Gestione TLC - torvergatabook
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA DELLE TELECOMUNICAZIONI GESTIONE di SISTEMI & SERVIZI di TELECOMUNICAZIONE (Parte I) Pietro de Santis LEG - REG ST&E BUSINESS SOCIAL Anno Accademico 2008-2009 Commento: 2 FUNDAMENTALS of TLC MANAGEMENT Pietro de Santis 3 A Francesco Valdoni, che non ha fatto a tempo a vedere queste mie note………. Business in ICMT Engineering Education “Preparing Engineers for a digital economy” ICMT BUSINESS ICMT in Business Education “Preparing Executives to use digital technologies” Bus Eng Relòation 4 Si presenta qui di seguito il materiale didattico preparato dal Prof. Pietro de Santis per le lezioni/ esercitazioni del corso di “Gestione Sistemi & Servizi di Telecomunicazione” (GST) insegnato nel periodo SettembreNovembre 2008 dell’Anno Accademico 2008-2009 presso l’Università di Roma-Tor Vergata. Parte di questo materiale è stato distribuito agli studenti sotto forma di “Dispense”. Il corso di “Gestione Sistemi & Servizi di Telecomunicazione” ha una durata di 2 (ore/giorno) x 3 (giorni/settimana) x 4 (settimane/mese) x 2 mesi = 48 ore di insegnamento. Esso è diviso in due parti. La prima parte si occupa dei concetti fondamentali che sono alla base della gestione dei Sistemi e dei Servizi TLC mentre la seconda parte studia in dettaglio i modelli gestionali standardizzati per reti e elementi di rete TLC e.g. modelli OSI-SM, TMN, SNMP emessi come standards de jure da enti di standardizzazione internazionali. Le ampie Appendici al Capitolo 1 riportano materiale di riferimento utilizzato per approfondimenti e esercitazioni mentre un Addendum finale contiene materiale “for further reading” (Appendici e Addendum non fanno parte del programma ufficiale del corso). PS. Notare che il materiale didattico si riferisce a “Sistemi & Servizi TLC” e non ai soli “Sistemi TLC” come annunciato nel nome ufficiale del corso. Qui continueremo ad usare l’acronimo GST ma attribuiremo ad esso il significato di “Gestione di Sistemi & Servizi TLC”. 5 6 GESTIONE di SISTEMI & SERVIZI di TELECOMUNICAZIONE PARTE PRIMA INTRODUZIONE alla GESTIONE di SISTEMI & SERVIZI TLC Durata: 24h (6h/settimana x 4 settimane) Capitolo 1 Gestione TLC & Interdisciplinarietà (10h) Capitolo 2 Ambiente Engineering: gestione delle Tecnologie ICT (6h) Capitolo 3 Standards gestionali ITU-T: introduzione (4h) Capitolo 4 Ambiente Business: gestione dei servizi TLC (4h) 7 CAPITOLO 1 Gestione TLC & Interdisciplinarietà (10 h) PREMESSA: Definizione del termine “Telecomunicazione” 1.0 Stakeholders, sistemi, servizi e mercati TLC (2h) 1.0.1 1.0.2 1.0.3 1.0.4 1.1 TLC Stakeholders e loro interazioni (mercati TLC) Sistemi TLC Servizi & Prodotti TLC Esercizi “Gestione TLC”: la gestione integrata di sistemi e servizi TLC per un “Customer Oriented TLC Business” (2h) 1.1.1 Cosa significa gestire sistemi e servizi TLC? Un modello concettuale 1.1.2 Gestione dinamica e cambiamenti esterni: la gestione “per processi” all’ interno di una TelCo 1.1.3 Le “dimensioni” della Gestione TLC: tipologie di modelli gestionali 1.1.4 Valenza economica della gestione 1.1.5 Esercizi 1.2 La gestione di sistemi e servizi TLC: concetti generali (3h) 1.2.1 Decomposizione funzionale di un servizio TLC in parte gestionale e parte gestita (“service core” o “essenza del servizio”) 1.2.2 Funzionalità U&S e funzionalità gestionali all’interno di un servizio TLC 1.2.3 Sistema TLC e gestione di un sistema TLC 1.2.4 Sistemi di Supporto per la gestione di sistemi e servizi TLC 1.2.5 Integrazione dei sistemi di gestione (Rete di Gestione) di una TelCo 1.2.6 Convenzionalità della gestione e dei modelli gestionali: enti di standardizzazione 1.2.7 Modelli standardizzati generici o specifici 1.2.8 Conclusione 1.2.9 Esercizi 1.3 “Gestione TLC” & formazione interdisciplinare (2h) 1.3.1 1.3.2 1.3.3 1.3.4 1.4 Ordinamento gerarchico delle gestioni locali in una TelCo “Product Development”: interdisciplinarietà Engineering-Business Il mondo del lavoro post-lauream: teams di lavoro integrati Elementi di integrazione: extraconoscenza interdisciplinare “Engineering-Business” La storia della “Gestione TLC” non si ripete: da “bottom up” (1968) a “top-down” (2008). 1.4.1 1.4.2 1.4.3 1.4.4 La gestione delle tecnologie: reti TLC e loro elementi La gestione dei servizi TLC La Gestione con la G maiuscola Tecnologie gestionali DOC (Distributed Object Computing) 8 1.4.5 1.4.6 1.4.7 1.4.8 La Gestione in un macroambiente sociale e naturale La gestione di impresa e il ruolo della Responsabilità Sociale di Impresa in una TelCo Bibliografia Capitolo 1 Esercizi MATERIALE DIDATTICO AUSILIARIO Appendice 1. Il “libero mercato” delle telecomunicazioni: considerazioni storiche Appendice 2. Gli oggetti gestiti contenuti nella MIB della Fig.1.3.1 Appendice 3. La “gestione di impresa” in una TelCo (modello e-TOM del TeleManagement Forum/ITU-T) Appendice 4. Interdisciplinarietà “completa” in una TelCo: la metodologia dei Punti di Vista Appendice 5. Interdisciplinarietà: “cross-fertilizzazione” di conoscenze con produzione di extra-conoscenze Appendice 6. Elementi di “Marketing” per ingegneri TLC: beni, servizi e processi TLC. Appendice 7. Elementi di “Organizzazione Aziendale”per ingegneri TLC: la vista interna di una impresa “Telco” 9 10 CAPITOLO 1 Gestione TLC & Interdisciplinarietà PREMESSA No.1: Definizione del termine “telecomunicazione” In questo corso il termine «telecomunicazione» ha il significato, del tutto generico, di una comunicazione a distanza nella quale l’informazione, generata e raccolta da apparecchiature terminali denominate rispettivamente “sorgente” e “destinatario” è generata, trasferita, trattata, archiviata, e utilizzata sottoforma di segnali elettrici secondo le seguenti modalità, 1) trasferita tramite mezzi di trasporto elettromagnetici “man made” (“mezzi elettromagnetici”), cioè tramite campi elettromagnetici creati dall’uomo con lo scopo di trasportare informazione che si propagano “lungo” mezzi fisici o in spazio libero (atmosfera, vuoto). I primi sono anche denominati mezzi elettromagnetici “wireline” o “landline” o “mezzi di propagazione elettromagnetica guidata”. Essi sono supportati da mezzi fisici come linee elettriche in rame, cavi coassiali, guide d’onda, fibre ottiche etc. I secondi sono anche denominati mezzi elettromagnetici “wireless” o “mezzi di propagazione elettromagnetica libera”. Esempi sono: ponti radio, tratte satellitari, collegamenti radio cellulari terrestri, collegamenti Wi-Fi etc 2) elaborata/immagazzinata da “apparati o apparecchiature di rete” (network devices) e.g. autocommutatori, multiplexers, routers, hubs, bridges, satelliti, ripetitori terrestri, database etc. e 3) generata, elaborata/immagazzinata o utilizzata da “apparecchiature terminali” e.g. telefoni, fax, computers, apparecchi radio, televisori etc. che interfacciano da un lato con la rete di accresdso e dall’altro con esseri umani sorgenti/collettori di informazione (e.g. persone fisiche che fruiscono dei servizi TLC). In questo corso tecnologie elettroniche o fotoniche per la trasmissione (transmission), elaborazione (processing) e immagazzinamento (storage) dell’ informazione digitale nell’ambito delle telecomunicazioni sono denominate Tecnologie ICT (Information & Communications Technology) NOTA P.1 SIGNIFICATO DELLA PAROLA “MEDIUM” . La parola “medium“ può significare due cose diverse: 1) “canale di trasporto dei contenuti” nel senso di “mezzo di trasporto” (vedi A nella Tavola 4.3.1.1) oppure 2) “contenuto da distribuire per via radio-TV” nel senso di “programma radioTV” (vedi B nella Tavola 4.3.1.1). Ad esempio, si parla di una industria TMT (Tecnologia, Media, Telecomunicazioni) per indicare le industrie coinvolte nella produzione/fornitura di tecnologie/servizi di Mobile TV i.e servizi TV su telefonini che funzionano contemporaneamente da computer, televisore radio e telefono. Si parla anche di tecnologie IMC (IMC = Information, Media, Communication) o IMCT per indicare tecnologie integrate (qui va di moda la parola “convergenti”!) che abilitano servizi internet (Information) servizi radio-televisivi (Media) e servizi telefonici (Communications). 11 NOTA P.1 Differenza fra “Comunicazione” e “Telecomunicazione” I termini “telecomunicazione” e “comunicazione” hanno in comune la lunga sequenza alfabetica “c-o-m-u-n-ic-a-z-i-o-n-e”. Questa ampia condivisione di lettere talvolta induce nell’errore di ritenere che i loro significati siano anche essi molto simili. Ma questo non è vero. Per noi “telecomunicazione” e “comunicazione” non solo hanno significati diversi ma rappresentano conoscenze sviluppate e accudite in aree disciplinari/culturali molto diverse. In particolare in questo corso la “comunicazione”, nel senso di “mettere in comune informazione”, ha una connotazione del tutto generale con implicazioni socio-economiche (e.g. come nel caso di “comunicazioni sociali”, “comunicazioni di massa”) mentre la “telecomunicazione” ha una connotazione più specifica e più tecnica, facendo essa riferimento al trasferimento di informazione con opportune tecnologie (e.g. come nel caso di telecomunicazione per via radio-televisiva, internet, telefonica). Quindi allorché si parla di “telecomunicazione” si fa riferimento ad un particolare tipo di comunicazione che richiede sempre l’utilizzo, seppur parziale, di una portante elettromagnetica man-made cioè un campo elettromagnetico di una certa frequenza creato dall’uomo tramite opportune apparecchiature e.g. tramite un oscillatore RF + amplificatore, e successivamente modulato con un segnale che contiene l’informazione che si vuole trasferire (per diffusione o interconnessione). Quindi in questo corso la “telecomunicazione” esclude: 1) il trasporto di informazione su portante elettromagnetica generata direttamente da sorgenti naturali e.g. segnali radio emessi da sorgenti naturali come in astronomia o remote sensing 2) telecomunicazioni basate sull’ uso esclusivo di mezzi di trasporto dell’informazione non-elettromagnetici come mezzi acustici o sonori (e.g. sistemi sonar per comunicazioni subacquee), mezzi materiali come libri, riviste giornali, memorie elettroniche (e.g. DVD), pellicole cinematografiche, trasferiti con mezzi di trasporto aerei o auto-ferroviari. In base a queste considerazioni si riconosce che la “telecomunicazione” è talvolta visto come un sottoinsieme o, se si vuole, una specializzazione della “comunicazione”. E, ahimè, purtroppo questo fatto può avere conseguenze nefaste! Può far sì che alcuni “esperti in comunicazione”, pur privi di una qualsiasi base conoscitiva in tecniche e tecnologie di telecomunicazione, si improvvisino “telecomunicazionari” e non solo discettino di “telecomunicazione” ma giochino ruoli dominanti anche in imprese di “telecomunicazione”! NOTA P.2 Telecomunicazioni ibride Fanno parte delle telecomunicazioni studiate in questo corso anche le “telecomunicazioni ibride” realizzate congiuntamente con portante elettromagnetica man-made e mezzi di trasporto non-elettromagnetici e.g. rete postale. Ad esempio nei servizi di “vendita on-line” (e-commerce) si usano mezzi elettromagnetici (internet) per consultare cataloghi e ordinare la merce dal sito del venditore desiderato mentre si usano mezzi meccanici (servizio pacchi postali) per trasportare la merce dal magazzino del fornitore alla sede del destinatario. Per le telecomunicazioni ibride è necessario che una impresa, in generale non-specifica delle telecomunicazioni, produttrice di beni materiali e.g. un venditore di libri, collabori con una Telco fornitrice di servizi TLC (tuttavia questa collaborazione è trasparente agli occhi del Cliente). In tal caso il bene materiale fornito costituisce il “contenuto” di un “servizio ibrido” nel quale il servizio TLC ha una mera funzionalità ancillare e.g. piazzamento di un ordine. Per il cliente di un servizio ibrido il “valore” risiede nel “contenuto” del servizio (e.g. un alto “valore” di un servizio di e-bookstore è legato ad una consegna pronta e accurata del libro desiderato fornito a un prezzo conveniente). Considerazioni analoghe valgono per scenari in cui il contenuto del servizio denominato “ibrido” non è un “bene materiale” bensì un “servizio” in generale nonTLC, fornito tramite una TelCo che fornisce il contenitore/veicolo (“servizio nel servizio TLC”). Ad esempio nei servizi di tele-medicina o tele-educazione il fornitore del contenuto del servizio ibrido è un ospedale o una università che collabora con una TelCo. In questo caso i “servizi ibridi” sono denominati “teleservizi” proprio perché sono servizi nonTLC contenuti in servizi TLC (vedi anche Capitolo 4) 12 PREMESSA No.2: Definizione dei termini “Engineering” e “Business” In questo corso parleremo di interdisciplinarietà “Engineering-Business” (con la E e la B maiuscola) e Punti di Vista Engineering e Business facendo riferimento alle aree conoscitive “Engineerng” e “Business” definite nel par. 1.3. Per capire bene il significato dei termini “Punto di Vista” e “Interdisciplinarietà” si consiglia la lettura delle Appendici 4 e 5 al Cap.1. Per comodità anticipiamo qui sotto la Tavola 1.3.1.2 che definisce i termini “Engineering” e “Business”. “Engineering” (con la E maiuscola) significa “Engineering delle telecomunicazioni”, telecomunicazioni”, un mix di quattro discipline tradizionali: “Ingegneria Informatica – Ingegneria gestionale - Ingegneria Elettronica - Ingegneria delle Telecomunicazioni”, le prime tre solo per la parte direttamente rilevante a sistemi e servizi TLC. Per “ingegneria” noi adottiamo la seguente definizione “ingegneria è la professione in cui la conoscenza discernimento nto per delle scienze matematiche e naturali (e.g. fisica, chimica) acquisita attraverso lo studio, l’esperienza e la pratica, viene applicata con discernime sviluppare nuovi sistemi che utilizzano economicamente le risorse della natura a beneficio dell’umanità”. Nel “modello interdisciplinare completo” da noi adottato (Vedi Appendice 4 al Capitolo 1) le conoscenze di “Engineering” in effetti sono solo parte di una più vasta area conoscitiva di natura tecnicotecnicoscientifica identificata come TLC “Science, Engineering & Technology, SE&T” (Vedi Tavola A.4.1). A.4.1). “Business” (con la B maiuscola) significa “Business delle telecomunicazioni”, telecomunicazioni”, un mix di conoscenze conoscenze derivate dalle quattro discipline tradizionali di Economia & Commercio, Scienze della Finanza, Marketing e Gestione di impresa, specializzate alle telecomunicazioni, laddove “economia” a livello microeconomico è “la scienza che studia le modalità di allocazione di risorse limitate tra usi alternativi al fine di massimizzare la soddisfazione degli utilizzatori” mentre a livello macroeconomico è la disciplina che si occupa di produzione, consumi, occupazione e prezzi nei mercati a livello nazionale e internazionale; internazionale; “finanza” è “la disciplina che studia i processi con cui persone fisiche o giuridiche, pubbliche o private, gestiscono i flussi monetari nel tempo (raccolta, allocazione, usi) e “marketing” è un ramo delle scienze economiche che “si occupa dello studio descrittivo del mercato e dell’analisi dell’interazione del mercato e degli utilizzatori con l’impresa”. A livello universitario il “Business delle Telecomunicazioni” è una corsi specializzazione alle Telecomunicazioni delle materie insegnate nei co rsi di “Master in Business Administration” (MBA). Durante il corso di GST il termine “Business” è usato con diversi significati e.g. “rapporto di business “ = rapporto commerciale, “processo di business” = processo aziendale, “utenza business” = utenza affari. affari. “obiettivo di business” = obiettivo aziendale. In molti casi useremo direttamente il termine “business” senza tentare di tradurlo e.g. useremo le espressioni inglesi “business model”, “business plan” etc. Tavola 1.3.1.2 In un contesto operativo il Punto di Vista “Engineering” è supportato da un team integrato di ingegneri con competenze professionali nelle quattro componenti dell’area “Engineering” mentre il Punto di Vista “Business” è supportato da un team integrato di businessmen esperti nelle quattro componenti dell’ area “Business”. L’approccio interdisciplinare è supportato da un team integrato “Engineering” – “Business” (un team di teams!) i cui membri condividono un modello informativo (“vocabolario”) comune. Un esempio di modello informativo condiviso “Engineering” – “Business” è stato recentemente standardizzato dall’ITU-T (vedi: “ITU-T Recommendation M.3190, “Shared Information & Data Model”, 07/2008”) ed è mostrato nella Tavola P2.1 In questa tavola i termini individuano concetti utilizzati nei processi di business di una impresa fornitrice di servizi TLC e sono definiti in maniera implementation-independent e comprensibile sia a ingegneri che businessmen. A differenza di modelli “multidisciplinari” questo modello contiene “extraconoscenze” interdisciplinari, create da una cross-fertilizzazione virtuosa di “Engineering” e “Business”! (vedi Appendice 5 al Cap.1) 1. Market / Sales (7) Market Strategy & Plan Market Segment Marketing Campaign Contact / Lead / Prospect Competitor Sales Statistic 2. Product (6) Product Product Specification Strategic Product Portfolio Plan Product Offering Product Performance Product Usage Statistic 13 Sales Channel 3. Customer (10) Customer Customer Order Customer Interaction Customer Statistic Customer Problem Applied Customer Billing Rate Customer SLA Customer Bill Customer Bill Collection Customer Bill Inquiry 4. Service (9) Service Service Applications Service Specification Service Configuration Service Performance Service Strategy & Plan Service Usage Service Trouble Resource Performance Resource Strategy & Plan Service Test 5. Resource (9) Resource Resource Specification Resource Topology Resource Configuration Resource Usage Resource Trouble Resource Test 6. Supplier / Partner (12) Supplier/Partner S/P Plan 7. Enterprise Under S/P Interaction S/P Product S/P Order S/P SLA S/P Performance S/P Bill S/P Problem S/P Bill Inquiry S/P Statistics S/P Payment 8. Common Business (5) Party Business Interaction Construction Location Policy Agreement Tavola P2.1 Modello informativo SID del TMF/ITU-T. Entità di livello 1 in raggruppamenti di livello zero 1.0 TLC stakeholders, sistemi e servizi TLC Significato dei termini & condivisione di linguaggio nel corso GST Quale è il modo migliore per iniziare un corso di GST di natura interdisciplinare Engineering-Business? Il significato di “interdisciplinarietà” è definito nell’ Appendice 5 al Capitolo 1 mentre i termini “Engineering” e “Business”, con le iniziali maiuscole, sono definiti nella “Premessa” al corso. 14 Da buoni ingegneri, e seguendo ciò che viene comunemente fatto in testi tecnici similari, noi riteniamo che il miglior modo per iniziare il nostro corso sia la spiegazione dei termini principali che useremo nel prosieguo delle lezioni. In un contesto interdisciplinare è importante introdurre termini ad alto contenuto semantico (i.e. di significato “generico” o definiti ad un alto “livello di astrazione”) che identificano i “concetti” fondamentali su cui si basa il corso di GST. Seguendo i principi enunciati in quella moderna forma di analisi di sistema che va sotto il nome di “Information Modeling” A questo proposito si consiglia la lettura dell’ aureo libretto; M.Flavin “Fundamental Concepts of Information Modeling”, Yourdon Press, 1981 (copie a disposizione degli studenti presso il Prof. De Santis) e per identificare la portata del nostro compito didattico definiamo subito la parte del mondo TLC di interesse nel corso di GST cioè definiamo il la realtà che vogliamo studiare (“target information domain” o “target problem domain”, dominio informativo target). Questo ci permette anche di identificare le principali entità reali in esso contenute e le loro mutue relazioni. L’oggetto di studio del corso di GST! (Target Information Domain) Un ambiente socio-economico-commerciale dove persone fisiche e giuridiche (“TLC stakeholders”) producono, gestiscono e utilizzano reti e terminali TLC (“sistemi TLC”) per erogare/fruire di “servizi TLC” in maniera “efficace/efficiente” Allora appare evidente che inizieremo il nostro corso di GST definendo i termini qui sottolineati. Essi descrivono entità reali “tangibili” (stakeholder, sistema) e “intangibili” (servizi). Saranno definizioni comprensibili, condivisibili e quindi utilizzabili da esperti con competenze professionali sia Business che Engineering. Con un linguaggio un po’ più sofisticato possiamo anche dire che, in accordo con la Raccomandazione ITU-T M.3190 del 07/2008, il nostro corso si basa su un “modello informativo” che vuole essere “un ponte fra gruppi di lavoro “business” e gruppi di lavoro “IT” in quanto offre “una terminologia comprensibile ai primi ma al tempo stesso sufficientemente rigorosa da poter essere usata dai secondi per sviluppare sistemi informatici per la gestione di sistemi e servizi TLC”. Allora i termini che spiegheremo nei prossimi paragrafi sono : 1. “TLC Stakeholder” (TelCo,TelCo Partner, ICT Supplier,Content Provider, Utente) 2. “Sistema TLC” (Risorsa TLC, Tecnologia ICT) 3. “Servizio TLC” (Servizio TLC, Prodotto TLC) 15 Ciò sarà fatto nelle prossime sezioni 1.0.1, 1.0.2 e 1.0.3. Un ultimo concetto che definiremo nel par.1.1 è “Gestione TLC” (TLC Management). Vedremo che esso si nasconde nell’espressione “efficace/efficiente” precedentemente introdotta. In questo nostro sforzo di ricerca di un linguaggio condiviso in un contesto TLC interdisciplinare ci ispireremo a iniziative recenti intraprese da vari enti di standardizzazione e, più di ogni altro, dal TeleManagement Forum (TMF) consorzio internazionale non-profit a cui tutt’oggi partecipano gran parte degli operatori del settore TLC. In particolare l’iniziativa NGOSS (Next Generation Operations Systems and Software) del TMF mirata allo sviluppo di software gestionale integrato, nella quale uno dei componenti più importanti della suite di modelli proposti è il modello “SID Model” (Shared Information & Data Model). Si tratta di un modello informativo che offre un linguaggio condiviso (“shared”) finalizzato all’integrazione di applicativi “loosely coupled” in un sistema informatico per la gestione di reti e servizi TLC (Vedere, ITU-T Recommendation M.3190, “Shared Information & Data Model”, 07/2008, vedere anche Tavola P2.1). 1.0.1 TLC Stakeholders e loro interazioni (mercati TLC) 1.0.1.1 L’ uomo ha bisogno di comunicare e collaborare in tempo reale con altri uomini residenti in sedi comunque remote L’uomo è la misura di tutte le cose. Ogni attività umana é finalizzata al raggiungimento di un fine e il suo valore è tanto più alto quanto più il fine è atto a soddisfare i bisogni/desideri dell’uomo e a migliorare la sua qualità di vita. Ci sono bisogni umani fondamentali strettamente personali come avere un alloggio, nutrirsi, vestirsi (come mostra la “piramide di Maslow” ben nota ai cultori di marketing). Poi ci sono bisogni di natura sociale o commerciale non fondamentali ma tuttavia altrettanto importanti. Fra questi c’é il bisogno di comunicazione e di collaborazione fra persone (umane o giuridiche). NOTA 1.0.1.1 Per “persona giuridica” intendiamo una organizzazione economica con identità e titolarietà giuridica che le permette di “stipulare accordi contrattuali e di chiedere il rispetto di tali accordi di fronte ad un tribunale” laddove una “organizzazione economica” è una “entità astratta all’interno della quale e attraverso la quale persone interagiscno al fine di raggiungere obiettivi individuali e collettivi” (P. Milgrom & J.Roberts, “Economia, Organizzazione e Management” Vol.I, il Mulino, 1994, p.45). Ogni persona oggi vuole avere la capacità conoscitiva/abilità fisica di trasmettere/ricevere informazione i.e. “comunicare”, sia in tempo reale (e.g. telefonia, videoconferencing) che in tempo differito (e.g. e-mail, SMS, fax) con altre persone residenti in sedi comunque remote e/o ricevere informazione di varia natura (notizie, intrattenimento, educazione etc.) prodotta e distribuita da centri di produzione & distribuzione appositamente creati e.g. centri di diffusione radio-televisiva, siti internet etc. Inoltre, in un contesto economico e in una società della conoscenza come quella in cui noi tutti oggi viviamo, ogni persona opera al meglio allorchè svolge un lavoro specializzato. Tuttavia essa vuole anche affrontare e risolvere problemi vasti e complessi che richiedono il contributo di più competenze professioinali. In queste circostanze una persona fisica o giuridica sente anche il bisogno di “collaborare” sia in tempo reale che in tempo differito, con altre persone 16 specializzate in discipline diverse per ottenere risultati comuni ottimali (e.g. individui cooperanti in teams di lavoro e imprese relazionate commercialmente in “value networks”). Oggi esistono vari mezzi di comunicazione e di collaborazione fra persone fisiche e giuridiche che permettono di soddisfare queste esigenze. Un contributo fondamentale alle comunicazioni in tempo reale fra persone ubicate in siti diversi comunque remoti viene dato dal trasferimento di informazione tramite “mezzi elettromagnetici”. In questo definiamo “telecomunicazione” un tipo particolare di “comunicazione” effettuata con “mezzi elettromagnetici” i.e. mezzi di trasporto elettromegnetici man-made. TLC STAKEHOLDER HIERARCHY (*) TLC Stakeholder “is a” TLC Service Company “is a” TLC Service Retailer IC Technology Vendor “is a” TLS Service Wholesaler TLC Service Intermediary Customer “is a” ICT Retailer ICT Wholesaler End Customer (*) Vedi Appendice 4 al Capitolo 1 Bus Eng Relation Fig.1.0.1.1 Esempio di specializzazione di un TLC Stakeholder La specializzazione (aggiunta di caratteristiche) può essere continuata verso il basso in modo ricorsivo i.e. un elemento di un certo livello è specializzato in un insieme di elementi situati a un livello gerarchico sottostante. La coniugazione di “digitalizzazione” (dei contenuti informativi di prodotti materiali) e “telecomunicazione” hanno poi abilitato anche la “collaborazione” fra attori remoti. Più precisamente, si tratta di effettuare 1) digitalizzazione (Analog-to-Digital conversion) di “contenuti informativi” analogici immagazzinati nei supporti fisici dei prodotti materiali da scambiare/utilizzare nel corso di una “collaborazione” e.g. documenti, disegni, stampe (di natura privata o pubblica come libri, giornali, riviste), registrazioni sonore (CD’s, DVD’s, memorie digitali), fotografie, films etc. 2) messa in rete dei dati binari ottenuti 3) susseguente processo inverso di recupero (resa) del formato analogico tramite Digital–to-Analog Conversion al momento della ricezione dei dati trasmessi. La velocità luminosa del mezzo elettromagnetico rende poi possibile una collaborazione interattiva in tempo reale fra attori remoti, rendendola praticamente indipendente dalla distanza di separazione (e.g. “remote-working” in grandi imprese con strutture organizzative reticolari distribuite su base globale). 17 La capacità conoscitiva/abilità fisica di svolgere “funzioni TLC” è da noi denominata “funzionalità TLC” (in inglese, “TLC capability”) laddove “funzione TLC” è un “insieme coerente di attività tese al raggiungimento di uno scopo TLC predeterminato entro un dato tempo” (vedere Tavola 1.0.3.3.1). Tutti noi desideriamo/abbiamo bisogno di possedere funzionalità TLC e di poterle attuare (mettere in atto) nello svolgimento di funzioni TLC allorchè necessario o desiderato, con la saggia consapevolezza che ciò è possibile sole se certe condizioni di attuazione esterne sono di volta in volta verificate e.g. tutti noi sappiamo che, sebbene abbonati alla TV satellitare, non possiamo vedere un programma TV se un temporale blocca il downlink dal satellite alla nostra antenna parabolica e che, sebbene in possesso di un autoradio, non possiamo utilizzarla se la galleria in cui stiamo transitando attenua troppo i segnali radio in ricezione (vedi anche 1.0.3.1). ATTENZIONE AL LESSICO! La parola inglese “Capability”, come “Business”, “Stakeholder” e “Management”, è intraducibile in Italiano con una sola parola. Ma se si interpreta “Capability” come crasi dei due termini “Capacity” e “Ability” allora essa è traducibile in Italiano con il binomio “Capacità/Abilità”. Notare che avviene il contrario con la parola Italiana “Utente” che non è traducibile in Inglese con una sola parola. Ma se si interpreta il termine “Utente” come crasi di “Utilizzatore” e “Cliente” allora esso è traducibile in Inglese con il binomio “Customer/User”. Quindi, le traduzioni Inglese-Italiano da noi adottate sono: Capability Capacità/Abilità Customer/User Utente Customer/End User Utente Finale Fra poco spiegheremo il significato esatto dei termini Italiani. 1.0.1.2 TLC Stakeholders & Attori TLC “Stakeholder” è un termine ad alto contenuto semantico. Fino a qualche anno fa era poco diffuso nell’ ambito della Ingegneria TLC ma ampiamente usato in altre discipline e.g. Ingegneria Gestionale, Organizzazione Aziendale, Scienze Sociali (e.g. vedi U.Bertelè et al. “Creare valore con la rete”, Il Sole 24 ORE S.p.a, 2002 oppure S.Frova, “TLC e Convergenza: Il cammino accidentato della crescita”, ANIE, 2006, pag. 36). Recentemente ha riacquistato popolarità anche nell’Ingegneria TLC. NOTA 1.0.1.2 Il termine “stakeholder” nell’Ingegneria TLC fu ampiamente usato negli anni 90 nei documenti ufficiali del consorzio internazionale TINA, Telecommunications and Information Network Architecture Consortium, ora disciolto. Per l’uso odierno di questo termine nell’Ingegneria TLC vedi anche A.4.3 in Appendice 4 al Cap.1, K.G.Strouse, “Customer Centered Telecommunications Service Marketing”, Artech House, 2004, Cap. 8 e V.Raisanen, “Service Modelling: Principles and Applications”, Wiley, 2006 Riteniamo molto utile in un contesto interdisciplinare introdurre subito il concetto del tutto generale di “TLC Stakeholder” per rappresentare persone fisiche o giuridiche reali dotate anche di funzionalità TLC i.e. dotate anche della capacità conoscitiva/abilità fisica di svolgere una o più funzioni TLC (i.e. attività nel campo delle TLC di natura engineering, business, economico-finanziaria, legislativa, regolatoria, legale, sociale etc. vedi Tavola 1.0.3.3.1) 18 Alternativamente possiamo dire che con il termine “TLC Stakeholder” noi vogliamo caratterizzare una qualsiasi persona fisica o giuridica (Vedi NOTA 1.0.1.1) relazionata alle TLC in maniera significativa e per un qualsivoglia motivo (personale, imprenditoriale, commerciale, sociale, istituzionale, professionale, per intrattenimento etc. vedi Tavola 1.0.3.3.1). “Relazionata” significa “in possesso di una capacità conoscitiva/abilità fisica di svolgere funzioni TLC” • TLC Stakeholder e Attore TLC Spesso il significato di “stakeholder” è indicato in Italiano, in maniera molto limitativa, come “portatore di interesse”. Noi ampliamo di molto questo significato. Definiamo “TLC stakeholder” non solo un semplice “portatore di interesse nelle TLC” bensì un “possessore di funzionalità TLC” il quale al momento opportuno e a sua discrezione attua (mette in atto) queste funzionalità nello effettivo svolgimento di funzioni TLC. Un TLC Stakeholder osservato nel corso di svolgimento di una certa funzione TLC è anche denominato un “Attore TLC”. Noi diciamo che nel mondo delle telecomunicazioni esiste una popolazione di “TLC Stakeholders” e/o di “Attori TLC” mutuamente relazionati. La relazione consiste nel fatto che un Attore TLC è un TLC Stakeholder che sta svolgendo una certa funzione TLC. Ad esempio supponiamo che la Telecom Italia abbia 20 milioni di abbonati ai servizi di telefonia residenziale privata (TLC Stakeholders) ma ad un certo istante solo 4 milioni di essi sono Attori TLC cioè caricano le reti telefoniche con un traffico di 2 milioni di sessioni telefoniche (telefonate), assumendo che due Attori TLC siano simultaneamente presenti in una sessione telefonica. Quindi ad un dato momento nel bacino di utenza dei servizi di telefonia residenziale della Telecom Italia il numero di Attori TLC è sempre una frazione del numero totale degli abbonati (TLC Stakeholders), i.e. non tutti gli abbonati sono attivi allo stesso momento, e questa frazione varia nel tempo secondo un “profilo temporale di utenza”. • “TLC Stakeholder” e “Enterprise Stakeholder” Talvolta useremo il termine “stakeholder” anche in una accezione più specializzata e un contesto più ristretto e lo indicheremo come “Enterprise Stakeholder” (Vedi Appendice 7 al Cap.1). Per “enterprise stakeholder” noi intendiamo un “portatore di interesse per una specifica impresa telecom” cioè una persona fisica o giuridica che partecipa ai rischi associati con il business di una certa impresa telecom e che, in qualche maniera, ha il potere di influenzare questo business. Gli “Enterprise Stakeholders” si dividono in “esterni” e “interni”: 1) “stakeholders esterni” come clienti, azionisti, sindacalisti, imprese fornitrici di beni o servizi, imprese concorrenti etc. 2) “stakeholders interni” come operai, impiegati, quadri intermedi, managers etc. che operano all’interno dell’impresa (vedere anche Fig.A.7.1) • Diversi tipi di TLC Stakeholders: funzionalità, funzioni e ruoli 19 “TLC Stakeholder” e Attore TLC sono concetti definiti ad un alto livello di astrazione. Tuttavia in realtà esistono diversi tipi di TLC Stakeholders e Attori TLC. Ma come si specifica un tipo di TLC Stakeholder o di Attore TLC? Ciò può farsi in tre possibili maniere, in base a 1) “possesso di una funzionalità TLC specifica” 2) “svolgimento di funzione TLC specifica” 3) “svolgimento di un ruolo specifico”. In altre parole noi diciamo che un TLC stakeholder è specificato in base a: 1) funzionalità TLC che un TLC Stakeholder possiede (caratteristica obbligatoria e permanente) i.e. capacità conoscitiva/abilità fisica di svolgere una certa funzione TLC. Ad esempio il possesso di un “abbonamento” o “sottoscrizione” a un servizio di telefonia è il possesso di una funzionalità TLC specifica che qualifica una persona fisica o giuridica reale come “abbonato” o “sottoscrittore” di un servizio di telefonia. 2) funzioni TLC che un Attore TLC svolge (caratteristica opzionale e episodica) motu proprio o in risposta a sollecitazioni esterne. Ad esempio una persona fisica che guarda un programma televisivo alla televisione svolge una funzione TLC specifica che la qualifica come “spettatore TV”. Analogamente una persona fisica che ascolta un programma radiofonico è un “ascoltatore” della radio. Si parla usualmente di numero di spettatori o ascoltatori che hanno guardato certi programmi TV o ascoltato programmi radiofonici (il famigerato “indice di ascolto”!). Ebbene, tutti questi signori sono TLC stakeholders identificati in base alla particolare funzione TLC che essi svolgono. 3) ruolo che un Attore TLC svolge in certe circostanze e in certi momenti. Spesso un TLC Stakeholder è specificato in base alla funzione TLC che esso sa svolgere o svolge come Attore nell’ ambito di una relazione con un altro stakeholder e per una certa durata di tempo. In tal caso si introduce il concetto di “ruolo”: si dice che un TLC Stakeholder è caratterizzato in base al ruolo specifico che esso è in grado di svolgere o effettivamente svolge per una certa durata di tempo e nei confronti di un altro stakeholder. Notare che una stessa persona fisica o giuridica reale può contemporaneamente avere più relazioni con persone diverse e giocare ruoli diversi rispetto ad esse. Inoltre essa può svolgere ruoli diversi in tempi diversi e per durate di tempo diverse (Vedere ESEMPIO 1.0.1.2.2). Ad esempio vedremo che la Telecom Itala è un TLC Stakeholder che svolge allo stesso tempo quattro ruoli diversi: fornisce servizi TLC agli Utenti, opera reti TLC, compra contenuti da fornitori di contenuti e compra tecnologie ICT da fornitori di tecnologie (vedi ESEMPIO 1.0.1.2.1). • Ordinamento gerarchico Ogni tipo di TLC stakeholder può essere specializzato progressivamente in sottotipi di stakeholders tramite aggiunta di caratteristiche specifiche. Si può così generare una classificazione multi-livello con ordinamento gerarchico come mostrato in Fig.1.0.1.1. Ad esempio una impresa TelCo Intermediary è un tipo particolare di Telecommunications Company “TelCo” che compra capacità all’ingrosso da una TelCo Wholesaler e la vende ad 20 una TelCo Retailer la quale vende servizi TLC al dettaglio direttamente ad Utenti finali (che utilizzano questi servizi per proprio uso e consumo) ESEMPIO 1.0.1.2.1 Una stessa impresa telecom (persona giuridica reale) è un TLC Stakeholder che può giocare quattro ruoli diversi nell’ambito di una rete commerciale (“value network”): fornitore di servizi TLC al dettaglio, acquirente di servizi TLC all’ingrosso, compratore di tecnologie ICT da una industria manifatturiera, compratore di contenuti da un fornitore di contenuti. ESEMPIO 1.0.1.2.2 Un ruolo può essere svolto da uno stakeholder per una certa durata di tempo e poi essere rimpiazzato da un ruolo diverso. Ad esempio una TelCo fornitrice di servizi TLC (persona giuridica reale) ad un certo momento può essere un TLC stakeholder che gioca il ruolo di “TelCo Wholesaler” i.e. fornitore di servizi all’ ingrosso ad altre TelCo, ma nel tempo può espandere il suo business, acquisire una rete commerciale di distribuzione servizi TLC e trasformarsi in un fornitore di servizi al dettaglio giocando così il nuovo ruolo di “TelCo Retailer” (vedi par. 1.0.1.4). ESEMPIO 1.0.1.2.3 Esempi di “Engineering” Stakeholders e “Business” Stakeholders. Fra tutti i “TLC stakeholders” noi distingueremo quelli che nell’ambito delle TLC hanno la capacità conoscitiva/abilità fisica (funzionalità) di svolgere ruoli di natura esclusivamente Engineering o Business e li chiameremo rispettivamente “Engineering Stakeholder” o “Business Stakeholder”. Ad esempio un semplice rivenditore di servizi TLC (TLC service reseller) con interessi puramente commerciali senza alcuna competenze tecniche di rilievo è un Business Stakeholder. A) Produttori di beni e servizi TLC (“Imprese TLC”) 1) Imprese “TelCo” (Telecommunications Company) Service Developer, Network Operator, Service Provider 2) Imprese “ICTS” (Information & Communications Technology Supplier) ManTec, ICT Vendor 3) Imprese “ContCo” (Content/Media Company) Content Producer/Editor, Content Provider B) Consumatori di beni e servizi TLC (“Utenti TLC”) . Tavola 1.0.1.1 Gli stakeholders presi in considerazione nel corso di GST (marcati in rosso) ESEMPIO 1.0.1.2.4 La caratterizzazione di un “attore TLC” è fattuale i.e. fatta in base alla funzione TLC o al ruolo che egli effettivamente svolge per una certa durata di tempo e in determinate circostanze. Ad esempio una persona fisica allorchè fruisce di un servizio TLC è un attore TLC che svolge il ruolo di Utilizzatore del servizio. Un rivenditore di apparecchiature domestiche è un attore TLC allorchè svolge il ruolo di “rappresentante” dei telefoni cellulari Sony-Ericsson. Un venture capitalist svolge il ruolo di attore TLC allorchè investe capitali nella creazione di una impresa TelCo. Un sindacalista è un attore TLC allorchè svolge attività sindacale in difesa degli impiegati della compagnia telefonica Vodafon. ESEMPIO 1.0.1.2.5 Varietà di TLC stakeholders. Sono TLC stakeholders una impresa commerciale fornitrice di servizi TLC all’ingrosso o al dettaglio, una impresa produttrice di tecnologie ICT, un centro di Ricerca & Sviluppo nel campo delle TLC, un utilizzatore di servizi TLC, un finanziatore di affari nel campo delle TLC, un azionista di una impresa TLC, un sindacalista che difende gli interessi 21 dei lavoratori del settore TLC (vedi Tavola A.4.3), un parlamento internazionale (e.g. Parlamento Europeo) nazionale o regionale allorchè legifera in materia di TLC, una agenzia nazionale per la regolamentazione delle TLC, un avvocato esperto nel diritto delle TLC allorchè derime controversie giuridiche fra utenti e fornitori di servizi TLC etc. La lunghezza di questo elenco mostra la ricchezza semantica del termine “Stakeholder” e la sua potenziale utilizzazione in un approccio interdisciplinare alla TLC. Oltre che nei contesti Engineering e Business il temine “stakeholder” può essere usato in un contesto legale, legislativo, regolatorio o sociale (vedi Appendice 4 al Capitolo 1) Come si può notare facilmente, in tutti questi esempi c’è sempre una persona fisica o una organizzazione commerciale o governativa o istituzionale (persona giuridica) che possiede la capacità conoscitiva/abilità fisica (funzionalità) di svolgere attività relazionate alle TLC o che anche effettivamente svolge queste attività (funzione o ruolo). Notare che una stessa persona fisica può svolgere ruoli TLC e ruoli che non hanno nulla a che vedere con le TLC. La grande varietà di stakeholders menzionati ci fa capire come il concetto di “stakeholder” possa essere utilizzato nelle situazioni più disparate (vedi anche ESEMPIO 1.0.1.2.5). Come già detto, si tratta di un concetto definito ad un alto “livello di astrazione”, possiede una grande ricchezza semantica e quindi è rilevante e utile in un approccio interdisciplinare alla GST (i.e. lo stesso concetto è utilizzabile in tutti gli aspetti della GST considerati in un corso interdisciplinare). • Gli stakeholders presi in considerazione nel corso GST (Tavola 1.0.1.1) Nel mondo TLC reale esiste una grande varietà di Stakeholders mutuamente relazionati in varie maniere. Ad esempio nel Capitolo 4 la Fig.4.1.1 mostra una tassonomia di Business Stakeholders in cui i vari tipi di Stakeholders sono classificati in corrispondenza a livelli gerarchici progressivamente più specializzati muovendosi dall’alto verso il basso. Ma noi in questo corso non ci occuperemo di tutti. Noi ci limiteremo a considerare quelli che sono direttamente coinvolti con il business dei servizi TLC e fra questi solo quelli posizionati ai livelli di astrazione più alti: quelli ritenuti indispensabili per un corso introduttivo di GST. Si tratta di Stakeholders che intervengono direttamente nella gestione di sistemi e servizi TLC. I pricipali tipi di TLC stakeholders da noi presi in considerazione sono mostrati nella Tavola 1.0.1.1. Essi appartengono ai due lati opposti del mercato di beni e servizi TLC: (A) Produttori e (B) Consumatori Offriamo qui di seguito una breve descrizione degli stakeholders presentati nella Tavola 1.0.1.1 trattando prima il lato “Produttori di beni e servizi TLC” e poi il lato “Consumatori di beni e servizi TLC”. Fra i “beni TLC” includiamo i “contenuti” dei servizi TLC (vedi dopo). Più dettagli verranno presentati nel Capitolo 4 per gli stakeholders attivi nell’ Ambiente Business. 1.0.1.3 Impresa “TelCo” (Telecommunications Company) Il bisogno di telecomunicare manifestato indistintamente da tutti gli uomini, o perlomeno da tutti i membri della nostra “società civile” (e.g. cittadini di un paese del gruppo G-8 costituito dalle nazioni economicamente più avanzate) si riflette nella esigenza di acquisire prima e fruire poi di servizi di telecomunicazione (servizi TLC). I servizi 22 TLC sono prodotti cioè sviluppati/forniti/erogati da imprese commerciali (persone giuridiche reali) qui denominate brevemente TelCo (Telecommunications Company). Quindi diciamo anche che una TelCo è una impresa “Produttore” di servizi TLC. Il termine “TelCo” è ampiamente usato nella letteratura anglosassone ed ha il vantaggio di essere molto breve. Nella letteratura Italiana specializzata, termini equivalenti a “TelCo” sono “Società di Esercizio” o “Gestore di Telecomunicazioni” o “Impresa di Servizi TLC”. In ambito ITU-T una TelCo è un “Public Telecommunication Operator” (PTO) responsabile di pianificare, fornire, installare, mantenere, operare, amministrare reti e servizi TLC. Inizialmente, per scopi didattici, adottiamo un modello di impresa TelCo molto semplificato ignorando il fatto che in realtà negli odierni mercati TLC liberalizzati esiste una varietà di imprese TelCo che fanno affari approfittando delle diverse opportunità di business presenti in questi mercati. Si tratta di TelCo con diversi ruoli di business (business roles). Ad esempio oggi esistono TelCo fornitrici di servizi TLC al dettaglio e TelCo fornitrici di servizi TLC all’ingrosso mutuamente relazionate da rapporti di business (business relations) in reti commerciali denominate “reti del valore” (value networks) (vedi par.1.1.1.5 e Appendice 7 al Capitolo 1). Ci occuperemo di questa varietà di TelCo nel prossimo paragrafo 1.0.1.4. Allora preliminarmente facciamo riferimento ad una impresa TelCo factotum responsabile di pianificare, realizzare, installare, fornire, mantenere, operare, amministrare sistemi e servizi TLC. In effetti si tratta di una TelCo tipica dell’era monopolistica pre anni 90. Anche se oggi non sia del tutto estinta. Infatti imprese di questo tipo sopravvivono come “ex-monopolisti” o “incumbents” (vedi l’attuale Telecom Italia, che fornisce servizi e allo stesso tempo sviluppa e gestisce reti locali e long distance). Qui assumiamo quanto segue: i) una TelCo in collaborazione con imprese esterne costruttrici di tecnologie ICT (software e hardware) sviluppa servizi TLC in una fase di “Product Development”. Vedremo che questa fase precede la fase di “Service Delivery” (offerta, fornitura, erogazione, manutenzione e fatturazione) in una sequenza temporale di attività denominata Ciclo di Vita di un Servizio TLC (“TLC Service Lifecycle”, vedere la Fig.1.0.3.1.1) ii) una TelCo possiede/gestisce/opera grandi Reti TLC abilitanti i servizi TLC che essa offre. E’ un tipo di impresa che nella letteratura anglosassone è indicata come “Facility Based TLC Service Provider” o semplicemente “Carrier” per distinguerla da imprese che forniscono servizi senza essere proprietarie di reti. . iii) una TelCo fornisce servizi TLC a una comunità di Utenti finali (persone fisiche o giuridiche reali che utilizzano i servizi TLC per proprio uso e consumo). Vedremo fra poco che una TelCo siffatta si chiama anche TelCo Retailer (Retail = Vendita al dettaglio, vedi par.1.0.1.4) per distinguerla da imprese che forniscono servizi TLC all’ingrosso. iv) una TelCo è un TLC Stakeholder (persona giuridica reale) che produce servizi TLC e come tale esso svolge i ruoli principali di Service Developer (SD), Network Operator (NO) e Service Provider (SP). All’interno di una TelCo questi tre ruoli sono 23 supportati da unità organizzative diverse (e.g. dipartimenti, sezioni, reparti etc.) dirette da managers con competenze professionali di tipo diverso. I tre ruoli sono: 1) “Service Developer”, SD, (o, meglio, “Product Developer”, vedi par.1.0.3.1) produttore di servizi TLC attraverso sei successive fasi di sviluppo 1) pianificazione e analisi delle opportunità, 2) definizione e fattibilità del futuro servizio TLC, 3) progettazione, 4) implementazione utilizzando opportune tecnologie abilitanti già disponibili sul mercato o sviluppate ad hoc, 5) integrazione di componenti e creazione di servizio pilota, seguita da prove e collaudo, 6) lancio commerciale e inclusione del servizio TLC in un “catalogo prodotti” a disposizione del pubblico. Quest’ultima operazione segna la fine della fase di “Product Development” svolta all’ interno della TelCo come collaborazione di esperti con varie competenze professionali e.g. partecipanti ai ruoli di Network Operator e Service Provider (vedi qui di seguito) e imprese esterne manifatturiere/fornitrici di tecnologie ICT (vedi ICTS nel par.1.0.1.5). Vedere anche il testo di E.Ward, “World Class Telecommunications Service Development”, Artech House,1998. Qui supponiamo che la “integrazione”/“istallazione” delle reti abilitanti i nuovi servizi TLC faccia parte della fase di “Product Development” cioè supponiamo che la fase del “lancio commerciale del servizio TLC” avvenga allorchè l’infrastruttura tecnologica di supporto è già pronta per l’uso ed è disponibile ai Clienti che desiderino acquisire i nuovi servizi. Il Service Developer (o Product Developer) richiede competenze professionali di natura interdisciplinare Engineering-Business (vedi Capitolo 2) 2) “Network Operator”, NO, proprietario, operatore e gestore di grandi reti TLC. Esso eroga “tecnoservizi di rete” direttamente a “Utilizzatori finali”, persone fisiche all’interno di una Utenza (vedi 1.0.1.5). Il termine “tecnoservizi” sta ad indicare i “servizi” che tutti noi ingegneri TLC abbiamo imparato a conoscere nei corsi universitari di “Reti di Telecomunicazione” (vi ricordate “reti e servizi”?) ed è da noi usato proprio per ricordare che si tratta di un servizio fornito da una tecnologia di rete e non un servizio TLC fornito da una impresa commerciale TelCo. Vedremo fra poco come questi “tecnoservizi di rete” costituiscano una parte dei servizi TLC commercialmente disponibili, parte denominata “essenza del servizio” (service core) o “componente U&S” (Utilizzazione & Segnalazione) di un servizio TLC. Nel caso di servizi TLC di interconnessione, e.g. telefonia o internet, il Network Operator talvolta è denominato anche “Connectivity Provider” cioè “fornitore di interconnettività”. All’interno di una impresa TelCo lo svolgimento del ruolo di Network Operator richiede competenze professionali di tipo Engineering (e.g. ingegneri che operano nel dipartimento “Operations”) ma richiede anche collaborazione con le unità organizzative del Service Provider (e.g. dipartimento “Sales & 24 Marketing”) che invece utilizzano competenze professionali di tipo Business. Un altro compito del Network Operator è la gestione delle Reti TLC e.g. supervisione delle prestazioni, manutenzione e riparazioni di rete, misura dei consumi etc. 3) “Service Provider”, SP, fornitore di servizi TLC a persone fisiche o giuridiche che giocano il ruolo di “Cliente” (“Customer”) titolare di una Utenza (vedi 1.0.1.5). Tranne alcune eccezioni e.g. servizi di distribuzione radiofonica terrestre per i quali non è necessario sottoscrivere alcun contratto, la “fornitura” di un servizio TLC avviene nel momento in cui SP e Cliente sottoscrivono un contratto denominato “Service Level Agreement”, SLA. La terminologia adottata è in linea con quella offerta nel glossario del TeleManagement Forum, disponibile on-line a www.telemanagementforum.org (vedi anche: TeleMenagement Forum, “Telecom Operations Map”, Report GB910, Version 2.1, p.8-10, March 2000) Bulk Capacity TelCo B Wholesaler (Network Operations) TelCo A Retailer (Reseller) Rete commerciale di distribuzione Servizi TLC Access to TelCo B OSS End Customers Bus Eng Relation Fig. 1.0.1.2 Esempio di TelCo Wholesaler che vende capacità all’ingrosso a una TelCo Retailer che non possiede reti TLC (Reseller, rivenditore) Organizzazioni commerciali o governative o anche privati cittadini (rispettivamente persone giuridiche o persone fisiche) possono scoprire, scegliere, sottoscrivere e comprare (complessivamente “acquisire”) un servizio TLC da un Service Provider (SP) e così divenire ufficialmente Clienti della TelCo (vedi 1.0.1.5). Un SP interagisce direttamente, 25 e.g. tramite collegamento internet, con un Cliente per effettuare la gestione del servizio TLC. In questo contesto talvolta si dice anche che un SP fornisce “servizi gestionali” al Cliente (customer services) per soddisfare certe sue esigenze. Esempi di customer services sono: scelta di un servizio TLC da un catalogo servizi come parte di un processo di vendita, richiesta di installazione di un servizio TLC (service provisioning), sottoscrizione di un contratto SLA (Service Level Agreement), segnalazione e riparazione guasti, verifica del QoS di servizi forniti ai singoli clienti (service assurance), invio/ricezione fatture (service billing), effettuazione/riscontro pagamenti etc.Tuttavia. attenzione!, questi cosidetti “customer services” fanno tutti parte di un “servizio TLC” cioè ne costituiscono la parte gestionale. (Vedi par.1.0.3.1). NOTA 1.0.1.3 In questo corso noi diciamo che le imprese TelCo possiedono/operano reti TLC e forniscono/erogano servizi TLC su richiesta degli Utenti (vedi 1.0.1.7) al fine di risolvere i problemi che insorgono presso quest’ultimi allorché essi decidono di soddisfare certi loro desideri/bisogni di telecomunicazione. Ritorneremo in seguito sul concetto di servizio TLC come servizio finalizzato alla “risoluzione di un problema TLC insorto presso un Utente”. NOTA 1.0.1.4 Ribadiamo la necessità dell’esistenza di imprese TelCo per la produzione di servizi TLC. La trasformazione di un bisogno individuale di “Funzionalità TLC” in bisogno di acquisire/fruire di servizi TLC forniti/erogati da imprese TelCo di grossa grandezza deriva proprio dal fatto che le reti geografiche abilitanti i servizi TLC hanno una complessità tecnologica, una estensione geografica e la loro realizzazione/esercizio comporta un impegno/rischio economico di dimensioni tali da escludere ogni iniziativa individuale isolata. Queste caratteristiche non sono uniche dei servizi TLC ma sono tipiche dei “servizi di pubblica utilità” che richiedono grosse reti di distribuzione (e.g. distribuzione di elettricità, gas, acqua ai cittadini, in Inglese “public utilities”). Anzi, fino a circa dieci anni fa le imprese TelCo erano monopoli posseduti/controllati dallo stato. Solo recentemente esse sono state privatizzate e i mercati dei servizi TLC sono diventati liberi mercati aperti alla concorrenza (“liberalizzazione dei mercati TLC”, vedi Appendice 1 al Cap.1). 1.0.1.4 Imprese “TelCo Retailer”, “TelCo Wholesaler”(Carrier’s Carrier) e Intermediary TelCo Finora, per motivi didattici, abbiamo parlato di una impresa TelCo factotum che svolge i ruoli di SD, SP, NO, la quale 1) sviluppa servizi TLC e relative infrastrutture fisiche di supporto, 2) è dotata, gestisce e opera reti TLC, 3) fornisce servizi TLC a comunità di Utenti finali, e infine 4) gestisce questi servizi mantenendoli in linea con le esigenze del mercato e lo sviluppo tecnologico in modo tale da poter sfidare con successo le imprese concorrenti e mantenere le quote di mercato desiderate (vedi dopo). La distribuzione di servizi direttamente agli Utenti finali richiede inoltre che questa TelCo disponga anche di reti commerciali di distribuzione costituite da una molteplicità di centri di vendita (e.g. presidiati da rappresentanti, agenti della TelCo) dove servizi e terminali TLC sono venduti ai Clienti. Le reti commerciali di distribuzione come le reti postali o le reti bancarie , e.g. utilizzate per l’invio agli Utenti delle bollette telefoniche o per effetuare i reltivi pagamenti, sono considerate parte delle “reti di gestione” abilitanti la gestione dei servizi TLC. . • La realtà dei mercati liberalizzati: una varietà di TelCo! Questo tipo di impresa TelCo factotum era caratteristica dei mercati TLC di vent’anni fa che operavano in condizioni di monopolio (vedi Appendice 1 al Cap.1: “Il 26 libero mercato delle telecomunicazioni: considerazioni storiche”). In realtà vedremo fra poco come oggi i mercati TLC siano molto diversificati e offrano molteplici opportunità di business sfruttate da una varietà di TelCo diverse con obiettivi di business diversi. Ad esempio esistono imprese TelCo che non possiedono le reti abilitanti i servizi TLC cioè non sono “facility based TelCo’s” e quindi esse stesse non svolgono il ruolo di Network Operator. In questi casi esse stabiliscono rapporti commerciali molto stretti con imprese di Network Operators esterni che posseggono/operano e manutengono le reti TLC e che forniscono loro capacità all’ingrosso “bulk capacity” (e.g. blocchi di canali trasmissivi) in qualità di Wholesale Network Service Providers, anche denominati “TelCo Wholesalers” (in Inglese wholesale = ingrosso) o “Carrier’s Carrier”. In tal caso la TelCo Retailer viene identificata come un semplice Rivenditore di servizi TLC (Reseller). Siamo quindi in presenza di TelCo’s (proprietarie di reti) che forniscono servizi TLC all’ingrosso ad altre TelCo (proprietarie di catene di distribuzione di servizi TLC) che a loro volta forniscono servizi TLC al dettaglio agli Utenti finali. Si stabilisce così a livello commerciale una “catena di distribuzione” di servizi TLC con un “modello di business (“business model”) a tre ruoli: TelCo Wholesaler, TelCo Retailer e Utente finale (Fig.1.0.1.2). Una modifica di questo scenario di business consiste in una TelCo Retailer che possiede/gestisce solo reti locali di accesso (Local Exchange Carrier, LEC, Operatore Locale) e che intrattiene relazioni di business con un TelCo Wholesaler che possiede/gestisce reti long distance di trasporto e che fornisce i relativi servizi di trasporto (Inter-Exchange Carrier, IXC, Operatore Long Distance, vedi Appendice 1 al Capitolo1). Esistono infine modelli di business molto complessi e.g. in cui interviene un terzo tipo di impresa commerciale di intermediazione e.g. fra Telco Wholesalers e TelCo Retailers (denominata “TLC Service Intermediary”, vedi Fig.1.0.1.4) o con la partecipazione di imprese ICTS (vedi par.1.0.1.8) manifatturiere e fornitrici di Tecnologie ICT. In questi scenari le varie imprese sono legate da relazioni di business multiple in una rete commerciale usualmente denominata anche “value network” o “rete del valore” (vedi 1.1.1.5). Questi argomenti verranno trattati più dettagliatamente nel Cap.4 (par.4.1.2) NOTA 1.0.1.5 L’eredità storica e la storia passata delle TelCo è molto importante se si vuol capire lo status 2008 dei mercati delle TLC e si invitano gli studenti a leggere l’Appendice 1 al Cap.1. Maggiori dettagli si trovano in due ottimi libri: I. Walden, J. Angel: “ Telecommuincations Law and Regulation”, Oxford University Press, 2005 e P.Brezzi, “Economia e Politica delle Telecomunicazioni”, Franco Angeli, 2004 1.0.1.5 Impresa “ICTS” (Information & Communications Technology Supplier) Un insieme di reti TLC e terminali ad esse connessi costituiscono un sistema TLC, infrastruttura fisico-logico-energetica abilitante i servizi TLC. Si tratta di due tipi di tecnologie prodotti da industrie manifatturiere specializzate. Alcune industrie effettuano produzione di massa dei terminali, altre producono componenti di reti TLC (equipment suppliers), altri li integrano in grandi sistemi di telecomunicazione (“system integrators”), altre imprese sono software houses che producono solo sistemi software (software suppliers). In questo corso in uno sforzo di semplificazione noi diremo che tutti questi tipi di imprese sono fornitori di Tecnologie ICT appartenenti ad un'unica classe denominata 27 “ICT Supplier” o “ICTS” (Fornitore di Tecnologie ICT) che produce e vende tecnologie ICT alle TelCo e agli Utenti i.e. le tratteremo in maniera unificata ad un alto livello di astrazione ignorando i dettagli delle loro strutture organizzativo-commerciali e il tipo di Tecnologia ICT prodotto. Ricordiamo che le Tecnologie ICT (Information & Communications Technology) sono tecnologie per la trasmissione (transmission), elaborazione (processing) e immagazzinamento (storage) dell’ informazione digitale su tutto lo spettro elettromagnetico, dalla banda base alle frequenze ottiche. Il nome di ICT Supplier o ICTS deriva dal fatto che, rispetto ad una TelCo, una ICTS gioca il ruolo di fornitore (supplier) di tecnologie ICT (assieme ad eventuali servizi post vendita di manutenzione e riparazione dei prodotti venduti). Una Telco ha relazioni commerciali molto strette con gli ICTS, fornitori delle tecnologie abilitanti i suoi servizi TLC. Analogamente a quanto fatto per una impresa TelCo diremo che una impresa ICTS è una entità reale che gioca due ruoli, uno di natura tecnica e uno squisitamente commerciale: 1) il ruolo di Manufacturer of ICT, ManTec per la produzione di tecnologie ICT in un Ambiente Engineering dove sono attivi Attori Engineering (e.g. ingegneri, personale tecnico, operai) e 2) il ruolo di “ICT Vendor” per la commercializzazione e vendita di tecnologie ICT alle TelCo e agli Utenti in un Ambiente Business dove sono attivi Attori Business (e.g. operatori “Sales & Marketing”). NOTA 1.0.1.6 “TELECOMUNICAZIONI IBRIDE” & TELE-SERVIZI Per comodità dello studente riportiamo qui di seguito quanto già detto nella “PREMESSA” Fanno parte delle telecomunicazioni studiate in questo corso anche le “telecomunicazioni ibride” realizzate congiuntamente da portante elettromagnetica man-made e mezzi di trasporto non-elettromagnetici. Ad esempio nei servizi di “vendita on-line” (e-commerce) si usano mezzi elettromagnetici (servizi TLC come servizi telefonici o internet) per consultare cataloghi e ordinare la merce mentre si usano mezzi di trasporo meccanici (servizio pacchi postali) per trasportare la merce dal magazzino del fornitore alla sede del destinatario. Per le telecomunicazioni ibride è necessario che una impresa in generale non-specifica delle telecomunicazioni produttrice di beni materiali e.g. un venditore di libri, collabori con una Telco fornitrice di servizi TLC. In tal caso il bene materiale fornito costituisce il “contenuto” di un “servizio ibrido” nel quale il servizio TLC ha una mera funzionalità ancillare. Per il cliente il “valore” di un servizio ibrido risiede nel suo contenuto (e.g. un alto “valore” di un servizio di e-bookstore è legato ad una consegna pronta e accurata del libro desiderato). Considerazioni analoghe valgono per scenari in cui il contenuto del “servizio ibrido” non è un “bene materiale” bensì è un “servizio” in generale non TLC nel quale un fornitore fornisce “informazione” (talvolta in maniera interattiva) di varia natura e.g. notizie, intrattenimento, educazione, consulenza professionale. In tal caso i “servizi ibridi” sono denominati “tele-servizi”, o “e-servizi” se forniti via internet, proprio perché sono servizi nonTLC contenuti in servizi TLC (vedi anche Capitolo 4). Ad esempio nei servizi di tele-medicina o tele-educazione i fornitori dei contenuti informativi dei tele-servizi sono rispettivamente un ospedale che fornisce servizi di assistenza medica o una università che fornisce servizi di istruzione pubblica. In entrambi i casi l’ospedale e l’università collaborano con una TelCo che fornisce il servizio TLC “contenitore” che trasporta a destinazione il contenuto informativo. 28 NOTA BENE. Una relazione commerciale on-line TelCo - ICTS (talvolta indicata in letteratura come “Carrier-Vendor relation”) è del tipo B2B (Business-to-Business). Nel Capitolo 4 vedremo che nella realtà dei fatti la situazione è molto più articolata e i due ruoli di ManTec e ICT Vendor sono separati. Infatti esistono imprese ManTec il cui core business è produzione e vendita all’ingrosso di tecnologie ICT e imprese ICT Vendor che non hanno capacità produttive e il cui core business è la rivendita al dettaglio delle tecnologie ICT. Inoltre esiste una serie di imprese che svolgono attività di intermediazione fra i due estremi di ManTec (produttori) e ICT Vendors (venditori al dettaglio). Come pure esiste una varietà di imprese ManTec e.g. quelle che producono tecnologie ICT partendo dalle materie prime e quelle che invece integrano componenti prodotti da queste. 1.0.1.6 Imprese “ContCo” (Content Company) & “MediaCo” (Media Company) (FACOLTATIVO-SOLO LETTURA) • Il servizio TLC come trasporto di “contenuti” (content) Oggi tutti amano ricevere certi beni & servizi creati/forniti dai migliori produttori/fornitori anche se ubicati in siti remoti. Ad esempio uno studente dell’università Roma2-Tor Vergata desidera comprare un libro “XYZ” disponibile negli USA. Oggi tutto ciò è possibile trasformando i beni e/o i servizi desiderati in “contenuti” di servizi TLC. In tal caso i servizi TLC vengono a svolgere una funzione di “trasporto di contenuti” o di “contenitore di beni o servizi”. Nel caso di trasferimento di beni materiali i servizi TLC intervengono in due possibili scenari: 1) SCENARIO No.1 I servizi TLC effettuano il trasferimento di un certo bene materiale con forte contenuto informativo (scritti, registrazioni o immagini, non patate o frigotiferi!) in maniera esclusiva tramite i) processi di estrazione, digitalizzazione e messa in rete dei contenuti (“dematerializzazione” del bene) ii) trasporto in rete dei dati, iii) processi inversi in sede di ricezione dati (“ri-materializzazione” dei contenuti) ESEMPIO. Ricezione e down-loading dei contenuti del libro “XYZ” per via elettronica tramite il ricevitore/lettore “Spindle” della ditta Amazon.com oppure tramite iPhone, entrambi attualmente disponibile negli USA e di prossima commercializzazione in Europa. La stessa procedura viene attualmente adottata per la distribuzione on line dei quotidiani (anche qui la ri-materializzazione dei contenuti avviene su un opportuno lettore e non su carta). 2) SCENARIO No.2 I servizi TLC effettuano il trasferimento di un certo bene materiale con forte contenuto informativo in maniera parziale in quanto parte di servizi ibridi i.e. servizi TLC + servizi pacchi postali (Vedi PREMESSA) ESEMPIO. Acquisto del libro “XYZ” on line tramite i servizi di e-commerce forniti dalla ditta Amazon.com. Vedere la NOTA 1.0.1.6. Il trasporto di contenuti materiali o immateriali può avvenire tramite reti di distribuzione (tele-educazione) o di interconnessione (invio di una fotografia via internet da persona a persona). Nel caso di servizi TLC di distribuzione di contenuti informativi confezionati da ditte specializzate la natura/scopo può essere di vario tipo e.g. sport, notizie 29 (news), educazione (education), intrattenimento (entertainment). In questi casi per il cliente il “valore del servizio” sta nel “valore del contenuto” del servizio stesso. Ad esempio in un servizio di tele-educazione su piattaforma TV, il valore del servizio è misurato dal cliente/studente principalmente in base alla bravura didattica dell’istruttore che fa lezione e in base all’interesse che il contenuto del corso suscita in lui e molto meno in base al Livello di Prestazione del canale televisivo (e.g. nitidezza e stabilità delle immagini, sincronismo suono-immagine, fedeltà dei colori etc.) Il “contenuto di un servizio TLC” verrà studiato in dettaglio nel Capitolo 4 sezione 4.4. Qui anticipiamo alcuni concetti generali relativi ai ruoli di un impresa produttrice/fornitrice di contenuti “Content Company” e alla sua struttura interna. • Le imprese ContCo fornitrici di contenuti specifici Oltre alle imprese TelCo che possiedono/gestiscono reti TLC e forniscono servizi TLC (per il trasporto dell’informazione) e alle imprese manifatturiere ICTS che producono e vendono tecnologie ICT abilitanti, oggi esistono imprese ContCo (Content Company) che creano/trasformano/forniscono contenuti specifici per certi tele-servizi. Come già visto per le imprese ICTS anche una impresa ContCo può essere un produttore originale di contenuti o una impresa che modifica/integra prodotti pre-esistenti e poi li immette sul mercato 1) TLC Content Producer e.g. Generatori di informazione e.g. film studios, graphic designers Retailers che approntano siti internet (“soft goods”) per e-commerce Advertisers che producono spot pubblicitari 2) TLC Content Provider e.g. Content Packager, che aggiunge valore all’ informazione originale (raw information) tramite processi di filtraggio, aggregazione e confezionamento rendendola utizzabile come “contenuto” di un certo servizio TLC e poi la vende Distributore di contenuti, che trasferisce contenuti multimediali fra aziende Addetto al reformatting (repurposing) di contenuti e.g. trasforma films analogici in MPEG video Infine esistono ConCo che forniscono strumenti per la produzione di contenuti, e.g. Silicon Graphics produce sistemi di computers per la creazione di effetti grafici speciali Un caso particolare di ContCo è una MediaCo che produce contenuti specifici da diffondere tramite reti TLC di distribuzione e.g. programmi radio televisivi. L’integrazione di una impresa MediaCo produttrice di contenuti TV con una TelCo fornitrice di servizi di 30 distribuzione e proprietaria delle relative reti di distribuzione e.g. sistema satellitare di broadcasting dà luogo a un impresa denominata Broadcaster. 1.0.1.7 Cliente, Utilizzatore, Utenza Passiamo ora al lato “Consumatori di beni e servizi TLC” facendo riferimento alle persone fisiche e giuridiche reali che utilizzano beni e servizi TLC per proprio uso e consumo (Utenti finali) • Cliente (Customer) Facciamo riferimento ad una organizzazione commerciale o ad un ente governativo (persona giuridica) nel ruolo di Cliente di una TelCo. Una persona fisica o giuridica reale che ha desiderio/bisogno di telecomunicare sceglie un determinato servizio TLC fra una serie di servizi disponibili sul mercato (in un libero mercato per uno stesso tipo di servizio infatti si hanno a disposizione diversi fornitori, prezzi, qualità, condizioni di pagamento etc.) e diventa un Cliente di una certa TelCo allorchè acquisisce da essa un servizio TLC, in generale sottoscrivendo un contratto denominato contratto SLA (Service Level Agreement) nel quale sono specificati i termini e le condizioni (terms & conditions) relativi alla fornitura/erogazione del servizio TLC prescelto. Talvolta il termine “Cliente” è sostituito dal termine equivalente di “Sottoscrittore” (“Subscriber”). Il termine Italiano “Abbonato” invece non è del tutto equivalente a “Cliente” se per “Abbonato” si intende una persona fisica o giuridica che acquisisce un servizio TLC e fa pagamenti mensili fissi (cioè paga un abbonamento mensile fisso a fronte di un consumo illimitato). LAN 1 LAN 3 UTENZA AFFARI o GOVERNATIVA LAN 2 Terminali di Utilizzazione (Usage Terminals) Gestione del primo ordine T T ISM Equipment T INTERFACCE UOMO-MACCHINA (CONFINE del SISTEMA TLC) Addetti ISM (ISM Supervisors) Utlizzatori Finali (End Users) Bus Eng Relation Fig. 1.0.1.3 Il confine del “sistema TLC” all’interno di una Utenza è costituito dalle intefacce uomo-macchina dei terminali e dei sistemi ISM 31 • Cliente titolare di una Utenza Una persona reale nel ruolo di Cliente di una TelCo è anche titolare di un “Utenza”. Nel caso in cui questa persona reale sia una organizzazione commerciale o un ente governativo l’Utenza è denominata rispettivamente Utenza Affari (o Utenza Business) o Utenza Governativa. Nel caso in cui la persona reale sia un privato cittadino che non utilizza i servizi TLC per scopi di business ma esclusivamente per suoi scopi personali l’Utenza è denominata Utenza Consumer. In generale le Utenze possono essere classificate in base a criteri diversi e.g. numero di Utilizzatori di servizi TLC all’interno dell’Utenza, posizione geografica, caratteristiche demografiche degli utilizzatori (età, sesso, professione etc). • Utenza: Vista interna con Utilizzatori finali (End Users) Una Utenza è una entità caratterizzata da una “vista interna” ed una “vista esterna” a seconda che un osservatore metta a fuoco le sue caratteristiche interne o esterne e ignori tutto il resto. Nel caso di una Utenza Affari o Governativa la vista interna (in Inglese, Customer Premise) mostra una struttura organizzativa con diverse unità organizzative che esplicano attività amministrative legate al ruolo di Cliente (e.g. uffici, sezioni, dipartimenti in varie “funzioni aziendali” e.g. finanze, acquisti, marketing, relazioni esterne etc). Queste unità organizzative possono risiedere in edifici geograficamente separati ma essere interconnesse da opportune reti di telecomunicazione interne (“corporate networks”) con topologie dipendenti dalla particolare struttura organizzativa dell’azienda (e.g. VPN, Virtual Path Networks, in imprese commerciali o anelli di interconnessione LAN in fibra ottica FDDI, Fiber Distributed Data Interface, come nei campus universitari USA) La vista interna di un Utenza Affari o Governativa mostra anche un insieme di risorse tecnologiche abilitanti la fruizione dei servizi acquisiti (Customer Premise Equipment, CPE) e.g. telefoni, computers, stampanti, wireline o wireless Local Area Networks, LAN, reti di interconnessione di LAN etc. Le tecnologie CPE sono utilizzate da persone fisiche autorizzate/abilitate a fruire dei servizi TLC all’interno dell’Utenza e.g. i professori dell’Università Roma-Tor Vergata sono autorizzati/abilitati a fare telefonate dai telefoni installati nei loro uffici.. Queste persone fisiche quando fruiscono dei servizi TLC sono Attori TLC che svolgono il ruolo di “Utilizzatore finale” (End-User) poichè usano i servizi per proprio uso e consumo senza trasferirli ad una terza parte. L’insieme delle tecnologie CPE e i relativi impianti di supporto sono sotto il controllo degli uffici amministrativi, già evidenziati nella vista interna dell’ Utenza, e assieme ad essi costituiscono un dominio amministrativo che fa capo ad un certo CLiente (“business administrative domain”. Vedi anche: ITU-T Recommendation G.803, 03/2000, pag.2). Noi diciamo che una Utenza è il dominio amministrativo del Cliente di una certa TelCo. Quindi, ripetiamo, il ruolo di Utilizzatore finale viene svolto allorchè una persona fisica all’interno di una Utenza chiede e ottiene accesso e poi fruisce dell’ “essenza” di un 32 servizio TLC (i.e. il “tecnoservizio di rete” erogato dal Network Operator) esclusivamente per proprio uso e consumo. ATTENZIONE ALLA TERMINOLOGIA!! Il ruolo di Utilizzatore finale viene svolto all’interno di una Utenza da una persona fisica (Attore TLC) durante una “sessione di servizio” (“service session”). L’Utilizzatore richiede ed ottiene una specifica capacità di rete di cui egli ha desiderio/bisogno, e.g. una connessione circuitale con certe caratteristiche ad un determinato terminale. Questo avviene durante una “sessione di accesso” (“access session”). Poi egli fruisce/utilizza questa capacità in una “sessione di fruizione o utilizzazione” (“usage session”) e infine restituisce la capacità in una “sessione di recesso” (“recess session”). Le attività di accesso e recesso sono attività di “segnalazione” (“signaling”). Si dice anche che durante una “service session” l’Utilizzatore fruisce dell’ “essenza di un servizio TLC” (“TLC service core”) o della “componente U&S di un servizio TLC” (“U&S component of a TLC service”) laddove U&S significa “Utilizzazione & Segnalazione (Usage &. Signaling”). L’argomento verrà ripreso nel par.1.2.2. In una Utenza Affari o Governativa gli Utilizzatori finali si limitano ad usare l’equipaggiamento CPE a loro disposizione per telecomunicare senza occuparsi della sua gestione. Tale compito infatti spetta a personale specializzato che fa parte di una unità organizzativa interna all’Utenza denominata “Information System Management, ISM”. Il personale ISM (“tecnici ISM”) utilizza terminali ad hoc ubicati in postazioni di lavoro interne alla unità organizzativa ISM per svolgere i propri compiti di “gestione manuale” del CPE ed è coadiuvato da sistemi informatici “LAN Management Systems” nella gestione delle reti LAN e delle loro reti di interconnessione (“gestione automatizzata”). Nel prossimo paragrafo vedremo che i sistemi ISM poiché effettuano una gestione diretta dell’ equipaggiamento CPE (gestione del primo ordine) fanno parte del “sistema TLC”. (vedi Fig.1.0.1.3) Contrariamente al Cliente, un Utilizzatore finale non sceglie il servizio, in generale non paga direttamente la TelCo per i relativi consumi (a meno che non esistano telefoni a pagamento a scheda o a gettone all’interno dell’Utenza) e nel caso di guasto non contatta direttamente la TelCo fornitrice bensì si rivolge all’ ufficio ISM interno all’ Utenza. L’ufficio ISM è responsabile della gestione tecnica (attività di natura Engineering) del CPE e ad esso vengono demandati i contatti diretti col Network Operator per derimere eventuali problemi tecnici legati a malfunzionamenti della rete TLC e.g. segnalazione guasti e/o richiesta di riparazioni in rete (e.g. “help desk di assistenza tecnica per utenze business” parte dell’ ufficio “Assistenza Clienti” della TelCo). • Utenza: vista esterna Una TelCo ignora cosa accade all’interno di una Utenza ed ha di essa solo una vista esterna. Infatti una TelCo visualizza una Utenza come un dominio elementare di utilizzazione dei suoi prodotti TLC il quale ha un certo “track record” di utilizzazione dei servizi e dei pagamenti. Una Utenza è anche una unità costitutiva del “Bacino di Utenza” della TelCo stessa. Più precisamente, nella sua vista esterna, una Utenza è caratterizzata da 1) Numero di Utenza 2) Nome, cognome e dati identificativi del Cliente titolare dell’Utenza, 3) Contratto SLA con la specifica dei “Terms & Conditions, T&C” del prodotto TLC acquisito, 4) Dati statistici relativi al profilo di utilizzazione del prodotto acquisito e 4) Stato attuale e storia dei pagamenti effettuati dall’inizio delle fornitura del prodotto. 33 • Utenza: relazioni commerciali TelCo-Cliente Il concetto di “Utenza” è importante nelle relazioni commerciali TelCo-Cliente. Ad esempio consideriamo una attività gestionale tipica di una TelCo: la attività di “fatturazione” (billing) per i servizi erogati in un certo periodo di tempo. Una TelCo prepara una certa fattura per una certa “Utenza”. Nella fattura è indicato 1) Numero di Utenza (assegnato al Cliente al momento della fornitura del prodotto TLC = mix di servizi TLC + eventuali tecnologie e.g. terminali, ADSL etc.) 2) nome, cognome, indirizzo del Cliente titolare, 3) importo da pagare calcolato in base a certe tariffe e ai consumi relativi al periodo di fatturazione e.g. bimestre, 4) stato dei pagamenti pregressi 5) eventuali addebiti extra per pagamenti dovuti e non effettuati (morosità). ATTENZIONE! Ribadiamo che nel corso di GST è importante fare molta attenzione alla differenza fra il ruolo di “Cliente di una TelCo” (titolare dell’Utenza e collaboratore con l’SP nella gestione dei servizi TLC) svolto da una persona fisica o giuridica reale e il ruolo di “Utilizzatore di un servizio TLC” svolto dai membri di una comunità di persone fisiche all’interno di una Utenza. Un Utilizzatore è un fruitore dei “servizi di rete” (network services) durante la fase di “erogazione/fruizione” di un servizio TLC. I servizi di rete costituiscono l’ “essenza” di un servizio TLC (TLC service core). 1.0.1.8 Utenze “Consumer” Finora abbiamo fatto riferimento ad una organizzazione commerciale o ad un ente governativo (perrsone reali giuridiche). Facciamo ora riferimento ad un privato cittadino Cliente di una TelCo per un servizio di telefonia vocale mobile e.g. cellulare. In tal caso lo scenario precedente si specializza ad una unica persona fisica che gioca i ruoli di Cliente, Utilizzatore e Gestore delle tecnologie ICT necessarie a fruire del servizio TLC acquisito e.g. telefono cellulare (Customer Equipment,CE). Infatti in questo caso chi sottoscrive il servizio e effettua i pagamenti (Cliente) e ricarica la batteria quando è scarica (Gestore) è anche colui che fa le telefonate (Utilizzatore finale). Una Utenza Consumer è una Utenza il cui titolare è una persona fisica che non svolge attività di Business e.g. Utenza Residenziale Privata o Utenza Mobile Privata. 1.0.1.9 Utente Il termine “Utente” viene usato in diversi contesti con diversi significati. Ma per noi chi è un “Utente”? In questo corso il termine Utente si riferisce ad un TLC Stakeholder, persona fisica o giuridica reale, capace di svolgere i ruoli di Cliente di una TelCo e di Utilizzatore dei relativi servizi TLC. Noi useremo il termine “Utente” ogniqualvolta non ci interessa distinguere fra questi due ruoli oppure quando le nostre considerazioni sono ugualmente valide per entrambi. Mnemonicamente può essere utile ricordare “Utente = Utilizzatore + Cliente” tenendo tuttavia presente che l’ Utente è una persona fisica o giuridica reale mentre Utilizzatore e Cliente sono due ruoli che esso può svolgere. Inoltre un Utente Affari o Governativo gioca anche il ruolo aggiuntivo di Information System Manager per la gestione delle tecnologie CPE all’interno del suo dominio amministrativo. Come già indicato in precedenza, in Inglese non esiste un unico termine corrispondente al 34 termine Italiano “Utente” e quindi il termine “Utente” viene generalmente tradotto col binomio “Customer/User”. Notare bene che parlare di “Utente” in effetti significa parlare contemporaneamente dei suoi due ruoli di Utilizzatore e Cliente. Ad esempio il “soddisfacimento dell’ Utente” indica il soddisfacimento sia delle persone fisiche nel ruolo di “Utilizzatore” sia di quelle nel ruolo di “Cliente” cioè indica che l’Utente è soddisfatto sia da un punto di vista gestionale (Cliente) che dal punto di vista di chi effettivamente fruisce di un servizio TLC (Utilizzatore). Ad esempio dire che un Utente è soddisfatto significa dire che e.g. egli percepisce gli addetti al call-center come gentili, pronti e competenti (aspetto gestionale) e, al tempo stesso, percepisce la qualità delle telefonate effettuate come ottima e perfettamente in linea con le sue esigenze (aspetto di utilizzazione). ATTENZIONE. Pericolo di confusione! Spesso in letteratura, nel caso di utenza business, si trova indicato come ruolo “Utente” quello che per noi è un ruolo di “Utilizzatore finale”. Infatti si legge spesso che all’interno di una Utenza si trovano “Cliente e Utente”. Inoltre spesso si indica con “Utenza” l’insieme di tutti gli Utenti accuditi da una certa TelCo, cioè si chiama “Utenza” quello che noi invece chiamiamo “Bacino di Utenza” (insieme delle viste esterne di una comunità di Utenze facente capo ad una TelCo) 1.0.1.10 Relazioni fra TLC stakeholders I vari stakeholders sinora presi in considerazione non operano indipendentemente ma interagiscono attraverso la compravendita (trading) di prodotti TLC i.e. tecnologie ICT (Information & Communications Technology) o servizi TLC o contenuti di servizi TLC. Più precisamente i singoli stakeholders si comportano in base a scelte/decisioni di natura economico-commerciale prese su base individuale ma rese mutuamente compatibili da meccanismi di mercato (market mechanisms) che regolano la compravendita dei prodotti (vedi M.Parkin. “Microeconomics”, Addison-Wesley, 1990, pag.14). Lo scenario di interazione fra i vari TLC stakeholders da noi preso in considerazione è mostrato in Fig.1.0.1.4. La Fig.1.0.1.4 mostra come i servizi TLC siano forniti da TelCo a Utenti finali, siano abilitati da Tecnologie ICT prodotte da ICTS e fornite a TelCo o a Utenti e i loro “contenuti” siano prodotti da imprese ContCo produttrici/fornitrici di servizi non-TLC. Notare come talvolta più di una TelCo sia necessaria a fornire uno stesso servizio (Fornitori partner) e come più di una ICTS sia necessaria a produrre una stessa tecnologia ICT. In Fig.1.0.1.4 non è mostrato il caso in cui i contenuti sono forniti dagli Utenti stessi come avviene in molti servizi internet. La Fig.1.0.1.5 mostra i vari ruoli di business ordinati secondo una “value chain” (catena del valore) nella quale il valore economico per l’Utente finale (Customer + end User) aumenta spostandosi da sinistra a destra . 35 ContCo Nel Corso GST ci occuperemo solo di questa parte Content Market Contents $ Service Market ICT Market TelCo $ Ntwk Equip . (SD+SP+NO) TLC Service $ ICT Market Terminal Equip . Utente ICTS Customer+End User $ PdS Bus Eng Relation Fig.1.0.1.4 Lo “scenario di riferimento” semplificato adottato in questo corso e i relativi mercati (tecnologie, servizi, contenuti). Gli Utenti sono utenti finali i.e. svolgono i ruoli di clienti + utilizzatori finali. In questa figura si suppone che la TelCo sia un' unica impresa che svolge i tre ruoli di SD, NO e SP. In un mercato liberalizzato i tre ruoli possono essere svolti da tre imprese diverse (vedi Fig.1.0.1.5) 36 R A W M A T E R I A L S CONTENT ManTec TelCo Wholesaler ICT Vendor, TelCo Intermediary Content Provider TelCo Retailer End Customer/ User F I N A L P R O D U C T ContCo Value chain Fig.1.0.1.5 Rappresentazione di ICTS, TelCo e economico dei prodotti aumenta da sinistra a destra. ContCo nella “Value chain”. Per l’Utente il valore 37 Fig.1.0.1.11.1 For sure Cat Lovers and Veterinary Surgeons see cats differently! Esempio di rappresentazioni astratte diverse di una stessa entità reale. (da G.Booch “Object Oriented Analysis and Design” Addison-Wesley, 1994. p. 42) 1.0.1.11 Relazioni fra TLC stakeholders: sdoppiamento “Engineering – Business” In generale in uno stesso TLC Stakeholder albergano competenze/interessi e vengono svolte attività di natura sia Engineering che Business (vedi la “Premessa” a queste dispense). Da un punto di vista didattico il nostro approccio interdisciplinare allo studio di GST richiede che entrambi aspetti vengano considerati contestualmente con particolare attenzione alle “zone di frontiera” fra le due aree conoscitive (aspetti interdisciplinari. Vedere Appendice 5 al Capitolo 1). Per poter fare tutto questo quale procedura dobbiamo seguire? Vediamo. La Fig. 1.0.1.11.1 mostra come osservatori diversi che operano contemporaneamente possono selettivamente mettere a fuoco certe caratteristiche di una stessa entità reale alla luce dei loro “interessi” (competenze professionali e/o interessi personali) attraverso processi concettuali detti “processi di astrazione”. Allora ci poniamo la seguente domanda: “Cosa mettono a fuoco due osservatori con interessi Engineering o Business, allorchè essi osservano 38 uno stesso TLC Stakeholder?” La risposta è: “Di questo TLC Stakeholder vengono messe separatamente a fuoco le caratteristiche rilevanti ai ruoli che esso svolge sulla base delle sue funzionalità Engineering o Business”. Ad esempio, in una TelCo un osservatore Engineering mette a fuoco la parte di impresa (persone, tecnologie, processi) rilevante al ruolo di Network Operator (NO) mentre un osservatore Business mette a fuoco la parte rilevante al ruolo di Service Provider (SP). Noi diciamo anche che il ruolo di Network Operator è un ruolo Engineering mentre un ruolo Service Provider è un ruolo Business (vedi Fig.1.0.1.11.2) per indicare che essi richiedono personale con conoscenze e competenze professionali rispettivamente Engineering e Business. Vedremo come all’interno della TelCo i due ruoli interagiscano sia in fase di “Product Development” che di “Service Delivery” secondo politiche/regole stabilite dal management dell’impresa. Vedremo inoltre come in fase di “Product Development” la loro interazione è così stretta da richiedere il supporto di teams di lavoro interdisciplinari. ESEMPIO. Un ingegnere TLC che visita la Telecom Italia è interessato a conoscere e quindi “mette a fuoco” le metodologie adottate per la manutenzioni degli impianti di autocommutazione (ruolo NO di natura Engineering). Un businessman che visita la Telecom Italia è interessato e quindi mette a fuoco le politiche adottate per la promozione dei nuovi servizi mobili a larga banda (ruolo SP di natura Business). Una squadra di visitatori con ingegneri TLC e businessmen visualizza entrambi aspetti. 39 Customer/User TelCo Retailer Third Party SP Not-TLC Service ContCo TelcCo B Customer Service Provider TLC Service User ISM Service Provider TLC Service Network Operator Network Operator Network Operator Product Developer Product Developer ICT ICT ICT Vendor Ruoli Business ICT ManTec Ruoli Engineering Stalkeholder ICT Supplier Bus Eng Relation. PdS 26/10/2007 Fig.1.0.1.11.2 Relazioni fra Stakeholders e Ruoli (Engineering e Business). Relazioni amminstrative interne (Frecce rosse). Relazioni di business interaziendali (frecce nere). Ruolo “Cliente” (Business Environment) (Inter-domain Relationship) 40 TOP DOWN CUSTOMER Customer Interface Management Processes Customer Interface Management Processes Service Fulfillment Service Assurance Service Billing Customer Care Management Sales Sales Order Handling Order Handling Problem Problem Handling Handling Customer QoS Customer QoS Management Management Invoicing & Invoicing & Collections Collections Service ServiceQuality Quality Management Management Rating Rating&& Discounting Discounting Service Development & Operations Management Service Service Planning Planning &&Development Development Service Service Configuration Configuration Service ServiceProblem Problem Management Management Network & Systems Management Network Network Planning Planning &&Development Development Network Network Provisioning Provisioning Network Inventory Management Network Network Maintenance Maintenance &&Restoration Restoration Network Data Management S y s t e m s M n g m t P r o c e s s e s Network NetworkElement ElementManagement ManagementProcesses Processes BOTTOM UP I n f o r m a i o n Physical Network / Information Technology Ruolo “Service Provider” (Business Environment) INTERDISCIPLINARY E-B COUPLING (Intra-domain Relationship) Ruolo “Network Operator” (Engineering Environment) Persona TLC Fig. 1.0.1.11.3 Viste Engineering e Business all’interno di un TLC Stakeholder “TelCo” La Fig. 1.0.1.11.3 mostra le attività rilevanti ai ruoli di NO e SP in una TelCo. In questa figura Network Operator e Service Provider sono trattate come due persone astratte separate ma interagenti. La Tavola 1.0.1.11.1 mostra i ruoli Business e Engineering svolti da alcuni TLC Stakeholders. DISCUSSIONE 1.0.1.11.1 Perché il ruolo “Utilizzatore” è un ruolo Engineering? Si potrebbe osservare che mentre il carattere Engineering di attori TLC nel ruolo Network Operator (NO) non si discute (e.g. chi opera le reti deve avere competenze Engineering!) altrettanto non si può dire per l’ Utilizzatore di un servizio TLC. Infatti si potrebbe pensare che chi telefona in effetti operi in un ambiente neutro che non ha nulla a che vedere con Ambienti Business o Engineering e che, in generale, il ruolo di Utilizzatore di un servizio TLC è svolto utilizzando direttamente terminali U&S e, indirettamente, reti U&S come risorse (attuazione di abilità fisica) senza necessità di alcuna capacità conoscitiva né di natura Engineering (come appropriato per NO e ISM) né di natura Business (come appropriato per SP e Cliente). Ma in effetti non è così! L’Utilizzatore finale di un servizio TLC, per raggiungere lo scopo desiderato, oltre a fruire dei tecnoservizi di interconnessione o distribuzione deve operare il terminale, generare, ricevere e interpretare l’informazione cioè deve sapar manipolare i contenuti informativi del servizio TLC. Seppur in minima parte l’Utilizzatore deve saper operare il terminale a sua disposizione cioè egli deve possedere una capacità conoscitiva di natura Engineering (che può essere acquisita dalle “Istruzioni per l’uso” del terminale). Molto spesso i terminali sono così complicati da operare i.e. sono così poco user friendly, che l’Utilizzatore arriva a possedere solo un know how operativo parziale. causando così un discriminazione a livello sociale nei confronti di certe categorie di persone meno dotate e.g. anziani (“social & age discrimination”). In conclusione in questo corso noi riteniamo che una persona fisica “Utilizzatore finale” non solo 41 fruisca di un tecnoservizio di natura Engineering (vedi par.2.5) ma seppur su scala molto ridotta operi essa stessa in un Ambiente Engineering cioè in effetti svolga un “ruolo Engineering”. TelCo A (Retailer) Service Provider Customer TelCo B (Third Party SP) Network Operator ICT Supplier Bus Eng Relation. PdS 26/10/2007 Fig.1.0.1.11.4 Vista Business di Fig.1.0.1.1.11.3 (Semplificata). Il corso di GST è basato su questo Modello di riferimento 1.0.2 Sistemi TLC 42 Riassunto: I sistemi TLC sono infrastrutture reali fisico-logico-energetiche reali atte ad abilitare i servizi TLC. Un sistema TLC, come tutti i sistemi complessi, è costituito da una molteplicità di componenti mutuamente interconnessi e cooperanti al fine di raggiungere uno scopo comune. I componenti di un sistema TLC sono classificati in base a due dimensioni: 1) “funzionalità” (funzionalità di rete o terminale) e 2) “tecnologie implementative” (componenti ICT e componenti ausiliari nonICT) (Tavola 1.0.2.1). I componenti ICT delle reti e terminali TLC sono ulteriormente classificati in componenti U&S (Utilizzazione & Segnalazione) e componenti gestionali (par.1.0.2.3) in base alla natura dell’informazione che essi elaborano/trasportano/ immagazzinano. Applicando la “Metodologia dei Punti di Vista” dell’ITU-T (Addendum No.6 in “GST Addendum”) i componenti del sistema possono essere “descritti/specificati”(Tavola 1.0.2.1) da un Punto di Vista “Engineering” (o “Build”) come contenitori di Tecnologie ICT con caratteristiche tecniche (Tavola 1.0.2.2) e da un Punto di Vista “Business” (o “Buy”) come insiemi di Risorse TLC con caratteristiche economico-commerciali (Tavola 1.0.2.3). Le due “Viste” esse sono gestite da persone diverse in modi diversi. 1.0.2.1 • Introduzione ai sistemi TLC Definizione Un sistema TLC è una infrastruttura fisico-logico-energetica reale costituita da reti e da apparecchiature terminali (“terminali”) ad esse interconnesse, atta ad abilitare servizi TLC. I termini “infrastruttura logica” e “infrastruttura energetica” fanno riferimento rispettivamente alle componenti software del sistema TLC e alle fonti di energia necessarie alle operazioni del sistema. In certi casi uno stesso sistema TLC può abilitare servizi TLC diversi. In altri casi è necessario avere uno specifico sistema TLC per abilitare uno specifico servizio TLC e.g. un servizio di TV satellitare richiede un sistema TLC costituito da satelliti broadcasting in un orbita geostazionaria e trasmettitori/ricevitori TV opportunamente posizionati e orientati. Diciamo subito che per noi il termine “rete TLC” assume un significato del tutto generale che va ben oltre ciò che comunemente si intende per “rete di telecomunicazione” i.e. un ordito di linee di trasmissione che interconnettono switches o routers ubicati nei suoi nodi. Ad esempio, vedremo fra poco che una rete TLC include una parte gestionale costituita da reti informatiche per la gestione dei servizi TLC. • Utilizzazione: Risorse materiali e risorse umane Agli occhi di una TelCo un sistema TLC è certamente una risorsa abilitante i servizi TLC ma ovviamente non è la sola. Un sistema TLC opera congiuntamente con risorse umane denominate “Addetti alla Gestione TLC”, persone fisiche reali addette sia alla gestione dei servizi TLC che alla gestione del sistema stesso. Essi implementano la cosidetta “gestione manuale” di sistemi e servizi TLC. Tuttavia in questo corso noi ci occuperemo della gestione di sistemi e servizi TLC ottenuta tramite tecnologie ICT sia hardware che software, e pur riconoscendone l’importanza, ci occuperemo di gestione manuale solo marginalmente (Vedere Tavola 1.0.2.1). 43 Noi ci occupiamo di Reti Gestionali Informatiche visualizzate come insiemi di Tecnologie ICT (OS, NSS, OSS, BSS) ABILITAZIONE dei SERVIZI TLC (TLC Service Enablers) ADDETTI alla GESTIONE TLC (Persone fisiche) COMPONENTI del SISTEMA TLC Funzionalità/ Utilizzazione “Punto di Vista” (Osservatore) Rete Terminale (Interconnessione, Distribuzione) (Intermediazione. Accesso) Non-ICT (Componenti Ausiliari) (1. ICT Supplier, 2. Service Provider 3. Customer) ICT Scopo/Format dell’Informazione U&S TLC Strutture meccaniche, Fonti energ. Impianti, Edifici etc. X (e.g. rete postale) Rete autoferroviaria Trasporto aereo Sistema informatico rete postale Rete U&S Gestione TLC (e.g. sistema di accesso alla rete postale) Struttura Meccanica Terminale TLC Struttura meccanica sportello o cassetta postale X Sistema informatico sportello postale “Vista” Risorse RisorseTLC TLC (man-made) (man-made) (1. Oggetto di compra-vendita 2. Risorsa per fornire/acquisire servizi TLC) Terminale U&S Rete di Gestione (1. Manufactur of ICT, 2. Network Operator) nonTLC nonTLC Tecnologie implementative Business Engineering SISTEMA TLC (Infrastruttura fisico-logica-energetica) Terminale di Gestione Generica Generico Rete Gestionale Informatica Specifico Tecnologie TecnologieICT ICT (1. Prodotto risultato di attività di progettazione/costruzione 2. Oggetto di gestione) Bus Eng relation Tavola 1.0.2.1 Il significato dei termini “Tecnologie ICT” e “Risorse TLC”. Il sistema TLC reale è di colore giallo mentre le sue Viste Engineering e Business appartengono ad uno strato superiore (strato di rappresentazione, representation layer) di colore celeste. Le componenti ICT di reti e terminali TLC sono visualizzate come Tecnologie ICT se osservate da un Punto di Vista Engineering mentre tutti i componenti del sistema TLC sono visualizzati come “Risorse TLC (man-made)” se osservate da un Punto di Vista Business. Una impresa TelCo nel ruolo di Service Provider opera in un Ambiente Business e vede il sistema postale (che utilizza per inviare ai Clienti fatture, documenti, pubblicità etc.) come un insieme di risorse necessarie per le proprie attività di business (Risorsa TLC). Le caratteristiche di una Tecnologia ICT sono mostrate nella Tavola 1.0.2.2 mentre quelle di una Risorsa TLC sono mostrate nella Tavola 1.0.2.3. I terminali U&S e di gestione sono connessi rispettivamente a reti U&S e reti di gestione. In questo corso noi ci limiteremo a considerare Reti Gestionali Informatiche visualizzate come Tecnologie ICT (con i sistemi di supporto OS, NSS, OSS, BSS) con la consapevolezza che esistono aspetti Business altrettanto importanti (e.g. in fase di Product Development) • Dimensioni e confini dei sistemi TLC 44 Quanto è grande un sistema TLC e quali sono i suoi confini? I sistemi TLC presi in considerazione in questo corso sono costituiti da reti TLC che si estendono su zone geografiche di dimensioni variabili da alcuni metri (“reti locali”) a migliaia di chilometri (“reti geografiche”). Quindi noi non specifichiamo una misura fisica delle dimensioni geometriche di un sistema TLC espressa in metri o chilometri. Tuttavia ne possiamo identificare i confini. Infatti poiché un sistema TLC, così come da noi definito, include le apparecchiature terminali interconnesse alle reti in modalità wireline o wireless, esso è in ogni caso delimitato da un confine che si identifica con le interfacce uomo – macchina dei singoli terminali. Local Area Networks (LAN) LAN 1 LAN 3 LAN 2 Management System User Network Interface (UNI) ISM Support System Network Usage & Signaling Terminals BUSINESS or GOVERNMENT TLC CUSTOMER/ USER ENVIRONMENT TLC SYSTEM EXTERNAL TLC NETWORK T Administration (Customer) T T T ISM Terminal Equipment T ISM Engineering Work Force End Users Supervisors & Managers (CFO) Supervisors & Managers (CIO) (CEO, COO) First Order Automated Management Man-Machine Interface (TLC System Boundary) First Order Manual Management “Chain of Command” in a business enterprise or government institution Bus Eng Relation Fig.1.0.2.2 I componenti ICT di un sistema TLC all’interno di una utenza affari o governativa I terminali fanno parte del sistema TLC. La relazione Terminale (T) – End User è del tipo n:m i.e. più utilizzatori posson far capo ad uno stesso terminale e più terminali ad uno stesso utilizzatore. . Quindi nel caso di servizi TLC fissi si tratta di un confine che si snoda all’interno delle singole Utenze laddove sono ubicati i terminali (vedi Fig.1.0.2.1). Allo stesso tempo notare come in questo corso le tradizionali interfacce UNI (User-Network Interface) fra terminali e rete non costituiscano il confine del sistema TLC bensì siano considerate interne ad esso. 45 Questo punto è importante poiché significa che, indipendentemente dalle dimensioni geometriche delle reti, in questo corso la gestione di un sistema TLC include la gestione dei terminali assieme alle loro reti locali di interconnessione, Local Area Networks, LAN e quindi il software gestionale del sistema TLC che noi vogliamo sviluppare includerà funzionalità di terminale. Come indicato nel par.1.0.1.7 la gestione di terminali e LAN all’interno di Utenze Affari o Governative avviene ad opera di personale specializzato e tecnologie ISM (Information System Management) . • Sistemi TLC e TLC stakeholders: domini amministrativi Un sistema TLC è una infrastruttura fisico-logica-energetica reale abilitante i servizi TLC che coinvolgono stakeholders, i.e. persone fisiche e giuridiche, di diverso tipo: TelCo (Retailers, Wholesalers, Intermediaries) e Utenti. Quale relazione esiste fra un sistema TLC e gli stakeholders coinvolti nei servizi TLC? Ovviamente una prima risposta è che questi stakeholders operano in un contesto economico-commerciale e svolgono attività di compravendita di servizi TLC e, quindi, il sistema TLC è una risorsa da loro utilizzata per svolgere queste loro attività. Una seconda risposta evidenzia il fatto che in effetti esiste una molteplicità di stakeholders mutuamente interagenti e che un certo stakeholder gestisce una certa porzione del sistema TLC. Allora in maniera del tutto generale noi diciamo che una tale porzione di sistema TLC è un “Dominio Amministrativo (Administrative Domain)” gestita da un certo stakeholder (autorità gestionale). Ad esempio noi diciamo che un sistema TLC internazionale è costituito dai domini amministrativi ognuno gestito da un operatore pubblico nazionale (TelCo). Poiché uno stesso TLC Stakeholder può svolgere più ruoli gestionali, in generale un Dominio Amministrativo contiene tecnologie abilitanti diversi ruoli. Ad esempio un TLC Stakeholder “TelCo”, persona giuridica reale, svolge i ruoli di Service Provider e Network Operator e possiede/gestisce un Dominio Amministrativo con le tecnologie OSS (Operation Support Systems) e NSS (Network Support Systems). Allora un sistema TLC è costituito da domini amministrativi separati ma cooperanti attraverso una molteplicità di Inter Domain Reference Points (IDRP). Una standardizzazione delle caratteristiche di questi punti e il rispetto di questi standards da parte delle tecnologie contenute in ciascun dominio (e.g. software applicativo) garantisce la loro interoperabilità e, conseguentemente, il funzionamento dell’intero sistema TLC. Allora diciamo che NOTA 1.0.2.1.1 Un “Punto di Riferimento Inter-Domain” (Inter-Domain Reference Point, IDRP) è la specifica dei requisiti di interoperabilità fra Domini Amministrativi. Se tutti i punti IDRP di un sistema TLC soddisfano lo standard XYZ si dice che il sistema TLC soddisfa le condizioni di conformità con lo standard XYZ o è conforma con lo standard XYZ 46 Customer/User (Utente) TelCo A (Retailer) TelCo B (Third Party SP) Customer Service Provider Service Provider User Network Operator Network Operator DOMINIO AMMINISTRATIVO d’Utente IDRP DOMINIO AMMINISTRATIVO di TelCo A IDRP DOMINIO AMMINISTRATIVO di TelCo B SISTEMA TLC Bus Eng Relation. PdS 26/10/2007 Fig.1.0.2.1 Stakeholders, Ruoli e Domini Ammistrativi. Un “dominio amministrativo” è una porzione del sistema TLC sotto il controllo di una stessa autorità gestionale (stakeholder). I domini amministrativi cooperano attraverso Inter-Domain Reference Points (IDRP). Nella standardizzazione del software applicativo i punti IDRP son interfaccie standardizzate i.e. sono i punti dove si verifica la conformità con lo standard del software prodotto. 1.0.2.2 I componenti di un sistema TLC: funzionalità e tecnologie implementative Un sistema TLC è un sistema complesso costituito da componenti di vario tipo interconnessi e cooperanti. Nel Capitolo 2 vedremo come essi possano essere classificati in varie maniere secondo criteri diversi con vari tipi di tassonomie (rappresentazioni con architetture gerarchiche). Per il momento è sufficiente classificare questi componenti in base a due dimensioni perpendicolari come mostrato nella Tavola.1.0.2.1: 1) funzionalità i.e. capacità logica/abilità fisica di svolgere certe funzioni TLC (funzionalità di rete e di terminale) e 2) tecnologie implementative (componenti ICT e componenti nonICT) 1). Tecnologie implementative. All’interno di un sistema TLC esistono componenti ICT realizzati principalmente con tecnologie elettroniche digitali atte a elaborare, immagazzinare o trasmettere informazione digitale (Tecnologie ICT) e componenti ausiliari nonICT che non impiegano Tecnologie ICT, o le impiegano in minima parte, ma che tuttavia sono utilizzati per 47 scopi TLC in quanto svolgono un ruolo ancillare di supporto rispetto ai componenti ICT e.g. strutture meccaniche di supporto o complemento ai componenti ICT, fonti di energia, impianti, sistemi di condizionamento ambientale, strutture murarie e viarie, edifici e alloggiamenti per uffici, suppellettili varie etc. (Vedere anche par. 2.1.1 e Fig.1.0.2.2) 2) Funzionalità. Un sistema TLC possiede tutte le funzionalità necessarie ad abilitare i servizi TLC. Tradizionalmente (ricordate la “pila OSI”?) si distinguono “funzionalità residenti nella rete” e “funzionalità residenti nei terminali”. Esse sono molto diverse ma entrambe assolutamente necessarie per telecomunicare. Ad esempio fra le “funzionalità di rete” in una rete telefonica o rete internet riconosciamo le “funzionalità di interconnessione” fra terminali TLC remoti mentre in un rete radio-TV riconosciamo “funzionalità di distribuzione” dell’informazione da una stazione trasmittente a una molteplicità di stazioni riceventi. Fra le “funzionalità di terminale” riconosciamo le “funzionalità di intermediazione” fra utilizzatore e rete (“receive-transmit” o “receive only” o “transmit only”) e le “funzionalità di accesso” alla rete TLC (richiesta di accesso, autenticazione, autorizzazione all’accesso). Tuttavia in questo corso è importante notare come nella gestione dei servizi TLC vengano ancor oggi usate anche Reti nonTLC (e.g. rete postale per il trasporto della bolletta del telefono) con i relativi terminali di accesso (e.g. cassetta postale) cioè reti e terminali non specifici delle TLC ma utilizzati per svolgere funzioni TLC di natura gestionale. In particolare la Tavola 1.0.2.1 mostra: i) Reti TLC di interconnessione fra terminali con funzionalità “receive/transmit” o reti di distribuzione fra centri di produzione & trasmissione di contenuti e terminali con funzionalità “receive only” e Reti non-TLC che effettuano il trasporto di informazione gestionale relativa ai servizi TLC su supporto meccanico per via auto-ferroviaria o aerea (e.g. rete postale per l’invioricezione di documenti informativi di natura amministrativa, statistica, pubblicitaria o fatture relativi ai servizi TLC) ii) Terminali TLC interconnessi a Reti TLC (e.g. telefono, televisore, computer) e Terminali non-TLC interconnessi con reti nonTLC e.g. cassetta postale (“buca delle lettere”) 1.0.2.3 • Componenti ICT di Reti TLC I flussi informativi dei servizi TLC sono costituiti dall’ informazione elaborata/ immagazzinata/trasmessa da componenti ICT Qui anticipiamo brevemente e in maniera del tutto preliminare alcuni concetti che tratteremo in dettaglio nel par. 1.2 e nel Capitolo 2 dove studieremo come l’informazione scambiata fra TelCo e Utente possa essere di due tipi in base al suo format (e.g. protocollo comunicativo) e/o allo scopo per cui essa viene elaborata/ trasmessa/immagazzinata: I componenti ICT da un punto di vista funzionale, come elementi del sistema TLC, fanno parte di una infrastruttura abilitante i servizi TLC mentre da un punto dio vista tecnologico sono realizzati con Tecnologie ICT cioè tecnologie che elaborano/trasportano/immagazzinano informazione digitale. L’informazione processata dai componenti ICT è la stessa che fluisce nei flussi informativi dei servizi TLC e che noi classifichiamo in (vedi par.1.2) 48 1) Informazione di Utilizzazione e Segnalazione (U&S) che fluisce durante la fase di accesso/fruizione e erogazione di un servizio TLC e.g. durante la digitazione di un numero telefonico e nel corso di una telefonata. 2) Informazione di Gestione che fluisce nelle altre fasi del ciclo di vita di un servizio TLC e, in particolare durante i processi di gestione delle Reti U&S o dei servizi TLC e.g. quando un Network Operator effettua la manutenzione di una Rete U&S (gestione di rete) o un Cliente richiede al Service Provider la installazione di un servizio TLC (gestione servizi). Le corrispondenti componenti ICT sono classificate in Reti U&S/Terminali U&S e Reti di Gestione/Terminali di Gestione (Vedi Tavola 1.0.2.1) 1. Reti U&S. Le reti TLC in cui fluisce informazione U&S sono dette “reti U&S”. In generale la Rete di Signaling è fisicamente separata ma integrata con la Rete di Utilizzazione (vedere Fig.2.3.1.6). L’insieme integrato di Rete di Utilizzazione + Rete di Signaling costituisce la Rete U&S. Una Rete U&S è oggetto di gestione da parte delle Reti di Gestione cioè è una “rete gestite” (vedere Fig.2.3.1.6). Come è noto dai corsi universitari di “Reti per Telecomunicazioni” le Reti U&S hanno varie topologie anche legate alle tecnologie implementative scelte (e.g. wireline o wireless) e alle funzionalità che esse devono possedere e.g. funzionalità di interconnessione (rete telefonica) o funzionalità di distribuzione (rete TV). Nel caso più generale, le reti di interconnessione, e.g. la rete telefonica, sono suddivise in reti di accesso (dalla singola postazione di Utente al nodo di accesso alla periferia della rete di trasporto) e reti di trasporto condivise da tutti gli Utenti. Come già detto, nel caso di Utenze Affari le reti di accesso sono spesso complementate da reti locali interne alle Utenze e.g. LAN (Local Area Networks) per l’ interconnessione di CPE (Customer Premise Equipment). Tradizionalmente in un contesto GST una rete U&S è costituita da vari componenti denominati Elementi di Rete (Network Elements, NE) i quali devono essere gestiti individualmente, ognuno con un suo elemento di gestione (OS, Operations System, Sistema di Esercizio) fornito dal costruttore. 2. Reti di Gestione. La parte di rete TLC in cui fluisce informazione gestionale è denominata “Rete gestionale o Rete di Gestione”. Le Reti di Gestione possono essere fisicamente separate o fisicamente coincidenti con le Reti U&S (cioè le Reti U&S possono essere utilizzate ache per scopi gestionali). i) Reti di Gestione specifiche (Reti gestionali informatiche), fisicamente separate dalle Reti U&S e dedicate alla trasmissione/elaborazione/immagazzinamento di informazione/dati di natura gestionale. Si tratta di reti dati che interconnettono elaboratori digitali (“Sistemi di Supporto”) di vario tipo e.g. OS (Operations Systems), NSS (Network Support Systems) OSS (Operations Support Systems) e BSS (Business Support Systems). Nella tradizione della GST, usando una terminologia ITU-T, queste reti venivano universalmente chiamate Telecommunications Management Networks, TMN. Lo scopo principale di questo corso è studiare i fondamenti (concetti, principi e regole) delle Reti Gestionali Informatiche applicando tecniche di Distributed Object Computing. 