botta e risposta - La rassegna stampa del Comune di Como
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botta e risposta - La rassegna stampa del Comune di Como
6349 RASSEGNA STAMPA C \.l \l L~ CG ' l..'OB.DINB Edizionedel1 ANNO XXXII 2 OTT. ZOll ''' BOTTA E RISPOSTA L- Lamento· dei chioscai in tema di liberalismo Secondo gli esercenti il Comune sulle licenze è un "soviet" e fa 11comunismo allo stato puro" di Angelo Basilico Cortfesercenti Como Egregio direttore, mi scusi ma continuo a non capire il senso "liberale" della campagna del suo giornale sui chioschi. Dice Federica Dato "Due o tre cose liberali ai chioscai comaschi~ Io non ne ho trovata alcuna. Cosa ci sarà di liberale nel cambiare le regole con cui vengono date le concessioni di suolo pubblico, senza che nessuna legge lo preveda o lo renda possibile, lo capisce solo Lei. Cosa ci vede di liberale nel dire ad un imprenditore che può farlo ma a termine, anche questo è un affare incomprensibile. E poi una domanda: saprebbe la Sua collega o Lei direttamente magari, spiegarci perchè solo a Como si sta proponendo questa ciofeca del bando per i chioschi? Thtti gli altri Comuni lombardi od italiani, sono stupidi e qill ci sono dei geni incompresi? Non le farò il discorso italiota del "perchè non si comincia dai ...?" e cosi via, da qualche parte sarebbe giusto cominciare; Le dirò semplicemente che se si fosse presa la questione per il suo giusto verso, ovvero propori:e una rivalutazione dei canoni di affitto (sostanzialmente TARSU e TOSAP)per i chioschi, tutto sarebbe stato più logico e chiaro. Anessuno piace pagare di più (anche se i chioscai pagano ben più di alcuni garage di proprietà comunale) ma era tutta un'altra storia. nrapporto tra istituzioni e cittadini, ma non solo, ·si basa sulla reciproca fiducia e sul rispetto degli accordi definiti; se un privato stabilisce un contratto con il Comune ed il Comune cambia le regole non prima ma durante, allora cambia tutto ed è giusto per il cittadino difendersi come sa e come può. Di fatto, Lei converrà che togliere ad un'azienda il diritto di proseguire nel suo lavoro cam. · biando le norme che stavano alla base del reciproco accordo ha ben poco di liberale e puzza molto di esproprio, quindi di soviet, di comunismo allo stato puro, altro che "qualcosa di liberale"!. Ma ognuno si fa male come vuole, ed il centro destra comasco nutre una passione per il do-, lore, evidentemente. · Ma quale comunismo. Questo si chiama mercato Dagli addetti ai lavori soltanto slogan. Giusto valutare caso per caso, ma anche liberalizzare Egregio signor Basilico, la ringrazio per la sua mail, che mi offre l'occasione per precisare alcuni aspetti del nostro ragionamento. Seguirò l'ordine delle sue domande, in modo da essere il più chiaro possibile. Lei dice: "Cosa ci sarà di liberale nel cam~iare~~~ègol~ co~~ v~ngono date~n cessioni di suolo punblico, senza tfrè nessuna legge lo preveda o lo rerida possibile"? Le rispondo con un'altra domanda: cosa c'è di illiberale nell'introdurre meccanismi di libero mercato nell'assegnazione di concessioni di suolo pubblico, dunque per definizione di tutti? Nulla, caro Basilico. Non si tratta di interrompere contratti in corso, quelli non sì toccano, si tratta di impostare nuovi patti. Nell'impostare i nuovi patti è giusto valutare i singoli casi, cercando di evitare disagi e danni a chi ha compiuto investimenti. Pretendere che una concessione pubblica diventi privata per il semplice fatto che per anni nessuno ha mai utilip:ato sistemi concorrenziali, trasparenti e liberali nel concedere beni comunali, è, appunto, illiberale. Sul fatto che questi sistemi debbano essere introdotti, dopo anni di inerzia, in maniera sensata è graduale,siamo d'accordo. Quello che, invece, scrive rispetto alla legge è semplicemente sbagliato. Non esiste legge che vieti il ricorso di _ _ _ _ bandi per l'assegnazione di concessioni (Sen pubbliche, di questo sono certo. ---- Dfatto che altri Comuni non si stiano ponendo il problema, francamente, n(m mi interessa molto. È un fatto, piuttosto, che il principio della liberalizzazione delle concessioni sia sempre più incentivato. Anche in relazione alla recente manovra economj.ca l'Europa( tramite la Bee) ha chiesto al governo di fare passi avanti nella messa in gara di concessioni pubbliche, verso le cosiddette liberalizzazioni, non verso gli espropri. Andiamo avanti. Che i chioscai paghino più di qualche occupante di box sarà anche vero, signor Basilico. Ma guardare chi fa peggio ha già procurato troppi danni a questa città. Meglio rivolgersi a esempi più virtuosi, mi creda. Meglio per tutti. Lei scrive ancora: "D rapporto tra istituzioni e cittadini, ma non solo, si basa sulla reciproca fiducia e sul rispetto degli accordi definiti; se un privato stabilisce un contratto con il Comune ed il Comune cambia le re- gole non prima ma durante, allora cambia tutto ed è giusto per il cittadino difendersi come sa e come può': .. Lei avrebbe ragione se, come detto, il COmune venisse meno a un contratto, a un patto, come lo chiama lei. Non è qùesto il caso comasco. Quando lei tira in ballo defuiizioni teme . "soviet" o "comunismò allo stàto I)urd'sba~ glia mira e misura. Il Comune è tenuto al mero rispetto dei contratti e sta tenendo fede al proprio obbligo. Potrebbe inftschiarsene di tutto il resto, invece si è detto disponibile a valutare i singoli casi, andando incontro agli impegni economici assunti dai chioscai. Questo non è comunismo, caro Basilico, è buon senso. Thtto il resto, mi perdoni, sono slogan sterili: Infine, \m'ffitima considerazione di carat· tere politico. È perfettamente legittimo minacciare di togliere il consenso a un forza politica (in questo caso il centrodestra) se si ritiene che questa forza non risponda alle esigenze di una professione o della cittadinanza. Non credo però ci troviamo in questa sitùazione. Credo, piuttosto, che sia vero il contrario. E se il centrodestra comasco ha qualche problema di consenso, mi creda sulla parola, non è certo per via della questione dei chioschi. ---(DLmig)