell’area intorno al capoluogo che maggiormente ha conosciuto l’espansione di insediamenti produttivi e di servizio. Corrieri e spedizionieri, “padroncini” e aziende di supporto, ma in particolare nella zona di Madonna dell’Olmo hanno sede realtà come Fai Service, Caf e Cooperativa Trasporti. Quest’ultima ha sede nei pressi della Motorizzazione ed è attiva dal 1974, quando un gruppo di autotrasportatori della Granda decise di consorziarsi per ottenere condizioni più vantaggiose nell’acquisto di servizi. Negli anni questa realtà è diventata una grande organizzazione al servizio dell’autotrasporto, con circa 500 soci e la gestione di quasi 23.000 tra Telepass, Viacard, Caplis (per la rete autostradale francese), tessere carburanti Multicard Routex e tessere trafori. A questi servizi si sono poi aggiunte consulenze, formazione e forniture per un supporto costante all’autotrasportatore: “Le esigenze sono tante” - spiega il direttore, Franco Abellonio -, “collaboriamo con tutti gli operatori nell’ottica di un servizio completo e rapido, per fare gli interessi degli associati. Questi sono tutti rappresentati con le loro diverse tipologie e dimensioni nella nostra cooperativa (di cui è presidente Matteo Toselli), perché vogliamo essere profondamente ancorati alla realtà cuneese”. Esperienza simile è quella della Caf -Cooperativa autocisternisti fossanesi, nata anche nel 1974 e da allora cresciuta fortemente in Italia e all’estero (tanto da vedere ridimensionate, nell’operatività, le specificità professionali e locali contenute nel suo stesso nome) come cooperativa di trasporti e di servizi all’autotrasporto. “Oltre alle tessere per autostrade e carburanti e ai pacchetti assicurativi” - afferma Tomaso Tomatis, direttore “il nostro impegno è anche per la ricerca di commesse per le aziende associate, con un’organizzazione del lavoro attenta e capillare. Dalla metà degli anni Novanta, infatti, il nostro ruolo è stato ancora di più al fianco delle piccole e medie imprese, con servizi richiesti dalla nostra base sociale. Oggi la cooperativa conta circa 3.800 aziende socie, e tra queste almeno 900 sono in Spagna, Portogallo e Francia; i numeri più rilevanti sono in Italia, con presenza su quasi tutto il territorio nazionale”. Sedi e uffici Caf sono a Cuneo, Fossano, La Spezia, Milano, Bolzano, Perugia e Frosinone, mentre per la “gemella” Cae - Cooperativa autotrasportatori europei sono state attivate sedi in Spagna, Portogallo e Francia. Tra le molte attività portate avanti in questi anni, due hanno data 2002: un convegno dal titolo provocatorio (“Europa, fregatura o grande occasione per l’autotrasporto italiano?”) al Transpotec di Verona, e il lancio del servizio Borsa Noli sul web, segno della forte attenzione per le nuove tecnologie che caratterizza il comparto. Altro soggetto di primaria importanza sulla scena locale, nazionale e internazionale è la cooperativa di servizi Fai Service, nata nel 1986 a Reggio Emilia su iniziativa di operatori aderenti alla Fai - Federazione autotrasportatori italiani. La “maggiore età” raggiunta oggi è stata accompagnata da una crescita costante negli anni, che hanno anche visto lo spostamento della sede amministrativa a Cuneo: oggi i soci sono circa 6.000 (di cui molti in Spagna, ma anche in Portogallo e Francia, a conferma di una vocazione che è insieme mediterranea e atlantica per le realtà associative cresciute a partire dalla terra cuneese), con un’assistenza agli operatori che risponde innanzi tutto a un’esigenza di semplificazione e di soluzione dei problemi quotidiani. Dall’area in cui sostare e trovare i servizi di Fai Service alle carte di credito (autostrade, trafori, carburanti), dai servizi assicurativi a tante “utilities” grandi e piccole per chi trasporta. Una conoscenza approfondita dei problemi della categoria, quindi, come avviene in generale per chi, sul territorio cuneese, gestisce servizi legati all’autotrasporto. Ecco allora che si possono anche trarre, nelle parole di Primo Santini (amministratore delegato della cooperativa) e di Pierangela Riva (presidente provinciale Fai), alcune considerazioni “di scenario”, sul futuro del comparto a livello locale e nazionale: “Il trasporto non esiste più di per sé, ma è sempre più un sistema trasportistico, capace di guardare alla flessibilità della gomma ma anche alle integrazioni con le ferrovie, nell’intermodale, e fino alla navigazione marittima e aerea. Per i piccoli operatori diventa determinante un sistema di servizi, un supporto di coordinamento che guardi sempre più all’attivazione di sinergie. È cambiata anche la prospettiva con cui si affrontano i problemi del comparto: non si tratta più di camion che viaggiano, bensì di merci che vanno all’estero e che devono continuare ad andarci, se non vogliamo che il nostro Paese rimanga isolato dal mercato europeo e straniero. Si tratta di tempi e di competitività, sfide da affrontare insieme, come sta avvenendo sempre più grazie all’attenzione di tutto il mondo produttivo e non soltanto del comparto. Se non si prende coscienza di questo, a tutti i livelli, le merci in Europa parleranno francese, tedesco e inglese, ma sempre meno italiano”. 79 • R A S S E G N A N. 1 7 E S TAT E 2 0 0 4