49 ii) 1.0.2.4 Reti gestionali generiche, fisicamente coincidenti con le Reti U&S i.e. costituite dalle stesse Reti U&S ma utilizzate anche per scopi gestionali. Esse trasmettono informazione gestionale, la quale può avere o meno lo stesso format (e.g. protocolli comunicativi) dell’informazione U&S. Ad esempio la rete telefonica pubblica nazionale PSTN puo fungere da rete U&S o rete gestionale a seconda che venga utilizzata per una telefonata all’ amico Giorgio per fare due chiacchere (scopo U&S) o per telefonare al Call Center della Telecom Italia per verificare l’accuratezza di una bolletta telefonica (scopo gestionale). Nei due casi il format dell’informazione trasferita è lo stesso ma lo scopo è diverso. Un inconveniente delle Reti Gestionali Generiche è evidente nella gestione degli elementi di rete U&S: un guasto di un elemento causa anche un guasto nella rete gestionale!. Componenti ICT di Terminali TLC Ragionamenti analoghi valgono per i componenti dei terminali. Come le reti TLC anche i Terminali TLC sono suddivisi in Terminali U&S, che elaborano/immagazzinano l’ informazione U&S relativa all’essenza dei servizi TLC e sono connessi alle reti U&S e Terminali gestionali che elaborano/immagazzinano informazione gestionale e sono connessi alle reti di gestione. Come le Reti di Gestione anche i terminali gestionali sono suddivisi in i) “Terminali gestionali generici” i.e. si tratta deli stessi terminali U&S ma utilizzati per scopi gestionali. Essi sono connessi a reti gestionali generiche e, nella gestione dei servizi TLC, sono dotati di interfaccia con i Clienti dei Servizi TLC. Qui notare bene l’uso del termine “Cliente” e non del termine “Utilizzatore”, in quanto è il Cliente che è coinvolto nella gestione di un servizio TLC e non l’Utilizzatore (l’Utilizzatore “utilizza” solo non “gestisce”)! ii) “Terminali gestionali specifici” e.g. postazioni di lavoro connesse alle Reti Gestionali Informatiche e dotate di interfacce con gli Addetti alla Gestione. Nella tradizione della GST, usando la terminologia ITU-T/TMN, questa interfaccia fisica era standardizzata e veniva denominata “interfaccia G” Ad esempio uno stesso telefono puo fungere da terminale U&S o terminale gestionale a seconda che venga utilizzato per una telefonata all’amico Giorgio o per fare una telefonata al Call Center della Telecom Italia (nei due casi il format dell’informazione trasferita è lo stesso ma lo scopo è diverso). In un servizio internet/e-mail il computer è un terminale di utilizzazione (non c’è “segnalazione”) mentre il telefono per contattare il Call Center dell’Internet Service Provider è un terminale gestionale generico. ATTENZIONE ALLA TERMINOLOGIA! Noi usiamo il termine “sistema” in due contesti diversi: “Sistema TLC” per indicare un sistema costituito dal complesso di grandi reti TLC e dai terminali TLC ad esse connessi direttamente o tramite reti locali i.e. per indicare la “infrastruttura fisico-logico-energetica” abilitante i servizi TLC. Usiamo poi il termine “Sistemi di Supporto” per indicare gli elaboratori digitali specializzati alla gestione delle reti TLC (e.g. NSS, Network Support Systems) o alla gestione dei servizi 50 TLC( e.g. Operation/Business Support Systems, O/BSS). I Sistemi di Supporto fanno parte dei sistemi informatici gestionali (a loro volta contenute nei sistemi TLC). 1.0.2.5 Lo sdoppiamento Engineering-Business: Tecnologie ICT e Risorse TLC Un sistema TLC è un sistema reale molto esteso e complesso. In questo corso (contesto interdisciplinare) come si “descrive” un sistema TLC già esistente o come si “specifica” un sistema TLC futuro? (Vedi ESEMPIO 1.0.1.2.3 nel par.1.0.1.2). A differenza di quanto accadrebbe se noi operassimo in un contesto monodisciplinare limitato all’ Ingegneria TLC, in un contesto intedisciplinare la risposta a questa domanda è: “Dipende dal Punto di Vista adottato”! Questa risposta può erroneamente apparire evasiva. In vero non è affatto evasiva, anzi è molto precisa. Essa vuole semplicemente significare che, come gia fatto per i TLC stakeholders, esistono due risposte diverse a seconda che venga adottato un Punto di Vista Engineering o un Punto di Vista Business per osservare un sistema TLC reale. CARATTERISTICHE “BUILD/OPERATE”dei COMPONENTI ICT di un SISTEMA TLC 1. specifiche tecniche di funzionamento (*) 2. creazione & analisi del modello scelta tecnologie implementative (**) specifiche strutturali e di sistema (**) tecniche di progettazione/progettazione (**) specifiche di costruzione costruzione prototipi collaudo prototipi costruzione e integrazione componenti costruzione prodotto finale e collaudo industrializzazione prodotto 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. Modalità di: 12. installazione & attivazione 13. esercizio (prestazioni) 14. manutenzione 15. riparazione 16. sostituzione 17. disinstallazione Product Developer (Ruolo Engineering) ManTec Ntwk Operator (*) Inclusa parte gestionale (**) Tiene conto della normativa vigente e, se necessario, di standards tecnici Tavola 1.0.2.2 Caratteristiche tecniche di produzione e gestione di una Tecnologia ICT messe a fuoco nella Vista Engineering di un componente ICT. 51 1) Punto di Vista Engineering Punto di Vista adottato da un team di ingegneri progettisti/costruttori che opera all’interno di una impresa manifatturiera di Tecnologie ICT (Manufacturer of ICT Technology, ManTec) in collaborazione con una TelCo in fase di “Product Development” di un servizio TLC o adottato dal “Network Operator” in una TelCo in fase di “Service Delivery”. Da un Punto di Vista Engineering il sistema TLC è visualizzato come un contenitore di Tecnologie ICT Un osservatore “Engineering” (ricordiamo che si tratta “Engineering delle Telecomunicazioni”!) ha la consapevolezza dell’esistenza e riconosce l’importanza dei componenti nonICT di un sistema TLC ma non li “mette a fuoco” cioè non ha né interesse né competenze sufficienti per riconoscerne i dettagli realizzativi, strutturali o gestionali (competenze invece possedute da suoi collaboratori esperti in ingegneria meccanica. edile, civile etc.). Al contrario un osservatore “Business” (Vedi Tavola 1.0.2.1), è interessato e mette a fuoco le caratteristiche economicocommerciali di tutte le componenti del sistema ICT ed è meno interessato ai loro dettagli tecnologici. L’argomento verrà ripreso nel Cap. 2 CARATTERISTICHE “BUY” dei COMPONENTI ICT di un SISTEMA TLC 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) 21) 22) 23) 24) banda di frequenza, reconfigurability & tunability (funzionanamento) caratteristiche di memoria & processing power consumo energetico RF power handling capability (ingresso/uscita) end-to-end latency (ritardo di segnale) jitter (variazione ritardo di segnale) RAS (Reliability, Availability, Survivability) massa dimensioni e forma geometrica resistenza a vibrazioni livello di radiation hardening (*) livello di innovazione tecnologica (generazione tecnologica) disponibilità di fornitori Off-The-Shelf alternativi (**) disponibilità di fornitori costruttori alternativi (**) limitazioni su trasferimenti di tecnologia avanzata dal paese d’origine caratteristiche del fornitore scelto e.g. nome, indirizzo etc. tempo di inizio e durata del contratto di produzione tempi di consegna del prodotto costo totale del prodotto piano dei pagamenti piano di finanziamento costo e facilità di installazione, manutenzione, disinstallazione disponibilità/qualità di assistenza tecnica post vendita amichevolezza di utilizzazione e originalità del design (terminali) (*) Per applicazioni spaziali (**) Fornitori alternativi in “multi-source procurement” Tavola 1.0.2.3 Esempio di caratteristiche di una Risorsa TLC, Vista Business di 52 un componente ICT. La parte in corsivo è condivisa con la Vista Engineering. La parte barrata non è oggetto di studio in questo corso 2) Punto di Vista Business Punto di Vista adottato da un team di operatori nelle unità organizzative “Finance”, “Procurement”, “Sales & Marketing” in una TelCo o adottato da un Fornitore di tecnologie ICT (ICT Supplier) o da un qualsiasi Cliente di servizi TLC. Da un Punto di Vista Business un sistema TLC è visualizzato come un insieme di “Risorse TLC (man-made)” abilitanti i servizi TLC NOTA IMPORTANTE. Le “Risorse TLC man-made” (letteralmente: “manufatti”) sono così denominate per distinguerle dalle “Risorse TLC Umane” che sono la Vista Business delle persone reali “Addetti alla Gestione TLC” (Vedi Tavola 1.0.2.1). Tuttavia poiché in questo corso noi non ci occuperemo di Risorse TLC Umane, d’ora innanzi chiameremo le “Risorse TLC man-made” semplicemente “Risorse TLC” senza pericolo di ambiguità. Quindi ricordare: in questo corso le “Risorse TLC” sono “Risorse TLC man-made” che non comprendono le “Risorse TLC Umane”! Possiamo anche dire che le Tecnologie ICT sono la Vista Engineering dei componenti ICT di un sistema TLC mentre le Risorse TLC sono la Vista Business dei componenti di un sistema TLC. Allora ci chiediamo: come sono caratterizzati i componenti di un sistema TLC nella due Viste cioè come sono caratterizzate le Tecnologie ICT e le Risorse TLC? SPACECRAFT BUS COM. PAYLOAD TRANSPONDERS PROPULSION SYSTEM RECEIVERS ELECTRIC POWER (Solar panels, Batteries) LNA MIXER LO POST AMP TRANSMITTERS BBOBP SATELLITE CONTROL MODEM SWITCH ANTENNAS TELEMETRY& COMMAND TELEM. UNIT COMMAND UNIT TELEM. TRANSMITTER COMMAND RCVR FEEDS REFLECTORS TELEM. ANTENNA COMMAND ANTENNA Mondo TLC Fig.1.0.2.2 Rappresentazione di un satellite geostazionario per TLC: Componenti ICT (bordo nero) e componenti ausiliari nonICT (senza bordo). In questo corso noi ci occuperemo della gestione dei componenti ICT. I componenti ICT possono essere “osservati” da un Punto di Vista Engineering e in tal modo evidenziarne le caratterisiche tecnologiche oppure da un Punto di Vista Business e in tal modo evidenziarne le caratteristiche economico-commerciali 53 Le Tecnologie ICT sono caratterizzate da caratteristiche tecniche di produzione e gestione (Tavola 1.0.2.2). Queste caratteristiche contengono informazione e dati utilizzati nella fasi di “Product Development” (collaborazione TelCo-ManTec) e “Network Operations” (TelCo). Le Risorse TLC sono caratterizzate da caratteristiche economico-commerciali (Tavola 1.0.2.3). Queste caratteristiche contengono informazione e dati utilizzati nei processi di compra-vendita delle risorse stesse (e.g. in una Telco processi di valutazione di potenziali fornitori o di gestione del rapporto coi fornitori prescelti (vedi ESEMPIO 1.0.2.1). Parte di queste caratteristiche sono di natura tecnica (parte in corsivo). In questo corso non ci occuperemo delle caratteristiche economico-commerciali delle Risorse TLC (parte barrata) ESEMPIO 1.0.2.1. All’ interno di una TelCo esempi di processi “Buy” sono i processi di “Supply Chain Capability Delivery” e di “Supplier Requisition Management” mostrati nella Fig. A.3.4 (ITU-T Recom. M.3050.3 “Enhanced Telecommunications Opeeration Map”, 2004). 1.0.2.6 Esercizi relativi al par.1.0.2 (“Sistemi TLC”) 1. Cosa è un sistema TLC e quale è il suo confine fisico all’interno di una Utenza? 2. Il personale addetto alla gestione di sistemi e servizi TLC fa parte di un sistema TLC? 3. Nello studio interdisciplinare di un sistema TLC si applica inizialmente una filosofia “divide et impera” separando i vari aspetti “monodisciplinari”. Ma d’altra parte si devono anche poter studiare questi vari aspetti congiuntamente e con mutuo beneficio. Tutto ciò è possibile aggregando le “Viste” del sistema reale osservato da vari “Punti di Vista” e applicando la “Metodologia dei Punti di Vista” dell’ITU-T 4. i) Quali sono i Punti di Vista adottati in questo corso da cui si osserva un sistema TLC reale e, in un contesto operativo, chi sono gli osservatori? ii) Se si osserva un sistema TLC reale da un Punto di Vista Engineering quali componenti si visualizzano e perché essi vengono “messi a fuoco”? Perché certe altre componenti non vengono visualizzate? (Altrimenti detto: Quale è la “Vista Engineering di un sistema TLC?) iii) Questo è un corso di “Gestione di Sistemi e Servizi TLC” e quindi esso sarà dedicato solo una parte della Vista Engineering di un sistema TLC. Quale è questa parte? iv) Se si osserva un sistema TLC reale da un Punto di Vista Business quali componenti si visualizzano (cioè “si mettono a fuoco”)? Fare un esempio di tre componenti visualizzati da un Punto di Vista Business ma ignorati da un Punto di Vista Engineering. (Suggerimento: Pensare ai “componenti ausiliari nonICT”) v) Cosa si intende per Punti di Vista “Build” o “Buy” (Suggerimento: pensare al significato dei termini inglesi “build” e “buy”) Le Tecnologie ICT e le Risorse TLC hanno poche caratteristiche comuni ma molte caratteristiche diverse i) Menzionare alcune caratteristiche specifiche di una Tecnologia ICT ii) Menzionare alcune caratteristiche specifiche di una Risorsa TLC (Suggerimento: osservare le Tavole 1.0.2.2 e 1.0.2.3) 5. Quale è la relazione che lega Tecnologie ICT e Risorse TLC? (Facoltativo: fare una schematizzazione grafica di questa relazione. Vedi Fig.1.0.2.3). 54 6. Quale è la differenza fra funzionalità di rete e funzionalità di terminale? 7. Perché nel corso di GST noi siamo interessati anche a Reti nonTLC e Terminali nonTLC? 8. Fare l’esempio di componenti nonICT di un sistema TLC e spiegare perché esse non sono visualizzate allorchè osservate da un Punto di Vista Engineering (Suggerimento: Verificare le definizioni di “Engineering” e di “ICT”) 9. Fare un esempio di componenenti nonICT di un Terminale TLC e di un satellite geostazionario per telecomunicazioni. 10. Come sono classificate le componenti ICT elaborano/trasportano/immagazzinano? in base alla natura dell’informaziomne che esse 11. La separazione “Tecnologia ICT-Risorsa TLC” è il risultato di osservazioni effettuate dai Punti di Vista Engineering e Business. La separazione di una rete TLC in rete U&S e rete gestionale invece è basata su su un criterio diverso. Quale è questo criterio? 12. Un telefono è un terminale U&S o un terminale gestionale? Relazione fra Tecnologia ICT e Risorsa TLC (Diagrammi E-R) Attività di Sviluppo & Fornitura TelCo Servizio TLC Specifica Risorsa TLC TLC Risorsa AMBIENTE BUSINESS PdV Business Acquisizione & Utilizzazione Componente ICT reale PdV Engineering ManTec Attività di Produzione Tecnologia ICT Risorsa Engineering AMBIENTE ENGINEERING Bus Eng Relation Fig. 1.0.2.3 Relazione fra Tecnologia ICT e Risorsa TLC 55 1.0.3 Servizi & Prodotti TLC 1.0.3.1 Servizi TLC Un termine importante che vogliamo definire subito è “servizio TLC”. Tutto il Capitolo 4 sarà dedicato ai servizi TLC. Qui vogliamo semplicemente introdurre una sua definizione in maniera del tutto preliminare. La prima cosa da fare è rivisitare i concetti di funzionalità TLC e funzione TLC o meglio di “possesso di funzionalità TLC” e “svolgimento di funzione TLC” da parte di un TLC stakeholder o di una tecnologia ICT. Sono concetti importanti. Infatti è proprio grazie ad essi che noi possiamo riconoscere le relazioni fra eventi separati come la firma di un contratto per la “fornitura/acquisizione di un servizio TLC” e la effettuazione di una sessione di “erogazione/fruizione di un servizio TLC”. Inoltre i concetti di “funzionalità” e “funzione” ci permetteranno di parlare di gestione di sistemi TLC e servizi TLC in maniera unificata (molto efficace da un punto di vista didattico) e di capire bene la differenza fra un servizio TLC fornito da una TelCo in un Ambiente Business e un servizio fornito da una tecnologia ICT in un ambiente Engineering (da noi denominato “tecnoservizio”). • Funzioni TLC Qui riportiamo le seguenti definizioni già introdotte in precedenza (studiate ulteriormente nel Capitolo 4) i) “funzione” è un insieme coerente di “attività” svolto (da una tecnologia o una persona fisica) per una certa durata di tempo al termine della quale si raggiunge uno scopo prefissato. Questo scopo può essere raggiunto più o meno bene a seconda delle effettive condizioni del momento. La “qualità” con cui viene svolta una funzione è proprio un indicatore del livello di accuratezza con cui questo scopo viene raggiunto. Oggi, nell’era dell’informazione digitale, al concetto di “funzione” si associa il concetto di “dati di ingresso” (input data) che vengono trasformati da una funzione in “dati di uscita” (output data) laddove per “dati” si intende informazione digitale binaria (segnali elettrici “zero e uno”). Ad esempio si possono leggere dati da una base dati A, immetterli in un elaboratore digitale che li elabora, raccogliere all’uscita i dati risultanti e immagazzinarli in una base dati B. In questo caso svolgere una “funzione” significa anche effettuare una “operazione” su dati di ingresso per ottenere dati di uscita e trasferire dati da una base dati ad un altra. Ad una operazione di elaborazione/trasferimento dati si associa un “flusso di dati” (data flow). ii) “insieme coerente” è un insieme di attività mutuamente relazionate secondo una logica temporale prestabilita. In questa definizione le “attività” sono componenti elementari di una “funzione”. Tuttavia talvolta le “attività” non sono componenti atomiche ma sono entità composite a loro volta costituite da “azioni” mutuamente relazionate da una loro logica prestabilita. Per una funzione TLC lo “scopo predeterminato” è uno scopo relazionato alle telecomunicazioni e.g. in una TelCo lo svolgimento di una funzione TLC è finalizzato alla 56 fornitura di un servizio TLC, in una Utenza lo svolgimento di una funzione TLC è finalizzato al soddisfacimento dei desideri/bisogni di telecomunicazione degli Utilizzatori. La Tavola 1.0.3.3.1 mostra esempi di funzioni TLC e dei relativi scopi da raggiungere Fra poco, nel par.1.0.3.3, vedremo che le funzioni TLC svolte in una impresa e.g. TelCo sono svolte secondo modalità predefinite, documentate, supervisionate e controllate al fine di generare risultati misurabili e ripetibili entro una cornice prestabilita di costi e tempi. In queste circostanze non di parla più di “funzioni” bensì di “processi” e poiché questi processi sono finalizzati al conseguimento degli obiettivi di business dell’impresa essi sono denominati “processi di business” (business processes). CICLO di VITA di un SERVIZIO TLC Analisi di Mercato Product Development Processes PRODUCT DEVELOPMENT Lancio Commerciale Network Service (*) Service Delivery Management Processes ent em g a n Ma ice v r Se SERVICE DELIVERY Ritiro (*) Essenza del Servizio (Fase di Utilizzazione & Segnalazione) Tempo Bus Eng relation Fig.1.0.3.1.1 Macrostruttura temporale del ciclo di vita di un servizio TLC • Funzionalità TLC e relazione “Funzionalità-Funzione” Una “funzionalità TLC” è una potenzialità definita come “capacità conoscitiva/abilità fisica” di svolgere una funzione TLC (vedi par. 1.0.1.1). Ricordare la metafora “la mente e il braccio” e il termine Inglese “capability”, crasi dei termini “capacity” e 57 “ability”. “Funzionalità TLC” e “ funzione TLC” sono relazionate attraverso un processo di “attuazione” o di “messa in atto” come segue: “Lo svolgimento di funzioni TLC da parte di TLC stakeholders (e.g. TelCo o Utente) o tecnologie ICT è la attuazione (messa in atto) di corrispondenti funzionalità TLC specifiche da loro possedute” ( Relazione “funzionalità-funzione”). Come già detto, questa “messa in atto” è poi praticamente possibile e avviene con vari livelli di qualità in base a certe condizioni di attuazione e.g. posso telefonare se il numero telefonico chiamato non è occupato e se la persona chiamata vuole rispondere, posso telefonare “bene” se non ci sono interferenze di crosstalk, posso vedere un programma TV solo se un temporale non blocca il downlink dal satellite all’ antenna TV installata sul tetto di casa, etc. • “Ciclo di vita” di un servizio TLC: macrostruttura temporale (Fig.1.0.3.1.1) Uno dei concetti più importanti che vogliamo acquisire in questo corso e che è di grande rilevanza nello studio di GST è il seguente. Quando si parla di “servizio TLC” non si fa riferimento ad un episodio isolato di breve durata fra un Fornitore e un Utente che si verifica ad un certo istante di tempo e poi scompare. Si fa invece riferimento a una aggregazione di funzionalità/funzioni che viene dapprima creata a livello industriale con la partecipazione di molteplici TLC stakeholders (e.g. imprese manifatturiere, imprese TelCo su richiesta di vaste comunità di Utenti) e poi si dipana nel tempo lungo un intervallo dell’ordine degli anni, secondo “fasi di un ciclo di vita”. L’uso dell’espressione “ciclo di vita di un servizio TLC” (“TLC service lifecycle”) piuttosto che semplicemente “tempo di vita di un servizio TLC” (“TLC service lifetime”) allude al fatto che un certo servizio TLC non solo ha una durata limitata che va dal momento della sua definizione al momento del suo ritiro (service retirement), ma fa anche parte di una successione temporale di generazioni di servizi TLC sempre più innovative (e.g. con prestazioni/qualità/prezzo sempre migliori), ognuna delle quali ha un suo ciclo di vita. Quando i tempi sono maturi, una TelCo ritira un servizio di vecchia generazione (legacy service) e lo sostituisce con un servizio di nuova generazione (new generation service) con caratteristiche innovative iniziando così un nuovo ciclo di vita. Quindi è importante ricordare che come un sistema TLC estende le sue reti su certe regioni geografiche più o meno vaste così un servizio TLC si sviluppa lungo un “ciclo di vita” che si estende per un periodo di tempo più o meno lungo e che altresì si inserisce in una successione temporale di generazioni di servizi in un processo di innovazione continua (“innovazione dei servizi TLC” vedi Addendun No.5 in “GST Addendum”). All’interno di una TelCo il ciclo di vita di un servizio TLC si articola in in una molteplicità di fasi (strisce orizzontali in Fig. 1.0.3.1.1) all’interno delle quali vengono svolti certi processi. Fasi e processi vengono classificati come segue (Vedi E.Ward “World Class Telecommunications Service Development”, Artechhouse, 1998) 1) Si introduce un macroprocesso di “Product Development” (Sviluppo di Prodotto) che inizia con una fase di “Ricerca di Mercato” e finisce con una fase di “Lancio commerciale 58 del servizio TLC”. In questo caso il “Prodotto” è il “Servizio TLC” . Questo macroprocesso è seguito da un macroprocesso di “Service Delivery” (Fornitura) che termina con la disinstallazione (Retirement) del servizio TLC 2) All’interno del macroprocesso di Service Delivery si riconosce una fase di Utilizzazione & Segnalazione (U&S) durante la quale si svolge l’ accesso/fruizione e erogazione dell’ essenza del servizio TLC (TLC service core) usualmente denominata “Tecnoservizio di Rete” (“Network Service”) mentre tutte le rimanenti fasi sono fasi gestionali durante le quali avviene la gestione del servizio TLC. Nelle fasi gestionali si svolgono i Processi gestionali di Service Delivery. Allora, in definitiva, da questo schema di ciclo di vita abbiamo appreso quanto segue: 1) una TelCo produce un servizio TLC con un macroprocesso di Product Development. 2) Il servizio TLC si articola in una “essenza del servizio” (“tecnoservizio di rete”) erogata/fruita in una fase di Utilizzazione e Segnalazione e una “gestione del servizio” effettuata nelle rimanenti fasi del macroprocesso Service Delivery. OFFERTA - RICHIESTA TelCo Utente Offre (Classe) TIPO di SERVIZIO TLC Richiede (Istanza) A. Richiesta da Catalogo Prodotti R. Accettazione Richiesta FORNITURA - ACQUISIZIONE Cliente Cliente Service ServiceProvider Provider Fornisce ISTANZA di SERVIZIO TLC Acquisisce A. Trasferimento di Funzionalità R. Condivisione di Funzionalità EROGAZIONE - FRUIZIONE SESSIONE di SERVIZIO TLC Concede Network NetworkOperator Operator Eroga A. Richiesta Accesso/Autoriz. R. Concessione Accesso/Autoriz. A. Svolgimento di Funzione (*) R. Trasferimento di Informazione Tempo del (*) Attuazione di Funzionalità, A = Attività. R. = Risultato Ciclo di Vita Richiede Fruisce Utilizzatore Utilizzatore Bus Eng relation Fig.1.0.3.1.2 Offerta-Richiesta, Fornitura-Acquisizione e Erogazione-Fruizione di servizi TLC 59 • Funzinalità/funzioni durante la “Service Delivery” (Fig.1.0.3.1.2) Il macroprocesso di “Service Delivery” è di nostro particolare interesse in quanto le corrispondenti attività vengono svolte da TelCo e Utente, i due TLC stakeholders che noi vogliamo studiare con maggiore attenzione in questo corso in quanto dotati di caratteristiche specifiche delle TLC. Durante la “Service Delivery” (vedi Fig.1.3.1.2) cioè dopo il lancio commerciale del servizio e offerta pubblica di un Catalogo Prodotti (e.g. servizi ed eventuali tecnologie di terminale), è molto importante distinguere fra fase di Fornitura/Acquisizione di un Servizio TLC come fornitura/acquisizione di un insieme coerente di funzionalità effettuata dalla coppia Service Provider/Cliente e la fase di Erogazione/Fruizione (dell’essenza) di un Servizio TLC come effettivo svolgimento delle corrispondenti funzioni da parte della coppia Network Operator/Utilizzatore allorché se ne presenta la necessità. In entrambi i casi le entità reali che intervengono sono la TelCo e l’Utente. NOTA BENE Ricordare che Service Provider e Network Operator sono ruoli svolti dalla entità reale “TelCo” mentre Cliente e Utilizzatore sono ruoli svolti dalla entità reale “Utente”. TelCo e Utente sono TLC stakeholders reali La “Fornitura/Acquisizione” e la “Erogazione/Fruizione” di un servizio TLC sono due fasi diverse del ciclo di vita di un servizio TLC separate e intrinsecamente diverse che coinvolgono ruoli diversi di TelCo e Utente, avvengono in luoghi e tempi diversi con conseguenze pratiche molto diverse. Esse sono tuttavia mutuamente relazionati dalla relazione “funzionalità – funzione” i.e. lo svolgimento di una funzione TLC (telefonata) è la attuazione nel momento del bisogno delle corrispondenti funzionalità acquisite nel momento in cui il servizio telefonico è stato sottoscritto (firma del contratto SLA, Service Level Agreement). La relazione “funzionalità-funzione” ha conseguenze pratiche importanti sulle relazioni Cliente-Utilizzatore particolarmente nelle Utenze Affari o Governative dove Cliente e Utilizzatore sono persone fisicamente separate all’interno di una stessa Utenza. In queste circostanze dapprima il Cliente (persona giuridica amministrativa) acquisisce un servizio TLC da un Service Provider e diventa titolare dell’Utenza. In un secondo tempo egli abilita & autorizza gli Utilizzatori (persone fisiche) all’interno della sua Utenza a fruire del servizio acquisito ogni qualvolta essi ne hanno desiderio/bisogno. Infine, se gli Utilizzatori sono “ospiti a pagamento” dell’ Utenza (e.g. nel caso di alberghi, ristoranti, ospedali etc.) il Cliente supervisiona/misura i loro consumi per preparare i relativi addebiti/fatture. • Fornitura/acquisizione di un servizio TLC (Fig.1.0.3.1.2) La “fornitura di un servizio TLC” è la “fornitura di un insieme coerente di funzionalità TLC da una TelCo (ruolo: Service Provider, SP) a un Utente (ruolo: Cliente), atte a risolvere problemi che insorgono (o insorgeranno) presso l’Utente nel momento in cui egli decide (o deciderà) di soddisfare certi suoi desideri/bisogni di telecomunicazione”. Analogamente la “acquisizione di un servizio TLC” è la “acquisizione di un insieme coerente di funzionalità TLC da parte di un Utente (ruolo: Cliente) per risolvere certi suoi problemi insorti (o che insorgeranno) a causa di desideri/bisogni di telecomunicazione da soddisfare”. La fornitura/acquisizione di un servizio TLC avviene formalmente con un atto di compra-vendita 60 fra SP e Cliente e con la sottoscrizione da parte di quest’ ultimo di un contratto SLA (Service Level Agreement). Attività: trasferimento di funzionalità. Risultato: Condivisione di funzionalità. • Erogazione/fruizione di un servizio TLC (Fig.1.0.3.1.2) La “erogazione di un servizio TLC” è lo “svolgimento di un insieme coerente di funzioni specifiche di un servizio TLC (attuazione di un insieme coerente di funzionalità specifiche) da parte di una TelCo (ruolo: Network Operator) su richiesta di un Utente (ruolo: Utilizzatore) con lo scopo di risolvere problemi insorti presso quest’ultimo allorché egli decide di soddisfare certi suoi desideri/bisogni di telecomunicazione”. La “fruizione di un servizio TLC” o “utilizzazione di un servizio TLC” o “consumo di un servizio TLC” è la “la attuazione di un insieme coerente di funzionalità TLC possedute da un Utilizzatore (e a lui cedute dal Cliente titolare dell’Utenza), con lo scopo di risolvere problemi insorti allorché egli decide di soddisfare certi suoi desideri/bisogni di telecomunicazione”. Erogazione e fruizione/utilizzazione di un servizio TLC avvengono contestualmente e sono inseparabili: si ha effettiva erogazione di un servizio TLC soltanto là dove esiste effettiva fruizione/utilizzazione. Attività: Svolgimento di funzione (specifica di quel particolare servizio) . Risultato: trasferimento di informazione fra due utilizzatori. NOTA FACOLTATIVA 1.0.3.1 Una variante del processo di “attuazione” di una funzionalità specifica: la “attualizzazione” di una funzionalità generica. Una funzionalità TLC ha un carattere di “potenzialità”. In generale, se la funzionalità TLC acquisita è specifica di una certa funzione TLC da svolgere essa può essere direttamente attuata nello svolgimento di questa funzione con una qualità “QoS erogata” dipendente da certe “condizioni di attuazione”. Invece se la funzionalità TLC acquisita è generica (i.e. non è specifica della funzione TLC da svolgere) essa va prima specializzata o “resa attuale” e solo dopo può essere attuata nello svolgimento di una funzione TLC specifica. Noi useremo il termine “attualizzare” per significare “Rendere attuale” + “”Attuare”. Facciamo un esempio: 1) il possesso delle Pagine Bianche di un servizio telefonico fisso è un possesso di capacità conoscitiva generica, 2) acquisire dalle Pagine Bianche un numero telefonico desiderato significa “rendere attuale” questa capacità generica ed entrare in possesso di una capacità specifica della funzione che intendiamo svolgere 3) digitare sulla tastiera del telefono il numero telefonico trovato significa “attuare” questa capacità specifica nello svolgimento della funzione desiderata 4) combinando i punti 2) e 3) diciamo che la capacità conoscitiva generica iniziale (possesso delle Pagine Bianche) viene “attualizzata” nello svolgimento di un funzione specifica: la digitazione di un numero telefonico sulla tastiera del telefono. Questi argomenti verranno ripresi nel Capitolo 4. • “Prodotti TLC” e “Servizi TLC”. In precedenza abbiamo detto che nel ciclo di vita di un servizio TLC si riconosce un periodo iniziale denominato “Product Development” durante il quale un servizio TLC viene sviluppato. Perché usiamo il termine “Product” cioè “Prodotto” invece di “Service” cioè “Servizio”? Essenzialmente per due motivi: 61 1) Il termine “Prodotto TLC” ha un significato più generico di “Servizio TLC” cioè, come caso particolare, un Prodotto TLC può essere un singolo Servizio TLC. Infatti il termine “Prodotto” indica qualsiasi offerta tangibile o intangibile che una TelCo può fare agli Utenti e.g. un mix di tecnologie ICT (e.g. telefoni di diverso tipo) o un mix di tecnologie ICT e servizi TLC (e.g. telefoni e servizi telefonici di diverso tipo) un mix di servizi diversi (servizi telefonici di base e servizi a valore aggiunto). Noi diremo che le offerte fatte da una TelCo agli Utenti sono contenute in un “Catalogo Prodotti” e che un Cliente fa le sue scelte basandosi su un “Catalogo Prodotti” . 2) “Product Developmant” fa riferimento ad un processo di produzione di prodotti tangibili o intangibili ed è un termine largamente accettato, e quindi comprensibile, sia alle industrie manifatturiere che alle imprese fornitrici di servizi. In particolare, dire che un servizio TLC è sviluppato in una fase di Product Development del suo ciclo di vita vuole enfatizzare il fatto che esso viene sviluppato con processi di produzione ben noti a tutti gli operatori coinvolti (vedi par.1.0.1.3) i.e. sia al fornitore di servizi TLC che alla manifatturiera di tecnologie ICT (la collaborazione TelCo – ManTec è essenziale in questa fase, vedi par.1.0.1.3). Vedere “Product Development Orientation” Capitolo 3 in E.Ward “World Class Telecommunications Service Development”, Artech House, 1998. Ad esempio, il TeleManagement Forum, TMF adotta le seguenti definizioni: Offerta di Prodotti (Product Offering): Beni tangibili e intangibili e servizi resi disponibili ad un certo prezzo in un certo mercato sottoforma di “catalogo prodotti” (product catalog) Prodotto (Product): Istanza di una “Offerta di Prodotti” sottoscritta da un Cliente, specificata in termini di un nome e di un produttore (nome, indirizzo geografico, numero telefonico, indirizzo internet etc.) e di un prezzo assieme a condizioni di vendita e di assistenza postvendita. Ripetiamo che il concetto di “Prodotto” è più generale del concetto di “Servizio”: un particolare servizio TLC può essere una parte di un Prodotto TLC offerto da una TelCo (mentre non è vero il contrario). Molto spesso un Cliente acquisisce da uno stesso SP un “package” (in Italiano “confezione”) personalizzato di diversi servizi TLC (e.g. servizio di base + selezione di servizi a valore aggiunto) assieme ad apparecchiature terminali a diverse condizioni di vendita (e.g. prese in affitto o leasing). In tal caso si dice che il Cliente acquisisce un “prodotto TLC” (TLC product) personalizzato o customizzato e non un semplice “servizio TLC”. Quindi in un contesto Marketing di offerta servizi TLC alcuni autori (in particolare il TeleManagement Forum) preferiscono usare il termine “prodotto TLC” invece del termine “servizio TLC”. Essi dicono anche che una “Utenza” utilizza un particolare “Prodotto TLC” (i.e. uno o più servizi e terminali TLC offerti da una certa TelCo). ATTENZIONE. Pericolo di confusione! Spesso in letteratura si trova usato il termine “prodotto” nel senso di “bene tangibile” o “bene materiale” in opposizione a un “servizio” che è immateriale e intangibile. Quindi talvolta si legge che vengono forniti “prodotti e servizi” per indicare “beni materiali e servizi immateriali”. 62 1.0.3.2 Caratteristiche di un servizio TLC Tutti coloro che hanno bisogno/desiderio di telecomunicare sono pronti a pagare per certi servizi TLC e relative tecnologie abilitanti cioè gli Utenti alimentano una “domanda” e un mercato dei servizi TLC (vedi “Service Market” e “Terminal Equipment Market” in Fig.1.0.1.4). In corrispondenza ad una domanda per servizi TLC esiste una “offerta” di servizi TLC da parte di imprese TelCo e una offerta di tecnologie ICT da parte di imprese ICTS fornitrici di tecnologie. Per “mercato” noi intendiamo proprio l’ambiente, anche non fisico, in cui avviene l’incontro fra “domanda” e “offerta” i.e. dove avviene lo “scambio” di beni e/o servizi TLC. (laddove per “scambio” si intende la fornitura di alcunchè a fronte di un pagamento). Ora la erogazione/fruizione dei servizi TLC e la utilizzazione di reti e terminali da parte rispettivamente di TelCo e Utenti hanno tre tipi di caratteristiche di diversa natura: 1. caratteristiche generiche comuni con tutti gli altri servizi (vedi Fig.4.4.1 nel Cap.4). Infatti avvengono in un “contesto relazionale” caratterizzato dalle coppie domanda-offerta, fornitura-acquisizione, erogazione-fruizione, sono caratterizzati da una certa “Quality of Service” (QoS), hanno un “contenuto” o “parte essenziale” finalizzata al soddisfacimento delle specifiche necessità/aspettative dell’Utente e una parte “gestionale” di natura ancillare rispetto alla prima 2. caratteristiche dei servizi di utilità pubblica (public utilities) come la distribuzione di acqua, gas, energia elettrica (e.g. servizi 24/7, regolamentazione, servizio universale, monopolio naturale etc.) e infine 3. caratteristiche specifiche dei servizi TLC (Vedi anche la “Premessa” al Capitolo 1 a pag.4). Forniamo qui di seguito un elenco di caratteristiche possedute dai servizi TLC. i) MODALITA’ di FORNITURA. Dipende dalla natura del servizio. Almeno i servizi definiti “di base” (e.g. telefonia, internet, radio-TV) devono essere disponibili agli utenti a tutte le ore tutti i giorni della settimana (cioè si tratta di servizi cosiddetti “24/7”) ii) MODALITA’ di TRASFERIMENTO dell’INFORMAZIONE. All’interno di un servizio TLC l’informazione è sempre trasferita per via elettromagnetica su portante man-made ma con diverse modalità: in modalità unidirezionale i.e. trasmessa da un centro di produzine a tutti o a una comunità prestabilita di Utenti (Utenti “receive only”) o in modalità bidirezionale i.e. prodotta/ricevuta da Utenti dotati di funzionalità di trasmissione/ricezione. In modalità bidirezionale l’ informazione può essere scambiata fra Utenti in tempo reale o in tempo differito a seconda dei tempi di risposta (ritardo praticamente zero o indeterminato). Nel primo caso useremo anche l’espressione “scambio interattivo” o, nel caso di informazione audio, “modalità conversazionale” (e.g. telefonia vocale). iii) NATURA dell’INFORMAZIONE. La natura dell’informazione alla sorgente o trasmessa lungo una linea di trasmissione di una rete TLC può essere di varia natura e.g. voce, testo, dati, immagini statiche, immagini in movimento (video). Nel caso in cui flussi di informazione di natura diversa fluiscano in maniera “integrata” all’interno di uno stesso servizio TLC e su una stessa linea trasmissiva noi useremo il termine “servizio multimediale” (e.g. teleconferenza multimediale). 63 iv) DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA. I servizi TLC in generale hanno una distribuzione geografica dipendente da vari fattori: natura del servizio, tipo di tecnologia abilitante (e.g. wireline o wireless), criteri economici (i.e. capacità installata dipendente dalla distribuzione geografica della domanda), criteri politici. Alcuni servizi “di base” (e.g. telefonia locale) sono garantiti dallo stato a tutti i cittadini indipendentemente dalla loro ubicazione geografica (vedi anche “Servizio Universale” qui sotto) v) TARIFFE. Le tariffe per servizi definiti “di base”, e.g. telefonia locale, devono essere tali da rendere questi servizi accessibili e soddisfacenti per tutti i cittadini (“servizio universale”). In generale esistono tariffe diverse per servizi e profili di utilizzazione diversi: A) canone mensile fisso e consumo illimitato, B) pagamento a consumo C) canone mensile fisso e consumo illimitato per certi servizi (e.g. telefonia locale) + pagamento a consumo (durata o volume) per altri servizi (e,g, telefonia long distance). vi) COSTO del SERVIZIO. Una Utenza comporta un “costo fisso” di connessione/accesso alla rete indipendente dalla durata (minuti) o dal volume di informazione (bytes) scambiata durante le sessioni di servizio e un “costo variabile” rappresentativo dell’effettivo uso della rete TLC (e.g. tempo o volume d’informazione relativo alle sessioni effettuate in un bimestre). Talvolta la tariffa applicata per un particolare servizio rispecchia questa struttura di costo ed ha una componente fissa (“accesso” alla rete, ottenuto in fase di fornitura/acquisizione del servizio TLC) e una componente variabile (“uso” della rete, effettuato durante la erogazione/fruizione del servizio TLC). Una tariffa a due componenti ha implicazioni significative sul posizionamento competitivo di una TelCo in un libero mercato. Infatti, in termini di tariffe/prezzi di un servizio TLC, “accesso” alla rete e “uso” della rete sono interdipendenti: 1) se il prezzo di accesso diminuisce, aumenta il numero di Utenti e quindi molto probabilmente aumenta l’uso della rete, 2) se il prezzo pagato dall’Utente per l’uso della rete aumenta in modo tale da rendergli il rapporto benefici/costo totale poco attraente, diminuisce la domanda d’accesso alla rete e quindi nel tempo diminuisce il numero di Utenti (vedi I.Walden, “Telecommunications Law and Regulation” Second Edition, Oxford University Press, 2005, pag.32). vii) REGOLAMENTAZIONE. I servizi TLC sono stati forniti per un secolo in condizione di monopolio statale e solo da circa dieci anni esiste un libero mercato dei servizi TLC aperto alla concorrenza (Vedi Appendice 1 al Cap.1). Oggi in questo mercato operano ex-monopolisti (incumbents) che gradualmente sono costretti a lasciare le loro posizioni di predominio e offrire a nuove imprese concorrenti (new entrants) “uguali opportunità di business” (il cosidetto “leveled playing field”). Il regime concorrenziale di pari opportunità nei mercati TLC è sottoposto/controllato a/da una “regolamentazione delle TLC” che viene legiferata dai governi nazionali e messa a punto da National Regulatory Authorities (NRA) che ne vigilano il rispetto con potere sanzionatorio. Ma dopo dieci 64 e-TOM model of TeleManagement Forum Zero Level View 2. Gestione Operazioni 1. Gestione SIP (Strategie, Infrastrutture Prodotti) (*) Mappa TOM (Telecommunications Operation Map) 3. Gestione Impresa (*) Gestione della “readiness” dei sistemi di supporto etom1 Fig.1.0.3.3.1 Classifica di alto livello dei processi di business all’interno di una TelCo proposta dal Tele Management Forum (modello e-TOM). I Sistemi di Supporto di questi processi sono: NSS/OS (Network Support Systems/Operations Systems) per reti e loro elementi, OSS (Operations Support System) per i processi operativi di gestione servizi e BSS (Business Support Systems) per la gestione delle relazioni di business con stakeholders esterni (Clienti, TelCo partners, ICTS suppliers). La mappa e-TOM è una estensione standardizzata della mappa TOM del TMF. 65 1. attività di assessment & benchmarking, produzione (pianificazione, analisi, specifica, progettazione, costruzione, collaudo, lancio commerciale) gestione tecnica (installazione, configurazione, operazione, manutenzione, amministrazione, sicurezza) di sistemi TLC o loro componenti (TLC equipment) o elementi (TLC devices), Vedi “Codice delle comunicazioni elettroniche” e “Testo unico della Radiotelevisione” 2. attività di ricerca di base (ER & S, Exploratory Research & Studies) e/o applicata (R & D, Research & Development) relative a sistemi TLC o loro componenti o elementi o servizi TLC, 3. attività di assessment dello stato dell’arte tecnologico o di innovazione e sviluppo tecnologico nel campo delle telecomunicazioni, 4. attività didattica di insegnamento/apprendimento relativa ai punti 1-3. 5. attività di produzione (pianificazione, specifica, progettazione, sviluppo, lancio commerciale) e gestione di servizi TLC (*) 6. attività di compra/vendita di servizi TLC e/o compra/vendita di sistemi TLC e loro elementi, 7. attività di raccolta d’informazione, ordinazione, acquisizione, utilizzazione, gestione di servizi TLC 8. attività di fornitura di contenuti a broadcasters (streaming media) o a internet cyberspaces (*) 9. attività di broadcaster 10. attività di gestione (interne o in outsourcing) di business processes in imprese telecom 11. attività di fornitura in outsourcing di servizi TLC a imprese generiche 12. attività di finanziamento di imprese telecom 13. attività didattica di insegnamento/apprendimento di conoscenze relative ai punti 5-12 14. attività di produzione (definizione, formulazione, erogazione) di leggi e regolamentazione di servizi o sistemi TLC 15. attività di applicazione di regolamentazione (regulatory compliance) di servizi o sistemi TLC 16. attività relativa alla produzione o applicazione di normativa giuridica (Diritto TLC) relativa al comportamento sociale di “persone TLC” 17. attività di standardizzazione o applicazione di standards relativi a servizi o sistemi TLC su piano nazionale, regionale o internazionale 18. attività di insegnamento/apprendimento di conoscenze relative ai punti 14-17 19. definizione di strategie CSR (Corporate Social Responsability) & definizione/implementazione di politiche CSR, incluso stakeholder management, nell’ambito di imprese telecom 20. monitoraggio, assessment, rating e reporting delle attività CSR nell’ambito di imprese telecom 21. attività svolte da stakeholders (e.g. rendere pubbliche opinioni, prendere decisioni, mostrare atteggiamenti, avere comportamenti) tali da influenzare in maniera significativa la performance socio-economico-ambientale di imprese telecom, 22. produzione di principi, linee guida o standards CSR per imprese telecom 23. promozione di attività CSR per imprese telecom 24. insegnamento/apprendimento di conoscenze relative ai punti 19-23 Tavola 1.0.3.3.1 Esempi di attività rilevanti alle TLC (funzioni TLC) visualizzate dai Punti di Vista ST&E, Business, Leg-Reg e Social 66 1.0.3.3 • “Funzioni TLC” e “Processi TLC” Funzioni TLC Noi usiamo il termine “funzione TLC” per indicare un insieme coerente di attività finalizzate al raggiungimento di uno scopo TLC prestabilito entro un dato tempo. La Tavola 1.0.3.3.1 mostra esempi di attività/funzioni TLC classificate in raggruppamenti corrispondenti ai Punti di Vista SE&T (Science, Engineering & Technology), Business, Leg-Reg (LegislativeRegulatory) e Social definiti nell’ Appendice 4 al Capitolo 1. “Coerente” significa che le attività vengono eseguite secondo una logica prestabilita. A queste attività possono partecipare più persone fisiche o giuridiche e/o tecnologie e.g. nel caso della funzione “fornitura/acquisizione di un servizio TLC” si tratta di collaborazione fra una TelCo (persona giuridica nel ruolo di Service Provider) e un Utente (persona fisica per Utenze Consumer o persona giuridica per Utenze Affari entrambe nel ruolo di Cliente). L’esistenza di un “fine predeterminato” (scopo/durata) che può essere conseguito più o meno accuratamente permette anche di associare ad una funzione una “qualità” indicativa del livello di accuratezza raggiunto. Il concetto di “funzione” fa riferimento ad attività svolte in un contesto del tutto generale. Storicamente in campo GST esse sono state introdotte dall’ITU-T come “System Management Functions” che costituivano i building blocks (cioè le componenti elementari) dei “TMN Management Services” (TMN = Telecommunications Management Network), servizi offerti dalle reti gestionali ai gestori di reti TLC (e.g. un Network Operator in una TelCo). • Processi TLC Cosa diversa è un contesto aziendale, e.g. in una TelCo, dove le attività sono tipicamente incentrate sul business e sulle relazioni con i Clienti cioè sono “business e customer centric”.In un contesto aziendale le attività vengono svolte in maniera altamente prescritta i.e. le attività sono predefinite, documentate, supervisionate e controllate, generano risultati misurabili e ripetibili entro una cornice prestabilita di costi e tempi. Ma non solo. In una impresa le attività sono anche finalizzate al conseguimento degli “obiettivi di business” dell’ impresa stessa, definiti dal senior management in fase di pianificazione strategica. DEFINIZINE 1.0.3.3.1 In un contesto aziendale, un processo di business è un insieme di attività fra loro interrelate, finalizzate alla realizzazione di un risultato definito e misurabile (bene/servizio interno o esterno) che contribuisce al raggiungimento della missione dell’organizzazione e che trasferisce valore al ricevitore del bene/fruitore del servizio. (C.Batini, Sistemi Informativi”, Volume 1, Franco Angeli, pag.15) Quando tutto ciò avviene in una TelCo per gestire sistemi e servizi TLC noi diciamo che si svolgono “processi gestionali” (management procressses) i quali sono anche “processi di business” (business processes). Quindi in effetti si parla di “processi di business gestionali”. 67 Poiché in questo corso noi ci occupiamo solo di GST, laddove non sorgano ambiguità di interpretazione, per semplicità noi useremo il termine “processo di business” o semplicemente ”processo” per indicare un “processo di business gestionale”. In questo caso i dettagli delle modalità operative (tempi e metodi), degli agenti partecipanti (risorse umane e/o tecnologie abilitanti) e la natura dei singoli processi e le loro mutue relazioni nel dominio del tempo (workflow architecture), sono indicati nella “specifica” o “mappatura” dei processi e dei flussi di processi. Nel prossimo paragrafo vedremo che oggi all’interno di una TelCo, per ragioni di efficienza/efficacia e in presenza di mercati TLC rapidamente evolutivi e competitivi, il numero e la discrezionalità degli agenti umani addetti ai processi sono ridotti al minimo indispensabile mentre un numero crescente di processi è automatizzato con software gestionale installato in processori digitali (e.g. processi gestionali per le relazioni con i clienti e con imprese partners e suppliers). Le problematiche della automazione dei processi di business all’interno di una TelCo verranno ampiamente e dettagliatamente affrontate durante la prima parte di questo corso (e.g. vedi par.1.2.6.2) La Fig. 1.0.3.3.1 mostra una classifica di alto livello dei processi di business all’interno di una TelCo specificata dal TeleManagement Forum a da noi adottata in questo corso. In una TelCo esistono tre classi di processi di business (processi aziendali) rilevanti alla gestione di sistemi e servizi TLC: 1) Processi SIP (Gestione delle Strategie e dei cicli di vita di Infrsatruttura e Prodotti) 2) Processi per la gestione delle Operazioni (Processi operativi) 3) Processi per la gestione di impresa • Riassumendo…. Ricapitoliamo. In questo corso useremo il termine “funzione” allorché vogliamo indicare quali attività sono svolte e per quali scopi (i.e. non ci interessa conoscere la logica con cui si dipanano le varie attività nel dominio del tempo) mentre useremo il termine “processo” quando facciamo riferimento a come (i.e. le modalità con cui) sono svolte le attività gestionali nel contesto aziendale di una TelCo e vogliamo evidenziarne i dettagli operativi nel dominio del tempo. Sia per una “funzione” che per un “processo ” si tratta di attività finalizzate al raggiungimento di scopi prefissati, svolte “mettendo in atto” certe “funzionalità” acquisite a priori dagli agenti partecipanti (uomini e/o macchine). In definitiva, come le “funzioni” anche i “processi” all’interno di una impresa sono tesi al raggiungimento di certi “scopi” prefissati dall’impresa stessa. Ma, gli scopi dei processi all’interno di una impresa sono rigorosamente finalizzati al conseguimento di “obiettivi di business” prefissati. Si tratta quindi di “processi di business” (“business processes”). Se l’impresa è una TelCo gestore di reti e servizi TLC si stabilisce quindi un legame fra requisiti del sistema gestionale e obiettivi di business della TelCo. Per il momento quindi si ricordi che : 1) la gestione di reti e servizi TLC viene effettuata da un gestore TelCo. Una TelCo è una impresa commerciale che opera in un libero mercato ed è finalizzata a compiere una certa 68 “missione” e a conseguire certi “obiettivi di business”. Quindi gli “scopi della gestione” e i “requisiti del sistema gestionale” sono allineati con gli “obiettivi di business” della TelCo. “Integrated TLC Management Solutions are in fact TelCo Business Solutions ” (G.Chen, Q.Kong: Integrated TLC Management Solutions”, IEEE Press,2000) 2) la implementazione delle attività gestionali avviene all’interno della TelCo sottoforma di “processi” e quindi i modelli gestionali da sviluppare e che saranno poi utilizzati dal gestore TelCo è bene che siano espressi nella stessa “lingua” cioè siano strutturati come “modelli processuali”. Vedremo che i modelli gestionali più recenti sono modelli processuali. NOTA 1.0.3.3.1 Qui il termine “modello” è inteso come una rappresentazione astratta di un “sistema reale target” effettuata da un modellatore in base ai propri interessi/conoscenze tenendo conto delle esigenze degli utilizzatori finali del modello quindi utilizzando un linguaggio e un livello di astrazione di loro gradimento. Quindi un “modello”, oltre all’esistenza di un sistema target da modellare, implica l’esistenza di almeno due attori: un “modellatore” (modeler) che osserva/analizza/modella un sistema reale target adottando un “punto di vista” che riflette i suoi interessi e un insieme di “utilizzatori del modello” (model users) che lo utilizzeranno per soddisfare certe loro esigenze. Nel caso di modello gestionale il modellatore osserva l’ “oggetto” reale da gestire (sistema reale target materiale o immateriale e.g. reti o servizi) da un punto di vista gestionale e gli utilizzatori del modello sono i gestori dell’ “oggetto” stesso. 1.0.4 Esercizi 1. Quale è l’elemento che fa distinguere fra “comunicazione” e “telecomunicazione” come da noi definite? (Suggerimento: pensare alla differenza che tutti noi facciamo quando parliamo di “mezzi di comunicazione di massa” o “mezzi di telecomunicazione”allorchè ci riferiamo rispettivamente a radio/TV, libri, giornali, riviste o a telefono e internet) 2. A differenza della “telecomunicazione”, la “collaborazione” fra persone richiede, oltre allo scambio di informazione, anche lo scambio o l’utilizzo congiunto di beni materiali e.g. pubblicazioni, documenti, registrazioni audio-video etc. In che modo le “telecomunicazioni” facilitano la “collaborazione” fra stakeholders remoti? (Suggerimento: pensare ai processi di dematerializzazione, digitalizzazione e messa in rete di una fotografia oggetto di collaborazione a distanza) 3. Cosa è un “TLC stakeholder” e come si relaziona a sistemi e servizi TLC? (Suggerimento: Pensare al “gestore” o all’utilizzatore di un sistema TLC) 4. Perché in un approccio interdisciplinare alla “Gestione dei Sistemi TLC” è importante introdurre un concetto semanticamente molto ricco come quello di “TLC stakeholder”? (Suggerimento: pensare a vari tipi di TLC stakeholders e notare i rispettivi campi di attività rilevanti alla gestione di sitemi e servizi TLC) 5. Quale è la differenza fra “TLC stakeholder” e “Attore TLC”? Può una persona fisica essere un Attore TLC senza essere contemporaneamente un TLC Stakeholder? 6. Quali sono i TLC stakeholders che abbiamo menzionato ma che, al contrario delle TelCo e degli Utenti, NON verranno studiati in dettaglio questo corso. (Suggerimento: osservare la Fig.1.0.1.4) 7. Una persona giuridica reale può giocare contemporaneamente un ruolo Engineering e un ruolo Business. Fare un esempio di un TLC stakeholder che gioca entrambi i ruoli. 8. In questo corso si fa riferimento a servizi TLC abilitati da una infrastruttura logico-fisico-energetica (“sistema TLC”) realizzata, fra l’altro, con tecnologie ICT. 69 i) In Europa la Commissione Europea nel 2002 ha abolito la terminologia “servizio TLC”, ma noi continuiamo ad usarla. Cosa intendiamo per “servizio TLC” e perché continuiamo ad usare questo termine? ii) Quale è la relazione fra “sistema TLC”, “Tecnologia ICT” (Information & Communication Technology) e Risorsa TLC? Un sistema TLC è una Tecnologia ICT o una Risorsa TLC? iii) Quali sono le Tecnologie ICT nel lato Utente di un sistema TLC? (Suggerimento: Pensare al Customer Premise Equipment contenuto in una Utenza) iv) Data che l’equipaggiamento CPE (software e hardware) fa parte del sistema TLC, quale è il confine che separa un sistema TLC dall’ambiente esterno? v) L’interfaccia UNI (User Network Interface) è interna o esterna al sistema TLC? 9. L’ uomo ha bisogno di telecomunicare in varie maniere con i suoi simili e con centri di distribuzione di informazione anche situati in siti remoti. i) Come si passa dal bisogno di telecomunicazione avvertito dal singolo individuo alla necessità di acquisire/fruire di servizi TLC forniti/erogati da imprese TelCo a tutti i cittadini? Non potrebbe il singolo individuo possedere lui le risorse per telecomunicare con gli altri? (Suggerimento: Pensare al fatto che il problema è comune a tutti i servizi di pubblica utilità che necessitano di grandi reti di distribuzione) ii) Abbiamo definito una TelCo come una impresa commerciale che svolge almeno tre ruoli importanti che richiedono competenze professionali diverse. Quali sono questi tre ruoli e quali sono le relative competenze professionali degli Attori TLC coinvolti? iii) Dei tre ruoli discussi al punto ii) precedente quale è quello che richiede competenze interdisciplinari i.e. appartenenti alle aree conoscitive Engineering e Business (definite in Tav. 1.3.1.2) ? 10. Esistono diversi tipi di mercati TLC dove vengono forniti beni e servizi in cambio di opportuni pagamenti, i) Quali sono i mercati TLC menzionati in questo corso e quali sono le loro mutue relazioni? ii) Quale è il mercato TLC che verrà studiato in dettaglio in questo corso? (Suggerimento: comprendere e memorizzare la Fig.1.0.1.4 e, senza poi guardarla, rispondere alla domanda) 11. Un servizio TLC di telefonia cellulare è reso disponibile su base 24/7/365 in una certa zona geografica (“cella”) ad un certo numero di sottoscrittori (numero di sottoscrittori = numero di SIM cards vendute). Tuttavia ad un certo istante di tempo il servizio è effettivamente utilizzato solo da una certa percentuale di questi sottoscrittori (numero di attori, N(t)). Il numero di attori N(t) è distribuito durante la giornata e durante la settimana secondo un profilo di traffico diurno o settimanale con un massimo nella “busy hour” del “busy day” della settimana. Per questo servizio esistono diverse tariffe. Infatti si può scegliere fra varie “condizioni di sottoscrizione” ognuna con una certa modalità di consumo/pagamento e.g. 30 ore al mese di telefonata locale mobile-mobile o mobile-fisso per 10 Euro. i) Identificare almeno due modalità di consumo/pagamento (indicate con le lettere A e B). Quando conviene A e quando B? ii) Una analisi di mercato prevede un aumento della domanda in quella cella per il 2012 e fornisce i relativi dati di intensità/profili di traffico e sviluppo socio-economico. In risposta ad un aumento della domanda la TelCo fornitrice del servizio vuole aumentare per il 2012 la capacità attualmente disponibile nella cella e.g. numero di canali telefonici disponibili con la stessa QoS odierna e.g. stessa probabilità di blocco all’ accesso. Domanda: Il calcolo dell’aumento di 70 capacità (numero di canali aggiuntivi da installare per il 2012) si deve basare sul massimo numero di sottoscrittori previsto o sul massimo numero di attori che effettivamente utilizzeranno la rete o su una certa percentuale di questi numeri in funzione della probabilità di blocco all’accesso o su tutti questi fattori? 12. Il termine “Utente” indica una entità capace di svolgere i ruoli di Cliente e Utilizzatore cioè capace di svolgere rispettivamente funzioni gestionali e di U&S. i) Cosa significa dire “ nel caso di utenza Business l’Utente è una persona giuridica”? ii) Nel caso di utenza Consumer l’ Utente è una persona reale: chi è il Cliente e chi l’Utilizzatore? 13. Una Telco “factotum” (il nostro modello di TelCo!) è anche responsabile della gestione di servizi TLC e delle relative reti abilitanti. All’uopo al suo interno vengono eseguiti in modalità manuale o automatizzata una serie di processi aziendali (business processes) finalizzati al conseguimento di certi obiettivi di business (business objectives) prefissati dalla TelCo stessa in fase di pianificazione strategica. Tuttavia spesso noi non parliamo di “esecuzione di processi di business” bensì di “svolgimento di funzioni gestionali (management functions)” e di modelli funzionali e.g. il modello FCAPS dell’ITU-T. Allora, i) Cosa intendiamo noi per “svolgimento di funzione TLC”? ii) Quale è la differenza fra “svolgimento di funzione” e “esecuzione di processo”? iii) I processi aziendali all’interno di una TelCo sono classificati in tre “classi di processo” o “tipi di processo”. Quali sono queste tre classi e quale è il criterio di classificazione adottato? (Suggerimento: pensare al livello zero del modello e-TOM) iv) Quali sono le “tecnolgie di supporto” (Support Systems”) che abilitano i vari tipi di processi? 14. I processi aziendali all’interno di una TelCo finalizzati alla gestione di sistemi e servizi TLC sono stati standardizzati dall’ITU-T in un modello processuale denominato “e-TOM, enhancedTeledcommunications Operations Map”. i) Definire un processo aziendale (Suggerimento: partire dalla definizione di “funzione TLC”) ii) Cosa significa standardizzare un processo aziendale di una TelCo? Cosa è che viene effettivamente standardizzato? (Suggerimento: pensare alla definizione di processo standardizzato nelle mappe processuali del consorzio TMF) iii) Perché è importante standardizzare i processi aziendali di una TelCo? (Suggerimento: pensare a una “value network”) 71 1.1 “Gestione TLC”: la gestione integrata di sistemi e servizi TLC per un “Customer Oriented Business” TLC MANAGEMENT Impresa (Vedi Fig.A.3.2 e Fig.A.3.3 nell’Appendice 3 al Cap. 1) Relazioni Clienti Servizi Reti Elementi Rete Fornitori Part. Suppliers “TIPI di OGGETTO” da gestire “AREE FUNZIONALI” (Attività di Gestione) Pianificazione Installazione Fornitura Mantenimento Operazioni Amministrazione Ciclo di Vita Fig.1.1.1 Per le telecomunicazioni è possibile creare un “modello gestionale generico” di alto livello i.e. un modello indipendente dai particolari scenari di servizio e dalle particolari tecnologie abilitanti i servizi, se si opera ad un livello di astrazione sufficientemente elevato. La figura mostra una rappresentazione a matrice rettangolare basata sul modello funzionale OAM&P dell’ ANSI (strisce verticali gialle) ampliato poi dall’ITUT (strisce verticali celesti). Gli “Strati orizzontali” sono presi dal modello “e-TOM” del TMF e sono una generalizzazione del modello “TMN stratificato” dell’ITU-T.(rettangoli verdi). I rettangoli bianchi rappresentano “domini gestionali” i.e. aree di attività gestionale mirate a certi tipi di oggetti da gestire e certe aree funzionali. Stesso tipo di rappresentazione si ottiene usando per le strisce verticali i modelli funzionali generici FCAPS dell’ITU-T o FAB del TMF (vedi testo). Esempi di attività nei domini gestionali si trovano in Fig. 3.5.5.1 72 1.1.1 Cosa significa “gestire” sistemi concettuale 1.1.1.0 Introduzione: lo scenario di partenza e servizi TLC? Un modello Cominciamo rifacendo un quadro della situazione di partenza. Supponiamo di trovarci in un “Ambiente Business” in cui una moltitudine di imprese TelCo (service wholesalers, service retailers, intermediari, brokers, network operators) di diverse dimensioni (grosse imprese incumbents ex-monopoliste, piccole e medie imprese new-entry) forniscono una varietà di servizi TLC (telefonia locale e long distance, internet, radio-televisione etc.) su base fissa o mobile, con il supporto di infrastrutture tecnologiche costituite da reti TLC (reti terrestri wireline o wireless, satellitari) a cui è connessa una varietà di terminali (telefoni, computers, radio, televisori, fax machines etc.) installati presso gli Utenti. Inoltre supponiamo che le TelCo svolgano un business “orientato al cliente” operando in un libero mercato in presenza di imprese concorrenti secondo criteri di razionalità economica i.e. in maniera efficace/efficiente (vedi par.1.1.4) e in modo “sostenibile” rispettando i dettami di una Responsabilità Sociale di Impresa (Corporate Social Responsability, vedi par.1.3.6). Ciò equivale a dire che le TelCo “gestiscono” servizi TLC e reti TLC abilitanti in modo tale che l’esercizio delle prime avvenga a costo minimo e la erogazione dei secondi avvenga con la massima soddisfazione degli Utenti. Supponiamo che anche gli Utenti giochino un ruolo importante: essi collaborano con le TelCo nelle attività di marketing, acquisiscono e fruiscono dei servizi TLC, cooperano con le TelCo nelle attività di gestione dei servizi TLC e, nel contempo, gestiscono essi stessi i terminali installati nelle loro Utenze. (Customer Premise Equipment). ATTENZIONE! Ricordiamo che noi abbiamo definito “sistema TLC” l’infrastruttura fisico-logico-energetica abilitante i servizi TLC comprensiva di reti TLC (lato TelCo i.e. lato “produzione servizi TLC”) e di terminali TLC (lato Utente i.e. lato “consumo servizi TLC”). Notare l’inclusione dei terminali (Customer Premise Equipment, CPE) nel sistema TLC. Conseguenze importanti di questa scelta sono 1) il software che gira sul CPE fa parte del software del sistema TLC e 2) il sistema TLC è delimitato dalle interfacce Uomo-Terminale e non dall’interfaccia Terminale-Rete (e.g. User Network Interface, UNI). Questi argomenti sono stati studiati in dettaglio nel par. 1.0.2 (vedi Fig.1.0.2.1) 1.1.1.1 • Nel settore TLC è possibile parlare di “una” gestione? La ”Ipotesi di Lavoro 1.1.1.1” (Working Hypothesis No.1.1.1.1) Finora abbiamo usato il verbo “gestire” facendo appello al senso comune ma senza specificarne il significato in modo preciso. Lo facciamo adesso! All’uopo facciamo una ipotesi di lavoro estremamente semplificativa tenendo conto del fatto che i nostri studenti frequentano l’ultimo anno di una facoltà universitaria tecnica e che presto saranno ingegneri attivi nel mondo del lavoro. Adottando un linguaggio consono con la loro preparazione tecnica e quindi per essi facilmente comprensibile, supponiamo preliminarmente che 1) “gestire un sistema TLC” significhi svolgere tutte le funzioni necessarie a garantire che esso sia sviluppato e funzioni come preliminarmente specificato in maniera efficace/efficiente i.e. a costo minimo e soddisfazione massima per l’utilizzatore 73 2) “gestire un servizio TLC” significhi svolgere tutte le funzioni necessarie a garantire che un servizio TLC sia sviluppato e fornito come preliminarmente specificato in maniera efficace/efficiente i.e. costo minimo e soddisfazione massima per l’Utente. CITAZIONE 1.1.1.1 Riportiamo qui di seguito il testo presentato in ITU-T Recommendation M.3010 “Principles for a Telecommunications Management Network”, 02/2000 rilevante alla Ipotesi di Lavoro 1.1.1.1 “Within the context of a Telecommunications Management Network, mangement refers to a set of capabilities to allow for the exchange and processing of management information to assist PTOs in conducting their business efficiently” (PTO = Public Telecommunications Operator) • La domanda A questo punto appare legittima una domanda: “A fronte di una grande varietà di servizi TLC e relative tecnologie abilitanti, pur accettando l’Ipotesi di Lavoro 1.1.1.1 formulata in maniera estremamente semplice, cosa esattamente significa gestire sistemi o servizi TLC senza di volta in volta specificarne la natura”? O, domanda ancora più fondamentale: “Ha significato parlare di “una gestione” dei sistemi o dei servizi TLC o piuttosto si deve parlare di una “molteplicità di gestioni” ognuna valida per i singoli casi presi in considerazione”? A prima vista la risposta a queste domande non appare né semplice né immediata. Infatti a ragione si può ritenere che come esiste una grande varietà di servizi TLC e relativi sistemi TLC abilitanti da gestire così esiste una grande varietà di gestioni diverse appropriate ai singoli casi particolari. Gestioni diverse che richiedono tecnologie gestionali diverse e criteri gestionali diversi (proprietari o standardizzati) i quali di volta in volta vengono scelti dai gestori. Inoltre c’è un altro fattore importante che complica le cose: il fattore “tempo”. Cioè l’impatto sulla gestione di sistemi e servizi TLC dei cambiamenti politici, economici, sociali, tecnologici, ambientali e regolatori che si verificano nel macroambiente circostante il gestore TelCo col passare del tempo (vedi par.1.1.1.5). Allora con scenari gestionali mutevoli nel tempo se anche si parlasse di “una sola gestione” si dovrebbe in ogni caso parlare di una gestione che comunque varia nel tempo cioè è riconfigurabile, flessibile, scalabile e adattabile in risposta ai cambiamenti. • La risposta….di Socrate! Socrate (469-399 a.C) E invece una risposta, seppur parziale, alle domande poste non solo esiste ma è stata già data qualche tempo fà! E’ stata data da circa venti anni e in maniera ufficiale da parte di enti di standardizzazione nazionali e internazionali grazie ad una facoltà propria dell’uomo: la facoltà di creare modelli concettuali partendo dalla frammentarietà ed eterogeneità della realtà che ci circonda attraverso processi di astrazione. Ricordate il “concetto socratico” di “albero” studiato al liceo che ci permetteva di parlare di “albero” non ostante l’esistenza in natura non di un “albero” bensì di una varietà di pini, magnolie, platani, pioppi e cipressi molto diversi l’un dall’altro? Ebbene il concetto di albero che noi riteniamo nelle nostre menti e che ci permette di identificare ciò che è “albero” e ciò che non è “albero”, è il risultato di un processo mentale denominato “processo di astrazione” e lo stesso tipo di processo può portarci a definire cosa sia la gestione di sistemi e servizi TLC sebbene si tratti di entità che nella realtà dei fatti sono diversificate in una miriade di casi specifici. Quindi attraverso un processo di astrazione, partendo dalla realtà multiforme dei sistemi e servizi TLC, noi possiamo creare un modello 74 concettuale di gestione. Ma attenzione, si deve agire con cautela. C’è un prezzo da pagare! Vediamo di cosa si tratta. • La creazione del “modello gestionale concettuale” Supponiamo, come in effetti avviene in pratica, che un vasto gruppo di operatori del settore TLC provenienti da tutto il mondo si coalizzino in un “forum industriale internazionale” con lo scopo di promuovere i propri prodotti e difendere i propri interessi commerciali. Supponiamo che essi decidano di “osservare” il mondo reale delle TLC (“sistema target”) con lo scopo di creare, in base alle loro osservazioni, una unica rappresentazione unitaria e completa delle attività di gestione relative ai sistemi e servizi TLC esistenti in esso (rispettivamente “oggetti” tangibili e intangibili da gestire) adottando l’Ipotesi di Lavoro 1.1.1.1 e condividendo un linguaggio di rappresentazione opportunamente scelto. Supponiamo cioè che essi vogliano creare un “modello concettuale gestionale” per i sistemi e servizi del mondo TLC. Una volta sviluppato questo modello gestionale poi il forum degli operatori TLC dichiarerà ufficialmente che è “gestione” ciò che tutti loro si sono accordati di includere nel modello gestionale. Ma come si crea un modello gestionale? In questo corso studieremo con grande attenzione come creare “modelli generici” e “modelli specifici”. Più precisamente, studieremo come sviluppare un modello gestionale generico di sistemi TLC o servizi TLC, valido per una molteplicità di tecnologie implementative e scenari di servizio e modelli gestionali specifici validi solo per singole tecnologie ICT e singoli servizi TLC. Per creare modelli gestionali generici esistono diverse metodologie di modellazione. Per il momento supponiamo che il modellatore cioè il forum internazionale degli operatori TLC voglia creare il modello generico applicando una metodologia di modellazione “dal particolare al generale” (vedi Capitolo 3 par.3.5.1 e Fig.3.5.1) altrimenti detta “bottom-up”, basata su un processo di generalizzazione di modelli gestionali specifici sviluppati in precedenza. In base a questa metodologia essi “osservano” le attività gestionali svolte da o effettuate su singole tecnologie ICT e servizi TLC in una molteplicità di casi pratici che si verificano nelle nazioni economicamente e tecnologicamente più avanzate del mondo e.g. paesi del gruppo G.8 (dove si può osservare lo “stato dell’arte” del settore TLC). Ad esempio supponiamo che essi per prima cosa, tramite interviste e discussioni con personale specializzato TelCo, “osservino” le modalità/tecnolgie relative a fornitura/acquisizione, erogazione/fruizione e fatturazione/ pagamento nei servizi telefonici fissi sia per utenze consumer che per utenze “affari” assieme alle relative tecnologie abilitanti. Poi fanno lo stesso con altre imprese TelCo per servizi di telefonia cellulare, per servizi di e-mail, per servizi TV fissi e mobili e così via per un numero “n” di scenari pratici di servizi TLC supportati da una varietà di tecnologie abilitanti. Per ogni particolare servizio TLC il forum degli operatori TLC riconosce 1) una parte “essenziale” relativa alla “essenza” o “ragion d’essere” del servizio TLC (“service core”) osservata allorchè esso viene erogato/fruito con il supporto di opportune tecnologie 2) una parte ancillare, denominata parte “gestionale”, associata alla prima. La aggregazione “parte essenziale + parte gestionale” è tale da rendere la erogazione/fruizione del servizio TLC efficace/efficiente cioè effettuata con massima soddisfazione degli Utenti e minimo costo per l’ impresa fornitrice del servizio (Vedi par.1.1.2 “Valenza economica della gestione”). Ad 75 esempio il forum degli operatori TLC riconosce che la parte essenziale di un servizio telefonico è la effettuazione di telefonate e che questa attività è abilitata da telefoni + reti telefoniche mentre le attività di riparazione di un guasto in rete o l’invio/pagamento di una bolletta telefonica sono parti gestionali di natura ancillare rispetto alla prima. Un corretto svolgimento della aggregazione “telefonata + riparazione guasto + pagamento fattura” rende poi la fornitura/erogazione del servizio telefonico efficace/efficiente con la massima soddisfazione per tutti gli stakeholders partecipanti. Completate queste osservazioni di partenza ed esaminati i dati raccolti, gli operatori TLC riconoscono che le caratteristiche “essenziali” sono specifiche dei singoli casi esaminati mentre certe caratteristiche “gestionali” in effetti sono caratteristiche condivise da tutti i casi esaminati e inoltre sono sempre presenti in qualsiasi tipo di attività gestionale indipendentemente dal fatto che l’ “oggetto” gestito sia una tecnologia abilitante (e.g. riparazione di un elemento di rete) o un servizio TLC (e.g. invio/pagamento della bolletta telefonica). Allora essi selezionano e identificano queste caratteristiche gestionali condivise, le analizzano attentamente, le classificano secondo opportuni criteri, ne rappresentano graficamente e/o testualmente le loro mutue relazioni e infine le raccolgono in un modello gestionale concettuale valido per tutte le tecnologie abilitanti e per tutti gli scenari di servizio osservati (“modello funzionale generico”). L’attributo “funzionale” deriva dal fatto che la attenzione dei modellatori è focalizzata su “attività” gestionali (anche denominate “funzioni” gestionali, vedi 1.0.1.1). L’attributo “generico” (contrario di “specifico”) si riferisce al fatto che il modello funzionale è valido per un qualsiasi “tipo di oggetto” gestito sia esso un bene tangibile come una rete o un elemento di rete o un servizio intangibile come un servizio TLC ed inoltre è indipendente dalla particolare tecnologia implementativa o dal particolare scenario di servizio. (Fare bene attenzione a quest’ultimo punto!). Come si vede facilmente si tratta proprio di rifare quello che Socrate aveva già fatto duemila e cinquecento anni fa per creare il “concetto socratico di albero”: un “albero” è una entità caratterizzata da radici, tronco, rami e foglie, attributi condivisi da tutti gli alberi reali esistenti in natura. Ma come è fatto un “modello funzionale generico”? Vediamo. ESEMPIO 1.1.1.1 “Esempio di caratteristiche gestionali comuni condivise da diverse tecnologie ICT e servizi TLC”. Basta pensare ad una attività di gestione relativa alla supervisione da parte di un gestore dello “stato” in cui si trova un elemento di rete e.g. “stato di allarme” (debole, forte, critico) o “stato amministrativo” (bloccato, sbloccato, sotto prova) o “stato operazionale” (inattivo, stand-by, attivo, occupato). Si tratta di caratteristiche generiche valide per una qualsiasi tecnologia ICT in una rete TLC. Analogamente un qualsiasi servizio TLC viene “sviluppato”, “offerto”, “richiesto”, “fornito”, “acquisito”, “erogato”, “fruito”, “monitorato”, “riparato”, “fatturato”, “pagato” etc. Le corrispondenti attività sono attività gestionali condivise da tutti i servizi TLC indipendentemente dalle specificità della loro “essenza”. 1.1.1.2 “Modelli funzionali” generici: ANSI, ITU-T, TMF (Tavola 1.1.1) L’esercizio or ora effettuato dal forum degli operatori TLC è esattamente ciò che, su scala molto più vasta, alcuni enti di standardizzazione/consorzi industriali di operatori TLC in USA e in Europa hanno fatto alcuni anni fà allorchè, con la collaborazione delle maggiori TelCo, hanno sviluppato standards gestionali denominati “modelli funzionali generici per 76 reti e servizi TLC”. L’uso del termine ”rete TLC” invece del termine “sistema TLC” è giustificato dal fatto che questi modelli si applicano ad attività gestionali svolte dalle TelCo. Gli enti di standardizzazione/consorzi industriali di operatori TLC a cui noi siamo interessati sono i seguenti: 1) l’American National Standards Institute (ANSI) ha pubblicato le sue raccomandazioni nell’ ANSI Report T1.210 nel 1993 (modello funzionale OAM&P) e queste raccomandazioni sono state poi ampliate dall’ITU-T nella Raccomandazione M.3010 (02/2000) 2) l’ ITU-T ha pubblicato le sue raccomandazioni nel 2000 nel documento ITU-T Recommendation M.3400 (modello funzionale FCAPS) 3) il forum internazionale TeleManagement Forum (TMF) ha pubblicato nel 2000, dopo numerose revisioni, le sue raccomandazioni nella Raccomandazione G.921, version 2.1 “Telecom Operations Map”, March 2000 (modello funzionale FAB). Il titolo originale era “Service Management Business Process Model” cioè “ Modello (di Riferimento) dei Processi Operativi di Gestione dei Servizi TLC”. AREE FUNZIONALI ANSI ITU-T TMF (*) Operations Fault Fulfillment Administration Configuration Assurance Maintenance Accounting Billing Provisioning Performance Security (*) Raggruppamenti di Processi Tavola 1.1.1 Corrispondenze fra aree funzionali CITAZIONE 1.1.1.2.1 Nella Racc. 3010 (02/2000) dell’ITU-T si legge: “This Recommendation presents the general architectural requirements for a Telecommunications Management Network (TMN) to support the management requirements of PTOs (Public Telecommunications Operators) to plan, provision, install, maintain, operate and administer telecommunications networks and services. (Some considerations of design, planning, installation and operating a TMN and examples of use are presented in Recommendation M.3013). 77 Nota Bene: La frase in corsivo si riferiasce alla gestione della rete di gestione TMN (fra poco vedremo trattarsi di “gestione del secondo ordine” cioè “the guardian’s guardian”, “il guardiano del guardiano”!) In base al modello OAM&P dell’ANSI le attività di gestione dei sistemi e servizi TLC possono ricondursi ad attività appartenenti a quattro aree funzionali, le cui iniziali Inglesi costituiscono l’ acronimo OAM&P: 1. Operazioni (Operations), 2. Amministrazione (Administration), 3. Mantenimento (Maintenance) & Fornitura, (Provisioning). A queste l’ITU-T ha aggiunto le aree funzionali di 5. Pianificazione (Planning) e 6. Installazione (Installation). In base al modello FCAPS dell’ITU-T, riconducibile al modello OAM&P, (vedi D.K.Udupa, “TMN, Telecommunications Management Network”, Mc Graw Hill, 19999, p.37) le attività di gestione di reti e servizi TLC appartengono a cinque aree funzionali, le cui iniziali definiscono l’acronimo FCAPS: 1. Fault (Guasti), 2. Configuration (Configurazione), 3. Administration (Amministrazione), 4. Performance (Prestazioni) e 5. Security (Sicurezza). In base al modello FAB del TMF, le attività gestionali di una TelCo possono classificarsi entro confini precisi e chiari i.e. appartengono a tre Aree funzionali qui chiamate “raggruppamenti di processi” (process groupings) indicati con le lettere maiuscole F, A e B, ognuno corrispondente ad un particolere obiettivo di business (business objective) del gestore TelCo: i. Service Fulfillment, (fornitura pronta e accurata di ciò che il Cliente ordina i.e. “soddisfacimento” delle richieste del Cliente), ii. Service Assurance, (risposta e risoluzione pronta e accurata dei problemi insorti presso il Cliente e miglioramento delle prestazioni erogate al Cliente i.e. “assicurazione” che il valore dei servizi forniti all’Utente uguagli o superi gli impegni contrattuali), iii. Service Billing (“fatturazione” pronta e accurata dei servizi forniti al Cliente). Come si vede il modello del TMF, a differenza degli altri, è un modello incentrato sul Cliente (Customer-oriented). A tutt’oggi la classifica delle attività gestionali in “aree funzionali” (o “raggruppamenti di processi” per il modello FAB) costituisce una classifica fondamentale su cui si basano i modelli gestionali più popolari fra quelli adottati dagli operatori del settore. 1.1.1.3 I “tipi di oggetto” da gestire: modelli informativi Finora abbiamo parlato di attività gestionali come appartenenti ad “aree funzionali” definite da certi “modelli funzionali”. Queste attività vengono svolte da personale specializzato (“addetti alla gestione”) e/o sistemi informatici gestionali (“sistemi di supporto”). Inizialmente abbiamo detto che le attività gestionali riguardano due “Tipi di Oggetto” da gestire: reti e servizi TLC. Si tratta di “Tipi di Oggetto” rispettivamente tangibili e intangibili. Ogni “Tipo di oggetto”, seppur ad un alto livello di astrazione (notare che stiamo parlando di “Tipi di oggetto” e non di “Oggetti”) va caratterizzato da un punto di vista gestionale tramite opportuna “informazione gestionale” contenuta in “modelli informativi”. Un modello 78 informativo specifica l’informazione acquisita, elaborata, e generata dalle attività gestionali e.g. acquisizione/elaborazione/generazione e immagazzinamento di informazione gestionale relativa alla gestione di una rete TLC oppure relativa a “richiesta/ installazione di un servizio” durante la gestione di un servizio TLC. • Quanti sono i “Tipi di oggetto” da gestire? Quanti sono i “Tipi di oggetto” da gestire? In effetti, come anche mostrato nella Fig.1.1.1, il numero dei “Tipi di oggetto” da gestire è stato sempre identificato come superiore a due e, in effetti, è cresciuto nel tempo con lo sviluppo delle TLC. Negli anni 80 l’ ITU-T ha introdotto un modello “TMN stratificato” (TMN = Telecommunications Management Network, vedi Fig.1.4.1.2.3.) in cui il modello informativo è spalmato su quattro strati dedicati a quattro “Tipi di Oggetto” da gestire: 1) Impresa, 2) Servizi, 3) Reti e 4) Elementi di Rete. Questo modello, studiato in dettaglio in questo corso, nella storia della GST ha costituito la base di quasi tutti i modelli informativi proposti. Anche in Fig.1.1.1 esso costituisce il nucleo centrale del modello (rettangoli verdi). Esistono varie motivazioni che hanno portato e portano a distinguere fra “Tipi di oggetto” da gestire e a introdurne dei nuovi. Ad esempio, vedremo nel par.1.3.3 che la motivazione dello sdoppiamento della gestione degli oggetti tangibili in “gestione Elementi di Rete” e “gestione Reti” è duplice: non solo i modelli informativi di reti e elementi di rete sono diversi (e.g. molto più granulare il primo) ma anche la implementazione tecnologica dei modelli (i.e. sistemi OS, Operations Systems, e NSS, Network Support Systems) nei due casi è molto diversa (rispettivamente, minicalcolatori attestati sugli elementi di rete e grossi elaboratori digitali su cui girano applicazioni gestionali). Nel tempo i “Tipi di Oggetto” del modello “TMN stratificato” sono aumentati. Infatti alcuni di essi sono stati ulteriormente specializzati ad opera di vari enti di standardizzazione (principalmente ITU-T, ETSI e TeleManagement Forum), senza tuttavia alterare i precedenti modelli funzionali. Ad esempio, facendo riferimento ad una impresa TelCo, in essa la gestione servizi TLC è stata successivamente sdoppiata dal TMF in “gestione Servizi TLC” e “gestione Relazioni Clienti (Customer Relation Management, CRM)” e questo sdoppiamento è stato dettato da cambiamenti verificatisi nei mercati TLC, come mostrato nella NOTA 1.1.3.1. NOTA 1.1.3.1 La importanza di una CRM distinta dalla gestione Servizi e personalizzata al singolo cliente (che può accedere elettronicamente a certi processi gestionali della TelCo su base 24/7/365), è emersa a metà anni 90 e segna il passaggio da una organizzazione aziendale “service provider-centric” (incentrata sul fornitore di servizi) a una “customer-centric” (incentrata sul cliente) , laddove per “customer” ora si deve intendere il singolo cliente e non un cliente generico (mercato di massa). Infatti proprio a quel tempo i mercati TLC cominciavano a passare da una condizione di monopolio a una condizione di liberi mercati concorrenziali nei quali i clienti giocavano un ruolo di primo piano (cioè la loro “domanda” costituiva il business driver per le TelCo) e l’ attività di marketing dei prodotti/servizi TLC prendeva il sopravvento sulla semplice attività di vendita di prodotti preconfezionati dal fornitore. 79 Ma anche in questo caso esistono differenze importanti a livello operativo. Infatti da un punto di vista operativo la motivazione della differenziazione Gestione Sevizi – CRM è la seguente: 1) la gestione Servizi è implementata dalla TelCo tramite processi di business interni (i.e. senza la partecipazione di attori extra-TelCo. Vedere par.4.6.3.1) attraverso operazioni di natura “operazionale” (vedi zona verde in Fig.1.0.3.3.1). Questi processi sono dedicati alla gestione di “classi di servizio” (i.e. non gestiscono le singole “istanze di servizio” relative ai singoli clienti). 2) la CRM è implementata da processi esterni cioè processi con la partecipazione diretta dei singoli Clienti attraverso interazioni di natura transazionale relative a singole “istanze di servizio” (una “istanza di servizio” è associata a un singolo Cliente) NOTA 1.1.3.2 In questo corso una “transazione” è definita come un particolare processo di business per il quale è assicurato il perfetto completamento o, in caso contrario, la ripetizione del processo ex-novo o il rigetto totale, evitando di lasciare il sistema processuale in stati intermedi inconsistenti. La CRM è molto più dinamica della “Gestione Servizi” ed è caratterizzata da un numero di transazioni nell’unità di tempo molto elevato. Infatti una singola transazione è dedicata al singolo Cliente e il numero di Clienti in un normale bacino di utenza è molto elevato e.g. milioni di Clienti. (Vedi par.4.6.3.1 e “GST Addendum” No.4). In tempi più recenti sono state aggiunte ulteriori “strati gestionali” e.g. dedicati alla “gestione delle relazioni con TelCo Partner & ICTS” (e-business) e alla “gestione di Impresa (TelCo)”. Ritorneremo su questo argomento nel prosieguo del corso (Vedi NOTA 1.1.3.3). NOTA 1.1.3.3 L’inclusione formale di alcuni processi delle “gestione di impresa” nei modelli gestionali di sistemi e servizi TLC è più recente. Infatti risale alla prima metà del 2000 ed è dovuta all’attività normativa del consorzio internazionale TeleManagement Forum che, con la collaborazione dell’ITU-T, nel 2004 ha emanato lo standard “e-TOM”, enhanced-Telecommunications Operations Map, suddiviso in 1. gestione SIP (i.e. gestione delle Strategie e dei cicli di vita di Infrastrutture e Prodotti), 2. gestione operativa e 3. gestione di impresa. Vedi anche Fig.1.0.3.3.1). Vedremo con più dettaglio questi aspetti nel corso delle lezioni. 1.1.1.4 Un modello concettuale bidimensionale: aree funzionali (strisce verticali) – “tipi di oggetto” da gestire (strati orizzontali) La Fig.1.1.1 mostra come, ad eccezione dello strato “gestione di impresa” che viene trattato in maniera diversa da autori diversi in testi diversi, la ortogonalità fra “aree funzionali” (strisce verticali) e “tipi di oggetto” da gestire (strati orizzontali) porti alla creazione di modelli gestionali bidimensionali con una classica rappresentazione a matrice. Questa “ortogonalità” fra strisce verticali e strati orizzontali (proprietà grafica) nasce dal fatto, già precedentemente menzionato, che il modello funzionale è valido per un qualsiasi “Tipo di oggetto” da gestire sia esso di natura tangibile come una rete o un elemento di rete TLC o di natura intangibile come un servizio TLC o una relazione commerciale con uno stakeholder esterno. Il vantaggio di una rappresentazione grafica a matrice come quella di Fig.1.1.1 risale ad 80 una caratteristica tipica delle matrici rettangolari: esse “offrono” in uno spazio bidimensionale più di quanto viene loro “fornito” singolarmente lungo le dimensioni orizzontale e verticale. In Fig. 1.1.1. ci sono 30 intersezioni fra 6 strisce verticali e 5 strati orizzontali che definiscono 30 domini gestionali (rettangoli bianchi) entro i quali “certe” attività gestionali vengono svolte per gestire “certi” tipi di oggetto e raggiungere “certi” scopi. Noi parliamo di “gestione locale” quando facciamo riferimento ad attività gestionale svolta nell’ambito di un dominio gestionale e di “gestione settoriale” . allorché facciamo riferimento alla gestione all’interno degli strati orizzontali. Esempi di gestioni locali sono facili da identificare nella matrice di Fig.1.1.1 e.g. la “pianificazione di una rete”, la “installazione di un servizio”, la “manutenzione di un elemento di rete”, la “amministrazione delle relazioni con TelCo partner e ICTS fornitori di tecnologie ICT (suppliers)” etc. A questo punto possiamo stabilire quanto segue: quando noi parliamo di “gestione di sistemi e servizi TLC” in effetti parliamo del contenuto della matrice di Fig. 1.1.1 (o di schieramenti rettangolari con gli stessi strati orizzontali ma con strisce verticali rappresentative dei modelli funzionali FCAPS o FAB). Si tratta di una rappresentazione semplice e compatta indipendente dalle particolari tecnologie implementative dei sistemi gestionali e indipendente dal particolare scenario di servizio a cui ci si vuol riferire. E questo è un gran bel risultato! 1.1.1.5 L’ordinamento degli strati orizzontali e delle strisce verticali nel modello a matrice di Fig.1.1.1 Un ultima considerazione prima di lasciare il modello gestionale concettuale. Uno studente attento e diligente che osservasse il modello a matrice bidimensionale di Fig.1.1.1 non potrebbe fare a meno di porsi le seguenti domande “Gli strati orizzontali e le strisce verticali del modello di Fig.1.1.1 appaiono giustapposti rispettivamente in una direzione verticale e in una direzione orizzontale: è il posizionamento di strati e strisce lungo le due direzioni arbitrario e quindi modificabile a piacimento o rispetta un ordinamento dettato da un criterio prescritto? Esiste una relazione fra le attività gestionali pertinenti ai singoli strati orizzontali (gestioni settoriali) o alle singole strisce verticali? In altre parole, “La rappresentazione grafica di Fig.1.1.1 nasconde altra informazione, oltre a quella già menzionata, che è stata utilizzata dal modellatore e che pur non immediatamente evidente all’utilizzatore del modello è tuttavia rilevante a una caratterizzazione completa della Gestione TLC? Gli Inglesi direbbero: Good question! E la risposta è: sì! In effetti nella Fig.1.1.1 c’è informazione non immediatamente evidente ma che vale la pena di scoprire! In effetti nel modello di Fig.1.1.1 esiste un ordinamento gerarchico nella direzione verticale (ordinamento verticale) per i quattro strati gestionali di impresa, relazioni clienti, servizi, reti e elementi di rete, stabilito (ad eccezione dello strato CRM) dal modello ITU-T “TMN stratificato”. Esiste poi un ordinamento temporale (“ciclo di vita”) per le strisce funzionali, spostandosi da sinistra a destra nella direzione orizzontale (ordinamento orizzontale) . In tutti i testi pubblicati sull’argomento, strati e strisce sono ordinati nelle sequenze mostrate in Fig.1.1.1. Entrambi ordinamenti verranno studiati in dettaglio nel corso delle lezioni. Qui è sufficiente riconoscere quanto segue. 81 Ordinamento gerarchico verticale (Vedi par.3.4.2 e 3.4.3). Nella realtà dei fatti le gestioni settoriali dei “Tipi di oggetto” mostrati nella Fig.1.1.1 sono mutuamente relazionate secondo criteri prestabiliti. Esiste un criterio gerarchico (criterio di astrazione) in base al quale la informazione gestionale è trasferita da uno strato inferiore ad uno strato superiore immediatamente sovrastante. Ad esempio parte dell’informazione gestionale degli elementi di rete viene trasferita allo strato superiore “gestione servizi”, parte della informazione gestionale della gestione servizi viene fornita allo strato superiore “gestione di impresa”. Notare tuttavia che . Ordinamento temporale orizzontale (“ciclo di vita”) (Vedi par.2.5.6 per le tecnologie e par. 4.4.3.1 per i servizi). Le aree funzionali possono essere visualizzate nel dominio del tempo come “fasi” successive attraversate da attività gestionali di natura diversa le quali nel loro complesso descrivono una traiettoria denominata “ciclo di vita” (life-cycle). In questo scenario un ciclo di vita “nasce” con la fase di “Pianificazione” e termina con una operazione di “disinstallazione” del “Tipo di oggetto” al termine della fasi di “Manutenzione e “Amministrazione”. Partendo dal lato sinistro del modello di Fig.1.1.1 e spostandosi da sinistra verso destra si può riconoscere un ordinamento delle strisce verticali basato su un criterio di propedeuticità. “Propedeuticità” significa che una fase deve essere completata e i suoi risultati forniti alla fase posizionata immediatamente alla sua destra prima che questa possa essere a sua volta completata. Ad esempio le attività nella fase di “pianificazione” sono propedeutiche alle attività di “fornitura” e queste lo sono rispetto alle attività di “installazione” e queste lo sono rispetto alle attività di “operazione” e così via. 1.1.2 Gestione dinamica e cambiamenti esterni: la gestione “per processi” all’ interno di una TelCo NOTA BENE. Per tutti gli studenti che non hanno familiarità con il concetto di “processo” si consiglia la lettura delleAppendici 6 e 7 al Capitolo 1 (durante il corso vengono dedicati solo 30 minuti a questi argomenti) 1.1.2.1 Utilità del modello concettuale di Fig.1.1.1 Nel par.1.1.1.1 abbiamo detto che è possibile parlare di “una gestione” grazie a quel buon uomo di Socrate che viene in nostro soccorso con i suoi affascinanti “concetti socratici” capaci di “tirar fuori” (astrarre) il “generale” dalle situazioni “particolari” che si incontrano nella realtà che ci circonda. Più precisamente stiamo parlando dei concetti socratici di “area funzionale” e “tipo di oggetto”. Ma abbiamo anche detto che questa visione olistica di una realtà che in effetti è frantumata in mille casi particolari si ottiene ad un prezzo! Quale prezzo? Ecco! Il prezzo da pagare è che il modello gestionale concettuale da noi ottenuto è di modesta utilità pratica o meglio è utile fino ad un certo punto! Infatti l’utilità pratica di un modello concettuale come quello di Fig.1.1.1 è molto apprezzabile in un contesto accademico-formativo per ordinare e sistematizzare le conoscenze dei cultori della materia (“mondo della conoscenza”, come quello nostro qui all’università) o, addirittura, per far comprendere cosa si intenda per “gestione di sisteme e servizi TLC” anche ai non addetti ai lavori (e.g. nei corsi di riqualificazione per personale non tecnico) ma invece è certamente modesta in un contesto operativo i.e. all’interno di una TelCo (“mondo del lavoro”) dove si è interessati a conoscere le modalità delle attività gestionali, l’informazione che viene elaborata, trasmessa e 82 immagazzinata nel corso di queste attività, le architetture dei sistemi di elaborazione a supporto della parte automatizzata di queste attività, le loro reti di interconnessione e le loro tecnologie implementative (hardware, software di base e software applicativo). Ciò che è accaduto con la creazione di un modello concettuale è molto semplice e costituisce un fatto ben noto a tutti coloro che hanno una minima conoscenza di software engineering e si occupano del modelling di sistemi reali complessi. Modellizzando la realtà delle telecomunicazioni ad un livello molto elevato (livello concettuale) se ne ottiene una “vista unitaria di insieme” (summary view) di natura essenzialmente “statica” cioè si ottiene un modello sufficientemente semplice che abbraccia tutti i vari aspetti della gestione ma si discosta anche molto dalla realtà e perde di vista le caratteristiche dinamiche della gestione che emergono a livelli di astrazione più bassi (o a livelli di “specializzazione” più alta o di “dettaglio” più spinto) e.g. ai “livelli operativi”. Altrimenti detto, creando modelli molto astratti delle attività gestionali di sistemi e servizi TLC ( “modelli concettuali”) si guadagna in termini di “ampiezza” del modello ma si perde in termini di dettaglio: dettaglio di “come” la gestione di reti e servizi TLC si svolge nel dominio del tempo ad opera di “addetti alla gestione” e di “sistemi informatici gestionali” all’interno della TelCo. Per visualizzare questi dettagli, cioè per creare modelli gestionali più dettagliati e più utili da un punto di vista operativo, ci si deve riavvicinare alla realtà dei fatti attraverso un processo di specializzazione del modello di Fig. 1.1.1 1.1.2.2 La specializzazione del “modello gestionale concettuale” (ITU-T Recommendations M.3100 e M.3400) E ciò è proprio quello che hanno fatto un certo numero di enti di standardizzazione creando modelli informativi generici e modelli funzionali generici ma ad un livello di specializzazione più alto di quello di Fig.1.1.1. più consono con i desideri/bisogni del gestore Ad esempio l’ITU-T ha specializzato sia i “tipi di oggetti gestiti” in un modello informativo (ITU-T Recommendation M.3100) dettagliato dedicato a reti ed elementi di rete sia le “aree funzionali” in un modello funzionale usualmente denominato “modello FCAPS” (ITU-T Recommendation M.3400) con una struttura gerarchica a tre livelli costituita da Gruppi di Insiemi di Funzioni, Insiemi di Funzioni e Funzioni gestionali atomiche cioè non ulteriormente divisibili (“System Management Funcions”). Nel Capitolo 3 e nella seconda parte del corso studieremo in dettaglio questi modelli. 1.1.2.3 La TelCo come utilizzatore di modelli gestionali Qui stiamo dicendo che il nostro modello concettuale di Fig.1.1.1 ci ha allontanato dalla realtà del “mondo del lavoro” ma che un riavvicinamento è possibile se il modellatore lo specializza in modo appropriato. Ma prima ci vogliamo occupare di un altro problema importante che non è stato finora menzionato. Nella creazione di un qualsiasi modello di un sistema complesso reale che sia effettivamente “utile” il modellatore deve sempre tener conto dei bisogni/desideri dell’utilizzatore del modello. Questo significa che la scelta del sistema target da modellare, i livello di dettaglio i.e. “granularità” del modello e il linguaggio di rappresentazione adottato devono essere tali da soddisfare le richieste dell’ utilizzatore (che spesso è anche il committente dello sviluppo del modello). Un utilizzatore può usare un 83 modello per una serie di motivi diversi. Fra questi i più importanti sono 1) la descrizione di un sistema reale già esistente o 2) la specifica di un sistema reale futuro (definizione delle specifiche di sistema) come base di partenza per una sua costruzione. Allora ci si pone la seguente domanda: “Nel nostro caso chi è l’utilizzatore del modello e cosa desidera?” Risposta: “Nel nostro caso l’ utilizzatore del modello gestionale è la TelCo, cioè una impresa commerciale for profit che vende servizi TLC a una comunità di Clienti”. • Utilizzazione dei modelli gestionali da parte della TelCo La Tavola 1.2.3.1 mostra come una TelCo possa utilizzare i modelli gestionali di reti e servizi TLC per una molteplicità di scopi diversi e per vari scenari. Fra questi, i più importanti sono 1) la rappresentazione dei processi gestionali legacy (processi già esistenti in azienda) e.g. per individuare nuove possibilità di automazione di processi che al momento sono eseguiti manualmente e 2) la specifica di processi e del relativo software applicativo per un nuovo sistema informatico gestionale (Rete di Gestione). Fra poco vedremo che in una TelCo questi scenari di utilizzazione si verificano nell’ambito di iniziative di “continuous improvement” o di “business process re-engineering” rese necessarie dai continui cambiamenti socio-economicotecnologici del macroambiente in cui la TelCo è immersa (vedi anche Punto 3 nella Tavola 1.2.3.1) TAVOLA 1.2.3.1 SCENARI di UTILIZZAZIONE dei MODELLI GESTIONALI 1) Semplificazione nelle comunicazioni interne (intra-TelCo) ed esterne (e.g. fra TelCo partners e con suppliers di tecnologie ICT) 2) Accertamento dei livelli di produttività e qualità nella fornitura/erogazione dei servizi TLC 3) Verifica delle opportunità di automazione dei processi gestionali e integrazione dei sistemi di supporto (e.g. programmi di Continuous Improvement o Business Process Reengineering) 4) Supporto alle decisisioni relative agli investimenti da effettuare nella acquisizione dei sistemi di supporto. 5) Accelerazione del processo di training (addestramento professionale) del personale con meno esperienza Allora, alla luce di quanto detto, valgono le seguenti considerazioni riassuntive. i) Il legame “Requisiti del sistema informatico gestionale”-“Obiettivi di business” Le attività di gestione di reti e servizi TLC sono svolte da una TelCo, con la collaborazione degli Utenti, in un contesto commerciale. Gli scopi della gestione e quindi i requisiti delle risorse di supporto (manuali e automatizzate) devono allinearsi con gli obiettivi di business della TelCo stessa. In particolare il legame fra i requisiti del sistema informatico gestionale e 84 gli obiettivi di business di una TelCo è un punto centrale da tener presente nello sviluppo dei modelli gestionali. Ricordiamo ancora una volta (e lo vedremo con maggior dettaglio in seguto) che i modelli gestionali (funzionale e informativo) costituiscono la base di partenza per creare il software applicativo del sistema informatico gestionale, e.g. vedi Fig.1.1.4.1. ii) “Obiettivi di business” di una TelCo Ma quali sono gli obiettivi di business di una TelCo? Una discussione generale sulla natura degli obiettivi di business di una TelCo è presentata nell’ Appendice 7 al Capitolo 1 e se ne consiglia la lettura. In generale gli obiettivi di business variano con la missione di una impresa e quindi nel caso nostro variano da TelCo a TelCo. In una TelCo essi sono formulati per vari orizzonti temporali e a vari livelli di dettaglio fino ad arrivare alla specifica e assegnazione di compiti alle singole unità organizzative da completare entro periodi di qualche anno. Per il momento è sufficiente ricordare che fra gli obiettivi di business di alto livello più importanti ci sono quelli nelle aree di “marketing” e “innovazione”: i primi mirati alla creazione di valore per il Cliente e i secondi mirati ad evitare forme di obsolescenza rispetto alla concorrenza (vedi Tavola A.7.1). La creazione di valore per il Cliente a sua volta implica il soddisfacimento dei bisogni del Cliente stesso e.g. sposando il paradigma “faster service introduction, improved quality of service at a lower cost” (in Italiano: “prima, meglio e a meno”). Questo, come vedremo nel par.1.1.2.5, può ottenersi anche in presenza di condizioni di mercato mutevoli attraverso l’implementazione di politiche di “continuous improvement” dei processi aziendali basate sulla automazione dei processi con sistemi di supporto facilmente integrabili (e.g. del tipo “Off-The-Shelf” cioè commercialmente disponibili e con interfacce standardizzate) NOTA BENE Ricordiamo che una tecnologia ICT “off-the-shelf” (letteralmente: “presa dallo scaffale di un negozio”) è una tecnologia commercialmente disponibile su larga scala ed è il contrario di una tecnologia “customizzata” cioè una tecnologia che di volta in volta deve essere realizzata ad hoc per un certo “customer” (cliente) e per una certa applicazione. In generale una tecnologia off-the-shelf è una tecnologia standardizzata de facto o de jure (vedi Cap.3) capace di inter-operare (interwork) con altre tecnologie commercializzate da vendors diversi iii) Modelli gestionali in una TelCo I modelli funzionali è bene che rappresentino le attività gestionali utilizzando lo stesso “linguaggio” della TelCo e si posizionino ad un livello di specializzazione tale da offrire il massimo beneficio ai loro utilizzatori i.e. devono essere modelli processuali che identificano i processi di business ad un livello tale da essere utile per la progettazione dei sistemi di supporto. I modelli informativi devono rappresentare l’informazione processata, trasferita e immagazzinata nei processi di business con un linguaggio comprensibile a tutti (businessmen e ingegneri ICT) e.g. linguaggio UML, Universal Modeling Language come quello usato nel modello SID (Shared Information & Data model) del TMF. (ITU-T Recommendation M.3190, “Shared Information & Data Model”, 07/2008). NOTA BENE. 1) Il posizionamento dei processi di business all’interno di una TelCo è discusso nell’Appendice 7 al Capitolo 1 (Vedere in particolare la Fig.A.7.4 per comodità riportata in Fig.1.1.2.3.1) 2) Per gli studenti interessati a saperne di più sul linguaggio UML si consiglia: C.Batini et al. “Sistemi informativi” Volume II, Modelli e Progettazione, Capitolo 2. 85 PROPRIETA’ Finanziatori (Azionisti) $ $ B TELCO AMMINISTRAZIONE CdA, Am. Deleg., CEO TOP MANAGEMENT (COO + Vice-Presidenti) MIDDLE MANAGEMENT C Gruppi Funzionali F1 DIPENDENTI (Impiegati, tecnici, operai) F2 F3 F4 F5 …………. Fn $ P1 P2 Utenti PROCESSI di BUSINNESS P3 A Fornitori PRODOTTI TLC RISORSE MATERIALI SERVIZI (Sistema TLC) $ $ Tecnologie Vendors Fig. 1.1.2.3.1 iv) D Interno TelCo Struttura organizzativa interna di una Telco . E’ stata ignorata la concorrenza Il quadro completo A questo punto riconosciamo che è successo qualcosa di importante! Inizialmente per soddisfare la nostra curiosità conoscitiva di studiosi della GST abbiamo sviluppato un modello gestionale concettuale ma poi è inesorabilmente comparso al nostro orizzonte un utilizzatore del modello che valuterà la bontà del nostro lavoro di modellatori e noi, da buoni ingegneri pragmatici, ci siamo chiesti “Quanto è utile il nostro modello concettuale a questo nuovo utilizzatore?” A questo punto abbiamo riconosciuto che il nostro modello oltre ad avere un valore epistemologico in un contesto accademico doveva anche essere di pratica utilità per una TelCo e ciò poteva esser fatto tramite specializzazione con l’aggiunta di modelli operativi dinamici. Per essere più precisi, abbiamo riconosciuto che la portata dei modelli gestionali è molto più vasta se si tiene conto del fatto che essi sono utilizzati in pratica dal gestore TelCo e che quet’ultimo opera in un libero mercato altamente competitivo in un business necessariamente “orientato al Cliente”. L’importanza del Cliente e di un accudimento particolarmente attento delle relazioni TelCo-Cliente derivano dal fatto che in un libero mercato concorrenziale il Cliente non solo è la fonte principale di entrate per la TelCo ma egli non ha nessun obbligo di acquisire i prodotti di cui ha bisogno da una TelCo predeterminata. Infatti il Cliente 86 può scegliere i prodotti che vuole dalla TelCo che vuole in base a una sua libera scelta, basata sulla massimizzazione del loro “valore” (rapporto beneficio/costo come percepito dal Cliente). Ci si rende allora conto del fatto che in pratica la effettiva utilizzabilità di un modello gestionale in ambito TelCo si basa sulla sua capacità di permettere lo sviluppo di sistemi informatici gestionali tesi alla creazione di valore per lo stesso gestore TelCo in un modus operandi “orientato al Cliente” i.e. in un contesto aziendale tipico di una impresa che opera in un libero mercato delle TLC su base globale e in presenza di imprese concorrenti. Nello sviluppo di un nuovo modello gestionale “più utile” del modello concettuale di Fig.1.1.1 si tratta quindi non solo di specializzare le attività e l’informazione gestionale bensì si tratta anche di effettuare un cambiamento drastico di approccio alla gestione di reti e servizi TLC (quello che in letteratura è stato definito un “paradigm shift” i.e. un “cambio di modo di pensare”) passando da un contesto gestionale “generico” ad un contesto aziendale che tiene conto delle specificità di una odierna impresa commerciale fornitrice di servizi TLC (TelCo) dove le attività gestionali si svolgono con modalità dettate da esigenze di un “customer oriented business”, con un format processuale altamente prescritto (al limite standardizzato) adatto a livelli di automazione & integrazione elevati e, negli ultimi tempi, con un ruolo crescente della “Rete” (internet…ovviamente!) per le relazioni di e-business esterne e.g. CRM, B2B. La “customer orientation”, cioè l’orientamento al cliente del business dei servizi TLC, assieme alla liberalizzazione e globalizzazione dei mercati e all’insorgere della concorrenza e quindi alla crescita di iniziative di marketing e innovazione (innovazione di prodotto, processo o innovazione “sociale”) sono caratteristiche maturate a metà anni 90 e tuttora della massima attualità. Per più dettagli si vedano i par.4.6.2.4 e 4.6.2.5 del Capitolo 4 (Parte I) e Appendice 6 al Capitolo1. Quindi ricordare che, come indicato nel par.1.0.3.3, all’interno di una TelCo che opera in un libero mercato le attività gestionali si svolgono sotto forma di processi di business finalizzati sia al raggiungimento degli scopi della gestione sia al conseguimento degli obiettivi di business (business objectives) dell’impresa TelCo e, poiché il business è “customer oriented”, tesi in maniera prioritaria alla creazione di valore per il Cliente. (Vedi Appendici 6 e 7 al Capitolo1). Qui di seguito e nel par. 1.4 vedremo che è proprio la caratteristica dell’ “orientamento al cliente” che determina la necessità da parte della TelCo di collegare vari processi di business in “flussi operativi end-to-end”. Vedremo che la pianificazione/ progettazione dei sistemi di supporto dei flussi operativi end-to-end richiede conoscenze interdisciplinari e competenze professionali trasversali Engineering – Business in fase di “Product Development”. (vedi Tavola 1.3.1.2 per la definizione delle aree conoscitive “Engineering” e “Business”) 1.1.2.4 Il macro-ambiente in cui opera la TelCo: cambiamenti PESTER nel settore TLC Ma non basta! Finora, partendo da un modello gestionale concettuale, abbiamo riconosciuto la necessità di specializzarlo a livelli operativi per renderlo più utile nell’ambito di una impresa commerciale TelCo, ma abbiamo ignorato un altro problema importante: la dinamica dei cambiamenti nel macroambiente TLC circostante la TelCo e il loro impatto 87 sulle attività gestionali svolte al suo interno. Una caratteristica specifica del business TLC è un “cambiamento” evolutivo ma profondo e di vasta portata, causato da forze di natura diversa e.g. 1) nuove esigenze da parte dei clienti con richieste di nuovi servizi TLC, 2) nuova regolamentazione del settore TLC, 3) nuovi modelli di business con nuove reti di relazioni commerciali fra TLC Stakeholders e.g. TelCo di vario tipo e ICTS, 4) mutamenti politici e socio-economici, 5) aumento del numero di competitors e di competitività fra TelCo, 6) progresso tecnologico nel campo delle tecnologie ICT etc. Questi cambiamenti si intrecciano ed evolvono nel tempo in maniera complessa e talvolta difficilmente prevedibile. In un tentativo di semplificazione, essi sono stati indicati complessivamente col nome di “cambiamenti PESTER”, iniziali di Politics, Economy, Society, Technology, Environment, Regulation, termini indicativi dei settori dove i cambiamenti si verificano. Noi adotteremo questa terminologia. Alcuni cambiamenti PESTER avvengono con tempi caratteristici relativamente brevi (il “ciclo di vita” di una tecnologia ICT, specialmente il settore Consumer Electronics dei terminali TLC, è di alcuni anni) e sebbene avvengano nel macroambiente esterno alla TelCo purtuttavia essi hanno un impatto importante 1) sui processi di business interni alla TelCo e.g. gestione di reti e servizi TLC o 2) sui processi di business interni ad una “rete del valore” (“value network”) di cui la TelCo può far parte e sui relativi “modelli di e-business” che la governano. NOTA BENE. Per “e-business” noi adottiamo la definizione dell’ITU-T “e-business is understood as the interaction among business partners with the help of information technologies” riportata nella raccomandazione ITU-T, Recom. M.3050.1 “Enhanced Telecom Operations Map (eTOM) – The business process framework”, 06/2004, pag. 34). SPIEGAZIONE 1.1.1.5.1 Una “rete del valore” è un rete commerciale di imprese legate da relazioni di business finalizzata alla creazione di valore nella produzione/vendita di un certo prodotto a certe classi di Clienti e.g. imprese ICT Supplier, Network Operator, Wholesale Service Provider, Intermediary Service Provider e Retail Service Provider, quest’ultimo per la fornitura di servizi TLC ad una comunità di Clienti finali (Per la definizione di “valore” e “Rete del Valore” vedi DEFINIZIONE 2.2.3.1 nel Capitolo 2 e le Appendici 6 e 7 al Capitolo 1). Una rete del valore è la implementazione di un “modello di business” (“business model”) che specifica le relazioni di business fra i vari partecipanti (vedi Appendice 7 al Capitolo 1 e Fig.A.7.8). 