botta e risposta - La rassegna stampa del Comune di Como

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botta e risposta - La rassegna stampa del Comune di Como
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RASSEGNA
STAMPA
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Edizionedel1
ANNO XXXII
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BOTTA E RISPOSTA
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Lamento· dei chioscai in tema di liberalismo
Secondo gli esercenti il Comune sulle licenze è un "soviet" e fa 11comunismo allo stato puro"
di Angelo Basilico Cortfesercenti Como
Egregio direttore,
mi scusi ma continuo a non capire il senso "liberale" della campagna del suo giornale sui chioschi.
Dice Federica Dato "Due o tre cose liberali ai chioscai comaschi~ Io non ne ho trovata alcuna. Cosa ci sarà di liberale nel
cambiare le regole con cui vengono date
le concessioni di suolo pubblico, senza
che nessuna legge lo preveda o lo renda
possibile, lo capisce solo Lei. Cosa ci vede di liberale nel dire ad un imprenditore
che può farlo ma a termine, anche questo
è un affare incomprensibile.
E poi una domanda: saprebbe la Sua collega o Lei direttamente magari, spiegarci
perchè solo a Como si sta proponendo
questa ciofeca del bando per i chioschi?
Thtti gli altri Comuni lombardi od italiani, sono stupidi e qill ci sono dei geni incompresi?
Non le farò il discorso italiota del "perchè
non si comincia dai ...?" e cosi via, da qualche parte sarebbe giusto cominciare; Le
dirò semplicemente che se si fosse presa
la questione per il suo giusto verso, ovvero propori:e una rivalutazione dei canoni
di affitto (sostanzialmente TARSU e TOSAP)per i chioschi, tutto sarebbe stato più
logico e chiaro. Anessuno piace pagare di
più (anche se i chioscai pagano ben più di
alcuni garage di proprietà comunale) ma
era tutta un'altra storia. nrapporto tra istituzioni e cittadini, ma non solo, ·si basa
sulla reciproca fiducia e sul rispetto degli
accordi definiti; se un privato stabilisce un
contratto con il Comune ed il Comune
cambia le regole non prima ma durante,
allora cambia tutto ed è giusto per il cittadino difendersi come sa e come può. Di
fatto,
Lei converrà che togliere ad un'azienda il
diritto di proseguire nel suo lavoro cam. ·
biando le norme che stavano alla base del
reciproco accordo ha ben poco di liberale e puzza molto di esproprio, quindi di
soviet, di comunismo allo stato puro, altro che "qualcosa di liberale"!. Ma ognuno si fa male come vuole, ed il centro destra comasco nutre una passione per il do-,
lore, evidentemente.
·
Ma quale comunismo. Questo si chiama mercato
Dagli addetti ai lavori soltanto slogan. Giusto valutare caso per caso, ma anche liberalizzare
Egregio signor Basilico,
la ringrazio per la sua mail, che mi offre l'occasione per precisare alcuni aspetti del nostro ragionamento.
Seguirò l'ordine delle sue domande, in modo da essere il più chiaro possibile.
Lei dice: "Cosa ci sarà di liberale nel cam~iare~~~ègol~ co~~ v~ngono date~n­
cessioni di suolo punblico, senza tfrè nessuna legge lo preveda o lo rerida possibile"?
Le rispondo con un'altra domanda: cosa
c'è di illiberale nell'introdurre meccanismi
di libero mercato nell'assegnazione di concessioni di suolo pubblico, dunque per definizione di tutti? Nulla, caro Basilico. Non
si tratta di interrompere contratti in corso,
quelli non sì toccano, si tratta di impostare nuovi patti. Nell'impostare i nuovi patti
è giusto valutare i singoli casi, cercando di
evitare disagi e danni a chi ha compiuto investimenti. Pretendere che una concessione pubblica diventi privata per il semplice
fatto che per anni nessuno ha mai utilip:ato sistemi concorrenziali, trasparenti e liberali nel concedere beni comunali, è, appunto, illiberale. Sul fatto che questi sistemi debbano essere introdotti, dopo anni di
inerzia, in maniera sensata è graduale,siamo d'accordo. Quello che, invece, scrive rispetto alla legge è semplicemente sbagliato. Non esiste legge che vieti il ricorso di
_ _ _ _ bandi per l'assegnazione di concessioni
(Sen pubbliche, di questo sono certo.
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Dfatto che altri Comuni non si stiano ponendo il problema, francamente, n(m mi
interessa molto. È un fatto, piuttosto, che
il principio della liberalizzazione delle concessioni sia sempre più incentivato. Anche in relazione alla recente manovra economj.ca l'Europa( tramite la Bee) ha chiesto al governo di fare passi avanti nella
messa in gara di concessioni pubbliche,
verso le cosiddette liberalizzazioni, non
verso gli espropri.
Andiamo avanti.
Che i chioscai paghino più di qualche occupante di box sarà anche vero, signor Basilico. Ma guardare chi fa peggio ha già procurato troppi danni a questa città. Meglio
rivolgersi a esempi più virtuosi, mi creda.
Meglio per tutti.
Lei scrive ancora: "D rapporto tra istituzioni e cittadini, ma non solo, si basa sulla reciproca fiducia e sul rispetto degli accordi
definiti; se un privato stabilisce un contratto
con il Comune ed il Comune cambia le re-
gole non prima ma durante, allora cambia
tutto ed è giusto per il cittadino difendersi
come sa e come può': ..
Lei avrebbe ragione se, come detto, il COmune venisse meno a un contratto, a un
patto, come lo chiama lei. Non è qùesto il
caso comasco.
Quando lei tira in ballo defuiizioni teme
. "soviet" o "comunismò allo stàto I)urd'sba~
glia mira e misura.
Il Comune è tenuto al mero rispetto dei
contratti e sta tenendo fede al proprio obbligo. Potrebbe inftschiarsene di tutto il
resto, invece si è detto disponibile a valutare i singoli casi, andando incontro agli
impegni economici assunti dai chioscai.
Questo non è comunismo, caro Basilico,
è buon senso. Thtto il resto, mi perdoni,
sono slogan sterili:
Infine, \m'ffitima considerazione di carat· tere politico.
È perfettamente legittimo minacciare di
togliere il consenso a un forza politica (in
questo caso il centrodestra) se si ritiene
che questa forza non risponda alle esigenze di una professione o della cittadinanza. Non credo però ci troviamo in questa sitùazione. Credo, piuttosto, che sia vero il contrario. E se il centrodestra comasco ha qualche problema di consenso, mi
creda sulla parola, non è certo per via della questione dei chioschi.
---(DLmig)