1.1.2.5 Flessibilià, prontezza e adattabilità del modello gestionale: automazione e integrazione di sistemi e processi A fronte di questa dinamicità nel macroambiente esterno, la TelCo deve offrire una risposta adeguata. Più precisamente una TelCo deve svolgere una attività gestionale non solo orientata al Cliente ma anche sostenibile nel tempo i.e. capace di far fronte ai cambiamenti PESTER. Questo è possibile se la attività gestionale e i relativi sistemi di supporto come minimo sono dotati delle seguenti caratteristiche: flessibilità (capacità di modificarsi), prontezza (tempi di risposta brevi) adattabilità (natura della risposta in linea con la natura del combiamento esterno) e scalabilità (capacità di espandersi per sopperire a carichi computazionali crescenti senza cambiamento di paradigma). Da un punto di vista operativo queste esigenze si trasferiscono nella necessità di supervisionare e controllare i flussi informativi aziendali e quindi i processi di business all’interno della TelCo o all’interno della “value network” di cui la TelCo può far parte, in maniera flessibile, pronta, adattabile e scalabile in modo tale da conseguire gli obiettivi di business anche in presenza di condizionamenti esterni mutevoli. Tutto questo è possibile automatizzando i processi di 88 business (per quanto possibile) tramite tecnologie computazionali digitali (i cosiddetti “sistemi di supporto”) che sono specializzate/ottimizzate per i vari tipi di gestione locale (e.g. OS, Operations Systems, OSS/BSS, Operation/Business Support Systems, Sistemi di Supporto alle Operatività/Business) e che sono poi integrate in un unico sistema informatico. Sistema informatico, se necessario, distribuito su tutta la value network attraverso interfacce possibilmente standardizzate in modo da rendere possibile l’utilizzo di componenti Off-TheShelf (per una definizione di “integrazione” vedere NOTA 1.1.2.9.1) Una struttura processuale supportata da un alto numero di componenti automatizzati commercialmente disponibili “Off-The-Shelf” e poi integrati in maniera “loosely coupled” attraverso interfacce standardizzate si presta bene a fornire una risposta pronta ed accurata (ricordare queste due parole!) alle sfide poste dai cambiementi PESTER e, al tempo stesso, è modificabile nell’ambito di iniziative di miglioramento continuo (“continuous improvement”) o riprogettazione (“business process redesign”) di natura più o meno radicale (e.g. “business process re-engineering”), iniziative che la TelCo avrà cura di portare avanti consistentemente e diligentemente nel tempo…….se vuole sopravvivere e prosperare in un libero mercato altamente competitivo come quello delle TLC 2008! Si tratta quindi di una gestione condotta su base “processi di business” soggetta non solo a ridisegno/ miglioramento dei processi di business esistenti (business process redesign/improvement) ma anche a eventuali modifiche/espansioni di questi processi effettuate in house o delegandone la responsabilità ad imprese esterne (outsourcing). Nei due casi si parla anche di politiche dell’ innovazione aziendale “centripete” o “centrifughe”. (vedi G.Bruno, “Ideare e progettare l’operatività nelle TLC”, CSELT, 2000, p. 26): [A questo punto si consiglia la lettura di A.7.1 relativa a “Marketing” e “Innovazione” in una TelCo nella Appendice 7 al Capitolo 1] 1.1.2.6 Il modello concettuale di Fig.1.1.1 come infrastruttura bidimensionale di riferimento per i processi di business di una TelCo Allora si ritorna alla domanda: “Nella realtà evolutiva e dinamica in cui opera una TelCo in presenza di continui miglioramenti/riprogettazioni dei processi di business e/o dei modelli di business in risposta a poderosi cambiamenti PESTER, quali sono i limiti di validità e di utilità di un modello gestionale statico come quello di Fig.1.1.1”? La risposta è a questo punto facile: il modello concettuale di Fig.1.1.1 va modificato/ampliato/ specializzato con l’inclusione di processi gestionali (processi di business) vieppiù dettagliati capaci di offrire ai suoi utilizzatori l’informazione di cui essi abbisognano per svolgere le loro attività di gestione in maniera efficace/efficiente e al tempo stesso adatti ad essere modificati nel tempo attraverso processi di “continuous improvement” o “Business Process Re-engineering”. A questo proposito vedere par.4.6.2.6 “I nuovi modelli gestionali basati sulla filosofia BPR”. Per soddisfare queste esigenze l’osservatore/modellatore che vuol creare un nuovo modello gestionale (più “utile” del precedente) mette a fuoco e aggiunge progressivamente dettagli processuali nei vari domini gestionali individuati dal modello di Fig.1.1.1. (Fig.1.1.2.7.1A e B) Il modello concettuale viene così a costituire una grande infrastruttura bidimensionale di riferimento (bidimensional reference framework) entro la quale il modellatore 89 progressivamente aggiunge/evidenzia i dettagli della dinamica processuale della gestione. Così, col modello concettuale (statico) si può apprezzare “scope and breadth” cioè l’”ampiezza e la portata” della gestione mentre con la struttura gerarchica dei processi gestionali sempre più specializzati in esso contenuti si può apprezzare la “depth” della gestione cioè analizzare la gestione a profondità sempre più spinte evidenziandone gli aspetti dinamici con dettaglio crescente. 1.1.2.7 Modelli processuali: le mappe processuali TOM e e-TOM del TeleManagement Forum/ITU-T La espansione di un modello gestionale concettale in un modello che pur ritenendo le caratteristiche statiche della gestione è capace di descriverne le caratteristiche processuali dinamiche è proprio quello che il consorzio internazionale TeleManagemnt Forum ha fatto nel 2000 con la “specifica tecnica pubblica” modello TOM (Telecom Operations Map) di Fig.1.1.2.7.1A e poi con una sua modifica/espansione denominata modello e-TOM (enhancedTelecom Operations Map) mostrata nella Fig.1.1.1.6.1B (vedi anche Appendice 3 al Cap.1). Questo modello è stato standardizzato nel 2004 dall’ITU-T. Entrambi modelli, nati come “specifiche tecniche pubbliche” (vedi Capitolo 3), sono modelli processuali, inseriti in una infrastruttura bidimensionale di riferimento, sviluppati con il contributo delle principali TelCo in un contesto di collaborazione internazionale. Essi non solo sono ancora modelli “generici” cioè tecnologicamente neutri e indipendenti da particolari scenari di servizio ma sono anche validi indipendentemente dalla struttura organizzativa delle singole TelCo e dal ruolo di business che esse possono svolgere in i eventuali “reti del valore” e.g. wholesale connectivity provider (wholesaler), third party service provider (TelCo partner), intermediary, TelCo retailer (Vedi Fig.1.1.2.8.1). L’inserimento dei modelli processuali (dinamici) nei modelli di riferimento (statici) avviene graficamente sottoforma di “rettangoli annidati” (nested boxes) come mostrato nelle Fig. 1.1.2.7.1A,B e nelle Fig.A3.2 e A3.3 nell’ Appendice 3 al Capitolo 1. Nel modello e-TOM la infrastruttura statica di riferimento si sviluppa su due livelli: il livello zero (massima generalizzazione, mostrato anche in Fig.1.0.3.3.1) e il livello 1 (Fig.A3.2). All’interno di questa infrastruttura statica sono poi inseriti due strati di processi (modelli processuali dinamici): “processi” situati al livello 2 (Fig.1.1.2.7.1.1B) e “sotto-processi” situati al livello 3 (vedi Fig.1.1.2.7.1C) Il modello e-TOM del TMF è stato ufficialmente riconosciuto nel 2004 come standard de jure ITU-T (“standard e-TOM”) e pubblicato in una serie di Raccomandazioni M.3050 riportate nella NOTA BIBLIOGRAFICA 1.1.2.7.1 (qui sotto) NOTA BIBLIOGRAFICA 1.1.2.7.1. Elenco delle Raccomandazioni ITU-T relative allo standard e-TOM (enhanced Telecommunications Operations Map). Fra parentesi sono indicati i corrispondenti Rapporti Tecnici del TeleManagement Forum. M.3050.0: eTOM – Introduction. M.3050.1: eTOM – The business process framework. (TMF GB921 v4.0.) M.3050.2: eTOM – Process decompositions and descriptions. (TMF GB921 v4.0 Addendum D.) M.3050.3: eTOM – Representative process flow. (TMF GB921 v4.0 Addendum F.) 90 M.3050.4: eTOM – B2B integration: Using B2B inter-enterprise integration with the eTOM. (TMF GB921 v4.0 Addendum B.) M.3050 Supplement 1: eTOM – ITIL application note. (TMF GB921 v4.0 Addendum L.) M.3050 Supplement 2: eTOM – Public B2B Business Operations Map (BOM). (GB921 Addendum C.) M.3050 Supplement 3: eTOM to M.3400 mapping. Il modello statico di Fig.1.1.1 può allora essere metaforicamente visto come un grande palcoscenico suddiviso in un insieme di compartimenti (domini gestionali) all’interno dei quali sono allocati processi di business standardizzati che tutte le TelCo possono utilizzare nella gestione di reti e servizi TLC come elementi di “flussi operativi end-to-end”. Questi processi sono abilitati da tecnologie ad hoc denominate Sistemi di Supporto (Support Systems, SS) per la parte automatizzata e da attori umani (addetti alla gestione) per la parte manuale. Quindi, attenzione! Si prevede che questi processi standardizzati siano utilizzati dalle TelCo come building blocks da integrare in flussi di processi operativi (vedi Fig.1.1.2.7.2) finalizzati a conseguire i loro obiettivi di business. Primi fra tutti quelli di Customer Care Management tesi al soddisfacimento diretto delle esigenze dei Clienti (customer oriented business). La conoscenza di “chi-fa-che-cosa” utilizzando la stessa library di processi operativi ovviamente facilita la cooperazione fra TelCo e la collaborazione fra unità organizzative all’interno di una stessa TelCo. SPIEGAZIONE 1.1.2.7.1 Ma cosa significa standardizzare un processo operativo? La mappa processuale e-TOM specifica i processi con grande precisione in termini di tre caratteristiche (vedi Fig.4.6.9.2): 1. “stimoli di ingresso” (input triggers), 2. “stimoli in uscita” (ingressi per altri processi) & “risultati in uscita” (output results) 3. “funzioni gestionali da svolgere” Quindi il contenuto di ogni processo è descritto in termini di “funzioni gestionali” da svolgere. Esse sono “units of processing” specificate nel modello funzionale FCAPS descritto nella ITU-T Recommendation M.3400. Si stabilisce così una relazione fra il modello processuale e-TOM e il modello funzionale FCAPS (vedi ITU-T Recommendation :M.3050. Supplement 3. Vedi anche Fig.4.6.9.2 e Fig.4.6.10.1 nel Cap.4). I flussi di processi, di cui parleremo con grande dettaglio fra poco, sono poi modificabili in risposta ai cambiamenti PESTER che agiscono sulla TelCo (innovazione tecnologica, spinte sociali, politica, economia, concorrenza etc.) nell’ambito di iniziative di “Continuous Improvement”, “Process Re-design” o “Process Re-engineering” (Vedi 1.1.2.1). 91 RAPPRESENTAZIONE AD “ALBERO” E A “SCATOLE ANNIDATE” DI UNA DECOMPOSIZIONE FUNZIONALE GERARCHICA HYERARCHICAL DECOMPOSITION (Graphical Representations) Level 1 Level 2 Level 3 Level 4 SPECIALIZATION (Moving horizontaly to the right) Bidimensional “Tree” Architecture TREE ROOT BOX BOTTOM SPECIALIZATION (Moving vertically out of the paper) 2 1 4 3 Tridimensional “Nested Box” Architecture Struttura MIRT FUNCTIONAL AREA O B J E C T MANAGEMENT DOMAIN NESTED BOX SPECIALIZATION T Y P E Struttura MIRT 92 PROCESSI OPERATIVI (Modello TOM del TMF) TOP DOWN CUSTOMER Customer Interface Management Processes Customer Interface Management Processes Service Fulfillment Service Assurance Service Billing Customer Care Management Sales Sales Order Handling Order Handling Problem Problem Handling Handling Customer CustomerQoS QoS Management Management Invoicing Invoicing&& Collections Collections Service ServiceQuality Quality Management Management Rating Rating&& Discounting Discounting Service Development & Operations Management Service Service Planning Planning & Development & Development Service Service Configuration Configuration Service ServiceProblem Problem Management Management Network & Systems Management Network Network Planning Planning &&Development Development Network Network Provisioning Provisioning Network Inventory Management Network Network Maintenance Maintenance &&Restoration Restoration Network Data Management S y s t e m s M n g m t P r o c e s s e s Network Element Management Processes Network Element Management Processes BOTTOM UP I n f o r m a i o n Physical Network / Information Technology Persona TLC Fig.1.1.2.7.1 A Modello TOM “Telecom Operations Map” del TMF. I processi per la gestione delle operazioni (processi operativi) sono inseriti in un framework statico di riferimento simile a quello di Fig.1.1.1 I processi possono essere ulteriormente specializzati in sotto-processi e questi in sotto-sotto processi e così via, creando così una struttura gerarchica (Rappresentazione a “rettangoli annidati” o “nested boxes”). I tre colori celeste, rosa e verde individuano i tre raggruppamenti Fulfillment, Assurance e Billing come definiti nel par. 1.1.1 (modello FAB). I processi “Information Systems Management” sono eseguita dal “Gestore del Gestore” (Gestione del secondo ordine) 93 PROCESSI OPERATIVI (Modello e-TOM dell’ITU-T) Customer Interface Management CRM BSS 1. CRM Op. Support & Process Mngmt 2. CRM Operations Readiness 3. Sales & Channel Management 1. Marketing Fulfillment Response 2. Order Handling 1. Problem Handling 3. Selling Retention & Loyalty Service Management & Operations (SM&O) 1. SM&O Support & Process Mngmt OSS 2. SM&O Readiness 1.Service Problem Management 1. Service Configuration & Activation OS NSS 2. Resource Mngmt & Operations 1.Resource Trouble Mngmt 2. Resource Perf. Mngmt. 1. Resource Provisionig Resource Data Collection & Processing Supplier/Partner Relationship Mngmt BSS 1. SPRM Oper. Support & Process Mngmt 2. SPRM Operations Readiness Oper. Supp. & Readiness 1. Service & Specific Instance Rating 2. QoS Analysis. Action & Reporting Resource Management & Operations (RM&O) 1. RM&O Support & Process Mngmt 1. Billing & Collections Management 2. Customer QoS/SLA Management 1. S/P Problem Reporting & Mngmt 1. S/P Requisition Mngmt 2. S/P Performance Mngmt 1. S/P Settlements & Billing Mngmt . Supplier/Partner Interface Management Fulfillment Assurance Billing Fig.1.1.2.7.1B Processi gestionali al livello 2 (primo livello dinamico) del modello standard “e-TOM” del TMF/ITU-T e tipologie dei sistemi di supporto. Notare l’aggiunta del raggruppamento “Operations Support & Readiness” al modello operativo Fulfillment-Assurance-Billing (FAB). I processi in rettangoli gialli fanno parte del flusso operativo end-to-end di Fig.1.3.3.4. Lo strato RM&O corrisponde agli strati di gestione Reti e Elementi di Rete nella mappa TOM. Da: ITU-T Rec. M.3050.2 (06/2004) 94 Resource Provisioning (Secondo Livello) Dettaglio minimo per una rappresentazione dinamica della gestione Terzo livello Allocate & Deliver Resource Configure & Activate Resource Test Resource Collect, Update & Report Resource Configuration Data Fig.1.1.2.7.1C Decomposizione funzionale del processo “Resource Provisionig” (secondo livello) di Fig. 1.1.2.7.1B in quattro sottoprocessi del terzo livello (modello e-TOM del TMF/ITU-T). 1.1.2.8 • Gestione TLC, con la “G” maiuscola: sistema informatico integrato per abilitare i flussi operativi end-to-end Brutte notizie? A questo punto si potrebbe legittimamente osservare che i processi gestionali da inserire nel modello statico di Fig.1.1.1 sono in effetti molteplici e specializzati lungo due “dimensioni”: 1) “oggetti” materiali o immateriali da gestire (e.g. reti, servizi, customer care etc.) e 2) aree funzionali o raggruppamenti di processi gestionali da eseguire. Si tratta quindi di processi che implementano una molteplicità di gestioni di natura diversa (per comodità indicate come gestioni locali, ognuna dedicata a certi “oggetti” da gestire e certe funzioni gestionali). Quindi il nostro tentativo di definire “una” gestione di sistemi e servizi TLC sembrerebbe miseramente fallito! Il prezzo che abbiamo pagato nel passaggio da livello concettuale a livello operativo nel nome di una maggiore “utilizzazione” del modello è stato molto alto in termini di frammentarietà/complessità del modello gestionale! Infatti, pur nell’ambito di un unico modello gestionale indipendente da Tecnologie ICT e da particolari scenari di servizio TLC sembrerebbe emergere di nuovo una serie di modelli gestionali locali frantumati in una molteplicità di processi gestionali perdippiù definiti a vari livelli di specializzazione. 95 CUSTOMER 1 2 (Access) Sales Order Handling (Order) Service Request 4 Check Complete 20 Order Status & Completion 19 Service Complete Service Configuration (Install) 12 Order (Inquiry) WorkForce Mngmt Security 3 (Configure) 11 Ntwk Access Check 8 7 Install Complete Install Request Assign. Request 6 5 18 Assign. Complete Ntwk Config. Request Ntwk Configuration & Routing Ntwk Provisioning (Configure) Ntwk Config. Complete (Assign/Activate) 17 Test Request 13 16 Test Complete Ntwk 17’’ Inventory 17’ Mngmt Update 9 Element Config. 10 Test Mngmt Config. Complete Perform Test 14 15 Test Data Fulfillment Processes Ntwk Elem. Mngmt Ntwk Elements Assurance & Billing Processes Persona TLC Fig.1.1.2.7.2 Flusso operativo “Richiesta e installazione di una istanza di servizio” (Service Provisioning) realizzato con processi operativi standard presi dalla mappa TOM di Fig.1.1.2.7.1A (Rapporto GB910 del TMF, Aprile 1999, pag.20). Il flusso mostrato si svolge all’interno del raggruppamento processuale “Fulfillment”. Notare le frecce orizzontali tratteggiate rappresentative degli accoppiamenti con processi operativi appartenenti ai raggruppamenti “Assurance” e “Billing”. Le frecce a due punte indicano collegamenti con TelCo partners I rettangoli tratteggiati rappresentano sottoprocessi del processo “Network Provisioning” non rappresentati nella mappa TOM ma mostarti in Fig.4.6.10.2 96 Accept Offer (*) Service Order (**) (*) Offerta effettuata dal SP durante un processo “Pre-order”. Già esiste un SLA. (**) Ordine piazzato dal cliente dopo consultazione di un catalogo servizi Check customer details Create SLA SLA Mngr Confirm Order Request Order SLA Sub-order Peer SP Develop Order Plan Service Configuration EXIT Release resource Change plan or reject order Service, SLA Peer SP Service activation Notify customer Service Notify billing, performance and SLA mngmt END Fig.1.1.2.7.3 Flusso operativo di “Service Provisioning” secondo Chen & Kong. Notare la creazione di “oggetti” (cerchi verdi). 97 • No! Customer oriented business……..über alles! Ma invece non è così….o, perlomeno, è così ma non è tutto! La ragione è semplice. Oggi in un libero mercato il gestore TelCo conduce un “customer oriented business” cioè un “business orientato al Cliente” i.e. un business che, seppur mirato al conseguimento degli Richiesta dal Cliente Notifica al Cliente Customer Interface Management Customer Relation Management (BSS) Service Management (OSS) Strati gestionali Resource Management (NSS) Partner/ Supplier Management (BSS) F A B Prova Partner SP F1 F2 F3 . . . . FN Struttura Organizzativa della TelCo “per Funzioni” Fig.1.1.2.8.1 Flusso operativo end-to-end per la fornitura di un customer service sovrapposto al modello statico di Fig.1.1.1. Le strisce verticali appartengono al modello funzionale FAB (Fulfilment, Assurance, Billing) del TMF. In basso è mostrata la struttura organizzativa della TelCo. Un flusso operativo end-to-end coinvolge sempre processi dello strato CRM. obiettivi di business della TelCo, è finalizzato prima di tutto al soddisfacimento di certe richieste del Cliente che, si noti bene, avvengono in mercati altamente competitivi (quindi da trattare con la dovuta considerazione!). A sua volta, ciascuna richiesta è soddisfatta in maniera efficace/efficiente solo se per essa la TelCo porta a termine con successo un “insieme coerente e completo di attività gestionali ottimizzate su base locale e poi integrate” (Vedi NOTA 1.1.2.9.1). Vedremo fra poco che questo insieme di attività, quando espresso in termini di processi aziendali, si chiama “flusso di processi operativi end-to-end”. Nel caso di 98 gestione non-automatizzata, avremmo espresso lo stesso concetto dicendo che “una richiesta del Cliente è completamente soddisfatta solo grazie alla cooperazione di molteplici addetti alla gestione dotati di competenze professionali diverse ottimizzate settore per settore”. A questo proposito, si guardi bene l’esempio di Fig. A.6.2. Quindi la frammentarietà/ complessità dei modelli gestionali, cioè l’ identificazione dei singoli elementi processuali e delle loro relazioni (linkages), causa della nostra precedente disperazione, in effetti appare come un fase intermedia necessaria per ottenere poi soluzioni ottimali integrate laddove, come vedremo fra poco, per “integrazione” si intende la cooperazione “seamless” fra componenti software “loosely coupled” (meglio se componenti COTS, Commercial Off The Shelf”). Vedi anche NOTA 1.1.2.9.1. Se non si avesse un modello processuale dettagliato questo tipo di integrazione (economicamente molto attrattiva) non sarebbe possibile! Ad esempio, quando il singolo Cliente, nell’ambito di un servizio TLC, richiede alla TelCo un qualsiasi servizio gestionale (“customer care service” o semplicemente “customer service”), e.g. un servizio di “service provisioning”, (“richiesta di installazione di una istanza di servizio TLC” vedi Fig.1.1.2.7.2 ) la TelCo deve eseguire un insieme di processi operativi integrati in un certo flusso di lavoro. Al Cliente non interessa affatto conoscere le singole attività gestionali locali o, meglio, i singoli processi operativi che compongono il flusso di lavoro e nel loro complesso implementano il servizio stesso (vedi anche Fig.1.1.2.7.1A,B). Al Cliente interessa che il “service provisioning” richiesto avvenga presto e bene e in linea con le sue aspettative cioè egli è soddisfatto se il risultato finale risponde in maniera soddisfacente alla sua richiesta iniziale. E questo è vero per un qualsiasi richiesta di customer service effettuata dal Cliente e per la fornitura del corrispondente servizio da parte della TelCo (Fig.1.1.2.8.1) In un “customer oriented business” come quello dettato dalle esigenze di un libero mercato queste richieste di customer service da parte del Cliente sono di primaria importanza e sono soddisfatte in maniera efficace/efficiente (prontezza nelle risposte, abbattimento dei tempi morti, eliminazione delle duplicazioni/ridondanze, riduzione dei costi etc.) se i processi operativi componenti del customer service sono integrati in un unico flusso operativo opportunamente automatizzato (end-to-end flow through). Ma vediamo meglio. • Flussi operativi end-to-end (“process flows that deliver value for the enterprise”!) Come spiegato nell’Appendice 6 al Capitolo 1 la aggregazione nel dominio del tempo, secondo una logica prestabilita, di certi processi operativi (logica e processi opportunemente scelti per conseguire un certo risultato finale in risposta a una certa richiesta iniziale), si chiama process flow o flusso di processi operativi o semplicemente flusso operativo. Esempi di processi operativi ad un alto livello di astrazione sono mostrati nelle mappe TOM e e-TOM di Fig.1.1.1.5.2A,B. Allorchè un flusso operativo contiene tutti i processi necessari e sufficienti a processare una richiesta iniziale effettuata dal Cliente e ottenere il risultato finale richiesto (fornitura completa del customer service richiesto), il flusso operativo è definito un “flusso operativo end-to-end”. Esempi di flussi operativi end-to-end sono mostrati nelle Fig.1.1.2.7.2 e 1.1.2.8.1. La Fig.1.1.2.7.2 si riferisce a una richiesta di “service provisioning” (vedi anche G.Bruno, “Ideare e progettare l’operatività nelle TLC” CSELT, 2000, pag. 50). Notare come questo flusso operativo richieda la integrazione nel 99 dominio del tempo di dieci processi di cui 6 sono presi dalla mappa TOM di Fig.1.1.1.5.2A e 4 sono sotto - processi del processo “Network Provisioning” (non mostrati nella mappa TOM). Ora notare che: 1) Un flusso operativo end-to-end contiene processi operativi (chiamiamoli “elementari”) presi da una library di processi operativi standardizzati, e.g. presi dalla mappa eTOM, la maggior parte automatizzata tramite impiego di Sistemi di Supporto ad hoc del tipo OS, NSS, OSS, BSS i quali a loro volta sono integrati in grossi sitemi informatici per ragioni di efficacia/efficienza (vedi NOTA 1.1.2.9.1) 2) Un flusso operativo end-to-end è tipico di un “customer oriented business”. Esso coinvolge sempre processi dello strato “Customer Relation Management” cioè inizia e/o finisce sempre dal Cliente e utilizza processi operativi provenienti da varie zone delle mappe TOM o eTOM (vedi Fig.1.1.2.8.1) attraversando strati orizzontali e strisce verticali diverse. Esso è quindi implementato da Sistemi di Supporto ottimizzati localmente i.e. realizzati con tecnologie applicative diverse a seconda del dominio gestionale in cui operano (e.g. Java, CORBA, CMIP, SNMP vedi par.1.4) 3) Un flusso operativo end-to-end può in pratica essere “spalmato” su più imprese con ruoli di business complementari inserite in una “rete del valore” o “value network” (vedi DEFINIZIONE 2.2.3.1) che realizza un certo “business model” con la partecipazione di imprese diverse legate da relazioni commerciali. La Fig.1.1.1.7.2 mostra la “spalmatura” dei processi TOM sulle imprese partecipi di una “value network” NOTA 1.1.2.8.1 Ricordiamo che una “rete del valore o value network” è una federazione di imprese che stabiliscono fra loro certe relazioni di business al fine di produrre/vendere certi prodotti finali nella maniera più efficace/efficiente possibile (vedi anche DEFINIZIONE 2.2.3.1) NOTA 1.1.1.7.2 Nel suo rapporto GB910 del Marzo 2000 a pag. 26 il TeleManagement Forum dice: “The most critical process work is the design and definition of the end-to-end process flows for providing services to customers” NOTA 1.1.2.9.1 “Integrazione” non significa la scomparsa di specifiche applicazioni gestionali specializzate per certi tipi di gestione (i.e. l’abbandono della filosofia “best solution for each management problem”) come, ad esempio, applicazioni per richiesta/installazione servizi (service provisioning), controllo della qualità dei servizi (service assurance), fatturazione (billing), in un unicum monolitico perfettamente omogeneo privo di interfacce interne bensì significa “seamless interoperability” fra applicazioni gestionali diverse distribuite in una rete di comunicazione dati, ognuna con interfacce logiche esplicite. Questo significa che in un “sistema informatico integrato” i vari componenti applicativi fanno parte di un sistema informatico unico all’interno del quale essi sono naturalmente interconnessi e cooperanti e nel quale i flussi informativi si svolgono senza soluzione di continuità (seamless). Queste esigenze vanno tenute in debita considerazione dalla TelCo sin dalla fase di Product Development adottando tecnologie software ad hoc (e.g. strutture tecnologiche sin dall’inizio tipo “plug & play” per applicazioni “loosely coupled”, vedi anche capoverso 1.1.5 e Fig.1.1.4) e opportuni sistemi di “workflow control” per lo scheduling dei flussi di processo. 100 Sales Order Handling Rating & Discounting Broker Sales Problem Handling Order Handling Customer QoS Management Invoicing & Collections Retailer Service Planning & Development Service Problem Management Service Configuration Service Planning & Development Service Quality Management Service Configuration Service Problem Management Network Provisioning Network Inventory Management Customer Customer Rating & Discounting Service Quality Management Rating & Discounting Network Data Management 3°Party SP Network Planning & Development Network Provisioning Network Inventory Management Network Maintenance & Restoration Network Data Management Connectivity Provider Fig. 1.1.2.9.2 Un flusso operativo end-to-end è costituito da processi operativi presi dal modello TOM (vedi Fig.1.1.2A) e da sottoprocressi (non mostrati in figura). Questi processi possono essere “spalmati” su business stakeholders che svolgono diversi ruoli di business e sono legati da relazioni di business in una “value network”. (Vedi Fig.A.7.7) La figura mostra cinque ruoli di business, le possibili relazioni di business e i processi operativi del modello TOM rilevanti a ciascun ruolo. (Consorzio internazionale TINA-C) 101 1.1.2.9 Integrazione dei Sistemi di Supporto L’insieme dei processi che compaiono nei flussi operativi end-to-end costituisce un sistema informativo interno alla TelCo (o distribuito su una “value network” di cui la TelCo fa parte) e come tale ha seguito in passato e segue oggi l’evoluzione dei sistemi informativi aziendali da manuali a automatizzati/integrati (vedi C.Batini et al. “Sistemi Informativi”, Volume 1, “Organizzazione e Reingegnerizzazione”, Franco Angeli, 2001, p.22). Infatti in un passato ormai lontano si effettuavano prevalentemente processi manuali, poi alcuni di questi processi sono stati automatizzati con il supporto di “stand alone support systems”, e oggi, i vari tipi di sistemi di supporto NSS, OSS e BSS (computers più applicazioni) sono integrati in flussi operativi end-to-end a loro volta integrati in un unico sistema informatico distribuito. 1.1.2.10 Conclusione: la Gestione TLC, con la G maiuscola ! La gestione supportata dal sistema informatico della TelCo (o della value network di cui la TelCo fa parte) che integra le tecnologie OS, NSS, OSS, BSS abilitanti l’insieme dei flussi operativi end-to-end è da noi denominata “Gestione TLC”, con la G maiuscola! I flussi operativi end-to-end permettono di raggiungere gli scopi prestabiliti per la gestione di reti e servizi TLC (TLC system & service management goals) e al tempo stesso conseguire obiettivi di business (business objectives) prefissati dal senior management della TelCo in fase di pianificazione strategica come parte di un business plan aziendale. E’ proprio in base alla “qualità” dei flussi operativi end-to-end (cioè la capacità di conseguire gli obiettivi di business prestabiliti in maniera sostenibile) che i clienti e la concorrenza “misurano” la TelCo. Ad esempio è proprio in base alla prontezza/accuratezza di esecuzione da parte della TelCo delle sue richieste che il Cliente valuta la bontà (il valore) di un servizio TLC e che lo rende “efficace” ai suoi occhi o meglio “più efficace” dei servizi TLC offerti dalla concorrenza. Quindi quando parliamo di “Gestione TLC” facciamo proprio riferimento al fatto che per ragioni di efficacia/efficienza i vari tipi di gestione locale supportati dalle tecnologie OS, NSS, OSS, BSS sono individualmente ottimizzati su base locale e.g. con l’uso di tecnologie software specializzate (e.g. Java, CORBA, CMIP, SNMP) ma sono poi integrati (meglio se “loosely coupled”) in un sistema informatico unico abilitante l’insieme dei flussi operativi endto-end. Vedremo nel par.1.3 che l’integrazione di diversi modelli gestionali locali e relative tecnologie richiede lo sviluppo di “mappature” da un modello gestionale all’altro e la messa a punto di “integratori tecnologici” per passare da una tecnologia all’altra in maniera “seamless” (e.g. tecnologia CORBA-tecnologia OSI). 102 NOTA 1.1.2.10.1 A proposito dell’integrazione dei sistemi OSS “sin dall’inizio” riportiamo un passo del libro di N.V. Jones, “Telecommunications Management”, Virtualbookworm. com, 2004, p.80 che riteniamo rilevante all’argomento. “When considering OSS integration strategy many people tend to take the approach of “think big” but start small. Unfortunately this encourages piecemeal integration implementations and pretty soon redundancy shows its ugly head. My recommendation would be to think big when it comes to an “integration” infrastructure. How are these applications going to be integrated? Will a shared message bus, database, file structure, etc. be used? In other words how will these systems communicate with each other? Once this has been determined, work hard to get the infrastructure in place. Then you can break the integration tasks into piecemeal implementations which can reliably share a common communication infrastructure. Remember to consider standards such as messaging formats, interfaces between application services, etc.” 1.1.3 Le “dimensioni” della Gestione TLC: tipologie di modelli gestionali In 1.1.1 abbiamo detto: Parlare di “gestione” significa parlare del “modello gestionale” bidimensionale di Fig.1.1.1 opportunamente ampliato/specializzato con l’aggiunta dei processi di business che si svolgono all’interno del gestore TelCo o della value network di cui esso fa parte. Infatti abbiamo visto come operando ad un livello di astrazione molto alto (modello gestionale concettuale) si può comprendere in maniera olistica cosa si intende per “gestione di sistemi e servizi TLC” indipendentemente dalle specificità di quest’ultimi, ma si perde di vista la dinamicità di una gestione “per processi” imposta dal modus operandi interno della impresa commerciale TelCo (modello gestionale operativo o modello processuale). Abbiamo anche detto che il vantaggio di disporre di un modello concettuale è rappresentato dal fatto che esso offre una “bird’s eye view” cioè visione complessiva di insieme di ciò che ci interessa. Lo svantaggio è rappresentato dal fatto che esso è lontano dai dettagli di una realtà di impresa immersa in un macroambiente in contnua evoluzione ed è essenzialmente di natura statica cioè incapace di rappresentare i dettagli dei processi gestionali e dei flussi di processi gestionali legati alla realizzazione degli obiettivi di business della TelCo (processi di business). Se ci si vuole avvicinare alla realtà dei fatti e agli imprescindibili aspetti “business” della attività gestionali e capire con maggior precisione e dettaglio cosa si intenda per Gestione TLC, con la G maiuscola, si devono creare modelli gestionali processuali relativi a “certe” attività gestionali svolta all’interno di una TelCo dotati di sufficiente dettaglio. Cioè se si parte da un modello gestionale concettuale e lo si specializza progressivamente per fasi successive, la dinamicità della gestione emerge solo ad un certo livello di specializzazione e.g. livello 2 del modello “e-TOM” del TMF/ITU-T (vedi Fig.1.1.2.7.1B) 103 AUTOMAZIONE di “BUS. PROCESS” TLC Operations Map (TOM) ANALIZE BUS. PROCESS (Process Architecture) Central Information Facility (Object Model, Data Dictionary) ANALIZE REQUIREMENTS Technology Integration Map (TIM) DESIGN LOGICAL SYSTEM Application Components Direction Statement DEFINE CONTRACTS Technology Direction Statement SPECIFY TECHNOLOGIES BUILD or BUY DECISION Procurement Guide Buy Building Block Buy Tools OOAD Persona TLC Fig.1.1.4.1 Automazione di un processo di business preso dalla mappa TOM del TMF e relativi documenti prodotti dal consorzio TMF NOTA 1.1.4.1 Automazione di un Business Process (Fig.1.1.4.1) [TMF Guide Book GB 909 v.3 “Technology Integration Map”, 2001] La Fig.1.1.4.1 mostra le prime iniziative intraprese dal consorzio TMF e i relativi documenti prodotti relativamente allo sviluppo di software gestionale OSS/BSS partendo da modelli processuali (Process Architecture) e informativi (Object Model). Questi modelli sono stati sostituiti più recentemente dal modello processuale “e-TOM” (vedi par.1.1.2.7) e dal modello informativo “SID” (vedi: “ITU-T Recommendation M.3190, “Shared Information & Data Model”, 07/2008”). Si parte da modelli rappresentativi delle caratteristiche statiche e dinamiche del business di una TelCo e in base a queste si identificano i requisiti del software da sviluppare. Si prosegue con una prima valutazione delle funzionalità del software e come queste possano essere distribuite in un sistema gestionale distribuito in “software units of reasonable granularity”. La terza fase è il progetto del “sistema logico” (“logico” significa “indipendente dalla particolare tecnologia implementativa”). In questa fase si identificano i “componenti” del sistema logico i.e. i “building blocks” del sistema definiti come “deployable units of interoperating software”. La interoperabilità dei componenti nel “sistema logico” avviene attraverso un “bus logico”. Si dice anche che la interoperabilità fra componenti avviene in base a “servizi” richiesti-forniti dai componenti (in tal caso si parla anche di architettura SOA, Service Oriented Architecture) e che ogni componente pubblica sulla sua interfaccia l’insieme di servizi che esso può fornire (in tal caso il servizio elementare viene anche detto “contract”). Questi argomenti verranno trattati di nuovo nel par.1.4.4. La fase successiva è la scelta delle tecnologie software e hardware implementative dei componenti e del bus logico (hardware platform, operating system, programming language) assime al “middleware” (vedi par.1.3). L’ultima fase è la decisione di comprare o costruire in proprio il sistema informatico gestionale specificato nelle fasi precedenti. 104 Gestione TLC quadridimensionale Modello architetturale Modello computazionale Distributed infrastructure to support applications (Engineering Model) Logical partitioning of distributed applications (Computational Model) Modello informativo Modello tecnologico Modello processuale (Enterprise Model, Information Model) Technology Procurement and Installation (Technology Model) Persona TLC Fig.1.1.4.2 Rappresentazione multidimensionale della Gestione TLC adatta allo sviluppo di un sistema gestionale “fortemente” distribuito. I modelli.fra parentesi sono modelli OD-RM (Open Distributed ProcessingReference Model) dell’ITU-T Ma c’è di più. Anche la natura e struttura dell’informazione e dei dati trasportati dai processi gestionali devono avere un dettaglio sufficiente per risultare poi utili sia agli addetti alla gestione che per progettare/costruire i Sistemi di Supporto in fase di Product Development. In altre parole stiamo dicendo che il modello funzionale processuale deve essere accompagnato da un modello informativo capace di rappresentare con sufficiente dettaglio l’informazione e i dati che fluiscono nei processi o che di volta in volta vengono immagazzinati nelle relative basi dati. Ma il modello dei processi di business e il modello informativo seppur con i dettagli desiderati sono sufficienti per ottenere una rappresentazione/specifica completa dei Sistemi di Supporto che implementano la Gestione TLC? La risposta è NO! Ma allora: quali altri modelli sono necessari per specificare e quindi per essere in grado di effettuare le scelte e gli investimenti relativi ai Sistemi di Supporto, possibilmente OTS, necessari a realizzare gli obiettivi di business della TelCo (Gestione TLC)? • La altre dimensioni: computazionale, architetturale e tecnologica La terza dimensione della Gestione TLC si può individuare visualizzando con la nostra mente lo sviluppo delle tecnologie abilitanti i processi di business i.e. del sistema informatico gestionale (Fig.1.1.4.1 e NOTA 1.1.4.1) . A questo punto appare evidente che la terza e la quarta dimensione della Gestione TLC sono proprio un modello computazionale che 105 rappresenta la distribuzioinec delle funzionalità computazionali nel sistema gestionale. (creazione di “building blocks” e un modello architetturale che rappresenta la infrastruttura comunicativa abilitante le comunicazioni fra vari componenti. Infine un modello tecnologico rappresenta le tecnologie adatte a realizzare concretamente i vari componenti del sistema. 1 MODELLO PROCESSUALE (Modello “Enterprise” nel linguaggio ODP) descrive i processi di business all’interno di una TelCo necessari a conseguire gli obiettivi di business prefissati 2. MODELLO INFORMATIVO: descrive la natura e struttura dell’informazione contenuta nei processi gesrtionali (Fig.1.1.4.3) 3. MODELLO COMPUTAZIONALE: descrive la distribuzione delle funzionalità gestionali (logic partioning) nel sistema informatico gestionale 4. MODELLO ARCHITETTURALE (Modello “Engineering” nel linguaggio ODP) descrive l’infrastruttura comuniucativa abilitante le comunicazioni fra i vari componenti (“building blocks”o “application components”) del sistema gestionale. 5. MODELLO TECNOLOGICO riguarda il procurement e l’installazione delle tecnologie. Usato per giustificare piuttosto che descrivere le tecnologie software scelte. In particolare esso serve al vendor per fornire una dichiarazione che le tecnologie scelte supereranno i test di accettazione previsti (Implementation eXtra Information for Testing, IXIT) 106 Market / Sales (7) Market Strategy & Plan Marketing Campaign Market Segment Contact / Lead / Prospect Competitor Sales Statistic Sales Channel 2. Product (6) Strategic Product Portfolio Plan Product Product Specification Product Performance Product Offering Product Usage Statistic 3. Customer (10) Customer Customer Order Customer Interaction Customer Statistic Customer Problem Applied Customer Billing Rate Customer SLA Customer Bill Customer Bill Collection Customer Bill Inquiry 4. Service (9) Service Service Applications Service Specification Service Configuration Service Performance Service Strategy & Plan Service Usage Service Trouble Resource Performance Resource Strategy & Plan Service Test 5. Resource (9) Resource Resource Topology Resource Specification Resource Configuration Resource Usage Resource Trouble Resource Test 6. Supplier / Partner (12) Supplier/Partner S/P Plan 7. Enterprise Under S/P Interaction S/P Product S/P Order S/P SLA S/P Performance S/P Bill S/P Problem S/P Bill Inquiry S/P Statistics S/P Payment 8. Common Business (5) Party Business Interaction Construction Location Policy 107 Agreement Tavola P2.1 Modello informativo SID del TMF/ITU-T. Entità di livello 1 in raggruppamenti di livello zero 1.1.4 Valenza economica della gestione Anche se poco rappresentativo dello stato delle relazioni fra imprese TLC nell’anno 2008, per scopi didattici noi assumiamo uno scenario gestionale bilaterale molto semplificato. Lo scenario è il seguente: la gestione di sistemi e servizi TLC viene effettuata, da un lato, da una impresa TelCo (comprensiva di un Fornitore di Servizi SP che gestisce i servizi TLC e un Operatore di Rete NO che gestisce le reti abilitanti i servizi TLC ed eroga “servizi di rete”) e, dall’altro lato, da una comunità di Utenti finali. Nel caso di Utenze Business partecipano alla gestione anche unità organizzative ISM (Information System Manager) che gestiscono le tecnologie ICT interne alle singole Utenze (e.g. gestione del Customer Premise Equipment). Una TelCo trasforma la erogazione/gestione di servizi TLC a una comunità di Utenti finali in una attività commerciale “orientata al Cliente” (“customer oriented business”) tesa al raggiungimento di certi “obiettivi di business” (“business objectives”) con un certo profitto e in maniera sostenibile (i.e. nel rispetto dei dettami di una Responsabilità Socilae di Impresa). Quindi gli obiettivi della gestione di sistemi e servizi TLC (TLC System and Service Management Goals) sono anche obiettivi di business per la TelCo. In queste condizioni, poiché le risorse disponibili a una TelCo sono sempre limitate, le attività di fornitura/erogazione dei servizi TLC e di acquisizione/utilizzo delle relative tecnologie ICT di supporto devono soddisfare criteri di economia cioè devono essere effettuate in maniera efficace/efficiente i.e. con massimo soddisfacimento delle necessità/aspettative degli Utenti (maximum quality to the Customer) e con minimizzazione dei costi affrontati dalla TelCo (maximum operational productivity). Questo richiede che la TelCo effettui la Gestione TLC in maniera efficace/efficiente tramite opportune “Reti di Gestione” (sistemi informatici gestionali costituiti da Sistemi di Supporto interconnessi da reti dati gestionali) e che queste ultime siano gestite esse stesse in maniera efficace/efficiente (gestione del secondo ordine). 1.1.4.1 Misura dell’ “Efficacia/Efficienza” con cui una TelCo gestisce il suo business Come si misura la efficacia/efficienza con cui una TelCo produce, eroga e gestisce servizi TLC? Un metodo per misurare l’ “efficacia” con cui una TelCo produce, eroga e gestisce servizi TLC è quello di verificare come essa riesca a soddisfare le necessità/aspettative dei Clienti (verifica del livello di “quality to the customer”) i.e. sia capace di fornire “servizi TLC giusti, al tempo giusto, nel luogo giusto, al prezzo giusto” mentre un metodo per misurarne l’ “efficienza” è quello di verificare che la TelCo impieghi le sue risorse riducendo gli sprechi (risorse fisiche, logiche o umane disponibili ma inutilizzate), le duplicazioni (unità organizzative che eseguono gli stessi compiti) e gli eventuali tempi morti nella esecuzione dei processi aziendali (verifica del livello di “operational productivity”) (e.g. vedi Fig. A.6.2 nell’Appendice 6 al Capitolo 1). Una TelCo deve soddisfare queste esigenze continuamente per tutta la durata del ciclo di vita di ogni servizio TLC i.e. dal suo concepimento (analisi delle opportunità di mercato) attraverso il suo lancio commerciale fino alla sua dismissione e in maniera sostenibile in presenza di cambiamenti di varia natura e.g. mercati, condizioni socio-economiche e politiche variabili, innovazione tecnologica, sfide competitive etc. 108 L’ ITU-T nella Raccomandazione M.3200, facendo riferimento alla GST in una TelCo, dice: “Da un punto di vista Business, l’obiettivo della gestione TLC è il miglioramento continuo della qualità di servizio erogata al cliente (NdR: efficacia) e della produttività operazionale (NdR: efficienza)” laddove per “produttività operazionale” qui si intende il valore economico delle prestazioni del sistema TLC rapportato al suo costo totale i.e. costo di acquisizione + esercizio (Vedi G.Iazeolla, “Impianti Reti Sistemi Informatici”, Franco Angeli, 2004, p. 23). La Raccomandazione M.3200 continua affermando che: “Una misura del “miglioramento continuo” può effettuarsi verificando che: ii) La risposta alla domanda di servizi TLC sia più rapida iii) L’eliminazione delle cause alla base della diminuzione di produttività sia più rapida iv) La accuratezza delle fatture migliora e i tempi di ricezione siano più brevi. Tavola 1.1.4.1 Infatti, ripetiamo ancora una volta, l’obiettivo strategico (di lungo termine) che una impresa commerciale come la TelCo si prefigge di raggiungere è una certa performance economica sostenibile nel tempo cioè mirata al conseguimento di profitti in maniera eticamente e socialmente responsabile pur in presenza di condizioni PESTER mutevoli. “Performance sostenibile “ significa che la TelCo vende certi servizi TLC in certi mercati producendo ricavi superiori ai costi di esercizio e di acquisizione delle risorse (i.e. con “profitto”) e al tempo stesso implementa diligentemente politiche di Responsabilità Sociale di Impresa (vedi dopo). Come già detto, questo in pratica può richiedere da parte della TelCo modifiche di varia natura alla conduzione del business e.g. modifiche graduali e progressive di “continuo miglioramento” (“continual improvement”) o modifiche di riprogettazione dei processi gestionali (“business process re-design”) o modifiche molto drastiche di “reingegnerizzazione dei processi di business (“business process re-engineering”). NOTA 1.1.4..1 Per il “Business Process Re-engineering” vedere anche: C.Batini et al. “Sistemi Informativi. Volume 1, Organizzazione e reingegnerizzazione” Franco Angeli, 2001. G.Bruno, “Ideare e progettare l’operatività nelle telecomunicazioni”, CSELT, 2000, pag. 67. Vedi anche par.4.6.2 nel Capitolo 4 Il “miglioramento continuo” è finalizzato a conseguire a livello operativo una serie di obiettivi fra cui quelli che forniscono maggior valore aggiunto sia alla TelCo che al Cliente sono (vedi anche Tavola 1.1.2.1) 1. risposte più rapide alle domande dei clienti 2. eliminazione delle cause di riduzione di produttività, 3. fatturazione più accurata e addebiti più veloci Il conseguimento di ciascuno di questi obiettivi richiede da parte di una TelCo l’approntamento/esecuzione di flussi di processi operativi che coinvolgono la gestione di risorse-servizi-clienti ( “flussi operativi end-to-end”, cioè flussi di processi che abbracciano tutto l’arco cliente-risorse di rete attraversando domini gestionali di natura diversa, vedi par.1.4.4). 109 SERVIZIO TLC FUNZIONALITA’/ FUNZIONE GESTIONALE + FUNZIONALITA’/ FUNZIONE U&S SISTEMA INFORMATICO GESTIONALE TECNOLOGIE U&S OSS/BSS Tecnologie ISM “Gestore del Gestore” NSS Reti TLC OS El.Rete Parte Gestionale Parte Gestita SISTEMA TLC Fig.1.2.1.1 La gestione di sistemi e servizi TLC all’interno di una TelCo. OSS/BSS (Operations/Business Support Systems), NSS (Network Support Systems) e OS (Operations Systems) sono tecnologie gestionali. La parte gestita U&S (rettangolo rosa) assume caratteristiche specifiche per specifici scenari di servizio e tecnologici. Invece la parte gestionale (rettangolo giallo) può essere modellata ad un livello di astrazione sufficientemente alto (processo di generalizzazione) da reare “modelli gestionali generici” i.e. validi per diversi scenari di servizio o tecnologie fornite da vendors diversi. ISM, Information System Manager, è il “Gestore della rete informatica di gestione” interno alla TelCo e implementa la gestione del secondo ordine, parte del sistema TLC. I sistemi OS possono avere interfacce proprietarie mentre i sistemi di supporto sono realizzati con tecnologie DOC (Distributed Object Computing) standardizzate . 110 etom1 1.2 “Separazioni” nella rappresentazione/specifica di sistemi e servizi TLC 1.2.1 Le risposte a sei domande fondamentali Inizialmente abbiamo riconosciuto che un sistema TLC reale è rappresentabile come una “medaglia” a due facce, una parte gestore e una parte gestita, e che quest’ultima è necessaria per rendere efficace/efficiente il funzionamento complessivo del sistema. Questa separazione, fatta sulla base del format e scopo dell’informazione trasmessa/elaborata/ immagazzinata, è generalmente facile per i sistemi TLC (specialmente quando le tecnologie implementative delle due parti sono nettamente diverse e.g. tecnologie ICT analogiche per la parte gestita e tecnologie ICT digitali per la parte gestore) ma è generalmente difficile per i servizi TLC. Come si definisce la gestione di un servizio TLC e quale è la differenza fra servizio e gestione di servizio? Quello su cui tutti siamo d’accordo è che un servizio TLC reale è costituito da una aggregazione temporale di funzionalità/funzioni tutte ugualmente importanti e indispensabili, condivise da SP (Service Provider) e Utente, e svolte per soddisfare i desideri/bisogni di quest’ultimo. Come si fa a stabilire quali sono le funzionalità/funzioni “gestionali” e quali sono “gestite”? Chi decide? Se si prendono più decisioni diverse quale decisione deve essere accettata? ESEMPIO. Separazione “parte gestore –parte gestita” in un sistema reale. Anche in un sistema meccanico può essere difficile riconoscere parti “gestore” e “gestita” se non esiste una netta distinzione fra le relative tecnologie implementative. Ad esempio se si vuole, si può rappresentare/specificare una automobile come un insieme di caratteristiche classificate in due raggruppamenti denominati “parte essenziale” e “parte gestore”: una parte “essenziale” (motore, ruote, chassis) la quale è gestita da una parte “gestore” (freno, acceleratore, marce, sterzo). Tuttavia, tutti dobbiamo riconoscere che in effetti una automobile è un sistema meccanico unico costituito da componenti, tutti ugualmente importanti e indispensabili, i quali sono mutuamente accoppiati e cooperanti al fine di renderne il funzionamento complessivo efficace/efficiente (i.e. a costo minimo e con massima soddisfazine dell’automobilista). • Raffinamento dell’ “Ipotesi di Lavoro 1.1.1” Abbiamo iniziato il paragrafo 1.1.1 con la “Ipotesi di Lavoro 1.1.1.1” che diceva 1) “gestire un sistema TLC” significa svolgere tutte le funzioni necessarie a garantire che esso sia sviluppato e funzioni come preliminarmente specificato in maniera efficace/efficiente i.e. a costo minimo e soddisfazione massima per l’utilizzatore 2) “gestire un servizio TLC” significa svolgere tutte le funzioni necessarie a garantire che un servizio TLC sia sviluppato e fornito come preliminarmente specificato in maniera efficace/efficiente i.e. costo minimo e soddisfazione massima per l’Utente. Ora vogliamo riformulare questa “Ipotesi di lavoro 1.1.1.1” in dichiarazioni e domande: 111 DICHIARAZIONI 1) Ogni sistema TLC è una infrastruttura fisico-logico-energetica abilitante i servizi TLC nella quale si riconoscono due parti inseparabili e interdipendenti: una “parte gestita” che tende a funzionare a specifica e al massino livello di efficacia/efficienza grazie all’ ausilio e in cooperazione con una “parte gestionale” (la parte rimanente del sistema TLC). Questo concetto si può incapsulare nella frase ad effetto: “La gestione di un sistema TLC è nel sistema TLC” 2) Ogni servizio TLC è una aggregazione temporale (fasi del “ciclo di vita”) di funzionalità/funzioni sviluppate/possedute e svolte da TelCo e Utenti, atte a soddisfare i desideri/bisogni di quest’ultimi, costituita da due parti inseparabili e interdipendenti: una “parte gestita” svolta durante la fase “accesso/erogazione/fruizione” e una “parte gestionale” svolta nelle altre fasi. Il concetto si può incapsulare nella frase ad effetto: “La gestione di un servizio TLC è nel servizio TLC” (Il segno + in Fig.1.2.1.1 significa “aggregazione”) 3) Il principale gestore responsabile della gestione di reti e servizi TLC è una impresa TelCo. Tuttavia la gestione dell’equipaggiamento CPE all’interno delle Utenze (e.g. terminali) cade sotto la responsabilità dell’ Utente, nel ruolo di ISM (Information System Manager). Inoltre l’Utente, nel ruolo di Cliente, collabora con la TelCo per la gestione dei servizi TLC. DOMANDE 1. Si è parlato di sistemi e servizi TLC reali come entità unitarie e indivisibile e loro rappresentazioni/specifiche suddivise in due “parti inseparabili e interdipendenti”. Quali sono i criteri necessari e sufficienti a identificare queste due parti e quali sono le loro mutue relazioni? In pratica quali sono i criteri di separazione e interazione fra parte gestita e parte gestore? Quale è l’ utilità pratica di questa separazione? (Vedi par.1.2.2. e 1.2.3) 2. E’ possibile trovare un criterio di separazione valido per tutti i servizi TLC oppure, caso per caso, si devono stabilire criteri diversi per i diversi servizi TLC o per gruppi di servizi TLC? (Problema della creazione di modelli gestionali “generici” e della scelta del livello di “genericità” o, meglio, “livello di astrazione”. Vedi par.1.2.7) 3. Potrebbe ogni operatore TLC fare di testa sua e adottare i criteri gestionali che ritiene più opportuni o si deve affidare a enti ad hoc preposti alla standardizzatione della gestione? (Separazione “gestione proprietaria - gestione standardizzata”. Vedi par. 1.2.6.3,4) 4. Su che base enti regionali, nazionali o internazionali stabiliscono una normativa standardizzata e su che base gli operatori TLC devono accettare le loro scelte? (Problema della “guerra degli standards” e della popolarità degli standards) 5. La parte gestore ha a sua volta bisogno di un gestore? (Problema del “Guardian’s Guardian” o delle gestione del secondo ordine. Vedi par.1.2.6.2) 6. Se, come in effetti accade all’interno di una TelCo, i compiti gestionali non possono essere completamente assolti da tecnologie (gestione automatizzata) ed è necessario un 112 contributo umano (gestione manuale) cioè se si è in presenza di una gestione mista effettuata congiuntamente da uomini e macchine, è possibile e che significato ha studiare separatamente i due tipi di gestione? (Separazione “gestione automatizzata- gestione manuale”. Vedi par.1.2.6.2) 1.2.2 • La separazione “Servizi TLC - Gestione servizi TLC” Funzionalità e funzioni TLC Per trovare una risposta a queste domande dobbiamo vivisezionare un sistema o servizio TLC, riconoscerne gli elementi costitutivi e stabilire “chi-fa-che-cosa”. In questo ci aiutano molto i concetti di “funzionalità” e “funzione” introdotti all’inizio del corso. Infatti, nel par.1.0.3.1 abbiamo già definito un “servizio TLC” come aggregazione nel tempo di funzionalità/funzioni TLC mentre per un sistema TLC si è parlato di “componenti tecnologici” che “posseggono funzionalità” e “svolgono funzioni” (vedi tavola 1.0.2.1) Vediamo prima i servizi TLC. Abbiamo visto che un servizio TLC ha un suo “ciclo di vita” suddiviso in “Product Development” e “Service Delivery”. Facciamo riferimento a un servizio TLC in fase di “Service Delivery” (vedi Fig.1.3.1.2) cioè consideriamo un servizio TLC dopo il suo lancio commerciale i.e. dal momento in cui esso comincia ad essere offerto al pubblico. Inoltre cominciamo introducendo concetti il più possibile elementari… ….quindi operando a livelli di astrazione elevati (ricordate i concetti socratici del par.1.1.1?) In queste condizioni diciamo che: DEFINIZIONE 1.2.1.1 La gestione di un servizio TLC è lo svolgimento di un insieme coerente di funzioni gestionali opportunamente definite da un gestore o da un ente ad hoc riconosciuto dal gestore. Nel ciclo di vita di un servizio TLC essa si accompagna allo svolgimento di funzioni di Utilizzazione che costituisce la erogazione/fruizione dell’ “essenza del servizio TLC” (“TLC service core”) e allo svolgimento di funzioni di Segnalazione che costituisce l’ “accesso al servizio TLC” (“TLC Service Access”). • Natura e scopo dei flussi di informazione nello svolgimento delle funzioni TLC Ma quali sono i criteri in base ai quali le funzioni svolte nel corso di un servizio TLC vengono separate in funzioni gestionali, funzioni di Utilizzazione e funzioni di Segnalazione (criteri di separazione)? Stabiliamo che la separazione fra questi tre tipi di funzioni sia fatta in base al format (e.g. protocolli comunicativi) e scopo dei flussi di informazione coinvolti nello svolgimento delle funzioni stesse. Allora noi diciamo che una funzione di Utilizzazione è una funzione TLC il cui svolgimento implica flussi informativi di Utilizzazione all’interno del sistema TLC, una funzione di Segnalazione è una funzione TLC il cui svolgimento implica flussi informativi di Segnalazione all’interno del sistema TLC e, infine, una funzione gestionale è una funzione TLC il cui svolgimento implica flussi informativi di natura gestionale all’interno del sistema TLC. Quindi la precedente domanda si sposta nella domanda seguente: quale criterio si deve adottare per stabilire la natura dei flussi di informazione in un sistema TLC? 113 Nel prossimo paragrafo, spiegheremo meglio quali sono i criteri di distinzione fra flussi informativi gestionali, di Utilizzazione e di Segnalazione nei più comuni servizi TLC. Tuttavia un esempio può aiutare a chiarire subito il concetto. Una conversazione telefonica avviene tramite flussi informativi scambiati fra utenti corrispondenti. Questa è l’ “essenza” del servizio di telefonia cioè un servizio telefonico è stato creato prorio per questo scopo specifico, tutto il resto gioca un ruolo ausiliario. Questi flussi sono denominati “flussi informativi di Utilizzazione (Usage)”. I flussi informativi associati alla digitazione sulla tastiera del telefono di un numero telefonico sono preliminari e propedeutici ai flussi di Utilizzazione e sono denominati “flussi informativi di Segnalazione (Signaling)”. Una telefonata da parte di un Cliente a un Call Center per notificare e far correggere un errore in una bolletta telefonica serve a soddisfare le esigenze del Cliente e a migliorare la qualità del servizio cioè a rendere il servizio telefonico più “efficace”. I flussi informativi relativi a questa telefonata sono considerati di natura ancillare rispetto ai precedenti flussi e sono denominati “flussi informativi gestionali” (Management). Uno studio molto più dettagliato sull’ argomento verrà effettuato a più riprese durante tutto il corso delle lezioni (vedi Capitoli 2 e 4). Chi è impaziente può saltare subito al par. 1.2.2 e alla Fig.1.2.2.1! Per il momento è sufficiente riconoscere che: 1) in un servizio TLC i tre tipi di funzioni summenzionati sono distinguibili non solo perché sono svolti per scopi diversi ma anche perché durante il ciclo di vita del servizio essi sono svolti in tempi diversi (i.e. in “fasi” diverse del ciclo di vita) talvolta da persone diverse (e.g. in una Utenza affari o governativa la telefonata al Call Center per segnalare un guasto la fa il Cliente cioè l’ Ufficio amministrativo e non l’Utilizzatore) e talvolta con format diversi cioè protocolli comunicativi diversi (protocolli di signaling diversi da quelli di utilizzazione). Infine tra poco mostreremo (vedi Fig.1.2.2.1) che, a differenza delle altre funzioni, le funzioni di utilizzazione sono specifiche di un particolare tipi di servizio e.g. in un “servizio di telefonia vocale” la funzione di utilizzazione specifica è uno “scambio interattivo in tempo reale di segnali vocali”, in un servizio TV la funzione di utilizzazione è l’osservazione di un programma TV etc.. 2) tuttavia tutte queste funzioni fanno parte di uno stesso servizio TLC e sono necessarie perché esso sia erogato/fruito in maniera efficace/efficiente secondo criteri di razionalità economica. 114 Riportiamo qui di seguito alcune considerazioni relative ai servizi TLC pubblicate dal consorzio industriale TINA-C (Telecommunications Information Networking Architecture - Consortium) nel rapporto: TINA: “Overall Concepts and Principles of TINA” Version 1, 17/02/1995. “When a service is placed into a network a number of considerations must be made with respect to functionality and to what data/information is required. It is important that all aspects of a service are incorporated into a design and deployed at the same time. Four areas should be covered: access to the service, the service core (service logic), management of the service and the resources (and their management) required to run the service.” Le quattro aree a cui qui si fa riferimento corrispondono alla nostra “segnalazione”, “utilizzazione”, “gestione” e “sistemi TLC” (infrastruttura costituita da reti TLC e terminali). Noi poi abbiamo aggregato “segnalazione” e “utilizzazione” nella parte gestita (U&S) del servizio. Il modello generico di servizo adottato da TINA è stato originariamente sviluppato nel 1992 nel progetto ROSA (“RACE Open Service Architecture” dove RACE, “R&D for the Advancement of Communications in Europe” è una iniziativa del Consiglio d’Europa) sponsorizzato dall’IBM (Vedi: A.Oshisanwo et al. “The RACE Open System Architecture Project”, IBM System Journal, vol.91. no.4. pp. 691-710, 1992) Non tutte le quattro aree considerate sono ugualmente rilevanti agli stakeholders che partecipano a un servizio TLC. Ad esempio un Cliente e un SP (Service Provider) sono coinvolti in attività di gestione ma non nelle attività U&S svolte dagli Utilizzatori e dal NO (Network Operator). Tavola 1.2.1.1 115 Per un Utente, la acquisizione di un servizio di [….] significa acquisire la funzionalità di effettuare ottenere fruire di assistenza in Conversazione telefonica Collegamento internet Videoconferenza Collegamento LAN Scambio di SMS etc. Programmi radio Programmi TV Video-on-demand Pay-per-view Newsletters-on-line etc. Tele-medicina Tele-educazione Tele-consulenza Tele-lavoro etc. con altri utenti dello stesso servizio funzionalità tecnologicamente neutra attuata su richiesta Funzionalità di segnalazione Funzionalità di gestione (FCAPS) nel momento del bisogno dietro pagamento e alle condizioni/qualità/ prezzi specificati in un contratto SLA stipulato col SP Configurazione Prestazioni Guasti Fatturazione Sicurezza Tavola PdS Fig.1.2.2.1 Un servizio TLC comprende funzionalità di utilizzazione (rettangoli gialli) specifiche del servizio stesso (“essenza del servizio”), funzionalità di segnalazione (rettangolo rosa) e funzionalità di gestione (rettangolo mattone). La presenza delle funzionalità di gestione garantisce la erogazione/fruizione di un servizio TLC in maniera efficace/efficiente (dal lancio commerciale alla cessazione del servizio). Molti servizi TLC diversi richiedono le stesse funzionalità di gestione cioè hanno caratteristiche gestionali comuni. Ciò permette di creare “modelli gestionali generici” indipendenti dal particolare scenario di servizio generalizzando modelli gestionali specifici sviluppati per i singoli servizi (la generalizzazione si realizza ritenendo solo le caratteristiche condivise dai vari modelli specifici). Le ultime tecniche computazionali rese disponibili dai progressi fatti nel campo del sofware engineering permettono poi, se così si vuole, di effettuare il processo inverso: specializzare i modelli generici in modelli specifici. La figura riporta il modello funzionale generico FCAPS dell’ITU-T. Il termine “funzionalità” significa “capacità conoscitiva/abilità fisica di svolgere una funzione” laddove una “funzione” è un “insieme coerente di attività svolte per il raggiungimento di uno scopo comune predeterminato” 116 • Modelli servizi integrati La definizione 1.2.1.1 di gestione di un servizio TLC da noi proposta è molto semplice ma non banale. Essa si ispira a principi/concetti introdotti in molti modelli servizi TLC, cosidetti “modelli integrati”, che hanno cominciato a svilupparsi dall’inizio degli anni 90. Prominenti fra tutti sono i modelli messi a punto presso l’ Università di Monaco in Germania dal gruppo di lavoro MNM, Munich Network Management, agli inizi del 2000 (vedi la seguente NOTA BIBLIOGRAFICA e par.4.5.1 nel Cap.4) e nell’ambito dell’iniziativa Europea RACE, “R&D for the Advancement of Communications in Europe” a cominciare dal 1992 (vedi anche Tavola 1.0.3.2) NOTA BIBLIOGRAFICA relativa al modello MNM (Munich Network Management) 1) M.Garschhammer et al., “Towards Generic Service Management Concepts. A Service Model Based Approach” Proceedings of 7-th International Symp. on Integrated Management (IM2001) Seattle, Wa.,USA,May 2001, IEEE Publishing. 2) M.Garshhammer et a., “The MNM Service Model-Refined Views on Generic Service Management”, Journal of Communications & Networks, 3(4),Dec.2001 3) M.Garshhammer et al. “ A case driven Methodology for Applying the MNM Model”, Proceedings of of the 2002 8-th International Symp. on Network Operations and Management, Florence, Italy, April 2002, IEEE Publishing • “Conglobamento U&S”: la convenzione di conglobare “funzioni di Utilizzazione” e “funzioni di Segnalazione” in “funzioni U&S” (“parte gestita” di un servizio TLC) Nella Definizione 1.2.1.1 si parla separatamente di funzioni gestionali, funzioni di Utilizzazione e funzioni di Segnalazione. Tuttavia in un corso di GST come il nostro noi riteniamo sia opportuno introdurre la convenzione di conglobare le funzionalità/funzioni di Utilizzazione con la funzionalità/funzioni di Segnalazione in un unico tipo di funzionalità/funzioni denominato funzionalità/funzioni U&S (i.e. Utilizzazione & Segnalazione) che costituisce la “parte gestita” di un servizio TLC. In tal modo nel ciclo di vita di un servizio TLC si riconoscono due parti distinte e separate: una parte gestita (funzionalità/funzioni U&S) durante la fase di accesso/erogazione/fruizione del servizio e una parte gestore costituita da funzionalità/funzioni gestionali svolte durante le rimanenti fasi del ciclo di vita. Questo schema classificativo, basato sul ciclo di vita di un servizio TLC, ci permette di stabilire facilmente, seppur in maniera convenzionale, cosa sia “gestione di un servizio TLC” e quale sia la sua relazione con un “servizio TLC”. Ci sono varie ragioni che giustificano la scelta del “conglobamento U&S”. A differenza delle funzioni gestionali, le funzioni di Segnalazione (o di “Accesso”) sono strettamente relazionate alle funzioni di Utilizzazione. Infatti esse sono propedeutiche e preliminari rispetto alle funzioni di Utilizzazione e il loro svolgimento avviene durante una “sessione di accesso” (“access session”) che immediatamente precede la “sessione di fruizione” (“usage session”) di un servizio TLC. Le sessioni di accesso e di fruizione, seppur si susseguano in 117 tempi diversi e siano di natura diversa (e.g. protocolli comunicativi e tecnologie di rete diverse) sono entrambe iniziate dallo stesso Utilizzatore. Le funzioni di Segnalazione svolte durante la fase di accesso stabiliscono un contesto amministrativo e circuitale necessario per realizzare la susseguente fase di fruizione (propedeuticità della prima rispetto alla seconda). Infatti durante una sessione di accesso, dopo una richiesta di accesso in rete per una particolare istanza di servizio da parte dell’Utilizzatore, la rete automaticamente effettua 1. la autenticazione dell’Utilizzatore richiedente e 2. ne autorizza l’accesso per il particolare servizio richiesto, e 3. se necessario (e.g. per “connection oriented services”) crea una connessione circuitale (“sessione circuitale”, “circuit session”) fra terminali corrispondenti dotata di caratteristiche comunicative appropriate alla classe di servizio a cui appartiene la istanza di servizio richiesta e.g. larghezza di banda, tempo di ritardo e sue variazioni (jitter), tasso di errore (BER, Bit Error Rate), probabilità di perdita di un pacchetto di dati etc. Tuttavia, come già detto, la nostra scelta di adottare il conglobamento U&S nello studio dei servizi TLC ha un carattere convenzionale (cioè è una convenzione da noi accettata) e non è necessariamente condivisa da tutti gli studiosi di GST. Infatti al riguardo esistono diverse scuole di pensiero. Ad esempio taluni ritengono che le funzionalità di Segnalazione giochino anch’esse un ruolo gestionale e quindi le conglobano con le funzioni gestionali specificando “funzioni di Management & Control” separate dalle funzioni di Utilizzazione (vedi Capitolo 2). Altri, e.g. il consorzio internazionale TINA-C (Telecommunications Information Network ArchitectureConsortium, vedi par.3.2.9) raccomandano di separare un servizio TLC in funzionalità di Accesso e funzionalità di Utilizzazione e poi suddividere queste ultime in “funzionalità di Utilizzazione Primarie” (service core o essenza del servizio) e “funzionalità di Utilizzazione Ancillari” (funzionalità gestionali). • Le differenze fra funzionalità di Utilizzazione (specifiche) e funzionalità gestionali (generiche) e la creazione di “modelli gestionali generici” (Fig.1.2.2.1) A questo punto vogliamo evidenziare, anche graficamente, alcune differenze fondamentali fra funzionalità/funzioni di Utilizzazione e funzionalità/funzioni gestionali. La Fig.1.2.2.1 è un grafo orientato che mostra come le prime siano specifiche di un particolare scenario di servizio TLC, cioè variano da tipo di servizio a tipo di servizio, mentre le seconde possiedono caratteristiche comuni a una molteplicità di tipi di servizio diversi. Quindi le seconde si prestano ad essere rappresentate con modelli gestionali validi per una molteplicità di scenari di servizio TLC, (modelli gestionali generici, vedi par.1.2.7). Il grafo di Fig.1.2.2.1 sarà analizzato in dettaglio nel Cap.4. Esso va letto partendo dall’angolo “in alto a sinistra” e spostandosi poi progressivamente verso l’ angolo “in basso a destra”. Lo svolgimento delle funzioni di Utilizzazione (rettangoli gialli) è l’ attuazione (messa in atto) di corrispondenti funzionalità di utilizzazione e, se necessario, viene effettuato dopo il soddisfacimento di una richiesta realizzata svolgendo funzioni di Segnalazione (rettangolo rosa). Esso costituisce la erogazione/fruizione dell’ “essenza” di un servizio TLC (“TLC service core” o “network service”, in Inglese) e, allo stesso tempo, il raggiungimento dell’ obiettivo primario del servizio. Ad esempio la funzione di utilizzazione “scambio di SMS” 118 viene svolta per raggiungere l’ obiettivo primario “scambio di SMS”. Le funzioni di Utilizzazione variano da tipo di servizio a tipo di servizio. Lo svolgimento di funzioni gestionali (rettangolo color mattone) in una TelCo avviene, come già visto, sotto forma di processi gestionali che sono anche processi finalizzati a conseguire gli obiettivi di business della TelCo (processi di business). Molte di queste funzionlità gestionali sono condivise dai vari scenari di servizio e sono definite in modelli funzionali generici (indipendenti dal particolare scenario di servizio) e.g. promulgati da enti di standardizzazione internazionali (ITU-T, ETSI) i quali possono poi essere specializzati ai vari casi tramite aggiunta di caratteristiche specifiche dei singoli servizi. 1.2.3 La separazione “Sistema TLC - gestione di un sistema TLC” Principi/concetti analoghi a quelli presentati sinora per i servizi TLC valgono anche per i sistemi TLC e per le tecnologie ICT in essi contenute. Abbiamo visto che un sistema TLC è una infrastruttura tecnologica abilitante i servizi TLC. Essa comprende reti TLC e Customer Premise Equipment e.g. terminali e reti locali di terminali assieme ai relativi sistemi di gestione interni all’Utenza. Limitandoci anche qui alla fase operativa diciamo che per gestione di un sistema TLC si intende la supervisione, controllo e manutenzione delle tecnologie U&S tramite l’impiego di altre tecnologie ICT di natura ancillare (tecnologie gestionali per la gestione di reti e elementi di rete). Entrambe tecnologie fanno parte del sistema TLC. Le tecnologie U&S sono le tecnologie necessarie per attuare le funzionalità U&S mentre le tecnologie gestionali sono le tecnologie necessarie per attuare le funzionalità gestionali relative alla gestione delle tecnologie U&S. Fra le tecnologie gestionali noi distinguiamo tecnologie OS (Operations Systems) per la gestione degli elementi di rete e tecnologie NSS (Network Support Systems) per la gestione end-to-end delle reti (cioè “da terminale a terminale”). 1.2.4 Sistema informatico gestionale (rete di Gestione) all’ interno di un sistema TLC Ad esempio, in un sistema telefonico gli autocommutatori, le linee di trasmissione di interconnessione, i terminali telefonici sono tecnologie U&S, mentre sono tecnologie gestionali gli OS attestati sui vari elementi di rete e i grossi elaboratori digitali NSS per la gestione end-toend delle reti. ATTENZIONE. Per comodità didattica qui includiamo i sistemi di esercizio OS nei Sistemi di Supporto. Ricordare che sono tecnologie diverse! Ma OS e NSS non sono le uniche tecnologie gestionali in un sistema TLC. Fanno parte di un sistema TLC anche altre tecnologie gestionali, quelle relative alla gestione dei servizi e delle relazioni clienti! Come mostrato in Fig.1.2.4.2 oltre alle tecnologie OS e NSS fanno parte di un sistema TLC anche le tecnologie Operations Support Systems, OSS, che abilitano lo svolgimento della maggior parte delle funzioni gestionali relative ai servizi TLC e le tecnologie BSS (Business Support Systems) che abilitano i processi di Customer Relation Management (CRM) e di gestione delle relazioni con TelCo partners e ICTS suppliers (fornitori di tecnologie). 119 La natura delle tecnologie OSS e BSS è simile a quella delle NSS ma con la differenza che le loro applicazioni sono finalizzate alla gestione dei servizi TLC e alla gestione delle relazioni con stakeholders esterni (vedi Fig.1.2.1.1). Entrambe le tecnologie NSS e OSS/BSS sono Sistemi di Supporto gestionali ognuno con specifiche applicazioni gestionali. In particolare sono denominati Sistemi di Supporto di Processo gli elaboratori digitali su cui girano pacchi di software applicativo (applicativi). Essi scambiano dati gestionali con database (anche denominati Sistemi di Supporto di Strato Dati) tramite reti di comunicazione dati (Management Data Communication Networks). Inoltre sono collegati con postazioni di lavoro dove risiedono gli addetti alla gestione che presidiano terminali gestionali. Gli applicativi gestionali sono in generale contenuti in pacchi software a struttura modulare con moduli spesso commercialmente disponibili (vedere i rettangoli in Fig.1.2.4.2). “Sviluppare un sistema di supporto” significa sviluppare il relativo applicativo gestionale (e.g. vedi: G. Fantauzzi, “I sistemi software per le reti e i servizi di telecomunicazione”, Franco Angeli, 2000). NOTA 1.2.4.1 Non tutte le funzioni gestionali di servizi TLC sono automatizzate e supportate da OSS. Particolarmente evidente è il caso delle funzioni di “Fatturazione” (Billing). Ad esempio in Italia la TelCo invia ai Clienti le fatture per posta e i Clienti effettuano i pagamenti tramite contocorrente all’ufficio postale. In tal caso il sistema postale funge da “infrastrutura tecnologica di supporto” e lo sportello all’ufficio postale funge da “terminale di gestione”. Analoghe considerazioni valgono per i casi in cui reti U&S sono utilizzate per scopi gestionali. Ad esempio, un Utente di servizi internet che telefona al call center del Internet Service Provider utilizza la rete telefonica pubblica PSTN per scopi gestionali. In tal caso la rete PSTN costituisce la “infrastruttura tecnologica di supporto” di una funzione gestionale (e.g. segnalazione di un guasto o richiesta di informazioni) e il telefono è in questo caso un “terminale di gestione”. 120 SISTEMA TLC OS OS TMN OS OS OS OS RETE COMUNICAZIONE DATI (DCN) RETE DI TELECOMUNICAZIONE (U&S) & TERMINALI OS SISTEMA d' ESERCIZIO ELEMENTO DI RETE (NE) Tavola Fig.1.2.4.1 La gestione di un sistema TLC è nel sistema! (adattamento della corrispondente figura pubblicata nella Raccomandazione M-3010 dell’ITU-T) 121 PROCESSI OPERATIVI (Modello e-TOM dell’ITU-T) Customer Interface Management CRM BSS 1. CRM Op. Support & Process Mngmt 2. CRM Operations Readiness 3. Sales & Channel Management 1. Marketing Fulfillment Response 2. Order Handling 1. Problem Handling 3. Selling Retention & Loyalty Service Management & Operations (SM&O) 1. SM&O Support & Process Mngmt OSS 2. SM&O Readiness 1.Service Problem Management 1. Service Configuration & Activation OS NSS 2. Resource Mngmt & Operations 1.Resource Trouble Mngmt 2. Resource Perf. Mngmt. 1. Resource Provisionig Resource Data Collection & Processing Supplier/Partner Relationship Mngmt BSS 1. SPRM Oper. Support & Process Mngmt 2. SPRM Operations Readiness Oper. Supp. & Readiness 1. Service & Specific Instance Rating 2. QoS Analysis. Action & Reporting Resource Management & Operations (RM&O) 1. RM&O Support & Process Mngmt 1. Billing & Collections Management 2. Customer QoS/SLA Management 1. S/P Problem Reporting & Mngmt 1. S/P Requisition Mngmt 2. S/P Performance Mngmt 1. S/P Settlements & Billing Mngmt . Supplier/Partner Interface Management Fulfillment Assurance Billing Fig.1.2.4.2 Processi gestionali al livello 2 del modello e-TOM del TMF e tipologie di sistemi di supporto. Notare l’aggiunta del raggruppamento “Operations Support & Readiness” al modello classico Fulfillment-Assurance-Billing (FAB). I processi in rettangoli gialli fanno parte del flusso operativo endto-end di Fig.1.4.3.4 NOTA 1.2.4.2 Attenzione alla terminologia! Spesso la terminologia NSS, OSS e BSS adottata per i sistemi di supporto è ambigua e può indurre in errore. Ad esempio l’ ITU-T nei suoi documenti relativi allo 122 standard TMN non usa nessuno di questi termini ma usa solo il termine “OS”. Altri testi ignorano BSS e usano solo NSS e OSS, mentre altri testi usano solo OSS. Nella stragrande maggioranza della letteratura anglosassone 1) il termine NSS non è usato affatto, 2) il termine OSS viene usato per i processi operativi di gestione reti, servizi e relazioni clienti. Per quanto riguarda i sistemi BSS la letteratura anglosassone offre una pletora di significati diversi e.g. “processes that plan, develop and manage the delivery and enhancement of infrastructures and services to the end-user”, Racc. ITU-T M.3050.0, 7/2004) oppure fanno riferimento ai soli processi operativi di Customer Care oppure fanno riferimento ai sistemi di integrazione degli OSS (e.g. workflow controller). Per quanto poi riguarda i sistemi d’esercizio OS (Operations Systems) per la gestione degli elementi di rete, essi sono spesso considerati a parte in quanto costruiti con tecnologie proprietarie e commercializzati da imprese ICTS come parte integrante degli stessi elementi di rete. Come mostrato in Fig.1.2.4.2 noi indichiamo con NSS e OSS i sistemi abilitanti i “processi operativi interni” rispettivamente relativi alla gestione di reti (network facing operations processes) e servizi TLC mentre i sistemi BSS abilitano i “processi operativi esterni” di customer care (customer facing operations processes) e di relazioni con TelCo partners e ICTS suppliers. Quindi nel nostro corso la Gestione integrata “retiservizi-customer care-partners/suppliers” in fase operayiva richiede una integrazione NSS/OSS/ BSS. (Nella letteratura anglosassone si trova solo OSS/BSS o BOSS). Inoltre noi useremo la notazione BSS per i sistemi di supporto dei processi di business non operativi (e.g. nel modello e-TOM di Fig. 1.0.3.3.1 “gestione di impresa” e “gestione SIP”, Strategy-Infrastructure-Product) 1.2.5 Integrazione dei Sistemi di Supporto in un Sistema Informatico Gestionale (“Rete di Gestione”) In tempi recenti la tendenza è quella di creare all’interno di una TelCo sistemi informatici gestionali con architetture software distribuite che integrano applicazioni NSS, OSS e BSS su un unica piattaforma. Come già indicato, “Integrare” non significa progettare e costruire il software di un sistema informatico come un blocco monolitico privo di interfacce fra componenti bensì significa creare architetture software con componenti logicamente e fisicamente separati ma interoperanti in maniera “seamless” attraverso interfacce esplicite possibilmente standardizzate sotto il controllo di opportuni “workflow controllers” i.e. controllori dei flussi di lavoro. Quindi quando si parla di “Integrazione” i termini chiave da ricordare sono “application components” (cioè componenti applicativi o semplicemente “applicativi”) “seamless interoperability” (cioè interoperabilità senza soluzioni di continuità) e “workflow controllers” (cioè i controllori dei flussi operativi) Per una TelCo che deve sviluppare un nuovo servizio TLC si tratta quindi di creare ab initio (cioè a cominciare dalla fase di “Product Development”, vedi Fig.1.4.2) componenti software “integrabili” in architetture “aperte” capaci di minimizzare le loro interdipendenze senza tuttavia compromettere la loro integrabilità cioè la loro capacità di operare in maniera “seamless” (e.g. al limite architetture “loosely coupled” con componenti “Plug & Play” cioè componenti da installare nel sistema informatico e attivare subito senza necessità di adattamenti ad hoc). Gli sforzi dell’ITU-T nello sviluppo degli standards TMN già a metà anni 90 erano finalizzati proprio al conseguimento di questi obiettivi. Considerazioni analoghe valgono per le più recenti iniziative di standardizzazione (e.g. iniziativa NGOSS del TeleManagement Forum supportata da standards ITU-T) con tecnologie DOC (Distributed Object Computing). Torneremo sull’argomento fra poco. A questo punto possiamo mettere assieme le considerazioni fatte sin qui per servizi e sistemi TLC e trarne un' unica conclusione: in un qualsiasi scenario di servizio TLC e relativo sistema TLC abilitante si riconoscono una “parte gestionale” di natura ancillare costituita da 123 tecnologie e funzionalità/funzioni gestionali e una “parte gestita” di natura essenziale costituita da tecnologie e funzionalità/funzioni U&S (Vedi Fig.1.2.11). La parte gestionale è parte integrante del sistema o servizio TLC ed è decomposta in accordo con i vari tipi di gestione locale e.g. reti, servizi e customer care. A loro volta i vari tipi di gestione locale sono integrati in una “Gestione TLC” con la G maiuscola, complessiva. Scopo della Gestione TLC è far sì che la fornitura dei servizi TLC, nel suo complesso “parte gestionale + parte gestita”, avvenga con i livelli di efficacia/efficienza prestabiliti e che la TelCo consegua certi obiettivi di business prefissati dal Senior Management in fase di pianificazione strategica e, complessivamente, raggiunga una performance di impresa soddisfacente e sostenibile nel tempo (i.e. rispettosa di una Responsabilità Sociale di Impresa) anche in presenza di cambiamenti esterni dovuti alla dinamica dei mercati, alle condizioni politico-socio-economiche e alla innovazione ICT. 1.2.6 Convenzionalità della gestione e dei modelli gestionali: enti di standardizzazione In base a queste considerazioni si vede fin da ora che noi definiamo la “gestione di un servizio TLC” considerando il servizio nella sua integrità, fornito/acquisito come un insieme coerente di funzionalità TLC (attuate al momento opportuno come insieme coerente di funzioni o processi) e poi riconoscendo in esso due parti distinte: una parte essenziale (parte gestita) costituita dall’insieme delle funzionalità U&S e una parte ancillare (parte gestionale) costituita dall’insieme delle funzionaltà gestionali. Stesse considerazioni valgono per i sistemi TLC. Con la differenza che ora gli elemnti costitutivi del sistema non sono le funzionalità TLC bensì le tecnologie ICT. Questo approccio unitario applicato sia a servizi che sistemi TLC cerca in qualche maniera di recuperare la realtà dei fatti. Infatti la realtà dei fatti è che esistono “sistemi TLC gestiti” e “servizi TLC gestiti”, entità organiche ognuna composta da una molteplicità di “elementi” (materiali o immateriali i.e. tecnologie o funzionalità). Se poi qualcuno vuole soddisfare certe sue esigenze e vuole classificare questi elementi come appartenenti a una parte gestita e ad una parte gestionale esso può legittimamente farlo applicando a suo piacimento opportuni criteri di classificazione o di normazione, ma non è detto che questi criteri siano poi universalmente condivisi da tutti gli operatori del settore TLC. Ad esempio nelle relazioni di business crossaziendali fra più TelCo partner o fra ICTS e TelCo è importante che le imprese abbiano una conoscenza condivisa delle singole funzionalità gestionali contenute in un certo servizio TLC e poi, sulla base di questa, stabiliscano in maniera contrattualmente vincolante “chi fa che cosa”. Vedere la Fig.1.1.1.7.2 che mostra la “spalmatura” dei processi operativi fra varie imprese federate in una value network. Discorso analogo vale all’interno di una TelCo per il personale dei dipartimenti “Sales & Marketing” (operatori commerciali responsabili della gestione servizi) e “Network Operations” (operatori tecnici responsabili della erogazione dei servizi e della gestione delle reti). Anche in questo caso è importante conoscere funzionalità/processi gestionali per poter poi stabilire “chi fa che cosa”. L’importante è che le parti interessate raggiungano un accordo e che poi esse rispettino quest’ accordo in fase operazionale. La verità è che la definizione della parte gestionale ovvero la distinzione fra parte essenziale e parte gestionale in un sistema TLC o in un servizio TLC complesso spesso è 124 immediata e netta (e.g. sistema TLC con tecnologie gestite e tecnologie gestionali di natura nettamente diversa, come nel caso in cui le prime sono linee di trasmissione elettromagnetiche mentre le seconde sono processori digitali) mentre talvolta è nebulosa e difficile da riconoscere (e.g. servizi TLC multimediali multiparty con un numero variabile di partecipanti e intervento di media e contenuti diversi nel corso di una stessa sessione). In effetti si deve riconoscere che, specialmente per i servizi TLC, esiste una certa convenzionalità e/o discrezionalità da parte di coloro che devono decidere, in maniera rigorosa, quale sia la “parte gestionale” e quale sia la “parte gestita”. “Convenzionalità” significa che le decisioni vengono prese di comune accodo da una molteplicità di rappresentanti delle parti interessate e.g. operatori del settore TLC come TelCo, ICTS (i quali “convengono” di prendere certe decisioni) mentre “Discrezionalità” significa che chi decide ha l’autorità di prendere certe decisioni in completa autonomia e in base a certe sue valutazioni fatte al momento (i.e. decisione presa in base alla situazione del momento, decisione “non-strutturata”). 1.2.6.1 • Gerarchie gestionali: automazione e manualità Gestione ISM del secondo ordine…..e del terzo? Il tentativo di porre fine alla diatriba “cosa è gestione” e “cosa non è gestione” si complica. Infatti la gestione di reti e servizi TLC è effettuata da risorse umane (personale addetto ai processi gestionali) e da un sistema informatico gestionale (Rete di Gestione) realizzato aggregando componenenti ICT e componenti ausiliari nonICT (gestione del primo ordine). Supponiamo preliminarmente che questo primo livello di gestione sia in ogni caso altamente automatizzato (“molte macchine e pochi uomini”) in maniera da poter ignorare la gestione manuale e poi occupiamoci della sua parte ICT. Si tratta di un sistema informatico complesso realizzato integrando componenti OS, NSS, OSS, BSS. Questo sistema informatico fa parte del grande sistema TLC abilitante i servizi TLC. All’interno di una TelCo esso è a sua volta gestito (gestione del secondo ordine) da risorse umane e sistemi gestionali ISM (Information System Management, vedi Fig. 1.2.1.1). Cioè come si dice in Inglese esiste un “guardian’s guardian” i.e. “un guardiano del secondo ordine controlla un guardiano del primo ordine”. Ma allora le risorse umane e il sistema informatico ISM dedicati alla gestione del secondo ordine fanno parte anch’essi del sistema TLC o no? Noi in accordo al TMF diciamo che il sistema informatico ISM fa parte del sistema TLC ma certamente tutto ciò sembra avere profumo di “convenzione” cioè “è gestione quello che tutti noi d’accordo con gli enti di standardizzazione, cioè convenzionalmente, decidiamo essere gestione” Ma non è finita! Il sistema ISM ha una complessità tecnologica tale da giustificare una ulteriore gestione del terzo ordine? Se sì, è la gestione del terzo ordine automatizzata cioè esiste un sistema informatico gestionale del terzp rodine o si tratta solo di gestione manuale? Se esiste un sistema informatico gestionale del terzo ordine fa anch’ esso parte del sistema TLC? • E la gestione manuale? problematiche. “None of our business”! Solo consapevolezza delle 125 E’ indubbio che la stretta collaborazione uomo-macchina necessaria nei processi di gestione crea dei problemi allorchè si cerca di definire e valutare il sistema gestionale solo su base tecnologica. Infatti dobbiamo riconoscere che certi processi gestionali non sono automatizzabili o, perlomeno non sono completamente automatizzabili, e.g. attività di pianificazione e marketing, attività di progettazione, installazione di servizi TLC, riparazioni in the fields, personale nei call centers etc, Tuttavia è anche vero che in presenza di risorse umane nei processi gestionali il problema di “chi fa che cosa” e della qualità con cui quel “qualcosa” viene fatto diventa un problema di “gestione del personale” che esula dai nostri interessi. E questo è particolarmente vero man mano che si sale verso livelli gerarchici più elevati all’interno di una TelCo. Ad esempio si può visualizzare una gestione del personale addetto alla gestione di sistemi e servizi TLC strutturata gerarchicamente a piramide con livelli successivi di supervisori e managers con responsabilità e autorità crescente e numerosità decrescente man mano che ci si avvicina al vertice della piramide organizzativa dove risiede probabilmente un Information Systems Manager (o addirittura un Chief Information Officer, CIO, a livello di vice-presidente) (vedi R.Saracco, “La gestione della rete TLC”, CSELT, 1993, pag. 273 e C.Batini et al. “Sistemi Informativi”, Volume 1, “Organizzazione e Reingegnerizzazione”, Franco Angeli, 2001, p.25).). In definitiva diciamo che noi in questo corso ignoreremo la componente manuale della gestione di sistemi e servizi TLC ma che tuttavia abbiamo la consapevolezza dell’esistenza di numerose problematiche che rappresentiamo qui di seguito sotto forma di domande 1) Noi abbiamo definito il sistema informatico gestionale come una tecnologia (macchina) ma spesso esiste e opera congiuntamente con esso una gestione manuale (uomini); allora quale è l’impatto della gestione manuale e della sua discrezionalità sui risultati finali dell’attività gestionale? 2) Come si può tener conto della gestione manuale nella definizione di un sistema gestionale e nella valutazione delle sue prestazioni? Le signorine che rispondono in un callcenter fanno parte del sistema gestionale e, se sì, quale è l’impatto del loro comportamento “on the job” sulla performance del sistema? 3) Se la gestione manuale nella realtà dei fatti fa parte del sistema gestionale e la gestione manuale è strutturata gerarchicamente, come in effetti spesso accade all’interno di una TelCo, quanti sono i livelli gerarchici da prendere in considerazione? Ovviamente le risposte variano da TelCo a TelCo (dimensioni di impresa, livello di automazione, management span ai vari livelli etc.). Probabilmente per rispondere a queste domande si devono effettuare dei “case studies”ma…….fortunatamente questo non fa parte del nostro corso! 1.2.6.2 Enti di standardizzazione Dove si trova una risposta a tutte queste domande? A parte la situazione ovvia in cui un operatore TLC può gestire privatamente ciò che vuole come vuole, la risposta a queste domande si trova riconoscendo che in pratica ci si deve rimettere ad una o più autorità esterne 126 competenti, credibili e ufficialmente riconosciute che, con la collaborazione dei maggiori operatori TLC/ICT, possano decidere quali siano le funzionalità gestionali contenute in un servizio TLC e quali siano le relative tecnologie gestionali abilitanti. Tutte queste informazioni vengono raccolte nei “modelli gestionali” emanati dalle suddette autorità e vengono poi messi a disposizione degli operatori del settore. Ogni autorità che propone un particolare modello gestionale auspica che il suo modello venga poi adottato da un gran numero di operatori cioè acquisti la massima popolarità…..cosa che non sempre avviene! (gli interessi industriali e commerciali sono enormi! Vedi Cap.3). Il successo del consorzio internazionale TeleManagement Forum in questo campo è proprio dovuto al fatto che esso conta centinaia di membri i quali poi adottano le specifiche tecniche pubbliche che essi stessi hanno promosso tramite propri rappresentanti. . Quindi, come già indicato, quando si parla di “gestione” in effetti si parla di “modelli gestionali” (architetturali e di processo) i quali come minimo specificano i contenuti informativi (struttura dell’informazione e dei dati), le modalità di processo delle funzionalità gestionali e relativi sistemi di supporto. “E’ “gestione” quello che i modelli gestionali condivisi e adottati stabiliscono essere gestione” ESEMPIO. Ci eravamo posti la domanda se la gestione del secondo ordine faceva parte della gestione di un sistema TLC. Una risposta affermativa viene data dagli enti di standardizzazione: la gestione del secondo ordine fa parte della gestione di sistemi e servizi TLC. Ad esempio la ITU-T nel modello TMN (Racc. M.3200 del 04/97) introduce un servizio gestionale di “Work Force Management” laddove la “Work Force” sono gli addetti alla gestione del primo ordine. Inoltre fra le tecnologie da gestire introduce la TMN stessa (rete di gestione del primo ordine). 1.2.6.3 Standards gestionali Ora esistono più categorie di modelli gestionali: modelli proprietari o standardizzati “de facto”, modelli standardizzati “de jure”, specifiche tecniche pubbliche (vedi Cap.3). I primi sono formulati a completa discrezionalità del gestore e/o del costruttore di tecnologie mentre i secondi, emessi da enti di standardizzazione nazionali o internazionali, specificano rigorosamente quali siano le funzionalità e le tecnologie gestionali. Nel caso dei modelli gestionali standardizzati tutti coloro che li adottano sanno esattamente cosa sia la “gestione” di sistemi e servizi TLC. Ma c’è di più. La standardizzazione permette ad una impresa manifatturiera (ICTS) di creare tecnologie gestionali “aperte” capaci di interoperare con tecnologie prodotte da altre imprese ICTS (interoperabilità eterogenea) e questo può esser fatto senza soffocare iniziative proprietarie di innovazione tecnologica (vedi Cap.3). In questo corso noi ci occuperemo esclusivamente di modelli gestionali standardizzati “de jure” emessi da enti internazionali di standardizzazione e.g. ITU-T, ETSI o di “specifiche tecniche pubbliche” emesse da consorzi internazionali di grosse dimensioni e.g. TeleManagement Forum. 1.2.7 Modelli standardizzati generici o specifici Ma i modelli standardizzati possono anche essere classificati in altra maniera. Nei modelli gestionali standardizzati “de jure” la suddivisione tecnologica o funzionale di un sistema o servizio TLC in una “parte gestita” e una “parte gestionale” è definita formalmente e 127 ufficialmente da enti di standardizzazione le cui decisioni sono condivise da un gran numero di imprese ICTS e TelCo (shared standards). Il processo di standardizzazione può generare modelli gestionali specifici o generici. I modelli gestionali specifici sono creati per certe tecnologie ICT (sistemi TLC o loro elementi) o certi scenari di servizio TLC di interesse pratico da organizzazioni specializzate e.g. Internet Engineering Task Force, IETF per le reti/protocolli internet. Tuttavia le gestioni relative a sistemi o servizi TLC specifici, come già detto in 1.1.1, spesso hanno in comune un certo numero di caratteristiche. Allora è possibile creare “modelli gestionali generici per servizi TLC” e “modelli gestionali generici per sistemi TLC” che ritengono solo queste caratteristiche comuni ignorando le caratteristiche specifiche non condivise (processo “bottom-up” di creazione di modelli generici). Quindi un modello gestionale generico definisce una gestione di servizi o sistemi TLC indipendentemente dal particolare scenario di servizio o dal particolare tipo di tecnologia ICT.abilitante (modelli gestionali multi-vendor e modelli technology neutral). In maniera più rigorosa noi diremo che un possibile modo per ottenere un modello gestionale generico è quello di effettuare un processo di astrazione (generalizzazione) operando su una molteplicità di modelli gestionali specifici creati a priori. Diremo anche che un modello gestionale generico è un modello ad un livello di astrazione più elevato rispetto al livello di astrazione dei singoli modelli gestionali specifici da cui esso è stato derivato. Parleremo anche di processi di specializzazione che operano in senso inverso ai processi di generalizzazione (i.e. in direzione “top-down”): un modello gestionale specifico è la specializzazione tramite aggiunta di caratteristiche specifiche di un modello generico ottenuto preliminarmente. A questo punto sorge spontanea una domanda: quale è il livello di astrazione ottimale per un modello gestionale generico? Diamo qui di seguito una risposta preliminare. L’argomento verrà discusso più in dettaglio nel Cap.3. Per il momento diciamo che un modello gestionale generico per essere utile e acquistare popolarità deve realizzare un delicato compromesso fra due situazioni estreme: esso deve essere sufficientemente generico da essere semplice (facilmente implementabile) e applicabile a un numero significativo di diverse Tecnologie ICT o scenari di servizio TLC ma al tempo stesso non deve essere troppo generico da creare ambiguità e indecisione nella implementazione e dar luogo a una gestione polivalente incapace di garantire i livelli di efficacia/efficienza desiderati per i singoli casi specifici (i.e. non si vuole che i modelli gestionali abbiano ampia validità ma poi la loro applicazione non permetta di raggiungere la performance economica desiderata per i singoli casi specifici). In conclusione, una volta tanto la realtà del mondo TLC e i progressi del software engineering (e.g. tecniche/tecnologie di “orientamento agli oggetti” e “computazione distribuita”) ci semplificano la vita: molti servizi TLC seppur diversi nelle loro “essenze” possono beneficiare dello stesso tipo di gestione tanto da poter condividere uno stesso modello gestionale (per questo denominato “generico”). Stesso discorso vale per sistemi TLC e Tecnologie ICT. Tecnologie ICT realizzate da diverse manifatturiere ICTS con tecnologie implementative diverse possono essere gestite alla stessa maniera applicando modelli gestionali sufficientemente generici tali da garantire interoperabilità eterogenea e, al tempo stesso, non soffocare iniziative di innovatività tecnologica da parte delle singole imprese manifatturiere “Standards don’t eliminate innovation…They allow you to focus on where the real value lies, 128 which is usually everything you can add above and around the standard”. (modelli gestionali minimalisti, vedi Cap.3). Aggiungendo caratteristiche specifiche ai modelli generici si possono poi ottenere modelli specifici per tecnologie o servizi specifici. Avremo tempo di occuparci di questi argomenti nel corso delle lezioni! 1.2.8 Conclusione Quanto detto in questo paragrafo lo riassumiamo dicendo che per noi “La gestione del sistema TLC è nel sistema” e “La gestione di un servizio TLC è nel servizio”. Sembrano frasi banali ma invece, specialmente per i servizi TLC, esprimono concetti che derimono lunghe controversie del passato (“cosa è la gestione di un servizio TLC”?) e sono indicative di una filosofia GST ormai consolidata. La riassumiamo come segue: “Un sistema o servizio TLC va considerato nella sua integrità. In esso si riconosce una molteplicità di elementi costitutivi (rispettivamente tecnologie e funzionalità/funzioni). Fra questi si identificano elementi essenziali che realizzano la “ragion d’essere”del sistema o servizio TLC (i.e. necessari per ottenere il risultato/prodotto desiderato) e elementi gestionali di natura ancillare rispetto ai primi necessari perché il risultato complessivo sia ottenuto in maniera efficace/efficiente (valenza economica della gestione)”.Nel caso di servizi complessi (e.g. con molteplicità di partecipanti, media e contenuti) decidere fra elementi essenziali e gestionali talvolta non è facile, (abbiamo accennato ai servizi multiparty multimediali di ultima generazione). La decisione è demandata ad autorità esterne ufficialmente riconosciute dagli operatori del settore. Gli enti di standardizzazione “de jure” sono autorità esterne che emanano standards gestionali in cui specificano le tecnologie e le funzionalità gestionali con diversi livelli di dettaglio (o, se si vuole, diversi livelli di astrazione). Tutti coloro che adottano gli standards sanno cosa significa gestire un sistema TLC o un servizio TLC (carattere convenzionale della gestione). I modelli gestionali di sistemi e servizi TLC, oltre alla loro importanza epistemologica tipica di tutti i modelli (“creation of order out of caos in an information domain!”), hanno una importanza pratica. La condivisione di modelli gestionali standardizzati facilita l’interazione fra gruppi di lavoro all’interno di una stessa impresa TelCo o nell’ambito di relazioni cross-aziendali del tipo TelCo - ICTS o TelCo –TelCo partner. Tutto questo accade grazie all’uso di terminologie comuni, alla condivisione delle conoscenze relative a funzionalità/tecnologie gestionali e funzionalità/tecnologie gestite e ad un accordo sulla suddivisione dei compiti gestionali da svolgere i.e. “chi fa che cosa” (e.g. flussi di processi operativi cross-aziendali). 1.2.9 Esercizi 1. In una automobile si vuole riconoscere una parte essenziale (gestita) e una parte gestionale. i) Quale è il criterio di scelta? (Suggerimento: Cominciare col definire cosa sia la “ragion d’essere” o la “funzionalità core” di un automobile) ii) Quali componenti appartengono a una o all’altra parte? iii) Facendo riferimento alle tecnologie impiegate in una automobile perché è difficile distinguere in modo netto le tecnologie gestionali dalle tecnologie gestite? 129 iv) Nel caso di un automobile è utile identificare tecnologie gestionali e tecnologie gestite? v) Nel caso di un servizio TLC fornito con la partecipazione di più TelCo partners perché è importante identificare processi essenziali (service core) e processi gestionali? 2. Quale è il significato delle frasi “La gestione del sistema TLC è nel sistema” e “La gestione di un servizio TLC è nel servizio”? 3. Un servizio di teleconferencing interattivo multimediale con più partecipanti (e.g. on line document editing) viene fornito alle condizioni definite in un contratto SLA (Service Level Agreement) stipulato da un SP e un Cliente Principale. Il contratto prevede durante una sessione di servizio un numero di Session Participants variabile da 2 a 10, residenti in altrettante postazioni di lavoro remote con terminali dotati di GUI (Graphic User Interface) e con una associazione terminale-terminale di natura selezionabile fra voce, testo, immagine fissa, o video. Quali sono la parte gestionale e la parte gestita (U&S) del servizio? (Discutere l’argomento in un gruppo di almeno tre studenti) 4. Chi stabilisce quale è la parte gestita e la parte gestionale di un sistema o servizio TLC? Posso decidere personalmente su base individuale o mi devo rimettere ad una autorità esterna? Chi sceglie l’autorità esterna? 5. Perché la gestione delle tecnologie ICT contenute in un sistema TLC viene fatta con un “modello gestionale del sistema TLC”? Cosa è un modello gestionale e perché si usa il termine “modello”? Quale è la differenza fra “rappresentazione” e “modello”? 6. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi associati all’adozione di un “modello gestionale generico”? Quali sono le tecniche computazionali che permettono di creare un modello gestionale specifico semplicemente aggiungendo ulteriori caratteristiche specifiche ad un precedente modello gestionale generico (ri-uso del modello gestionale generico) Gestione di impresa Gestione relazioni clienti (CRM) Business Gestione servizi Gestione relazioni imprese partner e suppliers Gestione reti Engineering Gestione elementi rete Tavola 1.3.1.1 130 Engineering Info Systems Finance M&S Engineering General Counsel & ER Accounting Operations Procurement Senior Management Review Board (VP’s) Information Systems Finance Procurement Team Leader Marketing & Sales Operations Accounting General Counsel & ER Service Development Integrated Team Fig.1.3.1.1 Esempio di team integrato di esperti provenienti da varie unità organizzative all’interno di una TelCo. E’ importante il ruolo di un Team Leader dotato di competenze professionali trasversali e il supporto attivo del Senior Management per superare le interfacce dipartimentali. Compito del team è lo sviluppo di nuovi servizi TLC (“Product Development”) mettendo in conto sin dall’inizio anche la risoluzione di problematiche relative alla gestione integrata di sistemi e servizi TLC (Gestione TLC) . Le tecnologie abilitanti sono sviluppate da imprese ICTS (Technology Manufacturer) esterne alla TelCo ma con le quali la TelCo deve stabilire rapporti di business molto stretti. Possono far parte del team integrato anche esperti in tedcnologie ICT provenienti da una ICTS. ER = External Relations 131 1.3 “Gestione TLC” & formazione interdisciplinare PREMESSA. Prima di iniziare la sezione 1.3 si consiglia di leggere l’Appendice 5 al Cap.1 “Interdisciplinarietà: cross-fertilizzazione di conoscenze con produzione di extra-conoscenze”. Aiuta a capire bene la differenza fra “multidisciplinarietà” e “interdisciplinarietà” e la ragione per cui lo studio della Gestione TLC è bene sia fatto su base “interdisciplinare”. Se si è particolarmente interessati al soggetto della “interdisciplinarietà” si consigliano gli ottimi libri di J.Thompson Klein: “Interdisciplinarity: History, Theory and Practice” (1990), “Crossing Boundaries: Knowledge, Disciplinarieties, and Interdisciplinarieties” (1996), “Transdisciplinariety: Joint Problem Solving among Science, Technology and Society” (2001) 1.3.1 Interdisciplinarietà: integrazione Engineering - Business nella Gestione TLC In questa sezione vogliamo mostrare come l’insegnamento di un corso universitario per futuri ingegneri dedicato alla Gestione TLC, con la G maiuscola (“gestione integrata di sistemi e servizi TLC”) richieda un approccio interdisciplinare. INSERTO 1.3.1.1 Il requisito di interdisciplinarietà a livello formativo (e.g. nell’ ambiente accademico in cui si svolge questo corso) è una conseguenza della richiesta di competenze professionali interdisciplinari a livello lavorativo (mondo del lavoro post laurea in cui si troveranno i nostri laureati) la quale a sua volta è una conseguenza della natura intrinsecamente interdisciplinare delle problematiche da affrontare e risolvere nella realtà delle imprese TelCo specialmente nella fase di “Product Development” (sviluppo di sistemi informatici abilitanti i “flussi operativi end-to-end” nella Gestione TLC). Infatti la Gestione TLC, con la G maiuscola, si basa su flussi operativi end-to-end abilitati da tecnologie informatiche integrate (e.g. OS, NSS, OSS e BSS) i quali abbracciano tutto l’arco delle gestioni locali, dalla Gestione Relazioni Clienti alla gestione di reti e elementi di rete (vedi Fig.1.3.3.2). La pianificazione, analisi e progettazione di queste tecnologie richiede all’interno di una TelCo un complesso di competenze professionali trasverali “Engineering” - “Business” realizzate attraverso teams integrati cross-funzionali (Vedi Appendice 7 al Capitolo 1 e Fig.A7.3). In particolare gli studenti di Ingegneria TLC devono riconoscere l’importanza di avere conoscenze interdisciplinari e acquisire competenze professionali trasversali se vogliono essere preparati a lavorare anche in gruppi di lavoro crossfunzionali una volta laureati (e, quindi, avere un vantaggio competitivo rispetto ad altri neolaureati privi di queste conoscenze in fase di ricerca di un posto di lavoro). 132 INTERDISCIPLINARIETA’ NELLE TELECOMUNICAZIONI Engineering Procurement Finance Team Leader Marketing & Sales Operations Information Systems SD Strategic Processes 1.1. 2.2. 3.3. 4.4. 5.5. 6.6. ANALISI ’’ ANALISIdelle delleOPPORTUNITA OPPORTUNITA DEFINIZIONE ’’ DEFINIZIONE&&FATTIBILITA FATTIBILITA PROGETTAZIONE & VERIFICHE PROGETTAZIONE & VERIFICHE SVILUPPO SVILUPPO(Rete (Rete+OSS) +OSS) IMPLEMENTAZIONE IMPLEMENTAZIONE&&PROVE PROVE LANCIO COMMERCIALE LANCIO COMMERCIALE 1.1.NEGOTIATION NEGOTIATION Offerte/Vendite Offerte/Vendite Piazzamento/Esecuzione Ordinaz. Piazzamento/Esecuzione Ordinaz. Definizione e Firma Contratto SLA Definizione e Firma Contratto SLA SP + NO SIX PHASE PRODUCT DEVELOPMENT ManTec TEAM INTERDISCIPLINARE “PRODUCT DEVELOPMENT” SERVICE DELIVERY Persona + SP (Customized Service) 2.2.PROVISIONING PROVISIONING Installazione/Attivazione Installazione/Attivazione (Fornitura/Acquisizione) (Fornitura/Acquisizione) 3.3.USAGE USAGE Operational Processes (Transactional) Persone (Potenziali Utenti) + SD Utente = Utilizzatore + Cliente) Utilizzazione Utilizzazione&&Segnalazione Segnalazione (Erogazione/Fruizione) (Erogazione/Fruizione) Addebiti & fatturazione Addebiti & fatturazione Riscossione pagamenti Riscossione pagamenti Manutenzione/Riparazioni Manutenzione/Riparazioni Assistenza TecnicaPost-vendita Assistenza TecnicaPost-vendita Servizio ServiziodidiCall CallCenter Center 4.4.TERMINATION TERMINATION Cessazione Cessazione&&Disinstallazione Disinstallazione Cliente + SP + NO Utilizzatore 1.1.Segnale Segnalevia vialibera libera 2.2.Digitazione DigitazioneIndirizzo Indirizzo 3.3.Segnale chiamata Segnale chiamata 4.4.Inizio Iniziosessione sessione 5.5.Fine Finesessione sessione NTWK TECHNO-SERVICE (Service Session) PdS Ciclo di Vita RAPPRESENTAZIONE DI UNA TELCO PER PROCESSI Prova Fig.1.3.1.2 Zona di attività di un team di lavoro interdisciplinare nell’ambito del “Product Development” di una TelCo. I membri del team sono “architects, designers, implementers” di servizi TLC e sistemi TLC. L’attività interdisciplinare si deve svolgere ab initio in fase di “Product Development” (i.e. “sviluppo servizi”) in quanto la Gestione TLC è una parte integrante sia dei sistemi TLC che dei servizi TLC cioè le tecnologie gestionali non sono “add-on packages” da progettare e installare all’ultimo momento. In generale, possesso di “conoscenze interdisciplinari” significa possesso, da parte di un unico soggetto (persona fisica o team integrato di persone), di aree conoscitive integrate (integrated knowledge fields) risultanti dalla integrazione di conoscenze monodisciplinari appartenenti a diverse discipline tradizionali. Una caratteristica di una conoscenza interdisciplinare è la presenza di “extra-conoscenze” risultato di una crossfertilizzazione virtuosa fra discipline tradizionali. Tra poco vedremo 133 Orientativamente gli studenti del corso di GST possono fare riferimento alle seguenti definizioni delle aree conoscitive “Engineering” e “Business”: “Engineering” (con la E maiuscola) significa “Engineering delle telecomu telecomu-nicazioni”, nicazioni”, un mix di quattro discipline tradizionali: “Ingegneria Informatica – Ingegneria gestionale - Ingegneria Elettronica - Ingegneria delle Telecomunicazioni”, le prime tre solo per la parte direttamente rilevante rilevante a sistemi e servizi TLC. Per “ingegneria” “ingegneria” noi adottiamo la seguente definizione “ingegneria è la professione in cui la conoscenza delle scienze matematiche e naturali (e.g. fisica, chimica) acquisita attraverso lo studio, studio, l’esperienza e la pratica, pratica, viene applicata con discernimento per sviluppare nuovi sistemi che utilizzano economicamente le risorse della natura a beneficio dell’umanità”. Nel “modello interdisciplinare completo” da noi adottato (Vedi Appendice 4 al Capitolo 1) le le conoscenze di “Engineering” in effetti sono solo parte parte di di una più vasta area conoscitiva identificata come TLC “Science, Engineering & Technology, SE&T”. “Business” (con la B maiuscola) significa “Business delle telecomunicazioni”, telecomunicazioni”, un mix di conoscenze derivate dalle dalle quattro discipline tradizionali di Economia Economia & Commercio, Commercio, Scienze della Finanza, Marketing e Gestione di impresa, specializzate alle telecomunicazioni, laddove “economia” a livello microeconomico è “la scienza che studia le modalità di allocazione di risorse limitate tra usi alternativi al fine fine di massimizzare la soddisfazione degli utilizzatori” mentre a livello macroeconomico è la disciplina che si occupa di produzione, consumi, occupazione e prezzi nei mercati a processi cessi con cui persone fisiche o giuridiche, livello nazionale e internazionale; “finanza” è “la disciplina che studia i pro pubbliche o private, gestiscono i flussi monetari nel tempo (raccolta, allocazione, usi) e “marketing” è un ramo delle scienze economiche che “si occupa dello studio descrittivo del mercato e dell’analisi dell’interazione dell’interazione del mercato e degli utilizzatori con l’impresa”. A livello universitario il “Business delle Telecomunicazioni” è una specializzazione alle Telecomunicazioni delle materie insegnate nei corsi di “Master in Business Administration” (MBA). Durante il corso di GST il termine “Business” è usato con diversi significati e.g. “rapporto di business “ = rapporto commerciale, “processo di business” = processo aziendale, “utenza business” = utenza affari. “obiettivo di business” = obiettivo aziendale. In molti molti casi useremo direttamente il termine “business” senza tentare di tradurlo e.g. useremo le espressioni inglesi “business model”, model”, “business plan” plan” etc. Tavola 1.3.1.2 che in questo corso queste discipline tradizionali sono state raggruppate in due sole aree conoscitive da noi denominate “Engineering” e “Business”, con E e B maiuscole (vedi Tavola 1.3.1.2). Inoltre, fra poco vedremo che è proprio la disponibilità di extraconoscenze interdisciplinari (generate da competenze professionali trasversali) che permette ad una TelCo in fase di Product Development di pianificare/specificare/ progettare l’integrazione fra la gestione di reti e elementi di reti TLC sviluppata in Ambiente Engineering e la gestione di servizi e customer care sviluppata in Ambiente Business (i numeri qui sotto corrispondono ai numeri di Fig.1.3.1.4) 1. integrazione “gestione customer care”- “gestione servizi” (Competenze Business per creare i modelli gestionali + competenze Engineering per implementazione tecnologica. Integrazione tecnologica e.g. Web/Java-CORBA.) 2. integrazione “gestione servizi - gestione reti” (Mappatura Modello Rete Generico – (Generic Network Model, GNM) – Modello Servizi (Service Interaction Model, SIM) + Specializzazione GNM – Modelli Rete Specifici accompagnata da integrazione 134 tecnologica). Competenze interdisciplinari anche per creazione/mappatura dei modelli, vedi Fig.1.3.1.3) 3. integrazione “gestione reti” – “gestione elementi di rete” (Integrazione tecnologica e.g. CORBA-OSI. Competenze Engineering per creare i modelli gestionali e loro implementazione tecnologica). 4. integrazione “gestione servizi SP1” – “gestione servizi SP2” (Interworking fra applicazioni di SP partners. Competenze Business per creare una interfaccia applicativa comunne e competenze Engineering per implementazione tecnologica) Competenze professionali (Skills) & Aree Conoscitive Mondo della Conoscenza Modelli Gestionali Rete TLC (A) Esperti TLC Engineering Integrazione Team Leader Modelli Gestionali Servizi TLC (B) Esperti TLC Business Team di lavoro integrato (supportato dal Senior Management) Mondo del Lavoro Presentation 1 Fig.1.3.1.3 Superamento della zona di frontiera Engineering-Business all’interno di una TelCo nello sviluppo di integratori “gestione servizi-gestione reti” ad opera di un team integrato di esperti monodidsciplinari supportato dal Senior Management. Quindi in particolare per la mappatura “gestione reti”-“gestione servizi” (corrisondenza biunivoca fra “oggetti” nei due modelli gestionali) sono necessarie conoscenze interdisciplinari Engineering-Business. Infatti già quando si cominciano a sviluppare i modelli gestionali “reti” si deve tener presente che essi devono supportare i modelli gestionali “servizi” e.g. l’installazione di un servizio TLC (modello gestionale generico “servizi”) richiede allocazione di risorse di rete TLC (modello gestionale generico “rete”) . Vedremo fra poco come questa mappatura si traduca in pratica a stabilire una relazione logica, un “ponte”, fra “oggetti” corrispondenti situati nei due modelli gestionali. (Fig.1.3.3.5). Il testo di G.Chen & Q.Kong “Integrated Telecommunications Management Solutions”, IEEE Press, 2000 è completamente dedicato a questo argomento e noi faremo spesso riferimento ad esso (purtroppo scritto in un Inglese terribile!). Le Raccomandazioni ITU-T relative allo standard e-TOM sono anche esse importanti in questo contesto. NOTA 1.3.1.1 Significato del termine “Integrazione” (di aree conoscitive) 135 Abbiamo visto come all’interno di una impresa TelCo impegnata in un business “customer oriented”, le gestioni locali di reti TLC e loro elementi, servizi TLC e relazioni clienti facciano parte di sistemi integrati con livelli di integrazione/automatizzazione tecnologica sempre più spinti al fine di raggiungere certi “management goals” (scopi gestionali) e conseguire certi “business objectives” (obiettivi di business) della TelCo in maniera efficace/efficiente e in definitiva ottenere una performance d’impresa soddisfacente e sostenibile nel tempo (i.e. rispettosa anche delle esigenze socio – ambientali del macroambiente circostante). In fase di “Product Development” tutto questo comporta dapprima sviluppo di modelli gestionali ottimizzati per i vari tipi di gestione, “mappatura” da un modello all’altro e infine “integrazione” delle rispettive tecnologie implementative (diversi modelli in genere sono implementati da tecnologie diverse). A livello tecnologico si parla di una integrazione OS-NSS-OSS-BSS (OSS-BSS o BOSS nella letteratura anglosassone) e di una Gestione TLC, con la G maiuscola. Ma in un contesto di conoscenze interdisciplinari, noi usiamo il termine “Integrazione” anche con un significato diverso. Con il termine “integrazione” (di aree conoscitive) qui si vuole indicare non solo una stretta aggregazione e contestualizzazione di conoscenze appartenenti a discipline tradizionali diverse in un unico corpus conoscitivo memorizzato/utilizzato da un' unica entità (attore singolo o team integrato di attori) ma si allude anche al “valore aggiunto” (i.e. creazione di nuove conoscenze, denominate anche extraconoscenze interdisciplinari) risultante da processi virtuosi di crossfertilizazzione o di mappatura fra elementi conoscitivi appartenenti alle singole discipline. 136 Commento: Clienti Interfaccia Accesso Clienti Applicazioni Gestione Servizi Appl. Gestione Reti 1 GESTIONE CUSTOMER CARE (JAVA/WEB) Strato Accesso Servizi GESTIONE SERVIZI (CORBA) Processi GS 2 Tecnologie GS Dati GS S P / S P Strato Integrazione Gestione Servizi – Gestione Reti GESTIONE RETE (OSI) Processi GR Tecnologie GR Dati GR 3 Gestione Elementi Rete Fig.1.3.1.4 La Gestione TLC richiede “mappature” di modelli gestionali e integrazioni di tecnologie. 137 4 Fig.1.3.2.1 Il TMF agli inizi del 2000 ha istituito una Service Framework Team che ha prodotto il “Service Management Framework” mostrato in questa figura. (Service Model Framework, Release 4.5, TMF, Nov.2004.) Si tratta di un diagramma che mostra le competenze professionali degli stakeholders interni ed esterni a una TelCo partecipanti alla gestione dei servizi TLC nel corso di un ciclo di vita di un servizio. La fase di lancio commerciale (Launch) separa il “Product Development” dalla fase di “Service Delivery”. 138 1.3.2 “Product Development” in una TelCo: interdisciplinarietà “Engineering-Business”. 1.3.2.1 Aree conoscitive “Engineering” e “Business”: mix di discipline tradizionali All’interno di una TelCo i vari tipi di gestione locale sono implementati da processi gestionali ad hoc supportati da specifici modelli gestionali. Come già indicato questi modelli sono sviluppati ab initio già nella fase di “Product Development” in forma integrata congiuntamente con lo sviluppo delle relative tecnologie di supporto e.g. OS, NSS, OSS, BSS. In linea con la terminologia ITU-T qui usiamo il termine “Product Development” invece di “Service Development” per ricordarci che la TelCo produce servizi TLC che poi, in un contesto “Marketing”, fanno parte di un “offerta” di prodotti TLC al Cliente (vedi par.1.0.3.1). Il “Product Development” in ambito TelCo è una attività aziendale molto complessa che richiede il contributo di competenze professionali diverse supportate da conoscenze/esperienze appartenenti a diversi settori delle TLC. Il TMF prevede (Fig.1.3.2.1) che in una TelCo un nuovo servizio TLC richieda almeno dodici tipi di competenze professionali diverse corrispondenti ad una varietà di settori disciplinari diversi. Negli enti di standardizzazione che producono standardards per sistemi e servizi TLC si verifica una situazione molto simile (e.g. vedi il programma NGOSS, Next Generation Operations Systems and Software del consorzio internazionale TeleManagement Forum). In questo corso per semplificare la trattazione e rispettare i vincoli didattici previsti per l’anno accademico 2008-2009 noi faremo riferimento non a dodici competenze professionali diverse bensì a competenze professionali supportate da due sole aree conoscitive, “Engineering” e “Business” (con le iniziali maiuscole), ognuna delle quali è infatti un mix di quattro discipline tradizionali specializzate alle TLC come mostrato nella di Tav. 1.3.1.2. Da un punto di vista operativo e alla luce delle attuali specializzazioni professionali si ritiene che l’ area conoscitiva Engineering possa essere “coperta” con un team integrato di almeno quattro tipi di ingegneri (Ingegneria TLC, Ingegneria Informatica, Ingegneria Gestionale e Ingegneria Elettronica) mentre l’ area conoscitiva Business può esser coperta da un team integrato di esperti con diploma MBA (Master in Business Administration) e/o lauree in Economia & Commercio, Scienza delle Finanze, Scienza del Marketing e Gestione di Impresa tutte con specializzazione in TLC. La Tavola 1.3.1.1 mostra i tipi di gestione (domini gestionali) all’interno di una TelCo e le corrispondenti aree conoscitive di supporto. Quando parliamo di “area conoscitiva di supporto a un certo modello gestionale architetturale o di processo” facciamo riferimento alle conoscenze teorico-pratiche /competenze professionali richieste nella fase di sviluppo (analisi/progetto) del modello. Il modello gestionale viene poi implementato con opportune tecnologie abilitanti (“implementazione” del processo gestionale)e integrato in un “sistema informatico” finale testato poi in fase di pre-esercizio. 139 La Fig.1.3.1.1 mostra la composizione di un team integrato interdisciplinare costituito all’interno di una TelCo per lo sviluppo di nuovi prodotti TLC. Notare come a rigore il solo binomio “Engineering-Business” non copra tutte le aree conoscitive necessarie allo sviluppo dei servizi TLC. Altre aree conoscitive dovrebbero essere prese in considerazione per uno studio completo della Gestione i.e. le aree “Legal, LegislativeRegulatory” (General Counsel) e “Social” (External Relations). L’argomento verrà trattato nell’ Appendice 4 al Cap.1 (non incluso nel programma 2008-2009). 1.3.2.1 Il mondo del lavoro post – laurea: teams di lavoro integrati Nelle imprese TelCo la tendenza attuale è quella di sviluppare sin dalla fase di “Product Development” modelli/tecnologie gestionali progettate/realizzate integrando modelli/tecnologie ottimizzate su base locale. Ciò viene fatto con l’ impiego di esperti in discipline diverse integrati in gruppi di lavoro interdisciplinari (cross-funzionali). Questi gruppi di lavoro sono creati attaverso un lavoro preparatorio lungo, minuzioso e paziente da parte di uno o più team leaders con “conoscenze interdisciplinari” e “competenze professionali trasversali” e con il supporto diretto (commitment) del Senior Management della TelCo (Vedi Fig.1.3.1.1 e 1.3.1.2). Quest’ultimo punto è di fondamentale importanza se si vuole che all’interno di una TelCo un progetto interdisciplinare industriale abbia buone probabilità di successo superando le varie interfacce organizzative che inevitabilmente si presentano allorchè si crea un team crossfunzionale all’interno di una impresa attraversando interfacce fra unità organizzative diverse (vedi Appendice 5 al Cap.1). Da un punto di vista operativo, la creazione di teams di lavoro integrati oggi è facilitata dai servizi di teleconferenza e telelavoro via internet i.e. dalla creazione in rete di “ambienti collaborativi” molto coesi che permettono la collaborazione in tempo reale di gruppi di lavoro paralleli residenti in postazioni geograficamente remote (importante per TelCo multinazionali). Se le esigenze del mondo del lavoro nelle TelCo e negli Enti di Standardizzazione e di Regolamentazione spingono nella direzione di “creazione di gruppi di lavoro integrati di natura interdisciplinare” allora è bene che i nostri studenti prendano coscienza e si preparino a condividere questa realtà post laurea e che un corso di GST sia un corso interdisciplinare comprendente (almeno) le aree conoscitive di Engineering e Business. Alla luce di tutto ciò, questo corso, che si rivolge a studenti con un background tecnico, si prefigge il compito di creare ingegneri TLC con competenze professionali poi utilizzabili in gruppi di lavoro interdisciplinari capaci di sviluppare modelli e tecnologie gestionali integrate per la gestione di sistemi e servizi TLC (i.e. creazione a livello universitario di “team working capability”!). NOTA 1.3.3.1 Notare come all’interno di una impresa TelCo ma al di fuori del “Product Developmente” esistono ambienti di lavoro che richiedono solo competenze professionali Engineering o solo competenze professionali Business. Ad esempio le attività di Network Operator sono espletate principalmente da Attori Engineering mentre quelle di “Marketing & Sales” da Attori Business. 140 Richiesta dal Cliente Notifica al Cliente Customer Interface Management Customer Relation Management (BSS) Service Management (OSS) Strati gestionali Resource Management (NSS) Partner/ Supplier Management (BSS) F A B Prova Partner SP F1 F2 F3 . . . . FN Fig.1.3.3.2 Rappresentazione “swim-lane” di un flusso operativo end-to-end Si tratta di un flusso di processi che comprende tutti i processi necessari a fornire un customer service e.g. “accettazione ordinazioni servizi e emissione di fatture”e attraversa strati gestionali e raggruppamenti processuali (FAB) diversi In ogni strato gestionale i processi sono supportati da modelli gestionali (sviluppati in fase di analisi/progettazione ) e tecnologie gestionali standardizzate (sviluppate in fase di realizzazione del software) specifiche di quel particolare strato. Il flusso di processi è implementato da uno o più stakeholders legati da relazioni di business. Per semplicità in figura si suppone che tutti i processi siano implementati all’interno di una TelCo ed è di natura cross-funzionale (vedi in basso la struttura organizzativa della TelCo).Architects, designers, implementers di macroprocessi end-to-end sono integrati in teams di lavoro interdisciplinari. 141 Struttura Organizzativa della TelCo “per Funzioni” 1.3.3 Perché modelli e tecnologie diverse per diverse gestioni locali? Vediamo ora perché i vari tipi di gestione locale (elementi di rete, rete, servizi e relazioni clienti) hanno esigenze diverse, devono soddisfare requisiti diversi e quindi richiedono modelli e tecnologie abilitanti diverse. Infatti 1. La gestione degli elementi di rete (Network Element, NE) richiede modelli gestionali molto dettagliati (i.e. in una architettura ad “oggetti” richiede modelli con un grande numero do “oggetti gestiti”, come vedremo nella Parte II del corso) modelli capaci di rappresentare le caratteristiche gestionali dei singoli elementi di rete (e.g. autocommutatori, istradatori, linee di trasmissione etc.) Tuttavia questi elementi, come pure le loro mutue relazioni ( topologie di rete) , hanno caratteristiche gestionali che non variano rapidamente nel tempo (i.e. gli “oggetti gestiti” non devono essere modificati spesso e per questo sono anche detti “statici”). In genere si tratta di modelli gestionali proprietari del costruttore, implementati con sistemi OS (Operations Systems = Sistemi di Esercizio) attestati direttamente sull’elemento di rete. 2. La gestione delle reti ha caratteritiche simili alla gestione elementi di rete (entrambe sono supportate da competenze professionali “Engineering”) ma richiede un modello più astratto, meno dettagliato. Ad esempio, informazione dettagliata è necessaria per operare uno switch ma solo una parte di essa è necessaria per operare una rete TLC e.g. se lo switch è guasto o è sano o è attivato o disattivato. E’ proprio questa parte che viene “astratta” dal modello gestionale degli elementi di rete ed è trasferita nel modello gestionale di rete. In effetti in un modello gestionale di rete è prioritario modellare le caratteristiche complessive di un insieme di apparati interconnessi da linee di trsmissione e.g. le caratteristiche delle connessioni circuitali end-to-end da una terminazione di rete all’altra. 3. La gestione dei servizi è più dinamica. Essa deve gestire una molteplicità di processi gestionali spesso innescati dai clienti con variazioni temporali su base day-by-day o hour-by-hour e geograficamente distribuiti e.g. accettazione/processing delle richieste di installazione servizi presentate dai clienti, monitoraggio e controllo della qualità dei servizi, preparazione di tariffe e sconti, fatturazione/raccolta pagamenti etc, talvolta su base globale. Considerando il numero di Utenti si può capire la vastità del problema. In queste circostanze è opportuno sviluppare modelli di gestione servizi estremamente flessibili e facili da adottare alle esigenze di una varietà di mercati , ma soprattutto, indipendenti da domini tecnologici e amministrativi i.e. i modelli gestionali dei servizi devono ignorare la eterogeneità delle tecnologie implementative di apparati e reti provenienti da costruttori diversi (domini tecnologici diversi) come pure devono ignorare la etereogeneità delle procedure gestionali dovuta a gestori locali residenti in sedi remote spesso distribuiti su base multinazionale (domini amministarativi diversi). Infatti, dal punto di vista della fornitura/acquisizione di un servizio TLC non fa alcuna differenza se il servizio è abilitato da una rete terrestre wireline o wireless, con tecnologia ATM o tecnologia SONET o via satellite purchè queste tecnologie siano “equivalenti” (vedi Cap.4). Quello che conta è che le risorse allocate in rete siano capaci di soddisfare i requisiti del servizio stesso e.g. disponibilità delle linee, qualità della trasmissione, tempi di ritardo etc. 142 4. Nella gestione delle relazioni clienti (Customer Relation Manaagement, CRM) effettuata separatamente ma non indipendentemente dalla gestione servizi, si devono gestire in modo efficiente una molteplicità di transazioni con coinvolgimento diretto del singolo cliente e con tempi caratteritici dell’ordine dei minuti (eventi CRM, Customer Relation Management) e.g. invio al Cliente di informazioni sui servizi erogati e sulle loro caratteristiche, accesso dettagliato da parte dei clienti ai records delle fatturazioni/pagamenti, notifica proattiva di malfunzionamenti e conseguenti degradazioni della QoS, soddisfacimento dei reclami in modo rapido con riparazioni accurate etc. utilizzando tecnologie periferiche facilmente disponibili ai Clienti possibilmente attraverso terminali di gestione facilmente accessibili e.g. telefono, internet, fax . NOTA 1.3.4.2.3. Attenzione a “modelli”, “implementazione di modelli” e “tecnologie”! In generale i modelli gestionali a cui ci riferiamo sono modelli “reti” e modelli “servizi” generici rispettivamente indipendenti dalle particolari implementazioni tecnologiche e dai particolari scenari di servizio considerati. Esempi di questi modelli sono i modelli a oggetti GNM (Generic Network Model) e SIM (Service Interaction Model). Tuttavia quando consideriamo un sistema informatico reale noi ci riferiamo ad un pacco software che contiene una applicazione gestionale realizzata secondo una tecnologia specifica. Ad esempio i modelli GNM e SIM possono implementarsi con una tecnologia IT denominata CORBA. Tuttavia nel caso di OSI-SM esiste un “modello gestionale OSI-SM” (specializzazione al caso gestionale del modello di riferimenti OSI) implementato con “tecnologia software OSI-SM” o semplicemente “tecnologia OSI”. Quando una “tecnologia OSI” sviluppata per gestire elementi di rete specifici deve interagire con una tecnologia CORBA (e.g. imoplementativa del modello GNM) la due tecnologie usano linguaggi degli “oggetti gestiti” e protocolli comunicativi diversi, noi diciamo che ciò avviene attraverso un “integratore tecnologico CORBA-OSI”. Si tratta quindi di soddisfare per i quattro tipi di gestione requisiti diversi nel modo migliore possibile, utilizzando per ciascun tipo modelli gestionali e tecnologie software abilitanti ottimali e aggregando poi le soluzioni parziali in un' unica soluzione integrata (possibilmente con componenti applicativi “loosely coupled”, vedi par.1.3 ) Ad esempio, si possono adottare le seguenti tecnologie gestionali, 1) tecnologia OSI per la gestione delle reti e degli elementi di rete utilizzando un paradigma Manager-Agent 2) tecnologia CORBA per la gestione dei servizi usando un paradigma ClientServer 3) tecnologie Java/Web per gestire l’interfaccia cliente utilizzando la rete internet. 143 Queste tecnologie devono poi cooperare in un sistema gestionale organico i.e. vanno poi integrate in un unico sistema gestionale integrato. Il livello di integrazione fra modelli gestionali diversi può essere più o meno spinto: da una semplice conversione di linguaggio e di protocollo comunicativo fino ad effettuare una mappatura fra modelli informativi (object models) diversi e.g. modello gestionale servizi e modello gestionale reti (integrazione R-S). 1.3.4 La sfida: la mappatura RE-SB fra modelli gestionali di Reti (Engineering) e Servizi (Business) e gli “integratori tecnologici” fra tecnologie software diverse Ora vogliamo identificare le problematiche interdisciplinari reali che si sono incontrate nel campo della “gestione integrata” di reti e servizi (Gestione TLC) in una TelCo o un ente di standardizzazione e che richidono “competenze professionali trasversali” posizionate alla frontiera Engineering-Business. Abbiamo visto che in una TelCo queste problematiche nascono in fase di “Product Development” cioè in fase di pianificazione/analisi/progettazione di futuri servizi TLC. Ma in dettaglio di cosa si tratta? Come nascono e come sono risolte le “problematiche interdisciplinari? 1.3.4.1 Riepilogo: flussi operativi end-to-end all’interno di una TelCo (Fig. 1.3.3.2 e Fig. 1.3.3.4) Abbiamo visto come i processi operativi in una TelCo “customer oriented” vengano poi inseriti in flussi di processi (vedi Appendice 6 al Capitolo 1) che contengono tutti i processi operativi necessari e sufficienti per fornire i “customer services” richiesti dai Clienti e, al tempo stesso, per conseguire gli obiettivi di business prefissati in fase di pianificazione strategica (flussi operativi end-to-end). Gli obiettivi di business fanno parte di un business plan prestabilito. Da un punto di vista tecnologico un flusso di processi gestionali è abilitato da un insieme di Support Systems (e.g. OS, NSS, OSS, BSS) dedicati ad applicazioni specifiche, integrati da piattaforme di integrazione e controllati da sistemi di workflow management (sistemi per la gestione dei “flussi operativi”). Per questo diciamo anche che un flusso operativo end-to-end è supportato da tecnologie OS/NSS/OSS/BSS. (Vedi N. V. Jones, “Telecommunications Management”, Virtualbookworm. com, 2004, p.78). Una caratteristica di un flusso operativo end-to-end è che esso è il risultato della integrazione di processi gestionali finalizzati a gestire “tipi di oggetti” diversi con modalità diverse. Diciamo anche che un flusso operativo end-to-end attraversa strati gestionali diversi (Fig.1.3.3.2 e 1.3.3.3). Ad esempio, esso si svolge lungo tutto l’arco della Gestione TLC i.e. un arco che va dai processi esterni di “gestione clienti” (Customer Relation Manegement, CRM) e attraverso processi interni di “gestione servizi” arriva fino a processi di “gestione reti” e “gestione elementi di rete” (gestione delle risorse). Questo tipo di flusso operativo usa il termine “end-to-end” per due motivi 1) perché in un modello gestionale stratificato come in Fig.1.4.3.2 si sposta verticalmente “da un estremo all’altro” i.e. dalla 144 gestione clienti (in alto) alla gestione tecnologie di rete (in basso) e 2) perché contiene tutti i processi operativi necessari a processare una richiesta iniziale formulara da un Cliente in una risposta finale fornita al Cliente (vedi Fig.1..4.3.2). Usando una terminologia ITU-T si può dire che come un Servizio di Gestione (Management Service) è la aggregazione di un insieme di Funzioni di Gestione (Management Functions) standardizzate (funzioni definite nel modello FCAPS, vedi par.3.3.3 al Capitolo 3) così un flusso operativo end-to-end è un flusso di processi risultante dalla aggregazione di processi operativi standardizzati (processi definiti nel modello e-TOM, vedi Appendice 3 al Capitolo 1). La differenza consiste nel fatto che un Servizio di Gestione fornito da una Rete di Gestione fa parte di una vecchia visione “resource centric” o “SP centric” (“dal basso in alto”, bottom-up) mentre un “flusso operativo end-to-end” fa parte di una nuova visione “business centric” o “customer centric” (“dall’alto in basso”, top-down). I flussi operativi end-to-end sono estremamente importanti per imprese TelCo customer oriented che operano in un libero mercato. Infatti i flussi operativi end-to-end sono finalizzati al conseguimento degli obiettivi di business della TelCo ed è poi sulla base della efficienza/efficacia dei flussi operativi end-to-end messi in atto da una TelCo che essa viene poi “misurata” dai suoi clienti e dalla concorrenza. E questa efficienza/efficacia richiede il supporto di una automazione/integrazione tecnologica molto spinta. Cosa non facile! Infatti il flusso è supportato da un mix di modelli gestionali (architetturali e di processo) ottimizzati singolarmente per i vari domini gestionali attraversati (filosofia della “right technology for the right domain” condivisa da quasi tutti gli operatori del settore). Notare l’espressione “automazione molto spinta” ma, ovviamente, non totale: si tratta di un avvertimento teso ad evitare i facili entusismi dei softweristi ad oltranza e a ricordare che esseri umani sono sempre presenti nei flussi operativi, infatti “persone non macchine negoziano con i clienti, eseguono progetti, installano servizi, riparano guasti….” (G.Fantauzzi, “I sistemi software per le reti ed i servizi di telecomunicazione”, Franco Angeli, 2000, pag.372) 145 Customer Interface Management CRM BSS CRM Op. Support & Process Mngmt CRM Operations Readiness Sales & Channel Management Marketing Fulfillment Response Order Handling Problem Handling Customer QoS/SLA Management Selling Retention & Loyalty Service Management & Operations (SM&O) SM&O Support & Process Mngmt OSS Service Problem Management Service Configuration & Activation Resource Management & Operations (RM&O) OS NSS Resource Trouble Mngmt Resource Perf. Mngmt. Resource Provisionig Resource Mngmt & Operations Resource Data Collection & Processing Supplier/Partner Relationship Mngmt BSS SPRM Oper. Support & Process Mngmt S/P Problem Reporting & Mngmt S/P Requisition Mngmt SPRM Operations Readiness Oper. Supp. & Readiness Service & Specific Instance Rating QoS Analysis Action & Reporting SM&O Readiness RM&O Support & Process Mngmt Billing & Collections Management S/P Performance Mngmt S/P Settlements & Billing Mngmt . Supplier/Partner Interface Management Fulfillment Assurance Billing Fig.1.3.3.3 I processi operativi del modello e-TOM. I processi rappresentati dai rettangoli gialli sono utilizzati nel flusso operativo end-to-end di Fig.1.3.3.4 (raggruppamento “Fulfillment”) 1.3.4.2 Mappatura ER-SB e integratori tecnologici ATTENZIONE! Si consiglia agli studenti volenterosi di leggere gli ADDENDA No. 1, .2 e 3. Riportiamo qui di seguito alcuni concetti sulla Computazione a Oggetti 146 Distribuiti (Distributed Object Computing) : il minimo indispensabile per capire la integrazione di gestioni locali diverse. • Tecnologie gestionali DOC (Distributed Object Computing) La tendenza verso una integrazione sempre più spinta sia a livello di analisi/progettazione di sistema che a livello di implementazione tecnologica è stata incentivata e ancor oggi supportata dal progresso tecnologico nel campo delle tecnologie informatiche distribuite DOC (Distributed Object Computing). Infatti è grazie a queste tecnologie che è possibile costruire sistemi informatici gestionali integrati con componenti applicativi eterogenei loosely coupled o in modalità “plug & play” (vedi par.1.4.2.1) NOTA 1.3.4.2.1 Nozioni generali su Distributed Object Computing = Distributed Computing + Object Orientation (DOC = DC + OO) 1. “DISTRIBUTED COMPUTING”. In questo corso noi definiamo un sistema “fortemente” distribuito come un sistema costituito da componenti applicativi autonomi, residenti in nodi elaborativi remoti interconnessi da una rete di comunicazione dati, che cooperano in un contesto di elaborazione virtualmente unitario cioè come se fosse “non distribuito”(Vedi ADDENDUM No.1 e par.3.6 del Capitolo 3). Ciò avviene perché il sistema computazionale si fa esso stesso carico dei problemi della distribuzione (e.g. indirizzo, sincronismo, linguaggio dei componenti) tramite un sofware denominato “middleware” perché interposte fra software applicativo e l’ hardware del processore, vedi Fig. 3.3.4.2 nel Cap.3. In particolare l’utilizzo di tecnologie “middleware” permette la realizzazione di sistemi gestionali “fortemente” distribuiti secondo i principi enunciati dall’ITU-T nel modello di riferimento ODP-RM (Open Distributed Processing–Reference Model) (vedi anche “Reference Model for Open Distributed Processing”, ITU-T Recommendation X.901, 1997). Più precisamente il modello di riferimento ODP-RM applicato a scenari gestionali distribuiti ha poi generato il modello gestionale ODMA (Open Distributed Management Architecture) proprio come il modello di riferimento OSI-RM (Open Systems Interconnection-Reference Model, la pila a sette strati!) ha dato luogo al modello gestionale OSI-SM (System Management). L’architettura ODMA, come specializzazione dell’ODP-RM, é descritta nella raccomandazione ITU-T X.703 (Ottobre 1997). 2. “OBJECT ORIENTATION” L’Orientamento agli Oggetti è non solo un paradigma di analisi di sistema (system analysis) ma anche una tecnica di modellazione di sistema (sistem design) nella quale il sistema viene “visto” e modellato come una molteplicità di ”oggetti” interagenti. Un “oggetto” è la rappresentazione di una entità reale esistente nel sistema reale da modellare. “An object is an entity that exhibits some well defined behaviour: objects do things and we ask them to perform what they do by sending them messages” [G.Booch, “Object Oriented Analysis and Design” Addison-Wesley, 1994] • Tecnologia CORBA e tecnologia gestionale CORBA/ODMA (Fig.1.3.4.2.1) In questo corso noi faremo riferimento a due esempi concreti di tecnologie IT: : la tecnologia CORBA (Common Object Request Broker Architecture) come esempio di DOC-IT per la gestione dei servizi TLC e la tecnologia OSI come esempio di tecnologia 147 gestionale per reti e elementi di rete TLC. . (vedere dettagli nella Addendum No.2 per CORBA e Addendum No.4 per la programmazione a oggetti). Nella tecnologia CORBA i vari componenti comunicano fra loro secondo un paradigma “Client-Server” tramite un comune bus logico di comunicazione denominato ORB (Object Request Broker) (Fig.1.3.4.2.1). Ad esempio un oggetto Client attraverso ORB richiede ad un oggetto Server di effettuare certe operazioni (fra quelle pubblicate in lingua IDL all’interfaccia del Server stesso , IDL = Interface Definition Language), l’oggetto Server effettua le operazioni richieste ed invia attraverso ORB i risultati all’oggetto Client che li aveva richiesti. Le operazioni all’interno dell’oggetto server possono adottare un linguaggio di programmazione locale e.g. C++. Un esempio di sistema computazionale “fortemente” distribuito è mostrato in Fig.1.4.4.1. La tecnologia CORBA utilizzata per l’implementazione del modello ODMA da luogo alla tecnologia gestionale ODMA/CORBA. DETTAGLIO 1.3.4.2.2 La relazione Client –Server nell’architettura CORBA In una architettura CORBA, un oggetto Client che richiede un servizio a un oggetto Server non si deve affatto preoccupare di conoscerne i dettagli e.g. la sua locazione in rete e il suo ambiente locale oppure i dettagli del protocollo di comunicazione adottato in rete. dall’ORB. Il Client deve solo 1) conoscere il nome simbolico dell’operazione da invocare e 2) ottenere dall’ORB il «riferimento all’oggetto» o IOR (Interoperable Object Reference) cioè l’indirizzo in rete dell’oggetto su cui deve essere eseguita l’operazione. Da parte sua il Server non conosce affatto i dettagli implementativi del Client. Quello che il Server deve fare é effettuare l’operazione invocata cioè fornire il servizio pubblicato sulla sua interfaccia e rinviare al Client il risultato dell’operazione. Quindi, dal punto di vista del Client un oggetto Server é caratterizzato da : 1) IOR che ne identifica l’ indirizzo in rete in modo univoco, 2) operazioni pubblicate sulla sua interfaccia. In altre parole, il Client “vede” solo l’interfaccia del Server e il suo IOR mentre l’ “implementazione dell’oggetto”, cioè i dati e il metodo necessari all’esecuzione dell’operazione invocata espressi in linguaggio di programmazione locale, non é a lui visibile. É la separazione fra interfaccia e implementazione dell’oggetto Server cioé l’incapsulamento della implementazione dell’ oggetto Server, reso possibile dalla metodologia orientata agli oggetti, l’essenza di CORBA. Fintantoché l’interfaccia del Server non cambia, il Client può sempre ottenere i servizi stipulati dal contratto Client-Server anche se il Server cambia il suo ambiente locale e.g. linguaggio di programmazione. Del cambio di linguaggio di programmazione se ne occupa la piattaforma CORBA non il Client. • Tecnologia OSI-SM Open Systems Interconnection – System Management per la gestione reti-elementi di rete (rettangoli gialli). Questo modello verà studiato nella parte II del corso. E’ una specializzazione del modello di riferimento OSI-RM con applicazioni gesrtiuonali al 148 settimo livello della pila OSI. Il protocollo comunicativo è denominato CMIP e il linguaggio degli oggetti gestiti è GDMO/ASN.1 • Mappatura (Mapping) “RE – SB” (Reti/Engineering – Servizi/Business) Ripetiamo: la interdisciplinarietà della Gestione TLC dipende dal fatto che i Clienti richiedono l’esecuzione di flussi operativi end-to-end costituiti da una serie di processi gestionali di natura diversa che implicano un accoppiamento fra gestione servizi e gestione reti o viceversa. Questo accoppiamento richiede la mappatura, mappatura RE (Reti/Engineering) – SB (Servizi/Business).fra un modello gestionale generico per Reti TLC sviluppato in Ambiente Engineering (qui denominato Generic Network Model, GNM, vedi Appendice 1 al Capitolo 2) e un modello gestionale per Servizi TLC sviluppati in Ambiente Business (qui denominato Service Interaction Model., SIM) . In fase di Product Development i modelli e la loro mappatura sono sviluppati da un team di lavoro integrato con conoscenze interdisciplinari/competenze professionali trasversali posizionate alla “zona di frontiera” Engineering-Business. Oggetti CORBA SERVICE DETAIL RECORD MNGR Modello Generico Gestione Reti (GNM) Modello Gestione Servizi (SIM) SERVICE ANALYSER Connection Detail Record Billing SERVICE PROVIDER Network Resource Provisionig LoP Service Configuration QoS FAULT MNGR Network Alarm Fault Report Relationship Service ORB palla Fig.1.3.4.2.1 RE-SB Mappers realizzati con tecnologia CORBA. Le applicazioni gestionali sono oggetti CORBA relazionati dai servizi “Relationship Services” forniti dalla piattaforma CORBA. Le caratteristiche gestionali della Rete TLC (rettangoli gialli) sono rappresentate nel Modello Generico Reti (GNM) tecnologicamente neutro che interfaccia col Modello Servizi (Service Interction Model, SIM) dove sono rappresentate le caratteristiche gestionali dei servizi TLC (rettangoli rossi). NOTA BENE. Per la gestione servizi non sono necessarie informazioni specifiche delle tecnologie di rete (Vedi Appendice 1 al Capitolo2) 149 La Fig.1.3.4.2.1 mostra esempi di mappatori RE-SB in un sistema gestionale “fortemente distribuito implementato con tecniche DOC adottando la tecnologia CORBA come piattaforma di integrazione. Supponiamo che i servizi TLC siano forniti da una grande Rete costituta da una molteplicità di sottoreti mutuamente interconnesse. rappresentata da un modello di rete generico GNM (Appendice 1 al Capitolo 2). Le applicazioni RE/GNM contengono oggetti computazionali CORBA. Le applicazioni SB/SIM contengono altri oggetti computazionali CORBA. Gli oggetti GNM e gli oggetti SIM sono mutuamente relazionati dai servizi “Relationship Services” forniti dalla piattaforma CORBA. Ad esempio in un customer service di “Service Provisionig” in cui un Cliente richiede la installazione di una istanza di servizio TLC l’accoppiamento fra gli applicativi “Service Configuration” e “Network Resource Provisionig” avviene attraverso l’interazione fra oggetti CORBA GNM e SIM (Vedre Fig.1.3.4.2.2) Ma non è tutto perché il modello di rete generico (tecnologi neutral) deve essere specializzato in una serie di modelli specifici rappresentativi delle sotto reti reali Mappatura modelli SIM e GNM Oggetti CORBA ( GNM) INTEGRATORE TECNOLOGICO Oggetti CORBA (SIM) Specializzazione Manager OSI (C++) API Pila OSI Modello Rete Generico CMIP Pila OSI Agente OSI Modello ReteSpecifico Fig. 1.3.4.2.2 Integratore tecnologico CORBA-OSI 150 • Integratori tecnologici La Fig.1.3.4.2.2 mostra un integratore tecnologico CORBA-OSI La integrazione tecnologica “CORBA-OSI” è effettuata da integratori tecnologici i.e. oggetti dedicati alla integrazione di tecnologie software diverse. Essi sono i ponti di passaggio fra un ambiente gestionale CORBA e un ambiente gestionale OSI. Gli integratori tecnologici sono oggetti CORBA sui quali possono essere invocate operazioni di Manager OSI. Quindi un integratore ha due interfacce: un Manager OSI al suo interno usa dal lato sud una interfaccia GDMO/ASN.1 (servizi CMIS e protocollo CMIP) per comunicare con gli Agenti OSI che operano sulle MIB (base dati di oggetti gestiti che modellizzano le risorse delle reti specifiche) mentre dal lato nord usa una interfaccia IDL per comunicare con oggetti CORBA GNM che modellizzano una gestione generica di rete. “Comunicare” significa che poiché un integratore ha una interfaccia IDL, i suoi metodi (operazioni) possono essere invocati dagli altri oggetti CORBA GNM secondo un paradigma Client-Server. L’implementazione dell’integratore come “Manager OSI” usa un linguaggio di programmazione opportuno (ad esempio C++) scelto dal programmatore e coinvolge i seguenti passaggi: 1) Mappatura di una operazione GNM (e.g. stabilire una connessione di Super rete) in una serie di operazioni OSI su oggetti GDMO (Processo di specializzazione) in accordo con le regole di astrazione usate nel processo inverso di creazione del modello generico GNM a partire dai modelli specifici. 2) Utilizzazione dei servizi CMIS e del protocollo CMIP attraverso la pila OSI per emettere richieste e ricevere risposte da agenti OSI. L’accesso alla pila OSI viene effettuato attraverso una interfaccia di conversione API (Application Programming Interface) e.g. del tipo C++/ASN.1. Per avere più’ dettagli sull’API vedere “API architectures for netrwork management applications” nel libro “Telecomunications Network Management” di Haojin Wang, pag. 490 publicato da Mc Graw Hill, 1999. Quindi gli integratori permettono di realizzare le funzioni di Manager OSI senza farlo vedere all’ambiente CORBA cioé funzionano come “CORBA wrappers” (“involucri CORBA”) che incapsulano l’ambiente OSI. Ovviamente la stessa tecnica puo essere utilizzata per incapsulare anche altre tecnologie di gestione reti e.g. SNMP. Inoltre la funzionalità del manager OSI é fatta su misura della tecnologia di rete che si deve gestire. Quindi ci saranno integratori tecnologici fra CORBA e OSI per ATM, SDH, Frame relay etc. 151 1.3.4.3 Esempio di mappatura QoS-LoP L’ “attraversamento” da un tipo di gestione all’altro e.g. gestione servizi e gestione reti, è realizzato in pratica tramite elementi di integrazione che effettuano una mappatura fra i relativi modelli gestionali locali Un esempio di mappatura fra modelli gestionali diversi è la mappatura fra i parametri di servizio contenuti nel QoS di un servizio TLC (Quality of Service, in Ambiente Business) e parametri prestazionali contenuti nel LoP delle reti abilitanti (Level of Performance, in Ambiente Engineering). La mappatura avviene durante la fase di “Performance Management” di un servizio TLC, in un integratore R-S denominato Service Analizer in Fig.1.3.4.2.1) e può esprimersi analiticamente come segue: Extraconoscenza Interdisciplinare Sj = Fj (Pj1, Pj2, Pj3…..PjN) Ambiente Engineering Ambiente Business Qui un parametro di servizio “Sj” (j=1, 2, 3…..M) è una funzione Fj di una molteplicità di parametri prestazionali di rete “Pji” (i=1,2….N) (mappatura 1:N).(vedi anche: L.Lewis. “Service Level Management for Enterprise Networks”, Artech House, 1999, p. 186 e G.Chen & Q.Kong, “Integrat Telecommunications Management Solutions”, IEEE Press, 2000, Cap.10]. L’argomento della mappatura QoS-LoP verrà ripreso nel Capitolo 2 par.2.7.5. 1.3.4.4 Esempi di “RE-SB Mappers” (Fig.1.3.3.5) Esempi di “mappatoro RE-SB” che maapano una operazione a livello servizi in una a livello rete generica sono riportati nella la Fig.1.3.3.5, adattata da “G. Chen & Q.Kong, “Integrated Telecommunications Management Solutions”, IEEE Press, 2000”. Il testo di G.Chen e Q,Kong è uno dei pochi testi dove questi argomenti vengono trattati in grande dettaglio. • Modelli gestionali locali La Fig.1.3.3.5 mostra la natura dell’ integrazione fra tre modelli gestionali locali rispettivamente relativi a servizi, reti e elementi di rete, SIM (Service Interaction Model), GNM (Generic Network Model). OSI-SM (Open Systems InterconnectionSystem Management) rispettivamente indicati con rettangoli di colore bianco, nocciola, giallo. I primi due sono modelli proposti da G.Chen e Q.Kong mentre il terzo è uno standard ITU-T già descritto. I modelli locali adottati sono 152 Fig.1.3.3.4 Flusso operativo end-to-end “Service Order” (Modello e-TOM). Notare il riuso di sette building blocks corrispondenti ai processi operativi di Fig.1.4.3.3 (rettangoli gialli). Le frecce verdi che puntano verso destra indicano dati in entrata e le frecce rosse che puntano verso dati in uscita. Notare l’attraversamento di quattro strati gestionali (“swimlane representation”). I singoli processi si articolano a loro volta in una serie di sottoprocessi ed è al loro interno che si nascondono gli elementi di integrazione (e.g. vedi Fig.1.4.3.6 per il processo “Service Configuration”) mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm 153 1. modello SIM, Service Interaction Model, per la gestione servizi, (rettangoli bianchi) Rappresenta le gestione servizi come una rete di processi operativi mutuamente interagenti (a loro volta suddivisi in sottoprocessi non mostrati in Fig.1.3.3.5) da utilizzare in flussi operativi end – to - end. I processi individuati da Chen & Kong sono classificati diversamente da quelli del modello e-TOM e sono indicati come PHM (Problem Handling Manager) per la gestione reclami, PM (Performance Manager) per la gestione della Quality of Service (QoS), SM (Service Manager) per la gestione delle configurazioni/ riconfigurazioni servizi, B (Billing Manager) per la gestione della fatturazione e SLAM (Service Level Agreement Manager) per la gestione dei Service Level Agreements. Ogni processo si articola poi in una serie di sottoprocessi. Questo modello è implementato con una tecnologia CORBA 2. modello GNM, Generic Network Model per la gestione reti (rettangoli nocciola) ma adatto a integrarsi con il modello servizi SIM. Infatti fornisce una rappresentazione esterna end-to-end di una rete TLC al Fornitore Servizi (strato superiore) “nascondendo” (information hiding) ad esso i dettagli interni della rete (che non lo interessano). Questo modello è descritto nella Appendice 1 al Capitolo 2. Adotta l’architettura ODMA/CORBA. Il linguaggio descrittivo degli oggetti è IDL e il protocollo comunicativo nell’ORB è denominato IOOP I rettangoli a due colori rappresentano gli elementi di integrazione dove avviene la mappatura fra modelli gestionali. In questo caso i processi operativi appartengono a quattro aree funzionali indicate con le lettere F (Fault, Guasti) , C (Configuration, Configurazione), P (Performance, Prestazioni), A (Administration, Amministrazione) corrispondenti alle aree funzionali Fault, Performance, Configuration. Accounting dello standard “FCAPS” dell ITU-T (Vedi dopo). Il significato degli acronimi usati per gli altri processi è il seguente: NFM = Network Fault Manager, NA = Network Analizer, SA = Service Analizer, NC = Network Configuration, SC = Service Configuration, CDR = Connection Detail Record, SDR = Service Detail Record, SLAM = Service Level Agreement Manager. • Elementi di integrazione R-S (rettangoli bianchi e rosa in Fig.1.3.3.5) Gli integratori R-S fra General Network Model (GNM) e Service Interaction Model (SIM) sono, 1. FM (Fault Manager), mappa un “allarme” generato da un guasto in una rete tecnologicamente specifica come un “Event Report” (OSI) in un oggetto SIM “Rapporto Guasti” (CORBA) grazie a un integratore tecnologico OSI-CORBA (NFM in figura) Viceversa mappa una “segnalazione guasto” effettuata dall’ Utente a livello servizi (modello SIM) e proveniente dal livello Customer Relation Management (CRM) nella “localizzazione/diagnosi guasti” a livello rete generica (modello GNM) e poi a livello rete specifica/elemento di rete (modello OSI-SM). É quindi un integratore GNM/SIM. 154 Notare come un guasto (fault) / malfunzionamento (trouble) denunciato da un Utente attraverso CRM (contesto Business) non può essere riparato se il guasto a livello rete/elemento di rete non viene identificato/ localizzato/riparato (contesto Engineering). Come pure, in senso inverso, la fornitura all’Utente di una allerta di malfunzionamento (contesto Business) causata dall’ emissione di un segnale di allarme da parte di un elemento di rete (contesto Engineering), non è possibile se non esiste un integratore GNM-SIM. La “mappatura” fra oggetti GNM e oggetti SIM avviene tramite un “Relationship Service” fornito dalla piattaforma di integrazione (e.g. CORBA) come mostrato in Fig.1.3.4.2.1 NOTA BENE. Ricordare che un “allarme” è la rappresentazione di un malfunzionamento/ guasto incipiente secondo un format prestabilito) 2. SA (Service Analyser, Analizzatore Servizi), riceve i dati misurati dall’Analizzatore di Rete (Network Analyser, NA) relativi ai “parametri prestazionali di rete” (il cui insieme determina il Level of Performance, LoP, della rete) e ne effettua la mappatura nei dati relativi ai “parametri di servizio” che definiscono la QoS (Quality of Service) erogata. E’ qui che avviene la mappatura LoP-QoS studiata nel Capitolo 2. É quindi un integratore GNM-SIM. Nell’ ambito della gestione della performance di sistemi e servizi TLC, la gestione della QoS i.e. la supervisione/misura/controllo di “parametri di servizio” specificati nei contratti SLA (gestione servizi) necessita la gestione congiunta del LoP della rete i.e. supervisione/misura/controllo di “parametri prestazionali di rete” (gestione rete) la quale a sua volta richiede la gestione dei singoli elementi di rete tramite gli Operations Systems, OS (Sistemi di Esercizio) attestati sui singoli elementi. 3. SC (Service Configuration), mappa le richieste di installazione servizi TLC provenienti dal Service Manager in richieste di connessioni a livello rete. É quindi un integratore SIM-GNM. 4. SDR (Service data record), mappa i dati CDR (Connection Detail Record) relativi ai consumi misurati nei “Data Collection Points” in dati relativi all’utilizzazione dei servizi. É un quindi integratore GNM/SIM. Nell’ambito della contabilità (accounting) dei servizi TLC, la fatturazione (billing) & raccolta/riscontro pagamenti (payment collection) di un servizio TLC è possibile solo se sono disponibili i) i dati dei consumi misurati in rete sottoforma di CDR, Connection Detail Records (gestione rete), ii) le tariffe, sconti e promozioni specificati nell’ambito di una “strategia dei prezzi” definita a livello di Top Management (gestione d’impresa) e iii) le modalità di addebito stipulate in contratti SLA, Service Level Agreement, con i singoli clienti (Customer Relation Management, CRM) iv) canali di raccolta pagamenti 155 Service Provider A Service Provider B Service Management Environment Service Management Environment Service Access Interface F* P H M P* C* A* SM B Service Access Interface B SM PM PM SLAM FM NFM SLAM SA SC SDR SDR SC SA NA NC CDR CDR CDR NC NC NA Network Management Environment SIM GNM P H M OSI FM NFM Network Management Environment P. interazione P. mappatura Fig.1.3.3.5 Architettura integrata gestione servizi-gestione rete (Service Interaction Model, SIM). (*) Dal modello FCAPS. 156 P. cooperazione ESERCIZIO. La specifica/progettazione/standardizzazione di un processo gestionale end-to-end (i.e. dalla gestione “Elemento di Rete” fino alla gestione “Relazioni Clienti”) richiede competenze professionali trasversali (e.g. team di lavoro integrato di esperti Engineerng e Business) 1.4 i) Spiegare cosa sono i processi gestionali end-to-end nell’ambito dei processi aziendali (business processes) di una TelCo ii) Scegliere un processo gestionale end-to-end e dimostrare che esso è di natura interdisciplinare (e.g. descrivendo il corrispondente integratore BusinessEngineering) La storia della “Gestione TLC” non si ripete: da “bottom up” (1968) a “top-down” (2008). Per capire meglio la natura interdisciplinare del corso introduciamo una nota storica che evidenzia l’evoluzione progressiva delle attività gestionali nel campo delle TLC che dopo quaranta anni è risultata nel 2008 in una completa inversione di tendenza: dalla gestione di elementi di rete e reti (“bottom-up” o “resource centric”) alla gestione integrata “Gestione TLC”, con la G maiuscola, atta a soddisfare gli obiettivi di business di una TelCo (“top-down” o “customer centric”) (Vedi Fig.1.1.2.7.1A). 1.4.1 La gestione delle risorse tecnologiche: rete TLC e suoi elementi 1.4.1.1 Gli inizi: telemetria proprietaria A metà novecento la gestione delle reti TLC è iniziata come una forma di telemetria in cui i singoli elementi di una rete TLC , dotati di scarsa “intelligenza” gestionale (i.e. scarsa abilità computazionale di processo e modesta capacità di memorizzazione dati), inviavano/ricevevano un flusso continuo di dati gestionali a/da una postazione centrale di supervisione (“dati in”) e controllo (“dati out”). In questa postazione risiedevano gli addetti alla gestione (gestore centrale). Solo vent’anni dopo, cioè negli anni 70, l’ “intelligenza” gestionale cominciò a migrare dal gestore centrale verso la periferia della rete telemetrica dove si trovavano gli elementi gestiti, i quali gradualmente divennero più intelligenti grazie allo sviluppo delle tecnologie IT commercialmente disponibili e alla riduzione dei loro costi. Uno studio sistematico della migrazione della “gestione intelligente” verso la periferia degli elementi di reti TLC cominciò all’inizio anni sessanta. (vedi: R.Saracco, “La Gestione della Rete di Telecomunicazione”) Inizialmente il contributo manuale cioè la partecipazione diretta dell’uomo alla gestione delle apparecchiature/equipaggiamento di rete in fase operativa (e.g. supervisione e controllo del funzionamento) era notevole. Corrispondentemente il livello di automazione cioè il contributo delle tecnologie digitali era molto modesto. La creazione di standards tecnici relativi alle tecnologie gestionali era in una fase iniziale di sviluppo e le tecnologie gestionali erano prodotte su iniziativa di industrie manifatturiere specializzate su base “proprietaria” creando così problemi di compatibilità/interoperabilità fra tecnologie gestionali prodotte da industrie manifatturiere diverse ma installate in uno stesso sistema 157 TLC. Questi problemi di interoperabilità eterogenea stimolarono iniziative di standardizzazione da parte di enti nazionali e internazionali (standardizzazione “de jure”). L’introduzione dei primi standards gestionali de jure OSI-SM (Open Systems Interconnection – System Management) da parte dell’ITU-T, specializzazione del modello di riferimento OSI-RM (Open Systems Interconnection – Reference Model) alla gestione di reti TLC e loro elementi, rappresentò un notevole passo avanti nella “gestione aperta” delle reti TLC (Vedi Parte 2 del corso). 1.4.1.2 Paradigma “Gestore-Agente” e primi standards gestionali dell’ ITU-T I primi standard gestionali OSI-SM dell’ITU-T e, per le reti internet, gli standards SNMP v.1 (Simple Network Management Protocol versione 1) operavano secondo un paradigma “Gestore-Agente” (Manager-Agent). (Vedi Fig.1.4.1.2.1 e Fig.1.4.1.2.2) Le tecnologie gestionali degli elementi di rete (denominate OS, Operations Systems, Sistemi di Esercizio), erano caratterizzate da applicazioni gestionali (System Management Application Entities, SMAE) “Agenti” (Agent) attestate sugli elementi stessi le quali scambiavano dati gestionali con applicazioni SMAE “Gestore” (Manager) centralizzate, tramite una rete dati (Data Communication Network). Fig.1.4.1.2.1 Il paradigma “Gestore-Agente” SISTEMA DI GESTIONE (OSI-SM) Sistema Gestore S A M E G E S T O R E PROTOCOLLO CMIP Sistema Gestito MIB S A M E S I S T E M A OPER. OPER. NOTIFICA EVENTO A G E N T E NOTIF. Astrazione OGGETTI GESTITI T L C RISORSE GESTITE PdS 158 SIMPLE SWITCH (switchId) RS CENTRAL PROCESSING CARD (HW) (cardId) RS 1. Rete di Utilizzazione COMPUTING MODULE (SW) (computingModule Id) Back-up Unit CENTRAL PROCESSING CARD (HW) (cardId) 2. Rete di Segnalazione M A N A G E R Unità Controllo 3. Rete Dati Gestionali COMPUTING MODULE (SW) (computingModule Id) Unità Controllo MIB AGENT Mondo TLC Fig.1.4.1.2.2 Le aree gialle rappresentano un sistema gestionale attestato su un commutatore (Switch) 1:3 realizzato assemblando moduli software (Unità di Controllo, Computing Module) e hardware (Matrice di Commutazione, Central Processing Card) e Switch di Ridondanza (RS). Se l’unità principale (sopra) si guasta l’unità di back-up (sotto) la rimpiazza tramite attivazione degli switch di ridondanza. MIB (Management Information Base) = Base Dati che contiene le rappresentazioni gestionali (Oggetti Gestiti) delle tecnologie da gestire. Per la rappresentazione degli Oggetti Gestiti nella MIB vedere Appendice 2 al Cap.1 Gli aspetti architetturali delle reti di gestione basate sul paradigma Gestore-Agente furono poi standardizzati negli standards TMN (Telecommunications Management Network) suddivisi in quattro architetture: fisica, logica, funzionale e a “strati logici” (logic layers). Il modello TMN “a strati logici” o Layered TMN Model, è considerato il progenitore di tutti i susseguenti modelli gestionali. (Vedi Fig.1.4.1.2.3) Gli strati logici corrispondevano alla gestione di elementi di rete, reti, servizi e impresa (business). La struttura gerarchica degli strati è discussa in dettaglio nel Capitolo 3 della Parte 1 e nella seconda parte del corso. 1.4.1.3 Decentralizzazione del Gestore: distribuzione debole Nonostante la graduale migrazione dell’intelligenza gestionale verso la periferia della rete di gestione (TMN), a fine anni 60 il costo dell’ elaborazione e memorizzazione dell’informazione era ancora molto elevato e questo giustificava la scelta di un gran numero di “dumb Agents” a livello locale cioé “agenti poco intelligenti” collegati ad un “Manager” centrale nel quale era ancora concentrata gran parte dell’intelligenza di tutto il 159 sistema gestionale. Negli anni settanta le cose cominciarona a cambiare e le architetture gestionali ad assumere una nuova fisionomia. Infatti con la espansione delle reti TLC e la proliferazione dei nodi di rete da gestire e l’aumento delle tipologie di servizi offerti, cioè con l’aumentare della complessità di reti e servizi TLC da gestire, assieme alla riduzione dei costi delle tecnologie digitali, la funzione di “Manager” venne gradualmente decentralizzata e (“debolmente”) distribuita in una molteplicità di “componenti gestore” ubicati nei nodi di reti gestionali meshate con architetture multi-gestore multi-ruolo di natura gerarchica (i.e. “Manager of Managers”) o di natura cooperativa peer-to-peer (cooperazione fra menagers con uno stesso livello di responsabilità gestionale). Diverse applicazioni gestore, mutuamente interconnesse, erano dedicate a domini tecnologici e/o amministrativi diversi. Questo portò ad un notevole miglioramento della scalabilità e affidabilità (reliability) del sistema gestionale (NOTA BENE: Noi useremo “Rete di Gestione” e “Sistema Gestionale” interscambiabilmente). AMMINISTRAZIONE GUASTI PRESTAZIONI CONFIGURAZIONE Modello funzionale SICUREZZA FCAPS Modello logico stratificato GESTIONE BUSINESS GESTIONE SERVIZI GESTIONE RETI Modello organizzativo A. GERARCHICA GESTIONE ELEMENTI RETE A. COOPERATIVA ELEMENTI RETE A. CENTRALIZZATA Fig.1.4.1.2.3. Modello TMN stratificato (strati orizzontali) combinato col modello funzionale FCAPS (strisce verticali), entrambi dell’ITU-T (Vedi capitolo 3) NOTA BENE: L’argomento della distribuzione “debole” e “forte” dei sistemi gestionali verrà ampiamente discusso nel corso delle lezioni. Vedere anche par. 3.6 nel Cap.3 e Appendice 1 alla Parte 1. 160 A fine anni settanta la funzione di gestione si andava estendendo dalla “supervisione e controllo” del singolo elemento di rete (effettuata con un sistema OS fornito dall’industria manifatturiera assieme all’elemento di rete) al funzionamento end-to-end della rete (cioè da terminale a terminale). A differenza dei sistemi OS preconfezionati da imprese ICTS con tecnologie spesso proprietarie, l’implementazione della gestione della rete cominciava ad essere responsabilità della TelCo (cioè del Fornitore di Servizi TLC) e aveva talvolta un carattere “technology neutral” (e quindi “future proof”) cioé la gestione era tesa a garantire una certa prestazione di rete indipendentemente dalle particolari tecnologie abilitanti (adozione di modelli gestionali di rete “generici”). [Vedi: L.G.Raman, “Fundamentals of Telecommunications Network Management”, IEEE Press, 1999]. La gestione delle reti, con dati di ingresso provenienti dalla gestione degli elementi di rete, veniva effettuata con grossi elaboratori digitali e opportune applicazioni gestionali assieme a database per immagazzinamento dei dati (NSS di processo e NSS dati) laddove NSS = Network Support Systems. Per avere un idea di cosa fossero le funzioni gestionali svolte dai sistemi NSS basta pensare alle seguenti attività: “approvigionamento/allocazione delle risorse di rete”, “risoluzione di problemi di malfunzionamento e riparazione guasti in rete, “raccolta dati relativi ai consumi da inviare ai processi di fatturazione” etc. 1.4.2 La gestione dei servizi TLC Mentre la gestione di rete cominciò con dati telemetrici inviati autonomamente dagli elementi di rete a un gestore centrale, la gestione servizi fu condotta dal gestore/fornitore di servizi sin dall’inizio. Infatti iniziò nel momento in cui la TelCo cominciò ad offrire/fornire/erogare servizi TLC a comunità di Utenti. Inizialmente le TelCo erano monopolisti ai quali lo stato affidava in esclusiva per un certo territorio la fornitura dei servizi TLC, i prezzi erano fissi e la concorrenza fra imprese TelCo non esisteva. I servizi erano prodotti preconfezionati che le TelCo offrivano in attività di vendita e che gli Utenti potevano scegliere da catalogo. E’ solo all’inizio anni ottanta che le prime forme di liberalizzazione dei mercati cominciarono a prendere forma (la fine del monopolio ATT negli USA è del 1984, vedi Appendice 1 al Capitolo 1) i prezzi cominciarono ad essere determinati dal mercato e gli Utenti cominciarono ad assumere un ruolo sempre più attivo nell’ambito di attività di marketing svolte dalle TelCo (Vedi Appendice 7 al Capitolo 1). SPIEGAZIONE (nozioni da portare all’esame) Il “marketing” è una attività svolta in maniera proattiva dalla TelCo ed è tipica di un mercato libero dove più fornitori forniscono servizi equivalenti e competono per la conquista degli stessi Clienti. In un mercato monopolista il Cliente prende “quello che passa il convento” ad un prezzo prefissato indipendentemente dal fatto che il servizio acquisito soddisfi più o meno bene le sue esigenze cioè se il servizio costituisca per lui un “valore”. Quindi il marketing ha un significato solo se si è in presenza di una economia libera di mercato e il risultato del “marketing” è la creazione di Clienti tramite l’offerta di servizi TLC sviluppati partendo dai desideri/bisogni dei Clienti stessi e in modo tale da vincere la concorrenza. In altre parole il “marketing” può considerarsi una attività opposta alla “vendita” nel senso che il marketing parte da una risposta alla domanda “Il Cliente cosa vuole comprare”? piuttosto che alla domanda “Cosa vogliamo vendere al cliente?” Assieme alle attività di marketing, le attività di “innovazione” sono essenziali perché una impresa possa battere la concorrenza e prosperare in un libero mercato. (Ulteriori dettagli in Appendice 7 al Capitolo 1). 161 Con il progressivo sviluppo delle attività di marketing e col contributo crescente degli Utenti nella gestione dei servizi TLC, la gestione servizi all’interno della TelCo si sdoppiò in attività relative allo sviluppo/operazioni di classi di servizi (processi interni di Gestione Servizi, Service Management) e attività relative alla gestione delle Relazioni Clienti Customer Relation Management (processi esterni con la partecipazione dei singoli Clienti). Dal punto di vista tecnologico le TelCo cominciarono ad automatizzare i relativi processi di business con elaboratori gestionali (elaboratori digitali su cui giravano applicazioni gestionali) e database gestionali dedicati ai vari processi (OSS di processo e OSS dati, OSS = Operation Support Systems, Sistemi di Supporto alle Operatività). Tuttavia sin dall’inizio si riconobbe che i servizi non potevano essere gestiti indipendentemente dalle reti e che quindi era importante stabilire una relazione, anche a livello tecnologico, fra questi due tipi di gestione. 1.4.2.1 I modelli gestionali processuali: integrazione gestione reti-servizi, relazioni clienti e relazioni con altre imprese partners e suppliers All’inizio anni 90 le TelCo e, come al solito con grande ritardo, gli enti di standardizzazione cominciarono a riconoscere che per motivi di efficacia/efficienza sostenibile nel tempo e in presenza di mercati TLC evolutivi era necessario passare a modelli gestionali processuali, cosidetti “top-down”, che partendo dagli obiettivi di business dei gestori TelCo specificassero i processi di business necessari a raggiungerli. E questo veniva fatto compatibilmente (non in contrasto) con i precedenti modelli gestionali, cosidetti “bottom-up”, che partendo dalle reti e loro elementi avevano specificato funzioni & servizi gestionali (Management Functions & Services) necessari a fornire/erogare i servizi TLC desiderati (e.g. sottomodello funzionale FCAPS parte del modello “TMN” dell’ITU-T, vedi Racc. M.3400 e M.3010 dell’ITU-T). Inoltre le stesse esigenze di business in presenza di mercati TLC e tecnologie ICT in rapida evoluzione imponevano sempre più la automazione & integrazione dei “processi interni” di gestione reti e servizi con 1) “processi esterni” relativi alla gestione personalizzata e partecipativa dei singoli Clienti (Customer Relation Management, CRM) e 2) “processi esterni” relativi alla gestione delle relazioni con TelCo partner e fornitori di tecnologie ICT (“suppliers”, vedi Fig.1.4.2.1.1) La necessità di integrare i vari tipi di gestione al fine di soddisfare certe esigenze dei Clienti e conseguire certi obiettivi di business delle TelCo favorì lo sviluppo delle corrispondenti tecnologie gestionali integrate finalizzate a realizzare flussi operativi end-toend (vedi par.1.1). Un flusso operativo end-to –end è un flusso di processi operativi che abbraccia tutto l’arco delle gestioni “Cliente-Servizi-Tecnologie” attraverso aree gestionali diverse e che implementa gli obiettivi di business o loro parti e.g. ordinazione di un servizio TLC (“Service Ordering”), segnalazione anomalie/riparazione guasti (“Problem Handling”), monitoraggio QoS di un servizio TLC, tariffazione/addebiti/fatturazione/ riscontro pagamenti di un servizio TLC (“Billing”) etc. 162 e - TOM: Level 1 views GESTIONE OPERAZIONI GESTIONE SIP k=1 k=2 Strategie Gestione CdV Infrastrutture k=3 k= 1 Supporto Operaz . & Readiness Gestione CdV Prodotti k=2 k=3 Fullfilment j =1 Gestione Relazioni Clienti (CRM) j = 2 Sviluppo Servizi j = 2 Gestione & Operazioni Servizi j = 3 Sviluppo Risorse j = 3 Gestione & Operazioni Risorse Supply Chain k=1 j = 4 Gestione Relazioni Fornitori e Partners k= 3 k=4 k= 2 Enterprtise Effectiveness Mngmt j=1 Strategic & Enterprise Planning Enterprise Risk Mngmt j=2 Financial & Asset Management Stakeholder & Ext . Relation Mngmt Fatturaz . j = 1 Gestione Marketing j = 4 Sviluppo k=4 Assurance Human Resources Mngmt Knowledge & Research Mngmt GESTIONE IMPRESA Fig.1.4.2.1.1 Gruppi di processi all’interno di una impresa TelCo (Livello 1 modello “e-TOM”, TeleManagement Forum). I processi emergono al livello successivo (livello 2) come mostrato in Appendice 3 al Cap.1. 163 Process Flow Process Definition Tool Process Models BAC BAC BAC BAC Communications Technology Services Process Flow Engine FSC FSC NGOSS Framework FSC FSC Repository BAC = Business Aware Component FSC = Framework Service Component schema Fig.1.4.4.1 Architettura NGOSS (Next Generation Operation Systems and Software) del TeleManagement Forum. Il bus logico di comunicazione (ORB nella terminologia CORBA) su cui si affacciano tutti gli applicativi gestionali permette di interconnetterli (attraverso una richiesta servizi-fornitura dei risultati) con un unica interfaccia per componente. Ogni applicazione gestionale registra il suo nome e i suoi servizi con il “Repository” che fornisce servizi di “pagine gialle” agli applicativi che ne fanno richiesta (in inglese si dice che svolge “Trading functions”) La piattaforma offre servizi di integrazione e.g. transazionalità, autenticazione, logging (funzionalità offerte dal sistema di cui il progettista utilizzatore non si deve fare carico) tramite i componenti FSC (Framework Service Component) Abbiamo visto che è proprio la natura interdisciplinare dei flussi operativi end-to-end che determina in fase di “sviluppo di prodotto”, 1) la necessità di conoscenze e competenze professionali interdisciplinari 2) la necessità, a livello operativo, di creare all’interno delle TelCo o degli enti di standardizzazione, teams di lavoro di natura interdisciplinare (almeno BusinessEngineering). In entrambi i casi si tratta di far cooperare ingegneri e esperti nel business TLC cioè si tratta di integrare professionisti con concezioni diverse di “gestione” delle TLC. Un esempio tipico di attività interdisciplinare Business-Engineering da parte di un ente di 164 standardizzazione è la iniziativa NGOSS (Next Generation Operation Systems and Software) del consorzio internazionale TeleManagement Forum. 1.4.3 La Gestione con la G maiuscola La tendenza delle TelCo di integrare modelli/tecnologie gestionali diverse in strutture altamente automatizzate è continuata nel tempo. A livello tecnologico si è sviluppata una integrazione ottenuta aggregando applicativi gestionali standardizzati e facilmente reperibili sul mercato (software COTS, Commercial Off The Shelf software), in maniera da ridurre i costi e i tempi legati al numero di interventi manuali. A fine anni 90 - inizio 2000 la base di integrazione si è estesa fino a comprendere tutti i domini gestionali all’interno dell’ impresa TelCo, includendo parte dei processi di “gestione di impresa” [Vedi G.Chen & Q.Kong, “Integrated Telecommunications Management Solutions”, IEEE Press, 2000, Capitoli 10 e 11] ma ad esclusione dei processi di competenza del Senior Management (non si può automatizzare il CEO di un impresa! gli si possono solo fornire tecnologie di supporto in fase decisionale). L’integrazione fra gestioni locali diverse al fine di ottenere una performance socio-economica-ambientale sostenibile per la TelCo ha portato a parlare di una attività di gestione unica all’interno di una TelCo denominata “Gestione TLC” con la G maiuscola (vedi par.1.1.1.7). Da un punto di vista processuale la Gestione TLC viene implementata integrando i vari processi in flussi di processi operativi end-to-end che utilizzano componenti standardizzati (Vedere anche Appendice 3 al Cap.1). Ma vediamo in dettaglio quest’ultimo punto! 1.4.4 Tecnologie gestionali DOC (Distributed Object Computing) La tendenza verso una integrazione sempre più spinta sia a livello di analisi/progettazione di sistema che a livello di implementazione tecnologica è stata incentivata e ancor oggi supportata dal progresso nel campo delle tecnologie informatiche distribuite DOC (Distributed Object Computing). NOTA 1.4.4.1 “SISTEMA GESTIONALE DISTRIBUITO”. Un sistema gestionale distribuito é un sistema costituito da componenti applicativi autonomi, residenti in nodi elaborativi remoti interconnessi da una rete di comunicazione dati, che cooperano in un contesto di elaborazione virtualmente unitario. (Vedi Appendice 1 alla Parte 1 e par.3.6 del Capitolo 3)) Un esempio di queste tecnologie (denominate anche “middleware” perché interposte fra software applicativo e l’ hardware del processore, vedi Fig. 3.3.4.2 nel Cap.3) è la tecnologia CORBA (Common Object Request Broker Architecture) sviluppata dal consorzio OMG (Object Management Group) creato nel 1989 con lo scopo di sviluppare standards per promuovere lo sviluppo di applicazioni a oggetti “fortemente” distribuiti (vedi dettagli nella Addendum No.2 per CORBA e Addendum No.4 per la programmazione a oggetti). Le tecnologie informatiche “middleware” permettono la realizzazione di sistemi gestionali “fortemente” distribuiti, secondo i principi enunciati dall’ITU-T nel modello di riferimento ODP-RM (Open Distributed Processing – Reference Model). (vedi anche “Reference Model for Open Distributed Processing”, ITU-T Recommendation X.901, 1997). 165 Si può riconoscere un parallelismo fra il binomio “modello di riferimento OSI-RM e sistemi gestionali OSI-SM” e il binomio “modello di riferimento ODP-RM e sistemi gestionali fortemente distribuiti”. In base alla precedente NOTA 1.4.4.1 riconosciamo che in un sistema gestionale “fortemente” distribuito il middleware si fa carico di risolvere i numerosi problemi di distribuzione in modo tale che il programmatore o l’utilizzatore del sistema possa operare in un contesto virtualmente unitario (i.e. non-distribuito). In particolare in un sistema fortemente distribuito un comune bus logico di comunicazione (ORB nella tecnologia CORBA) e servizi di registrazione (servizi di pagine gialle) permettono rispettivamente di ottenere due risultati importanti 1) ridurre il numero di interfacce fra applicativi gestionali diversi (i.e. ogni componente presenta una sola interfaccia verso il bus logico) (vedi nota 1.4.4.2 qui sotto) 2) integrare i vari applicativi gestionali in modalità “loosely coupled” aprendo così la strada a sistemi gestionali tipo “Plug & Play” con componenti applicativi COTS commercialmente disponibili. NOTA 1.4.4.2 INTERFACCE COSTOSE! E’ dimostrato che lo sviluppo/manutenzione delle interfacce fra componenti software sia responsabile di una grossa parte del costo di acquisizione e esercizio di un sistema gestionale distribuito. Senza un middleware con un comune bus logico di comunicazione (i.e. ORB nel linguaggio CORBA), un sistema gestionale con “n” componenti mutuamente interconnessi richiede “n(n-1)” interconnessioni, cioè il numero di interconnessioni è proporzionale al quadrato del numero dei componenti. Riportiamo qui di seguito un esempio pratico che dovrebbe chiarire quanto detto sinora. ESEMPIO 1.4.4.1 Tecnologie gestionali distribuite: il framework NGOSS del Tele Management Forum (Fig.1.4.4.1) La Fig. 1.4.4.1 mostra la architettura di alto livello “technology neutral” (Technology Neutral Architecture, TNA) di un sistema gestionale distribuito sviluppato negli ultimi anni dal TeleManagement Forum e denominato “NGOSS Framework” (“piattaforma NGOSS”, pronunciato “en-goss”) sviluppato nell’ambito della iniziativa di standardizzazione denominata NGOSS (Next Generation Operations Systems and Software). In essa si nota una tecnologia di comunicazione comune tipo bus logico (in figura indicata come fornitrice di Communications Technology Services) su cui si affacciano, con una interfaccia tipo API per componente (“contract interface”), i vari componenti applicativi da integrare, denominati Business Aware Components (BAC). Ogni componente BAC esegue un flusso operativo end-to-end finalizzato al conseguimento di un customer service teso alla implementazione di certi obiettivi di business prefissati (e.g. “service provisioning” i.e. installazione e assegnazione di un servizio TLC conseguente ad una richiesta di un Cliente, SLA/QoS Monitoring, Problem Handling, Service Billing etc. vedi anche par. 1.1.1). Il nome “Business Aware Component” deriva proprio dal fatto che ogni componente BAC abilita la realizzazione di uno specifico obiettivo di business fissato dalla TelCo in fase di pianificazione strategica. Come già detto, “end-to-end” significa che il flusso di processi comprende tutti i processi necessari e sufficienti affinchè il flusso 166 raggiunga pienamente il suo scopo programmato e.g. realizzazione completa di un customer service. Le attività dei vari componenti BAC sono schedulate e registrate da un controllore di workflow (“Process Flow Engine”) programmabile grazie a un “Process Definition Tool”. Quando un componente BAC ha completato la sua esecuzione il controllo è restituito al controllore che lo passa al componente successivo secondo una logica stabilita a priori in base al Business Plan della TelCo. In questo modo anche se le componenti applicative sono distribuite nel sistema, esiste sempre un controllo centralizzato da cui si può conoscere in tempo reale quale di esse è in fase di esecuzione. Nella Fig. 1.4.4.1 si nota anche un Repository, dove i vari componenti BAC appena installati nel sistema registrano il proprio indirizzo e i servizi da loro offerti. Si tratta di un elemento che offre un “servizio di registrazione” del tipo “pagine gialle”. Ogni BAC bisognoso di un servizio non è necessario conosca direttamente il componente applicativo che può eseguirlo, basta che si rivolga al Repository: il Repository stesso si fa carico di trovare il componente “server” in grado di fornire il servizio richiesto e poi fornire le relative informazione al richiedente. L’ applicativo richiedente così può collegarsi (“bind”) con il server indicato e invocare il servizio desiderato (processo di “find-bind-execute”). Quindi i vari componenti non sono accoppiati rigidamente l’un l’altro ma indirettamente attraverso il Repository e interagiscono attraverso un meccanismo di richiesta/fornitura remota di servizi (Service Oriented Architecture, SOA) (Vedi ITU-T Recom. ITU-T 3060/Y.2401, “Principles for the Management of Next Generation Networks”, 03/2006, pag.15). Si stabilisce così un loose coupling (basso accoppiamento) fra applicativi richiedenti e applicativi fornitori di servizi. “Loose coupling” significa che un applicativo può essere modificato senza che questa modifica influenzi gli altri applicativi nel sistema. La filsofia della distribuzione “Loose coupling” apre la porta a sistemi gestionali distribuiti tipo “Plug & Play” con componenti commercialmente disponibili i.e. componenti COTS (Commercial Off The Shelf) nei quali non solo la modifica di un componente non influenza gli altri ma addirittura un componente può essere rimpiazzato da un componente equivalente e.g. di marca diversa, senza che gli altri componenti ne siano influenzati. Infine l’integrazione di componenti applicativi diversi richiede che fra loro possano scambiarsi informazione e dati e questo a sua volta richiede che essi condividano uno stesso modello informativo relativo alla semantica e alla struttura dell’informazione e al format dei dati. Senza un modello informativo condiviso i dati che transitano da un componente applicativo all’altro dovrebero subire opportune trasformazioni i.e. si dovrebbe effettuare una integrazione ad hoc ad ogni interfaccia di attraversamento. Ad esempio un applicativo “Service Provisioning” (raggruppamento “Fulfilment” nel modello FAB) che riceve da un cliente un ordine con un indirizzo dotato di un certo data format può essere integrato con una applicazione “Invoicing” (raggruppamento “Billing” nel modello FAB) solo se anche quest’ultima adotta lo stesso data format per le fatture da inviare ai clienti dopo aver installato il servizio. Nel NGOSS tutti gli elementi della piattaforma condividono un modello informativo per il data format e la semantica/struttura dell’informazione (modello informativo SID, Shared Information/Data Model). Quindi il modello processuale che identifica i vari processi di business (e.g. e-TOM) e il modello informativo che specifica la natura e il format dell’informazione e dei dati che fluiscono nei processi (e.g. SID) sono entrambi necessari alla TelCo per poter poi sviluppare il software gestionale desiderato 167 NOTA BIBLIOGRAFICA: Y.Grigoreva, “Open Source NGOSS Applications: Evaluation of the feasibility and applicability of open source NGOSS applications to support the product life cycle and operations of TLC companies”, VDM Verlag, May 2008 1.4.5 La Gestione in un macroambiente sociale e naturale In tempi recenti, più sensibili alle problematiche dei diritti dell’uomo e della preservazione dell’ ambiente naturale, la gestione complessiva di un impresa TelCo ha fatto sorgere ulteriori problemi non specifici delle TLC: la gestione non poteva più limitarsi al business TLC, seppur nel rispetto di vincoli leg-reg (legal , legislative, regulatory) ma doveva tener conto del macroambiente naturale-sociale circostante in cui l’impresa era immersa. In altre parole la performance complessiva di una impresa TelCo doveva tener conto delle mutue interazioni fra impresa e ambiente naturale e sociale circostante attraverso l’implementazione di politiche di Responsabilità Sociale di Impresa (RSI). Per questo nella gestione di impresa odierna sono previsti processi gestionali “Stakeholder & External Relation Management” (Vedi Appendice 3 al Cap.1, Fig.A.3.3). Di cosa si tratta? Vediamo brevemente. 1.4.6 La gestione di impresa e il ruolo della “Responsabilità Sociale di Impresa” in una TelCo del 2008 Abbiamo visto come nel campo delle telecomunicazioni le prime forme di gestione di sistemi TLC (siamo negli anni sessanta) erano concentrate sui singoli elementi di rete e implementate da tecnologie OS (Sistemi di Esercizio) realizzati con tecnologie “vendor specific” cioè tecnologie proprietarie dei costruttori specializzate al particolare elemento di rete da gestire. Oggi più che mai si ritiene che il modo migliore per affrontare e risolvere i problemi che insorgono in una TelCo durante le attività di pianificazione/specifica/ progettazione dei sistemi gestionali per future reti e servizi TLC (i.e. sviluppo di processi gestionali [*] e relative tecnologie abilitanti) o durante le attività di standardizzazione presso enti di standardizzazione nazionali o internazionali, sia quello di riconoscere ab initio che le gestioni di rete e servizi TLC non solo sono mutuamente correlate da un punto di vista operativo ma si devono svolgere nel rispetto delle normative vigenti nel settore TLC e nell’ambito di una “gestione di impresa”complessiva. [*] In questo corso parleremo spesso di “processi gestionali” o di “modelli di processi gestionali” laddove un processo è uninsieme coerente di attività finalizzate a un certo scopo comune prestabilito, svolta da certi agenti (uomini o macchine) secondo procedure prestabilite e controllate e che produce risultati misurabili e ripetibili. Queste caratteristiche fanno si che un processo, contrariamente ad attività svolte da attori umani con alti livelli di discrezionalità, si presti bene ad essere automatizzato. L’automazione di processi aziendali centrati sul cliente (Customer Relation Management, CRM) é una linea di tendenza iniziata negli anni 80 con il Business Process Re-engineering e poi seguta da tutte le imprese telecom. Un modello processuale e’ una rappresentazione astratta della logica di un processo e puo’ comprendere diversi livelli di astrazione. Questa “gestione di impresa” a sua volta non deve essere mirata alla sola massimizzazione dei profitti. Essa deve infatti implementare politiche di Corporate Social Responsability, CSR (i.e. Responsabilità Sociale di Impresa) che, come minimo, garantiscano il rispetto dei diritti dell’uomo e dei lavoratori e del benessere dei cittadini e la preservazione dell’ambiente naturale in modo tale da far si che tutta l’impresa nel suo 168 complesso offra una performace economico-sociale-ambientale soddisfacente per tutti i suoi stakeholders e sia quindi sostenibile nel tempo. Tutte queste considerazioni vengono talvolta sintetizzate semplicemente sostituendo il termine “profitti” con il termine “profitti sostenibili”. Purtroppo molto spesso la performance economica di una TelCo prende il sopravvento sulle altre (e.g. si possono fare profitti avvelenando l’ambiente o affamando i lavoratori) e, ancora peggio, può diventare una performance puramente finanziaria che soddisfa gli interessi dei principali azionisti (“shareholders”) e.g. aumentando il valore delle azioni in loro possesso, ma ignorando gli interessi legittimi degli altri stakeholders. (Vedi. L. Gallino, “L’impresa irresponsabile”, Einaudi, 2005). Inoltre la performance socio-ambientale spesso viene promossa in maniera semplicemente formale e non sostanziale sulla base di codici etico-deontologici da rispettare in maniera opzionale (i.e. senza imposizione di sanzioni nel caso di mancata osservanza) e una sua misura quantitativa può presentare serie difficoltà specialmente per imprese multinazionali che operano su mercati internazionali (e.g. chi controlla la eticità di comportamento degli impiegati nella succursale di Singapore?). E senza una misura quantitativa la gestione diventa difficile! ADDENDUM Senza entrare nei dettagli di queste tematiche ci limitiamo a ricordare che non tutti gli stakeholders sono ugualmente importanti per una certa impresa TelCo. In generale l’importanza di uno stakeholder per una certa impresa si valuta sulla base della sua capacità di condizionarne il business e sul potere che esso ha di attuare effettivamente questo condizionamento. Ma fra tutti gli stakeholders, i clienti (customers), gli azionisti (shareholders) e le risorse umane impiegate dall’impresa (human resources) occupano certamente una posizione di preminanza (stakeholders principali) in quanto i primi sono la principale sorgente di entrate per l’impresa, i secondi sono coloro che investono il capitale necessario per realizzare e operare l’impresa e i terzi sono la forza lavoro dell’impresa. Altri stakeholders importanti sono gli uffici delle imposte dirette (la tassazione ha un impatto importante sui profitti), le associazioni dei consumatori, i mass media (una campagna mediatica avversa può distruggere il business), i sindacati di categoria (uno sciopero può ridurre i profitti) e le imprese concorrenti le quali tuttavia hanno interessi opposti a quelli degli stakeholders principali. (Vedi K.G. Strouse, “Customer centered telecommunicatins services marketing” Artech House, 2004, Cap.8). 1.4.7 Esercizi ESERCIZIO. La storia della gestione di sistemi e servizi TLC inizia con la gestione “elementi di rete” e giunge ai nostri giorni come gestione integrata “reti-servizi-impresa (TelCo)” ii) Quali erano le caratteristiche della gestione degli elementi di rete? iii) Quale è oggi lo scopo strategico (lungo termine) della gestione integrata di una impresa TelCo se si tiene conto dell’impatto che essa ha sul macroambiente sociale e naturale circostante? ESERCIZIO. La gestione di elementi di rete e reti TLC e la gestione dei servizi TLC sono attività profondamente diverse che usano tecnologie gestionali diverse. Tuttavia, nella realtà dei fatti, se si osservano un sistema TLC e la fornitura/acquisizione di un servizio TLC si può applicare la stessa procedura concettuale per identificarne la parte “gestita” e la parte “gestionale”. 169 i) Quale è la procedura concettuale che ci permette di identificare parte gestita e parte gestionale di un sistem TLC o di un servizio TLC? (Suggerimento: Fare riferimento alla natura dei flussi di informazione) ii) Fare un esempio che dimostri la differenza fra i modelli relativi alla gestione “Elementi di Rete” e gestione “Servizi” e.g. considerare la gestione di un commutatore (switch) in una rete TLC usando il paradigma Gestore-Agente e un processo gestionale “Service Order” parte di in un servizio TLC. 1.4.8 Bibliografia Capitolo 1 1) Divakara K. Udupa, “TMN: Telecommunication Management Networks”, McGraw Hill, Jan.1999. 2) J.Lee, “Implementing Telecommunication Management Networks”, McGraw Hill Education Group, Sept.2000. 3) Graham Chen, Quinzhung Kong, “Integrated Telecommunication Management Solutions”, Wiley-IEEE Press, Nov.1999. 4) Lakshmi G. Raman, “Fundamentals of Telecommunication Network Management”, IEEE Communication Society, Wiley-IEEE Press, Feb.1999. 5) H.Wang, “Telecomunications Network Management”, McGraw-Hill, 1999 6) H.G. Hegering, S.Abeck, “ Integrated Network and System Management”, Addison-Wesley, 1995 7) H.G. Hegering, S.Abeck, B, Neumair, “Integrated Management of Networked Systems”, Morgan Kaufmann Publishers, 1998 8) G.Booch, “ Object-oriented Analysis and Design” (Second Edition), AddisonWesley, 1994 9) M.Garschhammer et al., “Towards Generic Service Management Concepts. A Service Model Based Approach” Proceedings of 7-th International Symp. on Integrated Management (IM2001) Seattle, Wa.,USA,May 2001, IEEE Publishing. 10) M.Garshhammer et a., “The MNM Service Model-Refined Views on Generic Service Management”, Journal of Communications & Networks, 3(4),Dec.2001 11) M.Garshhammer et al. “ A case driven Methodology for Applying the MNM Model”, Proceedings of of the 2002 8-th International Symp. on Network Operations and Management, Florence, Italy, April 2002, IEEE Publishing 12) E. Ward, “World-class Telecomunication Service Development”, Artech House, 1998 13) A.Pras, “Network Management Architectures”, Tesi di dottorato, Twente University, Olanda, Feb.1995 14) L. Lewis, “Service Level Management for Enterprise Networks”, Artech House,1999 Bibliografia TLC non-engineerig 1. P. Brezzi, “Economia e Politica delle TLC”, Franco Angeli, 2004 170 2. M. Gambaro e C.A. Ricciardi, “Economia dell’informazione e della comunicazione”, Laterza, Bari, 1997 3. U. Martini, “Il marketing per l’impresa di telecomunicazioni”, CEDAM, Padova, 1993 4. C.A. Pratesi, “Il marketing dei servizi ad alta tecnologia. Il successo di TIM, Telecom Italia Mobile”, Sperling & Kupfer, Milano, 1996 5. K.G. Strouse, “Marketing telecommunications services”, Artech House, 1999 6. K.G. Strouse, Customer centered telecommunications services marketing”, Artech House, 2004 7. F. Castelli, “Il servizio universale nelle TLC.Valutazione dei costi e finanziamento, Franco Angeli, Milano, 1997 8. S. Frova, “TLC e Convergenza:il cammino accidentato della crescita”, ANIE, 2006 9. F. Chiappetta, “Legislazione delle TLC e telematica”, Giuffrè, Milano, 1990 10. E. Pontarollo, “ Apertura dei mercati e regolamentazione. Il caso delle TLC”, SEAT, Roma,1993 11. V. Zeno Zencovich, “Il diritto delle TLC”, Laterza, Roma-Bari, 1997 12. M.Quadrelli, “ Manuale di diritto delle TLC”, Nyberg, Milano, 2004 13. Telecom Italia, Bilancio 2006, Sezione di sostenibilità 171 APPENDICI AL CAPITOLO 1 (*) (Non fanno parte del programma d’esame 2008-2009) (*) Materiale didattico per approfondimenti e esercitazioni 172 173 Appendice 1 al Cap.1 Il “libero mercato” delle telecomunicazioni: considerazioni storiche L’esistenza di un libero mercato delle telecomunicazioni con prezzi determinati dalla libera concorrenza rimarrebbe un sogno di difficile realizzazione e di scarsa importanza pratica se non esistessero delle “agenzie di controllo delle telecomunicazioni” super partes, almeno sulla carta lontane da pressioni politiche e da interessi privati, capaci di garantire che tutti i concorrenti godano delle stesse opportunità di business e che, inoltre, essi pratichino procedure di business concorrenziali corrette e in linea con i dettami di una normativa prestabilita. La necessità e la natura di una agenzia di controllo specifica per le telecomunicazioni si comprendono più facilmente se si tiene presente che al giorno d’oggi in quasi tutte le economie avanzate i cosidetti “liberi mercati delle telecomunicazioni” godono di una caratteristica comune: essi sono figli di mercati monopolistici regolamentati dai rispettivi governi nazionali per almeno un centinaio di anni. Un mercato “monopolistico regolamentato” è un mercato in cui 1) esiste un unico fornitore di servizi (monopolio) e 2) i prezzi dei servizi TLC sono fissati dal monopolista (regolamentazione dei prezzi) e non determinati di volta in volta dal mercato stesso. Le telecomunicazioni hanno circa 200 anni: dal telegrafo ottico Parigi –Lille ai tempi di Napoleone ai telefonini dell’era moderna. Tuttavia solo a fine 800 i vari governi cominciarono a ricononoscere l’importanza del ruolo delle telecomunicazioni nella società e a quel punto si affrettarono a gestirle in proprio e in esclusiva, creando un “gestore pubblico unico” e, di fatto, instaurando un regime di monopolio pubblico delle telecomunicazioni. Questo anche per assicurare che tutti i cittadini, senza distinzioni di sorta, potessero in ogni caso soddisfare il naturale bisogno/desiderio di comunicare tramite accesso ad una rete telefonica pubblica almeno su base locale e a prezzi accessibili a tutti (“servizio universale”). Il regime di monopolio pubblico è durato per circa cento anni fino verso la fine del 900 quando i servizi di telecomunicazione nelle varie nazioni hanno cominciato a diversificarsi e a moltiplicarsi grazie a processi di deregolamentazione (“deregulation”) e privatizzazione (“privatization”) delle telecomunicazioni cioè si è aperta la possibilità a investitori/operatori privati (“new entrants”) di possedere e operare sistemi TLC e offrire servizi TLC in una libera economia di mercato. Negli USA il monopolio incontrastato di AT&T sia a livello “long distance” che “local loop” (mercato locale) nel 1974 fu attaccato legalmente dalla compagnia di telecomunicazioni MCI e dal Ministero della Giustizia. La battaglia legale culminò dieci anni dopo, nel 1984, con la frantumazione di “AT&T local loop” in sette compagnie 174 regionali separate (le famose “sette sorelle” Regional Bell Operating Companies, RBOC) mentre “AT&T long distance” rimaneva indivisa. Questo evento di importanza storica in quanto fine di un monopolio centenario, in letteratura va sotto il nome di “AT&T divestiture”. La “divestiture” (disinvestimento) è la creazione di società separate a cui vengono cedute parte delle attività dell’impresa originaria e le cui azioni sono distribuite agli azionisti della società iniziale. Le sette compagnie separate, a livello locale si impegnavano a permettere la concorrenza di “new entrants” --------------Le compagnie regionali RBOC dopo la “AT&T divestiture” dell’ 84 e la loro ricombinazione 1. Pacific Bell 2. Ameritech 3. Southwestern Bell 1. SBC 4. US West 5. Bell South 2. Qwest 3. Bell South 6. Nynex 7. Bell Atlantic + GTE = 4. Verizon -----------------Ma il passo definitivo sulla strada della liberalizzazione dei mercati long-distance e locale avvenne nel 1996 con un altro evento di importanza storica: l’approvazione da parte del parlamento USA del “Telecommunications Act”. Questa legge aboliva ogni barriera al libero intervento nei mercati TLC intra-stato e inter-stato (long-distance), apriva la strada alla possibilità per le RBOC di operare fuori-regione e liberalizzava la scelta dei prezzi da parte delle compagnie di TV via cavo (servizi di entertainment domestico). Oggi negli USA esistono numerose compagnie di telecomunicazione classificate in operatori long-distance (chiamati Inter-Exchange Carrier, IXC) e a operatori locali (chiamati Local Exchange Carrier, LEC). Ricordiamo che “exchange” in inglese significa “commutatore” mentre il “carrier” è il fornitore di servizi TlC proprietario dell’infrastruttura di trasporto. A livello locale i LEC sono ulteriormente suddivisi in ILEC (Incumbent LEC) i.e. le pre-esistenti RBOC e CLEC (Competitive LEC) cioe’ i new entrants ultimi arrivati. Tuttavia oggi con il termine CLEC si indicano anche compagnie telecom non proprietarie di infrastrutture di rete locale. Si tratta di rivenditori di servizi TLC che prendono in affitto o in leasing capacita’ dagli ILEC oppure che semplicemente acquistano servizi TLC locali all’ingrosso a prezzi scontati e li rivendono al dettaglio agli utenti finali a prezzi maggiorati. In Europa, la liberalizzazione delle telecomunicazioni concepita dalla Comunità Europea negli anni 80 si è gradualmente materializzata negli anni 90. In Italia la telefonia fissa è stata liberalizzata ufficialmente a partire dall’ 1/1/98. Quindi, in Italia, 175 come in molte altre nazioni, l’odierno mercato libero delle telecomunicazioni deriva da un precedente mercato di monopolio detenuto da una impresa “monopolista” , agenzia esclusiva del governo italiano: la “TELECOM-ITALIA”. Oggi la TELECOM – ITALIA (“ex-monopolista” o operatore “incumbent”) possiede ancora una infrastruttura capillare di reti di accesso in rame (“ultimo miglio cablato”) capaci di fornire servizi di telecomunicazione di base e.g. telefonia fissa, a milioni di utenti finali (dell’ordine di 25 milioni). Tutti i nuovi operatori desiderosi di fornire servizi TLC agli utenti finali per via wireline sono quindi bloccati dalla presenza di questa infrastruttura senza poterla bypassare (“asset non-replicabile”). Ovviamente la tecnologia wireless, offrendo un canale di accesso alternativo all’utente finale ha in tempi recenti cambiato i termini del problema. La presenza di un gestore TLC dominante in una libera economia di mercato ovviamente comporta una serie di problematiche relative alla necessità di evitare potenziali abusi di posizione dominante e alla necessità di garantire pari opportunità (“leveled playing field” in inglese) a tutti i “new entrants” (“operatori alternativi”) cioè le nuove imprese che vogliono e hanno la capacità di partecipare al business offerto da un particolare mercato. Sono proprio queste problematiche che sono affrontate e, si spera, risolte dalle agenzie garanti della libera concorrenza nelle telecomunicazioni, normalmente identificate con il termine inglese di “Authority delle telecomunicazioni”.. In Italia questa agenzia è chiamata «Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni, AGCOM». Essa è stata creata con la Legge dello Stato Italiano 249 del 31/7/1997 ed è strutturata con un Consiglio e due Commissioni: una per le infrastrutture e le reti e un' altra per prodotti e servizi. Ad esempio uno dei compiti dell’Authority italiana è quello di garantire che la TELECOM-ITALIA offra a tutti gli operatori alternativi la possibilità di utilizzare le sue reti di accesso in rame cioè offra un servizio di “accesso disaggregato alla rete locale” (“Local Loop Unbundling”, LLU, in inglese) in modo non discriminatorio e a prezzi equi (definiti in un listino emesso dalla Authority per i servizi di telefonia fissa). Quindi il “LLU” è un processo in base al quale canali local loop dell’operatore dominante sono fisicamente disconnessi dalla sua rete e connessi con la rete dell’ operatore alternativo. Dal 2001 gli operatori alternativi possono affittare i rilegamenti d’utente dalla TELECOM ITALIA (operatore dominante) a prezzi stabiliti dalla Authority (e.g. 8 Euro per linea al mese). Quest’ultimo aspetto, cioè la formulazione di prezzi equi, è molto importante. Infatti basterebbe che l’ incumbent violasse questa condizione cioè imponesse dei prezzi esosi per mettere fuori mercato tutti gli operatori alternativi ancorchè offrendo loro i rilegamenti necessari all’accesso degli utenti finali. In conclusione, il mercato delle telecomunicazioni, figlio di un mercato monopolistico regolamentato dai governi nazionali per un centinaio di anni, è ormai, almeno sulla carta, liberalizzato in tutte le nazioni della cosidetta “civiltà occidentale”. Tuttavia la liberalizzazione dei mercati non ha prodotto subito e dapertutto un mercato libero e competitivo bensì ha solamente iniziato un lento processo di trasformazione 176 tuttora in atto con maggiore o minore successo nelle varie nazioni. Oggi, nonostante la presenza delle Authorities nazionali garanti delle comunicazioni, i fantasmi del passato monopolista sono vivi e vegeti e il mercato delle telecomunicazioni, anche a livello nazionale, si presenta come un guazzabuglio di segmenti di mercato alcuni dei quali sono abbastanza liberi mentre altri non lo sono affatto. Ad esempio i mercati locali wireline, cioè quelli supportati dall’ ”ultimo miglio” di cablatura fra centrali locali (“local exchange” in USA) e utenti finali, si presentano come mercati dove gli “incumbents” cercano di matenere le loro posizioni dominanti e i “new entrants” cercano di sfruttare i diritti acquisiti con la liberalizzazione dei mercati nell’intento di trarne un profitto economico. Nel 2007 negli USA il mercato locale di telefonia fissa era costituito da 188 milioni di linee d’utente di cui solo il 13%, cioè 25 milioni, erano fornite da “new entrants” CLEC mentre l’87% era fornito dalle vecchie ILEC. Ma fra i “new entrants” solo il 26% avevano costruito nuovi impianti di cui erano rimasti proprietari mentre il restante 74% erano rivenditori (“resellers”) di servizi di telefonia i quali compravano capacità dagli “incubents” a prezzi calmierati e la rivendevano agli utenti finali a prezzi maggiorati. Se si pensa che solo il proprietario di impianti di telecomunicazione (“facility-based service provider”) gode della completa libertà di competere liberamente, si capisce che il processo di liberalizzazione dei mercati locali USA ha ancora un lungo cammino da percorrere per arrivare alla meta desiderata di un mercato completamente libero. Inoltre negli USA oggi si sta verificando un processo di riaggregazione di Telco attraverso “fusioni” (mergers) in cui una Telco compra un’altra Telco per creare una compagnia più grossa capace di competere più’ efficacemente nel libero mercato telecom. E’ tipico il caso di Telco locali, e.g. ILEC (Incumbent Local Exchange Carrier), che dispongono di capitale sufficiente per comprare Telco long distance e costituire grosse compagnie capaci di fornire servizi TLC a livello nazionale. Ovviamente questo avviene nel rispetto delle leggi del Telecommunication Act del 1996, previa autorizzazione dell’Authority USA (la Federal Communication Commission, FCC) e della divisione antitrust del Department of Justice (Ministero di Grazia e Giustizia). Infatti le leggi vigenti permettono alle Telco locali di espandersi sul mercato long distance solo dopo aver garantito l’esistenza di concorrenza sul mercato locale di loro competenza e.g. attraverso la “divestiture” di parte delle loro infrastrutture se esse sono Telco locali esclusive. Recenti esempi di fusioni (fine Ottobre 2005) sono quelli in cui la compagnia SouthernBell Company, SBC (Pacific Bell + SouthwesternBell + Ameritec) ha comprato per 16 miliardi di dollari la “ATT long distance” e la “Verizon” (BellAtlantic + Nynex + GTE) ha comprato per 8.5 miliardi di dollari la compagnia long distance MCI (Vedi Tavola A.1.3.1). Che fine hanno fatto le le Baby Bells? NOTA BENE. Un buon testo italiano sugli aspetti legislativi-giuridici e regolatorii delle telecomunicazioni è: Marco Quadrelli, “Manuale di diritto delle telecomunicazioni”, Nyberg, 2004 177 Appendice 2 al Cap.1 Gli oggetti gestiti contenuti nella MIB della Fig.1.3.1 QUESTA APPENDICE E’ STATA ELIMINATA PER RIDURRE LE DIMENSIONI DEL FILE 178 Appendice 3 al Cap.1 Modello e-TOM (TeleManagement Forum & ITU-T) e - TOM model of TeleManagement Zero Level View Forum Gestione Operazioni Gestione (*) Strategie, Infrastruttura Mappa TOM Prodotti Gestione Impresa (*) Gestione della “ readiness ” dei sistemi di supporto etom1 Fig.A3.1 Il posizionamento dei processi di gestione di impresa nell’ambito della gestione integrata di una TelCo secondo il modello e-TOM del Tele-Management Forum (Livello zero). 179 e-TOM: Level 0 & 1 views OPERAZIONI STRATEGIE & SVILUPPO Strategie Gestione CdV Infrastrutture Supporto Operaz. & Readiness Gestione CdV Prodotti Fullfilment Assurance . Gestione Marketing Gestione Relazioni Clienti (CRM) Sviluppo Servizi Gestione & Operazioni Servizi Sviluppo Risorse Gestione & Operazioni Risorse Sviluppo Supply Chain Gestione Relazioni Fornitori e Partners Enterprtise Effectiveness Mngmt Strategic & Enterprise Planning Enterprise Risk Mngmt Financial & Asset Management Stakeholder & Ext. Relation Mngmt Human Resources Mngmt Fig. A3.2 Livello 1 del modello e-TOM del TMF (modello statico a “nested boxes”) 180 Fatturaz Knowledge & Research Mngmt GESTIONE IMPRESA 1.1 Strategic & Enterprise Planning l=1. Strategic Business Planning l=2. Business Development 1.2 Enterprise Risk Mngmt 1.3 Enterprise Effectiveness Mngmt 1. Process Mngmt & Support 1. Business Continuity Mngmt 2. Enterprise Quality Mngmt 3. Program & Project Mngmt 4. Audit Mngmt 4. Enterprise Performance Asses. l=4. Group Enterprise Mngmt. 5. Insurance Mngmt 5. Facilities Mngmt & Support 2.1 Financial & Asset Mngmt 2.2 Stakeholder & Ex. Rel. Mngmt 2.3 Human Resources Mngmt 1. Corporate Comms. & Image Mngmt 1. HR Policies & Practices 1. Financial Management 2. Corporate Relations Mngmt 2. Organization Development 3. Shareholder Relations Mngmt 2. Asset Management 3. Workforce Strategy 4. Regulatory Mngmt 2. Research Management 3. Technology Scanning ENTERPRISE MANAGEMENT Level 2 view BA.423 // 0. 3. j . K . l 4. Workforce Dvlpmnt 5. Legal Mngmt 3. Procurement Management 1. Knowledge Management 2. Security Mngmt 3. Fraud Mngmt l=3. Enterprise Architecture Mngmt 1.4 Knowlwdge & Research Mngmt 6. Board & Shares/ Securities Mngmt 5. Employee & Labour Relations Mngmt Fig.A.3.3 Processi all’interno del raggruppamento “Gestione di impresa” (Livello 2 del modello e-TOM). I processi del gruppo 2.2 appartengono alle aree conoscitive Leg-reg e Social (vedi Appendice 4 al Capitolo1) 181 Marketing & Offer Management Marketing Strategy & Policy Product & Offer Business Planning & Commitment Product & Offer Portfolio Strategy Policy & Planning . Product & Offer Portfolio Capability Delivery Marketing Capability Delivery CRM Capability Delivery Service Development & Management S I P Service Strategy & Planning Marketing Communications & Promotions Sales & Channel DEvopment Product, Marketing & Customer Performance Service Development Service Capability Delivery Resource Development & Management Resource Strategy & Planning Product Development & Retirement Service Performance Assessment & Retirement Resource Development Resource Capability Delivery Resource Performance Assessment & Retirement Supply Chain Development & Management Supply Chain Strategy & Policy Supply Chain Capability Availability Supply Chain Planning & Commitment Strategy Infrastructure Supply Chain Development & Change Management Supply Chain Performance Assessment Product Fig. A.3.4 Processi all’interno del raggruppamento SIP, “Strategie, Infrastruttura, Prodotti” (Livello 2 del modello e-TOM). 182 Fig.A.3.5 Processi operativi (Livello 2 del modello e-TOM). Customer Interface Management CRM BSS CRM Op. Support & Process Mngmt CRM Operations Readiness Sales & Channel Management Marketing Fulfillment Response Order Handling Problem Handling Customer QoS/SLA Management Selling Retention & Loyalty Service Management & Operations (SM&O) SM&O Support & Process Mngmt OSS Service Problem Management Service Configuration & Activation Resource Management & Operations (RM&O) OS NSS Resource Trouble Mngmt Resource Perf. Mngmt. Resource Provisionig Resource Mngmt & Operations Resource Data Collection & Processing Supplier/Partner Relationship Mngmt BSS SPRM Oper. Support & Process Mngmt S/P Problem Reporting & Mngmt S/P Requisition Mngmt SPRM Operations Readiness Oper. Supp. & Readiness Service & Specific Instance Rating QoS Analysis Action & Reporting SM&O Readiness RM&O Support & Process Mngmt Billing & Collections Management S/P Performance Mngmt S/P Settlements & Billing Mngmt . Supplier/Partner Interface Management Fulfillment Assurance 183 Billing Appendice 4 al Capitolo 1 Interdisciplinarietà “completa” in una TelCo: la metodologia dei Punti di Vista A.4.1 Le basi per uno studio interdisciplinare “completo” della Gestione TLC Nel Cap.1 abbiamo parlato di interdisciplinarietà “bidimensionale” facendo riferimento alle due aree conoscitive Engineering-Business definite nella Tavola 1.3.1.2, ognuna costituita da nozioni appartenenti a quattro discipline tradizionali (specializzate alle TLC). Questa interdisciplinarietà a livello conoscitivo è utile nel mondo del lavoro a livello operativo (competenze professionali trasversali) specialmente in fase di Product Development in una TelCo o in fase di preparazione di standard/regolamentazione negli enti preposti alla standardizzazione/regolamentazione delle TLC. Nel Capitolo 1 abbiamo fatto riferimento al business di una TelCo “orientato al Cliente”. Le relazioni di business della TelCo con altre imprese TelCo partner o con imprese ICTS produttrici/venditrici di tecnologie ICT (“suppliers”) e, talvolta, con imprese ContCo fornitrici di contenuti sono da noi prese in considerazione solo marginalmente. (vedi Fig.1.0.1.4). Abbiamo visto come una impresa TelCo sia il gestore di reti e servizi TLC e come i processi gestionali siano in effetti processi di business tesi al conseguimento di certi “business objectives”. Fra gli obiettivi di business c’è il soddisfacimento delle esigenze dei Clienti (e.g. service provisioning, segnalazione/riparazione guasti, gestione della qualità dei servizi, tariffazione/addibiti/fatturazione etc.) in maniera efficace/efficiente. Il raggiungimento degli obiettivi di business di una TelCo avviene portando a termine una serie di flussi di processi operativi end-to-end di natura interdisciplinare che abbracciano tutto l’arco “clienti-servizi-reti” Come già detto, per rispettare i limiti imposti dal programma didattico 2008-2009 in questo corso ci siamo limitati a considerare una interdisciplinarietà bidimensionale costituita da conoscenze/competenze professionali in “Engineering” (sottoinsieme dell’area conoscitiva SE&T della Tavola A.4.1) e “Business (area conoscitiva nella Tavola A.4.1) definite nella Tavola 1.3.1.2 e ritenute necessarie e sufficienti a supportare i flussi operativi end-to-end. Tuttavia si deve essere consapevoli del fatto che anche altri stakeholders esterni con competenze professionali non appartenenti alle aree conoscitive Business o Engineering come da noi definite, e.g. centri di ricerca, centri di produzione di innovazione tecnologica, istituzioni governative, TLC law makers, enti di regolamentazione e standardizzazione, stakeholders sociali nel macroambiente sociale circostante la TelCo etc. possono condizionare pesantemente i processi aziendali della TelCo. In generale una TelCo si relaziona in varie maniere con questi stakeholders esterni attraverso interfacce interne (stakeholders interni) e processi aziendali e.g. Research Management, Technology Scanning, Stakeholder & External Relations Management, Corporate communications and Image Management, Community & 184 Shareholder Relations Management, Regulatory & Legal Management etc. vedi Fig.A.3.3 e Fig.A.4.1. Questi processi sono relazionati e influenzano i processi gestionali di natura Engineering e Business e fanno parte a tutto diritto di quella che noi abbiamo chiamato la Gestione, con la G maiuscola. “LEG-REG” VISTA Natura degli Stakeholders interni a una TelCo “ST&E” VISTA “BUSINESS” VISTA “SOCIAL” VISTA CEO Punti di Vista COO General Counsel VP Public Relations CTO/CIO CFO VP Sales & Marketing HRD ST&E LEG-REG SOCIAL BUSINESS Persona decomp/PdS Fig.A.4.1 Vista di alcuni stakeholders interni ad una TelCo Allora gli studenti che desiderano avere una rappresentazione/comprensione completa della natura interdisciplinare di tutti i processi gestionali in una TelCo è bene prendano in considerazione una “interdisciplinarietà completa” i.e. uno scenario interdisciplinare più vasto di quello considerato sinora, uno scenario che comprenda stakeholders dotati di conoscenze/competenze professionali appartenenti alle seguenti aree conoscitive, 1. Science, Engineering & Technology (SE&T), 2. Business, 3. Legislative, Legal-Regulatory (Leg-Reg) 4. Social. 185 riportate nella Tavola A.4.1. All’interno della TelCo ogni area conoscitiva è di supporto a certi modelli gestionali e ai reletivi processi/tecnologie. Ad esempio le aree conoscitive Leg-Reg e Social sono di supporto ai processi gestionali del gruppo “Stakeholder & External Relation Management” in Fig.A.3.3 (Appendice 3 al Cap.1) Un approccio interdisciplinare completo allo studio dei processi gestionali di una TelCo è didatticamente efficace se parte ab ovo da una rappresentazione completa e complessiva delle telecomunicazioni reali (modello di riferimento interdisciplinare delle TLC) con una visione completa di tutti gli stakeholders di una TelCo. CONOSCENZE nella SOCIETA’ di RIFERIMENTO (paesi del gruppo G8) (Knowledge Society) CORPUS CONOSCITIVO delle TLC (strutturato in quattro “aree conoscitive”) 1. SE&T (TLC Science, Engineering, Technology), 2. Business (TLC Economy, Finance, Marketing & part of Enterprise Management) CONOSCENZE nonTLC (strutturate in discipline nonTLC) 3. Leg-reg (TLC Jurisprudence, Legislation, Regulation, Standardization), 4. Social (TLC Ecology, Sociology). Tavola A.4.1 Struttura delle conoscenze TLC. Aree conoscitive possedute da esperti integrati in teams di lavoro per lo sviluppo di servizi TLC e relative tecnologie ICT abilitanti. Le frecce indicano possibili approcci interdisciplinari. In questo corso prendiamo in considerazione solo la interdisciplinarietà Engineering-Business (freccia verticale). Qui di seguito si presenta la genesi di un possibile modello interdisciplinare di riferimento delle TLC (qui denominato modello “Mondo TLC”) sviluppato dallo scrivente preso l’International Telecommunications Satellite Organization (INTELSAT) negli USA. Il modello “Mondo TLC” è suddiviso in quattro Ambienti (sottomodelli) ottenuti come “viste” del mondo reale delle TLC osservato da quattro Punti di Vista locali supportati dalle quattro aree conoscitive di Tavola A.4.1. Come già detto, ciò viene fatto in maniera formale applicando la metodologia dei Punti di Vista (“Point of View Methodology”) già utilizzato dall’ ISO/ITU-T nello standard RM-ODP, Reference Model for Open Distributed Processing (vedi “Reference Model for Open Distributed Processing”, ITU-T Recommendation X.901, 1997). 186 % Pop. Utenti Internet % Pop. Abbon. Broad Band % Abbon. Fissi con Abbon. Mobile Numero Abbon. Mobili per 100 Abit. 1. ITALIA 49.63 14.86 74 135 2. GERMANIA 46.67 18.3 61 103 3. FRANCIA 49.57 20.93 60 85 4. REGNO UNITO 56 21 67 116 5. USA 69 19.31 57.5 77 67.9 23.6 45 52 68 20.62 64.8 79 18.02 2.03 75 PAESI del G8 (Dati ITU 2006) 6. CANADA 7. GIAPPONE 8. RUSSIA Product Develop. Tavola A.4.2 Dati ITU/2006 relativi alla società di riferimento (paesi del G8) NOTA A.4,1 Il modello Mondo TLC è un “data base model” del tipo “Entity-Relationship (E-R) Model” (vedi, P.P. Chen “The Entity-Relationship model-Toward a unified view of data” ACM Transactions on Database Systems, Vol.1, No.1, March 1976, pp.9-36) creato utilizzando la metodologia dei “Punti di Vista” Nel modello i sistemi e servizi TLC sono rappresentati come “entità” e “relazioni fra entità”. A.4.2 Il modello interdisciplinare “Mondo TLC” Un “modello” di un sistema reale prescelto come oggetto da modellare (sistema target) è una rappresentazione astratta del sistema reale i.e risultato di un processo di modellazione in cui vengono ritenuti solo gli elementi di interesse dell’osservatore/ modellatore/utilizzatore e vengono ignorati tutti gli altri. Un modello è realizzato da un osservatore/modellatore che lo osserva da un certo Punto di Vista e tiene conto delle esigenze dei futuri utilizzatori (e.g. scelta di livello di astrazione, format e linguaggi del modello). Nel nostro caso il sistema target da modellare è una società civile in cui, nell’ anno 2008, si svolgono attività di telecomunicazione di ultima generazione (“società reale di riferimento”) che definiremo fra poco. Allora un “modello TLC” e.g. denominato “Mondo TLC”, è la rappresentazione astratta di una “società reale di riferimento” osservata da un “Punto di Vista TLC” che tiene conto di tutti gli “aspetti” delle telecomunicazioni e si articola nei quattro Punti di Vista locali supportati dalle quattro aree conoscitive.. Definiamo ora la “società reale di riferimento” da modellare 187 Il sistema target, spazio da osservare e oggetto del nostro processo di modellazione, è la società civile nei paesi più industrializzati del mondo e.g. i paesi del gruppo G8. (Italia, Francia, Germania, Inghilterra. USA, Canada, Giappone, Russia, vedi Tavola A.4.2) le cui economie rappresentano complessivamente il 65% dell’economia mondiale. I paesi economicamente più avanzati sono anche quelli dove le telecomunicazioni si trovano ai livelli più avanzati e sono ben monitorate e documentate da agenzie governative e da organizzazioni private. Quindi la società civile nei paesi del gruppo G-8 rappresenta un contenitore ideale dove “osservare” le telecomunicazioni di ultima generazione. Questa società costituisce la “società reale di riferimento” dove noi “osserviamo” lo stato dell’arte 2008 delle TLC. [NOTA: per più dettagli sul rapporto sinergico fra sviluppo economico e sviluppo delle telecomunicazioni su base nazionale vedere anche: R.J. Saunders, J,J, Warford and B.Wellenius, “Telecommunications and Economic Development”, John Hopkins University Press, Baltimore, 1983]. A.4.3 La metodologia dei “Punti di Vista” e i quattro Ambienti (sottomodelli) del Mondo TLC A.4.3.1 La “società reale di riferimento”: sistema reale target da modellare Osserviamo la “società reale di riferimento” dai quattro Punti di Vista precedentemente definiti mettendone a fuoco in quattro “Viste” tutti gli aspetti rilevanti alle TLC (stakeholders e tecnologie). Notiamo subito che certe entità che popolano il Mondo TLC possono essere facilmente individuate. Si tratta delle tecnologie ICT necessarie per fruire dei servizi TLC. Esse sono particolarmente evidenti e prepotentemente sotto gli occhi di tutti noi. Per le strade di una delle nostre città vediamo cabine telefoniche con o senza occupanti che parlano al telefono, antenne televisive o antenne di telefonia cellulare installate sui tetti delle case, antenne radio sulle automobili, viandanti gesticolanti che parlano al telefono cellulare, negozi che vendono telefoni, televisori o computers, pattuglie della polizia in contatto radio con la loro centrale operativa etc.etc. Nelle nostre case esistono apparecchiature terminali di telecomunicazione di ogni tipo e.g. telefoni fissi o mobili, computers, macchine fax connessi alla rete telefonica fissa via DECT (cordless) o Wi-Fi, televisori o apparecchi radio sintonizzabili su trasmittenti radio-televisive terrestri o satellitari via decoders. Ci sono poi aspetti TLC della società di riferimento meno appariscenti ma tuttavia facilmente riconoscibili. Tutti noi, che apparteniamo a questa società, quando ci abboniamo ad un servizio telefonico o un servizio di e-mail entriamo a far parte del Mondo TLC e cominciamo a svolgere il ruolo di “abbonato” o “utente” di servizi di telecomunicazione (servizi TLC) che possono essere attualizzati quando vogliamo sette giorni alla settimana, ventiquattro ore al giorno (servizi 24/7). Proprio come i servizi di distribuzione di energia elettrica, gas o acqua (“Utilities” in inglese). Si tratta di servizi che soddisfano il bisogno di comunicare con i nostri simili. 188 EUROPA COMMISSIONE CE CONSIGLIO CORTE GIUSTIZIA STATO (Parlamento Ministeri, Regioni Province, Comuni) ENTE REGOLAM. TECNICA AUTHORITIES ANTITRUST TELCO AGCOM UTENTE GARANTE PRIVACY GIUDICE ORDINARIO ORGANI GIUDIZIARI GIUDICE AMMINISTR. TAR LAZIO Fig. A.4.2 Attori leg-reg (adattato da: “Manuale di diritto delle telecomunicazioni” M. Quadrelli, Nyberg, 2004) Ma possiamo entrare nel Mondo TLC anche per vie alternative forse meno “necessarie” ma, nel lungo termine, piu’ lucrative. Ad esempio possiamo iniziare una attività imprenditoriale nel campo TLC come impresa fornitrice di servizi TLC “Telco” (Telecommunication Company = TLC Service Provider + Network Operator) o come impresa manifatturiera di tecnologie ICT “ICTS” (Manufacturer of Technology = Designer/Bilder + ICT Vendor ) o come una impresa fornitrice di contenuti per servizi TLC “ContCo” (notizie, educazione, intrattenimento, pubblicità). Altrimenti possiamo semplicemente comprare azioni di un impresa telecom quotata in borsa o, se siamo ricchi, possiamo investire i nostri capitali partecipando direttamente a finanziare una impresa telecom. In questo caso entriamo a far parte del Mondo TLC attraverso lo svolgimento del ruolo di finanziatori (“Investors”) del business di una impresa telecom. Esiste poi una parte del Mondo TLC che forse è poco visibile agli occhi del cittadino medio ma non all’esperto di telecomunicazioni. Vogliamo riferirci alla legislazione, alla normativa regolatorio-giuridica e agli standard che regolano l’esercizio delle telecomunicazioni, la installazione degli impianti e la costruzione delle apparecchiature di telecomunicazione. Si tratta di un insieme di regole che legislatori, regolatori a livello locale, regionale, nazionale o internazionale (e.g. Agenzie Nazionali di Regolamentazione, National Regulatory Agencies) e enti di standardizzazione (e.g. 189 International Telecommunication Union, ITU) erogano. Le imprese telecom relazioni di lavoro con questi stakeholders come mostrato in Fig.A.4.1 “Diritto delle telecomunicazioni” e attività legali nel contesto delle telecomunicazioni (Attori leg.) Gli attori di business TLC, come cittadini di uno stato e membri di una società civile devono comportarsi nel rispetto delle leggi vigenti e delle normative giuridiche specifiche del campo di attività da essi svolte (Diritto civile, diritto industriale, diritto del lavoro, diritto tributario etc.). Ma esiste anche una normativa giuridica specifica delle telecomunicazioni (Diritto delle Telecomunicazioni) che regola il comportamento di attori di business (Persone TLC giuriche e fisiche) allorchè essi svolgono attività specifiche del business TLC. Questa normativa ad esempio si applica allorchè uno o più attori svolgono attività rilevanti sotto un profilo legale nel contesto specifico delle telecomunicazioni. Alcuni esempi di controversie legali specifiche delle telecomunicazioni di competenza di un “Giudice ordinario” (Vedi Fig.1.2.4.1) sono i seguenti: controversia legale insorta relativamente alle clausole di un contratto di utenza mobile, controversia relativa ad una violazione dei diritti di un utente alla prestazione o a essere indenizzato nel caso di violazione del contratto da parte dell’esercente, violazione dei termini di contratto tra fornitori partner di servizi TLC Un esempio di controversia legale di competenza del Tribunale Amministrativo Regionale, TAR, del Lazio (Vedi Fig.1.2.4.1).è il seguente: ricorso avverso ai provvedimenti dell’Agcom con richiesta di sospensione dei provvedimenti stessi. Ricordiamo che le controversie fra privati sono di competenza del giudice ordinario mentre quelle fra privato e enti pubblici competono al giudice amministrativo. 190 hanno Codice Etico Impatto ambientale e/o socio-economico dell’implementazione delle politiche aziendali di una impresa telecom RSI OSSERVA IMPRESA TELECOM TELCO SOCIAL STAKEHOLDER MANAGEMENT MANTEC STAKEHOLDER UTENTE Attori business Impatto attività dei social stakeholders su attori business Social sthdr/ PdS Fig.A.4.3 Relazione fra imprese TLC e social stakeholders Infine il business di una TelCo è influenzato da e influenza il macroambiente sociale e naturale circostante. (Vedi Fig.A.4.3). La Responsabilità Sociale di Impresa (Corporate Social Responsabilità, CSR) implementata da una TelCo si riferisce proprio all’impatto delle attività TLC sul Macroambiente nonTLC (ambiente naturale, società). Come il comportamento di una Telco può influenzare l’ambiente naturale e sociale circostante così i social stakeholders, in base alla loro percezione del comportamento di una Telco, possono prendere iniziative tali da influenzarne il business in maniera più o meno determinante a seconda del loro “interesse” nel comportamento della Telco e il loro “potere” di influenzarlo. Quindi nella società civile in cui è immersa una Telco esistono social stakeholders, i.e portatori di interesse attivi nel sociale, che non hanno relazioni di business con le Telco ma che tuttavia possono svolgere attività capaci di influenzarne il business in maniera importante. L’insieme dei social stakeholders relativi ad una certa Telco ne costituisce quello che si chiama “ambiente sociale”. Una Telco può essere osservata da un Punto di Vista “Social” e così si può generare una vista che ne mette a 191 fuoco il suo comportamento etico e le conseguenze socio-ambientali delle sue attività di impresa. Ad esempio, certi mass-media come i giornali o la radio/televisione possono pesantemente influenzare l’opinione pubblica e, conseguentemente, le scelte dei consumatori creando un immagine favorevole o sfavorevole di una particolare Telco sulla base di un analisi imparziale, si spera!, delle politiche di RSI implementate dalla Telco. Le scelte dei consumatori hanno a loro volta un impatto determinante sul business dell’impresa. Lo stesso discorso vale per altri social stakeholders. Ad esempio, al giorno d’oggi, una Telco irrispettosa delle norme relative ad un uso corretto delle risorse naturali cioè una Telco che inquinasse l’ambiente naturale con antenne che emettono radiazioni elettromagnetiche pericolose per la salute della popolazione sarebbe subito “scoperta” da organizzazioni ambientaliste, essere oggetto di una campagna mediatica negativa. I ruoli di social stakeholder identificati da Telecom Italia 1. 2. 3. 4. 5. 6. Clienti. Disponibilità di CRM avanzato con indagini sulla soddisfazione dei clienti e ascolto di segnalazioni pervenute a Call Centers Fornitori. Programma “Vendor Rating” per valutare i fornitori in base al loro rispetto dei diritti umani e la protezione dell’ambiente. Concorrenti, Stato, Istituzioni. TI ha continui contatti con queste entità. Comunità. TI svolge attività filantropiche supportando attività culturali, sportive e umanitarie Risorse Umane. Programma “Foto di Gruppo” per accertare il livello di soddisfazione delle risorse umane su base annuale. Azionisti. TI conduce “perception studies” e organizza “investor days” dedicati agli azionisti. TAVOLA A.4.3 A.4.3.2 La metodologia dei “Punti di Vista” A questo punto si capisce che ci si trova in presenza di un sistema estremamente complesso. Per far sì che il modello sia di facile utilizzabilità e al tempo stesso non tralasci aspetti importanti della realtà è opportuno che esso sia realizzato tramite una molteplicità di sottomodelli secondo una filosofia “divide et impera” tipica dell’ingegneria del software. Questi sottomodelli sono ottenuto osservando la realtà da quattro Punti di Vista locali il cui insieme costituisce il Punto di Vista TLC (Vedi Fig. A.4.4). Ogni sottomodello rappresenta una vista locale delle TLC. 192 Punto di Vista TLC SE&T Business Leg-Reg Social Punti di Vista settoriali SOCIETA’ REALE di RIFERIMENTO Sottomodelli (“Ambienti”) SE&T Business Leg-Reg Social Mondo TLC Persona decomp Fig. A.4.4 Decomposizione del Punto di Vista TLC in quattro Punti di Vista Locali Il modello “Mondo TLC” da noi adottato modellizza gli aspetti TLC della società di riferimento “osservandola” da un “Punto di Vista TLC” articolato in quattro Punti di Vista locali corrispondenti alle quattro “aree conoscitive” nella Tavola A.4.1 che costituiscono la struttura disciplinare delle conoscenze TLC possedute dalla società reale di riferimento. A.4.3.3 Contenuti del modello “Mondo TLC” Il modello “Mondo TLC” è costituito da quattro sottomodelli denominati “Ambienti” (Environments”) mutuamente relazionati, 1. Ambiente SE&T(TLC Science, Engineering & Technology) 2. Ambiente Business (TLC Economy, Finance, Marketing & part of Enterprise Management) 3. Ambiente Leg-reg (TLC Legislation, Regulation, Jurisprudence, Standardization) 4. Ambiente Social (TLC Ecology, Sociology). e ogni Ambiente è popolato da certe “Entità” legate da “Relazioni” (Entity-Relationship Model di P.P.Chen) come mostrato in Fig.A.4.5. Più precisamente ogni Ambiente è popolato da Stakeholders/Attori (rettangoli gialli) che svolgono certe Funzioni (diamanti celesti) e producono/utilizzano Prodotti usando opportune Risorse (rettangoli bianchi) 193 Facciamo alcuni esempi. Una impresa reale ICTS allorché osservata da un Punto di Vista Engineering (parte del Punto di Vista SE&T) è rappresentata da un Attore Engineering “Progettista/ Costruttore” che opera in un Ambiente Engineering per produrre Tecnologie ICT componenti ICT dei Sistemi TLC (Prodotto Engineering), Una impresa ICTS osservata da un Punto di Vista Business è un Attore Business “Vendor” che effettua la “Vendita di Merce ICT” (Prodotto Business), Una impresa TelCo osservata da un Punto di Vista Engineering è un Attore Engineering “Network Operator” che effettua la “Gestione/Esercizio di reti TLC” (Prodotto Engineering) in un Ambiente Engineering Una impresa TelCo osservata da un Punto di Vista Business è un Attore Business “Service Provider” che fornisce/eroga Servizi TLC (Prodotti Business) in un Ambiente Business LR1- RESOURCE (Ex) LR1 – ACTOR LR1 TLC system lobbyst LR2- RESOURCE (Ex) Authorization/ Licence to build T1-Product E1=manufactures E2=develops B1=sells B2=provides B3=communicates LR1=lobbies LR2,3=grants T1- RESOURCE (Int) LR2,3 LR3- PRODUCT (Authoriz., Licence) B1- RESOURCE (Int) LR2 - ACTOR Authorization / Licence to develop / provide B2-product B2- RESOURCE (Int) Sale contract TLC regulator (e.g.NRA) (TLC regulation producer) LR12- PRODUCT (Regulation) B3 B3 - ACTOR B3 - ACTOR End-user End-user B1 B1 – ACTOR TLC system seller (VENDOR) T1- ACTOR B2 B2 - ACTOR TLC service producer / provider & system buyer (TELCO) T1 B2 - PRODUCT B3-RESOURCE (Int) B1- RESOURCE (Int) T1-RESOURCE (Int) T1- PRODUCT T2 - PRODUCT TLC system producer TLC system PdS Persona TLC T1-RESOURCE (Ex) TLC technology B2-RESOURCE (Ex) TLC service T2 T2 - ACTOR TLC Technology producer T2-RESOURCE (Ex) Fig. A.4.5 Modello Entity-Relationship (ER) del modello “Mondo TLC” (primo livello di astrazione) su tre aree funzionali: SE&T (verde), Business (marrone), Leg-Reg (rosa). T1+B1 Actor = ICTS, T2 Actor= R&D + Technology Producer, B2 Actor = TelCo (NO+SP), B3 Actor =End-user, LR2 Actor =NRA, LR1 Actor =TelCo Reg. Officer. Le risorse nelle strisce bianche sono risorse nonICT prodotte al di fuori del Mondo TLC 194 Le Authorities Nazionali di Regolamentazione sono Attori Leg-reg che operano in un Ambiente Leg-reg e producono Regolamentazione TLC specifica delle TLC (Prodotto Leg-reg), Le imprese TelCo o ICTS in quanto aziende che implementano politiche di “Responsabilità Sociale d’ Impresa” sono Attori Sociali che operano in un Ambiente Sociale. A.4.4 Il corso GST utilizza solo una parte del Mondo TL: Ambiente Engineering e Ambiente Business Il modello “Mondo TLC” è stato creato principalmente per corsi di formazione propfessionale on line (intranet aziendale) mirati a forme di “apprendimento personalizzato”. Nel corso di GST noi lo utilizzeremo solo in parte. Infatti ci limiteremo a considerare solo l’ Ambiente Engineering (parte dell’Ambiente SE&T) e l’Ambiente Business rispettivamente popolati da Stakeholder/Attori Engineering o Business che svolgono certe Funzioni Engineering o Business e producono/utilizzano Prodotti Engineering o Business usando opportune Risorse Engineering o Business. La nostra scelta corrisponde alla scelta tradizionale di studiare le telecomunicazioni in termini di “Reti TLC” e “Servizi TLC”. Tuttavia c’è una grande differenza! Qui si opera nell’ambito di uno scenario interdisciplinare molto più vasto che si articola nei quattro Ambienti SE&T, Business, Leg-reg e Social, mutuamente relazionati. 195 Appendice 5 al Cap.1 Interdisciplinarietà: “cross-fertilizzazione” di conoscenze con produzione di extra-conoscenze Il carattere interdisciplinare della Gestione, con la G maiuscola, in ambito TelCo e l’importanza del lavoro di team assieme ai progressi fatti nel campo della “interdisciplinarietà” come soggetto di studio a se stante, giustifica una piccola digressione di carattere generale sull’argomento [*]. Nel nostro corso è importante distinguere fra “Interdisciplinarietà” e “Multidisciplinarietà”! La conoscenza umana tradizionalmente è stata ed è ancora suddivisa in domini conoscitivi, denominati “discipline”, ognuno dei quali contiene elementi conoscitivi (soggetti, argomenti, tematiche etc.) atti a spiegare una “classe di fenomeni” o a risolvere una “classe di problemi”. Una “classe” di fenomeni/problemi è un insieme di fenomeni/problemi con caratteristiche comuni tipiche e caratterizzanti la classe stessa. Corrispondentemente alla struttura disciplinare della conoscenza, nel mondo del lavoro la capacità lavorativa è strutturata in “competenze professionali” mentre nel mondo della formazione professionale l’insegnamento è classificato per “materie di insegnamento” (vedi “facoltà o corsi universitari”). Esiste una corrispondenza uno-a-uno fra “discipline”, “competenze professionali” e “gruppi di materie di insegnamento” Ad esempio, alla disciplina “Ingegneria” corrisponde la competenza professionale “Ingegnere” e la facoltà di “Ingegneria” all’Università. In generale, possesso di “conoscenze interdisciplinari” significa possesso, da parte di un unico soggetto (persona fisica o team integrato di persone), di aree conoscitive integrate (integrated knowledge fields) risultanti dalla integrazione di conoscenze monodisciplinari appartenenti a diverse discipline tradizionali. Qui con il termine “integrazione” si vuole indicare non solo una stretta aggregazione e contestualizzazione di conoscenze appartenenti a discipline tradizionali diverse in un unico corpus conoscitivo memorizzato/utilizzato da un' unica entità (attore singolo o team integrato di attori diretto da un team leader) ma si allude anche al “valore aggiunto” (i.e. creazione di nuove conoscenze, denominate anche extraconoscenze interdisciplinari) risultante da processi virtuosi di crossfertilizazzione o di mappatura fra elementi conoscitivi appartenenti alle singole discipline [**] e.g. per virtù di una attività R&S (Ricerca & Studi) [*] Sull’argomento vedere anche i libri di J.Thompson Klein: “Interdisciplinarity: History, Theory and Practice” (1990), “Crossing Boundaries: Knowledge, Disciplinarieties, and Interdisciplinarieties” (1996), “Transdisciplinariety: Joint Problem Solving among Science, Technology and Society” (2001) [**] “Crossfertilizzazione” in questo contesto fa proprio riferimento all’incrocio di due o piu elementi conoscitivi preesistenti che genera uno o piu nuovi elementi diversi dai precedenti e.g. la definizione del livello massimo di esposizione a radiazioni elettromagnetiche a microonde per gli esseri umani nasce dalla crossfertilizzazione di nozioni di elettromagnetismo e biologia (Vedi G.Franceschetti et al. “Esposizione ai campi elettromagnetici”, Bollati Boringhieri, 2000). “Mappatura” si riferisce alla definizione formale di una “legge di corrispondenza” che lega elementi di discipline diverse 196 E’ proprio l’ extraconoscenza risultante dai processi di integrazione di elementi monodisciplinari che segna la differenza fra inter-disciplinarietà e multidisciplinarietà e che, in molti casi, rende un approccio interdisciplinare alla soluzione dei problemi gestionali complessi più potente e completo di un approccio multidisciplinare. Tuttavia in pratica l’approccio interdisciplinare alla soluzione di problemi complessi può risultare più laborioso e costoso di quello multidisciplinare specialmente nelle sue fasi iniziali, poiché richiede “competenze professionali trasversali” che vanno opportunamente create e.g. attraverso la creazione di un team integrato di esperti monodisciplinari sotto la guida di un team leader con capacità gestionali di progetto (project management) e, esso stesso, con competenze trasversali (vedi Fig. A5.1). Tutto questo può richiedere il superamento di rivalità fra “centri di potere” disciplinari protettivi di privilegi acquisiti nel tempo e.g. rivalità fra facoltà all’interno di una università o fra unità organizzative all’interno di un azienda……… “Chi è il leader del team interdisciplinare integrato?”, “Chi lo finanzia?” “Chi godrà della gloria in caso di successo o verrà vituperato in caso di fallimento della iniziativa interdisciplinare?”. Per “multidisciplinarietà” invece si intende la semplice giustapposizione di conoscenze monodisciplinari senza creazione di extraconoscenze interdisciplinari e. da un punto di vista operativo, senza creazione di teams integrati di lavoro. Una enciclopedia è un testo multidisciplinare, non interdisciplinare. Un corso di formazione professionale con due insegnanti che insegnano materi diverse se pur complementari è un corso multidisciplinare. Introducendo per una “disciplina” una metafora geometrica che la assimila ad un dominio esteso nello spazio della “conoscenza” (i.e. identificando una disciplina con un “dominio conoscitivo”, vedi Fig.A5.1), popolato da un certo numero di “elementi conoscitivi” (e.g. soggetti, classi di soggetti, argomenti, tematiche etc.) atti a spiegare una classe di fenomeni o a risolvere una classe di problemi, possiamo anche dire che le conoscenze interdisciplinari più nuove e interessanti risiedono nelle cosidette “overlap zones” o “zone di sovrapposizione” o “zone di intersezione” fra domini conoscitivi diversi (piu spesso indicate in letteratura come “boundary zones” o “zone di frontiera”) dove si trovano elementi conoscitivi che appartengono a discipline tradizionali diverse ma che in effetti sono rilevanti ad uno stessa classe di fenomeni/problemi reali. Ad esempio in Fig.A5.1 si vedono elementi conoscitivi appartenenti alle discipline tradizionali di Ingegneria TLC e Radiologia ma che sono rilevanti ai fenomeni/problemi reali di Tele-radiologia, dove esami radiologici sono effettuati in zone rurali remote e sono interpretati a distanza da esperti radiologhi residenti in centri medici di eccellenza. Stesso discorso vale per la per la TeleMedicina o la Tele-educazione o, in generale, per una varietà di Servizi di Tele-Assistenza in cui reti e servizi TLC abilitano Servizi di Tele-Assistenza erogati ad utenti situati in postazione remota rispetto alla sede del fornitore del contenuto del servizio. Molto spesso la realizzazione di questi servizi richiede extraconoscenza interdisciplinare, spesso generata da teams integrati di esperti monodisciplinari diretti da team leaders con competenze trasversali. Ad esempio nel caso della teleradiologia, costituisce extraconoscenza interdisciplinare la conoscenza 197 delle prestazione di rete TLC atte a garantire la risoluzione radiografica richiesta da un certo tipo di diagnosi radiologica e.g. neoplasie del seno. Spazio della Conoscenza Elementi conoscitivi di supporto ad attività di Teleradiologia Dominio Conoscitivo A Elementi conoscitivi di Radiologia di supporto ad attività di Radiologia Dominio Conoscitivo B Zona di Frontiera fra discipline A e B Elementi conoscitivi di Ingegneria TLC di supporto ad attività di Ingegneria TLC Elemento conoscitivo di Radiologia Elemento conoscitivo di Ingegneria TLC Extraconoscenza di Teleradiologia interdis Fig.A.5.1 Gli elementi di una certa disciplina (che, in una metafora geometrica, occupano un dominio nello spazio della conoscenza) caratterizzano/spiegano una certa “classe di fenomeni reali” o sono il know how necessario per svolgere una certa “classe di attività” o sono alla base di competenze professionali per risolvere una “classe di problemi”. In figura i grandi ellissi orizzontali rappresentano i domini contenitori di elementi conoscitivi appartenenti alle discipline A e B. Ad esempio gli elementi conoscitivi di “Radiologia” nel Dominio A supportano attività di Radiologia (cerchi pieni) svolte da radiologi, elementi conoscitivi di “Ingegneria TLC” contenuti nel Dominio B supportano attività di Ingegneria TLC (cerchi vuoti) svolte da ingegneri TLC. Si tratta di due “classi di attività” diverse, descritte da discipline diverse e svolte da due classi di esperti con competeze professionali diverse. Tuttavia esistono “attività interdisciplinari” e.g. Teleradiologia, che sono supportate da elementi conoscitivi di radiologia e ingegneria TLC assieme a elementi integrati appartenenti a entrambe le discipline (“extraconoscenze interdisciplinari”). Si tratta di nuove conoscenze generate dalla cross-fertilizzazione di certe conoscenze monodisciplinari pre-esistenti e.g. per virtù di una attività di R&S condotta da un team integrato di ricercatori e sono contenute nella zona di sovrapposisizione dei Domini A e B denominata “zona di frontiera” o “boundary zone”. Un esempio di extraconoscenza interdisciplinare in Teleradiologia è la specifica dei valori minimi di Larghezza di Banda (Bit Rate) e rapporto S/N (Bit Error Rate) di un canale satellitare corrispondenti alla risoluzione/fedeltà ottimale di mammografie (immagini radiografiche del seno) generate in campagne di screening diagnostico condotte in zone rurali di paesi sottosviluppati. Nell’ambito della metafora geometrica la creazione di extraconoscenza interdisciplinare nelle zone di frontiera si manifesta allora come un processo di “boundary crossing” cioè un “superamento della zona di frontiera fra discipline diverse” (Vedi Fig.A5.1). Tornando alle TLC oggi sono proprio le zone di frontiera fra discipline o aree disciplinari diverse, e.g. Business e Engineering, che costituiscono un terreno fertile dove si generano extraconoscenze interdisciplinari atte a innovare i processi gestionali in ambito TLC. Si potrebbero fare molti esempi, basta pensare agli aspetti economici, ecologici e sociali di una qualsisi tecnologia ICT per riconoscere 198 “zone di frontiera” all’intersezione fra le discipline tradizionali Ingegneria TLC-BiologiaSociologia. (“I telefoni cellulari causano danni al cervello dei cittadini e modificano il loro stile di vita?”). In linea di massima si può parlare di interdisciplinarietà “esterna” fra le TLC e discipline non-TLC e interdisciplinarietà “interna” fra aree conoscitive all’interno delle TLC e.g. TLC Engineering e TLC Business. Un questo corso ci occuperemo esclusivamente del secondo tipo di interdisciplinarietà, ma solo dopo aver fatto un esempio della prima: Esempio di interdisciplinarietà esterna (TLC-nonTLC). Consideriamo la tematica “Effetti sulla salute dei cittadini delle radiazioni elettromagnetiche emesse da antenne TV”. Si tratta di un soggetto di studio interdisciplinare in cui conoscenze tradizionali di 1) ingegneria TLC/elettromagnetismo e le conoscenze nonTLC di 2) ecologia, 3) biologia, 4) sociologia sono utilizzate sinergicamente in un unico contesto per risolvere un problema reale la cui soluzione richiede conoscenze situate nella boundary zone fra quattro discipline tradizionali e che porta alla creazione di extraconoscenze interdisciplinari e.g. il concetto di “livello di radiazione sostenibile” da un sistema biologico (e.g. uomo) 199 Appendice 6 al Capitolo 1 (*) Elementi di “Marketing” per ingegneri TLC: beni, servizi e processi TLC. A.6.1 Il punto di vista «Marketing»: beni & servizi in un contesto TLC Per poter parlare di gestione dei servizi TLC, riconoscendo che si opera in un contesto business, è necessario acquisire alcuni concetti di base che appartengono alla disciplina del «Marketing» o meglio, è importante correggere alcuni concezioni sbagliate sul «Marketing», talvolta possedute dagli ingegneri TLC, a partire da «cosa è il Marketing» . Esistono varie definizioni di «Marketing». L’American Marketing Association offre la seguente definizione di « Marketing » DEFINIZIONE A.6.1 Il Marketing è il processo di pianificazione e attuazione della concezione, definizione dei prezzi, promozione e distribuzione di idee, beni e servizi, al fine di creare scambi fra individui o organizzazioni tesi al conseguimento dei loro obiettivi. Questa definizione può specializzarsi al nostro caso semplicemente sostituendo «idee, beni e servizi» con «servizi TLC». Ciò che manca in questa definizione è l’enfasi sul cliente che vive in un mercato competitivo cioè si tratta di una definizione che tratta fornitori e clienti in modo simmetrico ma non enfasizza il fatto che il marketing non parte dal fornitore come processo di vendita o promozione di vendite di prodotti già confezionati ma è un processo che parte dai bisogni del cliente il quale ha la possibilità di scegliere fra diversi prodotti. In questo contesto il marketing riesce a catturare il cliente solo se offre al cliente un prodotto che egli percepisce di valore superiore ai prodotti competitivi. . __________________________________ (*) Il contenuto di questa appendice non fa parte delle lezioni impartite nel corso di “Gestione di Sistemi & Servizi di Telecomunicazioei” presso la Facoltà di Ingegneria delle Telecomunicazioni, Università Tor Vergata, Roma. Si ritiene possa essere di interesse per quegli studenti che hanno la curiosità e la voglia di andare un “extra mile” sulle strada della conoscenza interdisciplinare delle telecomunicazioni 200 In generale, tutto ciò che viene offerto da un fornitore ad un cliente per risolvere i problemi di quest’ultimo, insorti in conseguenza di desideri/bisogni da soddisfare, viene chiamato «prodotto». Nel nostro corso, il fornitore di prodotti è un Fornitore di servizi TLC denominato TelCo e i prodotti sono i servizi TLC. Quindi, per noi il concetto generale di Marketing si specializza alla concezione/definizione dei prezzi/ promozione/ distribuzione di servizi TLC a una comunità di Utenti da parte di un Fornitore di servizi TLC (Service Provider, SP). Il testo classico di Philip Kotler «Marketing Management», Prentice Hall, 2000 identifica dieci tipologie diverse di prodotti fra cui, beni fisici tangibili (e.g. nel nostro caso, le risorse materiali contenute in un sistema TLC), informazione (e.g. nel nostro caso, informazione di utilizzazione cioè programma radio-TV, contenuto di una telefonata o di un e-mail etc.), idee, eventi, luoghi, servizi intangibili (e.g. servizi TLC). Quindi in un sistema TLC, le tecnologie ICT che supportano i servizi TLC sono beni materiali tangibili mentre i servizi TLC forniti in un ambiente di business sono prodotti intangibili. In un contesto Marketing un servizio viene definito come segue (P.Kotler) DEFINIZIONE A.6.2 Un servizio è una attività o prestazione che una parte offre ad un’altra senza che ne risulti proprietà di alcunchè e la cui natura è essenzialmente intangibile. Noi lo definiremo in maniera diversa utilizzando il concetto di “funzionalità TLC” (Vedi Capitolo 4, Parte1). Nel caso dei servizi TLC la attività consiste nel trasferire/utilizzare informazione con mezzi elettromagnetici e apparecchiature elettroniche. Ricordiamo che una «prestazione» è una attività rapportata ad una attività di riferimento (e.g. attività «a specifica »). Beni (i.e. le tecnologie ICT) e servizi (i.e. i servizi TLC) hanno caratteristiche diverse. Nel corso dimostriamo come la loro differente natura comporti differenze a livello di gestione. In questo corso, diremo che i «servizi» sono «prodotti» offerti da un Fornitore di servizi a un Utente per risolvere i problemi di quest’ultimo. In particolare nel nostro corso useremo una definizione di servizio TLC in un contesto Business (vedi Tavola 1.2.1.2) e diremo che i servizi TLC sono «prodotti intangibili» forniti da Fornitori di Servizi TLC ad altri Fornitori di servizi TLC o a Utenti finali, supportati da tecnologie ICT che da un Punto di Vista Business sono visualizzate come risorse TLC , «beni materiali tangibili». Più dettagliatamente, utilizzando esplicitamente alcuni concetti di marketing, possiamo dire quanto segue: A). Le tecnologie ICT sono beni materiali tangibili e quindi godono delle seguenti caratteristiche: 1. tangibilità (i.e. sono dotati di caratteristiche verificabili con uno dei nostri sensi), 201 2. separabilità fra industria (manifatturiera di hardware o sviluppatrice di software) che li produce e utilizzatore che li utilizza, 3. possibilità di immagazzinamento in attesa di vendita o utilizzazione, 4. disponibilità limitata a certi luoghi di vendita e a certe ore/giorni, 5. divengono proprietà del compratore dopo l’acquisto. B). I servizi TLC sono prodotti intangibili e quindi godono delle seguenti proprieta’: 1. intangibilità cioè non-tangibilità (definita in precedenza), 2. impossibilità di verifica prima dell’acquisizione del prodotto ma solo osservazione di una «dimostrazione» del prodotto effettuata dal fornitore, 3. inseparabilità fra Fornitore e Utente che devono coesistere durante la acquisizione/attualizzazione del servizio (e.g. l’Utente non può effettuare una sessione telefonica senza che contemporaneamente la società telefonica instauri e mantenga una connessione circuitale), 4. disponibilità del tipo «7/24/365» (cioè sette giorni alla settimana, ventiquattro ore al giorno), 5. assenza di proprietà dopo l’ acquisizione/attualizzazione e.g. dopo aver acquisito un servizio telefonico o effettuato una telefonata non si possiede piu’di quanto si possedeva prima della telefonata. I servizi si qualificano per il “valore aggiunto” apportato al cliente piuttosto che per uu trasferimento di proprietà. 6. utilizzabilità limitata alla durata del contratto di abbonamento, 7. facile personalizzazione. I seguenti esempi mostrano la relazione fra servizi TLC, come soluzione ai problemi insorti presso un Utente in conseguenza di desideri/bisogni da soddisfare, e i beni fisici necessari alla pratica realizzazione/utilizzazione dei servizi stessi. ESEMPIO No.1 i) Bisogno che uno stakeholder TLC (A) vuole soddisfare: Comunicare in tempo reale con un altro stakeholder TLC (B) residente in una località remota. ii) Problema da risolvere: 202 Come puo’ lo stakeholder TLC A comunicare con lo stakeholder TLC B? iii) Soluzione del problema e soddisfacimento del bisogno: A e B acquisiscono un servizio da un fornitore di servizi telefonici (servizio intangibile) e due terminali d’utente (telefoni, beni fisici tangibili) da fornitori di apparati telefonici. Connettono i due telefoni alla stessa rete telefonica (Bene fisico tangibile) ESEMPIO No.2 i) Bisogno che uno stakeholder TLC vuole soddisfare: Il Sig. XYZ ha bisogno di ricevere notizie su ciò che accade nel mondo nel modo più rapido ed efficace possibile. ii) Problema da risolvere: Come si puù soddisfare il bisogno del Sig. XYZ? iii) Soluzione del problema: Il Sig. XYZ si abbona ad un servizio di telegiornale via satellite (sevizio intangibile) dalla compagnia SAT-TV e compra un ricevitore TV satellitare (bene fisico tangibile) dallo stesso fornitore o da un fornitore di apparati. Connette il ricevitore TV con la rete di distribuzione (bene fisico tangibile) puntando l’antenna sul satellite desiderato e si sintonizza sul canale desiderato (e.g. CNN). A.6.2 Il «servizio» in un contesto aziendale: processi di business Nel nostro corso noi parliamo di fornitura di un servizio ad un utilizzatore come fornitura di una capacità conoscitiva/abilità fisica a svolgere certe funzioni, (funzionalità) ogni qualvolta l’utilizzatore lo ritenga opportuno, al fine di soddisfarne certi suoi desideri/bisogni. Parliamo poi di un “Tecnoservizio” in un contesto Engineering, quando il servizio è fornito da una tecnologia ICT autonoma e intelligente a un generico utilizzatore esterno e di “Servizio TLC” in un contesto Business quando il fornitore è una Telco e l’utilizzatore è un Utente (Utilizzatore + Cliente). I due tipi di servizi sono relazionati dal fatto che una Telco nel ruolo di Network Operator con le sue reti TLC produce Tecnoservizi che la TelCo stessa nel ruolo di Service Provider “impacchetta” come servizi TLC e poi fornisce (vende) agli Utenti. “Impacchetta” significa che la TelCo aggiunge “valore” ai Tecnoservizi (funzionalità di rete U&S) tramite aggiunta di funzionalità gestionali. 203 In generale possiamo dire che per un generico servizio esistono almeno tre modalità di descrizione (tutte utilizzate in questo corso): 1) DECOMPOSIZIONE FUNZIONALE PROGRESSIVA. Viene effettuata una decomposizione (breakdown) progressiva del servizio in attività sempre più specializzate fino a raggiungere attività atomiche non ulteriormente decomponibili («Work Breakdown Structure»). Ad esempio, vedremo che questo è il caso dei “Servizi di gestione TMN”, (TMN = Telecommunication Management Network) introdotti dall’ITU-T nel modello FCAPS i quali sono successivamente decomposti in tre livelli gerarchici: Gruppi di Insiemi di Funzioni TMN, Insiemi di Funzioni TMN e Funzioni TMN (atomiche cioè non ulteriormente decomponibili). 2) CICLO DI VITA. Il servizio è rappresentato come una sequenza temporale di «fasi di attività» relazionate in maniera lineare e ordinate temporalmente in ordine propedeutico cioè il completamento di una fase è necessario per poter iniziare la fase seguente che ne utilizza i risultati. 3) MODELLO DI IMPRESA PER PROCESSI. La componente gestionale dei servizi TLC forniti dalle Telco sono costituiti da un insieme di processi rappresentati da un grafo orientato bidimensionale (diagramma di “workflow”) costituito da una sequenza temporale di processi (rettangoli interconnessi da frecce). I processi sono rappresentati a vari livelli di astrazione. Ad esempio si può partire dai processi al massimo livello di astrazione e poi progressivamente decomporli in modo iterativo in sotto-processi vieppiù specializzati (e.g. implementati con procedure automatizzate sempre più specifiche) fino a raggiungere singole attività e compiti atomici (decomposizione gerarchica). Questo modello è adottato dal Tele-Management Forum nel modello “e-TOM” (vedi Appendice 3 al Capitolo 1) NOTA A.6.2.1 PROCESSI di BUSINESS. I flussi di attività all’interno di una TelCo sono chiamati “processi” quando si svolgono secondo modalità prefissate (talvolta standardizzate), accuratamente documentate, strettamente supervisionate e controllate, utilizzando predeterminate risorse in tempi prestabiliti da parte di addetti specializzati con compiti/responsabilità predefinite o con tecnologie specifiche. Nell’ambito di una TelCo lo scopo di questi processi è il raggiungimento di certi obbiettivi di business specificati nel piano di business (business plan) dell’ impresa definito dal senior management in fase di pianificazione strategica. Per questo essi sono anche chiamati processi di business (business processes). Ora ricordiamo ancora una volta che in un servizio TLC esiste una parte “core” e una parte gestionale. La fornitura della parte gestionale viene effettuata da personale specializzato o in forma automatizzata all’interno di una TelCo in un “contesto 204 aziendale”. Qui le operazioni avvengono in condizioni altamente supervisionate e controllate, con procedure prestabilite e documentate, con risorse (uomini e tecnologie) predefinite e in tempi prefissati e con risultati misurabili i.e. come “processi aziendali” o “processi di business” . La razionalizzazione/ formalizzazione delle attività all’interno di una Telco in termini di processi di business apre la porta ad una possibilità (oggi, una necessità!): l’automazione della gestione dei servizi TLC. Durante il corso spiegheremo come la gestione di un servizio TLC sia decomposta in due tipi di processi : “processi di gestione servizi” dedicati a “classi di servizi” e “classi di Clienti” (processi interni) e “processi di Customer Care” che coinvolgono il sigolo Cliente (processi esterni). Allocate resources from existing resources 3 Inform customer 4 1 Customer request 2 Collect customer details Install new resources 5 6 7 Activate service & billing Update directory 1,2 compiti sequenziali 3,5 compiti paralleli 3,4 compiti alternativi Fig. A.6.1 Flusso di lavoro nella installazione/attivazione di un servizio TLC (service provisioning). Nella gestione dei servizi TLC si può riconoscere una moltitudine di partecipanti specializzati a svolgere compiti specifici (uomini o macchine) che esplicano attività diverse e cooperano eseguendo “flussi di processi” (prendono decisioni, eseguono compiti, elaborano/trasferiscono dati, archiviano/ recuparano dati etc.) secondo procedure prestabilite. Qui si parla di “flusso di processi” (process flow) e non semplicemente di “processi” poichè si vuole evidenziare il fatto che si tratta di una aggregazione nel dominio del tempo di processi specifici (i.e. ogni processo ha sue caratteristiche specifiche ed è svolto da persone o tecnologie specializzate) realizzata secondo una logica di work flow prestabilita e controllata. Si tratta di processi svolti contemporaneamente in parallelo, in alternativa o sequenzialmente uno dopo l’altro (vedi Fig.A6.1) 205 Operatore Commerciale Cliente Richiesta installazione/ attivazione servizio Progettista Rete Tecnico Installatore NETWORK OPERATOR Dati commerciali Verifica commerciale Operatore Tecnico Ordinativo commerciale Segnalazione servizio attivato Richiesta di intervento Verifica fattibilità tecnica Dati tecnici Attivazione (1) Avviso avvenuta attivazione Avviso avvenuta installazione SERVICE PROVIDER Installazione (1) Aggiornamento dati tecnici Persona TLC Fig.A.6.2a Rappresentazione semplificata di un flusso di processi manuale di “fornitura di servizio” (service provisioning) come flusso di attività elementari. Ogni attività elementare è preposta all’espletamento di un compito specifico ed ha una certa durata (tempo di lavoro). Gli intervalli di tempo che separano le varie attività sono tempi morti. Il Cliente percepisce il tempo complessivo impiegato dal ciclo processuale e una sua riduzione migliora la qualità del servizio. Se i tempi morti sono dominanti una riduzione dei tempi di lavoro tramite una semplice automazione delle attività elementari contribuisce poco a migliorare la qualità del servizio. Se la attività non sono elementari ma sono esse stesse processi la figura può essere considerata come rappresentativa di un flusso di processi. Per una rappresentazione più dettagliata del processo di “service ordering” vedere Fig. A.6.2b) . 206 CUSTOMER 1 2 Sales Order Handling (Order) Service Request (Access) 4 Check Complete 19 Order Status & Completion Service Complete Service Configuration (Install) 12 20 Order (Inquiry) WorkForce Mngmt Security 3 (Configure) 11 Ntwk Access Check 8 7 Install Complete Install Request Assign. Request 6 5 18 Assign. Complete Ntwk Config. Request Ntwk Configuration & Routing Ntwk Provisioning (Configure) Ntwk Config. Complete (Assign/Activate) 17’’ 17 Test Request 13 16 17’ Test Complete Ntwk Inventory Mngmt Update 9 Element Config. 10 Test Mngmt Config. Complete Perform Test 14 15 Test Data Fulfillment Processes Ntwk Elem. Mngmt Ntwk Elements Assurance & Billing Processes Persona TLC Fig.A6.2b Flusso di procressi TOM (rettangoli celesti) nel raggruppamento “Fulfillment” relativo a “Richiesta/Installazione di servizio TLC” . Gli altri rettangoli rappresentano sottoprocessi del processo “Network Provisionig”. Le frecce rosse tratteggiate rappresentano collegamenti con i processi dei raggruppamenti “Assurance” e “Billing”. Le frecce bilaterali gialle indicano collegamenti con SP partners. Notare la corrispondenza con gli attori presenti nella Fig. A6.2a Notare come la precedente definizione di processo di business sia del tutto generale e includa anche processi tesi alla produzione di beni tangibili (ICTS) e.g. 207 reti/elementi di rete TLC. Questo tipo di attività non verrà presa in considerazione in questo corso. NOTA A.6.2.2 DEFINIZINE ALTERNATIVA di PROCESSO di BUSINESS In un contesto di organizzazione aziendale la definizione di processo di business che tradizionalmente si trova nei testi specializzati è la seguente (vedi C.Batini, Sistemi Informativi”, Volume 1, Franco Angeli, pag.15) Un processo di business è un insieme di attività fra loro interrelate, finalizzate alla realizzazione di un risultato definito e misurabile (bene/servizio interno o esterno) che contribuisce al raggiungimento della missione dell’organizzazione e che trasferisce valore al ricevitore del bene/fruitore del servizio. Struttura Processuale & Struttura Organizzativa Processo di business sovrapposto ad una struttura organizzativa con due gerarchie funzionali (Vedi Fig. A7.3) L’esecuzione del processo richiede una distribuzione cross-funzionale di compiti e responsabilità codificata in procedure prestabilite. PROCESSO Fig. A.6.3 Processo di business (o flusso di processi) con il coinvolgimento di dieci unità organizzative NOTA A6.2.3 Terminologia TMF per “Process flow” e “End-to-end process flow” 2 Flusso operativo (operation process flow) 208 Il TMF ha sviluppato un modello gestionale rappresentato dalla mappa Telecom Operation Map (TOM) (“Mappa di riferimento dei processi operativi di gestione dei servizi TLC”, vedi Cap.1) popolata da processi operativi contenuti in vari domini gestionali (i.e domini collocati all’ intersezione di strati gestionali orizzontali e strisce verticali FAB, vedi Fig.1.1.1 e Capitolo 4). La mappa TOM risulta quindi essere una library di 15 processi operativi (da noi denominati “processi TOM”), i.e. cinque processi su tre strati gestionali, ognuno rigorosamente specificato da ingressi, funzioni e uscite (vedi A.6.3) e se necessario articolato in una serie di sottoprocessi. La aggregazione di “processi TOM”nel dominio del tempo secondo una logica prestabilita, logica e processi opportunemente scelti per soddisfare una certa esigenza del cliente (fornitura di “customer service”), si chiama operation process flow o flusso di processi operativi o flusso operativo. Ad esempio un flusso operativo “Richiesta & Installazione di un servizio TLC” è un ordito nel dominio del tempo di processi TOM come mostrato in Fig.A6.1 (e.g. la TelCo riceve in ingresso una richiesta di servizio da parte di un Cliente, la esamina, soddisfa questa richiesta con l’installazione in rete del circuito desiderato e in uscita comunica al Cliente l’avvenuta installazione). 3 Flusso operativo end-to-end (End-to-end process flow) In un libero mercato delle TLC i singoli “processi TOM” possono essere eseguiti da diversi stakeholders, facenti parte di una “value network” finalizzata alla fornitura di certi prodotti TLC (beni o servizi TLC), ognuno per la parte di sua competenza. Ad esempio, la value netork può essere costituita da imprese relazionate da accordi commerciali (secondo un certo “business model”) ed essere finalizzata alla fornitura di servizi internet a clienti finali. Ogni impresa partecipante svolge i processi TOM di sui competenza. Facciamo un esempio, considerando uno scenario di “one stop shopping” di un servizio internet. Uun Cliente richiede a un Internet Service Provider, ISP, un certo “customer service” e.g. Richiesta/ Installazione di un servizio internet. Supponiamo che il Cliente tratti con una singolo ISP ma il customer service in effetti sia fornito da una rete commerciale di imprese partner (“value network”) e che ogni impresa svolga i processi TOM di sua competenza e.g. il Network Operator gestisce le reti e il Retailer le relazioni clienti. La catena di processi svolta dalla “value network” di imprese per fornire il customer service richiesto si chiama end-to-end process flow o “flusso operativo end-to-end”. Anzi il TMF offre due possibili definizioni di flusso operativo end-to-end (TeleManagement Forum “Telecom Operations Map”, Report GB910, Evaluation Version 1.1, April 1999, pagine 4 e 15). 1) DEFINIZIONE GENERALE (Definizione No.1): un flusso operativo end-to-end è un flusso operativo che contiene tutti i processi TOM necessari ad eseguire in modo completo un certo compito a partire da un certo ingresso e finendo con una certa uscita (risultato previsto). 2) DEFINIZIONE RISTRETTA (Definizione No.2): un flusso operativo end-to-end è un flusso operativo come nella Definizione No.1 ma specializzato al caso in cui il compito da eseguire è la erogazione al Cliente di uno specifico customer service da lui richiesto (creazione di valore per il cliente) o è il conseguimento di uno specifico obiettivo di business di una TelCo (creazione di valore per l’impresa). Il flusso operativo preso or ora in considerazione è anche un flusso operativo end-to-end poiché contiene tutti i processi necessari ad eseguire in maniera completa il compito richiesto. Nel caso di “customer service” e facendo riferimento alla mappa TOM descritta nel Capitolo 4, i processi TOM nel flusso operativo end-to-end sono scelti fra tutti i processi della mappa i.e da sinistra (Fulfillment) a destra (Billing) e dall’alto (Cliente) in basso (Elemento di Rete), pur ricordando che i processi nella mappa TOM sono poi implementati da una singola Telco factotum (come ai tempi del monopolio) o da una molteplicità di stakeholders in una value network (come in un libero mercato e.g. Telco Retailer e Network Provider & Service Wholesaler). 209 A.6.3 Rappresentazione dei processi nel dominio del tempo: i diagrammi dei flussi di lavoro (workflow) Come si rappresenta un processo di business? Lo svolgimento temporale dei processi di business si rappresenta graficamente con diagrammi detti diagrammi di workflow. La Fig. A.6.1 mostra un esempio molto semplice di un diagramma di workflow per un processo di business relativo alla richiesta di installazione/attivazione di un servizio TLC. In questo diagramma l’asse dei tempi è orizzontale da sinistra a destra e i cerchi rappresentano compiti che devono essere espletati dai partecipanti al processo e.g. persone, per processi manuali, o tecnologie ICT , per processi automatizzati. In Fig.A.6.2 il flusso di lavoro (struttura processuale) è mostrato sullo sfondo di una struttura organizzativa suddivisa in due strutture gerarchiche corrispondenti a due funzioni di impresa diverse e.g. dipartimento “Engineering” e dipartimento “Marketing” (processo operativo cross-funzionale svolto da un team interdisciplinare con competenze professionali provenienti dai vari dipartimenti). I rettangoli bianchi rappresentano le unità organizzative che contribuiscono esperti al team crossfunzionale responsabile del procresso. In un processo di business si riconoscono varii elementi. Essi sono: 1. Stimolo d’ingresso (Input trigger) 2. Uscita (Output) 3. Attività/Compiti (Activities/Tasks) collegate fra di loro per fornire un certo risultato in uscita in risposta ad un certo stimolo di ingresso. Una attività in un processo può essere elementare o essere a sua volta costituita da sottoprocessi. 4. Risorse, i mezzi necessari per svolgere le attività del processo e.g Persone (Risorse Umane) , Sistemi & Reti (Hardware), Applicazioni (Software), I diagrammi di flusso possono rappresentarsi in varie maniere e.g. 1. “Data Flow Diagrams”, DFD, 2. ), “Workflows on an Intelligent and Distributed Database Environment”, WIDE o “Action Workflow” rispettivamente basate su dati, attività o comunicazione. I processi vanno opportunamente gestiti (supervisionati e controllati) con tecnologie ad hoc e.g. tecnologie di gestione di processo o tecnologie WFMS (Work Flow Management System). Quindi, tutti i processi vanno opportunamente gestiti, sia i processi relativi alla parte di utilizzazione dei servizi TLC che quelli relativi alla parte gestionale. Si tenga infine presente che all’interno di una Telco oltre ai processi di business relativi alla gestione dei servizi TLC (“processi operativi”) sono presenti processi di business di altri tipi e.g. processi strategici e processi relativi alla “gestione di impresa” i.e. gestione del personale, gestione dei sistemi informatici, gestione e sicurezza degli impianti, gestione acquisto materiali etc. etc. Questi processi sono implementati con sistemi di gestione d’impresa (EMS, Enterprise Management Systems) che, tuttavia, non sono oggetto di studio in questo corso. Appendice 7 al Capitolo 1 (*) 210 Elementi di “Organizzazione Aziendale”per Ingegneri TLC: la vista interna di una impresa “Telco” A.7.1 Concetti preliminari rilevanti a una “business enterprise”: cliente, marketing, innovazione e profitto Per comodità degli studenti di Ingegneria TLC riportiamo alcuni concetti di organizzazione aziendale relativi alle imprese TelCo. Prima di esaminare l’organizzazione interna di una impresa Telco che sviluppa/fornisce servizi TLC, introduciamo alcuni concetti classici rilevanti alle imprese business (“business enterprise”, vedi [1],[2],[3] in A7.6) A.7.1.1 Creazione del “cliente” attraverso la creazione del “valore per il cliente” Contrariamente a quanto comunemente noi ingegneri TLC siamo portati a credere una TelCo, organizzazione economico-commerciale basata sulla compra-vendita di beni e servizi TLC (prodotti TLC) e tesa a soddisfare le esigenze dei suoi stakeholders (interni ed esterni), è una impresa che necessita dell’ esistenza di Clienti che essa stessa crea [1]. Quindi i Clienti non sono entità a se stanti preesistenti la TelCo cioè “il cliente (customer) non esiste indipendentemente dall’impresa ma è da essa creato”. In [1] Peter Drucker insegna: Il primo e fondamentale compito per una “business enterpise” è creare clienti. Quindi, in base a questa filosofia, è la TelCo che trasforma una persona fisica o giuridica bisognosa o desiderosa di telecomunicare, in un “Cliente” il quale è disposto a pagare per un servizio TLC che sia la soluzione dei suoi problemi di telecomunicazione! Un Cliente che compra un servizio TLC, fornito a certe condizioni di qualità – prezzo specificate dapprima in una offerta e poi sottoscritte in un Service Level Agreement, lo considera come apportatore di un beneficio tale da giustificare il pagamento di un certo prezzo. Il rapporto beneficio/prezzo si chiama anche “valore”. Quindi, si può anche dire che 1) un cliente sceglie e compra un servizio TLC, cioè sceglie e paga per quel servizio TLC che egli ritiene costituisca un “valore” ottimale capace di soddisfare al meglio i propri desideri/bisogni (esigenze) di telecomunicazione. “Soddisfazione” per il cliente significa allineamento di ciò che è da lui “percepito” (percezione) con ciò che egli si attende di ricevere (aspettativa). __________________ (*) Il contenuto di questa appendice non fa parte delle lezioni impartite nel corso di “Gestione di Sistemi & Servizi di Telecomunicazioni” presso la Facoltà di Ingegneria delle Telecomunicazioni, Università TorVergata, Roma.. Si ritiene possa essere di interesse per quegli studenti che hanno la curiosità e la voglia di andare un “extra mile” sulle strada della conoscenza interdisciplinare delle telecomunicazioni 2) un Cliente si crea “creando valore” per il Cliente stesso 211 Finora abbiamo considerato il rapporto Fornitore-Cliente senza tener conto che in un mercato libero, cioè un mercato aperto alla concorrenza e con prezzi determinati dal mercato stesso, un Cliente può ottenere servizi equivalenti da una molteplicità di Fornitori concorrenti e a prezzi/condizioni diverse. Se vogliamo tener conto della concorrenza dobbiamo aggiungere a quanto detto sinora che l’acquisizione e il mantenimento del Cliente da parte di una TelCo avviene solo se la TelCo mette in atto una strategia capace di procurargli un vantaggio competitivo nel mercato target prescelto cioè gli permetta di offrire al Cliente non solo “valore” ma un “valore superiore” ai valori offerti dalla concorrenza. Quindi diciamo che una TelCo deve creare “valore” per il Cliente, cioè deve cercare la “soddisfazione” del Cliente, superando la concorrenza. Questo deve esser fatto tenendo conto delle risorse umane e materiali disponibili e nel rispetto di una Responsabilità Sociale di Impresa. Ma come fa una TelCo a creare “valore” per il Cliente? Peter Drucker in [1] insegna che ciò avviene attraverso lo svolgimento di due funzioni fondamentali: “marketing” e “innovazione”. CREA CLIENTI CON IL “MARKETING” & BATTI LA CONCORRENZA CON L’ “INNOVAZIONE” A.7.1.2 Marketing: “Il Cliente cosa vuole comprare”? Il “marketing” è una attività svolta in maniera proattiva dalla TelCo ed è tipica di un mercato libero dove più fornitori forniscono servizi equivalenti e competono per la conquista degli stessi Clienti. In un mercato monopolista il Cliente prende “quello che passa il convento” ad un prezzo prefissato indipendentemente dal fatto che il servizio acquisito soddisfi più o meno bene le sue esigenze. Quindi il marketing ha un significato solo se si è in presenza di una economia libera di mercato e il risultato del “marketing” è la creazione di Clienti tramite l’offerta di servizi TLC sviluppati partendo dai desideri/bisogni dei Clienti stessi e in modo tale da vincere la concorrenza. In altre parole il “marketing” può considerarsi una attività opposta alla “vendita” nel senso che il marketing parte da una risposta alla domanda “Il Cliente cosa vuole comprare”? piuttosto che alla domanda “Cosa vogliamo vendere al cliente?” . Nel primo caso (azione di marketing) si parte dai bisogni/desideri del cliente e si ritorna al Cliente con ciò che egli vuole offrendo condizioni vantaggiose (prezzo-qualità) rispetto alla concorrenza. Nel secondo caso (azione di vendita) si parte da un prodotto già sviluppato e si opera per convincere il potenziale Cliente a comprarlo. 212 A.7.1.3 Innovazione Con il termine generico “innovazione” si intende uno dei tre possibili tipi di attività: 1) innovazione dei prodotti e.g immissione sul mercato di nuovi servizi TLC da parte della TelCo, 2) innovazione sociale i.e. innovazione nel comportamento/valori del Cliente e.g. nuovi piani di finanziamento degli acquisti, vendita a rate, facilitazioni nei pagamenti etc. 3) innovazione manageriale i.e. innovazione nelle competenze/attività processuali all’interno dell’impresa per lo sviluppo/fornitura/erogazione/mantenimento dei prodotti L’ “innovazione” offre una risposta alla domanda “Quale dovrebbe essere il business futuro dell’impresa?”. L’innovazione è la creazione di un nuovo “valore” per il Cliente o, anche, la creazione di un nuovo tipo di soddisfacimento dei bisogni del Cliente (non necessariamente “invenzione” cioè creazione di una nuova tecnologia). L’innovazione è necessaria per non divenire obsoleti rispetto alla concorrenza. Il “marketing” riguarda la creazione di clienti partendo dai loro bisogni mentre l’ “innovazione” riguarda il mantenimento di un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza offrendo a potenziali clienti nuove sorgenti di valore. A.7.1.4 Profitto (Condizione necessaria ma non sufficiente perché l’impresa prosperi in maniera sostenibile in una economia di mercato). Alla luce di quanto detto, contrariamente a filosofie economiche abbastanza diffuse le quali predicano che la “massimizzazione dei profitti” debba essere lo scopo per il quale un impresa opera, si deve invece riconoscere che il profitto è un requisito indispensabile perchè gli obiettivi di business dell’impresa possano essere raggiunti. Il “profitto” è la eccedenza dei “ricavi” risultanti dalla attività di business della TelCo (nel nostro caso, entrate relative alle vendite dei servizi TLC) rispetto ai “costi” (relativi alla erogazione/gestione dei servizi TLC), in un dato periodo di tempo. Sebbene il profitto non sia lo scopo per il quale l’impresa opera, tuttavia la capacità di un impresa di ottenere profitti consistentemente nel tempo (profittabilità) è una prova della validità delle sue operazioni ed è una condizione necessaria per il suo successo. Tutti gli obiettivi di business fissati per l’impresa implicano il rischio di non essere conseguiti o di essere conseguiti solo parzialmente e quindi richiedono la creazione di profitti per coprire potenziali perdite. Il profitto è un “indicatore della performance complessiva dell’impresa” e quindi della bontà del suo Management e, al 213 tempo stesso, una ricompensa per gli stakeholders (non solo gli shareholders cioè gli azionisti) come compenso per aver preso il rischio di partecipare al business della TelCo cioè il rischio di subire delle perdite economiche. Se questa ricompensa è equa o esosa e chi/come debba beneficiare di questa ricompensa sono aspetti molto importanti che, fra l’altro, coinvolgono la “responsabilità sociale di impresa”. Tuttavia essi esulano dallo scopo di questo corso. Ad esempio si comprende facilmente che un impresa può ottenere profitti senza rispettare i dettami della sua responsabilità sociale avvelenando l’ambiente o affamando i dependenti o non garantendo loro i più elementari diritti dei lavoratori e.g. cassa malattia, assicurazione infortuni, pensione vecchiaia. A.7.1.5 I “business objectives” di una “business enterprise”: riassunto in otto punti Una TelCo è una “business enterprise” incentrata sul cliente che deve conseguire certi obiettivi di business. Essa ha le seguenti caratteristiche: “Un impresa di business crea il cliente attraverso la creazione del valore per il cliente superando la concorrenza, devono essere quindi soddisfatti certi obiettivi di marketing (1) l’impresa deve innovare altrimenti è destinata all’obsolescenza rispetto alla concorrenza, devono quindi essere soddisfatti certi obiettivi di innovazione (2); tutto ciò avviene utilizzando le risorse umane (3), finanziarie (4) e materiali (5) disponibili, che devono essere gestite con la massima produttività (6) minimizzando inefficienze e sprechi; ma tutto questo ha costi ed è possibile solo se i costi sono assorbiti da profitti (7) tali da compensare il rishio di eventuali perdite, nel rispetto dei dettami di una Responsbilità Sociale di Impresa”(8). Tavola A.7.1 La Tavola A.7.1 offre una caratterizzazione molto semplificata degli obiettivi di una business enterprise ma si ritiene, sufficiente per i nostri scopi didattici. Essa identifica 8 aree per gli obiettivi di business (objective areas) (Vedi rif.[1] Cap.8): 214 Business Objective Areas 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Marketing Innovation Human Resources Financial Resources Physical Resources Productivity Profit Requirements Social Responsability Tavola A.7.2 In ogni area gli obiettivi specifici da raggiungere dependono dalla “strategia” adottata da ciascun impresa. Gli obiettivi di business ovviamente variano da impresa a impresa ma in generale sono definiti come segue (Vedi rif.[1] pag.99-100): DEFINIZIONE A.7.3 “(Business Objectives are): Action commitments through which the mission of a business is to be carried out and are the standards against which performance has to be measured……They must be capable of being converted into specific targets and specific assignments and become the basis as well as the motivation for work and achievements” Tavola A.7.3 E’ importante avere la consapevolezza che il conseguimento degli obiettivi di business innesca problematiche non sempre facili da risolvere che richiedono decisioni strategiche da parte del Management con notevoli dosi di rischio. Ad esempio, investendo maggiormente nell’innovazione dei servizi TLC e.g. sviluppando nuovi servizi TLC si possono acquisire quote di mercato (market share) più vaste, ma 1) nel breve termine, maggiori quote di mercato si possono ottenere anche con un rafforzamento della funzione di marketing. Quindi la decisione di investire in innovazione piuttosto che in un rafforzamento della funzione marketing significa farsi carico del lungo termine piuttosto che del breve termine e questa è una scelta molto importante di natura strategica che deve fare l’impresa. Inoltre 2) una innovazione, che introduca servizi basati su nuove tecnologie, può richiedere l’investimento iniziale di grossi capitali e, quindi, presentare rischi elevati che 215 vanno confrontati con il rischio di non-innovare affatto. Ad esempio il sistema satellitare Iridium per la fornitura di nuovi servizi personali di telefonia mobile su base globale, basato sulla tecnologia LEO (Low Earth Orbiting) particolarmente innovativa, ha bruciato un investimento iniziale di 5 miliardi di dollari e poi è miseramente fallito. EXTERNAL STAKEHOLDERS PARTNERS TLC SERVICES (in) SHAREHOLDERS, FINANCING TELCO ORGANIZATION (Structure, Politics, Corporate Culture) INTERNAL STAKEHOLDERS (BoD, Managers, Employees) SUPPLIERS (FORNITORI) BUSINESS PROCESSES (cross-functional teams) RESOURCE SUPPLY NON-TLC RESOURCES OUTSOURCING SERVICES (*) Proprietà o noleggio INTERMEDIARIES (e.g. shared public services) CUSTOMERS (CLIENTI **) TLC SERVICES (out) (*) TLC SYSTEM (TLC RESOURCES) (**) Altre imprese TLC o Utenti finali Fig.A.7.1 Il modello di impresa formulato dalla compagnia di consulenza aziendale “Arthur D. Little” (1992) (Modello ADL) adattatto ad una Telco di elevate prestazioni. Ogni impresa si struttura e si organizza secondo una propria “missione” e secondo certi “obiettivi di business” A.7.2 Il modello di impresa ADL (”high performance enterprise”) della compagnia “Arthur D. Little” e suo adattamento alla Telco (Fig. A.7.1) Nel 1992 la comapagnia di consulenza aziendale “Arthur D. Little”, sulla base di una analisi delle imprese di maggiore successo, formulò un modello di impresa 216 (“Modello ADL”) che identificava i principali elementi costitutivi di un “impresa di elevate prestazioni” o, in Inglese, “high performance enterprise” (vedi [2] pag.79). Il modello, da noi specializzato alla TelCo è mostrato in Fig.A.7.1. Gli elementi chiave individuati nel modello sono quattro e sono mutuamente relazionati come segue: “Una impresa di elevate prestazioni attua una strategia per la soddisfazione di tutti gli “stakeholders” (1) e non dei soli azionisti, ottimizza i “processi” (2) di business critici per la produzione/fornitura di servizi TLC, utilizzando le “risorse” (3) necessarie e facendo particolare attenzione alla creazione/mantenimento di una opportuna “organizzazione” (4). Allora i quattro elementi chiave del modello ADL sono Organizzazione, Processi di business, Risorse e Stakeholders (interni ed esterni). Una “organizzazione” a sua volta è caratterizzata da “struttura organizzativa”, “politiche” e “cultura aziendale”. Gli elementi sono mutuamente relazionati come segue: gli “stakeholders” svolgono insiemi coerenti di attività (funzioni) di business strutturati come “processi di business” all’interno di un “organizzazione” al fine di compiere una propria missione che si articola nel conseguimento di certi obiettivi di business (business objectives) utilizzando opportune “risorse” (sia materiali che immateriali). Gli obiettivi si articolano in obiettivi generali di lungo periodo e obiettivi più specifici di breve o medio periodo ma entrambi hanno una notevole influenza su come l’organizzazione si struttura. Per una TelCo fornitrice di servizi TLC gli obiettivi di lungo periodo sono la fornitura/erogazione di servizi TLC alle migliori condizioni possibili di qualità per il Cliente e di costo per la TelCo (i.e. massima efficacia/efficienza). Vediamo come tutto ciò possa rappresentarsi graficamente. In Fig.A.7.1 abbiamo genericamente rappresentato stakeholders, processi e risorse all’interno di un rettangolo rappresentativo della “organizzazione”. Questo grafico si giustifica con il fatto che il termine “organizzazione” è anche interpretato come “organizzazione economica” che sta ad indicare una entità astratta all’interno della quale e attraverso la quale persone interagiscno al fine di raggiungere obiettivi individuali e collettivi. (P. Milgrom & J.Roberts, “Economia, Organizzazione e Management” Vol.I, il Mulino, 1994, p.45). Inoltre è importante riconoscere che, sebbene entità astratta, una organizzazione ha una identità di persona giuridica o meglio ha una sua titolarietà giuridica che le permette di “stipulare accordi contrattuali e di chiedere il rispetto di tali accordi di fronte ad un tribunale” (vedi riferimento precedente, pag. 46) . Questo significa che una Telco come organizzazione economica può stipulare contratti di assunzione di personale (risorse umane) o acquisire risorse tecnologiche (e.g. tecnologie ICT) tramite acquisto, affitto o leasing delle medesime, con il diritto di gestirle e, nel caso di proprietà, utilizzarle come vuole (nel caso di affitto o leasing l’utilizzazione delle risorse può richiedere il rispetto di vincoli come specificato nei relativi contratti). Noi useremo espressioni del tipo: “l’organizzazione, persona giuridica proprietaria o affittuaria delle risorse, utilizza le tecnologie ICT contenute nel sistema TLC come risorse TLC” 217 ORGANIZZAZIONE (Persona giuridica) demanda a forniscono servizi gestione VP HR Ufficio del Personale (risorse gestionali) Dipendenti (risorse di utilizzazione) Risorse umane PdS . A.7.2 Un esperto in gestione del personale può applicare il criterio della “segregazione delle risorse” dall’organizzazione (persona giuridica) per evidenziare le varie interfacce che intervengono nei processi di gestione/utilizzo delle risorse stesse. Nel tentativo di creare un modello tecno-centrico, nella figura A.7.1 abbiamo volutamente disaggregato le risorse TLC (i.e. le risorse “viste” da un Ingegnere TLC) dall’organizzazione che le utilizza. Questo artificio ci permette di creare uno “spazio” “Risorsa-Utilizzatore” atto ad evidenziare le mutue relazioni risorsa TLC-utilizzatore e.g. sottoforma di fornitura di tecnoservizi (vedi 2.5 nel Capitolo 2) all’organizzazione da parte delle risorse stesse. La Fig. A.7.2 mostra come analoga procedura (“segregazione di risorse”) si potrebbe applicare per altri tipi di risorse qualora l’ interesse fosse quello di un esperto di relazioni col personale per evidenziare l’interazione fra organizzazione e risorse umane (personale) La relazione fra organizzazione (persona giuridica) e risorse può articolarsi in varie maniere come segue. 1) L’ organizzazione (persona giuridica) detiene la proprietà delle risorse o può, dietro pagamento, usufruire di qualche forma di affitto o leasing delle medesime in base alla quale essa utilizza/gestisce le risorse senza possederle. 2) Alternativamente l’ organizzazione può scegliere di utilizzare le risorse possedute/gestite da soggetti terzi esterni alla Telco, sotto forma di servizi (in outsourcing) di vario tipo a seconda delle risorse utilizzate (freccia tratteggiata in 218 Fig.A.7.1). In questo caso si stabilisce un regolare rapporto di business fra TelCo e il fornitore di servizi in outsourcing (azienda esterna). 3) Infine l’ organizzazione può scegliere una forma intermedia fra le due precedentemente menzionate dove parte delle risorse sono di proprietà, parte sono in affitto/leasing e parte appartengono a terzi e sono utilizzate sottoforma di servizi in outsourcing. CEO COO General Counsel LEG-REG & LEGAL VP Public Relations CTO CFO ENGINEERING VP Sales & Marketing VP HR BUSINESS TEAM Fig.A.7.3 Il Senior (o Top) Management di una TelCo: sei Vice-Presidenti e un Chief Operating Officer riportano al President & Chief Executive Officer (CEO). Il Chief Technical Officer (CTO), il Chief Financial Officer (CFO) e il General Counsel hanno lo stesso livello di responsabilità dei Vice Presidenti. I Vice-Presidenti gestiscono gruppi omogenei di funzioni organizzative attraverso Middle Managers (Fig.A.7.4) A.7.3 Struttura organizzativa di una TelCo: stakeholders interni (Fig.A.7.1 e Fig. A.7.3) Le Telco considerate in questo corso sono imprese commerciali fornitrici di servizi TLC con stakeholders interni mutuamente relazionati da relazioni di lavoro secondo una struttura organizzativa (organizational structure). Una “struttura organizzativa” è costituita da raggruppamenti di stakeholders (unità organizzative) di vario tipo e.g. dipartimenti, divisioni, sezioni, reparti, gruppi di lavoro etc. a loro volta 219 appartenenti a gruppi funzionali ognuno specializzato a una funzione organizzativa (organizational function). PROPRIETA’ Finanziatori (Azionisti) $ $ B TELCO AMMINISTRAZIONE CdA, Am. Deleg., CEO TOP MANAGEMENT (COO + Vice-Presidenti) MIDDLE MANAGEMENT C Gruppi Funzionali F1 DIPENDENTI (Impiegati, tecnici, operai) F2 F3 F4 F5 …………. Fn $ P1 P2 Utenti PROCESSI di BUSINNESS P3 A Fornitori PRODOTTI TLC RISORSE MATERIALI SERVIZI (Sistema TLC) $ $ Tecnologie D Vendors Fig.A.7.4 Struttura organizzativa interna di una Telco . NOTA BENE: E’ stata ignorata la concorrenza Gli “stakeholders” svolgono insiemi coerenti di attività (funzioni) di business strutturati come “processi di business” all’interno di un “organizzazione” al fine di raggiungere certi obiettivi di business utilizzando opportune “risorse”. 220 Interno TelCo I gruppi funzionali sono gestiti da Middle Managers che fanno capo ai VicePresidenti della TelCo membri del Senior (o Top) Management (Fig.A.7.3 e Fig.A.7.4). Un Vice-Presidente ha la responsabilità di gestire gruppi funzionali con caratteristiche simili. All’interno di ogni gruppo funzionale c’è una struttura organizzativa gerarchica. La Fig. A.7.4 mostra gruppi funzionali (silos verticali) dedicati a varie funzioni organizzative F1……Fn ognuno gestitito da un Middle Manager che ruiporta ad un Vice-Presidente. Essi cooperano per la realizzazione degli obiettivi di business dell’organizzazione. La Fig. A.7.4 mostra un modello di TelCo che rappresenta “stakeholders” interni assieme alle risorse hardware e software necessarie per svolgere le loro attività di business e.g sistemi TLC di supporto alla fornitura di beni e servizi (prodotti) TLC. Il modello di Fig.A.7.4 mostra che l’impresa è posseduta da una PROPRIETA’ esterna alla TelCo costituita da Azionisti (i.e. “shareholders esterni”, detentori di “azioni” i.e. titoli che rappresentano il diritto alla proprietà dell’impresa), che si riuniscono periodicamente in una “assemblea degli azionisti” la quale ha la facoltà di eleggere un “Consiglio di Amministarzione, CdA” (in inglese, Board of Directors, BoD….da non confondersi con Bandwidth on Demand!). All’interno dell’impresa si notano tre livelli di stakeholders supportati da risorse materiali di vario tipo. I livelli sono: 1) AMMINISTRAZIONE. Consiglio di Amministrazione, CdA ( in USA, Board of Directors) e Amministratore delegato (in USA, President & Chief Executive Officer, CEO) i cui membri sono nominati (o demossi!) dagli azionisti riuniti in assemblea. Il CdA nomina i membri del Top-Management e supervisiona le loro attività/decisioni 2) MANAGEMENT. La responsabilità della “gestione di impresa” ricade sui Managers dell’impresa che nel loro complesso costituiscono il “Management” della TelCo. Esistono più livelli di Managers (il cui numero dipende dalla particolare struttura organizzativa dell’impresa e.g. “verticale” o “piatta”). Qui consideriamo due livelli: Top Management e Middle Management. i) Managers operativi membri del “Top-Management” o “SeniorManagement”, nominati dal Consiglio di Amministarzione, che detengono la responsabilità della performace economica complessiva dell’impresa e nominano i Managers dello strato sottostante. In USA si tratta dello strato dei Vice-Presidenti + il Chief Operating Officer (COO) che tipicamente per una TelCo sono classificati come segue (Vedi Fig.A.7.3): 1. General Counsel & Vice-president of legislative, legal, regulatory affairs, responsabile degli affari legali e delle iniziative di regolamentazione in genere portate avanti in agenzie governative e/o internazionali 221 2. Vice-president of Public Relations, responsabile dell’ìmmagine pubblica della compagnia e delle relazioni esterne con “social stakeholders” (Vedi Fig.A.4.2). 3. Chief Technical Officer (CTO), responsabile dei gruppi funzionali di pianificazione tecnologica, progettazione di rete, contratti con vendors, operazioni 4. Chief Financial Officer (CFO), responsabile della definizione/ implementazione delle politiche finanziarie e fiscali della compagnia 5. Vice-president of Sales and Marketing 6. Chief Operating Officer (COO), gioca un ruolo di supporto al CEO specialmente nell’implementazione delle politiche di customer care e tariffazione 7. Vice-president of Human Resources & Administration ii) Managers appartenenti al “Middle Management” con compiti/responsabilità gestionali specifiche relative a un ventaglio di “funzioni organizzative” specifiche (F1, F2, F3…..) che l’impresa deve svolgere (e.g. contabilità, pianificazione, produzione, fatturazione, operazioni, marketing e vendite, relazioni clienti, gestione del personale, affari legali e regolamentazione, etc.). Per ogni Senior Manager esistono più Middle Managers, in generale fino ad un massimo di otto (management span). La “struttura funzionale di impresa” a “silos verticali” rappresentati in Fig. A.7.3 dai rettangoli verticali tratteggiati fu introdotta come “sistema di business” da McKinsey & Co. nel 1980 e ancor oggi costituisce una struttura di base di una TelCo. 3) DIPENDENTI. Sotto l’ ultimo livello di management operano i “dipendenti” talvolta sfortunatamrente anche chiamati o “risorse umane” o “personale” dell’impresa (“labor” o “human resources” in inglese) cioè gli impiegati, i tecnici e gli operai che, sebbene stakeholders indispensabili al successo dell’impresa, tuttavia non hanno una responsabilità diretta sulla performance economica dell’impresa, ma solo una responsabilità delegata dal Management sovrastante: responsabilità di svolgere “funzioni” specifiche nel mglior modo possibile. Ad esempio la responsabilità della gestione di rete o degli elementi di rete viene delegata a ingegneri e tecnici dell’unità organizzativa “Gestione Reti” facente parte del dipartimento “Engineering” mentre la gestione dei servizi TLC è responsabilità di esperti dell’unità organizzativa “Marketing” facente parte del dipartimento “Marketing & Sales”. Nel corso di GST vedremo come un futuro ingegnere TLC che lavora in una TelCo è molto probabile sia chiamato a lavorare in teams crossfunzionali. Notare che è compito “amministrativo” del Management gestire il personale in maniera da massimizzare le loro prestazioni (i.e. ottenere da essi alta “produttività”) e, al tempo stesso, soddisfare le loro aspettative in maniera da avere dipendenti soddisfatti. 222 Ovviamente le due cose vanno assieme: è difficile ottenere prestazioni ottimali da un personale insoddisfatto! Infine, gli stakeholders interni all’impresa di business svolgono le loro attività di business utilizzando 4) RISORSE FISICHE e LOGICHE (physical and logical resources) che l’impresa 1) possiede e.g. tramite acquisto da fornitori esterni o fatte costruire in proprio 2) prende in affitto, 3) prende in leasing. L’impresa utilizza risorse ICT e non-ICT contenute in un sistema TLC dedicate alla erogazione di servizi TLC e alla gestione di reti e servizi TLC, cercando di ottenere da esse Livelli di Prestazione (Level of Performance, LoP) il più possibile vicini ad un optimum predeterminato che garantisca la massima soddisfazione dell’utilizzatore (alta efficacia i.e. massima qualità) e cercando di evitare inefficienze e sprechi in modo da rispettare limiti di costo stabiliti a priori (alta efficienza i.e. minimo costo). In definitiva una TelCo, e.g. un impresa di business fornitrice di servizi TLC può rappresentarsi con il modello di Fig. A.7.3. Il modello mostra una struttura stratificata di stakeholders interni (Amministrazione, Management, Dipendenti). Si tratta di persone fisiche che operano con lo scopo di trasformare servizi provenienti da fornitori esterni in servizi TLC a valore aggiunto da fornire a utenti esterni , utilizzando opportune risorse fisiche e logiche contenute in un sistema TLC. Una Telco possiede e gli stakeholders gestiscono e utilizzano parti del sistema TLC. Ricordiamo che qualunque sia il livello di automazione dei processi di business all’interno dell’impresa, gli utilizzatori ultimi delle risorse sono sempre delle persone fisiche che hanno la autorità di effettuare operazioni e sulle quali ricade la responsabilità delle operazioni stesse. I fornitori esterni che forniscono all’impresa servizi di ingresso (interfaccia “A”), gli azionisti che detengono azioni della società, i finanziatori, e.g. banche, che hanno inizialmente finanziato l’impresa (interfaccia “B”), gli utenti (utilizzatori/clienti) che fruiscono dei servizi TLC in uscita (interfaccia “C”), i Vendors fornitori di risorse (interfaccia “D”) fanno tutti parte del business e partecipano ai rischi economici ad esso connessi: essi sono quindi considerati stakeholders esterni. Notare come a differenza degli stakeholder interni, gli stakeholders esterni possono essere persone fisiche o giuridiche. I corrispondenti flussi di denaro in entrata e in uscita sono anche indicati in Fig.A.7.4. ATTENZIONE! All’interno di una TelCo una risorsa logica particolare che in essa viene trasferita, elaborata, immagazzinata è l’ “informazione”. L’insieme delle informazioni gestite (generate, utilizzate,elaborate) dai processi di business costituisce il sistema informativo della TelCo. Quella parte del sistema informativo nella quale le informazioni sono raccolte, elaborate, archiviate, scambiate mediante l’uso di tecnologie ICT costituisce il sistema informatico.(C.Batini et al. “sistemi informativi”, Franco Angeli, 2001, pag.18-20) NOTA BIBLIOGRAFICA. Una buona descrizione della struttura organizzativa di imprese TelCo e ICTS si trova in P.J.Louis, “Telecom Management Crash Course”, Mc Graw-Hill, 2002, Cap.3 A.7.4 La “catena del valore” di M.E. Porter (Fig.A.7.5) 223 In un mercato ipercompetitivo come quello che spesso si incontra nelle telecomunicazioni è importante per una TelCo individuare nel suo interno il livello di produttività delle sorgenti responsabili della creazione del valore per il cliente. Infatti l’ individuazione di queste sorgenti permette la loro ottimizzazione (e.g. riduzione dei costi) e, da questa, la creazione di un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza. Il Prof. Michael E. Porter dell’Università di Harvard nel lontano 1985 pubblicò un libro, rimasto famoso, “Competitive Advantage Creation and Sustaining Superior Performance”, (Free Press) nel quale presentò un modello di impresa da utilizzare come strumento per identificare all’interno dell’ impresa “le attività sorgenti di valore” (dal testo inglese, “physically and technologically distinct value activities”). In questo contesto il “valore” è il valore per il fornitore del prodotto ed è definito da Porter come segue (traduciamo dal testo inglese) “l’ammontare che il compratore è disposto a pagare per ciò che l’impresa gli fornisce”. Inoltre Porter prosegue “ Il valore è misurato dalle entrate totali (total revenue)….L’impresa è profittevole se il valore che essa genera eccede i costi associati alla creazione del prodotto….Il valore piuttosto che il costo deve essere usato per analizzare la posizione competitiva (dell’impresa)”. Notare la differenza fra questa definizione di “valore” e quella precedentemente introdotta legata al soddisfacimento di un bisogno del cliente. Il modello, mostrato in Fig. A.7.5 fu poi denominato “Catena del Valore” poiché mostra il valore totale generato dalla “catena” di attività che, partendo dalla acquisizione portano alla creazione di un prodotto acquistato dal compratore. Il “margine” (M) mostrato nelle figura è la differenza fra il valore totale (perimetro esterno) e il costo complessivo associato allo svolgimento delle attività (perimetro interno). In questo modello le attività sono suddivise in nove categorie “distinte strategicamente e tecnologicamente” e raggruppate in due gruppi . Il primo gruppo è costituito da “attività primarie” tese alla progettazione, produzione, marketing, fornitura e supporto del prodotto specifico dell’impresa cioè il prodotto (bene o servizio) per il quale l’impresa stessa è stata creata. Questo gruppo si articola in cinque categorie: 1. introduzione nell’impresa degli elementi (“materiali” nel modello di Porter e interpretati da noi nel senso più generale di “beni e/o servizi”) necessari alla produzione (logistica di ingresso), 2. conversione di questi in prodotto finito (attività produttive/operative), 3. spedizione del prodotto finito ai mercati target (logistica di uscita), 4. commercializzazione del prodotto (marketing e vendita), servizi di supporto al prodotto venduto. Il secondo gruppo “attività di supporto” ha un 224 ” di M.E.Porter La “CATENA del VALORE Infrastrutturadell’impresa Gestione delle risorse umane Attività di supporto Sviluppo della tecnologia M Acquisizionerisorse Logistica di entrata Attività operative Marketing Servizi supporto & postvendite vendite Logistica di uscita M Attività primarie . Fig.A.7.5 La “catena del valore” cpme originariamente concepita da M.E Porter carattere generico in supporto alle attività primarie ed è costituita da quattro categorie che si svolgono durante tutta la sequenza temporale dei macroprocessi primari, seppure con modalità diverse da un macroprocesso all’altro (linee tratteggiate). Le attività infrastrutturali sono di varia natura e.g. direzione generale, pianificazione, finanza, contabilità, servizi legali, relazioni esterne. Seguono poi le attività di gestione delle risorse umane, sviluppo della tecnologia e acquisizione delle risorse. Non riteniamo opportuno entrare nei dettagli delle attività di supporto poiché esulano dall’agenda da noi fissata per questo corso. L’utilizzazione del modello consiste nell’identificare i risultati/costi di ogni attività e paragonarli con i corrispondenti risultati/costi della concorrenza, presi come standard di riferimento (benchmarks). Inoltre si deve tener conto del coordinamento fra le varie attività. In particolare se le attività sono realizzate da unità organizzative e.g. divisioni organizzate “per funzioni” esiste il problema che ogni unità è interessata al suo profitto a scapito del profitto complessivo dell’impresa e inoltre esistono inefficienze legate alle difficoltà di superamento delle interfacce inter-divisionali. Nella misura in cui l’impresa riesce a fare meglio della concorrenza essa ha buone possibilità di acquisire un 225 vantaggio competitivo. Per questo nelle imprese moderne le attività sono organizzate “per processi” e non “per funzioni” laddove ogni processo ha un carattere interfunzionale o interdivisionale ed è teso al raggiungimento di un obiettivo di business specifico.. VENDOR M A T E R I E P R I M E Manifatturiera Componenti Manifatturiera Sottosistemi Rivenditore Tecnologie Integratore Sistema OEM TELCO Fornitore Contenuti Operatore di rete Venditore Servizi Ingrosso Intermediario Venditore Servizi Dettaglio Utente Finale DATI Operatore Sistema Fig. A.7.6 Catena di distribuzione del valore (value chain) per servizi TLC A.7.5 Il sistema di distribuzione del valore per servizi TLC (Fig.A.7.6) Un impresa telecom non deve solo occuparsi di come si crea valore al suo interno ma deve anche creare, attraverso opportune relazioni di business, un sistema di imprese cooperanti con lo scopo di fornire un prodotto competitivo al cliente finale cioè un prodotto dotato di un valore per il cliente finale superiore al prodotto fornito dalla concorrenza. Ogni impresa TLC è specializzata in un certo “settore di attività” i.e. a seconda dei propri interessi di business, copre un insieme di attività di business facenti parte di una “filiera di distribuzione del valore” La Fig.A.7.6 mostra un sistema di distribuzione del valore (filiera di distribuzione) nella produzione/vendita di beni e servizi TLC. Spostandosi da sinistra a destra imprese diverse con competenze di base (core competences) complementari contribuiscono alla creazione del valore di beni e servizi TLC destinati ad un Utente finale. Le varie imprese sono relazionate da relazioni di business e ogni impresa acquisisce un prodotto (lato sinistro) e ne produce un altro aumentato di valore (lato destro). Talvolta le relazioni di business fra le varie imprese che partecipano alla creazione del valore non avvengono sequenzialmente come nella “catena del valore” ma avvengono in una “rete del valore” (Fig. A.7.7 e DEFINIZIONE 2.3.3.1) in cui ogni impresa ha più relazioni di business con 226 una molteplicità di altre imprese. Le relazioni di business fra i partecipanti ad una rete del valore sono specificate in un “Business Model”. Altri elementi, parte del Business model sono mostarti in Fig.A.7.8. La Fig.A7.9 mostra come i processi operativi possano essere “spalmati” sulle imprese partecipanti ad una “rete del valore” 3Pty Bkr 3-rd PARTY SERVICE PROVIDER TCon Bkr 3Pty RtR Bkr INTERMEDIARIO/ BROKER Bkr ConS ConS LNFed OPERATORE di RETE (CONNECTIVITY PROVIDER) FORNITORE SERVIZI al DETTAGLIO (RETAILER) Tcon Ret Bkr CSLN Tcon UTENTE FINALE Fig. A.7.7 Relazioni di business fra stakeholders in una “rete dell valore” (consorzio TINA-C) 1) Bkr = Broker, 2) ConS = Connectivity service, 3) CSLN = Client-Server Layer Network, 4) LNFed = Layer Network Federation, 5) Ret = Retailer, 6) RtR = Retailer to Retailer, 7) Tcon = Terminal connection, 8) 3Pty = Third Party. (vedi: TINA-C Deliverable, “TINA Business Model and Reference Points”, Version 4, May 22, 1997, disponibile on-line) 227 Fig.A.7.8 I componenti di un business Model A.7.6 Bibliografia e riferimenti 1) “Management: Tasks, responsabilities, practices” Peter F. Drucker, Harper & Row, 1975, p. 61 e100, o l’edizione italiana “Manuale del Management” Peter F. Drucker, Etas Libri, Milano, 1986). 2) “Marketing Management” Philip Kotler, Prentice Hall, 2000, o l’edizione italiana “Marketing Management” P. Kotler (11-ma edizione a cura di Walter G. Scott) Pearson/Prentice Hall, 2004 3) “Competitive Advantage Creation and Sustaining Superior Performance”, Michael Porter, Free Press, 1985 4) “Telecommunications Management” Nolan Vincent Jones, Virtualbookworm.com Publishing, Inc. 2004 5) “Telecom Management Crash Course”, P.J. Louis, McGraw Hill, 2002 6) “Economia, organizzazione e management”, P.Milgrom, J.Roberts, il Mulino, 1992 228 Sales Order Handling Rating & Discounting Broker Sales Order Handling Problem Handling Customer QoS Management Invoicing & Collections Service Planning & Development Service Configuration Service Problem Management Service Quality Management Rating & Discounting Retailer Service Planning & Development Service Configuration Service Problem Management Network Provisioning Network Inventory Management Customer Customer Service Quality Management Rating & Discounting Network Data Management 3°Party SP Network Planning & Development Network Provisioning Network Inventory Management Network Maintenance & Restoration Network Data Management Connectivity Provider Fig.A.7.9 Un flusso operativo end-to-end è costituito da processi operativi presi dal modello TOM (vedi Fig.1.1.2). Questi processi possono essere “spalmati” su business stakeholders che svolgono diversi ruoli di business e sono legati da relazioni di business in una “value network”. (Vedi Fig.A.7.7) La figura mostra cinque ruoli di business, le possibili relazioni di business e i processi operativi del modello TOM rilevanti a ciascun ruolo. (Consorzio internazionale TINA-C) 229 CAPITOLO 2 Ambiente Engineering: gestione delle tecnologie ICT in un sistema TLC (6h) 2.1 Tecnologie ICT: Punti di Vista “System Architect” e “Network Operator” 2.2 Struttura tecnologica di un sistema TLC: “Gerarchia di Contenimento” 2.3 Tipologia di Tecnologie ICT in un sistema TLC: gerarchia di ereditarietà (tassonomia) 2.4 Gli “stati” di una tecnologia ICT: funzionalità primarie, funzioni primarie e condizioni di funzionamento. 2.5 “Tecnoservizi” forniti dalle Tecnologie ICT 2.6 “Livello di Prestazione” di una Tecnologia ICT e sua relazione con la “Qualità di Servizio” di un servizio TLC Appendice 1 al Capitolo 2 Modello Generico di Rete (Generic Network Model, GNM) di Chen & Kong 230 CAPITOLO 2 Ambiente Engineering: gestione delle Tecnologie ICT in un sistema TLC SOMMARIO Un sistema TLC reale è una infrastruttura di risorse fisiche, logiche, energetiche abilitante i servizi TLC. Esso è costituito da componenti ICT e da componenti ausiliari nonICT contenuti in reti TLC e terminali ad esse connessi (Fig.2.1.1). Modelli gestionali di componenti ICT, possono essere sviluppati adottando vari Punti di Vista. In questo capitolo scegliamo il Punto di Vista Engineering (punto di vista di un team integrato di esperti in ingegneria TLC, ingegneria informatica, ingegneria elettronica e ingegneria gestionale). Da un Punto di Vista Engineering i componenti ICT di un sistema TLC sono visualizzati come Tecnologie ICT : tecnologie U&S e tecnologie gestionali OS (gestione elementi di rete), NSS (gestione reti), OSS (gestione servizi), BSS (gestione CRM). In questo capitolo ci limiteremo alle prime due. Un Punto di Vista Engineering può a sua volta essere decomposto in un insieme di Punti di Vista parziali adottati dal personale tecnico di imprese TelCo (fornitori di servizi) o ICTS (manifatturiere fornitori di tecnologie) alla luce delle loro competenze professionali. In una TelCo noi visualizziamo le Tecnologie ICT contenute in un sistema TLC reale con gli occhi di un System Analyst & Architect (specifiche di sistema di Tecnologie ICT future) e di un Network Operator (utilizzatore/gestore di Tecnologie ICT già oggi commercialmente disponibili). L’enfasi sarà sulle caratteristiche gestionali delle Tecnologie ICT. Nei par. 2.2. e 2.3 ci occupiamo delle “strutture gerarchiche” delle Tecnologie ICT all’interno di un sistema TLC. Gli “stati” in cui possono trovarsi le Tecnologie ICT sono studiati nel par.2.4. Poi trattiamo dei “tecnoservizi” forniti da Tecnologie ICT ad utilizzatori esterni (par. 2.5). Infine introduciamo il concetto di “Livello di Prestazione (Level of Performance, LoP)” di una Tecnologia ICT e lo mettiamo in relazione col concetto di “Qualità di Servizio (Quality of Service, QoS)” di un servizio TLC (par.2.6). ATTENZIONE ai Punti di Vista! Ribadiamo ancora una volta che una stessa entità reale, uomo o macchina, può essere visualizzata e quindi gestita in maniera diversa se osservata da Punti di Vista diversi. Da un Punto di Vista Engineering una rete TLC reale è visualizzata come un ordito di “Tecnologie ICT” mentre da un Punto di Vista Business essa è visualizzata come un insieme di “Risorse TLC” necessarie a supportare le attività del business TLC di una TelCo e.g. fornitura/erogazione di servizi TLC. Un telefono cellulare, oggetto oggi indispensabile, agli occhi di un ingegnere TLC (Punto di Vista Engineering) rivela le meraviglie delle tecnologie digitali e delle telecomunicazioni wireless (tecnologia ICT) mentre agli occhi di un qualsiasi Utente di un Servizio TLC (Punto di Vista Business) è semplicemente una risorsa materiale che serve a fruire dei servizi di telefonia cellulare (risorsa TLC). La applicazione formale della Metodologia dei Punti di Vista (Appendice 4 al Capitolo 1) ci permette di trattare le varie “Viste” di uno stesso “oggetto” in maniera unificata e di evidenziare di volta in volta le cose che ci interessano ignorando tutto il resto. Essa si adatta pefettamente ad un approccio interdisciplinare alla GST. 231 ABILITAZIONE dei SERVIZI TLC ADDETTI alla GESTIONE TLC (Persone fisiche reali) SISTEMA TLC (Infrastruttura reale) Funzionalità Punto di Vista Business Engineering Interconnessione, Distribuzione Intermediazione. Accesso (Reti) (Terminali) TLC Tecnologie implementative (e.g. rete postale) Componenti ausiliari nonICT Strutture meccaniche, Fonti energ. Impianti, Edifici etc. Componenti ICT X Rete autoferroviaria Trasporto aereo Sistema informatico rete postale Reti U&S Reti di Gestione (Sistema Informatico Gestionale) Vista nonTLC nonTLC TLC (e.g.sistema di accesso alla rete postale) Struttura Meccanica Terminale TLC Struttura meccanica sportello o cassetta postale X Sistema informatico sportello postale Risorse RisorseTLC TLC man-made man-made (Risorse (RisorseTLC) TLC) “mezzo” per svolgere attività di Business e.g. oggetto di compra-vendita fra TelCo e ICTS Terminali U&S Terminali di Gestione Tecnologie TecnologieICT ICT “prodotto” risultato di attività di Engineering e.g. progettazione/ costruzione. Bus Eng relation Fig.2.1.1 Schema illustrativo della relazione fra “sistemi TLC” e “Tecnologie ICT” 232 CAPITOLO 2 Ambiente Engineering: Gestione delle Tecnologie ICT in un sistema TLC 2.1 Tecnologie ICT: Punti di Vista “System Analyst & Architect” e “Network Operator” La Fig.2.1.1 mostra come in questo corso noi adottiamo i Punti di Vista Engineering e Business per ottenere Viste Engineering e Business dei sistemi TLC. (anche denominate “Ambiente” Engineering e Business). Da questi due Punti di Vista si visualizzano i componenti ICT come “Risorse TLC” utilizzate da Business Stakeholders in un Ambiente Business per supportare i servizi TLC o come “Tecnologie ICT” prodotte/gestite da Engineering Stakeholders in un Ambiente Engineering. Quindi per Tecnologie ICT si intendono i componenti ICT di un sistema TLC reale messi a fuoco da un Punto di Vista Engineering. Esempi di caratteristiche di una Tecnologia ICT sono mostrati nella Tavola 2.1.1. Se avessino osservato un componente ICT di un sistema TLC da un Punto di Vista Business ne avremmo evidenziato caratteristiche diverse di natura commerciale (e.g. vedi Tavola 4.1.1 del Capitolo 4). Il sistema informatico gestionale (rettangolo in basso a sinistra in Fig.2.1.1) è costituito da sistemi OS (Operations Systems), NSS, (Network Support Systems), OSS (Operations Support Systems) e BSS (Business Support Systems) che supportano diversi tipi di gestione come mostrato in Fig.1.2.4.2. In questo capitolo noi ci occuperemo di Reti e Terminali U&S e dei loro sistemi di gestione OS e NSS. • La specializzazione del Punto di Vista Engineering nei Punti di Vista di “System Analyst & Architect” e “Network Operator” (Fig 2.1.2) Una caratteristica della Metodologia dei Punti di Vista da noi adottata è la possibilità di utilizzare una procedura di “refinement” e suddividere il singolo Punto di Vista in più “sotto”- Punti di Vista che mettono a fuoco i dettagli di sottoinsiemi della Vista originale. Applicando questa procedura, il Punto di Vista Engineering può specializzarsi nei Punti di Vista degli attori Engineering (ingegneri, tecnici, operai) all’interno di imprese TelCo o ICTS (Fig.2.1.2): 1) Pianificatore (di nuove Reti e/o Terminali TLC) 2) Analista & Architetto di Sistema, 233 3) Esperto di Tecnologie ICT, Progettista di Tecnologie ICT 4) Costruttore di Tecnologie ICT 5) Operatore di Rete (Network Operator) VISTA “BUILD” dei COMPONENTI ICT di un SISTEMA TLC 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. specifiche tecniche di funzionamento (*) creazione & analisi del modello scelta tecnologie implementative (**) specifiche strutturali e di sistema (**) tecniche di progettazione/progettazione (**) specifiche di costruzione prototipazione del prodotto procedure collaudo prototipi assemblaggio e/o integrazione componenti costruzione prodotto finale e collaudo industrializzazione installazione esercizio manutenzione riparazione sostituzione disinstallazione (*) Inclusa parte gestionale (**) Tiene conto della normativa vigente e, se necessario, di standards tecnici Tavola 2.1.1 Esempio di caratteristiche di una Tecnologia ICT, Vista Engineering di un componente ICT. Diversi Engineering Stakeholders e.g. System Analyst, System Architect, Network Operator “visualizzano” caratteristiche diverse. 234 Punto di Vista Engineering Planner System Analyst & Architect Technologist Designer Manufacturer Ntwk Operator Punti di Vista Parziali fra Osservatori Engineering Reti e Terminali U&S OS,NSS Plannnig System Model & Spec. Design Finished Engineering Product Ntwk Installetion Operation Maintenance & Repair. Viste Engineering parziali Punti di Vista parziali adottati nel Capitolo 2 della Parte 1 Persona decomp Fig.2.1.2 Le reti e Terminali U&S e relativi sistemi gestionali possono essere osservate da un Punto di Vista Engineering. Il punto di Vista Engineering può essere specializzato in Punti di Vista (parziali), supportati dalle competenze professionali di cinque gruppi di esperti in imprese TelCo e ICTS. Ogni gruppo rappresenta anche una opportunità di lavoro per futuri Ingegneri TLC. Il Capitolo 2 si riferisce alle Viste di System Analyst & Architect e Network Operator. Osservando Reti e Terminali U&S e relativi sistemi di gestione da questi (sotto) Punti di Vista se ne mettono a fuoco le seguenti caratteristiche: 1) Pianificazione, 2) Analisi e specifica di sistema 3) Progettazione 4) Costruzione 5) Istallazione, controllo delle prestazioni, manutenzione, riparazione delle Tecnologie ICT 235 Allora ci chiediamo: Quali sono le Viste che vogliamo prendere in considerazione in questo capitolo? Per rispondere osserviamo che noi siamo ingegneri TLC interessati a sistemi OS e NSS finalizzati alla gestione presente e futura delle Reti U&S e Terminali U&S e che ciò può farsi svolgendo due ruoli: 1) come “Network Operator” che utilizza sistemi gestionali già esistenti oppure 2) come “System Analyst & Architect” che specifica futuri sistemi gestionali. Allora in questo Capitolo noi studieremo la gestione di Reti U&S (e relativi “Elementi di Rete”) e Terminali U&S adottando i Punti di Vista parziali “System Analyst & Architect” e “Network Operator”. 2.1.1 Alcune definizioni di “sistema TLC” (vedi Tavola 1.0.2.1) In questo paragrafo cominiciamo col definire nel modo più generale possibile cosa sia un “sistema TLC reale” in termini della sua struttura interna (i.e. architettura delle Tecnologie ICT). Una definizione del tutto generica di sistema TLC reale (all’interno della società di riferimento nell’anno 2008) è la seguente: un “sistema TLC reale” è una infrastruttura fisica, logica, energetica abilitante i servizi TLC, costituita da reti TLC e da terminali connessi ad esse. RETI di COMUNICAZIONE ELETTRONICA (RCE) “ Sistemi di trasmissione e, se del caso, apparecchiature di commutazione o di istradamento e altre risorse che consentono la trasmissione di segnali via cavo, via radio, a mezzo di fibre ottiche o con altri mezzi elettromagnetici, comprese reti satellitari, reti terrestri fisse o mobili (a commutazione di circuito o pacchetto, compresa internet) sistemi per il trasporto di corrente elettrica, nella misura in cui siano utilizzati per trasmettere segnali elettrici, reti usate per la diffusione circolare di programmi radio o televisivi, reti per televisione via cavo, indipendentemente dal tipo di informazione trasportata” TAVOLA 2.1.1 Nel 2002 la Comunità Europea ha cambiato il termine “Telecomunicazione” in “Comunicazione Elettronica” ed ha fornito nuove definizioni di reti e servizi. Questa è la definizione di rete TLC contenuta nella direttiva 2002/21/CE del Parlamento Europeo (07/03/2002) e utilizzata sia nel Codice della Privacy (D.lgs.196/2003) che nel Codice delle Comunicazioni Elettriche (D.lgs.259/2003) Una seconda definizione un poco più dettagliata è la seguente: un sistema TLC reale è un insieme di componenti ICT e “componenti ausiliari nonICT” interconnessi e cooperanti. I componenti ICT sono : “equipaggiamento di rete U&S e di rete di gestione” (e.g. linee di trasmissione elettromagnetiche, switches, routers, multiplexers, ripetitori etc. sistemi gestionali e.g. OS, NSS, OSS, BSS),“terminali U&S o di gestione”(e.g. telefoni, computers, televisori, radio, fax machines , etc.) atti ad elaborare e/o trasportare informazione, al fine di produrre/ 236 fornire/acquisire/utilizzare servizi TLC nel rispetto di normative erogate da istituzioni/governi locali, nazionali o internazionali (e.g. Comunità Europea), di cui una parte è identificata come normativa specifica delle TLC (“legislazione e regolamentazione TLC”). Questa nostra definizione può essere utilmente paragonata alla definizione di rete TLC riportatata nella Tavola 2.1.1 (denominata “Rete di Comunicazione Elettronica”) fornita dalla Comunità Europea nel 2002. Per “equipaggiamento di rete” qui si intendono sia le apparecchiature di elaborazione/immagazzinamento dati, residenti nei nodi di una rete TLC sia le relative linee di trasmissione che interconnettono i siti nodali. Esse sono anche denominate “componenti” o “ elementi”della rete TLC. Una rete TLC comprende una parte interna (rete di trasporto) inclusa in una parte esterna (rete di accesso) Per “terminale U&S” (“user terminal”) o “apparecchio terminale” (terminal equipment) o “terminale” qui si intende una apparecchiatura elettronica esterna alla rete TLC ma ad essa direttamente o indirettamente connessa e.g. via LAN, che permette a persone fisiche di fruire dei servizi TLC abilitati dalla rete stessa e che interfaccia direttamente con esse (e.g. telefono, computer, apparecchio radio, televisore, macchina fax etc.). Quindi un terminale è una apparecchiatura di intermediazione rete-uomo delimitata da due interfacce: una interna verso la rete (User-Network Interface, UNI) e una esterna verso l’ utilizzatore (interfaccia “Uomo-macchina” e.g. Graphic User Interface) Per “componenti ausiliari nonICT” qui si intendono tutte gli elementi di un sistema TLC non specifici delle TLC ma che sono tuttavia necessari alla realizzazione/funzionamento del sistema stesso. Si tratta di componenti del sistema TLC realizzati senza tecnologie ICT con e.g. strutture meccaniche di supporto alle tecnologie ICT, sbancamenti per alloggiare cavi, strutture murarie degli impianti, edifici, impianti di produzione di energia elettrica, impianti di condizionamento ambientale nelle sedi delle apparecchiature di rete etc. Quindi un sistema TLC reale è costituito da “tecnologie specifiche delle TLC” (Tecnologie ICT, manufatte da imprese ICTS ) e “componenti nonICT ma utilizzate per scopi TLC” (prodotte in ambienti e con competenze professionali nonTLC). 237 “Aree Tecnologiche Gestite” Terminologia nella Raccomandazione M.3200 dell’ITU-T (04/97) Nostra terminologia per le Tecnologie ICT (*) Equipaggiamento di rete & Terminali 5.11 Access & Terminal Equipment Network Equipaggiamento rete trasporto 5.12 Transport Network Componente di Supporto 5.13 Infrastructure (*) U&S + gestionali Rac.3200 Tavola 2.1.1.1 Nostra terminologia e terminologia dell’ITU-T NOTA 2.1.1.1 Da un punto di vista gestionale la ITU-T usa la terminologia mostrata nella Tavola 2.1.1.1 2.2 Struttura tecnologica di un sistema TLC: “Gerarchia di Contenimento” Ricapitoliamo quanto detto finora in questo Capitolo. Abbiamo visto che un sistema TLC reale è costituito da reti TLC (suddivise in reti U&S gestite e reti di gestione in base alla natura dei flussi informativi che esse trasportano) alle quali sono connessi terminali TLC (suddivisi in terminali U&S connessi con le reti U&S e terminali di gestione connessi con le reti di gestione). Abbiamo anche visto che un sistema TLC reale in effetti contiene componenti ICT (equipaggiamento di rete e terminali TLC) e componenti ausiliari nonICT (strutture meccaniche, viarie, murarie, fonti di energia, impianti idraulici e di condizionamento ambientale etc.). Ovviamente noi, nel corso di GST, non siamo affatto interessati nei componenti ausiliari nonICT. Siamo invece molto interessati a studiare le caratteristiche Engineering (struttura e funzionamento) dei componenenti ICT (particolarmente quelli gestionali). Più precisamente noi studiamo Reti e Terminali U&S e relativi sistemi gestionali come Tecnologie ICT. Ciò significa anche che in questo capitolo ne ignoriamo gli aspetti commerciali (e.g. prezzi, disponibilità sul mercato etc.) 238 Lo studio della gestione di Reti e Terminali U&S e relativi sistemi gestionali è molto vasto. Nel rispetto di vincoli amministrativo-didattici, noi in questo corso ignoreremo le problematiche relative alla scelta delle tecnologie implementative e alla progettazione e costruzione di OS e NSS. Ci limiteremo a considerare due Punti di Vista parziali basati sugli interessi/conoscenze/ competenze di un System Analyst & Architect (creazione di modelli gestionali per future tecnologie) o di un Network Operator (utilizzazione di OS/NSS già oggi commercialmente disponibili). SPACECRAFT BUS COM. PAYLOAD PROPULSION SYSTEM ELECTRIC POWER (Solar panels, Batteries) TRANSPONDERS RECEIVERS LNA MIXER LO POST AMP TRANSMITTERS BBOBP SATELLITE CONTROL MODEM SWITCH ANTENNAS TELEMETRY& COMMAND TELEM. UNIT TELEM. TRANSMITTER COMMAND UNIT FEEDS COMMAND RCVR REFLECTORS TELEM. ANTENNA COMMAND ANTENNA Mondo TLC Fig. 2.2.1A Tecnologie ICT (contorni neri) e “componenti ausiliari nonICT” (senza contorno) in un satellite geostazionario per TLC. Se noi ingegneri TLC nel ruolo di Network Operator osserviamo il satellite dal Punto di Vista Engineering “visualizziamo” nei minimi dettagli le Tecnologie ICT (i.e. Communication payload e T&C). Notare la “gerarchia di contenimento” fra i vari componenti del satellite e l’integrazione fra Tecnologie ICT e nonICT. Se si osserva il satellite da un Punto di Vista Business (e.g. Punto di Vista del CEO di Telecom Italia) lo si vede non come un insieme di tecnologie ICT bensì come un insieme di Risorse necessarie per svolgere attività di business TLC . La rappresentazione è a “scatole annidate” (bambole russe). Una rappresentazione ad “albero” è mostrata in Fig.2.2.1B Gerarchia di contenimento delle tecnologie (Livelli Tecnologici): Livello quattro: viola Livello tre: giallo Livello due: blue Livello uno: marrone Livello zero: verde 239 SPACECRAFT COMMUNICATION PAYLOAD BUS TELEMETRY & COMMAND TLMT Unit SATELLITE CONTROL TLMT Transmitter TLMT Antenna ELECTRIC POWER CMND Antenna PROPULSION SYSTEM ANTENNAS TRANSPONDERS Feed Array CMND Receiver CMND Unit Receiver Transmitter On Board Processor DISPOSITIVI LNA Mixer LO Post Amplifier Modem BBSwitch Fig.1.2.2.1B Rappresentazione ad albero della.1.2 gerarchia .2.1A di Fig Fig.2.2.1B Rappresentazione ad albero della gerarchia di Fig.2.2.1A. I livelli gerarchici sono codificati con gli stessi colori di Fig.2.2.1° 2.2.1 Strutture gerarchiche all’interno di sistemi complessi Consideriamo i componenti ICT di una Rete U&S e concentriamoci su quelle caratteristiche che sono rilevanti alla loro gestione. Facciamo in particolare riferimento alla Vista di un Network Operator cioè il gestore della rete. Una sua osservazione, certamente accurata e informata, rivela subito che questi componenti fanno parte di una struttura con una architettura gerarchica. Più precisamente si tratta di una gerarchia di “contenimento”. Di cosa si tratta? Vediamo 240 Reflectors Nell’ ingegneria TLC quando si parla di ordinamento gerarchici la prima cosa che viene alla mente sono i procolli di comunicazione e la “pila OSI” a sette strati sovrapposti in un ordinamento che va dallo strato fisico (livello uno) allo strato applicativo (livello sette). In seconda istanza vengono in mente le reti TLC che a loro volta contengono sottoreti TLC che a loro volta contengono sotto-sotto-reti TLC fino ad arrivare a reti locali che si sviluppano all’interno delle singole utenze. In entrambi i casi si riconoscono componenti opportunamente ordinati secondo certi criteri che noi denominiamo “criteri gerarchici”: uno strato inferiore sta sotto uno strato superiore, una sotto rete è contenuta in una rete e una rete è a sua volta contenuta in una super rete. Torniamo ora alla nostra rete U&S e occupiamoci degli ordinamenti gerarchici che caratterizzano la sua struttura tecnologica interna proprio come si fa nell’analisi di un qualsiasi sistema complesso. Facciamo questo per due motivi: 1) perché è proprio sugli ordinamenti gerarchici delle strutture tecnologiche di un sistema TLC che si basano i modelli gestionali che studieremo nella seconda parte del corso. 2) perché le gerarchia tecnologica ha un impatto sulla gestione del sistema: non si può gestire un livello superiore se prima non si è gestito il livello inferiore (non posso gestire un ricevitore se non ho prima gestito LNA, mixer, oscillatore locale, post-amplificatore). • Complessità di sistema e gerarchie Un sistema TLC è un sistema reale complesso. La complessità è doppia: complessità hardware e software. Un sistema TLC ha infatti una “architettura fisica” complessa ed opera secondo una “logica” complessa. G.Booch a pag. 12 del suo prezioso libro sull’orientamento agli oggetti “Object Oriented Analysis and Design”, Addison Wesley, 1999, insegna che in ogni sistema complesso naturale o manufatto dall’uomo e.g. sistemi biologici, industriali, commerciali, sociali, si possono riconoscere almeno due gerarchie fondamentali: una gerarchia di ereditarietà, anche denominata gerarchia “is a”, che determina una “Struttura a Classi” del sistema e una gerarchia di contenimento, anche denominata gerarchia “is part of”, che determina una “Struttura a Oggetti” del sistema. G.Booch poi indica che entrambe gerarchie vanno tenute in considerazione se si vuole ottenere una rappresentazione cosiddetta “canonica” del sistema. Nel corso di GST noi siamo interessati alla gestione delle Tecnologie ICT contenute in un sistema TLC. Il riconoscere che un sistema tecnologico complesso sia strutturato secondo criteri gerarchici significa poter creare modelli gestionali modulari particolarmente efficaci/efficienti e.g. senza ridondanze e con ri-uso dei moduli (proprietà di “ereditarietà”). Come? Vedremo nella Parte 2 del corso che il padre di tutti gli standard gestionali, lo standard gestionale OSI-SM (Open Systems Intercoinnection- System Management) dell’ITU-T si basa su software con costrutti linguistici denominati “maschere di classe” (il cosidetto linguaggio GDMO, Guidelines for the Definition of 241 Managed Objects) basate su una gerarchia di ereditarietà e adotta tecniche di denominazione degli “oggetti gestiti” basate su “alberi di contenimento” che incarnano gerarchie di contenimento (vedi anche par.2.2.5). Quindi riconoscere una struttura gerarchica nel sistema TLC reale significa poi utilizzare questa proprietà di sistema nella costruzione di modelli gestionali particolarmente efficaci/efficienti. In effetti la struttura gerarchica delle Tecnologie ICT ha conseguenze importanti non solo nello sviluppo di modelli gestionali ma anche in un Ambiente Business e.g. sulla struttura organizzativa interna delle industrie ICTS e sulla morfologia dei mercati delle Tecnologie ICT (vedi anche Fig.1.0.1.1) e, in definitiva, con conseguenze importanti sulla gestione non solo delle Tecnologie ICT ma anche dei servizi TLC Ora vogliamo studiare la “gerarchia di contenimento” visualizzata da un System Analyst & Architect o da un Network Operator di un sistema TLC. Una “gerarchia di contenimento” delle tecnologie ICT è evidente a tutti i livelli: sia in un sistema TLC reale sia nei suoi componenti (“sottosistemi” del sistema TLC). Si faccia riferimento alle Figure 2.2.1A e 2.2.1B. Rappresentano un satellite geostazionario per telecomunicazioni (Telecommunication spacecraft) cioè un componente ICT di un sistema satellitare di telecomunicazione. In esso si possono osservare strutture realizzate a mò di scatole cinesi (o, se si vuole, bambole russe!). Ad esempio in un sistema di comunicazioni satellitari costituito da un segmento spaziale geostazionario e da un segmento terrestre si osservano satelliti e stazioni di terra (terminale d’utente, hub o gateway) riconosciuti come “sottosistemi” del sistema satellitare. All’interno di un sottosistema si notano una serie di componenti (“sotto-sottosistemi”) che a loro volta contengono altri componenti. Spesso i termini “sotto-sistema” o “sotto-sotto-sistema”, laddove non si generi ambiguità, sono rimpiazzati dal termine “sistema” per cui si usa dire: “un grande sistema tecnologico contiene altri sistemi che a loro volta contengono sistemi più piccoli fino ad arrivare a sistemi che l’osservatore decide di non suddividere ulteriormente (sistemi elementari o primitivi)”. Lo stesso concetto si esprime anche dicendo che i componenti del sistema fanno parte di una architettura “annidata” (nested structure) cioè sono contenuti gli uni negli altri o fanno parte di una architettura con una “gerarchia di contenimento” i.e. una architettura con livelli tecnologici ordinati in ordine gerarchico secondo il criterio per cui un elemento di un livello inferiore “è parte di” (“is part of”) un elemento del livello superiore. Per questo una gerarchia di contenimento è detta anche gerarchia “is part of”. 2.2.2 Strutture gerarchiche delle Tecnologie ICT in un “geostationary telecommunication spacecraft” La Fig. 2.2.1A mostra la struttura tecnologica di un satellite geostazionario visto come sottosistema di un sistema di comunicazioni satellitari. Si tratta di una 242 rappresentazione grafica a “scatole annidate” (nested boxes) alternativa ed equivalente alla rappresentazione ad albero mostrata in Fig.2.2.1B. In essa si notano Tecnologie ICT e Tecnologie nonICT integrate, contenute in un contenitore più grande (Spacecraft). Il Punto di Vista Engineering/Network Operator mette a fuoco solo le Tecnologie ICT mentre le tecnologie nonICT sono sfocate (per mancanza di interesse/conoscenze). I componenti di livello superiore sono creati assemblando/ integrando componenti del livello inferiore. Ad esempio un “Communication Payload” a livello gerarchico 3 è costruito assemblando Transponditori e Antenne a livello 2, i quali sono a loro volta costituiti rispettivamente da Ricevitori, Trasmettitori, Processori di bordo e da Feed Array e Riflettori a livello 1. 2.2.3 Conseguenze in Ambiente Business: morfologia dei mercati e logiche di produzione (parte facoltativa) Come già detto, l’esistenza di una gerarchia di contenimento nella architettura dei componenti di un sistema TLC implica anche una propedeuticità nelle fasi di approvvigionamento/assemblaggio/integrazione dei vari componenti all’ interno di una impresa ICTS. Ad esempio per costruire un ricevitore devo prima avere degli amplificatori, per costruire gli amplificatori devo prima avere dei Circuiti Integrati a Microonde (MIC) e per avere i circuiti MIC devo prima avere i Field Effect Transistors, FET. Questa propedeuticità a sua volta ha un impatto determinante su 1) morfologia dei mercati delle Tecnologie ICT, tecnologie viste come merce di compra-vendita. In un Ambiente Business esistono ICT Vendors che operano in reti del valore (“value network”, vedi sotto e anche, C.M Christensen, “The innovator’s dilemma”, Collins, 2006) in cui un Vendor vende componenti ad un altro Vendor che opera ad un livello di integrazione tecnologica superiore fino a raggiungere un Vendor al massimo livello di integrazione che vende sistemi completi a clienti finali (“Venditore/integratore di sistema”). DEFINIZIONE 2.2.3.1 Una “rete del valore” è un sistema di partnership o alleanze che una impresa stabilisce per fornire, ampliare e distribuire la propria offerta (P. Kotler, “Marketing Management”, Edizione Italiana, 11-ma Edizione, Pearson-Prentice Hall, 2003, pag. 612) 243 Network 1 contains n Managed Element (managedElement R1) 1 contains n 1 Equipment (equpment Holder, circuitPack) contains n 1 contains n 1 Software (software R1) contains n Mondo TLC Fig. 2.2.2 Diagramma E-R (Entity-Relationship) delle classi di oggetti gestiti (Managed Object Classes) definite nella Raccomandazione M.3100 dell’ITU-T. Notare come la gerarchia di contenimento a livello tecnologico si rifletta nel modello gestionale, prima, e nella struttura della MIB (Management Information Base) i.e. rappresentazione GDMO degli oggetti gestiti (vedi testo) 2) struttura organizzativa e tipo di impresa ICTS. In un Ambiente Engineering esistono tre tipi attività di progettazione/costruzione svolte in altrettanti tipi di industrie ICTS e.g. livello 0, Original Device Manufacturer, livello 1, Integratore di Equipaggiamento e livello 2, Integratore di Sistema. 3) gestione di una tecnologia ICT da parte di Network Operator (non si può gestire un livello tecnologico superiore senza aver prima gestito i componenti al livello inferiore) Molto spesso la struttura interna di un qualsiasi sistema TLC è suddivisa in livelli tecnologici ordinati secondo una gerarchia di contenimento a tre livelli, 0. dispositivi (devices), costruiti partendo da materie prime 1. equipaggiamento (equipment), costruito integrando dispositivi 2. sottosistema/sistema (subsystem/system) costruito assemblando/ integrando equipaggiamento di livello 2 244 (Vedi anche “Organizzazione dei calcolatori” in G.M.Schneider e J.L.Gersting, “Corso di Informatica”, pag.176, Jackson Libri, 2001). 2.2.4 Modelli gestionali e gerarchia di contenimento (Fig.2.2.2) La struttura gerarchica delle Tecnologie ICT all’interno di un sistema TLC si riflette nella struttura dei modelli gestionali standardizzati introdotti dall’ITU-T. Abbiamo visto che tramite processi di generalizzazione si possono creare modelli gestionali generici partendo da modelli gestionali specifici delle varie tecnologie (vedi par.1.2.7). I modelli generici ritengono una caratteristica condivisa dai modelli specifici: la struttura gerarchica di contenimento. La Fig.2.2.2 mostra un diagramma E-R (Entity-Reltionship Diagram) nella Raccomandazione M.3100, “Generic Network Information Model”, 07/1995 dell’ITU-T. Communications Payload Transponders (1,2,3,4) RCVR TX OBP Antennas Feed Array Classe Com.Payld Managed Object NEId AlfaNum Transp.1 equipHolder EquipmentId TRS1 Transp.2 equipHolder EquipmentId TRS2 Transp.3 equipHolder EquipmentId TRS3 Transp.4 equipHolder EquipmentId TRS4 Receiver equipHolder EquipmentId RCVR+int LNoiseAmp circuitPack Reflectors Naming Attribute Data Type/ Value Elemento Fisico EquipmentId LNA Loc.Osc circuitPack EquipmentId LO Mixer circuitPack EquipmentId MX PostAmp circuitPack EquipmentId PA EquipmentId TX+int Transmitter equipHolder equipHolder EquipmentId OBP Demod circuitPack EquipmentId DMD BBSW circuitPack EquipmentId SW Mod circuitPack EquipmentId MD OBP Mondo TLC Fig.2.2.3 Gestione di un “Communication Payload” a bordo di un satellite geostazionario, Tecniche di denominazione degli oggetti gestiti utilizzando la gerarchia di contenimento. La parte tratteggiata non è gestita. (Parte trattata durante le esercitazioni) 245 NETWORK ELEMENT (SWITCH) Shelf Software Card ICT Component Switch Managed Object Class managedElement Shelf equipmentHolder Card circuitPack Software softwareR1 Mondo TLC Fig.2.2.4 Gestione di un commutatore (Switch). Struttura gerarchica con quattro livelli tecnologici 2.2.5 Tecniche di denominazione degli oggetti gestiti basate sulla gerarchia di contenimento (Fig.2.2.3 e Fig.2.2.4) Una delle applicazioni più interessanti della gerarchia di contenimento delle Tecnologie ICT in un sistema TLC è la creazione del “nome” di un oggetto gestito immagazzinato in una base dati MIB (Management Information Base). La creazione del nome è infatti il primo passo per poter individuare un oggetto all’interno della MIB e poterlo poi gestire (e.g. leggere e scrivere i valori dei suoi parametri gestionali). La gerarchia di contenimento è usata per definire un nome globalmente univoco (Distinguished Name) concatenando i nomi dei vari oggetti contenitori dell’oggetto target: è una generalizzazione del concetto che si applica usualmente per formulare un nome globalmente univoco per tutti noi: il nostro nome (Pietro DeSantis) è la concatenazione di nome (Pietro) e cognome (DeSantis), dove il cognome è il nome della nostra famiglia cioè il nostro “contenitore”. Ad esempio l’albero gerarchico della Raccomandazione M.3100 nella Fig.2.2.2 può utilizzarsi per costruire un Distinguished Name per un pacco software all’interno dello switch (commutatore) mostrato in Fig.2.2.4. I suoi contenitori sono “card”, “shelf”, “switch” e le corrispondenti “classi di oggetti gestiti” sono “circuitPack”, “equipmentHolder” e “managedElement”. Tutto questo verrà studiato in dettaglio nella Parte 2 del corso. La Fig.2.2.3 mostra l’applicazione di queste tecniche di denominazione al Communication Payload di Fig.2.2.1A (spiegato a lezione) 246 INSERTO 2.3.1 La varietà delle tecnologie ICT è enorme. Per avere una visione d’insieme del loro complesso è necessario classificarle in qualche maniera. Nel tempo, le tecnologie ICT sono state opportunamente classificate in varie maniere applicando diversi criteri di classificazione. Una operazione di classificazione delle tecnologie ICT può farsi applicando gli stessi metodi adottati per classificare un qualsiasi “insieme di elementi” nel quale i singoli elementi vengono dapprima analizzati e poi raggruppati in “gruppi” ognuno dei quali raccoglie elementi con caratteristiche comuni (“classe”). Applicando la stessa metodologia in maniera iterativa su scala locale, ogni classe può a sua volta essere suddivisa in sotto-classi e ogni sotto-classe in sotto-sotto-classi secondo un processo regolato da opportuni criteri (e.g. criterio della “specializzazione” crescente secondo il quale tecnologie appartenenti alla serie iterativa delle sottoclassi hanno applicazioni sempre più specializzate). Applicando questa metodologia di classificazione alle tecnologie ICT si può così costruire una classificazione gerarchica delle tecnologie ICT in cui certe tecnologie appartenenti a classi superiori sono tecnologie generiche (i.e. ognuna ha un ventaglio di possibilità applicative) mentre altre tecnologie appartenenti alle sotto-classi inferiori vengono utilizzate per applicazioni sempre più specifiche. Una rappresentazione multi-livello di questo tipo con livelli ordinati secondo questo tipo di criterio gerarchico qui si chiama una “tassonomia”. NOTA BENE: Nella teoria generale dei sistemi, dire che in un sistema esiste una gerarchia di elementi significa dire che gli elementi del sistema sono ordinati secondo un criterio per cui alcuni elementi “precedono” e altri che “seguono” oppure alcuni elementi sono posizionati ad un livello “inferiore” ed altri ad un livello “superiore”. 2.3 Tipologia delle Tecnologie ICT: gerarchia di ereditarietà (tassonomia) Volgiamo ora la nostra attenzione a un sistema TLC reale e osserviamolo da un Punto di Vista Engineering/Network Operator. Supponiamo che il Network Operator, proprietario di reti TLC, voglia acquisire Tecnologie ICT e all’uopo voglia avere un quadro completo delle Tecnologie ICT disponibili sul mercato che egli poi dovrà gestire. In questo scenario è importante che egli abbia a disposizione una classifica delle tecnologie ICT cioè una tassonomia delle Tecnologie ICT (Vedi Inserto 2.3.1 per considerazioni sulla classifica/tassonomia delle Tecnologie ICT) Abbiamo già visto in precedenza che un sistema TLC reale in effetti contiene componenti ICT e componenti ausiliari nonICT e che le componenti ICT “osservate” da un Punto di Vista Engineering/Network Operator evidenziano le loro caratteristiche di “Tecnologie ICT”. In questo corso è importante distinguere fra Tecnologie ICT gestionali e Tecnologie ICT gestite o U&S. Questa distinzione si può fare in base alla natura dei flussi di informazione da esse elaborati/utilizzati. Allora in un sistema TLC noi distigueremo : informazione di utilizzazione (U), informazione di segnalazione (S) e informazione di gestione. Corrispondentemente le Tecnologie ICT sono classificate in tecnologie non-gestionali (tecnologie U & S) e tecnologie gestionali. Quindi in una tassonomia delle Tecnologie ICT compare la differenziazione 247 “Tecnologie U&S” e Tecnologie gestionali”. Esaminiamo ora la natura dei flussi di informazione in un sistema TLC tramite alcuni esempi. 2.3.1 I tre tipi di informazione che fluiscono in un sistema TLC: informazione di utilizzazione, segnalazione e gestione Supponiamo di trovarci ospiti in un albergo. Dalla nostra stanza siamo collegati con il mondo esterno tramite servizi di telecomunicazione messi a sua disposizione dall’albergo. Riconosciamo che effettivamente tutti questi servizi sono basati sul trasferimento di informazione con mezzi elettromagnetici (vedi Premessa al Cap.1) Il trasferimento di informazione effettuato dai mezzi elettromagnetici si accompagna all’utilizzazione dell’informazione da parte nostra tramite vari tipi di terminali: un telefono, per i servizi telefonici, una maccina fax, per i servizi fax, un computer collegato con varie periferiche (microfoni, altoparlanti, webcams, stampanti), per i servizi audio e video internet, un televisore collegato a un decoder, per i servizi TV (e.g. satellitari) e una radio per i servizi radiofonici. Grazie al fatto che questi terminali siano collegati a reti di telecomunicazione operative 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, noi abbiamo la «capacità conoscitiva/ abilità fisica di telecomunicare» con l’esterno ogniqualvolta lo desideriamo. E’ proprio questa «capacità conoscitiva/abilitàfisica di svolgere le funzioni necessarie a soddisfare le sue esigenze di telecomunicazione» che rende un ospite dell’albergo un utilizzatore finale di un servizio TLC «al dettaglio». L’aggettivo «finale» sta a indicare che l’utilizzatore usa il servizio per proprio uso e consumo e non lo trasferisce ad altri utilizzatori fungendo da intermediario. 2.3.1.1 Informazione di utilizzazione In ogni momento della giornata e ogniqualvolta se ne presenti il bisogno, un ospite dell’albergo può utilizzare i servizi di telecomunicazione a sua disposizione. In ogni caso egli può effettivamente «telecomunicare» con il soggetto esterno desiderato o ricevere informazione dalla sorgente esterna desiderata. L’informazione scambiata nel corso di una conversazione telefonica tramite un telefono o contenuta in un messaggio e-mail inviato tramite un computer o ricevuta in un programma radiotelevisivo sullo schermo di un televisore viene da noi qualificata come «informazione di utilizzazione» (“usage information”). Quindi gli ospiti dell’albergo allorchè utilizzano i servizi di telecomunicazione sono sorgenti e/o collettori di informazione di utilizzazione che fluisce e viene elaborata in una rete di telecomunicazione chiamata «rete di utilizzazione» e in un “terminale di utilizzatore” ad essa connesso. L’ informazione di utilizzazione rappresenta l’ informazione primaria scambiata fra utilizzatori di un particolare servizio di telecomunicazione interattiva (e.g. l’informazione contenuta in una telefonata scambiata fra Utenti di un servizio telefonico) o distribuita da una trasmittente radio-TV a una comunità di Utenti. Lo scambio o distribuzione dell’informazione di utilizzazione rappresenta proprio la essenza o ragion d’essere del servizio TLC. 248 Altre nazioni Nazione GW GW SGT SGT Area di numerazione SGT SGT SGU SGU Area di commutazione SL SGU SL SL Area di centrale UCR SL Fig.2.3.1.1 Vista “engineering” della rete di telefonia nazionale italiana gestita dalla Telecom Italia (Piano Regolatore Nazionale delle Telecomunicazioni, 1990). UCR = Unità di Concentrazione Remota, SL = Stadio di Linea, SGU = Stadio di Gruppo Urbano, SGT = Stadio di Gruppo di Transito, GW = Gateway internazionale. Le centrali digitali PCM/TDM e l’intruzione della rete di segnalazione CCSS7 permettono un routing dinamico del traffico in rete (Adattato da A.Biocca, “Reti digitali” U.Hoepli, Milano, 2002,pag.191) 249 BSS BSC OMSS Interfaccia Q3 HLR VLR MSC ISDN RTN SMSS Fig.2.3.1.2 Architettura della rete radiomobile digitale GSM ( Global System for Mobile communications) introdotto in Italia nel 1994. BSSS = Base Station Sub-System, SMSS = Switching and Management Sub-System, OMSS = Operation and Management Sub-System, BSC = Base Station Controller, MSC = Mobile service Switching Center, HLR = Home Location Register, VLR = Visitor Location Register. 250 RETE B Sottorete A3 Sottorete A1 Connessioni strati OSI 1 e 2 RETE A Sottorete A2 Fig.2.3.1.3 Schema di sistema internet Satellite Geostazionario DBS (36,000 Km) Terminali Utente Feeder link Stazione Trasmittente TV TU Fig.2.3.1.4A Sistema di televisione satellitare 251 3G/UMTS MOBILE BASED ONLY Multicast/Broadcast with MBMS Evolution with WiMax DVB-H in S-band DVB-H in UHF TERRESTRIAL BROADCAST BASED Overlay network in broadcast band (DVB-H or T-DMB) HYBRID SATELLITE/TERRESTRIAL Reuse of terrestria cellular for compensating insufficient indoor satellite TV coverage (experimental) Fig. 2.3.1.4B Mobile TV. Televisione su 3 piattaforme per terminali mobili e.g. telefoni cellulari. MBMS = Multimedia Broadcast Multicast Service. DVB-H = Digital Video Broadcasting–Handheld (modifica della TV digitale terrestre DVB-T per terminali mobili handheld). T-DMB=Terrestrial-Digital Multimedia Broadcasting , 252 • Le grandi reti di utilizzazione Le Fig. 2.1.2, 3, 4A, 4B, 5 (spiegate a lezione) mostrano esempi di grandi reti geografiche di utilizzazione. Rispettivamente, rete telefonica nazionale Italiana, rete radiomobile, rete internet, rete di comunicazioni satellitari. ESEMPIO. Sistema misto satellitare terrestre. Una TelCo “Wholesaler” di servizi di telecomunicazione satellitari su base globale, e.g. l’INTELSAT (INternational TELecommunication SATellite organization), possiede/gestisce una rete di satelliti geostazionari e vende servizi di connettività all’ingrosso end-to-end su base globale a una molteplicità di Fornitori di servizi regionali/nazionali, i quali a loro volta vendono servizi TLC al dettaglio a Utenti finali dotati di piccole stazioni di terra (TU, Terminale di Utilizzatore). Ad esempio l’INTELSAT (wholesaler) fornisce alla Telecom Italia (retailer) la capacità di un transpoder da 36 MHz a bordo di un satellite geostazionario con copertura italiana per servizi on-demand tipo VSAT (Very Small Aperture Terminal) sul territorio nazionale. La Telecom Italia gestisce in proprio i servizi VSAT. L’ INTELSAT possiede il sistema TLC di Utilizzazione e Segnalazione mostrato in Fig.2.3.1.5, dove, Satelliti geostazionari Gestore/Proprietario di Rete Utenti A SOC TU NOC H/SMS-SP Altri Gestori/Proprietari di rete GTWY Reti Terrestri Coda NAP Fig. 2.3.1.5 Sistema misto satellitare-terrestre. I ervizi di connettività all’ingrosso forniti da un Operatore di rete satellitare. SOC = Stazione Controllo Satellite NOC=Stazione Gestione Servizi . SP=Fornitore di Servizio, H/SMS-SP = Hub Stazione Gestione Servizi-Fornitore Servizi TU=Terminale Utente, GTWY=Terminale Gateway, NAP = Network Access Point. 253 1. stazioni controllo satelliti (SOC, Satellite Operation Center), 2. stazioni gestione servizi TLC all’ingrosso (NOC, Network Operation Center) offerti dall’Operatore di rete ad altri Fornitori di servizi: Ad esempio in questa sede si effettua la fornitura/fatturazione della capacità all’ingrosso fornita ai Fornitori di Servizio (SP) regionali. 3. satelliti geostazionari Inoltre per permettere agli utenti del sistema satellitare di connettersi oltre che fra di loro anche con gli utenti di reti terrestri (e.g. telefonica, internet) l’INTELSAT stabilisce relazioni di business con altri Operatori di sistemi terrestri che posseggono 4. stazioni di accesso al segmento terrestre (GTWY) 5. connessioni d’accesso (“code” in fibra ottica) alle reti pubbliche terrestri 6. capacità su reti terrestri (e.g. blocco di canali d’utente) Infine la Telecom Italia (SP, Service provider) possiede 7. hub e stazione gestione servizi (H/SMS-SP) che usa come hub per i servizi VSAT sul territorio italiano e come centro di gestione servizi L’interconnettività ottenuta tramite partnership fra vari Operatori di rete viene venduta da INTELSAT sottoforma di servizi di connettività alla Telecom Italia che tramite le Hub/Stazioni di Gestione Servizi (H/SMS-SP) soddisfa le richieste di capacità (linee tratteggiate) provenienti dagli utenti. Le stazioni H/SMS-SP effettuano l’assegnazione/fatturazione della capacità al dettaglio. In particolare nel caso di traffico pacchettizzato tipo ATM la stazione regionale NMS-SP svolge sia la funzione di signaling (Connection Admission Control, CAC) per l’instaurazione di circuiti tipo SVC, Switched Virtual Circuit, su domanda (on-demand) del singolo utente sia la funzione gestionale di rete di allocazione di capacità su prenotazione per servizi PVC (Permanent Virtual Circuit). 2.3.1.2 Informazione di segnalazione (Fig.2.3.1.6) Nel caso di servizi TLC interattivi, come telefonia o teleconferenza, l’ospite dell’albergo deve richiedere, «su chiamata» (in inglese, on-demand), l’instaurazione di una connessione circuitale con un destinatario desiderato. Ciò avviene prima di poter scambiare informazione di utilizzazione. A tal fine l’ospite dell’albergo digita sull’apparecchio terminale (e.g. telefono), un numero identificativo dell’indirizzo in rete del destinatario (e.g. numero telefonico). In queste circostanze il telefono è sorgente/collettore di un tipo di informazione denominata «informazione di segnalazione» (signaling information) o talvolta, «informazione di controllo». Più precisamente, l’ informazione di segnalazione, e.g. i segnali di via libera o di occupato (dial tone) o di chiamata (ringing tone) nell’ apparecchio telefonico oppure 254 i segnali emessi allorchè viene digitato un numero sulla tastiera , hanno una struttura temporale standardizzata e diversa da quella dell’ informazione di utilizzazione. Rete di Segnalazione CCSS 7 Base Dati Servizi Supplementari SP STP Centrale di Esercizio e Manutenzione (CEM) Commutazione a pacchetto della segnalazione Rete di Gestione (TMN) UC UC MC MC OS SL SP UC MC Rete di utilizzazione (PSTN) MC UC Fig. 2.3.1.6 Rete di segnalazione a canale comune (CCSS.7, Common Channel Signaling System No.7) standardizzata dall’ ITU-T. UC = Unità di controllo, MC = Matrice di Commutazione (di circuito a 64 Kbit/s), SP = Signaling Point, STP = Signaling Transfer Point (commutazione a pacchetto), SL = Signaling Link. Negli anni 70 sia l’informazione di utililizzazione che l’ informazione di segnalazione fluivano negli stessi canali (“in-band signaling”). Nel 1980 l’ITU, allora CCITT (Consultative Committe on International Telegraphy and Telephony), standardizzò una rete di segnalazione fisicamente separata dalla PSTN che venne chiamata rete CCSS7, Common Channel Signaling System No.7 o “rete di segnalazione a canale comune”. Questo tipo di segnalazione, anche chiamato “outof-band signaling” per distinguerlo dal precedente “in-band signaling” è stato gradualmente introdotto in tutte le principali reti PSTN negli anni 90. Un esempio di rete di segnalazione CCSS7 è mostrata in Fig. 2.3.1.6 255 La presenza di una rete dati aggiuntiva, separata dalla PSTN e dotata di ulteriori risorse di trasmissione/elaborazione/immagazzinamento d’informazione non solo ha migliorato la qualità dei servizi telefonici di base (e.g. instaurazione ondemand più rapida) ma ha permesso di arricchire l’offerta di servizi con la creazione di nuovi servizi telefonici a valore aggiunto e.g. “servizi supplementari” come servizi di “identificazione del numero chiamante”, “trasferimento automatico di chiamata”,”effettuazione di chiamata gratis (numero verde)”etc. Si tratta di servizi basati sul recupero di informazione immagazzinata in basi dati collegate con le Unità di Controllo (UC) degli autocommutatori PSTN. Si riconosce facilmente che allorchè questo immagazzianmento/recupero dati si specializza a dati di localizzazione dell’utente e avviene in forma dinamica si aprono le porte alla creazione di servizi radiomobili. Tipicamente l’informazione di segnalazione è strutturata secondo opportuni protocolli a strati simili alla “pila OSI” e viene scambiata fra 1) apparecchiature terminali e rete di utilizzazione (segnalazione d’utente) 2) apparecchiature di rete PSTN (segnalazione inter-centrale) al fine di permettere il corretto svolgimento delle funzioni necessarie al trasferimento/ elaborazione/utilizzazione dell’informazione di utilizzazione secondo modalità specifiche del servizio prescelto 3) apparecchiature di rete PSTN e database di rete CCSS7 per la creazione di nuovi servizi a valore aggiunto (segnalazione centrale-database). Nei servizi TLC on-demand l’informazione di segnalazione d’utente, fluisce allorchè si vuole stabilire in rete una connessione circuitale temporanea su richiesta d’utente, al fine di realizzare un canale trasmissivo bidirezionale. L’instaurazione/abbattimento del canale segnano l’inizio/fine del flusso di informazione di utilizzazione trasmessa/ricevuta dall’utente. Quindi l’informazione di segnalazione fluisce subito prima o subito dopo o durante lo scambio di informazione di utilizzazione che si verifica in una “sessione” di telecomunicazione cioè l’informazione di segnalazione si accompagna dinamicamente all’informazione di utilizzazione. Questa caratteristica, assieme ai protocolli di comunicazione, la diversifica dall’informazione di gestione. Infatti, a differenza dell’informazione di segnalazione, l’informazione di gestione può fluire a tempi totalmente indipendenti dai tempi in cui i flussi di informazione di utilizzazione vengono attivati nella rete TLC. Ad esempio l’operazione gestionale di creazione da parte di un gestore di una connessione circuitale permanente in una rete TLC (configurazione circuitale o riconfigurazione di rete) dedicata ad uno specifico utente può essere effettuata molto prima che il circuito stesso sia utilizzato dall’utente e l’informazione di utilizzazione cominci a fluire in esso. E’ questo il caso di un Permanent Virtual Connection (PVC) in una rete ATM (Vedi dopo) Vediamo alcuni esempi di informazione e/o reti di segnalazione. 256 1. La Fig. 2.3.1.6 mostra una struttura stratificata costituita da tre reti opportunamente interconnesse: una rete di utilizzazione PSTN e una rete di segnalazione CCSS7, entrambe reti non-gestionali, assieme ad una rete di gestione TMN di cui parleremo al prossimo capoverso. Nella figura è mostrato come gli autocommutatori o centrali di commutazione di una rete telefonica PSTN (rettangoli bianchi), in effetti siano costituite da una Matrice di Commutazione (MC) e da una Unità di Controllo (UC), la prima appartenente alla rete di utilizzaziione PSTN e la seconda alla rete di segnalazione CCSS7, una rete dati a commutazione di pacchetto riservata ai messaggi di segnalazione. La Matrice di Commutazione commuta circuiti telefonici digitali (PCM, Pulse Code Modulation con 8 bits ogni 125 microsec cioè a velocità media di 64 Kbit/s) sotto il controllo delle Unità di Controllo. Le Unità di Controllo ricevono/trasmettono ed elaborano il traffico di segnalazione scambiato con gli apparecchi terminali e con gli altri nodi e.g. attraverso centrali di commutazione a pacchetto (STP, Signaling Transfer Point) della rete di segnalazione CCSS7. Inoltre esse controllano le configurazioni della matrice di commutazione. In Fig. 2.3.1.6 SP = Signaling Point è una unità funzionale capace di ricevere e trasmettere messaggi di segnalazione. Quindi sia nelle apparecchiature terminali (telefono) che nelle apparecchiature di rete (centrali di commutazione) troviamo informazione di segnalazione e informazione di utilizzazione. Notare che nel caso dei servizi TLC distributivi privi di chiamata preventiva, e.g. servizi radio-televisivi non-interattivi, o dei servizi TLC non-commutati caratterizzati da connessioni permenenti fra utilizzatori, e.g. servizi a pacchetti ATM/PVC (Asynchronous Transfer Mode/Permanent Virtual Circuit), non esiste informazione di segnalazione poichè non si deve stabilire una connessione circuitale preventiva prima dell’ invio o scambio di informazione di utilizzazione fra sorgenti e collettori di informazione. 2. Il servizio di telefonia cellulare GSM (Global System for Mobile communication) opera con un sistema di accesso FDMA/TDMA (Frequency/Time Domain Multiple Access) nel quale la portante del FDMA utilizzata dal terminale (telefono cellulare + carta SIM) varia da canale (con banda di 200 KHz) a canale con la periodicità di trama del TDMA (“frequency hopping”). Ciò viene fatto per utilizzare sempre una portante con il migliore rapporto segnale/rumore. Questo è possibile tramite un continuo trasferimento di informazione di segnalazione fra terminale e BSC/MSC, Base Station Controller / Mobile service Switching Center. Altra informazione di segnalazione fluisce quando il terminale viene acceso e trasmette alla stazione base della sua cella la propria identità in modo che il sistema possa autenticarlo. 3. In una rete internet un router deve di volta in volta decidere su quale tratta inviare un datagramma in arrivo per farlo pervenire alla sua destinazione finale nel miglior modo possibile. Per far ciò ha bisogno di tavole di instradamento continuamente aggiornate che gli permettano di conoscere in tempo reale lo stato di 257 traffico nei routers limitrofi. A tal fine i vari routers di una rete internet sono in continua mutua comunicazione tramite flussi di informazione di segnalazione scambiati con secondo protocolli standardizzati. 2.3.1.3 Informazione di gestione (gestione servizi TLC) Gli ospiti di un albergo possono usufruire dei servizi TLC poichè l’albergo, tramite un suo ufficio amministrativo/commerciale (qui chiamato «amministrazione»), ha in precedenza stipulato contratti («Service Level Agreements» o SLA) con i singoli fornitori di servizi TLC. Nei contratti sono state specificate, con valore di impegno contrattuale, le condizioni di fornitura dei servizi e.g. i valori pattuiti di prezzi e Qualità di Servizio (parametri di servizio). Notare subito come a questo punto siano stati introdotti alcuni cocetti e.g. contratti, prezzi, qualità di servizio etc. la cui natura non è ingegneristica ma tipica del marketing e del business delle telecomunicazioni. Quindi notare come appena si parla di gestione dei servizi TLC si parla anche di un ambiente business. Oltre a stipulare contratti, la amministrazione dell’albergo interagisce coi Fornitori, svolgendo varie attività di gestione dei servizi TLC e.g. ricevere/pagare le fatture relative ai servizi fruiti, ottenere informazioni sui consumi relativi ai servizi resi e/o su futuri servizi, notificare malfunzionamenti segnalati dagli Utilizzatori, modificare i servizi esistenti e/o aggiungere altri servizi supplementari, controllare che il livello di sicurezza delle comunicazioni sia quello pattuito etc. Notare che tutte queste attività implicano uno scambio di informazione fra Cliente e Fornitori di servizi utilizzando “canali” talvolta diversi dai canali di natura elettromagnetica usati dagli ospiti dell’albergo nel corso della fruizione dei servizi TLC. Ad esempio l’invio e il pagamento delle fatture telefoniche può farsi attraverso posta o attraverso banca. Notare come, con l’avvento di internet, la partecipazione del Cliente alla gestione dei servizi divenga sempre piu’ attiva e gli permetta di interagire sempre più intimamente e profondamente con i processi gestionali interni al Fornitore di servizi. Si allude qui a nuove tecniche di relazioni Clienti Personalizzate che vanno sotto il nome di Customer Relation Management (CRM) basate sull’utilizzazione di servizi on-line, di cui ci occuperemo verso la fine di questo corso. Tutto questo si riassume dicendo che un utenza business, nella Persona TLC del suo ufficio amministrativo (“amministrazione”), è un Cliente (customer) dei Fornitori di servizi TLC e collabora con essi nella gestione dei servizi per far sì che le condizioni definite nei contratti SLA, relative ai prezzi della fornitura e la qualita’ dei servizi resi, siano soddisfatte. L’ informazione scambiata nell’ambito della attività di gestione dei servizi è denominata «informazione di gestione servizi». Essa fluisce in due reti gestionali separate di cui una, interna alla TelCo, supporta processi interni di gestione servizi e l’altra, esterna alla TelCo , supporta processi esterni di gestione relazioni clienti che implicano il coinvolgimento del Cliente (processi «Customer Care» o processi di «gestione relazioni clienti, CRM»). Questi ultimi spesso usufruiscono di risorse pubbliche condivise e.g. rete pubblica telefonica, internet, bancaria, postale etc. 258 C entro di L avoro Sistem i di esercizio T erm inali di O peratore OS OS OS OS R E T E C O M U N IC A ZIO N E D A T I (D C N ) R ET E D I G E ST IO NE T erm inale di G estione E lem ento di R ete RETE U & S Fig. 2.3.1.7 Dettaglio di una rete TMN per la gestione di elementi di rete Una volta acquisiti i servizi dai vari Fornitori, l’amministrazione (i.e. il Cliente) abilita/autorizza gli ospiti dell’utenza business (i.e. gli Utilizzatori), a usufruire dei servizi. All’interno dell’utenza business in generale esiste anche un “Gestore dei Sistemi Informativi” (e.g. dipartimento di Management of Information Systems, MIS) che si occupa della gestione dei sistemi informatici locali (e.g. PBX, LAN, terminali etc). Ad esempio, l’MIS si occupa della manutenzione dei terminali e, al tempo stesso, fornisce all’amministrazione dati sulla durata e destinazione delle telefonate internazionali effettuate dagli ospiti per addebitarne loro i costi. Alla luce di quanto detto, riconosciamo che l’ ufficio amministratvo, gli ospiti e gli impiegati del dipartimento MIS sono stakeholders che operano all’interno dell’Utente finale e giocano i ruoli di Cliente finale, Gestore MIS e Utilizzatore finale. I primi due ruoli sono relazionati al terzo ruolo tramite processi di abilitazione, autorizzazione e assistenza. 259 Il Cliente assieme ai singoli Fornitori di servizi TLC, è responsabile della gestione dei servizi e comunica coi diversi Fornitori attraverso apparecchiature terminali di gestione e canali di gestione che possono differire dai terminali e dai canali di utilizzazione usati dagli Utilizzatori. Tutto ciò è vero in generale per tutte le cosidette «utenze business». Per le utenze residenziali private, chiamate anche «utenze consumer», esiste un unica entità fisica, l’Utente, la quale gioca simultaneamente il ruolo di Utilizzatore e Cliente. 2.3.1.4 Informazione di gestione (gestione delle tecnologie ICT in un sistema TLC) L’informazione di gestione esiste anche nel caso di gestione di una rete e dei suoi elementi (vedi dopo). Ad esempio in Fig. 2.3.1.6 è mostrata le gestione degli autocommutatori attraverso una rete facente capo a Centrali di Esercizio e Manutenzione, CEM (nel linguaggio ITU indicati anche come OS, Operations Systems o Sistemi di esercizio). Infatti secondo il modello gestionale ITU l’entità gestita è una rete U&S e l’informazione di gestione fluisce in una rete dati gestionali (DCN, Data Communication Network, vedi Fig.2.3.1.7) facente parte di una Telecommunication Management Network (TMN) separata dalla rete U&S . 2.3.2 Classificazione delle tecnologie ICT in un sistema TLC Un sistema TLC osservato da un Punto di Vista Engineering rivela l’esistenza di Tecnologie ICT. Notare che eventuali componenti ausiliari nonICT (e.g. infrastrutture meccaniche di supporto, centrali di produzine di energia elettrica, strutture murarie) non sono “visualizzate” da un Punto di Vista Engineering Se poi le Tecnologie ICT sono osservate da un Punto di Vista più specializzato e.g. Punto di Vista Engineering/Network Operator se ne possono mettere in evidenza anche le caratteristiche di interesse al Network Operator, proprietario, gestore e operatore delle tecnologie stesse (caratteristiche relative ad acquisizione, installazione, attivazione, controllo delle prestazioni, raccolta dati di consumo etc.) Le Tecnologie ICT sono abilitatori tecnologici dei servizi TLC e sono classificate in base alla natura (format e scopo) dei relativi flussi di informazione Quindi, come già indicato, le Tecnologie ICT sono classificate come segue : 1) tecnologie di utilizzazione, che elaborano/trasferiscono/immagazzinano l’informazione di utilizzazione scambiata durante la fase di erogazione/fruizione dei servizi TLC (TLC service core). In una grossa rete di utilizzazione è sempre possibile riconoscere le seguenti sezioni: i) una sezione interna (rete di trasporto) dove sono situati gli elementi di rete necessari al trasferimento a distanza dell’informazione i.e. apparecchi o dispositivi di rete (nodi di transito) e mezzi di trasmissione elettromagnetici, condivisi da tutte le Postazioni di Utente (PU) dove risiedono gli Utilizzatori della rete, e 260 Sezione di Accesso RETE Sezione Interna NA/AL TR PU AT Interfaccia Utente Rete U Fig. 2.3.2.1 ii) una sezione di accesso («ultimo miglio», last mile o rete di accesso) che contiene gli elementi di rete necessari a connettere una o alcune PU alla sezione interna, connessione effettuata nei nodi di accesso (NA) alla sezione interna. Lo Stadio di Linea in Fig.2.3.1.1 è un nodo di accesso ed è anche denominato Centrale Locale. Quindi un nodo di accesso, da un lato interfaccia con un nodo di transito mentre da un altro lato interfaccia con una postazione di utente. Nel caso di PSTN nel nodo di accesso risiede un «autocommutatore locale, AL» («local exchange» o «central office switch» in USA). Un Utilizzatore della rete (e.g. Persona fisica) accede ad essa tramite un «apparecchio terminale» (AT) (Terminal Equipment) che interfaccia la rete in una «terminazione di rete» (TR). La interfaccia di separazione AT-TR viene chiamata l’ Interfaccia Utente - Rete (User Network Interface, UNI) e si trova all’interno della PU. Una connessione circuitale fra interfacce UNI remote si chiama «connessione end-to-end». Nel caso di una rete dati (o rete di computers) AT e TR si chiamano rispettivamente DTE (Digital Terminal Equipment) e DCE (Data Circuit-terminating Equipment), che nel caso di linea telefonica è un modem. Una PU è connessa alla sezione interna della rete tramite un «allacciamento d’utente» che nel caso più semplice è una «linea d’utente». 2) tecnologie di segnalazione che processano/trasferiscono informazione di segnalazione da una località all’altra e.g. reti di segnalazione come Common Channel Signaling System No.7, CCSS No.7 e equipaggiamento SP (Signaling Points) dove origina e termina l’informazione di segnalazione. 261 Le tecnologie di utilizzazione e di segnalazione possono conglobarsi in un unico gruppo denominatoi tecnologie U&S che può essere specializzato in tecnologie dedicate a specifiche attività come mostrato nell’albero gerarchico di Fig. 2.3.2.3 /2.3.2.4 3) tecnologie di gestione e.g. elaboratori digitali che processano informazione di gestione e.g. Sistemi di Esercizio (OS), Sistemi di Supporto (NSS; OSS, BSS), reti di trasporto dati gestionali e postazioni di lavoro residenti in centri di gestione. L’ITU- T usa l’unico termine “OS” (Operation Systems) per indicare un qualsiasi sistema gestionale e chiama «Rete di Gestione delle Telecomunicazioni» o, in inglese Telecomunication Management Networks, TMN il complesso di OS, postazioni di lavoro e reti dati gestionali. La gestione degli elementi di rete è effettuasta con i sistemi di esercizio OS (Operations Systems). C’è poi la gestione di rete con NSS (Network Support Systems), la gestione servizi TLC con tecnologie OSS (Operation Support Systems) e la gestione delle relazioni di business con Clienti, altre TelCo e fornitori di tecnologie ICT (Suppliers) con tecnologie BSS (Business Support System). Notare come le denominazioni NSS, OSS e BSS sia una terminologia non-ITU. La suddivisione delle tecnologie gestionali in OS, NSS, OSS e BSS è mostrata negli alberi gerarchici di Fig. 2.3.2.3/2.3.2.4. A differenza della “Gerarchia di Contenimento” esposta in precedenza dove gli elementi di un livello gerarchico sono legati agli elementi del livello superiore dalla relazione “is part of”, gli alberi gerarchici nelle Fig. 2.3.2.3/2.3.2.4 sono “Gerarchie di Ereditarietà” nella quale gli elementi di un livello gerarchico sono legati agli elementi del livello superiore dalla relazione “is a” (“è una”). Ad esempio una tecnologia gestionale servizi “is a” (è una) tecnologia gestionale che a sua volta “is a” (è una) tecnologia ICT. Quindi le Tecnologie ICT componenti di un sistema TLC ( come del resto gli elementi di un qualsiasi sistema complesso) posso essere classificate con classificazioni gerarchiche tipo “Contenimento” o “Ereditarietà”. Questi concetti saranno frequentemente usati nella seconda parte del corso quando si parlerà degli “oggetti gestiti” • OS e DCN Ogni ICTS produttrice di Reti e Elementi di Rete da installare in un sistema TLC costruisce e fornisce anche le tecnologie necessarie alla sua gestione, e.g. supervisione e controllo a distanza del suo funzionamento (i.e. lettura dati di funzionamento e ricezione dati di controllo). Queste tecnologie vanno sotto il nome di “sistemi di esercizio” (in inglese OS, Operations Systems). Esse, da una parte sono collegati agli elementi di rete gestiti tramite dispositivi terminali di gestione direttamente o via dispositivi di mediazione, mentre dall’altra parte fanno capo ad un certo numero di postazioni di lavoro (workstations) locali o remotizzate, dove risiedono gli addetti alla gestione. Le postazioni di lavoro, gli OS, i dispositivi terminali e di mediazione sono interconnessi da reti di comunicazione dati gestionali (Data Communication Network, DCN) Una standardizzazione vendor independent basata su modelli gestionali generici permette la 262 utilizzazione di uno stesso tipo di OS per elementi di rete realizzati con tecnologie implementative diverse. (Vedi G.Fantauzzi, “I sistemi software per le reti e i servizi TLC” Franco Angeli, 2000, pag.21). • NSS Poiché gli elementi di rete non sono isolati ma sono interconnessi e funzionano all’interno di reti TLC, un sistema TLC contiene anche “sistemi di supporto alle operatività di rete” (NSS, Network Support Systems) dedicati alla gestione della rete TLC considerata nel suo complesso (“end-to-end performance” della rete). Si distinguono “NSS dati” e “NSS di processo” a seconda che il loro compito sia l’archiviazione dei dati o la loro elaborazione (vedi par.1.0.3.2). A differenza degli OS, realizzati con minielaboratori attestati sui singoli elementi di rete, gli NSS di processo sono costituiti da pacchi di software applicativo che girano su elaboratori di grosse dimensioni. Gli OS possono essere tecnologie proprietarie a se stanti o esser integrati con gli NSS. Gli OS e gli NSS costituiscono le risorse gestionali necessarie ad una TelCo per effettuare la gestione della sua infrastruttura tecnologica abilitante i servizi TLC • OSS Un sistema TLC contiene anche “sistemi di supporto alle operativita’ (OSS, Operations Support Systems) dedicati alla gestione dei servizi TLC e.g. gestione ordini, prestazioni, reclami,.fatturazione, etc. Anche gli OSS sono classificabili in OSS di strato dati e OSS di processo. Gli OSS di processo sono pacchi di software applicativo che girano su eleboratori di grosse dimensioni mentre gli OSS dati sono specializzati alla archiviazione dati gestionali. Entrambi sono finalizzati all gestione dei “Servizi”. Questo significa che gli OSS sono specializzati ai processi relativi alla gestione dei servizi TLC su base “classe di servizio” e sono “interni” alla Telco senza coinvolgimento dei singoli Clienti esterni. Abbiamo già visto come i vari OSS e NSS siano costituiti da applicazioni gestionali che pur specializzate per tipi diversi di gestione in effetti sono integrate in modalità “loosely coupled” su una piattaforma comune e le loro esecuzioni sono schedulate da work flow controllers. • BSS I processi di business relativi alla gestione delle Relazioni Clienti (Customer Care) con coinvolgimento diretto dei singoli Clienti e delle relazioni con altre imprese “partner” (con cui si collabora per fornire servizi TLC) o “suppliers” (da cui si comprano tecnologie necessarie alla fornitura dei servizi TLC) sono accuditi da sistemi di supporto chiamati “Sistemi di Supporto del Business” (BSS, Business Support Systems). In questo corso noi assumiamo che tecnologie BSS siano dedicate a processi operativi In sistemi gestionali recenti la tendenza è quella di sviluppare sempre più soluzioni integrate del tipo BSS/OSS. In definitiva, riconosciamo che la gestione complessiva di una TelCo è supportata dai seguenti “sistemi di supporto”: OS, NSS, OSS, BSS integrati sia a livello processi 263 che a livello tecnologico in un unico sistema informatico (Gestione TLC, con la G maiuscola, Vedi Capitolo 1) Una buona performance complessiva di impresa sostenibile nel tempo in una economia di mercato è il risultato finale che il management dell’impresa si propone di raggiungere attraverso la integrazione di processi gestionali relativi alle gestioni di reti, servizi, relazioni clienti e relazioni con partners e suppliers. I vari tipi di gestione vanno proprio visti nel contesto di una gestione complessiva di impresa finalizzata al raggiungimento di una performance economica, sociale, ambientale ottimale. OSS Dati Canoni Tariffe Sconti Servizi Prodotti OSS Processi OSS Processi (Service Ordering & Negotiation) (Performance Monitoring & Problem Handling) Realizzazione impianti utente Gestione Impresa NSS Processi Gestori partner • • • • Archivi Clienti Contratti Assegnazione risorse alle utenze Pianificazione e progettazione reti Modifiche reti Misura consumi Sincronizzazione Basi Informative OS Fatture Pagamenti OSS Processi (Billing) Analisi impianti utente Dati Consumi NSS Dati Equipaggiamento esistente e in approntamento Impianti Utenze In Rete Analisi Rete Attivazione / Disattivazione OS OS OS OS Rete TLC (U&S) gestieconomia Fig.2.3.2.2 Relazione fra tecnologie gestionali (vedi G.Fantauzzi op.citata p.355) 264 Sistemi Esercizio • Funzioni svolte e tecnoservizi offerti dalle tecnologie gestionali (Management Functions & Services) In un sistema TLC lo scopo del complesso delle tecnologie gestionali (Rete di Gestione o Rete TMN, Telecommunications Management Network) è supportare la gestione sia delle tecnologie U&S contenute nel sistema (OS, NSS) sia dei servizi TLC abilitati dal sistema stesso (OSS/BSS). Questa situazione è rappresentata schematicamente in Fig. 3.1.1 (vedi anche Fig.1.2.1.1). I primi processi di standardizzazione (ITU-T Recom. M.3200 e M.3400) caratterizzavano una Rete di Gestione come una rete che svolgeva funzioni gestionali (Management Functions) e offriva tecnoservizi gestionali (Management Services) al gestore e.g. il Network Operator di una TelCo, proprietario della rete. NOTA 3.1.2.1 Tuttavia come indicato in 1.3.2.1 la caratterizzazione (bottom-up) in termini di “Management Functions & Services” incentrata sulle Reti di Gestione è stata poi sostituita da una caratterizzazione (top-down) in termini di “Business Objectives & Processes” incentrata sul business della TelCo. Elemento di Sistema TLC TECNOLOGIA ICT TECNOLOGIA di UTILIZZAZIONE MANUFATTO non-ICT TECNOLOGIA di SEGNALAZIONE TECNOLOGIA di GESTIONE TECNOLOGIA U & S TECNOLOGIA per la GESTIONE di RETI & ELEMENTI di RETE (OS, NSS) TECNOLOGIA per la TECNOLOGIA per la GESTIONE dei GESTIONE delle SERVIZI TLC (OSS) RELAZIONI di BUSINESS (BSS) Fig. 2.3,2.3 Classif ica1 265 TECNOLOGIE di UTILIZZAZIONE TECNOLOGIE di SEGNALAZIONE TECNOLOGIE U & S ELEMENTO di RETE RETE RETE di ACCESSO APPARECCHIATURA di RETE APPARECCHIATURA TERMINALE Fig. 2.3.2.4 RETE di TRASPORTO LINEA di GIUNZIONE Classifica2 2.3.3 Tassonomia delle Tecnologie ICT prodotta dall’ANIE (Solo lettura. Non fa parte del programma 2008-2009) L’ Osservatorio ICT-ANIE (Associazione Nazionale Industrie Elettroniche) ha recentemente prodotto una tassonomia delle tecnologie ICT. Più precisamente si tratta di uno studio della morfologia (segmentazione) dei mercati dei prodotti e servizi TLC sia dal lato dell’offerta che della domanda (E.Pontarollo, “Reti e servizi per il XXI secolo: il ruolo dei fornitori di tecnologie”, ANIE, 2007). Una tassonomia del genere è anche utile ad effettuare studi statistici (raccolta dati econometrici) sulla natura e investimenti di Ricerca & Sviluppo nel settore delle TLC (e.g. attività svolta dall’organizzazione internazionale OCSE). Noi abbiamo rappresentato i dati ANIE nella struttura gerarchica ad albero mostrata in Fig.2.3.2.1,2 con le istruzioni per la lettura fornite in Fig.2.3.2.3. Le tavole lette da sinistra a destra indicano apparecchiature sempre più specializzate secondo criteri di diversa natura. Prove di lettura verranno effettuate durante le esercitazioni. Ad esempio un “Edge Router di Rete Fissa” (P.512) è un Apparato U&S (P.31) per il Networking di Rete (P.42) in una Rete TLC Fissa (P.21) parte di una Infrastruttura di Rete (P.11). Notare come la classifica dei sistemi OSS di supporto alle operatività (P.410P.412) sia fatta seguendo il modello FAB (Fullfilmement, Assurance, Billing) del consorzio TMF (TeleManagement Forum) 266 Fig.2.3.3.1 1. Mercato di appartenenza TLC Product Classification 2. Tipo di Rete 3. Categoria di Prodotto [1] Model (Osservatorio ICT 4. Funzione di Apparato ( Usage & Signaling , Mngmnt ) P .41 Controllo chiamata & Gateway X = P .11 Infrastruttura TLC (Rete TLC) P .21 Rete TLC Fissa P .31 Apparati ( Usage & Signaling ) [2] P .22 Rete TLC Mobile P .42 Networking di rete P .43 Trasmissione Rete Fissa P .51 HW Centrale Commutaz . TDM P .52 Softswitches P .53 Media Gateway IP - PSTN P .54 Session Controller IP - IP P .510 ATM Switch P .511 IP Core Router P .512 Edge Router P .513 Content Delivery Server P .44 Accesso 2. Tipo di Sistema / Terminale TLC P .12 Sistemi & Terminali TLC generici (Consumer, Aziende) P .23 Sistemi di Accesso To TABLE 2 P .24 Terminali fissi P .25 Terminali mobili 2. Tipo di prodotto ICT per Aziende ( pA ) P .13 Prodotti ICT per Aziende (pA ) P .32 OSS (Manage ment) P .34 Servizi P .530 DSLAM (ATM/IP) P .531 Access Gateway P .420 Intelligent Ntwk P .421 Profile Database * P .422 Voice application servers * P .423 Media servers * P .424 QoS servers * P .425 Video servers P .426 User Management P .427 Application support srvr P .428 Services delivery platform P .429 Content mngmt , Digital right mngmt P .4210 Middleware * P .4211 User Agent * * 267 Rete Mobile P .61 MSC 2G P .62 MSC 3G P .63 Gateway P .610 IP Switch P .520 Apparati SDH/SONET P .521 Next Gen. P .520 , Apparati DWDM 4. Piattaforma SW e/o HW P .33 Applica tions & VAS P .25 Apparato ICT pA P .26 Sistema ICT pA To TABLE 2 P .27 Servizio ICT pA P .410 Billing & Revenue Mngmt P .411 Service Assurance & Network Mngmt P .412 Service Fullfilment P .413 Access Ntwk Mngmt System * - ANIE) 5/6 Tipo di apparato P .620 BSS 2G P .621 BSS 3G P .622 Ponti Radio 4. Tipo di servizio P .430 Cablaggio* P .431 Supporto, manutenzione, riparaz . P .432 Managed services / Outsourcing (OS) P .433 Business Consulting (BC) services P .434 Formazione P .435 Prepar . Siti * * 5. Tipo serv . OS/BC P .540 Network OS P .541 Security OS P .550 Business Process OS P .551 Consulting P .552 Design serv . Fig.2.3.3.2 1. Mercato di appartenenza From TABLE ! P .12 Sistemi & Terminali TLC generici Product Classification 2. Tipo di Sistema/Terminale Residential Gateway Modem xDSL Set Top Box (dati) IAD Triple Play (video, dati, voce) WLL/ WiFi access point P .25 Terminale mobile 2. Tipo di Prodotto ICT per Aziende ( pA ) P .330 P .331 P .332 P .333 Telefono GSM Telefono GPRS Telefono UMTS Smart Phone / PDA 3. Tipo di Apparato 4. Apparato P .340 Centralino P .440 PBX P .441 PBX ibrido / IP P .341 Networking P .342 Server P .343 PC P .450 LAN Switch P .451 Storage Area Network P .452 Security Equipment 3. Tipo di Sistema P .27 Servizi ICT Decoder satellitare Parabola satellitare PMP CATV 4. Sistema P .350 BSS P .460 CRM P .461 Business Intelligence P .462 ERP P .351 Web P .470 Intranet P .471 Internet / Extranet pA pA 268 4. Tipo di servizio OS / BC 3. Tipo di servizio P .360 Implementa zione pA P .13 Prodotti ICT per Aziende ( pA ) P .26 Sistemi ICT P .315 P .316 P .317 P .318 P .320 Telefono POTS P .321 Telefono IP, Video Telefono P .322 Telefono Bluetooth / WiFi / DECT P .323 Apparati video ( video sorveglianza, web cam ) P .323 PC P .24 Terminale fisso P .25 Apparati ICT 3. Sistema / Terminale P .310 P .311 P .312 P .313 P .314 P .23 Sistema di Accesso Model (Osservatorio ICT ANIE) P .361 Supporto & Manutenzione P .362 Managed Services / Out sourcing (OS) P .363 Business Consulting (BC) P .364 Formazione - P .480 Corp. Ntwk OS P .481 Corp. Security OS P .482 Desktop/ Data Cntr OS P .483 Web Hosting P .490 Business Proc . OS P .491 Consulting P .492 Design Serv . Fig. 2.3.3.3 LEGENDA = Replace next neighbour entity of lower specialization = Add to next neighbour entity of lower specialization ( * ) Solo rete fissa (* *) Solo rete mobile ACRONIMI BSS = Base station Sub - System CRM = Customer Relation Management DSLAM = Digital Subcriber Line Access Multiplexer DWDM = Dense Wavelength Division Multiplexing GPRS = General Packet Radio Services GSM = Global Standard for Mobile Communications IAD = Integrated Access Device MSC = Mobile service Switching Center OSS = Operational Support System UMTS = Universal Mobile Telecommunication System VAS = Value Added Service WLL = Wireless Local Loop REFERENCES (1) (2) Prodotto = Bene e/o servizio Un “ Apparato ” è denominato “ Prodotto in senso stretto ” nel modello ANIE ESEMPI di LETTURA delle TAVOLE (Uso delle parentesi graffe e def P.21 Rete TLC Fissa P.22 Rete TLC Mobile P.31 Apparati P.32 OSS P.33 Applications & VAS P.34 Servizi inizione di “Traiettoria ”) P.41 Controllo chiamata & Gateway P.42 Ntwkng di rete P.43 Trasmissione P.44 Accesso 269 I prodotti P .22.31.44 sono “Apparati di acesso a reti mobili ” (specializzati nei prodotti P .620 – P.622) 2.4 Gli “stati” di una tecnologia ICT: funzionalità primarie, funzioni primarie e condizioni di funzionamento. Da un punto di vista gestionale è importante supervisionare e controllare la “condizione” in cui si trova un elemento di rete TLC ad un certo istante di tempo. (area funzionale “Configuration Management” nel modello funzionale FCAPS dell’ITU-T). Questo equivale a dire che è importante conoscere i valori istantanei di certi parametri che caratterizzano la condizione di un certo elemento di rete. Se l’elemento di rete reale da gestire è rappresentato da un “oggetto gestito” immagazzinato in una base dati, venire a conoscenza della sua condizione istantanea equivale a leggere i valori di certi “attributi” dell’oggetto stesso (“attributi di stato”) (Vedi Parte 2 del corso). Uno stesso elemento di rete ha diversi attributi di stato: alcuni sono specifici dell’elemento stesso mentre altri sono comuni a tutti gli elementi che si possono anche trovare in reti tecnolgicamente diverse. La ITU-T nella Raccomandazione CCIT X.731 “OSI-SM Part 1, State Management Function” (1992) ha identificato gli “attributi di stato” comuni a tutti gli elementi di rete e li ha inseriti nel suo modello gestionale generico “Generic Network Information Model” pubblicato nella Raccomandazione M.3100. Più precisamente la ITU-T caratterizza le condizioni di un elemento di rete con “attributi di stato” e “attributi di status” il cui valore specifica più dettagliatamente le condizioni già specificate dall’attributo di stato. In questo paragrafo studiamo gli “attributi di stato” di una Tecnologia ICT come definiti dalla ITU-T e poi li interpretiamo in termini di “possesso di funzionalità” e “svolgimento di funzione” 2.4.1 Gli “stati” di una tecnologia ICT L’ITU-T suggerisce che lo “stato” in cui si trova una qualsiasi tecnologia ICT gestita possa essere “osservato” da uno di tre possibili Punti di Vista: 1. Amministrazione (i.e. se esiste o meno l’ autorizzazione all’uso della tecnologia da parte del gestore) 2. Operabilità (i.e. se la tecnologia è in condizioni di funzionare o meno) 3. Utilizzazione (i.e. se la tecnologia è utilizzata parzialmente o completamente oppure non è utilizzata affatto) e, conseguentemente, esiste uno stato di operabilità, uno stato di utilizzazione e uno stato amministrativo. Da un punto di vista gestionale lo “stato” di una tecnologia ICT può essere identificato con un indice numerico come indicato nella Fig. 2.4.1. Ad esempio uno stato di utilizzazione “4.3” indica che la tecnologia ICT è “occupata” (busy) 270 Lo stato amministrativo ha tre valori : 1.1 bloccata (locked), (tecnologia con divieto amministrativo di fornire sevizi agli utilizzatori) 1.2 sbloccata (unlocked) (tecnologia con permesso amministrativo di fornire servizi agli utilizzatori) 1.3 “in chiusura” (shutting down). (il funzionamento della tecnologia è permesso per l’utilizzatore in corso ma è vietato per futuri utilizzatori) 2.2 ENABLED 2.1 DISABLED 3.1 IDLE 3.2 ACTIVE 3.3 BUSY 1.1 LOCKED 1.2 UNLOCKED 1.3 SHUTTING DOWN Stato Fig.2.4.1 Rappresentazione “nested box” degli “stati” di una tecnologia ICT evidenziati dai Punti di Vista amministrazione (rosa), operabilità (verde) e utilizzazione (arancio). Certe condizioni di funzionamento influenzano il funzionamento della tecnologia e.g. possono impedirlo o farlo avvenire a diversi livelli di prestazione (livello 1, celeste). Lo stato reale della tecnologia si vede “drilling down” nella figura. Lo stato di operabilità ha due valori 2.1 Disabilitato, Disabled (la tecnologia è completamente inattiva e incapace di fornire servizi agli utilizzatori e.g. a causa di guasti. 2.2 Abilitato, Enabled (la tecnologia è completamente o parzialmente operabile) Lo stato di utilizzazione ha tre valori : 271 3.1 Inattivo o quiescente, Idle (la tecnologia al momento non è in uso) 3.2 Attivo, Active (la tecnologia al momento è in uso e dispone di ulteriore capacità per poter accettare altri utilizzatori) 3.3 Occupato, Busy (la tecnologia al momento è in uso ma non dispone di ulteriore capacità per poter accettare altri utilizzatori) Ma attenzione anche alle condizioni esterne! Per una singola tecnologia ICT esistono anche “condizioni esterne di funzionamento” o “condizioni esterne di utilizzazione” che la possono influenzare in varie maniere nel momento in cui essa deve funzionare o nel corso del suo funzionamento. A seconda di “come” queste condizioni sono soddisfatte oppure “se” queste condizioni non sono soddisfatte, la tecnologia può essere attiva e offrire vari livelli di prestazione (prestazione ottima, buona, media, pessima) oppure non funzionare affatto. Ogni tecnologia ICT, dal punto di vista dell’utilizzatore è una risorsa logica e fisica con certe limitazioni funzionali i.e. opera su certe larghezze di banda, certi livelli di potenza, una certa capacità di processing e di memoria limitate. L’influeza dell’ambiente circostante sulla tecnologia deve rispettare questi limiti i.e. le condizioni esterne in cui una tecnologia opera devono essere compatibili con quelle definite dai valori specificati nella “specifica di funzionamento” della tecnologia stessa. Ad esempio una tecnologia con un certo numero di canali trasmissivi funziona correttamente se in ognuno di essi i livelli di rumore (N) e di interferenza (I) sono modesti rispetto ai livelli di segnale utile (S) cioè essa funziona correttamente se i valori effettivi dei rapporti S/N e S/I nei singoli canali sono superiori o uguali a quelli di specifica. Se in un sistema TLC wireless l’attenuazione di tratta aumenta a causa di fenomeni atmosferici avversi e la potenza in uscita del trasmettitore non può essere congruamente aumentata, il sistema può funzionare male cioè con bassa qualità o non funzionare affatto. Nel caso di accesso multiplo (risorsa condivisa) il numero di utilizzatori non può superare quello indicato nelle specifiche di funzionamento cioè le condizioni di funzionamento sono soddisfatte per un numero limitato di utilizzatori. In presenza di temperature ambientali superiori a quelle di specifica una tecnologia ICT può non funzionare affatto. Tutto questo avviene indipendentemente dalle condizioni di operabilità della tecnologia stessa e dallo stato di autorizzazione deciso dal gestore. Una tecnologia ICT può essere perfettamente “abilitata” e “sbloccata” (cioè operabile e autorizzata amministrativamente ad operare) ma trovarsi nella condizione di non poter funzionare perché certe condizioni esterne di utilizzazione non sono soddisfatte Durante lo stato attivo una tecnologia ICT può presentare diversi livelli di prestazione a seconda delle condizioni di utilizzazione prevalenti in quel momento. 272 2.4.2 Funzionalità primarie, funzioni primarie e condizioni di funzionamento di una tecnologia ICT Abbiamo visto che una Tecnologia ICT, durante il suo ciclo di vita, può trovarsi in diversi “stati” e.g. messi a fuoco osservando la tecnologia dal punto di vista della sua operabilità, utilizzazione, stato amministrativo. Tutti questi stati possono essere intrerpretati in maniera unitaria (e quindi didatticamente efficace) applicando alle tecnologie ICT il paradigma “funzionalità-funzione” o meglio studiando il comportamento di una tecnologia ICT in termini di “possesso di funzionalità” e “svolgimento di funzione”. (rispettivamente indicate con pF e sf nella Tavola 2.4.1) e riconoscendo che il secondo è la attuazione (messa in atto) del primo compatibilmente con il soddisfacimento di certe “condizioni di utilizzazione” esterne prevalenti al momento. Tutto questo è importante perché è propedeutico al concetto di “tecnoservizio” erogato da una Tecnologia ICT ad un suo utilizzatore esterno (vedi par.2.5). I servizi internet o di telefonia vocale che noi ingegneri studiamo nei nostri corsi universitari di “Reti per Telecomunicazioni” sono “tecnoservizi” erogati da reti internet o di telefonia e costituiscono l’ “essenza” dei servizi internet o di telefonia vocale commercialmente disponibili i.e. offerti in un Ambiente Business (vedi Cap.4). Nel par.1.0.1 abbiamo introdotto il paradigma funzionalità-funzione per i TLC stakeholders. E’ utile applicare il paradigma “funzionalità-funzione” anche alle Tecnologie ICT. Una Tecnologia ICT è un prodotto manufatto/ commercializzato da un impresa ICTS per essere utilizzato da imprese TelCo e Utenti per erogare e fruire di servizi TLC. Una Tecnologia ICT è un prodotto che possiede la capacità logica/abilità tecnologica i.e. possiede le risorse logiche (software) e fisiche (hardware, energia), per svolgere una o più funzioni primarie (la “raison d’etre” per cui è stato costruito) cioè possiede un insieme di funzionalità primarie specifiche da vengono attuate al momento opportuno e.g. su richiesta di un utilizzatore esterno, supposta che certe condizioni di utilizzazione esterne siano soddisfatte. Lo svolgimento delle funzioni primarie da parte di una Tecnologia ICT avviene con diversi livelli di qualità denominati “Livelli di Prestazione”(vedi par.2.6). Anche per una Tecnologia ICT il paradigma “funzionalità-funzione”, permette di studiarne in maniera unitaria il “ciclo di vita” cioè il percorso dal momento del suo lancio commerciale alla sua dismissione, attraversando i vari “stati” di attività o quiescenza. Infatti il paradigma “funzionalità-funzione” detta che lo svolgimento di funzioni primarie durante lo stato attivo di una Tecnologia ICT è la attuazione (messa in atto) di funzionalità primarie possedute dalla tecnologia stessa nello stato quiescente quo ante ed avviene su richiesta di un utilizzatore esterno. Ad esempio basta applicare ad una Tecnologia ICT dotata di funzionalità primarie, i.e. in uno stato “operabile” (vedi Fig. 2.4.1), un segnale di ingresso e/o un comando “power on” e/o “switch on” perché la tecnologia svolga le funzioni primarie richieste (e.g. del tipo trasmissione, elaborazione, immagazzinamento di informazione) cioè essa passi da uno stato quiescente (idle) ad uno stato attivo “active” (vedi Fig. 2.4.1) come richiesto. In queste condizioni noi diciamo anche che una tecnologia ICT complessa e.g. una rete TLC, eroga un “tecnoservizio” al 273 suo utilizzatore esterno che ne fa richiesta (e.g. una rete TLC eroga un “tecnoservizio di rete”, vedi par.2.5). Allora, noi diciamo che in una Tecnologia ICT 1) funzionalità primaria, posseduta da una tecnologia ICT è la capacità logica (software) /abilità tecnologica (hardware) di svolgere una funzione primaria (“raison d’etre” di una Tecnologia ICT). 2) funzione primaria, è un insieme coerente di attività svolte da una Tecnologia ICT per raggiungere il suo scopo primario pecificato nelle “specifiche di funzionamento”, “osservabile” da un utilizzatore esterno. Essa, su richiesta di un utilizzatore esterno, attua la corrispondente funzionalità primaria in suo possesso in tanto in quanto certe “condizioni di funzionamento” sono soddisfatte al momento della attuazione (e.g. condizioni ambientali avverse o poco compatitibili con le specifiche di funzionamento della tecnologia e.g. intervallo di temperatura, frequenza e intensità di vibrazioni meccaniche, intensità di radiazioni ionizzanti, attenuazione di tratta in collegamenti wireless etc.). Lo svolgimento delle funzioni primarie da parte di una tecnologia ICT avviene con un livello di prestazione (e.g. insieme di valori misurati di parametri prestazionali normalizzati ai corrispondenti valori nominali di specifica) che dipende anche dalle condizioni di funzionamento. 2.4.2.1 “Funzione primaria” di una tecnologia ICT Una Tecnologia ICT svolge varie attività, alcune completamente interne e non “osservabili” dall’esterno e altre, “osservabili” dall’esterno. Fra queste ultime, identifichiamo una o più funzioni primarie svolte al fine di raggiungere direttamente lo scopo principale (identificato nelle specifiche di funzionamento) per il quale la tecnologia stessa é stata costruita, in ossequio ai desideri/bisogni degli utilizzatori. “Funzione” significa “insieme coerente di attività tesa al raggiungimento di uno scopo predeterminato osservabile dall’esterno” i.e. una funzione può essere attivata dall’esterno e i suoi risultati sono disponibili all’esterno della tecnologia. Alla luce di quanto detto definiamo la funzione primaria di una Tecnologia ICT come segue: “La funzione primaria di una tecnologia ICT è un insieme coerente di attività tese al raggiungimento dello scopo principale per il quale la tecnologia e’ stata realizzata ed è osservabile/utilizzabile dall’esterno”. Una funzione primaria di una Tecnologia ICT è il risultato osservabile/ utilizzabile dall’esterno di un insieme di funzioni interne generalmente ignorate da un utilizzatore esterno (componenti funzionali interne) eseguite seguendo certe regole procedurali prestabilite (logica interna della funzione primaria) tramite elementi fisici strutturati secondo una architettura fisica della tecnologia. 274 2.4.2.2 “Funzionalità primaria” di una tecnologia ICT In corrispondenza del concetto di “svolgimento di funzione primaria ”, è importante introdurre il concetto di “possesso di funzionalità primaria” da parte di una tecnologia ICT, come “possesso della capacità logica/abilità tecnologica di svolgere una funzione primaria” tipica della risorsa. Adottiamo quindi la seguente definizione: ”La funzionalità primaria, posseduta da una tecnologia ICT, è la capacità logica / abilità tecnologica di svolgere una funzione primaria” Una funzionalità primaria, come caratteristica intrinseca e permanente di una tecnologia priva di guasti costituisce la “ragion d’essere” della tecnologia stessa cioè rappresenta il vero scopo per il quale essa è stata costruita. Noi diciamo anche che una funzionalità primaria è inscritta in una tecnologia ICT. STATO della TECNOLOGIA OPERABILITA’ pF sf NO NO SI NO (*) SI SI 3. Attivo (**) SI SI UTILIZZAZIONE 1. Disabilitato 1. Inattivo 2. Abilitato (*) pF = sf , 2. Occupato (**) pF > sf Tavola 2.4.1 Lo svolgimento di una funzione primaria è la attuazione (messa in atto) di una funzionalità primaria specifica posseduta a priori dalla tecnologia ed avviene su richiesta di un utilizzatore esterno o motu proprio da parte della tecnologia (in tal caso la attivazione della funzionalità primaria è già inscritta nella logica). Il processo di attuazione avviene con una qualità che dipende fra l’altro dalle condizioni in cui si trova la tecnologia al momento dell’attuazione. Si parla di “qualità erogata” inferiore alla qualità pianificata e installata originariamente e di un Livello di Prestazione della tecnologia in fase di utilizzazione (Level of Performance, LoP) 275 2.4.2.3 Gli “stati” di funzionamento di una tecnologia ICT interpretati in termini di “possesso di funzionalità TLC” e “svolgimento di funzioni TLC” La Tavola 2.4.1 mostra come il possesso di una funzionalità primaria (pF) da parte di una tecnologia ICT coincida con uno stato di operabilità. Si tratta di una caratteristica intrinseca e permanente di una tecnologia ICT non-guasta. Lo svolgimento delle funzioni primarie puo’ verificarsi o meno a seconda dello “stato di utilizzazione” on “stato di funzionamento” in cui si trova la tecnologia stessa. Lo stato di utilizzazione invece coincide con lo svolgimento di funzioni primarie (sf). Notare che la terminologia “stato di utilizzazione” si riferisce ad una tecnologia generica cioè U & S o di gestione. Ovviamente una tecnologia si può trovare in uno stato di utilizzazione solo se essa è “abilitata” e “sbloccata”. 276 2.5 “Tecnoservizi” forniti dalle Tecnologie ICT Tutti noi ingegneri TLC nei nostri corsi universitari abbiamo imparato che le reti TLC forniscono “servizi di telecomunicazione” ai loro utilizzatori. Per questo questi servizi sono stati anche chiamati “servizi di rete” (network services). Ora vogliamo riconoscere che questi servizi sono in effetti solo una parte dei “servizi TLC” oggi commercialmente disponibili (telefonia, internet, radio, TV etc.), servizi che noi tutti sottoscriviamo, che utilizziamo quotidianamente e per i quali paghiamo la bolletta a fine mese. Proprio per distinguerli dai servizi TLC e per ricordarci che sono forniti da tecnologie ICT direttamente ai loro utilizzatori noi diremo che i “servizi di rete” sono “Tecnoservizi”. Questo termine lo abbiamo coniato ispirandoci all’equivalente termine Inglese “Technical Services”. I servizi di rete costituiscono la parte di “Utilizzazione e Segnalazione” (U&S) di un servizio TLC fornito/acquisito in un Ambiente Business da Service Providers e Clienti e poi sono erogati e fruiti rispettivamente da Network Operators e Utilizzatori. Noi diciamo anche che essi costituiscono l’ “essenza” di un servizio TLC (“TLC service core”). Una definizione di tecnoservizio “A service is a meaningful set of capabilities provided by an existing or intended network to all who utilize it: end users, network providers and service providers” (A.O. Oshisanwo et al.,” IBM Systems Journal, vol.31, no.4, 1992) Tavola 2.5.1 Distinguere fra tecnoservizi forniti da una rete TLC a una TelCo che ne ha la disponibilità e servizi TLC forniti da una TelCo ad una comunità di Utenti sottoscrittori è molto importante specialmante per noi che ci occupiamo di “qualità” e “gestione” dei servizi. Infatti la qualità di un tecnoservizio è il Livello di Prestazione (Level of Performance, LoP) della tecnologia ICT che lo fornisce (rigorosamente misurabile in Ambiente Engineering, vedi par.2.5.7) mentre la qualità di un servizio TLC (Qualità di Servizio, Quality of Service, QoS) dipende anche dalla percezione del soggetto “Utente” che opera in un Ambiente Business. Infine la “gestione” di un tecnoservizio semplicemente….non esiste! Infatti diciamo che la gestione di un tecnoservizio è la gestione della Tecnologia ICT che lo fornisce. Uno degli argomenti più interessanti che studieremo in questo corso è proprio la mappatura “QoS-LoP” fra Qualità di Servizio definita in un Ambiente Business e Livello di Prestazione definito in un Ambiente Engineering (vedi dopo) 277 2.5.1 Trasferimento di funzionalità primarie fra tecnologia ICT e utilizzatore esterno. In questa sezione vogliamo studiare i tecnoservizi avvantaggiandoci del fatto che noi abbiamo già introdotto nel par.2.4 i concetti di funzionalità/funzioni rispettivamente possedute/svolte da una tecnologia ICT. Oggi le tecnologie ICT sono sistemi hardware & software dotati di una complessità fisica e logica, intelligenza (i,e, capacità di trasmissione/processing/ memorizzazione dati) e autonomia (capacità di funzionamento senza interventi dall’esterno, ad eccezione di eventuale fornitura di energia e.g. dalla rete di distribuzione dell’ energia elettrica). Le grandi reti TLC intelligenti (Intelligent Networks, IN) sono un esempio classico di tecnologie ICT complesse, intelligenti ed autonome. In questa sezione usiamo il termine “Tecnologie ICT” per indicare proprio tecnologie ICT complesse, intelligenti e autonome, capaci di eseguire compiti per conto di utilizzatori esterni (persone fisiche o giuridiche) che ne fanno legittimamente richiesta. Nel par.2.4 abbiamo mostrato come una tecnologia ICT svolga una o più funzioni primarie per conto di un utilizzatore esterno al fine di risolvere problemi insorti nel momento in cui egli ha deciso di soddisfare certe sue esigenze. Lo svolgimento delle funzioni primarie rappresenta la “raison d’etre” della tecnologia stessa cioè la ragione per la quale essa è stata costruita. Le funzioni primarie di una tecnologia ICT sono osservabili e utilizzabili dall’esterno, grazie al supporto di certe componenti funzionali interne. Qui assumiamo che un utilizzatore esterno sia una persona fisica o giuridica e che la tecnologia ICT, dal momento del suo lancio commerciale disponga di capacità logica (disponibilità di software e.g. applicazioni, middleware, sistemi operativi) e abilità fisica (disponibilità di hardware e fonti di energia e.g. rete elettrica, batterie, celle solari etc. ) cioè disponga di una o più funzionalità primarie tali da poter eseguire operazioni intelligenti ed autonome come prestabilito e richiesto dai suoi costruttori e utilizzatori. Questo è particolarmente vero per le reti TLC. Il possesso di funzionalità primaria da parte di una Tecnologia ICT è propedeutico allo svolgimento delle corrispondenti funzioni primarie, svolgimento possibile solo se sono soddisfatte certe condizioni di funzionamento o di utilizzazione esterne alla Tecnologia ICT stessa. Lo svolgimento delle funzioni primarie può avvenire con diversi livelli di qualità (Livello di Prestazione) che dipendono sia da queste “condizioni di utilizzazione” sia da come la tecnologia è stata manutenuta nel tempo. E’ probabile che una tecnologia che ha avuto una scarsa manutenzione funzioni con livelli di prestazione piuttosto bassi. In generale esiste un divario (execution gap) fra il livello di prestazione predetto e il livello di prestazione effettivamente erogato e misurabile a posteriori (vedi par.2.6). Nel momento in cui l’utilizzatore effettivamente comincia a disporre di una Tecnologia ICT dotata di certe funzionalità primarie (e.g. nel momento in cui egli ne diventa il proprietario o la prende in affitto o in leasing o in prestito o in accomodato d’uso, vedi par.2.5.6) egli comincia a condividerne le funzionalità primarie cioè anche 278 egli diventa capace/abile a svolgere certe funzioni in caso di desiderio/bisogno, supposto che opportune condizioni di utilizzazione siano soddisfatte. In queste circostanze noi diciamo che l’utilizzatore acquisisce un “tecnoservizio” fornito dalla tecnologia. E’ proprio la capacità logica (software) / abilità fisica (hardware + fonti di energia) delle tecnologie ICT di risolvere autonomamente i problemi dei loro utilizzatori che le rende “fornitrici di servizi”. Ma vediamo meglio. 2.5.2 Tecnoservizi: servizi forniti/erogati da una tecnologia ICT Ricordiamo la definizione di “servizio” da noi adottata in questo corso. In maniera del tutto generale noi definiamo “fornitura di un servizio” da parte di un fornitore (persona o tecnologia) il trasferimento di un insieme coerente di funzionalità dal fornitore a un utilizzatore (persona o tecnologia), al fine di risolvere i problemi insorti o che insorgeranno presso quest’ultimo allorché esso decide o deciderà di soddisfare certe sue esigenze (desideri/bisogni nel caso di persona). In tal caso diciamo che l’utilizzatore “acquisisce” il servizio fornito dal fornitore. Analogamente definiamo “erogazione di un servizio” da parte di un fornitore (persona o tecnologia) e, allo stesso tempo, “fruizione di un servizio” da parte di un utilizzatore lo svolgimento di un insieme coerente di funzioni, attuazione di corrispondenti funzionalità acquisite a priori nella fase di “fornitura/acquisizione” del servizio. Talvolta i termini “erogazione/ fruizione” sono sostituiti dai termini “produzione/ consumo”. Nostra definizione di “Fornitura di Servizio” La “fornitura di un servizio” da parte di un fornitore (persona o tecnologia) è il trasferimento di un insieme coerente di funzionalità dal fornitore a un utilizzatore (persona o tecnologia), al fine di risolvere i problemi insorti o che insorgeranno presso quest’ultimo allorché esso decide o deciderà di soddisfare certe sue esigenze (desideri/bisogni nel caso di persona) FORNITORE Fornitura di un servizio Erogazione di un servizio UTILIZZATORE (Trasferimento di Funzionalità) (Svolgimento di Funzione) Acquisizione di un servizio Fruizione di un servizio Tavola 2.5.2 Alla luce di questa definizione possiamo anche dire quanto segue: “allorché un utilizzatore acquisiace la disponibilità di una tecnologia ICT (e.g. via possesso, affitto, leasing, prestito etc. ) in effetti egli “acquisisce un tecnoservizio fornito dalla tecnologia”. Invece quando l’utilizzatore effettivamente utilizza la tecnologia di cui egli dispone noi diciamo che egli “fruisce di un tecnoservizio erogato dalla tecnologia”. 279 Infatti, una volta acquisita la disponibilità della tecnologia ICT, è sufficiente che al momento opportuno l’utilizzatore attivi la tecnologia a sua disposizione (supposto che sia stata già “inizializzata” cioè pronta per l’uso) i.e. dia il via allo svolgimento delle funzioni primarie direttamente o indirettamente e.g. chiudendo un interruttore “power on” attestato sulla tecnologia ICT oppure semplicemente applicando alla tecnologia ICT un segnale di ingresso. In questa situazione una tecnologia ICT complessa, intelligente ed autonoma non è un semplice strumento per risolvere certi problemi insorti presso il suo l’utilizzatore (e.g. come un trapano è uno strumento per risolvere il problema di fare un buco nel legno) bensì la tecnologia stessa eroga all’utilizzatore un tecnoservizio, al fine di risolvere i problemi insorti presso quest’ultimo (e.g. come un falegname facendo un buco nel legno per nostro conto eroga un servizio finalizzato a risolvere i nostri problemi). Allora notare la differenza (ben nota in campo “marketing”!). fra “strumento per risolvere un problema” (trapano) e “risoluzione del problema” (effettuazione del buco). Ad esempio se consideriamo una TelCo proprietaria di una rete TLC e il problema è collegare attraverso la rete un terminale A con un terminale B su richiesta di un Utente, la erogazione del tecnoservizio di interconnessione da parte della rete (trasferimento di informazione da un terminale all’altro) è finalizzata alla risoluzione del problema e l’Utente, su autorizzazione della TelCo, fruisce di questo tecnoservizio. DUE POSSIBILI RAPPRESENTAZIONI dell’ INTERAZIONE TECNOLOGIA ICT-UTILIZZATORE ATTIVITA’ UTILIZZATORE Un Utilizzatore utilizza una Tecnologia ICT come risorsa per svolgere certe sue attività (rappresentazione uso-centrica o top-down) INTERAZIONE Una Tecnologia ICT eroga un tecnoservizio ad un Utilizzatore per soddisfare certe sue esigenze (rappresentazione tecno-centrica o bottom-up) TECNOLOGIA ICT Persona-macchina Fig. 2.5.1 Relazione Utilizzatore-Tecnologia ICT in fase operativa Quindi fare attenzione alle due possibili fasi nella relazione tecnologia ICTutilizzatore: 1. “fornitura-acquisizione” di un tecnoservizio, allorché l’utilizzatore acquisisce la funzionalità (capacità logica/abilità tecnologica) di una tecnologia ICT per 280 risolvere certi suoi problemi e.g. attraverso acquisto, presa in affitto o in leasing etc. o in accomodato d’uso etc. 2. “erogazione-fruizione” di un tecnoservizio, allorché l’utilizzatore effettivamente utilizza una tecnologia ICT. Avviene in un Ambiente Engineering Servizio TLC UTENTE (Utilizzatore) TELCO (Utilizzatore) Servizio TLC UTENTE (Utilizzatore) utilizza la risorsa Tecnoservizio di rete utilizza la risorsa per fruire del tecnoservizio di rete Local loop LE CPE TE per fruire del tecnoservizio di rete Local Loop Trunk TE LE NAP CPE NAP RETE SAP Rappresentazione usocentrica SAP Rappresentazione tecnocentica (Le prestazioni della rete sono……) Rappresentazione usocentrica Persona TLC Fig. 2.5.2 Un Utilizzatore fruisce di un tecnoservizio di rete tramite apparecchiature di intermediazione CPE (Customer Premise Equipment). LE = Local Exchange, TE = Trunk Exchange. NAP = Network Access Point, SAP = Service Access Point. 2.5.3 Tecnoservizi: caratterizzazione tecnocentrica della relazione tecnologia ICTutilizzatore (Ambiente Engineering) Allorché noi diciamo “una rete internet fornisce/eroga servizi internet ai suoi utilizzatori” facciamo riferimento al fatto che “una tecnologia ICT fornisce/eroga tecnoservizi ai suoi utilizzatori” ed effettuiamo una caratterizzazione tecnocentrica della relazione tecnologia-utilizzatore cioè di questa relazione mettiamo a fuoco le caratteristiche di funzionamento della tecnologia. In senso opposto cioè in una caratterizzazione usocentrica incentrata sull’utilizzatore noi diciamo che “un utilizzatore possiede/utilizza una tecnologia ICT come risorsa per poter svolgere certe sue attività”. In questo caso mettiamo a fuoco le caratteristiche di comportamento dell’utilizzatore ignorando i dettagli relativi al funzionamento della tecnologia abilitante. (Vedi Fig. 2.5.1 ). Quindi, ad esempio: i) una rete TLC in fase operazionale i.e. allorché trasferisce segnali elettrici da una sua porta di ingresso (Network Access Point A) ad una sua porta di uscita (Network Access Point B) per conto di una TelCo sua proprietaria 281 in effetti eroga un tecnoservizio alla TelCo (caratterizzazione tecnocentrica della relazione tecnologia-utilizzatore, che mette a fuoco le caratteristiche funzionali della rete, tipica di un ambiente Engineering) Un utente/utilizzatore di un servizio TLC ha bisogno di equipaggiamento CPE (Customer Premise Equpment) come risorsa per fruire del tecnoservizio erogato dalla rete. (Fig.2.5.2) ii) una Telco utilizza una rete TLC come risorsa per erogare servizi TLC ai suoi utenti. (caratterizzazione uso-centrica o top-down della relazione tecnologia-utilizzatore, che mette a fuoco le attività della TelCo come fornitrice di servizi TLC in un ambiente Business) GESTORE TECNOLOGIA U&S UTILIZZATORE TECNOLOGIA U&S Tecnoservizio di gestione TECNOLOGIA GESTIONALE utilizza Tecnoservizio U&S TECNOLOGIA U&S gestisce Interfaccia gestionale Tecnologia U&S gestita Perona tlc Fig. 2.5.3 Tecnoservizi U&S e tecnoservizi di gestione. Il Gestore di tecnologie U&S, e.g. gestore di rete U&S, è un utilizzatore di tecnologie gestionali (NSS,OS). I parametri prestazionali di rete (LoP della rete U&S) sono misurati nella rete gestita (Tecnologia U&S gestita). La nuvola indica disinteresse per il comportamento delle persone in essa contenute. 2.5.4 Tecnoservizio U&S e Tecnoservizio di gestione I tecnoservizi mettono a fuoco i dettagli del funzionamento di una tecnologia ICT nella sua relazione con gli utilizzatori esterni (“persona” la cui “percezione” di qualità tuttavia non influenza affatto la qualità del tecnoservizio cioè un tecnoservizio ha una “qualità” espressa da un Livello di Prestazione perfettamente quantificabile e misurabile sperimentalmente come avviene sempre in un Ambiente Engineering indipendente dal comportamento del suo utilizzatore). In un tecnoservizio la tecnologia ICT è il fornitore del servizio, e il tecnoservizio prende il nome del suo fornitore (e.g. ad esempio una rete ATM fornisce un tecnoservizio ATM). Così come ci sono tecnologie U&S e tecnologie di gestione così ci sono i relativi tecnoservizi U&S e tecnoservizi di gestione. La Fig. 282 2.5.3 mostra questi due tipi di tecnoservizi e i relativi utilizzatori. Notare come il Gestore di una tecnologia U&S sia un Utilizzatore di tecnoservizi forniti dalle tecnologie gestionali OS/NSS. 2.5.5 Importanza didattica dei tecnoservizi nel corso di GST (contesto interdisciplinare) Perchè è importante l’introduzione del concetto “tecnoservizio” nel nostro corso? Lo abbiamo in parte già detto. Noi abbiamo volutamente introdotto il concetto di “tecnoservizio” in un corso di insegnamento interdisciplinare per studenti di Ingegneria TLC. Infatti attribuiamo ad esso grande importanza didattica, per due motivi: 1) per ricordarci che i tecnoservizi sono servizi forniti da una tecnologia ICT complessa, intelligente ed autonoma ad un utilizzatore esterno in un contesto Engineering proprio come si insegna nell’Ingegneria TLC (e.g. una tecnologia di rete internet fornisce tecnoservizi internet a utilizzatori esterni) e quindi gli studenti di Ingegneria TLC che frequentano questo corso ritrovano nel concetto di ”tecnoservizio” ciò che hanno già studiato nei corsi precedenti di “Reti per telecomunicazioni” (ricordate “reti e servizi TLC”?). E’ molto confortevole ritrovare vecchi concetti in un nuovo contesto come quello da noi adottato in questo corso. Da un punto di vista mnemonico è utile ricordare che grossomodo un tecnoservizio è un servizio fornito da una tecnologia ICT di grande complessità, intelligenza e autonomia al suo proprietario (o affittuario) e.g. una rete TLC fornisce un tecnoservizio di rete ad una TelCo sua proprietaria. Noi non parliamo di qualità di un tecnoservizio bensì di prestazioni della tecnologia che lo eroga (parametri prestazionali oggettivi rigorosamente misurabili). La prestazione della tecnologia è un fatto puramente tecnologico senza alcun contributo dell’utilizzatore esterno come persona fisica o giuridica che potrebbe iniettarvi elementi soggettivi di più difficile misurabilità. Anche per questo noi diciamo che i “servizi di rete” sono tecnoservizi che vengono erogati/fruiti in un Ambiente Engineering e che, quindi i corrispondenti ruoli di Network Operator e Utilizzatore sono ruoli svolti rispettivamente da TelCo e Utente in un Ambiente Engineering o sono “ruoli Engineering”. Ricordare che, Non esiste la gestione di un tecnoservizio U&S; esiste la gestione della tecnologia U&S che lo eroga Non esiste la gestione di un tecnoservizio; esiste un tecnoservizio di gestione (e.g. Management Services forniti da una rete TMN, vedi Cap.3) Non esiste la QoS di un tecnoservizio; esiste l’ LoP della tecnologia che lo eroga. 2) per distinguere nettamente i tecnoservizi dai servizi TLC commercialmente disponibili forniti da un SP a un Cliente TLC in un contesto Business (i.e. quei servizi che tutti noi 283 riconosciamo quando andiamo a pagare la bolletta del telefono a fine mese!). In particolare vedremo come in realtà i tecnoservizi forniti da una rete TLC ad una TelCo siano servizi di rete i quali vengono poi aumentati di valore e impacchettati nei servizi TLC forniti dalla TelCo ai suoi Clienti. Una TelCo aggiunge valore ai tecnoservizi di rete (funzionalità di natura U&S) aggiungendo ad essi funzionalità di natura gestionale. Le funzionalità dei tecnoservizi di rete assieme alle funzionalità gestionali vengono poi venduti come “servizio TLC” ai Clienti al momento della fornitura. Se si osservano i vari processi che si svolgono durante il ciclo di vita di un servizio TLC si vede che i tecnoservizi sono servizi che vengono attivati solo nell’ ambito di un rapporto NO erogatore/Utilizzatore fruitore del servizio TLC (e.g. nello svolgimento di una telefonata) ma non hanno nulla a che vedere con le altre funzionalità/funzioni di gestione contenute in un servizio TLC (e.g. funzionalità/funzioni relative alle aree Fault, Configuration, Administration, Performance, Security del modello FCAPS. 284 SD Strategic Processes 1.1. 2.2. 3.3. 4.4. 5.5. 6.6. ANALISI ANALISIdelle delleOPPORTUNITA’ OPPORTUNITA’ DEFINIZIONE & DEFINIZIONE &FATTIBILITA’ FATTIBILITA’ PROGETTAZIONE PROGETTAZIONE&&VERIFICHE VERIFICHE SVILUPPO (Rete +OSS) SVILUPPO (Rete +OSS) IMPLEMENTAZIONE IMPLEMENTAZIONE&&PROVE PROVE LANCIO COMMERCIALE LANCIO COMMERCIALE Offerte/Vendite Offerte/Vendite Piazzamento/Esecuzione Ordinaz. Piazzamento/Esecuzione Ordinaz. Definizione DefinizioneeeFirma FirmaContratto ContrattoSLA SLA Persona + SP 2.2.PROVISIONING PROVISIONING Installazione/Attivazione Installazione/Attivazione (Fornitura/Acquisizione) (Fornitura/Acquisizione) Utente = Utilizzatore + Cliente 3.3.USAGE USAGE Operational Processes (Transactional) SIX PHASE SERVICE DEVELOPMENT ManTec SERVICE DELIVERY 1.1.NEGOTIATION NEGOTIATION SP + NO Persone (Potenziali Utenti) + SD Utilizzazione & Segnalazione Utilizzazione & Segnalazione (Erogazione/Fruizione) (Erogazione/Fruizione) Addebiti & fatturazione Addebiti & fatturazione Riscossione Riscossionepagamenti pagamenti Manutenzione/Riparazioni Manutenzione/Riparazioni Assistenza Tecnica Post-vendita Assistenza Tecnica Post-vendita Servizio di Call Center Servizio di Call Center Cliente + SP + NO (Customized Service) Utilizzatore Attore 1.1.Segnale Segnalevia vialibera libera 2.2.Digitazione Indirizzo Digitazione Indirizzo 3.3.Segnale Segnalechiamata chiamata 4.4.Inizio sessione Inizio sessione 5.5.Fine Finesessione sessione NTWK TECHNO-SERVICE 4.4.TERMINATION TERMINATION (Service Session) Cessazione & Disinstallazione Cessazione & Disinstallazione PdS Ciclo di Vita Fig.2.5.4 I tecnoservizi di rete nel contesto dei processi di business di una TelCo. Il “ciclo di vita” di un servizio TLC (il tempo scorre dall’alto verso il basso). Il Fornitore è sempre presente, il Cliente appare all’ orizzonte del Fornitore allorchè si informa sui servizi offerti (vendite), l’Utilizzatore appare all’orizzonte del Cliente allorchè il suo terminale viene attivato. Il servizio cessa di esistere allorchè la sua infrastruttura tecnologica di supporto viene disabilitata o addirittura disinstallata. 285 Dominio di responsabilità TelCo (persona giuridica reale) BSS utilizza AMBIENTE BUSINESS Enterprise Manager (Business Resource) Dominio di Utenza SERVIZIO TLC Utente Service Provider (SP) SAP FINAL PRODUCT (Ntwk Service + Service Delivery) Tecnoservizio U&S RETI U&S utilizza Funzionalità U&S (Network Service) fornisce possiede acquisisce Comunità di utilizzatori Cliente Ufficio legale Ammistrazione Finanza CRMAP utilizza Tecnoservizio Gestione Servizi OSS Funzionalità di Gestione (Service Delivery) stipula SLA TC stipula gestisce interconnette (FCAPS) 2 LAN 3 opera gestisce Utilizzatore TU Integrazione OSS-NSS-OS NSS/OS (FCAPS) gestisce Ntwk Operator (NO) 1 utilizza MIS AMBIENTE ENGINEERING Mondo TLC Fig. 2.5.5 I tecnoservizi di rete nel contesto di una “Fornitura/Acquisizione di un servizio TLC”: Il modello “Mondo TLC” rappresenta la fornitura di un servizio TLC come trasferimento di due tipi di funzionalità: Funzionalità U & S e Funzionalità di Gestione. Questo permette di affermare che: Come un sistema TLC osservato da un Punto di Vista SP/Utente mostra “risorse U&S” e “risorse di gestione”, le seconde con un ruolo di supporto rispetto alle prime, così un servizio TLC fornito da un SP a un Utente contiene “funzionalità U&S” e “funzionalità di gestione”, le seconde con ruolo di supporto rispetto alle prime. Metaforicamente il modello assume che la funzionalità U&S sia “impacchettata” (“Packaging process”) all’interno di un “Delivery package” costituito dalle funzionalità gestionali. Per attività di “Gestione di un servizio TLC” si intende lo svolgimento delle Funzioni di Gestione i.e. l’ attualizzazione delle Funzionalità di Gestione condivise da Fornitore e Cliente e supportate dalle tecnologie OSS. Le frecce verticali puntate verso l’alto che attraversano il confine Ambiente Engineering-Ambiente Business rappresentano Tecnoservizi forniti da tecnologie ICT. La QoS percepita dall’ Utente del servizio TLC, e quindi il suo livello di soddisfazione, dipende in gran parte da come la funzionalità U&S viene “impacchettata” e “consegnata” cioè dipende molto dalle funzionalità di gestione e.g. modalità di pagamento, competenza degli addetti al Call Center, prontezza nella riparazioni, accuratezza delle bollette mensili etc. Le Reti U&S e gli OSS sono Tecnologie ICT fornitrici di Tecnoservizi nel dominio amministrativo della TelCo. SAP=Service Access Point, CRMAP=Customer Relation Management Access Point. TU = Terminale di Utilizzatore, TC = Terminale di Cliente. 286 2.5.6 Acquisizione di Tecnologie ICT: comprare, costruire o affittare La acquisizione di una Tecnologia ICT da parte di un aspirante utilizzatore si può articolare in una varietà di scenari pratici. Una TelCo può acquisire la proprietà (attraverso costruzione ad hoc o acquisto di prodotto pre-fabbricato), oppure affittare, acquisire in leasing le tecnologie abilitanti i servizi TLC (nel caso di TelCo non “facility based” come fatto sinora essa può usufruire dei servizi offerti da un'altra TelCo proprietario/gestore di risorse attraverso opportuna relazione di business, e.g. outsourcing). La scelta fra queste varie possibilità dipende molto dal suo business plan i.e. la disponibilità che la TelCo ha di capitali da investire e di come e quando questi capitali sono disponibili e dai costi associati alle varie opzioni. 2.5.6.1 La Telco può comprare (“buy”) o costruire (“build”) le tecnologie ICT Una TelCo che volesse divenire proprietaria di una Tecnologia ICT e.g. rete o elemnto di rete può seguire due approcci: Comprare (buy) una tecnologia prefabbricata o costruire (build) essa stessa la tecnologia desiderata i). Approccio “build” (Fig.2.5.6) Una Telco decide di diventare proprietaria delle Tecnologie ICT di cui abbisogna costruendole in proprio o facendole costruire da un industria manifatturiera di harware e/o da uno sviluppatore di software (ICTS). La Fig.2.5.6 illustra come nell’approccio “build” il processo “creazione/ utilizzazione” di una tecnologia ICT attraversi la zona di frontiera EngineeringBusiness fra Telco e ICTS. Tale processo inizia con la formulazione di un “bisogno” da parte della Telco e si completa allorchè la tecnologia viene accettata dalla Telco stessa (dopo aver effettuato e superato “prove di accettazione”). Se si segue la sequenza delle varie attività nell’ambito del processo si riconosce il seguente anello logico che inizia con la formulazione dei “bisogni della TelCo ” e finisce con loro soddisfacimento: 287 HD Analisi di mercato, Pianificazione reti e servizi, Procurement IMPRESA TelCo (NO + SP) Servizi TLC) Processi Operativi (OSS) Tecnoservizi di Gestione Tecnoservizi di Rete Utilizzatori di Tecnologie PROPRIETA’ $ TECNOLOGIE GESTIONE SERVIZI +CRM (OSS/BSS) Dati specifica sistema TECNOLOGIE U&S + OS, NSS Supporto tecnico Scelta Tecnologica Progettazione, Costruzione, Testing, INDUSTRIA Messa in opera MANIFATTURIERA TECNOLOGIE ICT (ICTS) SISTEMA TLC Produttori di Tecnologie Fig.2.5.6 1. Pianificazione. Formulazione “bisogni” della TelCo attraverso analisi di mercato 2. Selezione del Costruttore (ICTS) 3. Selezione dei materiali/tecnologie implementative (e.g. componenti necessari alla costruzione della tecnologia ICT desiderata) 4. Formulazione delle specifiche di funzionamento 5. Formulazione delle specifiche di costruzione 6. Progettazione 7. Costruzione/Testing (tecnologia U&S più tecnologie di gestione) 8. Produzione della tecnologia 288 9. Installazione, inserimento in rete (inizializzazione ) & collaudo della tecnologia ICT nel sistema TLC da parte di personale specializzato (e.g. prove di certificazione del software presso un test plant seguite da prove “in campo” sulla tecnologia) 10. Esercizio e manutenzione, tecnoservizi forniti dalla tecnologia ICT ad un utilizzatore esterno con Livelli di Prestazione compatibili con quelli definiti nelle specifiche. 11. Verifica del soddisfacimento bisogni della TelCo. In Fig.2.5.6 supponiamo che la Telco svolga il ruolo di “Network Operator, NO” che eroga tecnoservizi di Rete agli Utilizzatori dei servizi TLC. Il Network Operator ha bisogno di opportune reti di trasporto e accesso, per svolgere le proprie attività. Questo bisogno viene identificato attraverso analisi di mercato/pianificazione e notificato a un industria manifatturiera di hardware/sviluppatrice di software (ICTS) opportunamente selezionata su base “gara” (competitive procurement) o individuata/scelta a priori su base “sole source” (sole source procurement) senza effettuare alcuna gara. Sulla base delle richieste ricevute la ICTS formula, in collaborazione con la TelCo le specifiche di costruzione/funzionamento delle tecnologie richieste, sceglie le tecnologie implementative e progetta/costruisce/ effettua prove e se contrattualmente richiesto installa le Tecnologie ICT prodotte in rete (“processo di produzione” delle Tecnologie ICT). Se il processo di produzione è eseguito correttamente, le Tecnologie ICT funzionano con un “Livello di Prestazione” in linea con le specifiche di costruzione/ funzionamento e sono prodotte entro limiti di costo e tempo prefissati. La TelCo paga per le tecnologie ricevute e diviene felice “proprietaria” di esse. A questo punto le tecnologie ICT richieste sono pronte a funzionare su richiesta e per conto dell’Utilizzatore (Network Operator). Il funzionamento della Tecnologia ICT per conto del Network Operator è razionalizzato come “fornitura di tecnoservizi”. Se le Tecnologie ICT sono reti U&S la corretta fornitura di questi tecnoservizi avviene per tutto il ciclo di vita delle reti, cioè dalla “nascita” (messa in opera) alla “morte” (disinstallazione), grazie anche all’intervento del Network Operator nel ruolo di “Gestore di rete” che, tramite le risorse di gestione rete ed elementi di rete (OS, Operations Systems e NSS, Network Support System) contenute nella rete stessa, supervisiona e controlla il Livello di Prestazione delle risorse U & S riparandone eventuali guasti ed effettuando con regolarità la manutenzione prevista. Ovviamente la TelCo è un impresa commerciale che ha bisogno di altre risorse di gestione e.g. per la gestione dei servizi TLC (OSS, Operation Support Systems e BSS, Business Support Systems). Nella Fig. 2.5.6 è anche indicato un Help Desk (HD) per il supporto di assistenza tecnica post-vendita. ii) Approccio “buy” 289 Fin qui abbiamo esaminato l’approccio “build” all’acquisizione delle Tecnologie ICT da parte di una TelCo. L’altro approccio è l’approccio “buy”. In questo caso la Telco (o un Utente finale per i terminali) non fa costruire in proprio le Tecnologie ICT di cui ha bisogno ma le compra da ICTS nel ruolo di venditori di tecnologia (ICT technology vendors). In questo caso si dice anche che il venditore di tecnologia è un “abilitatore tecnologico” per le attività di business svolte dalla Telco. Notare che l’approccio “buy” è tipico di chi ha bisogno di risorse non personalizzate facilmente reperibili sul mercato (e.g. uno switch o un telefono). 2.5.6.2 La Telco utilizza le tecnologie ICT senza esserne proprietario (“Affitto o Leasing”) In questo caso esistono due possibilità 1) la Telco o l’Utilizzatore finale prende in affitto o in leasing le risorse necessarie a fornire/acquisire servizi TLC oppure 2) acquista solo la funzionalità primaria della risorsa (non la risorsa!) da un proprietario/gestore della risorsa attraverso un opportuna relazione di business siglata da un contratto. Questa relazione di business autorizza l’ accesso alla risorsa e sua utilizzazione i.e. esecuzione delle funzioni primarie su richiesta dell’utilizzatore In tal caso il proprietario/gestore della risorsa è anche fornitore di servizio ed è sempre presente ogniqualvolta il servizio viene attualizzato. Questo approccio è tipico di una Telco nel ruolo di Retailer non “facility based” (Reseller) i.e. fornitrice di servizi TLC al dettaglio senza possedere la infrastruttura tecnologica. Il Reseller possiede una poderosa rete di distribuzione commerciale di servizi TLC e.g. punti di vendita in negozi, catene di negozi, supermercati ed ha certamente bisogno anche delle risorse di rete per il suo business. Tuttavia il suo business plan (piano di finanziamento) non prevede l’impiego dei capitali necessari per acquisire queste risorse. Allora egli ne acquisisce la disponibilità comprando servizi TLC da un Network Operator esterno che possiede e gestisce le reti. (vedi par. 4.2.3) 2.5.7 Esempio di Tecnoservizi: “Servizi ATM” forniti da una “Rete ATM” Facciamo un esempio pratico di tecnoservizi che bene rappresentano l’Ambiente Engineering: i servizi ATM forniti dalle reti ATM (Asynchronous Transfer Mode). Si tratta di servizi “connection-oriented” che in passato hanno goduto di grande popolarità e che sono adatti a traffici multimediali con una garanzia di “Qualità di Servizio”. Per introdurre bene questi servizi è utile rifare brevemente la storia dei servizi forniti da una Rete Numerica Integrata nei Servizi (ISDN, Integrated Services Digital Network). Prima degli anni 80 esistava una varietà di reti di telecomunicazione, ognuna dedicata ad un servizio specifico: reti telefoniche, reti telex, reti dati a commutazione di pacchetto etc. L’accesso a ognuna di queste reti richiedeva un particolare terminale d’utente: un telefono, una Risorsa TLC fax, un computer etc. All’inizio anni 80 l’ITU-T (allora CCITT) cominciò a studiare la possibilità di fornire agli utenti un unico accesso per traffici di natura diversa e.g. fonia, dati e video. Come risultato di questi studi l’accesso alle reti telefoniche digitali (reti PCM/TDM a commutazione di circuito) venne opportunamente modificato e così nacquero i servizi NB-ISDN o servizi ISDN a banda stretta (Narrow Band ISDN). Ad esempio, un servizio NB-ISDN offriva due canali 290 fonici (B) da 64 Kbit/sec, usati per l’informazione di utilizzazione, più un canale dati (D) da 16 Kbit/sec per il trasporto di informazione di segnalazione. Questo servizio NBISDN si chiamava opportunamente “servizio 2B+D” per complessivi 144 Kbit/sec. Sebbene i servizi NB-ISDN offrissero il vantaggio di uno stesso accesso per traffici di natura diversa tuttavia essi presentavano tutte le limitazioni inerenti alla commutazione di circuito presente all’interno della rete. Queste limitazioni erano particolarmente onerose per traffici dati impulsivi come quelli tipici della multimedialità. Per questo vennero introdotti e standardizzati i nuovi servizi B-ISDN a banda larga (Broad band ISDN) che utilizzavano una nuova tecnologia: la tecnologia ATM (Asynchronous Transfer Mode) a commutazione di pacchetto. La tecnologia di rete ATM utilizza pacchetti di lunghezza costante (“celle”) di 53 bytes (5 bytes di intestazione e 48 bytes di carico utile). I servizi B-ISDN sono anche chiamati direttamente servizi ATM proprio perché forniti da una rete ATM. Caratteristica importante di questi servizi è che sono “connection oriented” cioè prima dell’invio delle celle, la rete stabilisce tramite ATM-switches un circuito sorgente-destinatario (“virtual circuit”) con determinate caratteristiche trasmissive in modo da poter garantire una certa Qualità di Servizio (QoS). Questa modalità trasmissiva a pacchetto differisce da quella “connectionless” (e.g. servizio internet) dove ogni datagramma segue di volta in volta un percorso diverso definito da routers, dipendente delle condizioni di traffico in rete. In tal caso non esiste una QoS prestabilita e il servizio è definito del tipo “best effort” o “first come first serve”. I Tecno - servizi ATM forniti dalle reti ATM sono specificati come indicato nella Tavola 2.5.7.1 (prima colonna a sinistra) da parametri che caratterizzano 1) le sorgenti di traffico (descrittori di traffico) e 2) le prestazioni delle connessioni di rete (Parametri di Qualità di Servizio,QoS, o Grado di Servizio, GoS). Vengono utilizzati i seguenti acronimi: 1) SERVIZI. CBR, real time VBR, non real time VBR, ABR, UBR e GFR (dove le lettere hanno il significato seguente: C=Constant, B=Bit, R=Rate, V=Variable, A=Available, U=Unspecified, G=Guaranteed, F=Frame), 2) DESCRITTORI di TRAFFICO. PCR (Peak Cell Rate), SCR (Sustainable Cell Rate), MCR (Minimum Cell Rate), MBS (Maximum Burst Size) e MFS (Maximum Frame Size). 3) QoS. Max CTD (Maximum Cell Transfer Delay), CDV (Cell Delay Variation) e CLR (Cell Loss Ratio).. 291 QoS Descrittori di traffico Max CDV CLR PCR MCR SCR MBS MFS CTD CBR rt VBR nrt VBR x x x x x x x x x x x x x x UBR x ABR x x GFR x x x x Tav. 2.5.7.1 I servizi ATM forniti da una rete ATM Notare come quella che nel linguaggio “Engineering” è chiamata Qualità di Servizio in effetti è una caratteristica definita in termini di parametri misurabili a livello 292 rete. Si tratta, quindi, di parametri appartenenti alla categoria da noi precedentemente definita dei “parametri prestazionali di rete”. 2.5.8 Esecizi relativi al par. 2.5. 1) I “Tecnoservizi” di rete sono ben noti a tutti gli studenti di ingegneria TLC. Si prenda un testo di “Reti di telecomunicazione” e si individuino i tecnoservizi. Ad esepio si faccia riferimento ai seguenti testi, A. Biocca, “Reti digitali”, Hoepli Informatica, 2002 R. Adinolfi, “Reti di computer”, McGraw-Hill, 1999 A. Pattavina, “Reti di telecomunicazioni”, McGraw-Hill, 2003 O. Bertazioli, “Telecomunicazioni”, Zanichelli, Vol.I & II, 2004 2) Nessuno si sognerebbe mai di dire che un condensatore o doppino telefonico forniscono un servizio ad un loro utilizzatore, pochi direbbero che un autocommutatore offre un servizio a un suo utilizzatore, quasi tutti parlano di servizi internet forniti da una rete internet. Come mai? Eppure sono tutte tecnologie ICT. (Suggerimento: pensare all’intelligenza delle varie tecnologie e alla loro autonomia e indipendenza operativa rispetto all’utilizzatore) 3) Si può usare l’espressione tecnocentrica “Una tecnologia ICT offre un tecnoservizio ad un suo utilizzatore” oppure l’espressione usocentrica “un utilizzatore utilizza una tecnologia ICT come risorsa” per descrivere la relazione tecnologia ICT-Utilizzatore. A seconda del tipo di tecnologia ICT (e.g. capacità di processing/memoria), in alcuni casi è più appropriato usare la prima espressione mentre in altri casi è più appropriato usare la seconda. Quale è il criterio di scelta? Scegliendo due tecnologie ICT diverse, illustrare dapprima uno scenario A nel quale è più appropriato usare la prima espressione poi illustrare uno scenario B nel quale è appropriato usare la seconda espressione. 4) Spiegare quale è il momento in cui un utilizzatore esterno “acquisisce” un tecnoservizio da una tecnologia ICT cioè quando una tecnologia ICT “fornisce” (non “eroga”!) un tecnoservizio all’ utilizzatore esterno. (Suggerimento: pensare alla differenza fra un processo di “fornitura/acquisizione” di un servizio e un processo di “erogazione/fruizione” di un servizio) 5) Si supponga di operare in un ambiente Business. Quando voi acquisite un servizio TLC da un fornitore di servizi e.g. firmate un contratto di servizio SLA (Service Level Agreement) con un fornitore, in effetti che cosa acquisite? Certamente acquisite delle potenzialità. Ma di cosa si tratta? Acquisite solo certi tecnoservizi e.g. servizi di telefonia forniti da reti telefoniche, oppure acquisite tecnoservizi più qualcos’altro? 6) Quale è la differenza fra il concetto di funzionalità posseduta da una tecnologia ICT introdotto per i tecnoservizi e il concetto di funzionalità posseduta da una persona TLC? (Suggerimento: Pensare al significato del binomio capacità/abilità nei due casi) 7) Che cosa si intende in questo corso per “qualità” di un tecnoservizio? Confrontare la risposta con le definizioni di “qualità di servizio” fornite nell’Esempio sottostante. Se siete confusi parlatene con il professore. 8) Perché un tecnoservizio è definito in un ambiente Engineerig e un servizio TLC è definito in un ambiente Business? (Suggerimento: Pensare alle “reti & servizi” studiati nel corso di “Reti di telecomunicazione”) 9) Spiegare la frase “Non esiste la gestione di un tecnoservizio ma esiste un tecnoservizio di gestione” 293 11) Una rete TLC è costituita da reti di utilizzazione, reti di segnalazione che permettono la riallocazione dinamica del traffico nelle prime e reti di gestione che supervisionano e controllano le prime e le seconde. Tutti e tre i tipi di rete sono costituite da elaboratori digitali interconnessi da linee di trasmissione e residenti nei nodi della rete. Quale è la differenza fra le applicazioni residenti in questi eleboratori? Fare riferimento alle Fig.2.3.1 e 2.3.2. 2.5.9 APPENDICE ai Par. 2.4 e 2.5 ESEMPIO No.1. Ogni Tecnologia ICT possiede funzionalità primarie e le attua nello svolgimeto di funzioni primarie. 1) Quali sono le funzioni primarie svolte da una rete U&S? 2) Quali sono le funzioni primarie svolte da un apparecchiatura terminale ad essa connessa. [Una rete di utilizzazione (trasporto più accesso) svolge una funzione primaria di trasferimento il cui scopo è trasferire informazione U&S fra terminazioni di rete remote (e.g. fra UNI). Questa funzione primaria è il risultato dello svolgimento dei seguenti componenti funzionali interni alla rete: 1) multiplazione di canale / commutazione / controllo di flussi di informazione tramite apparati di rete residenti nei nodi della rete 2) trasferimento di informazione sui mezzi elettromagnetici che interconnettono gli apparati. Apparati di rete e mezzi elettromagnetici sono opportunamente interconnessi secondo una architettura funzionale della rete e operano in maniera coordinata secondo una logica prestabilita. Una apparecchiatura terminale (e.g. DTE, Digital Terminal Equipment nel caso di una rete dati) connessa alla rete svolge una funzione primaria di intermediazione/utilizzazione il cui scopo è generare o raccogliere ma, soprattutto, utilizzare informazione di utilizzazione. Questa funzione è il risultato dello svolgimento di componenti funzionali interni al terminale come 1) codifica/decodifica dell’informazione secondo una sintassi comune, 2) interpretazione della informazione ricevuta (riconoscimento semantico)]. ESEMPIO No. 2 Funzionalità primaria di un commutatore. La funzionalità primaria posseduta da un commutatore è la “capacità/abilità funzionale di commutare segnali” mentre la funzione primaria effettivamente svolta da un commutatore su richiesta di un utilizzatore esterno è “commutare segnali”. Le modalità con cui si svolge la funzione di commutazione dipendono dalla particolare tecnologia adottata dal costruttore. Nel caso in cui l’ambiente esterno al commutatore sia caratterizzato da una assenza di segnale di ingresso al commutatore e/o assenza di segnale di comando di commutazione, il commutatore non svolge alcuna funzione primaria tuttavia continua a possedere la sua funzionalità primaria cioe’ la capacità funzionale di commutare segnali permane ed è una caratteristica intrinseca di un commutatore in buone condizioni di funzionamento. Invece nel caso di guasto, il commutatore perde la capacità funzionale di commutare segnali cioè la sua funzionalità primaria è nulla, fintantochè non ne venga completata la riparazione. Quindi “riparare” il commutatore significa ristabilire la sua “funzionalità primaria”. 294 RISORSA SERVIZIO Servizi stampa, immagazzinamento e elaborazione dati Server di Stampa File Server UTILIZZATORE Servizi di accesso e applicazioni Servizi di interconnessione RETE TLC (LAN) Server di Elaborazione HC U HC U HC U HC U Fig. 2.5.9.1 ESEMPIO No.3 Attuazione di funzionalità in un commutatore Una rete TLC possiede la caratteristica interna di commutare il traffico da un ramo all’altro della rete stessa. Ciò è possibile perchè essa contiene commutatori ubicati nei suoi nodi e ogni commutatore possiede la funzionalità di commutazione. Quando un commutatore commuta il traffico da una sua porta d’uscita all’altra (cioe’svolge la sua funzione primaria) esso si aggiorna allo stato “attuale” della rete e poi mette in atto questa funzionalita’ (cioè “attualizza la sia funzionalità”). ESEMPIO No.4 Estensione di funzionalità tramite rete LAN Facciamo riferimento alla Fig. 2.5.9.1 In una grande azienda privata ogni impiegato possiede un personal comnputer connesso con una rete locale LAN, Local Area Network (“Host Computer”, HC). La rete LAN è, a sua volta, connessa con una molteplicità di servers “centri di servizio” di vario tipo condivisi da tutti gli impiegati. Il primo utilizzatore (U) in alto a destra richiede/ottiene la stampa di un suo documento a/da una stampante (server di stampa). La connessione LAN estende a questo utilizzatore la funzionalità di stampa posseduta dalla stampante. Allorché, su richiesta di un impiegato, la stampante stampa un documento (i.e. svolge la sua funzione primaria) essa attualizza la sua funzionalita’ primaria di stampare. ESEMPIO No. 5 Lo “stato operazionale” e lo “stato di utilizzazione di uno switch Una unità di commutazione ha ridondanza “2 per 1” cioè è costituita da uno switch principale e uno switch di back up, entrambi in uno stato operazionale “abilitato”. Lo switch di back up si trova in uno stato “inattivo” cioè possiede la capacità di commutare ma non commuta alcun segnale 295 fintantochè lo switch principale, normalmente in uno stato “occupato” o “attivo” a seconda se è completamente o parzialmente utilizzato, non si guasta e debba essere rimpiazzato. ESEMPIO No. 6 Gli stati di un amplificatore Un amplificatore ha una banda passante totale di 10 canali telefonici si trova in uno stato operazionale “abilitato”: in uno stato “occupato”, amplifica tutti i 10 canali di traffico telefonico (pF = sf) mentre in uno stato “attivo” amplifica 5 canali di traffico telefonico (pF >sf) lasciando 5 canali vuoti utilizzabili da altri utilizzatori. ESEMPIO No.7 Telco fornitrice di servizi multimediali costruisce in proprio una rete MAN in fibra ottica (approccio “build” alla proprietà della risorsa). Una azienda Fornitore di servizi TLC multimediali interattivi (e.g. videoconferencing, tele-assistenza) prevede di operare in una piccola area metropolitana. A tal fine ottiene le necessarie autorizzazioni dalle autorità locali competenti e costruisce in proprio una rete MAN (Metropolitan Area Network) a cavi ottici come infrastruttura tecnologica per supportare i suoi servizi. Fa questo con l’aiuto di un Costruttore di tecnologie specialista in reti in fibra ottica il quale ha la completa responsabilità della “produzione” della rete. (progettazione, costruzione, installazione, testing e messa in opera). La rete MAN così costruita è una rete di ultima generazione che porta il cavo ottico fino alla residenza del singolo Utente (“Fiber to the curb”) e quindi offre ad utenze consumer un accesso a larga banda adatto ad applicazioni multimediali. Diciamo che la rete possiede la capacità funzionale di interconnettere terminali multimediali remoti ubicati presso le residenze degli Utenti (funzionalità primaria). In questo caso l’azienda è proprietaria e gestisce in proprio la rete MAN (tecnologia abilitante) ed inoltre gestisce i servizi di videoconferencing e tele-assistenza. Tramite il possesso della rete MAN l’azienda possiede anche la funzionalità primaria della risorsa cioè ha la capacità funzionale di interconnettere terminali remoti. ESEMPIO No 8 Una Azienda multinazionale compra il software necessario per cooperazione intra-aziendale (approccio “buy” alla proprietà della risorsa) Una azienda multinazionale è un Utente internet ed ha bisogno di un software applicativo (risorsa) per permettere ai suoi impiegati di co-operare su un intranet aziendale. Quindi l’azienda compra il software da un venditore di tecnologia internet, un Internet Software Vendor (ISV) e gestisce questo software in proprio. Essa acquisisce la funzionalita’ primaria del software diventandone il proprietario mediante acquisto. Il venditore di software ISV e’ un abilitatore tecnologico e il software acquistato è una tecnologia abilitante. ESEMPIO No. 9 Un Utente compra un telefono (approccio “buy” alla proprietà della risorsa) Un telefono possiede la funzionalità primaria di inviare/ricevere informazione di segnalazione e informazione di utilizzazione. Questa funzionalita’ si attualizza nello svolgimento di una telefonata (funzione primaria) ogniqualvolta l’utilizzatore lo ritenga opportuno. La funzionalità primaria è acquisita da un utilizzatore tramite acquisto della risorsa e.g. compre il telefono in un negozio di apparecchiature telefoniche. Il telefono e’ una tecnologia abilitante, il venditore di telefoni e’ un abilitatore tecnologico. ESEMPIO No.10 Una azienda TLC fornitrice di servizi internet ha bisogno di accedere alla rete internet. Essa (utilizzatore) ha bisogno dei servizi offerti da una rete di accesso (risorsa). Essa non compra la rete di accesso alla rete internet bensì sottoscrive ai “servizi di accesso” forniti da un Internet Service Provider (ISP) proprietario della rete di accesso. . ESEMPIO No.11 Una Impresa TLC multinazionale ha bisogno di un software applicativo per un servizio internet di progettazione cooperativa in rete. In effetti l’impresa non ha bisogno del “software” come “bene materiale” ma piuttosto della funzionalità posseduta dal software. L’impresa 296 decide che questo software non è di importanza strategica, quindi non ritiene opportuno acquistarlo direttamente ma ne ottiene la funzionalità tramite outsourcing (vedi qui di seguito) da un Application Service Provider (ASP). L’ASP, a sua volta, può essere il diretto proprietario del software oppure può acquisire una “licenza d’uso” pagando royalties a uno sviluppatore di software. L’ASP fornisce servizi (utilizzazione, gestione, aggiornamento del software) all’Impresa TLC che accede al suo sito, dietro pagamenti periodici fissi (“flat rate billing”) o indicizzati a un parametro rappresentativo dell’utilizzo del software stesso (“usage based billig”). 297 2.6 “Livello di Prestazione” di una Tecnologia ICT e “Qualità di Servizio” di un servizio TLC 2.6.1 “LoP” (Level of performance) di una rete TLC e “QoS” (Quality of Service) di un servizio TLC In questo paragrafo continuiamo con il nostro approccio interdisciplinare Engineering-Business alla gestione di sistemi e servizi TLC. Studiamo la qualità di funzionamento delle Tecnologie U&S in Ambiente Engineering (e.g. erogazione di tecnoservizi a Network Operator e Utilizzatori del “service core” dei servizi TLC) assieme alla qualità della gestione di servizi TLC da parte di SP/Utenti in un Ambiente Business (e.g. fornitura/ acquisizione di servizi TLC, segnalzione guasti/riparazioni, fatturazioni/ pagamenti). Ricordiamo ancora una volta la distinzione fra fornitura/acquisizione e erogazione/fruizione di un servizio TLC: 1) la fornitura/acquisizione di un servizio TLC (compra-vendita, in un contesto commerciale) avviene una tantum nel momento in cui l’ “aspirante Utente” che ne ha fatto domanda entra in possesso delle relative “funzionalità TLC” (U&S e gestionali) e diventa ufficialmente Utente di un servizio TLC e Cliente della TelCo fornitrice i.e. dopo che egli ha sottoscritto (firmato) un contratto SLA e il suo terminale è stato allacciato alla rete TLC (Ambiente Business). Impresa reale TelCo PdV Engineering PdV Business Service Provider Network Operator Specifica / Richiede Tecnologie ICT Pagamenti $ Vende Tecnologie ICT $ ICT Supplier ICT Vendor ManTec Interfaccia interna fra unità organizzative gestieconomia Fig. 2.6.1.1 Le Tecnologie ICT sono “Prodotti Engineerig” creati da Architects/Designers/ Builders in imprese ICTS (fasi di analisi/specifica/scelta tecnologica/progettazione/ costruzione/collaudo) o gestiti/eserciti da Network Operators in imprese TelCo (fase operativa i.e. durante la erogazione del “service core” dei servizi TLC). Le zone bianche rappresentano le Viste Business delle imprese reali ICTS e TelCo. 298 2) la erogazione/ fruizione di un servizio TLC avviene in maniera episodica su richiesta di un Utilizzatore di un servizio TLC durante una “sessione” di un servizio TLC. In una sessione di servizio TLC il Network Operator eroga il “service core” di un servizio TLC e l’ Utilizzatore ne fruisce. La erogazione del “service core” è anche denominata “fornitura di un tecnoservizio di rete” (network service). Network Operator e Utilizzatore svolgono le componenti funzionali U&S del servizio TLC fornito (“funzioni U&S”), attuando le corrispondenti “funzionalità U&S” acquisite nel precedente processo di fornitura/acquisizione del servizio TLC (vedi Capitolo 4). Come già indicato in precedenza, la “Qualità di Servizio, OoS, Quality of Service” di un servizio TLC è un indicatore del “livello di soddisfacimento delle esigenze dell’ Utente del servizio TLC” (“desideri/bisogni” nel caso l’Utente sia una persona fisica). Ma, come mostrato in Fig.2.5.5, un servizio TLC ha due componenti funzionali: funzionalità/funzioni U&S (tecnoservizi di rete) e funzionalità/funzioni gestionali ( processi di “service delivery”). Ora, mentre la erogazione di un tecnoservizio da parte di rete U&S/Network Operator avviene in un Ambiente Engineering ed ha una qualità obiettiva indipendente dalla percezione dell’ Utilizzatore, la erogazione di un servizio TLC avviene in un Ambiente Business ed ha una qualità dipendente dalla percezione del servizio provata dall’ Utente (variabile nel tempo e influenzata da fattori soggettivi e sociali e.g. tecniche di commercializzazione dei prodotti adottate dal SP in Ambiente Business). Questa differenza giustifica la nostra scelta (Vedi anche ITU-T Recommendation I.350, General aspects of quality of service and network performance in digital networks, 03/1993) di distinguere due tipi di “qualità”: Livello di Prestazione (Level of Performance, LoP) e Qualità di Servizio (Quality of Service, QoS). La prima relativa alle tecnologie abilitanti e ai tecnoservizi da esse erogati e la seconda relativa a un servizio TLC nel suo complesso. Quindi QoS e LoP sono mutuamente relazionati poiché la qualità della erogazione/fruizione di un servizio TLC nel suo complesso “service core + parte gestionale” dipende anche dalla qualità di funzionamento delle tecnologie ICT abilitanti Infatti per avere un servizio TLC con una buona QoS è necessario che anche la relativa LoP sia buona (non è possibile che un servizio TLC sia di buona qualità se la tecnologia abilitante funziona male cioè funziona con scarsa qualità). Tuttavia una buona LoP non è sufficiente a garantire che anche la QoS sia buona. Infatti, come già detto, nella definizione di QoS oltre a fattori tecnologici (fattori oggettivi) intervengono fattori umani legati al comportamento/percezione dell’ Utente del servizio TLC, fattori soggettivi di natura aleatoria più difficili da predire/misurare. Ma vediamo i dettagli di tutto questo qui di seguito. 2.6.2 Livello di Prestazione (LoP) di una Tecnologia gestita (Ambiente Engineering) Il Livello di Prestazione (LoP) di una tecnologia ICT è espresso da una molteplicità di parametri prestazionali utilizzati in varie fasi del ciclo di vita della tecnologia stessa e.g. specifica/progettazione/costruzione (vedi Designer/Builder in Fig. 299 2.6.1.1). operazione/manutenzione (vedi Network Operator, Fig.2.6.1.1). Quindi questi parametri sono scelti/utilizzati da persone con competenze professionali Engineering (e.g. ingegneri TLC o informatici) ma potrebbero essere incomprensibili per una comunità di Utenti di servizi TLC che operano in Ambiente Business. Ora facciamo riferimento alla fase operativa di una tecnologia ICT e.g. rete o elemento di rete in un sistema TLC gestito da un Network Operator e vogliamo studiare il Livello di Prestazione LoP come indicatore della bontà di funzionamento della tecnologia. Quando si parla di operazione di una Tecnologia ICT in effetti si parla del funzionamento di tutto il “complesso” tecnologia U&S + tecnologie gestionali e.g. OS, per gli elementi di rete e OS+NSS per le reti. Per brevità chiamiamo “complesso” l’insieme di 1) tecnologia U & S da gestire, 2) tecnologie ICT gestionali, 3) altre risorse di supporto nonICT. Questo “complesso” è qui indicato come “Tecnologia gestita” 1 F3 LoP F3m F2 F2m 1 F1m F1 1 2 2 2 LoP = √ [ F1 + F2 + F3 ] LoP Fig.2.6.2.1 Il Livello di Prestazione è un vettore LoP le cui componenti hanno valori superiori a certi valori di soglia Fim (i = 1,2,3) La qualità di funzionamento di una Tecnologia gestita (e.g. rete o elemento di rete TLC), anche denominata “Prestazione” (Performance), è espressa in funzione di una molteplicità di Parametri Prestazionali (Pi, i=1,2,3….) dimensionali (dimensioni specificate dal progettista) o da Fattori Prestazionali (Fi, i =1,2,3,4…) adimensionali. Un fattore prestazionale Fi è definito come il rapporto Pi/Ps,max fra il valore misurato di un Parametro Prestazionale Pi e il suo “valore massimo di specifica” Ps,max espresso 300 nelle stesse unità di misura. Quindi un fattore prestazionale può assumere valori numerici compresi fra un minimo e 1 (Fig.2.6.2.1), laddove il valore 1 rappresenta la massima qualità di funzionamento. La natura dei parametri prestazionali che entrano nelle specifiche di funzionamento di una tecnologia e che devono essere monitorati/controllati in fase operativa variano a seconda del tipo di tecnologia (e.g. tecnologie ICT a radio frequenza, o tecnologie in banda base come quelle degli elaboratori digitali) e del tipo di applicazione (e.g. reti digitali terrestri wireline o wireless, reti satellitari, elemento di rete etc.). Ad esempio per canali di TV satellitare parametri prestazionali possono essere la probabilità di errore Bit Error Rate (BER) associata alla trasmissione TV, il tempo di ritardo dei canali televisivi, la potenza RF in uscita dei TWTA installati a bordo del satellite etc. Un elaboratore digitale può essere caratterizzato da tempi di attesa, tempi di risposta, lunghezza di coda, spazio di memoria, throughput, tempo di utilizzazione etc. Nel caso la tecnologia sia una rete TLC un parametro prestazionale può essere il numero di connessioni circuitali eseguite o abortite (successful or failed connection establishment) a seguito di una richiesta di chiamata (call request) in intervalli di tempo prestabiliti, tempi di ritardo nell’instaurazione della connessione, qualità della connessione (opportunamente definita), numero di guasti o malfunzionamenti della rete, e.g. cell loss ratio in una rete ATM, accuratezza nel mantenimento di una documentazione storica degli “stati” della rete etc. In fase operativa le misurazioni possono avvenire su base periodica (periodicità stabilita dal gestore) o episodica allorché si verifica l’attraversamento di un valore di soglia (valore di soglia stabilito dal gestore). L’invio di dati prestazionali al gestore può implicare l’invio diretto di dati misurati (raw data) o l’invio dei risultati di una elaborazione locale dei dati misurati applicando certi algoritmi prefissati (e.g. attraverso un processo di “summarization”, vedi dopo). Un certo insieme di valori dei parametri/fattori prestazionali (opportunamente definito a priori) definisce il Livello di Prestazione (Level of Performance, LoP) della Tecnologia ICT gestita. L’ LoP può rappresentarsi come una molteplicità di fattori prestazionali mutuamente indipendenti (e.g. sottoforma di matrice o tabella) oppure come una funzione dei fattori prestazionali definita in base a certi algoritmi prestabiliti i.e. LoP = f (F1, F2, F3….FN) dove la funzione f( ) specifica l’algoritmo adottato. Nel caso più generale i fattori prestazionali sono mutuamente indipendenti e l’LoP è rappresentato dai valori di una n-pla di fattori opportunamente definita a priori da misurare e inviare al gestore. Tuttavia esistono situazioni reali in cui i fattori prestazionali sono interdipendenti e.g. in una n-pla di fattori prestazionali l’aumento/diminuzione del valore di uno può essere compensato dalla diminuzione/aumento degli altri i.e. si può effettuare un trade-off fra i valori dei vari fattori ottenendo lo stesso valore di LoP. In tal 301 caso si può ridurre la quantità di dati inviata al gestore calcolando localmente la funzione rappresentativa della interdipendenza dei fattori prestazionali. (Vedi Giuseppe Iazeolla, “Impianti, reti, sistemi informatici”, Franco Angeli, 2004, pag. 22-23). Un esempio estremamente semplice è mostrato nella Fig.2.6.2.1. Qui LoP è rappresentato come un vettore le cui componenti sono i valori misurati dei fattori prestazionali (F1, F2, F3) compresi in un intervallo di specifica i.e. inferiori ad 1 e superiori a certi valori minimi di specifica (F1m, F2m, F3m) al di sotto dei quali le tecnologia funziona “fuori specifica” (zona di malfunzionamento). In questo caso il valore del LoP è uguale alla radice quadrata della somma dei quadrati dei fattori prestazionali ed ha lo stesso valore per tutte le terne di fattori che definiscono punti sulla superficie di una sfera con centro nell’origine delle coordinate e raggio LoP (definita nello spazio coordinato F1,F2,F3 da LoP=cost). Nel caso di una rete PSTN i parametri prestazionali possono scegliersi in varie maniere. In generale sono scelti per caratterizzare almeno le seguenti aree dove possibili malfunzionamenti possono verificarsi: 1) Transmission Performance. Prestazione dei sistemi di trasmissione (e.g. sistemi di trasporto dell’informazione) 2) Call Processing Performance. Prestazione degli autocommutatori e dei sistemi di signaling (e.g. instaurazione di una connessione fra utente chiamante e utente chiamato) 3) Availability. Disponibilità della rete (i.e. percentuale del tempo durante la quale la rete funziona a specifica) Altri esempi di parametri prestazionali di rete (e.g. rete ISDN con “bearer services” i.e. da terminazione di rete a terminazione di rete con esclusione dei terminali) sono: ritardo/errore/negazione nella instaurazione di una connessione, velocità di trasferimento/ritardo nel trasferimento dell’informazione d’utilizzazione, probabilità d’errore o di perdita dell’informazione di utilizzazione, ritardo/errore/negazione nel rilascio di una connessione etc. (Raccomandazione ITU-T I.350, 3/1993) 2.6.2.1 Efficienza economica /efficacia di una Tecnologia ICT in fase operativa. (parte facoltativa) Una volta definito il livello LoP di una certa Tecnologia ICT attraverso la misura dei suoi parametri/fattori prestazionali, i dati possono essere utilizzati per calcolare i corrispondenti valori di “efficienza economica ” e “efficacia economica” cioè si può verificare se il funzionamento della “Tecnologia gestita” (come precedentemente definita) avviene in maniera economicamente soddisfacente. 302 L’efficienza (efficiency) economica di una “Tecnologia gestita” è una misura del rapporto prestazione/costo del “complesso” tecnologia da gestire + risorse gestionali. Essa può definirsi/calcolarsi in varie maniere. Una possibile definizione è la seguente: Efficienza economica = VE (LoP) / costo dove VE (LoP) = valore economico (LoP) è una funzione dell’LoP indicativa del valore economico beneficiato dall’utilizzatore della Tecnologia gestita e il “costo” è il costo totale affrontato dall’utilizzatore stesso. Il valore economico è la valutazione del beneficio tratto dall’utilizzatore in corrispondenza a un certo valore dell’LoP, espressa in termini di un mezzo di scambio e.g. denaro. Il costo totale è il costo complessivo di acquisizione e di esercizio dei vari componenti del “complesso” preso in considerazione. Più precisamente il costo totale è il costo di acquisizione più il costo unitario del personale addetto alla gestione (e.g. entrambi in $/anno). Nel nostro caso il valore economico associato al funzionamento di una particolare tecnologia non è facile da calcolare perché la tecnologia fa parte di una infrastruttura abilitante i servizi TLC forniti da una TelCo e i benefici sono spesso evidenziati a livello servizi. Per far questo bisogna conoscere l’impatto del LoP sul QoS di un certo servizio fornito e poi l’impatto del QoS sulle entrate generate dalla fornitura del servizio cioè si deve risalire la catena “gestione elementi di rete”-“gestione reti”-“gestione servizi” – “gestione relazioni clienti”. ATTENZIONE! Per noi qui è sufficiente capire la natura del problema in termini molto semplici . Ad esempio l’efficienza economica di una nuova Tecnologia ICT può valutarsi rispondendo alle seguenti domande: se sono “Mister TelCo” e voglio rimpiazzare una vecchia Tecnologia ICT legacy attualmente in uso in una delle mie reti TLC con una Tecnologia ICT di nuova generazione più performante (erogazione dello stesso servizio ma con costi operativi minori e.g. minor consumo energetico, minor manutenzione e impatto ambientale) quanto mi viene a costare la sostituzione (disinstallazione della vecchia tecnologia, acquisto e installazione della nuova tecnologia, perdita di traffico durante il rimpiazzo) e quanto risparmio in termini di costi operativi nei prossimi cinque anni? Oppure se la nuova tecnologia sostitutiva migliora gli attuali servizi a parità di costi operativi quale aumento posso introdurre nelle tariffe dei nuovi servizi aumentando così le entrate? In conclusione il funzionamento di una Tecnologia gestita è tanto più economicamente efficiente 1) quanto più è alto il livello di prestazione per un certo costo del “complesso” tecnologia da gestire+risorse gestionali. Ad esempio l’efficienza, a parità di costi, può essere migliorata con tecnologie U&S e/o gestionali più performanti di nuova generazione. 2) quanto più basso è il costo totale del “complesso” per un certo livello di prestazione prefissato. Ad esempio l’efficienza può migliorarsi riducendo i costi delle risorse gestionali umane tramite aumento del livello di automatizzazione del “complesso”. 303 Molto spesso si sceglie questa seconda accezione e l’efficienza economica di una tecnologia ICT è presa come un «indice di costo» inversamente proporzionale al costo stesso. L’ efficacia (effectiveness) di funzionamento di una “Tecnologia gestita” è una misura di quanto il funzionamento di una tecnologia ICT gestita sia in linea con la domanda dei suoi utilizzatori. Per un certo costo, l’efficacia del “complesso” è definita come il rapporto fra il Livello di Prestazione e un Livello di Prestazione richiesto da utilizzatori esterni (LoP^) definito in modo analogo all’LoP i.e. Efficacia = LoP / LoP^ L’efficacia si può migliorare soddisfacendo meglio o anticipando la domanda, presente o futura degli utilizzatori e.g. riducendo i tempi di processing, migliorando la flessibilità operativa etc. ATTENZIONE! Il Livello di Prestazione LoP^ richiesto dagli utilizzatori della tecnologia può coincidere con un livello LoP* fisso. In questo caso si parla di efficacia di natura statica. Si tratta di una situazione in cui i valori dei parametri prestazionali che definiscono l’ LoP* specificato nelle specifiche di funzionamento della tecnologia vengono “meccanizzati” in essa e restano inalterati fino alla fine del suo ciclo di vita. Se invece la tecnologia è riconfigurabile con un LoP* adattabile nel tempo alla domanda d’utenza (e.g. rete multiservizio con valori diversi di tempo di ritardo o jitter o tasso di errore in termini di pacchetti persi etc. ) allora si parla di efficacia di natura adattiva. 2.6.2.3 Cosa accade se una tecnologia ICT non è gestita ? Se un sistema TLC viene reso più automatizzato a costo inalterato, i tempi e la qualità dei processi supportati possono essere migliorati e possono soddisfare meglio la domanda d’ utilizzatore. In questo caso l‘efficacia del sistema è aumentata. Se la richiesta di un utilizzatore esterno cambia nel tempo e un sistema non si adegua ad essa il sistema può continuare ad essere efficiente (stessa prestazione e stessi costi) ma perde di efficacia poichè il suo funzionamento non è più in linea con le richieste degli utilizzatori. Queste considerazioni di natura economico-commerciale divengono particolarmente importanti se si cerca una risposta alla seguente domanda, molto spesso posta dagli studenti di questo corso: «Cosa accadrebbe se una tecnologia ICT non fosse gestita?». La risposta è facile se si è capita la valenza economica della gestione di una tecnologia cioè se ci si muove in un territorio interdisciplinare che integra aspetti Engineering e Business. La risposta è: senza gestione una tecnologia potrebbe, in linea di principio, anche funzionare ma non in maniera economica cioè, in pratica, funzionerebbe con bassa efficienza e/o bassa efficacia. Infatti una tecnologia ideale priva di gestione si troverebbe in una delle due seguenti situazioni, 1) Situazione di BASSA EFFICIENZA: la tecnologia è realizzata con una complessità relizzativa cosi’ elevata e/o tecnologie speciali talmente perfette 304 (supposto che esistano) da non aver bisogno di gestione per funzionare a specifica in ogni condizione possibile, ma è talmente costosa da rendere il suo funzionamento economicamente svantaggioso e quindi non accettabile per chi deve sostenere i costi di questo funzionamento e.g. business management e/o da investitori/finanziatori (bassa efficienza), 2) Situazione di BASSA EFFICACIA: la tecnologia senza gestione opera con un livello di complessità tecnologica accettabile e/o adotta tecnologie facilmente reperibili sul mercato con costi accettabili ma offre prestazioni infime e.g. con LoP molto lontano dai valori di specifica. Quindi la sua prestazione non è in linea con le esigenze degli utilizzatori (bassa efficacia) 2.6.3 “Qualità di Servizio” dei servizi TLC in Ambiente Business. Finora abbiamo fatto riferimento ad un Ambiente Engineering e abbiamo parlato di Livello di Prestazione di una Tecnologia ICT gestita, misurato durante la sua fase di funzionamento. Ora ci spostiamo in un Ambiente Business e parliamo della Qualità di Servizio dei Servizi TLC forniti da una TelCo a Utenti finali. Qui, come già detto, l’ Utente finale dei servizi TLC gioca un ruolo estremamente importante non solo perchè effettua i pagamenti per i servizi fruiti e quindi è la principale sorgente di entrate per la Telco ma anche perchè egli decide se il servizio soddisfa le sua aspettative (soddisfazione dell’utente) o meno (insoddisfazione dell’utente) cioè egli stabilisce se il servizio ha rispettivamente una buona QoS o una cattiva QoS (QoS = Quality of Service). Se il servizio è percepito dall’Utente di cattiva qualità, egli è insoddisfatto e prima o poi si allontana da quel fornitore, con conseguenze economiche disastrose per quest’ultimo. 2.6.3.1 Qualità di Servizio: il modello PZB In generale la qualità di un servizio è legato al concetto di soddisfacimento delle aspettative dell’ Utente. L’American Society for Quality Control fornisce la seguente definizione di «qualità» di un prodotto (bene o servizio): “La qualità di un prodotto è la totalità delle caratteristiche (generiche e specifiche) di un prodotto che ne definiscono la capacità di soddisfare le esigenze esplicite o implicite di un utilizzatore”. Nella definizione data le «esigenze esplicite» sono esigenze esplicitamente indicate dall’utilizzatore. (e.g. una persona ha bisogno di effettuare telefonate interurbane e si abbona ad un servizio telefonico). Esigenze implicite sono invece esigenze imposte dallo stato dell’utilizzatore o necessarie per il completamento di esigenze esplicite (e.g. una persona con l’esigenza esplicita di abbonarsi ad un servizio TLC fare telefonate ha anche l’esigenza implicita di avere a sua disposizione un telefono). Tutto ciò equivale a dire che in un Ambiente Business un servizio TLC è «di qualità» quando uguaglia o supera le aspettative dell’Utente che lo acquisisce. Le 305 aspettative dell’Utente sono influenzate da una serie di fattori come: bisogni, informazioni ottenute da altri (« passa-parola ») e/o dal Fornitore di servizio, esperienze precedenti, pubblicità etc. Tutto ciò è riassunto in un «modello della qualità di servizio» sviluppato da Parasuraman, Zeithaml e Berry (modello PZB) mostrato in Fig. 2.6.3.1 (Vedi P.Kotler, “Marketing Management”, Prentice Hall, 2000, pag.439). Notare come in un Ambiente Business la QoS e quindi la soddisfazione del cliente, siano sempre strettamente legate alla correlazione fra percezione (“QoS percepita” dipendente da fattori psicologici al momento dell’utilizzazione del servizio) e aspettativa (“QoS attesa”) del servizio effettuata dal cliente. (freccia rossa verticale a due punte). Nel modello PZB l’SP (Marketing & Sales) sviluppa il servizio basandosi sul suo assesment (accertamento) delle aspettative del cliente, traducendolo poi in “specifiche della Qualità di Servizio” (QoS), sottoforma di parametri di servizio o gruppi di parametri di servizio da includere di volta in volta nei contratti SLA (Service Level Agreement) stipulati con i singoli Utenti. Questi parametri di servizio vengono sottoscritti dall’Utente al momento della Fornitura/Acquisizione del servizio TLC e i loro valori fanno parte della QoS attesa dall’Utente. Comunicazioni passa-parola Esperienze precedenti Bisogni QoS attesa (Aspettative) QoS percepita Cliente SP (Marketing &Sales) Fornitura servizio (compresi contatti pree post-vendita) Comunicazioni esterne con i Clienti (e.g pubblicità) Traduzione dell’ assesment in specifiche di QoS Assesment delle aspettative del Cliente da parte di SP Fig. 2.6.3.1 Modello PZB della Qualità di Servizio 306 2.6.3.2 Aspetti soggettivi e oggettivi della qualità di un servizio TLC Finora abbiamo parlato di QoS in generale e abbiamo detto che esso è legato alla soddisfazione o insoddisfazione dell’Utente. Ma come esattamente si genera la soddisfazione o insoddisfazione dell’Utente di un servizio TLC? O meglio, cosa è il “livello di soddisfazione” dell’Utente e come è relazionato al QoS di un servizio TLC? Il problema è molto complesso essenzialmente perché in esso si intrecciano aspetti soggettivi più difficili da misurare e legati al comportamento/percezione di un soggetto umano e aspetti oggettivi più facilmente misurabili. Il modo migliore di procedere è di prendere in considerazione diversi tipi di QoS e di relezionarli poi l’un l’altro. Facciamo un esempio concreto riferendoci a un servizio di TV satellitare. Per semplicità supponiamo che il fornitore dei servizi TV satellitari in effetti sia un fornitore di un “prodotto” completo costituito da servizi TV e apparecchiature TV e.g. antenna parabolica e decoders. L’ Utente, durante la fase di utilizzazione dei servizi televisivi, percepisce come elementi della QoS il livello di nitidezza, la qualità del colore e la stabilità delle immagini che appaiono sul teleschermo, la fedeltà di riproduzione dei suoni trasmessi dagli altoparlanti installati nel televisore, il sincronismo suoni-movimenti di immagine, la durate dei tempi fuoriservizio (outages) subiti dalle trasmissioni televisive. Ad esempio, se il movimento delle labbra dei personaggi sul teleschermo e le parole da loro emesse non sono sincronizzati l’ utente percepisce una qualità di immagine pessima ed è insoddisfatto. Ma questo non è tutto. Altri elementi della QoS sono percepiti dall’Utente al di fuori della fase di utilizzazione del servizio TV e.g. la prontezza/ gentilezza/ competenza con cui gli addetti al servizio assistenza tecnica rispondono alle sue richieste di informazione o intervengono per riparare guasti, la chiarezza/ accuratezza delle fatture mensili che gli vengono periodicamente inviate, etc. etc. Il livello di nitidezza delle immagini, la fedeltà di riproduzione dei suoni e la prontezza/accuratezza di risposta degli addetti all’assistenza tecnica sono esempi di elementi che determinano la Qualità di Servizio nel seguente modo: gli elementi vengono percepiti dall’ utente, paragonati alle aspettative che egli ha di essi e, come risultato di questo paragone, determinano il soddisfacimento delle esigenze dell’ Utente. L’ Utente soddisfatto sancisce il servizio come servizio di buona qualità, l’ Utente insoddisfatto decide che il servizio fornito è di cattiva qualità e potrebbe cercare altrove servizi più soddisfacenti. Tuttavia si tratta di elementi di natura diversa. Infatti alcuni sono “network related” e sono quantificabili e misurabili (e.g. la qualità o la stabilità delle immagini televisive) mentre altri sono “non network related” e sono più difficili da quantificare poiché dipendono dal comportamento di esseri umani (e.g. know-how e gentilezza degli addetti al call center o fattori soggettivi nelle aspettative dell’utente). Molto spesso è 307 difficile separare gli elementi quantificabili e misurabili da quelli che non lo sono e che dipendono dal comportamento/ percezione di esseri umani. Ad esempio la buona o cattiva qualità di un call center dipende dalla buona o cattiva professionalità degli addetti o dal buono o cattivo funzionanamento dei sistemi informatici di supporto? Probabilmente da entrambi. Un addetto al call-center può essere piu’ o meno gentile a seconda di vicissitudini personali difficilmente prevedibili e.g. esistenza di problemi familiari. PUNTO di VISTA BUSINESS (AMBIENTE BUSINESS) QoS “Fornita” VALORI di RIFERIMENTO dei PARAMETRI di SERVIZIO dal SP (pre-fornitura) Non Network Related Network Related (Execution Gap) QoS “Erogata” dal SP SERVIZIO TLC (Funzionalità U &S, G) Tecnoservizi (post-fornitura) Valori MISURATI dei PARAMETRI di SERVIZIO mappatura abilitato da SISTEMA TLC Non-ICT VALORI PREDETTI dei PARAMETRI PRESTAZIONALI (LoP) ICT PUNTO di VISTA ENGINEERING Ambiente Engineering Fig. 2.7.3.2 Rilevante alla definizione di QoS quantificabile e misurabile Il QoS atteso e il QoS percepito dall’Utente non sono rappresentati. Il problema non è specifico dei servizi di telecomunicazione ma sorge ogni qualvolta si cerca di definire e valutare la QoS di un qualsiasi servizio. Esistono intere biblioteche che trattano l’argomento. In accordo con ITU-T Recommendation I.350, 03/2003, in questo corso noi ci limiteremo a considerare le caratteristiche oggettivamente misurabili (in maniera 308 quantitativa tramite valori numerici o qualitativa tramite i livelli di opportuni indicatori) della QoS di un servizio TLC mentre ignoreremo tutte le caratteristiche dipendenti dalle azioni e dalle opinioni soggettive degli Utenti che determinano la “QoS percepita” e parte della “QoS attesa” dall’Utente 2.6.3.3 QoS fornita (specificata nel contratto SLA) e Qos erogata (misurata a posteriori) Supponiamo che le caratteristiche del QoS di un servizio TLC quantificabili e misurabili nel Punto di Accesso al Servizio (Service Access Point, SAP) siano esprimibili tramite indicatori misurabili chiamati “parametri di servizio”. I loro valori sono prestabiliti e inclusi in un contratto formale stipulato fra SP e Utente denominato Service Level Agreement, SLA. Esempi di parametri di servizio misurabili possono essere 1. Tempo massimo per identificare la causa di un malfunzionamento riportato da un utente 2. Tempo massimo per riparare un malfunzionamento 3. Tempo massimo di fornitura di un nuovo servizio 4. Altri parametri prestazionali di rete (vedi par.2.6.2) specifici di un certo servizio e.g. cell delay o jitter per servizi ATM, BER per servizi tipo “leased line” etc. 5. Disponibilità del servizio (Service Availability) Alcuni di questi sono “network related” altri dipendono dalla operatività del SP e sono “non network related”. I parametri di servizio network related sono relezionati in maniera più o meno complessa con i parametri prestazionali di rete (predetti). La ITU-T ha raccomandato la matrice di Fig. 2.6.3.3 per facilitare la ricercadi parametri di servizio. I valori (o gli intervalli di valori) dei parametri di servizio specificati in un contratto SLA sono chiamati valori di riferimento e il loro insieme costituisce la QoS pianificata/fornita (dalla TelCo). Essi sono anche definiti come i requisiti del servizio e costituiscono ciò che l’ Utente leggittimamente si attende di ricevere dal SP e sono in parte responsabili della costituzione delle aspettative dell’Utente (QoS attesa). (non mostrata in Fig.2.6.3.2). Quindi, ripetiamo, l’insieme dei valori di riferimento specificati nel contratto SLA definisce la QoS pianificata/fornita (Vedi Fig. 2.6.3.2). Alcuni di questi parametri misurabili hanno una natura deterministica, altri una natura statistica (e.g. disponibilità del servizio o massimo numero di minuti fuori-servizio in un anno). D’altro canto la misura a posteriori dei valori dei parametri relativi ai servizi effettivamente erogati produce un insieme di valori misurati dal SP che, per definizione, costituisce la QoS “erogata” all’Utente.(Vedi Fig.2.6.3.2). A questo punto abbiamo definito una QoS pianificata/fornita e una QoS erogata, misurata a posteriori dal SP. Il divario fra le due viene identificato come “Execution Gap”. E più in là non vogliamo spingerci per non sconfinare in campi lontani dalla GST. . Tuttavia sappiamo che esiston altre due QoS: la QoS percepita e la QoS attesa (completa) che non sono rappresentate in figura perché contengono elementi soggettivi 309 Criterio di Qualità 1. Velocità 2. Accuratezza 3. Disponibilità 4. Affidabilità 5. Sicurezza 6. Semplicità 7. Flessibilità Funzioni TLC 1. Vendite & attività pre-contratto Gestione Servizio 2. Approvvigionamento 3. Alterazioni 4. Supporto 5. Riparazioni Qualità Connessione 6. Cessazione ra Pa 7. Instaurazione Connessione 8. Trasferimento Informazione m e Q di i tr à lit a u X 9. Rilascio Connessione 10. Fatturazione 11. Gestione rete/servizio da parte del Cliente Persona TLC Fig.2.6.3.3 La matrice “Criterio di Qualità” – “Funzione TLC” per facilitare la definizione dei “Parametri di Qualità” (ITU-T Report G.1000 11/2001) relativi a servizi TLC (“parametri di servizio”). La zona gialla indicata qui come “Qualità Connessione” contiene le funzioni di “Utilizzazione e Segnalazione” svolte nella fase da noi denominata di “Erogazione/Fruizione di un servizio TLC”. Tutte le altre funzioni sono di natura gestionale e fanno parte della “service delivery”. La zona verde qui indicata come “Approvvigionamento” contiene la funzione gestionale, da noi indicata come “Fornitura/Acquisizione di servizio TLC”. In figura un servizio TLC è decomposto funzionalmente in un insieme coerente di 11 funzioni TLC e ad ogni funzione TLC corrisponde una specifica funzionalità TLC. (infatti il paradigma Funzionalità-Funzione richiede che l’ effettivo svolgimento di una funzione sia la attuazione di una corrispondente funzionalità posseduta a priori dall’attore). Ogni funzione TLC è un insieme coerente di attività tese al raggiungimento di uno scopo comune (“scopo TLC”). Nella figura ogni funzione TLC è identificata tramite il suo scopo TLC. Ad esempio, la funzione “Cessazione” va intesa come “un insieme coerente di attività finalizzate ad effettuare la cessazione di un servizio TLC”, la funzione “Supporto” va intesa come “un insieme coerente di attività finalizzate ad effettuare il supporto di un servizio TLC” [“A.Oodan et al. “Telecommunications Quality of Service Management”, IEE Publications, 2003, p.54]) 310 dipendenti dai comportamenti degli uttenti.. La QoS percepita è la QoS erogata dal SP deformata da fattori temporalmente e geograficamente variabili legati alla persona dell’utente: condizioni fisiche e psicologiche, esperienze passate, ambiente familiare e sociale, impatto della pubblicità (giornali, televisione) sull’utente, sensibilità dell’utente a influenze esterne etc. Il divario fra QoS percepita e QoS erogata si chiama “Perception gap”. La QoS attesa è la QoS che l’Utente crea in se stesso prima della fruizione del servizio ed è costituita dalla QoS fornita dal SP (sottoscritta dall’utente nel SLA) con l’aggiunta di fattori soggettivi come esperienze pregressa, bisogni, pubblicità etc. Sappiamo inoltre che il QoS complessivo di un servizio TLC dipende dal “livello di soddisfazione” dell’Utente e questo “livello di soddisfazione” è proprio il risultato del paragone che egli effettua nel suo interno fra QoS percepita e QoS attesa. In conclusione, il contratto SLA è un contratto con valore legale che specifica in modo misurabile e contrattualmente vincolante i valori dei parametri di servizio sottoscritti dall’ utente (che quindi riflettono parte delle sue aspettative, essendo le altre componenti indicate in Fig.2.7.3.1). Se l’Utente ottiene la QoS attesa egli è in grado di risolvere i suoi problemi (insorti in conseguenza di desideri/bisogni da soddisfare), e se il paragone della QoS attesa con la QoS percepita è per lui soddisfacente la QoS del servizio è da lui ritenuta ottima. 2.6.4 “Livello di Prestazione” (LoP) delle tecnologie ICT (Ambiente “Engineering” ) Ciò che abbiamo sin qui descritto rappresenta la QoS di un servizio TLC come definita dall’Utente in un Ambiente Business. D’altra parte la Qualità di Servizio così definita dipende anche dalle caratteristiche di funzionamento (Livello di prestazione, LoP) delle tecnologie ICT abilitanti evidenziate quando si guarda il funzionamento del sistema TLC in un Ambiente Engineering Come già detto, un sistema TLC contiene tecnologie ICT (e.g. reti e apparati realizzati con tecnologie ICT) e componenti di supporto indicate come tecnologie non ICT (uffici, impianti, energia, acqua etc.). Le tecnologie ICT sono suddivise in tecnologie U&S gestite e tecnologie gestionali. Il funzionamento del complesso “tecnologie U&S gestite + tecnologie gestionali” è caratterizzato da indicatori quantificabili e misurabili, chiamati parametri prestazionali (e.g. la probabilità di errore Bit Error Rate (BER) associata alla trasmissione TV, la larghezza di banda e il tempo di ritardo dei canali utilizzati per trasmettere i segnali televisivi, la potenza dei TWTA installata a bordo di un satellite televisivo etc.) L’insieme dei parametri prestazionali normalizzati ai valori di specifica (fattori prestazionali) relativi a una rete TLC (e.g. matrice 3x3 con 9 parametri, vedi ITU-T Recommendation I.350, pag.7) definisce una Prestazione di Rete (Network Performance) mentre l’insieme dei corrispondenti valori misurati definisce il Livello di Prestazione (LoP, Level of Performance) della rete. 311 L’LoP della rete è supervisionato e controllato continuamente. I suoi valori devono essere compatibili con i valori di riferimento dei parametri di servizio specificati nel contratto SLA. Un buon servizio TLC è supportato da una buona rete TLC. Più precisamente esiste una corrispondenza fra valori dei parametri prestazionali di rete (LoP) e i parametri di servizio del servizio TLC abilitato da quella rete (QoS fornita/QoS erogata). Questa corrispondenza è anche denominata “mappatura LoP-QoS” fra fattori prestazionali e parametri di servizio. E’ proprio questa mappatura che rappresenta il punto cruciale della gestione integrata reti-servizi. In un sistema TLC ci sono anche elementi di supporto i.e. risorse non-ICT (e.g. uffici, impianti, generatori di energia, etc) indispensabili al funzionamento del sistema stesso. Le loro caratteristiche di funzionamento devono essere compatibili sia con i valori dei parametri di servizio che con i valori dei parametri prestazionali delle tecnologie ICT e la loro gestione avviene nell’ambito della gestione complessiva d’impresa (Enterprise Management o Business Management). Queste risorse non sono oggetto di studio in questo corso. Tuttavia è importante che gli Ingegneri TLC abbiano consapevolezza della loro esistenza e della loro importanza. 2.6.5 La mappatura LoP-QoS Finora abbiamo parlato di un Ambiente Business nell’ambito del quale abbiamo descritto un servizio TLC fornito da una TelCo a Utenti finali , in termini di 1) QoS con alcune caratteristiche oggettive misurabili e altre più difficili da quantificare (ma altrettanto importanti) legate al comportamento soggettivo sia dell’utente che di altri partecipanti alla fornitura del servizio TLC e.g. comportamento degli addetti a un call center, 2) “parametri di servizio” caratteristici della parte misurabile del QoS e misurati nei Service Access Points 3) “valori di riferimento” dei parametri di servizio da inserire in un contratto SLA stipulato fra Telco e Utente (QoS fornita) . Poi abbiamo parlato di un Ambiente Engineering dove sono messe a fuoco le tecnologie ICT abilitanti i servizi TLC e il loro funzionamento. Le tecnologie ICT hanno un funzionamento caratterizzato da “fattori prestazionali”(i.e. parametri prestazionali normalizzati ai valori di specifica). L’insieme dei valori misurati dei fattori prestazionali costituisce un Livello di Prestazione (LoP) delle tecnologie ICT. I fattori prestazionali di LoP, definiti/misurati in Ambiente Engineering, sono strettamente relazionati ai parametri di servizio di QoS, definiti/misurati in Ambiente Business, secondo una relazione denominata “Mappatura LoP-QoS” 312 Ma negli Ambienti Engineering e Business coloro che definiscono/misurano LoP e QoS spesso provengono da filono culturali completamente diversi. Basti pensare a operatori di marketing (specializzati in relazioni con i clienti) e ingegneri TLC specialisti in tecnologie ICT. Questi personaggi spesso usano linguaggi diversi e posseggono mentalità diverse. Si crea così una discrasia semantica che può essere superata solo attraverso un lavoro di integrazione e collaborazione fra professionisti con culture diverse e.g. creando teams crossfunzionali. (Vedi: L.Lewis, “Service Level Management for Enterprise Networks”, Artech House, 1999, pag. 190). Nella “Mappatura LoP-QoS” esistono due casi limite: essa può effettuarsi partendo dai parametri prestazionali (approccio engineering) o dai parametri di servizio (approccio business). In un approccio engineering viene effettuata a priori la scelta dei parametri prestazionali e dei loro valori e si accettano i valori dei parametri di servizio che ne derivano e la mappatura è del tipo molti-a-uno, cioè i valori misurati di una molteplicità di parametri prestazionali di rete danno luogo ad un singolo valore di un determinato parametro di servizio. In un approccio business è vero il contrario. In pratica è molto probabile che ci si trovi ad operare in un contesto “customer centric” nel quale i parametri di servizio e i loro valori sono fissati a priori, poi vengono fissate le tecnologie ICT abilitanti e infine vengano specificat i parametri prestazionali. 2.6.6 Pubblicazioni ITU-T relative alla mappatura LoP-QoS Per quanto riguarda la relazione fra Prestazione di rete (Network Performance, NP) e la parte misurabile della Qualità di Servizio (Quality of Service, QoS), la ITU ha affrontato il problema in due raccomandazioni (scaricabili dal sito «ITU»), 1) ITU-T Recommendation I.350, General aspects of quality of service and network performance in digital networks, 03/1993 2) ITU-T Recommendation X.641, Quality of service framework, 1997 Vedere anche: Antony Oodan et al. “Telecommunications Quality of Service Management”, IEE (UK), 2003. 313 Appendice 1 al Capitolo 2 Modello Generico di Rete (Generic Network Model, GNM) di Chen & Kong A.1.1 Creazione del modello generico di rete “Super-rete” In letteratura esistono diversi modelli di rete tecnologicamente neutri (modelli generici) sviluppati per diversi scopi: vedi gli standards de jure descritti nei rispettivi documenti/raccomandazioni: ITU-T M.3100 e G.805, ATMF M4, ETSI 300 653 etc. o il modello proprietario GNM (Generic Network Model) sviluppato da G.Chen e Q.Kong nel Cap.1 (p.159) del testo già citato. In generale un modello (rappresentazione astratta) di un oggetto reale, tangibile o intangibile, per essere veramente utile e popolare e non essere dimenticato in un cassetto deve contenere informazioni rilevanti all’uso che i suoi utilizzatori prevedono di farne, adottare un linguaggio comprensibile agli utilizzatori ed essere sufficientemente semplice da non richiedere troppo tempo e denaro in fase di utilizzazione. Nel nostro caso noi vogliamo sviluppare un modello di rete TLC da utilizzare per due scopi specifici: 1) costituire un modello astratto tecnologicamente neutro (i.e. indipendente dalle tecnologie implementative della rete) per permettere ad un unico gestore di gestire reti tecnologicamente eterogenee costituite da sottoreti realizzate con diverse tecnologie. Questo tipo di gestione si chiama “integrated cross-domain network management”, laddove il termine “domain” si riferisce ad un dominio tecnologico 2) creare un modello che offra una base per l’integrazione gestione reti-gestione servizi (e.g. utilizzando una tecnologia DOC, Distributed Object Computing tipo CORBA, Common Object Request Broker Architecture, mappatura fra oggetti gestione rete e oggetti gestione servizi) Consideramo una grande rete TLC reale (denominata “Rete”) realizzata come interconnessione di una molteplicità eterogenea di sotto-reti. Ogni sotto-rete è tecnologicamente omogenea cioè realizzata con un' unica tecnologia implementativa (“rete specifica”) ed ha un insieme di nodi di accesso chiamati terminazioni. Parte delle terminazioni di una sotto-rete sono “visibili” dall’esterno della Rete. Le terminazioni “visibili” sono denominate “terminazioni esterne”. Questo significa che le terminazioni esterne sono i soli punti di accesso che un utilizzatore della Rete può utilizzare (Network Access Points, NAP’s). Supponiamo che la Rete offra tecnoservizi di interconnessione fra terminali ad essa connessi nei NAP. Allora le teminazioni esterne NAP sono anche i Service Access Points (SAP) ai tecnoservizi di interconnessione offerti dalla Rete. 314 MODELLO GNM T1 Rete Astratta Generica (Tecnologicamente neutra) Supernet T2 T7 T3 SPECIALIZZAZIONE ASTRAZIONE N5 Rete Reale Specifica (Tecnologia XYZ) N1 N4 N7 N2 N3 N6 MODELLO RETE SPECIFICO Fig.A.1.1 Rappresentazione astratta di una rete reale a sette nodi e quattro terminazioni esterne, realizzata con tecnologia XYZ, generalizzata in una Supernet astratta tecnologicamente neutra con quattro terminazioni. Le linee tratteggiate rappresentano trasferimento alla Supernet di un certo numero di caratteristiche generiche (tecnology-neutral) possedute dalle terminazioni esterne N1, N2, N3, N7 (processo di astrazione). 315 La rete A è realizzata con una tecnologia specifica XYZ e gestita da un gestore A che adotta il modello OSI-SM. La Supernet è una rete astratta, “oggetto” di un modello GNM sul quale si possono effettuare certe operazioni. Una richiesta di creazione della connessione T2-T7 nella Supernet viene mappata in un insieme di richieste CMIP (secondo regole di specializzazione) per le connessioni N2-N4, N4-N5, N5N7. Viceversa un guasto nella connessione N4-N5 influenza i servizi sulle connessioni T2-T7 e T1-T7 nella Supernet (secondo regole di astrazione). Tutte le reti di cui abbiamo parlato sinora sono reti reali. Adesso vogliamo creare un modello astratto tecnologicamente neutro della Rete reale (denominato “Modello Generico di Rete”, MGR, in inglese Generic Network Model, NGM) e lo chiamiamo “Super-rete”. Quindi la Super-rete è un MGR di una Rete reale costituita da un ordito di sotto-reti reali (talvolta in forma abbreviata si dice anche che è una “rete generica”). Per creare un MGR supponiamo di applicare il criterio di modellazione “bottom-up” descritto nel Capitolo 1. All’uopo, certe caratteristiche delle terminazioni esterne ritenute importanti agli occhi del gestore servizi e condivise da tutte le sotto-reti sono trasferite (mappate direttamente) nelle caratteristiche delle terminazioni della Super-rete (processo di astrazione denominato “mappatura sotto-rete : super–rete”). Una mappatura sottorete/super-rete nasconde (o effettua l’incapsulamento di ) tutti i dettagli specifici della tecnologia implementativa di sotto-rete. I tecnoservizi di interconnessione offerti dalla Super-rete sono una astrazione dei tecnoservizi di interconnessione offerti dalla Rete reale: i primi ritengono solo le caratteristiche “service-relevant” dei secondi. I tecnoservizi offerti dalla Super-rete possono essere rappresentati tramite “oggetti CORBA” (i.e. “oggetti” descritti con linguaggio descrittico IDL di una architettura CORBA) mentre i vari tecnoservizi offerti dalle sotto-reti possono essere rappresentati tranite “oggetti OSI-SM” (i.e. “oggetti” descritti col linguaggio GDMO/ASN.1, vedi Parte II del corso). A.1.2 La vista esterna tecnologicamente neutra di una Super-rete La Fig. A.1.1 mostra tre sotto-reti reali A, B e C tecnologicamente diverse interconnesse da due links (collegamenti fra sotto-reti). Le loro terminazioni esterne possano essere mappate nelle terminazioni di una Super-rete tecnologicamente neutra. L’ insieme delle terminazioni di una Super-rete ne costituisce la “vista esterna” messa a disposizione dei suoi utilizzatori (gestori servizi). Una Super-rete ha una “vista esterna” disponibile ai suoi utilizzatori costituita da tutte le terminazioni che sono state mappate dalle terminazioni esterne delle sotto-reti contenute al suo interno assieme ad una “vista interna” che specifica le sotto-reti tramite modelli di gestione rete tecnologicamente specifici e i links che le interconnettono e la topologia dei links. In figura si vede anche come alcune terminazioni di sotto-rete non vengano mappate nella super-rete ma siano invece utilizzate nei “links” fra sotto-reti. A.1.3 I sottomodelli del Modello GNM Il modello GNM si articola in due “sottomodelli a oggetti”: un modello topologico (statico) e un modello connettivo (dinamico). Sottomodello topologico (Oggetti topologici e operazioni su di essi). Il modello GNM topologico è descritto in termini di oggetti (topologici), operazioni che essi supportano e regole di comportamento. Questi oggetti rappresentano le carattertistiche statiche di una rete e modellizzano gli elementi che costituiscono la topologia di una Super-rete: 1) reti, 2) terminazioni (punti di accesso a una rete), 3) links (interconnessioni fra reti). 316 Esiste una relazione fra gli oggetti “reti”, “terminazioni” e “links” (Vedi Fig. A.1.2) e una relazione gerarchica di contenimento fra gli oggetti rete (Vedi Fig.A.1.3) i.e. reti più grosse contengono reti più piccole (sotto-reti). In Fig. A.1.3 le tre reti atomiche (i.e. senza sottoreti) No. 2, 4 e 5 sono contenute nella rete No.1. Abbiamo visto che le terminazioni in una Super-rete sono una mappatura diretta delle terminazioni esterne delle sotto-reti. Ad esempio la rete No.1 “vede” (attraverso un processo di mappatura diretta) le terminazioni esterne T21, T22 e T23 della sotto-rete No.2. Esempi di operazioni sugli oggetti “Network” sono: “create network”, “delete network” Sottomodello connettivo (Oggetti connettivi e operazioni su di essi). Gli oggetti connettivi sono “connection objects” e “connectionLink objects”. Un “connection object” (anche “connection service object”) è la rappresentazione di un canale di comunicazione che trasporta informazione in modo trasparente fra certe terminazioni di Super-rete (siamo nel MGR) ed è creato per realizzare una connessione end-to-end in rete in risposta ad una richiesta di servizio di interconnessione da parte di un Cliente. Questi oggetti sono rappresentativi degli aspetti dinamici della rete (cambiamenti molto più rapidi dei cambiamenti di topologia) cioé rappresentano connessioni che possono attivarsi/disattivarsi in modo rapido (“Connection service objects”). Oltre che per le loro caratteristiche dinamiche, gli oggetti connettivi differiscono dagli oggetti topologici per il fatto che, benché oggetti di rete, essi portano con sé informazione rilevante ai servizi e.g. specifiche dei parametri rappresentativi del canale di comunicazione abilitante i servizi richiesti. E’ questa una caratteristica del modello GNM previsto specificatamente per l’integrazione gestione servizi-gestione reti. Ad esempio le loro specifiche contengono parametri prestazionali relativi a protocolli di comunicazione (ATM, Frame Relay, ADSL. SDH etc.), larghezza di banda, LoP (Level of Performance), tipo di connessione: unidirezionele, bidirezionale, simmetrica, asimmetrica. Le relazioni fra oggetti connettivi e topologici sono mostrate in Fig. A.1.3. Le operazioni sono del tipo “create connection”, “add/delete connection”, etc. Il modello connettivo inoltre contiene un insieme di regole che specificano il comportamento degli oggetti cioé la semantica degli oggetti . Si tratta del comportamento di un oggetto rispetto al comportamento di un altro oggetto cioé delle relazioni fra oggetti. Ad esempio regole che individuano le relazioni di contenimento fra sotto-reti oppure che specificano le relazioni fra oggetti topologici e connettivi. 317 A.1.4 Relazione fra oggetti GNM (Generic Network Model) e oggetti SIM (Service Interaction Model) Al gestore “servizi TLC” (Service Provider, SP) non interessa affatto conoscere i dettagli della gestione “reti TLC” (effettuata da un Network Operator, NO). E questo è vero fintantochè l’SP ottiene le informazioni di cui ha bisogno per gestire i servizi e, viceversa, le sue richieste sono esaudite dal NO. Supponiamo ora che SP adotti un modello gestione servizi denominato Service Interaction Model (SIM) e NO adotti un modello gestione reti tecnologicamente neutro denominato Generic Network Model (GNM) ma, modello che egli può specializzare in una serie di modelli gestionali tecnologicamente specifici adatti a gestire i singoli elementi delle reti specifiche contenute in un sistema TLC. Allora possiamo dire che a livello informatico, le informazioni gestionali di rete di cui SP ha bisogno sono contenute negli oggetti GNM e le richieste di SP a NO sono trasferite via relazioni oggetti SIM-oggetti GNM (e.g. Relationship service di CORBA). 318 Rete No.1 T11 T12 T22 T24 T21 Rete No.2 T31 Rete No.3 Link T23 T13 T16 T34 T32 T15 T33 T14 Rete No. 3 T42 T34 MODELLO GNM T41 T51 Rete No.5 Rete No.4 T54 T31 T52 T32 T53 T33 T21 T24 T22 Rete No.2 T42 Rete No.4 T23 MODELLI RETE SPECIFICI T51 T41 Rete A Tecnologia A Rete B Tecnologia B T53 Rete C Tecnologia C Fig. A.1.2 Rappresentazione di tre reti specifiche in una super-rete tecnologicamente neutra. 319 T52 Rete No.5 T54 based on contains contains Connection based on contains between Link-connection Network links between Termination over Oggetti connettivi contains Oggetti topologici Fig. A.1.3 Tipologia di oggetti nel modello GNM 320 Link Rete No.1 T11 T12 T16 T24 T21 T22 Rete No.2 T32 T15 T33 T14 contiene contiene T21 Rete No. 3 T51 T31 T42 Rete No.5 T52 T41 Rete No.4 T32 T54 T53 T33 T24 T34 T22 T31 Rete No.3 Link T23 T13 T34 Rete No.2 Link T23 contiene Rete No.1 = Rete No.2 + Rete No.3 contiene T51 T42 T41 Rete No.4 Rete No.5 T54 Rete No.3 = Rete No.4 + Rete No.5 Fig.A.1.4 Esempio di struttura gerarchica (contenimento) di reti secondo il modello GNM. 321 T52 T53 OGGETTI CORBA IDL (CORBA Server) Mappatura GNM-SIM Modello Rete Generico (GNM) (oggetti rete generici) (oggetti servizi) ASTRAZIONE Modello Interattivo Servizi (SIM) Modello Rete Generico (REGOLE DI ASTRAZIONE) ATM SDH Modelli Rete Specifici ATM ADSL SDH ADSL OGGETTI OSI GDMO Modelli Rete Specifici Terminazione Connessione Link Fig. A.1.5 La “mappatura sotto-rete/super-rete” crea oggetti GNM che si relazionanano con oggetti SIM attraverso una infrastruttura CORBA 322 CAPITOLO 3 Standards gestionali ITU-T: introduzione (4h) 3.1 Introduzione 3.2 Gli standards gestionali: generalità 3.2.1 3.2.2 3.2.3 3.2.4 3.2.5 3.2.6 3.2.7 3.2.8 3.2.9 Procedure gestionali, processi gestionali e automazione Tecnologie proprietarie e interoperabilità Standards e tipologie di standards Standards gestionali «de jure» e modelli gestionali. Normativa «minimalista» tecnologicamente neutra per salvaguardare l’innovazione tecnologica e la competitività fra industrie manifatturiere. Condizioni aggiuntive (oltre la verifica di conformità) per garantire una buona interoperabilità fra sistemi eterogenei. Gli standards nel dominio del tempo Introduzione di standard in assenza o presenza di sistemi legacy. Enti di standardizzazione 3.3 Paradigma “Gestore-Agente” nello standard OSI-SM dell’ITU-T: architetture manuali e automatizzate 3.4 Il modello “TMN stratificato” dell’ ITU-T 3.5 Il modello funzionale FCAPS dell’ITU-T 323 CAPITOLO 3 Standards gestionali ITU-T: introduzione 3.1 Introduzione Abbiamo già indicato in precedenza come un sistema TLC reale allorchè osservato da un Punto di Vista Engineering appaia come un ordito di Tecnologie ICT da noi classificate in “tecnologie U&S gestite” e.g. switch, router, multiplexer, mezzi di trasmissione elettromagnetica etc. e “tecnologie gestionali” e.g. OS, NSS, OSS, BSS. Negli anni 60 queste tecnologie erano di natura proprietaria, prodotte da una moltitudine di imprese ICTS. Proprio perché i vari vendors vendevano tecnologie proprietarie eterogenee, l’operazione congiunta di tecnologie provenienti da vendors diversi sin dall’inizio divenne problematica i.e. mostrò problemi di interoperabilità eterogenea. Nel tentativo di risolvere questi problemi vari enti nazionali e internazionali intrapresero iniziative di standardizzazione dei processi gestionali e delle relative tecnologie abilitanti ed emanarono una varietà standards gestionali. In questo capitolo ci occuperemo dei primi standards gestionali de jure sviluppati dall’ITU-T (anni-80/90). L’ITU-T è uno degli enti di standardizzazione più importanti nel settore GST 3.2 Gli standards gestionali: generalità 3.2.1 Procedure gestionali, processi gestionali e automazione All’inizio degli anni settanta la gestione dei sistemi TLC consisteva in una gestione servizi, reti e elementi di rete, con una forte componente manuale (i.e. intervento diretto di “addetti alla gestione” sulle apparecchiature da gestire) secondo “procedure gestionali” prestabilite. Come indicato nel Capitolo 1, gradualmente nel tempo le TelCo hanno trasformato le “procedure gestionali” in “processi di business gestionali”. Susseguentemente si è verificata una automazione (sostituizione del personale addetto alla gestione con tecnologie gestionali) e integrazione di questi processi in modo da rendere i servizi TLC forniti più efficienti/efficaci (i.e. con costi di esercizio più bassi, tempi più brevi e migliore QoS per gli utenti finali). L’automazione/integrazione ha comportato una digitalizzazione e messa in rete dei processi di gestione creando così una “gestione distribuita”. La gestione distribuita ha richiesto l’impiego congiunto di tecnologie informatiche IT (Information Tecnologies) e tecnologie di telecomunicazione TLC e, più tardi, l’uso di tecnologie integrate ICT, Information - Communication Technologies. 324 3.2.2 Tecnologie proprietarie e interoperabilità Inizialmente le tecnologie gestionali erano tecnologie gestionali proprietarie definite come segue: DEFINIZIONE di «TECNOLOGIA PROPRIETARIA»: “Tecnologie proprietarie” sono tecnologie realizzate indipendentemente da varie industrie manifatturiere con criteri progettuali /realizzativi propri, su richieste specifiche di varii enti e.g. integratori / operatori di sistema, fornitori di servizi, etc. La crescente utilizzazione di una molteplicità di diverse tecniche/tecnologie gestionali proprietarie (etereogeneità di tecniche/tecnologie gestionali) ha reso difficile la loro interoperatività cioe’ ha generato problemi di interoperabilità . Basti pensare alla difficoltà di far interagire una tecnologia proprietaria «gestore» realizzata da un certo costruttore con tecnologie proprietarie «agente» realizzate da costruttori diversi. In tempi piu’ recenti i problemi di interoperabilità fra tecnologie eterogenee (interoperabilità eterogenea) sono diventati particolarmente acuti a causa di processi di globalizzazione, deregolamentazione e “merging” industriale che hanno coinvolto una varietà di fornitori di servizi e operatori di reti con conseguente utilizzazione di tecnologie (hardware e software) diverse. 3.2.3 Standards e tipologie di standards Quindi, all’inizio anni ottanta, i problemi principali che si sono dovuti risolvere nell’ambito della gestione dei sistemi TLC sono stati problemi di interoperabilita’ eterogenea. La soluzione di questi problemi ha reso necessario lo sviluppo e l’uso di standards. DEFINIZIONE di « STANDARD »: Uno standard è un insieme di specifiche accettato/adottato da una vasta comunità di utilizzatori (e.g. costruttori di apparati, fornitori di servizi, operatori di sistema etc.) e/o promulgato da un ente di standardizzazione nazionale o internazionale. Nel caso in cui le specifiche siano relative ai servizi di gestione offerti dalle risorse di gestione e.g. sistemi di supporto (Tecnoservizi di gestione) l’insieme delle specifiche deve essere soddisfatto in toto dalla risorsa perche’ quest’ultima possa essere dichiarata standardizzata. Le specifiche costitutive di uno standard hanno un carattere normativo cioè sono norme in conformità delle quali un sistema gestionale standardizzato deve funzionare. Un sistema standardizzato il cui funzionamento avviene in conformita’ con uno standard XYZ si dice anche «sistema a norma XYZ». Uno standard gestionale è uno standard che deve essere rispettato dalle prestazioni di un sistema gestionale standardizzato (e.g. OS, NSS). Ad esempio 325 parleremo di «standard gestionale OSI-SM» in conformita’ del quale un «sistema di gestione OSI-SM» deve funzionare per implementare una «gestione OSI-SM». In questo corso tratteremo di tre tipologie di standards: 1. standards “de jure” costituiti da una collezione di specifiche promulgate da enti internazionali/nazionali di standardizzazione creati da governi nazionali, se necessario, con accordi internazionali. Una volta emessi, questi standards possono poi godere di vasta o scarsa popolarità fra i potenziali utilizzatori e,g. operatori/costruttori/integratori di reti, fornitori di servizi etc. Fra poco vedremo che standards «de jure» si basano su modelli (intesi come collezioni di specifiche per la progettazione/realizzazione di un sistema futuro) sviluppati da Working Groups all’interno degli enti di standardizzazione. 2. standards “de facto” costituiti da specifiche relative a tecnologie proprietarie ad altissima diffusione sviluppate da imprese che controllano grosse fette di mercato. (e.g. il sistema operativo WINDOWS NT sviluppato dalla MICROSOFT). Quindi questa tipologia di standards, al contrario della precedente, si basa proprio sull’esistenza di una tecnologia proprietaria adottata, sua sponte, da una vasta comunità di utilizzatori (e non sullo sviluppo di un modello da parte di un ente di standardizzazione). 3. «specifiche tecniche pubbliche» sono raccomandazioni preparate e distribuite da organizzazioni nazionali/internazionali (del tipo «consorzio industriale» o «industrial forum») create «ad hoc» per difendere gli interessi commerciali di comunità di costruttori di tecnologie (industrie manifatturiere), operatori di sistema, fornitori di servizi. I membri del «forum» cooperano per creare, in tempi brevi o, almeno, in tempi piu’ brevi di quelli impiegati per emettere uno standard «de jure», tecnologie comuni capaci di interoperare. Quello che non può fare il singolo privato o la burocrazia di un ente di standardizzazione può essere fatto da un gruppo di privati! Questi «forum» non operano a scopo di lucro cioè sono organizzazioni «non-profit». In generale le raccomandazioni prodotte sono adottate da tutti i membri dell’organizzazione e, se i membri sono numerosi, queste raccomandazioni divengono popolari e….. «de facto» standards! L’organizzazione Tele-Management Forum (TMF), i cui modelli gestionali verranno studiati nel Capitolo 4, è un esempio di foro industriale nato per lo sviluppo di prodotti gestionali altamente automatizzati e interoperabili. Un altro esempio di foro industriale, con il mandato di facilitare lo sviluppo di software gestionale rete/servizi per telecomunicazioni multimediali, è stato il TINA-C (Telecommunication Information Networking Architecture – Consortium). Altri esempi di specifiche tecniche pubbliche (utilizzate nel par.1.3 per i sistemi gestionali fortemente distribuiti) sono le specifiche tecniche del middleware CORBA, (Common Object Request Broker Architecture) emesse dal foro industriale OMG, Object Management Group negli USA e le specifiche del middleware DCE (Distributed 326 Computin Environment) emesse dal gruppo Open Group, nato dalla unione, avvenuta nel 1996, dei gruppi Open Software Foundation (OSF) e X/Open In conclusione, le «specifiche tecniche pubbliche» possono riguardarsi come una quasi-normativa sufficientemente generica da accomodare le tecnologie proprietarie dei membri dell’organizzazione, intermedia fra « standards de-jure » e « standards de-facto ». In base a quanto detto si puo’ facilmente capire come talvolta queste specifiche tecniche pubbliche possano essere concorrenziali con gli altri due tipi di standards dando luogo a quella che talvolta viene chiamata la «guerra degli standards». 3.2.4 Standards gestionali «de jure» e modelli gestionali. In questo corso ci occuperemo principalmente di standards gestionali «de jure» sviluppati da enti di standardizzazione e/o specifiche tecniche pubbliche. Ma quale è la relazione fra un modello gestionale e uno standard gestionale «de jure»? Un sistema di gestione di un sistema TLC si dichiara standardizzato (o « a norma XXX ») dopo verifica che esso soddisfi le specifiche contenute nello standard XXX emesso da un ente di standardizzazione In generale, un insieme di specifiche tecniche di un sistema da progettare viene definito uno «standard» quando le specifiche sono sviluppate e pubblicate da un ente di standardizzazione con procedure formali accettate su base internazionale (o nazionale se l’ente è un ente di standardizzazine nazionale). In questo caso il modello standardizzato riflette i punti di vista (e quindi gli interessi!) dei membri dell’ente di standardizzazione e.g. industrie manifatturiere (hardware e software), fornitori di servizi, operatori di sistema etc. Ogni membro ha suoi rappresentanti tecnici/legali/commerciali in seno all’ente di standardizzazione, i quali partecipano ai Gruppi di Lavoro dedicati alla definizione delle specifiche costitutive di uno standard. Ad esempio lo standard TMN (Telecomunication Management Network) dell’ISO/ITUT, che verrà studiato in questo corso, è una collezione di specifiche che riflette gli interessi dei membri dell’ISO/ITU-T. 3.2.5 Normativa «minimalista» tecnologicamente neutra per salvaguardare l’innovazione tecnologica e la competitività fra industrie manifatturiere. Ma come hanno potuto i vari standards risolvere i problemi di interoperatività fra tecnologie eterogenee? In generale si può dire che, «in linea di principio», componenti eterogenei (i.e. apparecchiature realizzate con tecnologie diverse) possono interoperare se costruiti in conformità allo stesso standard. Questa affermazione è comprensibile se si pensa a sistemi gestionali che utilizzano le stesse strutture di dati, la stessa semantica e usano gli stessi protocolli comunicativi in accordo con le norme contenute in uno stesso standard. Ovviamente questi sistemi possono mutuamente cooperare. Tuttavia ci vuole cautela. La implementazione di uno standard da parte di una comunita’ di utilizzatori (e.g. industrie manifatturiere) non va interpretata nel senso che 327 gli standards stabiliscano regolamentazioni stringenti al di fuori delle quali gli utilizzatori non possono avventurarsi. Se ciò si verificasse sarebbe la fine di ogni iniziativa proprietaria, il soffocamento della competizione a causa della distruzione dei differenziatori competitivi (i.e. «se tutti fanno la stessa cosa non possono più competere »! ) e, in definitiva la morte della creatività’ e dell’innovazione tecnologica. In effetti, vedremo che molte, e forse le più popolari, normative de-jure per sistemi TLC emesse da organismi internazionali di standardizzazione sono normative «minimaliste» tecnologicamente neutre nel senso che definiscono il minimo numero di norme che devono essere soddisfatte per garantire che cooperazione o interoperabilita’ fra tecnologie eterogenee avvengano in modo efficace ed efficiente, senza peraltro soffocare la creatività e l’innovazione tecnologica. In queste circostanze chi adotta uno standard rimane libero di utilizzare la sua innovazione tecnologica per sviluppare differenziatori competititivi che gli permettano di vincere la concorrenza. Ad esempio, nel caso di interoperabilità eterogenea, è bene che un sistema gestionale standardizzato soddisfi una «verifica di conformità» in opportuni punti di interfaccia fra i componenti del sistema, lasciando al gestore la libertà di scegliere le tecnologie implementative dei componenti stessi. In questo senso la standardizzazione si può dire «minimalista». Una standardizzazione non «minimalista» del sistema di gestione presenta il rischio di eliminare i differenziatori competitivi e creare una situazione di «commodity market» cioè un mercato in cui i servizi TLC o le tecnologie ICT abilitanti diventerebbero prodotti difficilmente differenziabili, immessi sul mercato da una vasta molteplicità di fornitori a un prezzo sostanzilmente controllato dal mercato stesso (cioè indipendenti dal «marchio» distintivo del singolo fornitore). Tutto ciò, probabilmente, sarebbe poco gradito dai fornitori di servizi o operatori di rete Quindi nei processi di standardizzazione è importante trovare il giusto equilibrio fra due esigenze opposte: la normativa deve essere sufficientemente stringente da garantire interoperabilità ma, allo stesso tempo, essere sufficientemente lasca da non eliminare i differenziatori competitivi sviluppati dalle singole imprese. Mettere in pratica tutto questo è compito dei Gruppi di Lavoro degli enti di standardizzazione, preposti allo sviluppo degli standards. 3.2.6 Condizioni aggiuntive (oltre la verifica di conformità) per garantire una buona interoperabilità fra sistemi eterogenei. A questo punto è chiaro che, sebbene uno standard de-jure imponga il soddisfacimento di specifiche ben precise, esiste pur sempre il pericolo che diversi produttori di componenti di sistemi gestionali possano, nell’ambito di uno stesso standard, usare soluzioni tecnologiche (hardware o software) proprietarie le quali risultano poi solo parzialmente compatibili (e.g. due tecnologie standardizzate secondo lo stesso standard ma provenienti da due costruttori diversi interoperano ma interoperano male!). Quindi, per avere una maggiore sicurezza circa una buona interoperabilità di tecnologie gestionali eterogenee, è opportuno 328 1) se si deve assemblare un sistema gestionale assicurarsi che i componenti del sistema (e.g. sistemi di esercizio, postazioni di lavoro, equipaggiamento gestionale di vario tipo) siano non solo “a norma” ma soddisfino condizioni aggiuntive e.g. dettate da accordi bilaterali fra i produttori dei componenti stessi 2) effettuare il testing dei componenti in laboratori attrezzati, prima dell’ assemblaggio e messa in opera dei componenti stessi. Ovviamente il soddisfacimento del primo requisito (stipula di accodi bilaterali al di là della normativa di standardizzazione) apre la porta alla possibilità che le condizioni effettive e finali soddisfatte dal sistemagestionmale, cosidetto a norma XYZ, appartengano non solo allo standard de-jure XYZ ma in parte anche ad uno standard defacto imposto nel corso degli accordi bilaterali da grossi produttori con posizioni di preminenza (posizioni dominanti) nel mercato. 3.2.7 Gli standards nel dominio del tempo Uno dei problemi più grossi da affrontare quando si adotta uno standard è la sua validità/utilità nel tempo. Infatti, da una parte, gli standard non devono essere immutabili nel tempo cioè non devono congelare le tecnologie ICT standardizzate per tempi molto lunghi rendendole così incapaci di rispondere a nuove esigenze di mercato, d’altra parte non devono variare molto rapidamente rendendo obsolete in tempi inaccettabilmente brevi le soluzioni adottate. In effetti, la formulazione degli standard deve essere effettuata in modo tale da renderli modificabili al passo con l’evoluzione delle richieste di mercato e/o lo sviluppo tecnologico. Tuttavia queste modifiche devono potersi effettuare senza cambiamenti drastici di tutta la struttura dello standard cioè devono comportare modifiche limitate ad alcune sue parti (« refinements », in inglese) e non coinvolgere una drastica ristrutturazione dello standard nel suo insieme. Per questo un buon standard deve essere ri-usabile (almeno in parte) e estendibile. Ad esempio uno standard con struttura modulare permette la modifica di una parte lasciando inalterato il resto o l’estensione dello standard stesso senza necessità di effettuare grossi cambiamenti. Vedremo che il soddisfacimento di queste esigenze si sposa bene con l’uso di modelli gestionali basati sull’ «orientamento agli oggetti». Abbiamo detto che, idealmente, uno standard dovrebbe essere modificabile di pari passo con l’evoluzione dei mercati e delle tecnologie. Purtroppo ciò è difficile da ottenersi. Infatti tipicamente le procedure di standardizzazione «de jure» sono molto elaborate e quindi molto lente. Questa è una delle principali ragioni per cui talvolta gli standards «de jure» non sono molto popolari e sono soppiantati da standard «de facto» promossi in modo aggressivo da grossi gruppi industriali. 329 3.2.8 Introduzione di standard in assenza o presenza di sistemi legacy. La adozione di standards in sistemi gestionali presenta problematiche diverse a seconda se esiste o meno un sistema pre-esistente di prima generazione (sistema «legacy»). Nel caso di progettazione ex novo di nuovi sistemi gestionali senza riutilizzazione di tecnologie di prima generazione pre-esistenti (tecnologie legacy), assumendo che l’impresa in questione non abbia essa stessa le dimensioni sufficienti per imporre al mercato uno standard de facto, il problema non é l’introduzione di uno standard ma é l’adozione di quale standard. Infatti, negli ultimi vent’anni sono stati sviluppati standards diversi per la gestione di uno stesso sistema TLC. Standard diversi sono sviluppati da enti di standardizzazione diversi (e.g. enti nazionali o internazionali) e/o consorzi industriali supportati da potenti gruppi industriali interessati alla diffusione delle proprie tecnologie proprietarie (Vedi “specifiche tecniche pubbliche” in 4.1.1). Quindi adottare uno standard in effetti significa scegliere uno standard in una molteplicità di standard disponibili e questo non é cosa semplice: come minimo si deve valutare attentamente quale é la probabilità che lo standard prescelto è stato o sarà adottato su larga scala (cioè se risulterà vincente o, perlomeno, contenuto nella rosa dei vincitori nella cosidetta « guerra degli standard ») e quale é la durata del suo probabile ciclo di vita (i.e. dalla sua nascita alla sua morte, quando viene rimpiazzato da uno standard più moderno). Entrambe valutazioni di difficile effettuazione. Nel caso di introduzione di uno standard in presenza di tecnologie legacy pre-esistenti esistono difficoltà aggiuntive. Queste difficoltà sono dovute alla necessità non solo di parzialmente rimpiazzare ma anche integrare (o perlomeno adattare) le nuove tecnologie standardizzate con le vecchie tecnologie proprietarie o normate secondo standard obsoleti. Quindi, in questo caso, la scelta di uno standard è anche influenzata dal tipo di tecnologia legacy pre-esistente. L’integrazione delle nuove tecnologie standardizzate con le tecnologie legacy é un grosso problema che, se possibile, va affrontato in fase di progettazione del nuovo sistema gestionale. Per questo l’introduzione di nuovi standard in sistemi legacy é stata, in passato, sempre effettuata con grande prudenza e gradualità e il più presto possibile in fase di progettazione . 3.2.9 Enti di standardizzazione Ci sono vari organismi nazionali (e.g. negli USA) e intarnazionali il cui scopo è la definizione di normative e “modelli di riferimento” per le telecomunicazioni, in genenerale, e per la gestione dei sistemi di telecomunicazione, in particolare. Fra gli enti che svolgono attività normativa nel campo della gestione sistemi TLC dobbiamo ricordare: 1- ITU (Internatioanal Telecommunication Union) 2- ISO (International Standards Organization) 330 3- ETSI (European Telecommunications Standard Institute) 4- ATMF (Asynchronous Transfer Mode Forum) 5- IETF (Internet Engineering Task Force) 6- TMF (Telecommunications Management Forum) 7- OMG (Object Management Group) 8- TINA-C (Telecommunication Information Network Architecture-Consortium) L’ITU (International Telecomunication Union) è una agenzia delle Nazioni Unite con sede a Ginevra, specializzata nel campo delle telecomunicazioni. Il settore di standardizzazione delle telecomunicazioni ITU-T è un organo permanente dell’ITU. L’ITU-T è responsabile degli studi relativi a “Questioni” tecniche, operative e tariffarie nel campo delle telecomunicazioni. I risultati di questi studi sono raccolti in “Raccomandazioni” che hanno lo scopo di produrre standards su base globale. Le “Questioni” sono definite nell’ambito di una conferenza con scadenza quadriennale (World Telecomunication Standardization Conference) e sono studiate da Gruppi di Studio (SG) numerati a seconda della natura della questioni loro affidate. Ad esempio il gruppo di studio numero quattro (SG-4) studia questioni relative alla manutenzione delle reti. Le raccomandazioni dell’ITU-T sono pubblicate in venticinque serie individuate dalle lettere dell’alfabeto. Ad esempio la serie X è relativa a “Reti dati e comunicazioni in sistemi aperti”. Nel campo della gestione reti e servizi la serie piu’ importante è la serie M. È importante ricordare che tutte le Raccomandazioni sono documenti soggetti a continua revisione e quindi è importante che gli utilizzatori consultino sempre le versioni piu’ recenti. Il TeleMangement Forum (TMF) è un organizzazione internazionale nonprofit al servizio delle industrie TLC (Telecommunications) e IT (Information Technology). La sede è situata nel New Jersey (USA). La missione del TMF è quella di aiutare i fornitori di servizi, gli operatori di rete ed i venditori di tecnologie (sia hardware che software) ad automatizzare i loro processi di business in modo efficiente, tramite l’introduzione di modelli di riferimento. Il nostro interesse nel TMF è dovuto al fatto che questa organizzazione, verso la fine degli anni novanta, ha messo a punto un modello di riferimento per la gestione reti e servizi (Telecom Operations Map, TOM) molto popolare e complementare al modello TMN prodotto dalla ITU-T. La TOM identifica con grande dettaglio i processi di business che intercorrono fra fornitori di servizi, clienti e venditori di tecnologie, con particolare enfasi all’ interfaccia fornitori di servizi-clienti secondo i principi della filosofia BPR, «re-ingegnerizzazione dei processi di business». (Vedi Cap.9). Quindi, 331 contrariamente al modello ITU-T /TMN che riflette il punto di vista del fornitore di servizi, il modello TMF é un modello che parte dal punto di vista del cliente per identificare i requisiti di un sistema di gestione capace di raggiungere gli obiettivi di business fissati dall’impresa. L’ ATM Forum è un organizzazione internazionale non-profit con sede negli USA, fondata nel 1991 da un gruppo di compagnie interessate nell’avanzamento delle tecnologie ATM. Una delle funzioni principali dell’ ATM Forum è la preparazione di Specifiche di Interoperabilità, basate su standards preparati dalle organizzazioni di standardizzazione e.g. ITU-T. Quindi l’ATM Forum produce specifiche che NON sono standards ma che sono complementari agli standards nell’intento di facilitare l’interoperabilità di tecnologie ATM prodotte da diverse industrie manifatturiere. L’Internet Engineering Task Force (IETF) è una grossa comunità internazionale di progettisti, ricercatori, operatori, costruttori interessati alla utilizzazione ed evoluzione dell’architettura internet. La sede è a Reston in Virginia (USA). Il lavoro tecnico di questa Task Force è suddiviso in gruppi di lavoro specializzati in vari argomenti e.g. trasporto, instradamento, commutazione, sicurezza del traffico internet, ogni gruppo di lavoro con un Responsabile di Area. Uno dei compiti principali della IEFT è la definizione di standards per i protocolli di comunicazione e le procedure di funzionamento delle reti internet. Il processo di standardizzazione è molto semplice: si sviluppano specifiche che vengono ampiamente discusse fra tutti i membri del Forum emendate, approvate e pubblicate come standards IETF (o come proposte di standards se pubblicati come drafts) in documenti classificati con la sigla RFC (Request For Comment) seguita da un numero. Fra i documenti RFC esistono due sottoserie indicate rispettivamente con le sigle FYI (For Your Information) e STD (Standard). La sottoserie FYI comprende documenti di carattere introduttivo mentre la sottoserie STD comprende documenti che costituiscono dei veri e propri standards. Se un documento STD subisce delle revisioni il suo numero RFC cambia mentre il suo numero STD rimane lo stesso. I documanti RFC possono essere downloaded gratis dal sito http://www.rfc-editor.org. L’Istituto Europeo per gli Standards TLC (ETSI) è un organizzazione internazinale a livello Europeo la cui missione è la definizione di standards TLC per il mercato Europeo (ma non esclusivamente). La sede dell’ETSI è ubicata in Franncia a Sophia Antipolis. L’organizazzine comprende quasi novecento membri fra università, industrie, centri di ricerca privati e governativi. fornitori di servizi e operatori di reti TLC provenienti da sessantaquattro nazioni. Gli enti membri dell’organizzazione solleICTano la definizione di standards nell’ambito delle TLC, partecipano ai lavori e alla definizione degli standards stessi. I documenti ETSI possono essere downloaded gratis dal sito internet http://www.etsi.org. L’Object Management Group (OMG) é un gruppo non-profit fondato nel 1989 il cui mandato é la formulazione di specifiche tecniche pubbliche per software gestionali indipendenti dalle tecnologie proprietarie dei vari venditori basati sulle tecniche “ObjectOriented”. Il contributo più significativo di questa organizzazione é stata la definizione 332 del software CORBA (Common Object Request Broker Architecture) per sistemi distribuiti. Il Telecommunication Information Network Architecture-Consortium (TINA-C) é stato un foro industriale, fondato negli USA nel 1992, costituito inizialmente da 40 membri fra cui operatori TLC, venditori di apparati TLC, fornitori di computer hardware/software. Il mandato dell’organizzazione é stato quello di definire modelli di riferimento e specificare una architettura aperta per reti/servizi TLC. I risultati vengono poi proposti a enti di standardizzazione per la definizione di standards. Dettagli possono trovarsi al sito internet : http://www.tinac.com. Il contributo più significativo dell’organizzazione é stato la definizione di una piattaforma computazionale distribuita (Distributed Processing Environment, DPE) che specializza la piattaforma CORBA al caso di sistemi TLC. L’organizzazione TINA-C è stata sciolta nel 2002. 3.3 Paradigma “Gestore-Agente” nello standard OSISM dell’ITU-T: architetture manuali e automatizzate Il genitore più vecchio e più nobile di tutti gli standards gestionali emanati dall’ente internazionale di standardizzazione ITU-T (International Telecommunications Union – Telecommunications) è lo standard OSI-SM, Open System Interconnection – System Management, figlio dell’archimandrita OSI-RM, Open System Interconnection - Reference Model, e frutto delle nozze di quest’ ultimo con la Sig.ra “Gestione di Rete e Elementi di Rete TLC”. Lo standard OSI-SM si basa su un paradigma gestionale denominato “Gestore- Agente” che vogliamo studiare in questo paragrafo. Vediamo di cosa si tratta! Abbiamo visto che quando si parla di gestione di reti ed elementi di rete TLC in effetti significa specificare chi gestisce (i.e. chi è il gestore), cosa è gestito (i.e. quali sono le caratterisiche gestionali degli oggetti reali da gestire) e come è gestito (i.e. quali sono le “funzioni di gestione” da svolgere). Infine, poiché il gestore in genere risiede in siti remoti rispetto all’ubicazione degli oggetti reali da gestire si devono specificare le modalità di comunicazione fra il gestore e gli oggetti reali da gestire. Stabilito che per il momento gli oggetti reali della gestione sono reti e elementi di rete TLC, in questo paragrafo ci occuperemo di “chi” effettua la gestione cioè del sistema gestore e della evoluzione temporale della sua natura/architettura. Poi nei paragrafi successivi parleremo di “come” il gestore vuole gestire gli oggetti gestiti cioè parleremo delle “funzioni di gestione”. Qui vogliamo rispondere a due domande: 333 i) DOMANDA No.1: “Natura del Gestore”. La gestione di un sistema TLC é effettuata da personale specializzato (“gestione manuale”) oppure da uno o più elaboratori numerici mutuamente interconnessi da una rete di comunicazione dati gestionali (“gestione automatizzata ”)? ii) DOMANDA No.2: “Architettura del Sistema Gestionale”. Le funzioni di gestione sono svolte da un gestore distribuito su una molteplicità di nodi di elaborazione mutuamente interconnessi da una rete di comunicazione oppure vengono svolte in un unico gestore residente in un unico centro gestionale (gestore centralizzato)? Oppure, formulando la domanda in maniera alternativa: La funzionalità del Gestore é centralizzata in un unico centro di gestione oppure è distribuita su rete? 3.3.1 Natura della gestione: manuale o automatizzata Relativamente alla prima domanda si può dire subito che, come già visto, la gestione manuale basata su un intervento massiccio di personale specializzato («addetti» alla gestione) storicamente è stata la prima ad essere realizzata dalle TelCo. In particolare, negli anni sessanta , essa offriva i vantaggi di 1. essere disponibile a poco costo (a quei tempi il costo della mano d’opera era basso), 2. offrire un sistema gestionale estremamente flessibile (l’uomo è capace di rispondere in maniera flessibile alle situazioni più disparate) e 3. associarsi bene con una architettura gestionale centralizzata dotata di un unico centro di gestione (personale residente in un unico centro). • Limitazioni della gestione manuale In tempi più recenti la gestione manuale ha evidenziato notevoli limitazioni su vari fronti. In particolare, 1) un alto costo del personale specializzato, 2) lunghi tempi di risposta, i.e. modeste quantità di traffico gestionale processato nell’unità di tempo, 3) scarsa affidabilità e, 4) inadeguatezza a gestire sistemi TLC distribuiti Per ovviare a questi inconvenienti si è gradualmente sviluppata una tendenza a rimpiazzare la gestione manuale con una gestione automatizzata/standardizzata, implementata secondo standards di vario tipo. L’accoppiamento della automatizzazione 334 (o automazione) con la standardizzazione è stato motivato dalla necessità di abbattere i costi delle apparecchiature automatizzate tramite produzione di massa e, allo stesso tempo, per facilitare l’interoperabilità di apparati eterogenei forniti da venditori diversi. 3.3.2 L’automazione dei processi è sempre parziale Si potrebbe allora pensare che, con il progresso delle tecnologie e l’avvento della automazione dei processi gestionali a metà anni novanta, i problemi associati alla gestione manuale potessero considerarsi risolti: la gestione automatizzata rimpiazza la gestione manuale (cioè le macchine rimpiazzano gli uomini) e tutti i sistemi di gestione sono automatizzati! Purtroppo non è così. Infatti, si è rapidamente presa coscienza del fatto che le Tecnologie ICT necessarie alla gestione automatizzata, non potranno mai sostituire completamente le risorse umane e, quindi, ci sarà sempre bisogno dell’intervento umano nella gestione dei sistemi TLC. Basti pensare alle seguenti attività gestionali che richiedono necessariamente l’intervento umano 1) invio di tecnici specializzati per riparare i guasti in loco, 2) attività del Personale addetto alla assistenza clienti e.g. ai call centers per la negoziazione dei contratti con i clienti o la fornitura di informazioni relative al catalogo prodotti e servizi (un potenziale cliente preferisce sempre parlare con un altro essere umano piuttosto che con una Risorsa TLC!), 3) pianificazione/progettazione di servizi TLC in genere effettuate da teams crossfunzionali di personale specializzato proveniente dalle varie unità organizzative di una Telco. 4) attività gestionale svolta ai più alti livelli del management aziendale e.g. gestione d’impresa integrata con la gestione servizi (Non si può rimpiazzare un direttore generale con un computer!) In pratica, quindi, in un sistema gestionale reale ci sarà sempre un misto di gestione manuale e gestione automatizzata con un impiego di personale specializzato dettato talvolta da criteri/condizioni di natura locale e.g. dimensioni del sistema TLC da gestire, criteri economico-finanziari (volume e tempistica degli investimenti) , condizioni del mercato etc. Ad esempio è intuitivamente ovvio che un piccolo sistema TLC con un volume di dati gestionali modesto e.g. rete LAN, può essere gestito con gestione manuale mentre per un grosso sistema TLC, e.g. rete geografica, ciò non è più vero. Quindi il vero problema non è se la gestione è manuale o automatizzata ma quali sono le relative proporzioni fra gestione manuale e gestione automatizzata in relazione alle caratteristiche del sistema TLC gestito e alle politiche aziendali che si vogliono realizzare (obiettivi di business da conseguire). Il problema «gestione manuale verso gestione automatizzata » va risolto di volta in volta dal gestore. Diversi gestori adottano livelli diversi di automazione e uno stesso gestore può scegliere livelli diversi di automazione per servizi/mercati in areee 335 geografiche diverse. Tuttavia vedremo in seguito che oggi la forte concorrenza esistente fra Telco, la necessità di stabilire margini di competitività per vincere questa concorrenza, lo sviluppo impetuoso di tecnologie ICT e la riduzione dei loro costi, spingono verso livelli di automazione/integrazione sempre più elevati. Operatore Commerciale Cliente Richiesta installazione/ attivazione servizio Progettista Rete Tecnico Installatore NETWORK OPERATOR Dati commerciali Verifica commerciale Operatore Tecnico Ordinativo commerciale Segnalazione servizio attivato Richiesta di intervento Verifica fattibilità tecnica Dati tecnici Attivazione (1) Avviso avvenuta attivazione Avviso avvenuta installazione SERVICE PROVIDER Installazione (1) Aggiornamento dati tecnici Persona TLC Fig.3.3.3. 1 Rappresentazione semplificata di procedura manuale di “fornitura di servizio” (service provisioning) come flusso di attività elementari. Ogni attività elementare è preposta all’espletamento di un compito specifico ed ha una certa durata (tempo di lavoro). Gli intervalli di tempo che separano le varie attività sono tempi morti. Il Cliente percepisce il tempo complessivo impiegato dal ciclo processuale e una sua riduzione migliora la qualità del servizio. Se i tempi morti sono dominanti una riduzione dei tempi di lavoro tramite una semplice automazione delle attività elementari contribuisce poco a migliorare la qualità del servizio. Se la attività non sono elementari ma sono esse stesse processi la figura può essere considerata come rappresentativa di un flusso di processi. Per una rappresentazione più dettagliata del processo di “service ordering” vedere Fig. 1.2.3.3) . 336 3.3.3 Come si effettua la automazione dei processi gestionali Abbiamo già fornito una definizione esatta di «processo» o meglio di «processo di business» in un contesto aziendale. Qui ricordiamo che un processo, e in particolare un processo di business all’interno di una Telco, è un flusso temporale di funzioni che si svolgono in condizioni prefissate altamente controllate cioè secondo procedure prestabilite (o, additittura standardizzate) accuratamente documentate, utilizzando risorse prefissate e da parte di addetti con compiti/responsabilità precise. Ci poniamo allora le seguenti domande: In pratica come si effettua la automazione dei processi gestionali? Il rimpiazzo tecnologia-uomo è semplice o complicato? Supponiamo che inizialmente gli agenti del processo siano rappresentati da personale specializzato (gestione manuale) e che esista una gestione manuale comprensiva di varie competenze professionali (Fig.3.3.3.1). In queste circostanze il processo di automazione richiede che i componenti della gestione manuale vengano modellizzati in processi gestionali utilizzando schemi formali sufficientemente rigorosi e dettagliati da poter essere convertiti in applicazioni gestionali (e.g. software gestionale scritto con opportuni linguaggi). Poi i vari processi/applicazioni gestionali devono essere aggregati in flussi di processi (process flow) capaci di produrre in uscita risultati uguali o migliori dei risultati ottenuti manualmente in precedenza. Come già indicato nel Capitolo 1 il coordinamento/controllo nel dominio temporale dei vari processi secondo una logica prestabilita viene poi effettuata con sistemi informatici dedicati alla gestione dei flussi di lavoro (Work-Flow Management) oggi commercialmente disponibili e di largo uso. In queste circostanze il problema da risolvere è duplice: 1) è possibile fare tutto ciò ? 2) anche se possibile, con quale precisione ? Infatti la gestione manuale, sebbene svolta attraverso processi con modalità prescritte e controllate lascia sempre spazi discrezionali entro i quali l’addetto alla gestione può esercitare il proprio (buon!) giudizio a seconda delle circostanze. Questo aspetto della attività del gestore umano, se avviene entro limiti prefissati, introduce un prezioso elemento di flessibilità (i.e. possibilità di adattamento a una varietà di situazioni diverse anche inaspettate), adattamento che è difficile da modellizzare e, quindi, rimpiazzare con software gestionale. Come già detto in 3.3.2 la automazione non è possibile per tutti i processi. Quindi, come già precedentemente indicato, la conclusione è che, l’automazione di un processo gestionale manuale (sostituzione macchina-uomo) va effettuata dal gestore laddove possibile con molta cautela valutando caso per caso accuratamente non solo quanto si guadagna (si spera molto!) ma anche quanto si perde (si spera poco!) e questo si fa bene sulla base di modelli processuali del tipo e-TM del TMF. 337 3.3.4 Paradigma Gestore-Agente: architetture centralizzate o distribuite (Une versione più estesa che non fa parte del programma 2008-2009 è disponibile nella Appendice 1 alla Parte 1) 3.3.4.1 Le architetture gestionali centralizzate e il paradigma gestore-agente Prima di spiegare cosa è una architettura gestionale centralizzata vogliamo brevemente ricordare il concetto di gestione basata sul paradigma «Gestore-Agente», secondo il quale un sistema gestionale è costituito da due sottosistemi che si scambiano messaggi gestionali: un sistema che gioca il ruolo di gestore (sistema gestore o semplicemente «gestore») e un sistema che gioca il ruolo di agente (sistema gestito o semplicemente «agente») connesso direttamente con le risorse gestite. In particolare: 1) Sistemi che emettono richieste di operazioni gestionali sulle risorse reali gestite e ricevono notifiche dei risultati delle operazioni effettuate sono sistemi che giocano il ruolo di gestore. 2) Sistemi che hanno un ruolo duale del precedente cioè emettono notifiche dei risultati e ricevono richieste di operazioni sulle risorse gestite sono sistemi che giocano il ruolo di agente. Consideriamo ora il caso più semplice di gestione di una rete TLC ed il primo ad essere adottato (anni 70-80): la gestione con architettura centralizzata o gestione mono-gestore . Una architettura gestionale centralizzata o mono-gestore (Fig. 3.3.4.1 a) è caratterizzata dal fatto che in essa esiste un unico gestore (G) residente in una stazione di gestione (Network Management Station, NMS) ospitata in un nodo elaborativo di una rete di comunicazione di dati gestionali (Data Communicatioin Network, DCN). Il gestore, attraverso la rete dati, gestisce tutte le risorse fisiche del sistema (e.g. elementi di rete) tramite agenti (A), ognuno dei quali resiede in (o in prossimità di) una risorsa gestita (RG). L’ «intelligenza» del sistema di gestione i.e. la capacità di memorizzare/elaborare/trasformare dati gestionali e la responsabilità della gestione sono concentrate nel gestore centralizzato nella NMS. Ogni agente ha un ruolo di minore responsabilità/intelligenza rispetto al gestore (e.g. accettazione/rigetto degli ordini ricevuti dal gestore relativamente ad un singolo apparato dopo verifica della eseguibilità degli ordini stessi, esecuzione ordini ricevuti dal gestore tramite manipolazione di oggetti gestiti contenuti in MIB, rinvio di risultati delle operazioni gestionali e/o invio spontaneo al gestore di notifiche guasti avvenuti nel singolo apparato, etc.). Infatti, in letteratura talvolta si legge anche che in una architettura gestionale centralizzata esiste un unico gestore «intelligente» (smart, in inglese) che «supervisiona e controlla» tutto il sistema da gestire e una molteplicità di agenti «poco intelligenti» (dumb, in inglese) ognuno dei quali collabora con il gestore, relativamente al suo apparato da gestire. Storicamente, architetture gestionali centralizzate sono state 338 caratterizzate da scambi di informazione gestionale fra gestore e agente strutturati secondo protocolli standard molto semplici e.g. SNMP.v1 (Simple Network Management Protocol versione 1) 3.3.4.2 Architetture gestionali multi-gestore «debolmente distribuite» (Fig.3.3.4.1 b,c). La filosofia della gestione centralizzata, prevalente negli anni 70 e 80 è stata motivata dall' esigenza di concentrare l’intelligenza del sistema di gestione in un unico centro che a sua volta fosse facilmente gestibile e.g. utilizzando personale specializzato (gestione manuale) concentrato in un unica sede. Inoltre la concentrazione di intelligenza in un unico centro di gestione permetteva di avere un gran numero di elementi di rete che incorporavano agenti «poco intelligenti» (dumb agents) con limitate capacità computazionali e di memoria e quindi poco costosi. A quei tempi il costo delle tecnologie di elaborazione dell’informazione/dati era ancora molto alto. Tuttavia, negli anni 90 la situazione è cambiata grazie allo sviluppo e alla riduzione del costo delle tecnologie IT (mini/micro calcolatori) e TLC (reti locali LAN e internet) e alla crescente consapevolezza che una architettura gestionale centralizzata è molto poco adatta a grossi sistemi TLC. Lo sviluppo delle tecnologie ICT e l’espansione dei sistemi/servizi TLC, sia su base geografica (TelCo multi-nazionali) che in termini di offerta di tipologie di servizio (TelCo multi-corporation o “value network” di imprese partner), hanno fatto sì che l’ architettura gestionale centralizzata mono-gestore si sia gradualmente evoluta verso forme decentralizzate multi-gestore cioè si è passati da un gestore unico a una molteplicità di gestori (chiamati «elementi gestore» o «componenti gestore») interconessi e cooperanti, residenti in nodi elaborativi remoti di una rete di comunicazione dati. Si sono così sviluppate architetture gestionali che spesso vengono denominate “distribuite” ma che in questo corso chiameremo “debolmente distribuite”. Terminologia usata per distinguere queste architetture da architetture “fortemente distribuite” dotate di una intelligenza capace di risolvere i “problemi della distribuzione” che saranno esaminati fra poco. NOTA 3.3.4.2.1 Quindi, in questo corso, le architetture mono-gestore realizzate secondo il paradigma gestore-agente sebbene dotate di una molteplicità di agenti residenti in nodi remoti di una rete dati, sono chiamate « centralizzate » e non « distribuite ». Solo le architetture multi-gestore, con elementi gestore residenti in nodi remoti di una rete dati, sono chiamate «distribuite». Quindi il concetto di distribuzione si riferisce alla architettura del gestore e non a quella degli agenti! 3.3.4.3 Architetture di cooperazione e architetture gerarchiche Le architetture gestionali «debolmente distribuite» possono essere di due tipi: architetture di cooperazione o architetture gerarchiche. Le architetture gestionali di cooperazione (Fig.3.3.4.1b) sono architetture caratterizzate da gestori con relazioni di cooperazione pari-a-pari («peer-to-peer» in inglese) con altri gestori, interconnessi in una rete dati. Queste relazioni sono identificate 339 da frecce orizzontali in Fig. 3.3.4.1b («interazioni orizzontali»). In questa figura sono mostrati due gestori che operano in domini amministrativi diversi e.g. Telecom Italia gestisce reti/elementi di rete italiani e British Telecomo gestisce reti/elementi di rete inglesi. I due gestori si scambiano informazione gestionale. Le architetture di cooperazione sono rilevanti anche ad altri scenari gestionali. Ad esempio i diversi elementi gestori si differenziano e sono individualmente ottimizzati sulla base di funzioni gestionali diverse (e.g. uno gestisce i guasti, uno l’accounting e un’altro la sicurezza) e operano allo stesso livello di gestione in una struttura gerarchica TMN La Fig. 3.3.4.1b mostra come in una architettura di cooperazione quello che abbiamo chiamato un sistema gestore in effetti svolga una attività multi-ruolo cioè nella relazione pari-a-pari (peer-to-peer) con un altro sistema operante allo stesso livello possa giocare il ruolo di gestore e/o agente e allo stesso tempo giochi il ruolo di gestore rispetto all’ agente del livello inferiore. Quindi, in questo caso, il cosidetto «sistema gestore» dovrebbe più correttamente chiamarsi «una applicazione gestionale che può giocare, anche simultaneamente ruoli gestore o agente ». Differentemente dalle architetture di cooperazione che permettono solo interazioni orizzontali fra elementi gestore le architetture gerarchiche (Fig.3.3.4.1c) mostrano anche «interazioni verticali» fra elementi gestore operanti a livelli gestionali diversi. Si pensi ad esempio ai livelli gestionali di una struttura stratificata TMN. In una architettura gestionale gerarchica i gestori di un livello superiore delegano parte delle loro responsabilita’ di gestione a gestori di un livello inferiore e questa delega si rinnova di livello in livello fino a raggiungere i gestori del livello più basso i quali gestiscono «agenti» che operano direttamente sulle risorse gestite. Queste architetture si chiamano anche architetture MoM (Manager of Managers) per ovvi motivi. Per queste architetture sono stati sviluppati protocolli standard più complessi del SNMP.v1, ad esempio i protocolli CMIP (Common Management Information Protocol) e SNMP.v2. 3.3.4.4 Vantaggi e svantaggi delle architetture gestionali “debolmente” distribuite I vantaggi presentati da architetture debolmente distribuite multi-gestore rispetto alle architetture centralizzate mono-gestore sono molteplici. Ad esempio esse possono 1) suddividere il carico computazionale gestionale («carico») fra più gestori, con funzionalità identiche o diverse, rendendo il sistema gestionale più scalabile (e.g. capace di rispondere a un incremento di carico semplicemente aggiungendo nuovi gestori senza, tuttavia, cambiare l’architettura del sistema stesso) e più robusto (cioè più resistente ai malfunzionamenti o guasti del sistema di gestione tramite rimpiazzo di un gestore guasto con un gestore equivalente di riserva). 340 2) permettere l’ottimizzazione dei vari gestori componenti su base geografica locale (e.g. un gestore nazionale gestisce l’Italia, un gestore nazionale gestisce la Francia etc.) o funzionale (e.g. un gestore gestisce i guasti, un’altro gestisce l’amministrazione e un’altro ancora gestisce la sicurezza) 3) rendere la struttura del sistema di gestione decentralizzata e quindi molto più simile alla struttura dell’organizzazione aziendale dei sistemi TLC moderni che tendono a divenire sempre più decentralizzati (e.g. aziende multinazionali con uffici/impianti sparsi in tutto il mondo). Lo svantaggio principale di un sistema debolmente distribuito rispetto ad un sistema centralizzato è la necessità di dover poi gestire la molteplicità degli elementi gestore con ulteriori sistemi di gestione (il gestore del gestore!) talvolta molto complessi e la necessita’ di risolvere i problemi di interoperabilità fra elementi gestore molto spesso eterogenei. Infatti l’ottimizzazione su base funzionale o geografica di sistemi gestionali estesi su una base geografica internazionale può facilmente portare al coinvolgimento di una molteplicità di tecnologie diverse l’una dall’altra e mutuamente incompatibili (e.g. diversità di hardware, sistemi operativi, linguaggi di programmazione e/o politiche gestionali adottate in dominii amministrativi diversi). Le architetture gestionali debolmente distribuite assieme alle architetture centralizzate sono tipiche della gestione «tradizionale» che verrà trattata nella seconda parte del corso. 3.3.4.5 Architetture gestionali «fortemente distribuite». Man mano che in un sistema gestionale debolmente distribuito aumenta il numero dei componenti gestore interconnessi in rete, aumenta anche la difficoltà di risolvere le problematiche della loro distribuzione (eterogeneità, localizzazione e sincronizzazione dei componenti, fenomeni di propagazione dei guasti etc.). A questo punto si deve passare da un sistema gestionale debolmente distribuito ad un un sistema gestionale fortemente distribuito. Infatti in un sistema gestionale fortemente distribuito queste problematiche vengono affrontate e risolte dal sistema gestionale stesso senza che se ne debbano occupare i programmatori o gli utilizzatori del sistema. Come? NOTA 3.3.4.5.1 (dall’ADDENDUM No.2) DEFINIZIONE di SISTEMA GESTIONALE «DISTRIBUITO». Un sistema gestionale distribuito é un sistema costituito da componenti applicativi autonomi, residenti in nodi elaborativi remoti interconnessi da una rete di comunicazione dati, che cooperano in un contesto di elaborazione virtualmente unitario. DEFINIZIONE di ELABORAZIONE DISTRIBUITA a OGGETTI (Distributed Object Computing, DOC): L’elaborazione distribuita a oggetti é un tipo di elaborazione distribuita che adotta la filosofia dell’orientamento agli oggetti e fornisce un contesto virtualmente unitario di elaborazione in cui i processi eleborativi cooperano come se risiedessero su un unica macchina. 341 Le architetture multi-gestore debolmente distribuite possono riguardarsi come un primo passo verso architetture gestionali fortemente distribuite in cui il gestore non solo è suddiviso in un insieme di gestori elementari residenti nei nodi remoti di una rete dati gestionali ma le applicazioni gestore fanno uso esplicito di tecniche/tecnologie computazionali a oggetti distribuiti del tipo Distributed Object Computing (e.g. CORBA, Common Object Request Broker Architecture) (Vedi NOTA 3.3.4.5.1 e Addendum No.2) capaci di risolvere le problematiche della distribuzione o, più precisamente, di mascherare gli effetti della distribuzione agli occhi dei programmatori/utilizzatori e creare un contesto computazionale virtualmente unitario dove i programmatori/ utilizzatori del sistema gestionale distribuito operano come se operassero su base locale cioè come se i componenti distribuiti risiedessero in un unico nodo. G1 G A A RG RG A G A G2 A A G G2 a. Gestione Centralizzata A A G G A A G Dominio A A c. Gestione Gerarchica G A A A A A = Agente G = Gestore RG = Ris. Gestita b. Gestione di Cooperazione Relazione G-A Fig. 3.3.4.1 Architetture gestionali 342 IU IU IU A A A MIDDLEWARE SO SO SO HW HW HW RETE Fig.3.3.4.2 Vedremo che il mascheramento degli effetti della distribuzione degli elementi gestore (o, altrimenti detto, la creazione di «trasparenze» nella distribuzione) è possibile utilizzando una infrastruttura computazionale chiamata «middleware», (Vedi Fig.3.3.4.2) interposta fra il livello «applicativo» e il livello di «sistema operativo». La tecnologia CORBA è un esempio di « middleware ». Quindi ripetiamo, in un sistema fortemente distribuito, si ottiene «the best of both worlds!»: un sistema gestionale distribuito che agli occhi dello sviluppatore/utilizzatore è, a tutti gli effetti, ….non distribuito (ODMA, Open Distributed Management Architecture dell’ITU-T, modello TINA-C). 3.4 Il modello “TMN stratificato” dell’ITU-T 3.4.1 La gestione dei sistemi TLC (sistema, servizi, impresa) Come già detto i primi modelli/standards gestionali hanno riguardato la gestione delle tecnologie U&S contenute in un sistema TLC, cioè hanno specificato quali proprietà/parametri di funzionamento era opportuno scegliere per caratterizzare le reti e/o i loro elementi da un punto di vista gestionale. Questo fu fatto perchè la gestione di un “oggetto materiale” come un elemento di una rete TLC è particolarmente facile da modellizzare. Ora vogliamo presentare un modello gestionale preparato dall’ITU-T per “oggetti” materiali e immateriali, cioè in pratica per reti e servizi. L’ITU-T classifica le funzionalità/funzioni gestionali in quattro raggruppamenti relativi a: 1) impresa, 2) servizi, 3) reti e 4) elementi di rete. Il corrispondente modello si chiama “Modello TMN 343 stratificato” in quanto è rappresentato con quattro strati sovrapposti come mostrato in Fig.3.4.1. Per ogni strato possiamo sviluppare un sottomodello gestionale. Si ottengono così quattro sottomodelli gestionali relativi alle quattro ggestioni: gestione impresa, gestione servizi, gestione reti e gestione elementi di rete. In base a questo modello la gestione complessiva di un sistema TLC è definita come l’aggregazione delle attività svolte ai seguenti «livelli»: gestione impresa, gestione servizi, gestione reti e gestione elementi di rete. (Fig. 3.4.1). Per ogni livello l’ attività gestionale va intesa nel senso FCAPS cioè come insieme di attività appartenenti alle cinque aree funzionali FCAPS. Usando una rappresentazione geometrica simbolica nella quale la totalità delle risorse gestionali è rappresentatata da un cubo, la precedente definizione può rappresentarsi graficamente suddividendo il cubo in cinque strati orizzontali. I quattro strati superiori rappresentano risorse relative ad attività gestionali inerenti a quattro diverse responsabilità di gestione. (Vedi Fig.3.4.1). La strato più basso «elementi di rete» rappresenta le risorse elementari U&S “oggetto” di gestione da parte dello strato superiore. Esso partecipa alla gestione ma non ha responsabilità di gestione, nel senso che non decide quali attività gestionali devono essere svolte. Per questo è stato indicato semplicemente con la dicitura «Elementi di rete». Tuttavia in esso risiede un software gestionale “Agente” che esegue gli ordini ricevuti dallo strato superiore dove risiede un software gestionale “Gestore” secondo il paradigma Gestore-Agente. Fra poco nel par.3.5 vedremo di cosa si tratta. Diciamo subito che nel modello TMN stratificato, la sequenza degli strati dal basso verso l’alto non è arbitraria o modificabile a piacimento ma segue un ben preciso ordinamento gerarchico. Ad esempio i gestori attivi in uno strato superiore delegano ai gestori in uno strato inferiore la responsabilità di svolgere certe attività gestionali (e.g. i gestori nello strato «gestione reti» delegano ai gestori nello strato «gestione elementi di rete» la responsabilità di gestire questi ultimi). 3.4.2 Propedeuticità delle attività di gestione nel modello TMN. Ma in effetti i criteri gerarchici che governano la struttura del modello TMN stratificato sono più di uno. La Fig. 3.4.2 mostra come l’ordinamento degli strati nel modello TMN stratificato sia stata scelto in modo da rispettare non solo un ordinamento gerarchico di delega di responsabilità gestionali ma anche una sequenzialità temporale (propedeuticità) dei vari tipi di gestione: le attività gestionali in un certo strato non possono svolgersi senza previo svolgimento e completamento delle attività in “tutti” gli strati sottostanti. Ad esempio la gestione servizi richiede che vengano effettuate preventivamente sia la gestione elementi di rete e che la gestione reti e che i dati gestionali relativi a queste gestioni vengano resi noti al gestore servizi. Analogamente la gestione del business richiede che venga effettuata preventivamente la gestione dei servizi e che i dati relativi a questa gestione vengano forniti al gestore del business. 344 AMMINISTRAZIONE GUASTI Modello funzionale PRESTAZIONI CONFIGURAZIONE SICUREZZA FCAPS Modello logico stratificato GESTIONE BUSINESS GESTIONE SERVIZI GESTIONE RETI Modello organizzativo GESTIONE ELEMENTI RETE A. GERARCHICA A. COOPERATIVA ELEMENTI RETE A. CENTRALIZZATA FIG. 3.4.1. 345 Deleghe di responsabilità per svolgimento attività di gestione Tempi di completamento delle attività GESTIONE IMPRESA di gestione GESTIONE SERVIZI GESTIONE RETI GESTIONE ELEM. RETE Fig. 3.4.2 Ordinamento gerarchico degli strati nel modello TMN stratificato 3.4.3 L’informazione gestionale è fornita da uno strato inferiore a quello superiore secondo un processo di astrazione Oltre alla delega di responsabilità gestionali (dall’alto verso il basso) e alla propedeuticità (sequenza temporale) delle attività di gestione (dal basso verso l’alto) c’è un terzo aspetto importante, intrinseco nell’ordinamento degli strati: la fornitura di dati gestionali da uno strato gestionale all’altro. Ogni strato fornisce informazione gestionale allo strato superiore cioé offre elementi gestionali di supporto alla gestione nello strato superiore. Ad esempio si vede subito come sia necessario che il gestore di rete, oltre a gestire una rete, passi allo strato superiore solo quelle informazioni rilevanti alla gestione dei servizi, cioè offra al gestore servizi una vista astratta della gestione di rete. A sua volta il gestore servizi offre informazione in supporto della gestione dell’impresa e.g. notificando alla gestione d’impresa l’ammontare delle entrate relative ai pagamenti effettuati dai clienti a fronte dei servizi fruiti: il senior management della TelCo non può gestire l’impresa se non conosce l’ammontare delle entrate derivanti dalla fornitura dei servizi! Quindi, si noti bene che non tutta l’informazione gestionale disponibile in uno strato deve essere trasferita allo strato superiore ma solo quella parte necessaria per la gestione nello strato superiore (i.e. si deve trasferire solo una “vista astratta” della gestione dello strato inferiore. Ricordare che “astrarre” significa “tirare fuori”). ESEMPIO 3.4.3.1 Il gestore di una grande rete TLC aggregazione di sottoreti eterogenee certamente deve conoscere e gestire le varie tecnologie di sottorete che intervengono in una connessione end-toend e.g. sotto-reti ADSL, ATM, Frame Relay etc. ma non ne deve specificare i dettagli al gestore servizi dello strato superiore. Infatti quest’ultimo ha solo bisogno di una vista astratta tecnologyneutral della grande rete. Fintantochè le tecnologie di rete garantiscono un traffico con le prestazioni 346 desiderate e ai costi previsti, il gestore servizi non è affatto interessato a conoscerne i dettagli tecnologici delle sottoreti. Un ragionamento simile può farsi per gli strati «gestione elementi di rete» e «gestione reti». Infatti per gestire una rete non è necessario conoscere tutti i dettagli dello stato/funzionamento di ogni singolo elemento di rete. E’ sufficiente che lo strato «gestione elementi di rete» offra allo allo strato superiore una vista astratta «vendor independent» cioè depurata dei dettagli delle tecnologie proprietarie impiegate nei vari elementi. Ricapitoliamo quanto detto sinora. L’invio di informazione gestionale da parte di uno strato inferiore ad uno strato superiore avviene astraendo (cioè «tirando fuori») dall’informazione gestionale dello strato inferiore solo la parte rilevante alle attività di gestione nello strato superiore. Per questo si dice anche che gli strati gestionali sono “strati logici” (logic layers) ordinati dal basso verso l’alto per livelli di astrazione (abstraction levels) crescenti 3.4.4 Il modello TMN stratificato: cenni storici La suddivisione della gestione di un sistema TLC in quattro strati gestionali ordinati per livelli di astrazione crescenti come mostrato in Fig.3.4.1 fu introdotta dall’ ITU-T all’inizio degli anni ottanta e fu chiamata «modello TMN (Telecommunication Management Network) a strati logici» o « Modello TMN stratificato ». La ragione di questa denominazione é ovvia se si guarda ai quattro strati in Fig. 3.4.1. Il modello ebbe sin dall’inizio grande successo anche perché rifletteva abbastanza fedelmente la suddivisione di responsabilità a livello organizzativo effettivamente esistenti all’interno di una TelCo ( e.g. il dipartimento “gestione business” demandava al dipartimento “gestione reti” la responsabilità di gestire le reti e così via scendendo verso il basso). Tuttavia i dettagli della gestione in ogni singolo strato furono sviluppati solo per i due strati inferiori e il modello TMN stratificato è risultato sempre carente a livello gestione servizi e gestione impresa. 347 Aree Funzionali Gruppi di Insiemi di Funzioni 1. RAS Quality Assurance (6) 2. Alarm Surveillance (10) 3. Fault Localization (5) FAULT 4. Fault Correction (5) 5. Testing (11) (44) 6. Trouble Administration (7) 7. Network Planning & Engineering (11) 8. Installation (12) CONFIGURA- 9. Service Planning & Negotiation (10) TION 10. Provisioning (29) 11. Status & Control (8) (70) 12. Usage Measurement (17) ACCOUN13. Tariffing/Pricing (8) TING 14. Collection & Finance (21) 15. Enterprise Control (11) (57) 16. Performance Quality Assurance (7) 17. Performance Monitoring (10) PERFORMANCE 18. Performance Management Control (6) 19. Performance Analysis (11) (34) 20. Prevention (5) 21. Detection (10) SECURITY 22. Containement and Recovery (16) 23. Security Administration (24) (55) Tavola 3.5.1 Aree Funzionali di Gestione (5) e Gruppi di Insiemi di Funzioni di Gestione (23) secondo la Raccomandazione ITU-T M.3400 del 2/2000. I numeri fra parentesi indicano il numero di “Insiemi di Funzioni” contenuti nei vari gruppi. 348 3.5 Il modello funzionale FCAPS dell’ITU-T 3.5.1 Cattere generico e convenzionale dei modelli gestionali . Notare che mentre le funzioni/funzionalità primarie sono sempre specifiche del tipo di tecnologia U&S di volta in volta presa in considerazione (e.g. l’ amplificatore amplifica, il commutatore commuta, l’istradatore istrada, la stampante stampa etc.), le funzioni/funzionalità gestionali possono essere di due tipi: specifiche del tipo di tecnologia in questione (e.g. supervisionare e controllare che la potenza RF in uscita di un amplificatore superi un valore di soglia prefissato) oppure possono essere generiche, cioè valide per una molteplicità di tecnologie diverse (e.g. supervisionare e controllare il tempo di funzionamento di un quasiasi apparato di rete a partire dalla sua ultima attivazione). Altri esempi di funzioni/funzionalità gestionali generiche sono la supervisione & controllo dello stato in cui ad un certo momento si trova un elemento di rete qualsiasi e.g. “stato di allarme” (debole, forte, critico) o “stato amministrativo” (bloccato, sbloccato, sotto prova) o “stato operazionale” (inattivo, stand-by, attivo, occupato). P R IN C IP I G E N E R A L I M ODELLO C O N C E T T U A LE A P P R O C C IO T O P -D O W N (S p e c ia li z z a zio n e ) M O D E L L O G E N E R IC O M 1 M 2 M 3 M 4 M 5 M 6 A P P R O C C IO B O T T O M -U P (G e n e r a li z za z io n e ) M O D E L L I SP E C IF I C I T1 T2 T3 T4 T5 T6 T E C N O L O G IE Fig.3.5.1 Un modello gestionale generico situato ad un certo livello di astrazione può ottenersi in due maniere: partendo dal basso (procedura “bottom up”) generalizzando modelli specifici e.g. relativi a singole tecnologie, oppure partendo dall’ alto (procedura “top-down”) specializzando modelli gestionali concettuali derivati da principi generali. Queste considerazioni aprono la porta alla possibilità di creare un “modello gestionale generico” applicabile a sistemi tecnologicamente eterogenei. Un modello gestionale generico offre il vantaggio di evitare la frammentazione della gestione di “oggetti” (materiali o immateriali) diversi in una pletora di gestioni specifiche diverse, ognuna dedicata ad un certo “oggetto”, con pericolo di intrurre ridondanze, sovrapposizioni e, in definitiva, complessità ingiustificata. Tuttavia può presentare lo svantaggio di offrire una gestione meno dettagliata, e.g. supervisione e 349 controllo meno stringenti, di quello offerto da modelli gestionali specifici. Ovviamente esiste una possibilità intermedia: introduzione/adozione di un “modello gestionale generico modulare” specializzabile a casi specifici tramite rimpiazzo/aggiunta di opportuni moduli. ITU-T Recommendation M.3400 (02/2000) SERVIZIO di GESTIONE Un Servizio di Gestione è realizzato con SMF appartenenti a Cinque aree funzionali (5) AREE FUNZIONALI (SMFA) (23) GRUPPI di INSIEMI di SMF Ogni SMFA è suddivisa In Gruppi di Insiemi di SMF Ogni Gruppo di Insiemi di SMF è suddiviso in Insiemi di SMF (260) INSIEMI di SMF FUNZIONI di GESTIONE (SMF) Ogni Insieme di SMF contiene SMF Presentazione 11 Tavola 3.5.2 Ma anche se si stabilisce l’utilità e il desiderio di adottare un modello gestionale generico modulare specializzabile di volta in volta a casi specifici tramite aggiunta/sostituzione di opportuni moduli rimane un problema: quale ente di standardizzazione nazionale o internazionale crea il modello/standard de jure? Quale modello gestionale si deve adottare? Purtroppo esistono vari enti di standardizzazione nazionali e internazionali preposti alla definizione di modelli gestionali i quali per uno stesso “oggetto” da gestire sviluppano modelli gestionali diversi. Questo significa che spesso la “gestione” assume un carattere convenzionale cioè è gestione quello che singoli gestori o certi enti di standardizzazione definiscono essere gestione e.g. tramite emissione di loro modelli gestionali. Diciamo quindi che, mentre la funzionalità primaria posseduta da una certa tecnologia U&S è sempre specifica e ben nota a tutti gli interessati sin dall’ inizio, la funzionalità di gestione, di natura ancillare rispetto alla funzionalità primaria, può avere un carattere generico e convenzionale dipendente dal particolare modello gestionale 350 scelto dal gestore.. In pratica quando si parla di gestione, di volta in volta, è necessario specificare a quale modello gestionale ci si riferisce. 3.5.2 Necessità di modelli funzionali (possibilmente standardizzati) per definire le funzioni di gestione per sistemi TLC Finora abbiamo detto che le attività di gestione delle tecnologie U&S tramite tecnologie gestionali possono classificarsi come supervisione e controllo della loro configurazione, prestazione, guasti, amministrazione e sicurezza. In modo analogo abbiamo detto che nei servizi TLC le funzionalità di gestione sono utilizzate per gestire le funzionalità U&S i.e. l’aggregazione di funzionalità di gestione e funzionalità U&S fa sì che un servizio TLC nel suo complesso venga fornito/erogato in maniera efficace/efficiente (criterio di economicità). Ora vogliamo ribadire il fatto che tutto ciò è molto generico e certamente insufficiente per una Telco che debba svolgere in pratica specifiche funzioni di gestione affinchè gli obiettivi della gestione possano essere raggiunti. Ricordiamo che per una TelCo l’ obiettivo principale della Gestione TLC è il conseguimento in maniera sostenibile degli obiettivi di business associati con la fornitura dei servizi TLC e, preminente fra gli obiettivi di business, il soddisfacimento delle esigenze dei Clienti (customer oriented business). In pratica una definizione di gestione di un sistema TLC è sufficientemente accurata e dettegliata solo se può basarsi su modelli gestionali funzionali che specificano le singole funzioni gestionali necessarie a raggiungere gli obiettivi di business prefissati. Ovviamente questi modelli devono essere modelli accettati se non proprio universalmente almeno da un gran numero di imprese telecom in modo da raggiungere un accordo fra gestori il più vasto possibile. E’ quindi importante, come già fatto per gli elementi di rete, ribadire il carattere convenzionale di cosa effettivamente costituisca «gestione» di un sistema TLC: è «gestione» quello che opportuni enti internazionali di standardizzazione dichiarano essere «gestione» (tramite pubblicazione ufficilale di opportuni documenti) e che tutti i gestori d’accordo accettano come «gestione». Raggiungere un accordo su vasta scala su cosa costituisca «gestione di sistemi e servizi TLC» è importante sia all’interno di una stessa TelCo sia nel caso di collaborazione fra Telco semplicemente per il fatto che è necessario che tutti gli interlocutori parlino lo stesso linguaggio e sappiano “chi fa che cosa”. Tuttavia a questo punto sorge un problema: nel tempo sono stati promulgati dagli enti di standardizzazione (nazionali o internazionali) più modelli gestionali funzionali e, conseguentemente, oggi si possono formulare più definizioni di «gestione di un sistema TLC», ognuna basata su un modello diverso. Quindi, se vogliamo formulare un’ unica definizione di «gestione di sistemi e servizi TLC» dobbiamo selezionare uno di questi modelli e fare riferimento ad esso. Per motivi di importanza storica, qui di seguito presentiamo uno dei primi modelli funzionali standardizzati, estremamente popolare verso la fine degli anni ottanta, chiamato modello FCAPS, (iniziali delle parole Fault, Configuration, Accounting, Provisioning, Security) sviluppato dall’ International Standardization Organization 351 (ISO)/International Telecomunication Union-Telecommunications (ITU-T) nell’ambito del modello OSI-SM (Open Systems Interconnection-System Management). Su questo modello sono stati basati molti modelli successivi. Tuttavia si tenga sempre in mente che questo è uno dei tanti possibili modelli gestionali: in altre sedi e in tempi più recenti si sono adottati modelli diversi (anche modelli proprietari non standardizzati) 3.5.3 Modelli gestionali funzionali: il modello FCAPS dell’ ISO/ITU-T. Il modello gestionale funzionale FCAPS, è stato introdotto con lo scopo di specificare le funzioni gestionali (System Management Functions, SMF) necessarie a gestire sistemi e servizi TLC. La sua struttura è mostrata nella Tavola 3.5.1. Come mostrato nella Tavola 3.5.1 il modello prevede cinque aree funzionali (System Management Functional Areas, SMFA) corrispondenti alle gestioni di Fault (Guasti), Configuratione (Configurazione), Accounting (Amministrazione), Performance (Prestazioni) e Security (Sicurezza). In dettaglio, le attività gestionali sono: 1. Gestione Configurazione. Adattare la configurazione delle risorse (rete, software e hardware) ai bisogni/richieste dei clienti sia in fase di pianificazione/progetto di una «classe di servizi» e.g. sulla base di analisi di mercato (gestione strategica) sia in fase di fornitura di un servizio specifico ad un cliente che ne fa richiesta, servizio customizzato all’Utente. (gestione customer care e operativa). 2. Gestione Prestazioni. Supervisionare e controllare le prestazioni del sistema TLC affinché esse siano in accordo con la Qualita’ di Servizio (QoS, Quality of Service) specificata in un contratto SLA stipulato da un cliente con il fornitore di servizi, 3. Gestione Guasti. Supervisionare, identificare, generare gli allarmi e riparare i guasti o malfunzionamenti che si verificano durante la fornitura dei servizi. 4. Gestione Amministrazione. Accudire gli aspetti amministrativi del sistema. Ad esempio, misurare e contabilizzare l’utilizzo dei servizi, preparare e distribuire le fatture (fatturazione) raccogliere i pagamenti relativi ai servizi forniti, registrare i pagamenti e notificarne lo stato al servizio relazioni clienti e alla gestione business. 5. Gestione Sicurezza. Garantire la sicurezza delle comunicazioni supportate dal sistema. Ad esempio impedire l’accesso al sistema a entità non autorizzate. Include le procedure di autenticazione e autorizazzione La Tavola 3.5.1 mostra come l’insieme delle attività gestionali sia strutturato dall’ ITU-T in maniera gerarchica i.e. suddiviso in cinque aree funzionali SMFA e queste a loro volta ulteriormente suddivise in ventitré gruppi di insiemi di funzioni gestionali, (Management function set groups) laddove ogni gruppo comprendente un certo numero di insiemi di funzioni (Management function set) per un totale di 260 insiemi. A sua volta ogni insieme é suddiviso in funzioni di gestione atomiche cioé non ulteriormente suddivisibili (System Management Functions, SMF). Quindi le funzioni di gestione, 352 SMF che nascono dopo aver suddiviso le aree funzionali in “gruppi di insiemi” e, successivamente, in “insiemi”, sono al fondo della scala gerarchica e costituiscono i building-blocks cioè i mattoni offerti dal modello FCAPS per effettuare la “costruzione” di attività gestionali comunque complesse. (Vedi Parte II). In base a quanto detto, d’ora innanzi parleremo di funzioni SMF contenute nelle cinque aree funzionali SMFA (“modello FCAPS”). 3.5.4 I tecnoservizi di gestione (Management Services) forniti da una rete TMN (Telecommunications Management Network) Nel modello FCAPS dell’ITU-T le funzioni di gestione sono abilitate da “Reti di Gestione” (e.g. rete TMN, Telecommunications Management Network) che operano in parallelo alle reti U&S da gestire. Altrimenti detto: “le Reti di Gestione vengono utilizzate dal Gestore per svolgere funzioni SMF per la gestione di sistemi e servizi TLC” oppure, in una visione tecnocentrica, “ le Reti di Gestione forniscono tecnoservizi di gestione (Management Services) al Gestore affinchè egli possa gestire sistemi e servizi TLC”. Notare l’uso del termine “tecnoservizi” per evidenziare il fatto che i Management Services sono forniti da Reti di Gestione cioè da tecnologie. Un Management Service è un insieme coerente di funzionalità che una Rete di Gestione (e.g. rete TMN) offre ai suoi utilizzatori (e.g. gestori di una rete U&S) per soddisfare certi loro bisogni/esigenze di gestione. Un tecnoservizio di gestione si articola in una molteplicità di funzioni SMF appartenenti a cinque aree SMFA. Ad esempio il tecnoservizio di gestione “Gestione del Traffico” è supportato dalle funzioni SMF (o loro aggregazioni in insiemi e gruppi di insiemi) mostrate in Fig.3.5.3 (spiegato in dettaglio a lezione). La relazione fra Management Services e funzioni SMF o loro insiemi è discussa in dettaglio nell’Appendice 1 della ITU-T Recommendation M-3400 353 Performance Mngmt Control Performance Monitoring CONFIGURATION Status & Control (SMFSG) Network Traffic Management Policy (*) - Transport network status 10 CONFIGURATION Provisioning (SMFSG) 1 - Inter-exchange circuit design 9 Traffic Control (4SMF) 8 3 4 6 Network fault event analysis including correlation & filtering - Traffic performance monitoring (12SMF) -Traffic status (9SMF) Traffic Administration (5SMF) 5 Execution of Traffic Control (*) FAULT Alarm Surveillance (SMFSG) 2 7 SEGNALAZIONE DI SOVRACCARICO Detection, counting, storage & reporting (*) Fig. 3.5.3 Potenziale scenario per “Controllo Traffico di Rete” (parte di un Servizio di Gestione “Gestione di Traffico”). Aree Funzionali: Performance (Bordo continuo), Fault e Configuration (Bordo tratteggiato). Gruppi di insiemi: Performance Management Control (giallo), Performance Monitoring (verde). L’asterisco indica assenza di MF in ITU-T Recom M.3400. 354 3.5.5 Il modello FCAPS rappresentato graficamente come suddivisioni verticali che attraversano tutti gli strati orizzontali del cubo TMN (Fig.3.5.5.1) Il modello di gestione FCAPS é indipendente dal modello TMN stratificato precedentemente rappresentato in Fig. 3.4.1 con una serie di strati orizzontali. Infatti il modello FCAPS si riferisce al « come » si deve effettuare la gestione di un sistema TLC mentre il modello TMN stratificato si riferisce al « cosa » deve essere gestito. Ogni area funzionale comprende funzioni di gestione applicabili in ogni livello del modello TMN stratificato. Quindi, simbolicamente, le cinque aree funzionali FCAPS possono essere rappresentati come mostrato in Fig. 3.4.1 come cinque ripartizioni o suddivisioni verticali nello stesso cubo. Notare che riserviamo la terminologia «strato» per le suddivisioni orizzontali. Nella figura 3.4.1 é importante notare come una ripartizione verticale attraversi tutti gli strati orizzontali cioé, come già detto, una singola area gestionale FCAPS implichi attività ai vari livelli di astrazione: livello elemento di rete, rete, servizi e business. Ad esempio, l’attività relativa all’area gestionale “amministrazione” non si svolge solo a livello di gestione di rete ma implica : 1) A livello rete: raccolta dei dati gestionali in punti specifici della rete (Data Collection Points) e la tabulazione di questi dati in Connection Data Records (CDR) che costituiscono la base per addebitare ai vari clienti costi commensurati con l’utilizzazione dei servizi, 2) A livello servizi: i) fatturazione (Billing) formulata sulla base dei CDR inviati dal livello rete e delle tariffe inviate dal livello business, ii) distribuzione delle fatture, raccolta/registrazione dei pagamenti effettuati dagli utenti. 3) A livello impresa: formulazione delle tariffe (da utilizzare nel processo di billing a livello servizi) effettuata in base alle politiche/strategie aziendali, alle condizioni di mercato e alla luce della concorrenza presentata da sistemi TLC competitivi. Questa parte non sara’ oggetto di studio in questo corso di lezioni. 355 Fault • Alarm policy Configuration • Material mngmt. policy • Repair process mngmt. • Provisionig policy • Test policy B M • Trouble report policy L • Service test • Trouble reporting to customer S M L • Trouble information query N M L • Priority service policy • Arrangement of installation with customer • Customer need identification • Ntwk installation administration • Ntwk fault localization • Access circuit design • NE alarm reporting • Alarm summary • Alarm indication mngmt. • Investigation change • Performance minitoring • Security policy • Feature pricing • Totaling usage charge • Service usage correlation • Customer performance reporting • Customer traffic performance summary • Usage validation • Ntwk fault event correlation & filtering • Circuit selection for test Performance • Ntwk performance goal setting • Exception threshold policy • Customer service feature definition • Trouble ticket administration E M L • Procurement guidelines • Pricing strategy • Trouble ticket notification • Test suite selection Accounting • Usage measurement process mngmt. • Usage data storage • Ntwk connection mngmt. • NE installation administration • NE fault localization • Loading program for service features • Log control • NE database mngmt. • NE test circuit configuration • Generate NE status & control • Customer administration • Data aggregation & trending • Internal pattern • Traffic control • Ntwk • Traffic capacity analysis • Severing connection • Ntwk performance • Leased circuit design • Loading NE software • Customer pattern • Service recovery • Usage aggregation • Ntwk usage correlation • Customer characterization • Ntwk • Ntwk mngmt • Usage data collection • NE trend analysis • NE usage data validation • NE traffic performance analysis • Usage accumulation • NE performance control • NE mngmt • NE • NE performance analysis • NE traffic capacity analysis • NE fault correction Fig.3.5.5.1 Sovrapposizione del modello FCAPS e del modello TMN stratificato. Vedi H.Wang, “Telecommunications Mc-Graw Hill, 1999, pag. 235 356 Network Management”, CAPITOLO 4 Gestione dei servizi TLC (4h) 4.1 Ambiente Business: Stakeholders e Risorse 4.2 Business Stakeholders 4.3 I contenuti dei servizi TLC 4.4 I servizi TLC 4.5 Modelli di servizi TLC: Modello MNM per funzioni 4.6 Modelli di servizi TLC: Modello processuale TMF 357 CAPITOLO 4 Ambiente Business: Gestione dei servizi TLC 4.1 Ambiente Business: Stakeholders e Risorse 4.1.1 Una tassonomia dei Business Stakeholders (Fig.4.1.1.2) e loro relazioni di business (Fig.4.1.1.4) In questo Capitolo ci occuperemo dei servizi TLC, già definiti nel par. 1.0.3 del Cap.1, servizi forniti/acquisiti e erogati/fruiti da certi Business Stakeholders in un Ambiente Business. (laddove il termine “Business” è stato definito nella Tavola 1.3.1.2 e l’ “Ambiente Business” è la vista del mondo TLC allorché osservato da un Punto di Vista Business). Tuttavia queste non sono le sole attività che si svolgono in un Ambiente Business. Ad esempio, come mostrato in Fig, 1.0.1.4, esistono i mercati di compravendita delle Tecnologie ICT o dei contenuti dei servizi TLC. Allora prima di tutto vogliamo completare il quadro e vedere come in un Ambiente Business i servizi TLC si posizionano rispetto a tutte le altre attività svolte da Business Stakeholders. • Stakeholders in Ambiente Business Riprendiamo le fila dall’inizio. Allorchè si osserva la società reale di riferimento da un Punto di Vista TLC (vedi Appendice 4 al Capitolo 1) si visualizzano TLC stakeholders in possesso di funzionalità TLC e attori TLC che attuano queste funzionalità nello svolgimento di funzioni TLC. Se il Punto di Vista TLC si specializza al settore Business (Tavola 1.3.1.2) si evidenziano le caratteristiche di Business Stakeholders che svolgono funzioni di Business utilizazando opportune Risorse TLC. (vedi Fig.4.1.1.1). Ad esempio, supponiamo di osservare una impresa reale TelCo, proprietariooperatore di reti TLC e fornitore di servizi TLC a una comunità di Utenti finali (la TelCo factotum descritta nel Cap.1!). Si tratta di una persona giuridica reale Allorché osservata da un Punto di Vista Business essa viene messa a fuoco come un “TLC Service Provider (SP)”. Alternativamente noi diciamo che un SP è la Vista Business di una TelCo reale. Analogamente diciamo che un Cliente è la Vista Business di un Utente reale. 358 RISORSE e TECNOLOGIE abilitanti i servizi TLC Risorse TLC fisiche logiche e energetiche Tecnologie ICT (SISTEMA TLC) Risorse umane Persone fisiche (e.g. Addetti ai processi gestionali manuali in una TelCo) Funzionalità Punto di Vista Interconnessione, Distribuzione Intermediazione. Accesso (Reti) (Terminali) nonTLC nonTLC TLC Tecnologie implementative Business Engineering Componenti ausiliari nonICT Sorgenti energia, Impianti, Air-cond, etc. Componenti ICT X Reti U&S Reti di Gestione (Sistema Informatico Gestionale) (e.g. rete postale) TLC (e.g. sportello postale o bancario) Rete autoferroviaria Trasporto aereo Struttura Meccanica Terminale TLC Struttura meccanica sportello postale o bancario Sistema informatico rete postale X Sistema informatico sportello postale Risorse RisorseTLC TLC Terminali U&S Terminali di Gestione Tecnologie TecnologieICT ICT Bus Eng relation Fig.4.1.1.1 I componenti ICT osservati da un Punto di Vista Business sono visualizzati come Risorse TLC Analogamente, consideriamo una impresa reale ICTS che effettua progettocostruzione e commercializzazione-vendita di Tecnologie ICT. Anche in questo caso si tratta di una persona giuridica reale. Allorché osservata da un Punto di Vista Business essa viene messa a fuoco come un Venditore di Tecnologie ICT (ICT Vendor). Alternativamente noi diciamo che un ICT Vendor è la Vista Business di una ICTS reale. NOTA 4.1.1 Le stesse imprese reali osservate da altri Punti di Vista e.g. un Punto di Vista Engineering, sarebbero riconosciute rispettivamente come un Operatore di Rete, Network Operator (NO) e un Progettista-Costruttore di Tecnologie ICT (ICT Designer & Builder o ManTec, Manufacturer of ICT Technology). Quindi applicando la metodologia dei Punti di Vista e adottando i Punti di Vista Engineering e Business, noi diciamo che una impresa reale TelCo è rappresentata con due Viste i.e. SP e NO. Se, come suggerito in Appendice 4 al Cap.1, continuassimo il processo di osservazione/rappresentazione della TelCo adottando ulteriori Punti di Vista (e.g. aggiungendo i Punti di Vista “Leg-reg” o “Social”) otterremmo rappresentazioni della TelCo con un numero crescente di Viste, rappresentazioni forse più complete ma anche più complicate. 359 Business Environment ( Partial ) Hierarchies BUSINESS BUSINESS STAKEHOLDER STAKEHOLDER BA .00 SPECIALIZATION “ is a ” TLC R&D and Tech . TLC R&D Actor and Tech Innovation (*) . Innovation Actor ( Administrator ) (*) ( Administrator ) ICT Vendor Vendor ( ICT ICTS* ) ( ManTec* ) BA .11 ICT Assesment & ICT Assesment & Forecasting Forecasting Actor (*) Actor (*) ) ( Administrator ( Administrator ) BA .15 TLC Service Provider TLC Service ( TelCo* )Provider ( TelCo* ) BA .12 1 BA .17 TLC TLC / Investor Investor / Funder Funder End - Customer End -Customer BA .16 Content Provider Content Provider BA .14 BA .13 Government Government / Institution / Institution Agency (*) Agency (*) BA .18 Manuf . Manuf . Facility Facility Based Based Reseller Reseller Interme Interme diary diary Retailer Retailer Sells to Retailer OEM OEM Sells to EU Integrator Integrator Equipment Equipment IDM ( ° ) IDM ( ° ) Foundry (“Foundry Fab ” ) ( “ Fab ” ) Device Device “ Fabless ” Co. “ Fabless ” Co. (chip design) (chip design) OEM = Original Equipment Wholesaler Wholesaler (Facility ( Facility ) Based Based ) Strategic Strategic Basic Basic Research Research Applied Applied R&D R&D New New / Process Process / Product Product Dvlpmnt Dvlpmnt Sells to : Integrator Intermediary , Retailer , End User (EU) System System Pure Pure Basic Basic Research Research IP Con IP Con sumer sumer Retailer Retailer Intermediary Intermediary Reseller Reseller Broker Broker Consu Consu mer mer MediaCo (*) MediaCo (*) nonTLC Profes . nonTLC Profes(*). Service Provider Service Provider (*) Rep. Rep. Ntwk Ntwk Operator Operator Ntwk Facility Ntwk Facility Based Based News & News & Education Education Reseller Reseller ( Device Manufacturer Internat . Org . Internat . Org . SME SME Service C C (e.g. Service radio/TV) (e.g. radio/TV) Mobile Mobile ° )IDM = Integrated Private Private SOHO LE LE Service B B (e.g.Service internet) (e.g. internet) Public Public 2 National National Digital Digital Services Services Service A A (e.g. Service telephone ) (e.g. telephone ) (*) External Business Vista Govern Govern ment ment Enter Enter tainment tainment Wholesale Wholesale Service Service Provider Provider Central Central Bank Bank Sec. & Exch . Sec. & Exch . Com. Com. Private - profit NonPrivate -. Non Orgprofit Org . Busi Busi ness ness Agent Agent Wireline Wireline Manufacturer Finance Finance Dept . Dept . Corporate Corporate Capital Investor Capital Investor Equity Owner Equity Owner Lender Lender Shareholder Shareholder Bus Eng Relation PdS 25/10/2007 Fig.4.1.1.2 Tassonomia di Business Stakeholders. In questo corso ci occuperemo solo di alcuni Stakeholders residenti nei primi due livelli di specializzazione (zone blù e gialla). Le relazioni di business che intercorrono fra questi Stakeholders sono mostrate in Fig.4.1.2 360 3 Bank Bank 4 5 TLC MARKETS BUSINESS RELATIONSHIPS (First Level) MM Content Content Provider(*) Provider(*) MC IM BA.14 BA.14 MT SERVIZI TLC CC TT TelCo TelCo End-Customer End-Customer(*) (*) BA.16 BA.16 TC TelCo TelCo(*) (*) Transport/Access Transport/Access Service ServiceProvider Provider AFT RTIT TLC TLCR&D R&Dand and Tech. Tech.Innovation Innovation Actor Actor VT BA.15 BA.15 AFV VC TLC TLCInvestor Investor BA.18 BA.18 BA.13 BA.13 ICT ICTAssesment Assesment &&Forecasting Forecasting Actor Actor II IT BA.12 BA.12 RTIV ICT ICTVendor Vendor(*) (*) ( (IC ICTechnology Technology Supplier) Supplier) BA.11 BA.11 IV VV Bus Eng Relation. PdS 26/10/2007 Fig.4.1.1.3 Relazioni di business fra alcuni Stakeholders del primo livello mostrati in Fig.4.1.1 e potenziali mercati TLC. Queste considerazioni possono estendersi a tutti i Business Stakeholders che esistono nella società reale di riferimento: “chi” sono e quali sono le relazioni di Business che li legano mutuamente? La Fig. 4.1.1.2 mostra i primi 5 livelli di specializzazione di una possibile tassonomia di Business Stakeholders residenti nell’Ambiente Business (i vari alberi gerarchici sono spiegati in dettaglio a lezione, vedere anche par.4.2). Nel primo livello (massima astrazione e minima specializzazione) si riconoscono nove tipi di Business Stakeholders. In Fig.4.1.1.3 sono mostrate le possibili relazioni di business (opportunità di Business) fra Stakeholders a vari livelli. Come si posizionano questi vari tipi di Business Stakeholders rispetto al sistema TLC? Cioè come visualizzano essi un sistema TLC? La risposta è che ogni Business Stakeholder visualizza il sistema TLC e i suoi componenti da un suo Punto di Vista parziale alla luce delle sue conoscenze/interessi e ne crea una sua propria Vista. La Fig. 4.1.1.4 mostra come il Punto di Vista Business possa essere decomposto in un certo numero di Punti di Vista parziali (come già fatto per il Punto di Vista Engineering nel Capitolo 2) e così si possano creare una varietà di Viste parziali. 361 Punto di Vista Business SP/ Customer ICT Vendor/ Buyer ContCo/ Buyer Investor Punti di Vista Parziali dei Business Stakeholders SISTEMA TLC & SUOI COMPONENTI TLC Resource Trading Product Container Investment Opportunity Punto di Vista adottato nel Capitolo 4 Viste parziali Persona decomp Fig. 4.1.1.4 In un Ambiente Business il sistema TLC reale e i suoi componenti sono viste in varie maniere a seconda del Punto di Vista parziale adottato. Ma i componenti ora non sono distinti in componenti TLC (Tecnologie ICT) e componenti nonTLC perché gli osservatori Business sono privi delle necessarie conoscenze/interessi tecnici. Qui i Punti di Vista parziali sono i Punti di Vista di quattro gruppi di Business Stakeholders scelti dal livello 1 della Fig.4.1.1.2 • Vista Business del sistema TLC e suoi componenti Studieremo noi tutti questi casi? Certamente no! In questo Capitolo noi adotteremo il Punto di Vista Business/SP-Cliente. Quindi qui per noi il sistema TLC e i suoi componenti sono Risorse TLC (o Risorse Business) atte a supportare servizi TLC. Ad esempio per la coppia SP-Cliente un telefono cellulare è una Risorsa TLC necessaria per telefonare in mobilità. Tuttavia essi adottano un Punto di Vista Business e quindi per mancanza di conoscenze/interessi non distinguono una parte ICT e.g. rice-trasmettitore e una parte nonICT e.g. involucro di metallo e plastica, batteria etc. Se ne guardano bene! Quello che interessa loro non sono caratteristiche tecnologiche. Sono altre caratteristiche che li interessano e.g. prezzo, peso, ingombro, disponibilità sul mercato, disponibilità di servizi di assistenza tecnica post vendita etc (vedi Tavola 4.1.1). Per gli altri Punti di Vista parziali ci limitiamo ad osservare quanto segue: Punto di Vista “ICT Vendor-Buyer” Un ICT Vendor o un Compratore (Buyer) “visualizzano” un sistema TLC reale o un suo componente come Merce ICT o Prodotti ICT oggetto di compravendita in un mercato delle tecnologie ICT. Anche questa Merce si classifica in Merce ICT e Merce nonICT di natura generica ma da utilizzarsi per scopi TLC. Ad esempio se un Vendor di tecnologie spaziali osserva un Communication Payload di 362 un satellite geostazionario “vede” ricevitori, trasmettitori e antenne che sono oggetto di compra-vendita in certi mercati, ad un certo prezzo, con certi tempi di produzione/ consegna, da costruire “custom made” o disponibili “off-the-shelf” e certi limiti di esportazione a paesi terzi (e.g. apparecchiature di interesse militare). Sono tutte caratteristiche rilevanti a processi di compra-vendita e quindi importanti in un contesto commerciale (vedi Tavola 4.1.1). 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) 21) 22) banda di frequenza di funzionanamento capacità di memoria consumo energetico RF power handling capability (ingresso/uscita) end-to-end latency (ritardo di segnale) jitter (variazione ritardo di segnale) RAS (Reliability, Availability, Survivability) peso volume (dimensioni) livello di radiation hardening (*) disponibilità Off-The-Shelf (soluzione “buy”) (**) disponibilità ManTec (soluzione “build”) (**) limitazioni su trasferimenti di tecnologia dal paese d’origine nome e località del fornitore scelto tempo di inizio e durata del contratto (soluzione “build”) tempi di consegna costo totale del prodotto finito profilo temporale dei pagamenti piano di finanziamento costo di installazione, manutenzione, disinstallazione disponibilità di assistenza tecnica post vendita amichevolezza di utilizzazione (e.g.terminali) (*) Per applicazioni spaziali (**) Fornitori alternativi in “multi-source procurement” Tavola 4.1.1 Esempio di caratteristiche di un componente ICT di un sistema TLC osservato da un Punto di Vista Business (Risorsa TLC). Un SP (Buyer) o un ICT Vendor sono interessati a queste caratteristiche. Punto di Vista “ContCo-Buyer” Per una ContCo, impresa fornitrice di contenuti per servizi TLC, un sistema TLC reale (specialmente una rete TLC di distribuzione) è un contenitore/veicolo di informazione (e.g. notizie, intrattenimento, pubblicità) fornita a una comunità di milioni di spettatori e, quindi, utilizzabile come palcoscenico pubblicitario aperto su milioni di potenziali clienti. Talvolta la ContCo è una MediaCo che fornisce (ovviamente a pagamento) sia i contenuti che il “contenitore/veicolo” e.g. canali televisivi (e.g. Mediaset). Punto di Vista “Investor” 363 Un finanziatore di sistemi TLC o suoi componenti (“Investor”) è interessato a finanziare il loro acquisto e li visualizza come “opportunità di investimento” dal quale ottenere ritorni soddisfacenti commensurati ai relativi rischi economici. Il finanziamento può assumere la forma di acquisto di azioni nel caso la impresa telecom sia quotata in borsa (in tal caso il finanziatore diviene “azionista”, shareholder) 4.2 Business Stakeholders In questo paragrafo facciamo riferimento ai due alberi di Fig.4.1.1 le cui radici sono “TLC Service Provider” (BA.13) e “End Customer”(BA.16) PRODUTTORI/FORNITORI di TECNOLOGIE ICT 4.2.1 ICT Wholesale Vendor (ManTec) Questo stakeholder è una impresa ManTec, Manufacturer of ICT Technology che effettua manifattura e vendita all’ingrosso di componenti di sistema TLC realizzati principalmente con Tecnologie ICT sia hardware che software (“Sviluppatori di software”). Sono industrie che effettuano la specifica, progettazione, costruzione, testing (in breve, la “produzione”) e vendita di componenti ICT sulla base della domanda di potenziali utilizzatori (TelCo e utenti finali). Queste industrie manifatturiere non hanno una rete commerciale di distribuzione al dettaglio per vendere i loro prodotti (specialmente quando questi prodotti sono il risultato di produzione di massa o grande serie e.g. produzione di terminali come telefoni o computers). Questa attività viene invece svolta dai “Rivenditori” (Resellers) che svolgono attività di compra-vendita prettamente commerciali e interfacciano direttamente con gli utilizzatori finali (Vedi qui sotto). A sua volta una impresa ManTec può costruire Tecnologie ICT partendo dalle materie prime (Original Equipment Manufacturer, OEM) oppure può essere un Integratore che assembla i componenti acquistati da un OEM per produrre nuovi componenti ad un più alto livello di integrazione. 4.2.2 ICT Retail Vendor (ManTec o Reseller). Un venditore di Tecnologie ICT al dettaglio può essere esso stesso una industria manifatturiera di tecnologie ICT che possiede una rete di distribuzione commerciale oppure può essere una impresa esclusivamente di carattere commerciale che compra tecnologie ICT all’ingrosso e le rivende agli utilizzatori finalli. (Reseller). PRODUTTORI/UTILIZZATORI di SERVIZI TLC 4.2.3 Wholesale Service Provider (TelCo Wholesaler) Nel mondo TLC reale una TelCo Wholesaler (letteralmente “TelCo grossista” in italiano) è un TLC stakeholder che possiede/gestisce le reti TLC e fornisce servizi TLC all’ ingrosso ad altre Telco in un “canale di distribuzione” che, passando attraverso 364 varie TelCo si estende fino alla comunità di Utenti finali che utilizzano i servizi TLC per proprio uso e consumo. Il ruolo “Wholesaler” è svolto da una TelCo che offre le funzionalità delle sue reti TLC a clienti esterni sottoforma di fornitura di servizi TLC all’ingrosso (wholesale TLC services) senza tuttavia occuparsi di attività di marketing e accudimento dei singoli Clienti finali (“Customer Care” o “Customer Relation Management, CRM”) che rimangono target dei Rivenditori al dettaglio (TelCo Retailers). Nei servizi TLC all’ingrosso vengono forniti “blocchi” di capacità (“bulk capacity”) e.g. blocchi (bundles) di canali d’utente che vengono poi disassemblati e opportunamente “confezionati” prima di essere venduti ai singoli utenti finali dalle TelCo Retailer. In tal caso la TelCo Wholesaler non solo fa prezzi scontati ai suoi clienti (la vendita all’ingrosso diminuisce il rischio di rimanere con capacità invenduta e non richiede particolari risorse di marketing essendo il numero dei clienti limitato) ma, essendo essa di fatto l’esperto delle tecnologie di rete, può fornire alle sue Telco clienti anche tutte le informazioni sulla gestione di rete di cui esse hanno bisogno e.g. attraverso un accesso diretto ai suoi sistemi gestionali di supporto OSS. Questo significa che la nostra TelCo Wholesaler non solo possiede le tecnologie di rete e un grosso know how tecnologico relativo alla loro gestione, ma al tempo stesso dispone di sistemi di supporto OSS molto sofisticati capaci di soddisfare le richieste di TelCo clienti molto esigenti esperte in telecomunicazioni (molto diverse dagli Utenti finali del tipo consumer, che generalmente sono ignoranti di telecomunicazioni e infatti non amano conoscere le problematiche di natura tecnologica interne dei gestori di rete). NOTA 4.2.3.1 E’ importante notare la differenza fra un wholesaler di servizi TLC, come definito in questo corso, e un grossista di beni materiali. Infatti quest’ultimo compra all’ingrosso beni materiali (i.e. grosse quantità di beni per volta) da un produttore di beni, li immagazzina opportunamente, poi li suddivide in piccoli lotti che rivende ai dettaglianti,i quali a loro volta vendono i singoli beni agli utilizzatori finali. Questo sdoppiamento produttore-grossista è assente in molti casi di TelCo wholesaler, che, invece gioca egli stesso anche il ruolo di produttore di servizi TLC possedendo e gestendo l’infrastruttura tecnologica necessaria alla loro fornitura. Questa infrastruttura, e.g. reti TLC + OSS in generale richiede un grosso investimento di capitale iniziale. Le TelCo clienti esterne di una TelCo Wholesaler possono essere o TelCo Retailers oppure TelCo Intermediary che forniscono esse stesse servizi TLC a Telco Retailers. Questa parte del sistema di distribuzione del valore relativa ai servizi TLC viene anche chiamata “catena o canale di distribuzione dei servizi TLC”. Un canale di distribuzione dei servizi TLC è una catena produttore-consumatore costituita da Telco mutuamente relazionate da relazioni di business di vario tipo. Esso inizia dal Wholesaler che è proprietario di grosse quantità di risorse TLC e finisce con l’Utente finale che utilizza i servizi TLC fornitigli da un dettagliante (TelCo Retailer) che, ripetiamo, a differenza della TelCo Wholesater, possiede grosse risorse di marketing adatte alle vendite al dettaglio. Quindi in generale il canale di ditribuzione fra TelCo Wholesaler e TelCo Retailer è popolato da una moltitudine di Telco intermediari che mutuamente si forniscono/acquisiscono servizi TLC. 365 Un canale di distribuzione costituito da diverse Telco relazionate da relazioni di business viene anche chiamato un “canale indiretto” (“indirect channel”) per distinguerlo da un “canale diretto” dove non esistono intermediarii e un' unica Telco effettua sia la produzione/vendita che la distribuzione al dettaglio di servizi TLC. Il canale di distribuzione diretto è tipico di un mercato regolamentato monopolista (dove un'unica impresa fa tutto!). ESEMPIO 4.2.3.1 “Blocco di capacità”(bulk capacity) nelle TLC satellitari. Nelle telecomunicazioni satellitari un esempio di “blocco di capacità” è costituito da un “trasponditore” (“transponder”). Ad esempio un fornitore di servizi TV al dettaglio (e.g. Sky TV) può acquisire un intero transponditore dal proprietario/gestore/operatore del sistema satellitare (e.g. EutelSat). Un “trasponditore” corrisponde a valori predeterminati di “capacità” caratterizzata da una certa larghezza di banda (e.g. 27 MHz) e una certa potenza RF di downlink (e.g. 40-50 dBW). La potenza di downlink è misurata come EIRP di downlink, laddove EIRP = Equivalent Isotropic Radiated Power è dato dalla potenza di entrata all’antenna di bordo trasmittente aumentata dal guadagno di antenna. L’EIRP è quello che poi determina le dimensioni delle antenne TV sui tetti delle nostre case. Con le odierne tecniche di compressione di canali digitali un transponditore può accomodare ad una molteplicità di canali TV. 4..2.4 Intermediari: brokers o agenti. Esempi di Telco intermediarie presenti in una catena di distribuzione di servizi TLC sono i “facility-based intermediaries”, i “brokers” e gli “agenti”. Ogni intermediario, da un lato acquisisce servizi TLC mentre da un altro lato fornisce servizi TLC a Telco. Gli intermediari si distinguono a seconda se sono proprietari di risorse di telecomunicazione o meno. 1) Qualche intermediario (“facility-based intermediary”) possiede risorse di telecomunicazione aggiuntive rispetto al wholesaler (e.g. possiede reti di accesso mentre il wholesaler possiede solo reti di trasporto) le cui funzionalità egli aggiunge a quelle possedute dai servizi acquisiti. Dal punto di vista dell’Utente finale si può anche dire che egli fornisce nuovi servizi ottenuti “aggiungendo valore” ai servizi TLC acquisiti dal wholesaler. 2) Altri intermediarii sono “brokers” o “agenti”. Si tratta di semplici rivenditori di servizi (“resale intermediary” o “reseller”) che comprano servizi TLC all’ingrosso (a prezzi scontati per il volume) e li rivendono al dettaglio. Più precisamente i “brokers” facilitano transazioni di business fra parti senza tuttavia assumersi responsabilità di alcun tipo. Gli “Agenti” sono rappresentanti di un fornitore di servizi, con o senza esclusività, e possono svolgere funzioni di aggiunta di valore ai servizi TLC forniti loro dal wholesaler senza tuttavia possedere alcuna risorsa di telecomunicazione, e.g. gestione di accounting, supporto clienti etc. 4.2.5 Retail Service Provider (TelCo Retailer) Una impresa TelCo Retailer interfaccia direttamente con vaste comunità (milioni nel caso di utenze consumer) di Clienti finali cioè clienti che fruiscono di servizi TLC 366 per proprio esclusivo uso senza rivenderli ad altri utilizzatori e che, nel caso di utenti consumer, sono piuttosto ignoranti delle tecnologie TLC. Al contrario della TelCo Wholesaler la TelCo Retailer svolge attività di business con una forte enfasi sull’ accudimento degli utenti (customer care) e sul marketing dei servizi. Le TelCo Retailer sono caratterizzate da: i) una fitta rete di punti di vendita dispersi sul territorio dove aspiranti sottocrittori di servizi TLC possono recarsi per ottenere abbonamenti ai servizi TLC al dettaglio e/o acquistare apparecchiature terminali per usufruire di questi servizi e.g. i punti di vendita di servizi/apparecchiature terminali per telefonia fissa o cellulare o di televisione via satellite. Spesso la TelCo Retailer non è proprietaria dei punti di vendita ma si avvale a sua volta di dettaglianti generici molto diffusi sul territorio (supermercati, catene di negozi, negozi etc.) ii) esecuzione degli allacciamenti degli utenti alla rete TLC e.g. installazione/puntamento di antenne satellitari o allacciamento alla rete PSTN per servizi di telefonia fissa, iii) gestione delle relazioni con i clienti (Customer Care o Customer Relation Management, CRM) e.g. effettuare la fatturazione degli addebiti e la raccolta dei pagamenti relativi ai servizi fruiti, fornire su richiesta dati statistici di funzionamento relativi ai servizi erogati, fornire servizi post-vendita come assistenza tecnica tramite call centers e/o invio di Personale specializzato nei siti di utenza per riparazioni guasti, etc. 4.2.6 Cliente, Utilizzatore, Utenza • Cliente (Customer) Facciamo riferimento ad una organizzazione commerciale o ad un ente governativo (persona giuridica) nel ruolo di Cliente di una TelCo e.g. consideriamo l’Università di Roma-Tor Vergata come Cliente di Telecom Italia per servizi fissi di telefonia vocale & internet. Una persona fisica o giuridica reale che ha desiderio/bisogno di telecomunicare sceglie un determinato servizio TLC fra una serie di servizi disponibili sul mercato (in un libero mercato per uno stesso tipo di servizio esistono infatti diversi fornitori, prezzi, qualità, condizioni di pagamento etc.) e diventa un Cliente di una certa TelCo allorchè acquisisce da essa un servizio TLC, in generale sottoscrivendo un contratto denominato contratto SLA (Service Level Agreement) nel quale sono specificati i termini e le condizioni (terms & conditions) relativi alla fornitura/erogazione del servizio TLC prescelto. Talvolta il termine “Cliente” è sostituito dal termine equivalente di “Sottoscrittore” (“Subscriber”). Il termine Italiano “Abbonato” invece non è del tutto equivalente a “Cliente” se per “Abbonato” si intende una persona fisica o giuridica che acquisisce un servizio TLC e fa pagamenti mensili fissi (cioè paga un abbonamento mensile fisso a fronte di un consumo illimitato). 367 • Cliente titolare di una Utenza Una persona reale nel ruolo di Cliente di una TelCo è anche titolare di un “Utenza”. Nel caso in cui questa persona reale sia una organizzazione commerciale o un ente governativo l’Utenza è denominata rispettivamente Utenza Affari (o Utenza Business) o Utenza Governativa. Nel caso in cui la persona reale sia un privato cittadino che non utilizza i servizi TLC per scopi di business ma per altri suoi scopi personali l’Utenza è denominata Utenza Consumer. In generale le Utenze possono essere classificate in base a criteri diversi e.g. numero di Utilizzatori di servizi TLC all’interno dell’Utenza, posizione geografica, caratteristiche demografiche degli utilizzatori (età, sesso, professione etc). • Utenza: Vista interna con Utilizzatori Una Utenza è caratterizzata da una “vista” interna ed una vista esterna a seconda che un osservatore metta a fuoco le sue caratteristiche interne o esterne. Nel caso di una Utenza Affari o Governativa la vista interna (in Inglese, Customer Premise) mostra una struttura organizzativa con diverse unità che esplicano attività amministrative legate al ruolo di Cliente (e.g. uffici, sezioni, dipartimenti in varie “funzioni aziendali” e.g. finanze, acquisti, marketing, relazioni esterne etc). Queste unità organizzative possono risiedere in edifici geograficamente separati ma essere interconnesse da opportune reti di telecomunicazione interne con topologie dipendenti dalla particolare struttura organizzativa (e.g. VPN “corporate networks” in imprese commerciali o anelli di interconnessione LAN in fibra ottica FDDI, Fiber Distributed Data Interface, in campus universitari USA) La vista interna di un Utenza mostra anche un insieme di risorse tecnologiche abilitanti la fruizione dei servizi acquisiti (Customer Premise Equipment, CPE) e.g. telefoni, computers, stampanti, wireline o wireless Local Area Networks, LAN, reti di interconnessione di LAN, etc. Le tecnologie CPE interne alle Utenze, come pure le tecnologie di rete U&S (Utilizzazione & Segnalazione) possedute/gestite dalla TelCo, costituiscono la parte “gestita” del sistema TLC (vedi 1.0.3.6) Le tecnologie CPE sono utilizzate da persone fisiche autorizzate/abilitate a fruire dei servizi TLC all’interno dell’Utenza e.g. i professori dell’Università Roma-Tor Vergata sono autorizzati/abilitati a fare telefonate dai telefoni installati nei loro uffici. Queste persone fisiche quando fruiscono dei servizi TLC svolgono il ruolo di “Utilizzatore finale” (End-User). L’insieme delle tecnologie CPE sotto il controllo degli uffici amministrativi è anche denominato un dominio amministrativo (Vedi anche: ITU-T Recommendation G.803, 03/2000, pag.2). In generale il ruolo di Utilizzatore finale viene svolto allorchè una persona fisica utilizza un servizio TLC nella sua “essenza” (“servizio di rete” erogato dal Network Operator) esclusivamente per proprio uso e consumo senza trasferirlo ad una terza parte. Gli Utilizzatori finali si limitano ad usare l’equipaggiamento CPE a loro 368 disposizione per telecomunicare senza occuparsi della sua gestione. Infatti l’equipaggiamento CPE è costituito da tecnologie ICT gestite da personale specializzato (addetti alla gestione) con il supporto di sistemi gestionali ad hoc (e.g. LAN Management System). Gli addetti alla gestione fanno capo ad una unità organizzativa interna all’Utenza (e.g. Dipartimento o Sezione) denominata “Information System Management, ISM”. Il sistema informatico ISM che essi utilizzano è interno all’Utenza (e.g. proprietà del Cliente) e noi, in questo corso, lo consideriamo sistema di supporto alla gestione delle tecnologie CPE e parte dello stesso sistema TLC (gestione del primo ordine, vedi 1.0.1.11). In generale in questo corso noi assumiamo che i sistemi informatici gestionali (“sistemi di supporto”) abilitanti la gestione del primo ordine dei sistemi gestiti U&S (Utilizzazione e Segnalazione) sia dal lato TelCo che dal lato Utente facciano parte del sistema TLC stesso (vedi 1.0.3.6) Contrariamente al Cliente, un Utilizzatore finale non sceglie il servizio, in generale non paga per i relativi consumi (a meno che non esistano telefoni a pagamento a scheda o a gettone all’interno dell’Utenza) e nel caso di guasto non contatta direttamente la TelCo fornitrice bensì si rivolge all’ ufficio ISM interno all’ Utenza. L’ufficio ISM è responsabile della gestione tecnica di tutte le risorse ICT interne all’Utenza e ad esso vengono demandati i contatti diretti col Network Operator per derimere eventuali problemi tecnici legati a malfunzionamenti della rete TLC e.g. segnalazione guasti e/o richiesta di riparazioni in rete (e.g. “help desk di assistenza tecnica per utenze business” parte dell’ ufficio “Assistenza Clienti” della TelCo). • Utenza: vista esterna Una TelCo ignora cosa accade all’interno di una Utenza ed ha di essa solo una vista esterna. Infatti una TelCo visualizza una Utenza come un dominio elementare di utilizzazione dei suoi prodotti il quale ha un certo “track record” di utilizzazione e pagamenti. Esso è una unità costitutiva del “Bacino di Utenza” della TelCo stessa. Più precisamente nella sua vista esterna una Utenza è caratterizzata da 1) Numero di Utenza 2) Nome, cognome e dati identificativi del Cliente titolare dell’Utenza, 3) Contratto SLA con la specifica dei “Terms & Conditions, T&C” del prodotto TLC acquisito, 4) Dati statistici relativi al profilo di utilizzazione del prodotto acquisito e 4) Stato attuale e storia dei pagamenti effettuati dall’inizio delle fornitura del prodotto. • Utenza: relazioni commerciali TelCo-Cliente Il concetto di “Utenza” è importante nelle relazioni commerciali TelCo-Cliente. Ad esempio consideriamo una attività gestionale tipica di una TelCo: la attività di “fatturazione” (billing). Una TelCo prepara una certa fattura per una certa “Utenza”. Nella fattura è indicato un Numero di Utenza (assegnato al Cliente al momento della fornitura del prodotto TLC) assieme a nome, cognome, indirizzo del Cliente titolare, importo da pagare in base ai consumi relativi al periodo di fatturazione e.g. bimestre e a tariffe prestabilite, stato dei pagamenti ed eventuali addebiti extra per pagamenti pregressi non effettuati (morosità). 369 ATTENZIONE! Ribadiamo che nel corso di GST è importante fare molta attenzione alla differenza fra il ruolo di “Cliente di una TelCo” (titolare dell’Utenza e collaboratore con l’SP nella gestione dei servizi TLC) svolto da una persona fisica o giuridica reale e il ruolo di “Utilizzatore di un servizio TLC” svolto dai membri di una comunità di persone fisiche all’interno di una Utenza. Un Utilizzatore è un fruitore dei “servizi di rete” (network services) durante la fase di “erogazione/fruizione” di un servizio TLC. I servizi di rete costituiscono l’ “essenza” di un servizio TLC (TLC service core). 4.2.7 Utenze “Consumer” Finora abbiamo fatto riferimento ad una organizzazione commerciale o ad un ente governativo (perrsone reali giuridiche). Facciamo ora riferimento ad un privato cittadino Cliente di una TelCo per un servizio di telefonia vocale mobile e.g. cellulare. In tal caso lo scenario precedente si specializza ad una unica persona fisica che gioca i ruoli di Cliente, Utilizzatore e Gestore delle tecnologie ICT necessarie a fruire del servizio TLC acquisito e.g. telefono cellulare (Customer Equipment,CE). Infatti in questo caso chi sottoscrive il servizio e effettua i pagamenti (Cliente) e ricarica la batteria quando è scarica (Gestore) è anche colui che fa le telefonate (Utilizzatore). Una Utenza Consumer è una Utenza il cui titolare è una persona fisica che non svolge attività di Business e.g. Utenza Residenziale Privata. 4.2.8 Utente Il termine “Utente” viene usato in diversi contesti con diversi significati. Ma per noi chi è un “Utente”? In questo corso il ruolo di Utente si riferisce ad uno stakeholder capace di svolgere entrambi i ruoli di Cliente di una TelCo e di Utilizzatore dei relativi servizi TLC. Noi useremo il termine “Utente” ogniqualvolta non ci interessa distinguere fra i due ruoli distinti di Utilizzatore e Cliente oppure quando le nostre considerazioni sono ugualmente valide per entrambi. Mnemonicamente può essere utile ricordare “Utente = Utilizzatore + Cliente”. Come già indicato in precedenza, in Inglese non esiste un unico termine corrispondente al termine Italiano “Utente” e quindi il termine “Utente” viene tradotto col binomio “Customer/User”. Come già fatto in precedenza e indicato nella nota 1.0.1.3 noi useremo il termine “Utente” non solo per indicare la coppia di ruoli “Utilizzatore + Cliente” ma anche per indicare uno stakeholder (persona fisica o giuridica reale) che gioca i ruoli di Utilizzatore e Cliente. Ad esempio il “soddisfacimento dell’ Utente” indica il soddisfacimento sia delle persone fisiche nel ruolo di “Utilizzatore” sia di quelle nel ruolo di “Cliente” cioè indica che l’Utente è soddisfatto sia da un punto di vista gestionale che dal punto di vista di chi effettivamente fruisce di un servizio TLC all’interno dell’Utenza. Ad esempio dire che un Utente è soddisfatto significa dire che e.g. egli percepisce gli addetti al call-center come gentili, pronti e competenti (aspetto gestionale) e, al tempo stesso, percepisce la qualità delle telefonate effettuate come ottima e perfettamente in linea con le sue esigenze (aspetto di utilizzazione). ATTENZIONE. Pericolo di confusione! Spesso in letteratura, nel caso di utenza business, si trova indicato come ruolo “Utente” quello che per noi è un ruolo di “Utilizzatore finale”. Infatti si legge spesso che all’interno di una Utenza si trovano “Cliente e Utente”. Inoltre spesso si indica con “Utenza” l’insieme 370 degli Utenti di una certa TelCo, cioè si chiama “Utenza” quello che noi invece chiamiamo “Bacino di Utenza” (insieme delle viste esterne di una comunità di Utenze facente capo ad una TelCo) 4.3 I contenuti dei servizi TLC 4.3.1 “Contenuto” di un servizio TLC: definizione Si dice che un servizio ha almeno tre “dimensioni”. Infatti, finora abbiamo parlato della “dimensione” relazionale di un servizio cioè delle “coppie” SP-Cliente e NO-Utilizzatore a cui compete rispettivamente la fornitura/acquisizione e la erogazione/fruizione di servizi TLC. Poi abbiamo parlato della “dimensione” qualità del servizio, (QoS) legata al livello di prestazione della infrastruttura tecnologica e alla soddisfazione dell’Utente (attenzione: presenza di fattori soggettivi!). Ora vogliamo parlare della “dimensione” contenutistica dei servizi TLC cioè vogliamo parlare dei loro “contenuti informativi”.(lasciando da parte servizi ibridi con contenuti materiali e.g. e-commerce) Ma cosa è il “contenuto” di un servizio TLC? Come spesso accade, anche in questo caso una stessa parola o frase “means different things to different people”! Partiamo da tre esempi: 1. Il “contenuto” di un servizio telefonico è l’informazione audio scambiata in maniera interattiva nelle telefonate fra Utente chiamante e Utente chiamato. 2. Il “contenuto” di un un servizio internet i-Tube è costituito dalle registrazioni video fornite al “cyber-world” dagli Utenti stessi. 3. Il “contenuto” di un servizio TV sono i programmi TV diffusi via trasmettitore TV da un produttore/fornitore di programmi ad una comunità di spettatori televisivi. Quindi quando noi parliamo di “contenuto” di un servizio noi facciamo riferimento a due fattori: 1) tipo di informazione trasferita durante l’utilizzazione del servizio (i.e. contenuta nel “service core” o “essenza del servizio”) e.g. testo, audio, video 2) alle modalità del suo trasferimento e.g. wireline o wireless. Ripetiamo. Il contenuto di un servizio di telefonia si riconosce facendo riferimento al suo “service core” i.e. osservando cosa accade durante una sessione telefonica: il tipo di informazione sono segnali audio (parole della conversazione fornite/acquisite alternativamente dagli Utenti dialoganti) e la modalità di scambio dell’informazione è “interattiva in tempo reale”. Analogamente in un servizio TV si deve far riferimento al “service core” cioè a cosa avviene quando lo spettatore guarda la TV sullo schermo del televisore (“erogazione di un programma TV”): il tipo di informazione sono immagini in movimento sincronizzate con segnali audio e la 371 modalità di trasferimento dell’informazione è “streaming unidirezionale da un trasmettitore a una comunità di Utenti con terminali RO (Receive Only)”. Una persona giuridica (organizzazione commerciale) che produce programmi di intrattenimento, educazione, notizie etc. e li fornisce ad una TelCo per farli poi trasferire a Utenti finali è un Fornitore di Contenuti o una Content Company (ContCo). In effetti un Fornitore di Contenuti può creare i suoi prodotti con diversi format in modo da poterli poi affidare a TelCo che li trasportano con “media” di varia natura e.g. programmi cinematografici/spot publicitari supportati da diverse “piattaforme” tecnologiche come rete internet/computer, rete di distribuzione TV/televisore, rete di telefonia cellulare 3G/telefonino o “piattaforme” non-elettromagnetiche come libri, giornali, riviste, CD, DVD etc. In tal caso il “medium” è la piattaforma tecnologica adottata per il trasporto dell’informazione. Quindi per noi la creazione/produzione di contenuti (ContCo) e la raccolta/trasporto/consegna di contenuti (TelCo) sono due fatti spazialmente e temporalmente separati (il primo propedeutico al secondo) ma effettuati da persone giuridiche relazionate da un punto di vista funzionale. E’ la TelCo che possiede/gestisce il mezzo (la piattaforma) di telecomunicazione (medium) mentre è la ContCo che crea/produce i contenuti. Tuttavia entrambe contribuiscono alla implementazione del servizio. NOTA 4.3.1.1 SIGNIFICATO DELLA PAROLA “MEDIUM” . La parola “medium“ può significare due cose diverse: 1) “canale di trasporto dei contenuti” (vedi A nella Tavola 4.3.1.1) oppure 2) “contenuto da distribuire per via radio-TV” (vedi B nella Tavola 4.3.1.1). Ad esempio, si parla di una industria TMT (Tecnologia, Media, Telecomunicazioni) per indicare le industrie coinvolte nella produzione/fornitura di tecnologie/servizi di Mobile TV i.e servizi TV su telefonini che funzionano contemporaneamente da computer, televisore radio e telefono. Si parla anche di tecnologie IMC (IMC = Information, Media, Communication) o IMCT per indicare tecnologie integrate (qui va di moda la parola “convergenti”!) che abilitano servizi internet (Information) servizi radio-televisivi (Media) e servizi telefonici (Communications). Noi ci occuparemo in particolare del caso in cui l’impresa ContCo fornisce contenuti informativi all’ impresa TelCo. Talvolta una impresa ContCo fornisce contenuti a TelCo specializzata nella distribuzione di servizi radio-TV (TelCo-TV). In tal caso la impresa ContCo fornitrice di contenuti è una Media Company. Ora “media” ha un significato diverso, significa “contenuto da distribuire per via radio-TV”. Talvolta una Media Company e la TelCo/TV sono integrate in un'unica compagnia denominata “Broadcaster” che produce e distribuisce i suoi contenuti autoprodotti e.g. programmi televisivi, attraverso un sistema TV di sua proprietà (e.g. Mediaset, Sky, RAI sono broadcasters produttori e distributori di films). 372 fornisce contenuti a A) ContCo TelCo (possiede/gestisce il “medium”, infrastruttura di trasporto dei contenuti) fornisce “Media”a B) MediaCo TelCo/TV (possiede/gestisce una rete TV) MediaCo + TelCo/TV = Broadcaster (Mediaset, RAI, SkyTV etc.) Tavola 4.3.1.1 In campo internet un Application Service Provider fornisce ai suoi utenti l’accesso a specifiche applicazioni che sviluppa in proprio o ottiene da una terza parte (sviluppatore di software). In quest’ultimo caso lo sviluppatore di software è un Fornitore di Contenuti in un servizio ASP. Telephony Internet Radio TV Fixed Wireline Wireless DECT Wi-Fi Wi-Max Satellite (VSAT T/R) Satellite (VSAT RO) Mobile Wideband Cellular (Terrestrial) Wideband Cellular (Satellite) Tassonomia Fig. 4.3.1 Una possibile classifica dei servizi TLC in base a due criteri ortogonali: contenuti del servizio e tecnologie di accesso alla rete. Un servizio TLC è rappresentato da un punto all’interno del diagramma a “scatole annidate (“nested box diagram”) e le sue caratteristiche sono individuate dal nome delle scatole sovrapposte in quel punto. Ad esempio la stella rappresenta servizi internet con terminale satellitare fisso del tipo VSAT T/R (Very Small Aperture Terminal Transmit/Receive). 373 4.3.2 I contenuti come criterio di classificazione Un criterio di classificazione dei servizi TLC può basarsi proprio sui contenuti cioè sul tipo di informazione trasportata nel service core e sulle modalità del suo trasporto Ad esempio, prendiamo i servizi TLC più popolari 1. Servizi Telefonici (tipo di informazione: audio interattiva o vedi Tavola 4.3.1) 2. Servizi di radiodiffusione (tipo unidirezionali e.g. voce, musica) di informazione: segnali audio 3. Servizi TV (tipo di informazione: immagini in movimento sincronizzate con segnali audio) 1. Servizio telefonico 2. Servizio ISDN (due linee telefoniche simultanee) 3. Servizi Telefonici Evoluti 3.1 Memotel (Segreteria Telefonica) 3.2 Conversazione a tre 3.3 Avviso Chiamata (Call Waiting) 3.4 Trasferimento Chiamata 3.5 Autodisabilitazione 3.6 Chi è (Caller ID) 3.7 Servizio 4197 3.8 Richiamata su Occupato 4. Servizi Informazione 4.1 Servizio 12.54 4.2 Servizio 412 (Fornitura di vasta gamma di informazioni) 4.2.1 Opzione 1 4.2.2 Opzione 2 4.2.3 Servizio 892.412 5. Altri Servizi 5.1 Servizio 4161 (Ora Esatta) 5.2 Servizio 4114 (Sveglia) 6. Servizi Internazionali 6.1 Servizio Abbonati Esteri 6.2 Servizio 170 (Collegamento via Operatore) 6.3 Servizio “Italy Direct” 6.4 Servizio “Collect Entrante” Tavola 4.3.1 Presa dalla Carta dei Servizi di TelecomItalia. Par.9 374 SERVIZI di COMUNICAZIONE ELETTRONICA (SCE) “Servizio, normalmente fornito a pagamento, che consiste esclusivamente o prevalentemente nella trasmissione di segnali su reti di comunicazione elettronica compresi servizi di telecomunicazione e servizi di trasmissione in reti di diffusione circolare radiotelevisiva ma ad esclusione di servizi che forniscono o effettuano controllo editoriale di contenuti trasmessi usando reti di comunicazione elettronica; sono inoltre esclusi servizi della “società dell’informazione” come definiti nell’articolo 1 della direttiva 98/34/EC che non consistano interamente o prevalentemente nella trasmissione di segnali su reti di comunicazione elettronica. TAVOLA 4.3.2 Nel 2002 la Comunità Europea ha cambiato il termine “Telecomunicazione” in “Comunicazione Elettronica” ed ha fornito nuove definizioni di reti e servizi. Questa è la definizione di servizio TLC contenuta nella direttiva 2002/21/CE del Parlamento Europeo (07/03/2002) e utilizzata sia nel Codice della Privacy (D.lgs.196/2003) che nel Codice delle Comunicazioni Elettriche (D.lgs.259/2003) 4. Servizi Internet (tipo di informazione: dati trasferiti via e-mail, web browsing, file transfer, music/video downloading etc.) Questi servizi TLC possono anche classificarsi in base alle modalità di trasporto e.g. in base alla piattaforma tecnologica di accesso alla rete come mostrato in Fig. 4.3.1. La Tavola 4.3.2 a scopo di paragone, mostra una definizione di servizio TLC indipendente dal contenuto del servizio come fornita dalla Comunità Europea. 4.4 I servizi TLC 4.4.1 Introduzione ai servizi TLC: possesso di funzionalità TLC (acquisizione) e svolgimento di funzioni TLC (fruizione) Per una impresa TelCo proprietaria/gestore/operatore di reti e fornitore di servizi TLC a Utenti finali, la fornitura/erogazione di servizi TLC e i relativi pagamenti da parte degli Utenti costituiscono il cuore delle attività di business. Infatti i ricavi di una TelCo sono basati sulla raccolta dei pagamenti effettuati dai Clienti per acquisire gli abbonamenti e per fruire dei servizi TLC. Tutti le altre relazioni di business con attori esterni all’impresa e.g. imprese partner nella fornitura di servizi TLC o fornitori di tecnologie, comportano esborsi di denaro. Ma in che cosa esattamente consiste la “fornitura di un servizio TLC” ? E’ stato già detto più volte. Ma lo ripetia,o perché è importante saperlo. NOTA 4.4.1 Qui non si fa riferimento a servizi internet ai quali gli Utenti finali hanno accesso gratuito e le cui entrate per gli SP sono rappresentate dai pagamenti effettuati dagli inserzionisti di messaggi pubblicitari. 375 4.4.1.1 Fornitura/Acquisizione di Servizi TLC Nel Cap.1 abbiamo visto che un sistema TLC è una infrastruttura fisico-logicoenergetica abilitante i servizi TLC costituita da componenti ICT e da componenti ausiliari nonICT. In questo capitolo noi ci occuperemo di sistemi TLC e loro componenti visualizzati da SP-Cliente come “Risorse Business” atte a supportare le loro attività di business. Come indicato nel Capitolo 1, la “fornitura di un servizio TLC” è la “fornitura di un insieme coerente di funzionalità da un Fornitore a un Utente, atte a risolvere problemi che insorgono (o insorgeranno) presso l’Utente nel momento in cui egli decide (o deciderà) di soddisfare certi suoi desideri/bisogni di telecomunicazione”. Analogamente la “acquisizione di un servizio TLC” è la “acquisizione di un insieme coerente di funzionalità da parte di un Utente per risolvere certi suoi problemi insorti o che insorgeranno a causa di desideri/bisogni di telecomunicazione da soddisfare”. Queste funzionalità hanno un carattere di specifiche “potenzialità” attuate nelle effettivo svolgimento di funzioni TLC con una “QoS erogata” dipendente da certe “condizioni di utilizzazione”. Ma attenzione! Se la funzionalità TLC acquisita non è specifica della funzione TLC da svolgere essa va prima specializzata o “resa attuale” e poi può essere attuata nello svolgimento di una funzione TLC specifica. Definiamo questo processo complessivo di specializzazione + attuazione un processo di “attualizzazione”. ESEMPIO 4.4.1. “Attualizzazione” La funzionalità (capacità conoscitiva) acquisita con il possesso di un elenco telefonico “pagine Bianche” va “specializzata” con la scelta del numero telefonico desiderato prima di poter essere “attuata” nella digitazione del numero sulla tastiera del telefono. ESEMPIO 4.4.2 “Condizioni di utilizzazione” Le “condizioni di utilizzazione” di un servizio TLC possono essere dettate da sorgenti interne o esterne al sistema TLC. Ad esempio la “QoS erogata” di un servizio TLC di TV satellitare dipende dalle condizioni atmosferiche prevalenti sul sito di ricezione mentre la qualità di trasmissione end-toend di un segnale in rete dipende dai livelli di rumore e di interferenza esistenti in quel momento in quel canale. 2 Funzionalità “tecnologicamente neutre” L’ insieme coerente di funzionalità di rete (U&S e gestionali) acquisito dall’Utente al momento della firma del contratto SLA è costituito da funzionalità «tecnologicamente neutre» cioè indipendenti dalle particolare tecnologie di rete adottate dal Fornitore. Infatti al momento della firma di un contratto SLA fra Fornitore e Cliente il contratto non specifica le tecnologie di rete adottate ora e in futuro dal Fornitore. La funzionalità acquisita è denominata “tecnologicamente neutra” perché può essere abilitata da una qualsiasi tecnologia appartenente ad una classe di Tecnologie Abilitanti Equivalenti scelta a discrezione del Fornitore. NOTA 4.4.2 Una “funzionalità TLC tecnologicamente neutra” è una funzionalità TLC supportata da una qualsiasi tecnologia scelta da una classe di “Tecnologie Abilitanti Equivalenti” (classe TAE). Un Utente di un servizio TLC acquisisce una funzionalità di rete tecnologicamente neutra che 376 ovviamente non può attuare nello svolgimento di una specifica funzione di interconnessione o di distribuzione. Tuttavia, in questo caso, l’Utente richiede al Fornitore di servizio TLC depositario di una funzionalità specifica (istanza della “classe TAE”), di svolgere la funzione per suo conto (i.e. il Fornitore eroga un servizio all’ Utente che ne fruisce). Ad esempio quando, acquisisco servizi di telefonia internazionale dalla Telecom Italia acquisisco funzionalità di rete tecnologicamente neutre che ovviamente non posso attuare personalmente ma posso richiedere alla Telecom Italia in quel momento proprietaria di certe funzionalità tecnologicamente specifiche, di attuarle per mio conto (i.e. richiedo alla Telecom Italia di erogarmi un servizio di telefonia internazionale). Per quanto mi riguarda la Telecom Italia può adottare le opportune tecnologie di rete come meglio crede, purchè non violi gli accordi contrattuali! Le funzionalità tecnologicamente neutre (U&S e gestionali) sono una generalizzazione di funzionalità di rete specifiche possedute dal Fornitore (Funzionalità installata) al momento della firma del SLA. La “funzionalità di rete specifica” si riferisce alla disponibilità di una tecnologia di rete specifica e relativo know how operativo. In generale le funzionalità pianificate/installate dalla TelCo sono in risposta alla domanda effettuata da “classi” di aspiranti o potenziali Utenti accertata attraverso precedenti analisi di mercato (ad eccezione di alcuni casi particolari nei quali una specifica funzionalità di rete viene configurata ad hoc per in singolo Utente di grosse dimensioni). Una volta acquisito un servizio TLC l’Utente non attua in proprio le corrispondenti funzionalità tecnologicamente neutre acquisite ma, al momento del bisogno, chiede al SP di attuare le funzionalità specifiche di cui egli dispone in quel momento. (e.g. se la richiesta viene effettuata nel Dicembre 2010 l’SP utilizza le tecnologia a sua disposizione nel Dicembre 2010!). Vedere gli Inserti 4.4.1, 2 e 3 Il fatto che le funzionalità fornite/acquisite siano tecnologicamente neutre e’ molto importante e ha due conseguenze altrettanto importanti: 4.4.1.2 1) Tecnologie implementative del sistema TLC diverse ma equivalenti dal punto di vista delle condizioni/qualità/prezzo del servizio sono perfettamente accettabili per l’Utente, anzi in generale l’utente non solo tollera tecnologie implementative diverse ma ignora completamente la loro natura, 2) Il Fornitore è libero di adottare o cambiare la tecnologia implementativa nel modo che egli ritiene più opportuno e conveniente senza notificare all’Utente questa sua scelta. Erogazione/fruizione di servizi TLC In un evento di erogazione/fruizione di un servizio TLC si parla di “svolgimento di funzioni TLC” invece di “trasferimento di funzionalità TLC”. La “erogazione di un servizio TLC” è lo “svolgimento di un insieme coerente di funzioni U&S specifiche di un servizio TLC (attuazione di un insieme coerente di funzionalità specifiche) da parte di una TelCo (nella persona di un Network Operator fornitore di Servizi di Rete) su richiesta di un Utilizzatore con lo scopo di risolvere 377 problemi insorti presso quiest’ultimo allorché egli decide di soddisfare certi suoi desideri/bisogni di telecomunicazione”. La “fruizione di un servizio TLC” è la “la attuazione di un insieme coerente di funzionalità U&S possedute da un Utilizzatore (e a lui cedute dal Cliente titolare dell’Utenza), con lo scopo di risolvere problemi insorti presso di lui allorché egli decide di soddisfare certi suoi desideri/bisogni di telecomunicazione”. INSERTO 4.4.1 LA DOMANDA SBAGLIATA FREQUENTLY ASKED QUESTION: Se un abbonato a un servizio TLC con l’abbonamento acquisisce una funzionalità tecnologicamente neutra” (i.e. il contratto SLA mette a sua disposizione una “classe di tecnologie abilitanti equivalenti” e non tecnologie specifiche) come può egli al momento del bisogno attuarla nello svolgimento di una funzione specifica? La risposta è immediata se si riconosce che la domanda è formulata in maniera sbagliata. Lo sbaglio è contenuto nell’espressione “come può egli attuarla” riferita all’Utente. Infatti l’Utente con un processo di “Fornitura/Acquisizione di servizio TLC” viene in possesso di un insieme coerente di funzionalità tecnologicamente neutre ma personalmente non le attua (non può attuarle perché ignora i dettagli operativi delle tecnologie abilitanti!). Ma la situazione è asim-metrica. Infatti le funzionalità in possesso dell’ Utente (“Funzionalità acquisita”) sono per l’Utente tecnolo-gicamente neutre mentre le corrispondenti funzionalità possedute dalla TelCo (“Funzionalità offerta”) sono per l’ SP funzionalità “specifiche”. Infatti, al contrario dell’ Utente, l’SP (e.g. l’ ufficio commerciale di una TelCo) al momento della stipula del contratto dispone di una ben specifica tecnologia di rete e relativo know how operativo (tramite NO) cioè l’SP dispone (tramite NO) di una conoscenza operativa e una abilità tecnologica entrambe “specifiche” che egli può far attuare quando vuole (in particolare su richiesta dell’ Utente). Quindi, grazie alla firma di un contratto SLA col SP, l’ Utente possiede una “Funzionalità acquisita” (U&S e gestionale) tecnologicamente neutra che tuttavia egli non può attuare nello svolgimento di specifiche funzioni. Infatti l’Utente, allorché necessario, richiede al SP di attuare la “Funzionalità offerta” tecnologicamente specifica a lui disponibile in quel momento: è una richiesta che sarà certamente soddisfatta dal SP/NO e permetterà all’Utente sia di fruire di un servizio TLC (e.g. telefonare) che di svolgere funzioni gestionali di supporto (e.g. segnalare/far riparare guasti), se egli da parte sua collaborerà attuando prontamente e correttamente le opportune funzionalità specifiche di terminale (U&S e gestionale, rispettivamente TU e TC in Fig. 1.2.2.2) 378 INSERTO 4.4.2 FORNITURA/ACQUISIZIONE di un SERVIZIO TLC: “Dissimetria fra “funzionalità acquisita”da un Utente finale e “funzionalità offerta” da un SP La dissimetria che si stabilisce al termine di un processo di ”Fornitura/Aacquisizione di un servizio TLC” fra “funzionalità acquisita” (tecnologicamente neutra) da un Utente e “funzionalità offerta” (specifica) da un SP ha le seguenti conseguenze: 1). Tecnologie di rete diverse da quelle possedute dal SP al momento della stipula del Contratto SLA (tecnologie “legacy”) ma ad esse equivalenti dal punto di vista delle condizioni/qualita’/prezzo del servizio TLC fornito, sono perfettamente accettabili ad un Utente (finale). Anzi in generale l’ Utente di un servizio TLC residenziale privato non solo accetta tecnologie di rete diverse dalle tecnologie legacy ma anzi preferisce ignorare la natura delle tecnologie di rete in possesso del Fornitore non essendo egli un esperto del settore e cercando di utilizzare la materia grigia del suo cervello per scopi per lui più intressanti. Ad un Utente residenziale che telefona da Roma a New York non interessa affatto conoscere se la sua voce viaggia via cavo sottomarino o via satellite o se il cavo sottomarino è di un tipo piuttosto di un altro fintantochè, a parità di prezzo, la qualità audio della conversazione è uguale o migliore di quella pattuita nel Contratto SLA da lui firmato. 2) Una conseguenza del No.1 è la seguente: fintantochè le caratteristiche tecniche ed economiche del servizio TLC rimangono le stesse o sono migliori di quelle pattuite, l’ NO che collabora col SP all’interno della TelCo e’ libero di modificare/aggiornare le sue tecnologie di rete nel modo che egli ritiene piu’ opportuno (e.g. economicamente conveniente) senza dover necessariamente notificare a tutti gli Utenti del servizio questa sua scelta. Ad esempio egli può aggiornare le sue tecnologie di rete esistenti e mantenerle al passo con il progresso tecnologico e.g. acquisire tecnologie di nuova generazione più performanti o operativamente meno costose delle tecnologie legacy in suo possesso. Inoltre in caso di guasto di una tecnologia di rete essa può essere rimpiazzata con una tecnologia abilitante equivalente non necessariamente uguale a quella scartata, a discrezione dell’operatore di rete e secondo convenienza. 379 INSERTO 4.4.3 ESEMPI DI FUNZIONALITA’ TECNOLOGICAMENTE NEUTRA IN SCENARI non-TLC Notare come il paradigma “funzionalità-funzione” da noi applicato ai casi di “fornitura/acquisizione di servizio TLC” e “erogazione/fruizione di servizio TLC” sia di validità del tutto generale e anche il concetto di “funzionalità tecnologicamente neutra” sia anch’esso del tutto generale e applicabile ad una varietà di servizi. Ad esempio, una situazione di “funzionalità tecnologicamente neutra” si incontra nel caso di un servizio di autonoleggio con autista (“Rental Car with Driver”). In questo caso il Cliente firma un contratto con una “QoS offerta” specificata da parametri di qualità accompagnati da certi valori numerici (e.g. disponibilità del servizio: max. 10 minuti dal tempo di chiamata su base 24/7) e un certo prezzo (e.g. tariffa: “200 € al giorno”). Tuttavia egli acquisisce la “disponibilità” di una qualsiasi autovettura appartenente ad una certa categoria (e.g. classe “medium size”, classe di tecnologie abilitanti equivalenti) e non una specifica autovettura. Inoltre l’Utilizzatore del servizio (non necessariamente il Cliente che ha firmato il contratto) non è necessario possegga una patente di guida automobilistica (assenza di conoscenza operativa delle tecnologie abilitanti). L’Utente del servizio quindi ignora la tecnologia specifica abilitante e relativo know how operativo: egli acquisisce una “funzionalità tecnologi-camente neutra”. Al cliente non interessa affatto la marca/colore dell’auto o le modalità d’uso o il nome del conducente che gli sono stati assegnati purchè la qualità del servizio (criteri di qualità: disponibilità, prontezza, sicurezza, flessibilità etc.) sia di sua soddisfazione e il prezzo pagato sia quello pattuito. Dal lato Fornitore la situazione è diversa: l’autovettura e il conducente sono scelti dal fornitore 24 ore prima del loro utilizzo. Effettuata la scelta, il Fornitore possiede una funzionalità specifica che egli attua nell’ effettivo svolgimento della funzione “Autonoleggio con autista” (erogazione del sevizio). Situazione analoga si incontra nell’acquisto di un abbonamento ferroviario. Anche in questo caso l’abbonato acquisisce una funzionalità tecnologicamente neutra basata sulla disponibilità di una “classe di tecnologie abilitanti equivalenti” (treni e reti ferroviarie) e ovviamente senza disporre di una conoscenza operativa delle risorse impiegate dalle Ferrovie dello Stato. 380 4.4.2 Ulteriore classifica dei servizi TLC (argomento già trattato nel Capitolo 1) • Introduzione ad un modello generico e unificato per i servizi TLC Tipicamente i servizi di telecomunicazione sono classificati secondo la tassonomia della ITU-T presentata nella Raccomandazione I-211 (1993). Secondo questa classifica i servizi sono suddivisi in due gruppi: interattivi e distributivi. I primi sono ulteriormente suddivisi in tre categorie : conversazione, messaggistica e consultazione. I secondi sono ulteriormente suddivisi in servizi distributivi con o senza controllo della presentazione. In un contesto GST abbiamo presentato nel Capitolo 1 una tassonomia diversa, particolarmente adatta alla creazione di modelli gestionali generici cioè indipendenti dal particolare scenario di servizio. Mettendo in evidenza la natura della sua utilizzazione, classifichiamo un servizio come appartenente a una di tre diverse categorie come mostrato in Fig.4.4.2.1 1) servizi di interconnessione in cui uno o più Utenti scambiano informazione in tempo reale o differito con uno o piu’ Utenti residenti in siti remoti tramite un Fornitore di servizi e.g. i servizi telefonici pubblici, e-mail etc. 2) servizi di distribuzione in cui un Fornitore invia lo stesso tipo di informazione ad una comunità di Utenti paganti e.g. servizi di distribuzione rdio-TV 3) servizi di assistenza nei quali il Fornitore interagisce direttamente con il singolo Utente inviando contenuti. In questi servizi i Fornitori svolgono da sede remota tutte quelle attività che i singoli Utenti non possono (perchè non hanno il tempo disponibile o perchè sono privi di know-how) o non vogliono effettuare su base individuale e.g. servizi di tele-medicina, tele-educazione, tele-consulenza etc. Questa schematizzazione dei servizi in tre categorie è stata graficamente rappresentata in Fig.4.4.2.1. Al fine di poter poi creare un modello servizi generico e unificato indipendenti dal particolare scenario di servizio, la descrizione delle funzioni abilitate da un servizio è effettuata tramite un grafo orientato nel quale le caratteristiche comuni del servizio sono separate e specificate nelle strisce orizzontali (gialle) ubicate sopra e sotto tre rettangoli centrali, all’interno dei quali è speficata la natura del servizio in fase di utilizzazione o fruizione (“essenza” del servizio). Le funzioni specifiche corrispondono ai desideri/bisogni dell’Utente che sono soddisfatti da ciascun servizio. In questa figura la descrizione di un servizio deve essere letta partendo dall’alto a sinistra e spostandosi poi verso il basso e verso destra seguendo le frecce. Un singolo servizio e’ caratterizzato da un unica funzionalità/funzione specifica, cioe’ il servizio soddisfa un singolo desiderio/bisogno. Ad esempio la descrizione del servizio di telefonia si ottiene leggendo il grafo come segue: “Acquisire un servizio di telefonia significa acquisire la capacita’ conoscitiva/abilità fisica (funzionalità) di conversare in tempo reale con gli altri utenti dello stesso servizio, funzionalità tecnologicamente neutra 381 acquisita a pagamento da un Utente e fornita da un Fornitore a condizioni/qualita’ /prezzo specificati in un contratto SLA (Service Level Agreement)”. In figura è anche messo in evidenza il fatto che la funzionalità acquisita dall’Utente e’ «tecnologicamente neutra» cioè indipendente dalla particolare tecnologia implementativa adottata dal Fornitore. Questo punto ha due conseguenze altrettanto importanti: 2) Tecnologie implementative diverse ma equivalenti dal punto di vista delle condizioni/qualità/prezzo del servizio sono perfettamente accettabili per l’Utente, anzi in generale l’utente non solo tollera tecnologie implementative diverse ma ignora completamente la loro natura, 3) Il Fornitore è libero di adottare o cambiare la tecnologia implementativa nel modo che egli ritiene più opportuno e conveniente senza notificare all’Utente questa sua scelta. La figura 4.4.2.1 riporta esempi di servizi TLC tra i più comuni. Ovviamente non ci aspettiamo che le tre liste presentate in figura esauriscano tutti i possibili servizi TLC che si possono trovare nella odierna societa’ e, per questo, abbiamo incluso la notazione «etc.» a pie’ di ogni lista. Questi servizi, sebbene percepiti dall’Utente come funzionalità tecnologicamente neutre, sono supportati da sistemi reali e.g. la rete telefonica, la rete internet, etc i quali richiedono l’impiego di opportune tecnologie. Come già più volte indicato, i servizi TLC sono caratterizzati dal fatto che utilizzano un sistema TLC per il trasporto di informazione. Esaminiamo ora le tre categorie di servizi. • Servizi di interconnessione (zona blue a tratteggio orizzontale in Fig. 4.4.2.1) I servizi telefonici/internet e i servizi postali sono entrambi esempi di servizi di comunicazione a distanza. Notare che, come precedentemente osservato a proposito della definizione del termine «telecomunicazione», la specifica di «comunicazione a distanza» va interpretata nel senso che i partecipanti alla comunicazione sono fisicamente separati con distanze che vanno dalle decine di metri (reti LAN) a migliaia di chilometri (reti WAN, reti telefoniche pubbliche, reti di distribuzione radio-televisiva). Esiste anche un terzo tipo di servizi di comunicazione a distanza, che chiameremo servizi misti, i quali utilizzano come mezzo di trasporto sia quello elettromagnetico che quello meccanico. Si pensi ad esempio ai servizi di vendita on-line dove prodotti di ogni genere vengono ordinati via internet e consegnati fisicamente a domicilio per posta. In questo corso di lezioni ci occuperemo di tutti quei servizi che almeno in parte utilizzano il mezzo elettromagnetico come mezzo di trasporto dell’informazione e.g. servizi misti, ignorando i servizi che utilizzano mezzi trasmissivi esclusivamente meccanici o acustici. 382 • Servizi di distribuzione (zona gialla a tratteggio verticale in Fig. 4.4.2.1) Ci sono poi altri tipi di servizi chiamati servizi di distribuzione, nei quali un Fornitore non fornisce all’Utente la capacita’ di comunicare con un altro utente bensi’ la capacita’ di ottenere prodotti distribuiti ad una comunita’ di Utenti paganti e.g. energia elettrica, gas o acqua oppure informazione sotto forma di radio, televisione (servizi di broadcasting o multicasing), internet (e.g. newsletters on-line i.e. distribuzione on-line di bollettini informativi), abbonamento a giornali etc. secondo modalità/qualità/prezzi talvolta stipulati in un contratto fra Fornitore e Cliente chiamato Service Level Agreement (SLA) cioè «Accordo a Livello Servizi». In un servizio di distribuzione l’Utente interagisce direttamente con il Fornitore del prodotto senza coinvolgimento di un altro Utente come nel caso di servizi telefonici dove coppie di Utenti interagiscono in tempo reale (trascurando il tempo di ritardo associato alla propagazione elettromagnetica). Nella fase di utilizzazione del servizio, il prodotto distribuito, e.g. programma radio-televisivo, e’ generalmente fornito in modo unidirezionale dal Fornitore all’Utente. Ditribuzione interattiva e Persona TLClizzata esiste negli USA. Esistono infatti servizi di distribuzione «on-demand» nei quali il prodotto viene fornito solo agli Utenti che ne abbiano fatto previa richiesta. Fanno parte di questa categoria due tipi di servizi TLC: 1) i servizi di «Video-on-Demand» (VoD) nei quali, ad una data ora, un film viene mandato sul televisore di un utente che ne ha fatto richiesta e 2) i servizi « Pay-perView » (PpV) nei quali un utente, su richiesta, puo’ vedere «live» sul suo televisore un evento particolare e.g. una manifestazione sportiva o uno spettacolo teatrale di particolare importanza. I servizi di distribuzione on-demand prevedono l’uso del telefono o dell’internet o del fax per effettuare l’ordinazione del prodotto desiderato, mentre il prodotto desiderato (film o ripresa televisiva) viene inviato al richiedente via canale televisivo. In questo corso ci occuperemo solo di quei servizi di distribuzione che utilizzano, almeno in parte, il mezzo elettromagnetico i.e. radio, televisione, VoD, PpV, newsletters on-line etc. • Servizi di assistenza (zona rosa a tratteggio reticolato in Fig.4.4.2.1) Esistono anche servizi di assistenza nei quali Persona TLCle specializzato assiste l’Utente nelle forme piu’ disparate, effettuando operazioni di cui l’utente ha bisogno e.g. asportando (portando) dalle (alle) residenze degli utenti prodotti, offrendo assistenza medica (e.g. servizi medico-sociali) o effettuando la tele-manutenzione di apparati e/o impianti (e.g. servizio di manutenzione delle apparecchiature in un laboratorio) o fornendo corsi di tele-educazione. In questo corso faremo riferimento solo a quei servizi di tele-assistenza che usano, almeno in parte, il mezzo elettromegnetico come mezzo di trasporto dell’informazione Ad esempio servizi di commercio elettronico appartengono a questa categoria (Fig.4.4.2.2). . 383 Infatti, finora abbiamo parlato di servizi su mezzo completamente elettromagnetico ma esiste anche un tipo di servizi di comunicazione a distanza, che chiameremo servizi misti o ibridi, (vedi Fig.4.4.2.3) i quali utilizzano come mezzo di trasporto sia quello elettromagnetico che quello meccanico. Si pensi ad esempio ai servizi di vendita on-line dove prodotti di ogni genere vengono ordinati via internet e consegnati fisicamente a domicilio per posta. In questo corso di lezioni ci occuperemo di tutti quei servizi che almeno in parte utilizzano il mezzo elettromagnetico come mezzo di trasporto dell’informazione e.g. servizi misti, ignorando i servizi che utilizzano mezzi trasmissivi esclusivamente meccanici o acustici. Ovviamente per questi servizi quello che conta è il “contenuto” del servizio TLC che serve solo come “mezzo di trasporto” del contenuto stesso 4.4.3 Funzionalità U&S e funzionalità di gestione nei servizi di telefonia • Funzionalità U&S Consideriamo una Telco Retailer che offra un servizio TLC “on demand” interattivo in tempo reale con scambio di informazione fra Utenti finali. La Telco offre a tutti gli Utenti finali un insieme di funzionalità per svolgere una o più funzioni tipiche del servizio. In precedenza abbiamo parlato di funzioni TLC come componenti funzionali di un servizio TLC. Se certe “condizioni di attualizazzione” sono soddisfatte queste funzionalità possono poi essere attualizzate nello scambio di informazione U & S e di gestione fra TelCo e Utente e, quindi, attraverso la TelCo fra Utente e Utente. Ad esempio nel caso di un servizio telefonico, il possesso di funzionalità U & S è il possesso di capacità conoscitiva/abilità fisica da parte dell’Utente (nel ruolo di utilizzatore) di svolgere le funzioni “essenziali” di cui egli ha bisogno i.e. «richiedere ed effettuare lo scambio di informazione audio fra Utenti in tempo reale e in modo interattivo e continuo (conversazione)». Qui supponiamo che l’Utente, oltre ad aver acquisito un servizio TLC, già abbia a sua disposizione una apparecchiatura terminale che egli sa operare. 384 Per un Utente, acquisire un SERVIZIO di […] significa acquisire la funzionalità di effettuare: ottenere: una conversazione telefonica con un collegamento internet con una videoconferenza con un collegamento LAN con etc. Fig.4.2.2.1 programmi radio programmi TV video-on-demand newsletters online pay-per-view etc. usufruire delle competenze professionali di personale specializzato in: tele-educazione tele-medicina tele-consulenza etc. altri utenti dello stesso servizio funzionalità tecnologicamente neutra acquisita a PAGAMENTO e attuata allorchè richiesto a condizioni/qualita’/prezzi prestabiliti e specificati in un CONTRATTO SLA. 385 Fornitore di Teleservizi o “e-servizi” Contenuti SCUOLA Risorse Interne U Teleeducazione mento U AT F U Consulenza Legale AT F U Servizio di Rete RETE TLC UTENTI FINALI Telemedicina Assistenza Medica STUDIO LEGALE AT F Insegna - OSPEDALE Servizi TLC Teleassistenza Fig .1.5 .1.2.3 Fig.4.4.2.2 Architettura di servizi TLC di assistenza (tele-servizi). Notare sul lato sinistro la presenza di fornitori di contenuti non specifici delle TLC 386 Utente residenziale privato Terminali POSTA utilizzatore utente ISP utente di EBS Electronic Bookstore Service (EBS) fornitore Fornitore Servizi internet (ISP) INTERNET Fornitore EBS Stock room Venditore di Libri (Catalogo) cliente utilizzatore Servizio Pacchi Postali (SPP) fornitore fornitore Ufficio Postale Fig. 4.4.2.3 Servizio di libreria on-line. Questa funzione U&S è una funzione relativa al «servizio telefonico di base» (in letteratura spesso chiamato POTS, Plain Old Telephone Service). Essa può accompagnarsi opzionalmente con una varietà di altre funzioni U&S (non gestionali!) relative a servizi supplementari a «valore aggiunto», («added-value services») contenuti in un catalogo servizi, come ad esempio: 1. identificazione del numero chiamante (servizio «Caller ID»), 2. segnalazione, tramite segnale acustico, durante una sessione telefonica della presenza di un terzo numero chiamante (servizio «Call Waiting»), 387 3. presenza simultanea di piu’ partecipanti alla sessione telefonica (servizio «Conference Call» o «Closed User Group»), 4. in caso di assenza di risposta a una chiamata, emissione di un messaggio preregistrato, successiva registrazione del contenuto della chiamata e segnalazione dell’esistenza di un messaggio in memoria tramite segnale luminoso sul terminale (servizio «voice-mail» o di segreteria telefonica), 5. blocco di telefonate indesiderate provenienti da numeri telefonici predeterminati, 6. trasferimento automatico di chiamata ad un nuovo numero telefonico 7. servizio di faxsimile, etc. Un Utente di un servizio telefonico residenziale può ottenere con un unico contratto da una Telco un «pacco» servizi personalizzato (prodotto personalizzato) costituito dal servizio di base più un numero di servizi a valore aggiunto scelti a piacere da un catalogo. Infatti, vedremo fra poco che, a differenza di altri servizi e.g. un servizio postale, la acquisizione di un servizio telefonico da parte di un Utente non avviene in una forma impersonale ma avviene in forma «customizzata» o personalizzata cioè ad personam. • Funzionalità di gestione Oltre alle funzionalità U&S ci sono anche funzionalità di natura ancillare rispetto alle precedenti: le funzionalità di gestione. Con le funzionalità di gestione l’Utente (nel ruolo di cliente) partecipa allo svolgimento delle seguenti funzioni 1. offerta servizi 2. piazzamento/esecuzione ordini, 3. definizione e firma contratti SLA 4. installazione servizi 5. addebiti e fatturazione/riscontro pagamenti 6. segnalazione/riparazione guasti 7. assistenza tenica post-vendita 8. terminazione contratto e.g. per morosità 9. disinstallazione servizi 388 Nello svolgimento di queste funzioni egli scambia informazione e beni materiali con la Telco (e.g. denaro relativo ai pagamenti, ricezione/pagamento di fatture per via postale o bancaria) e utilizza risorse di gestione (e.g. reti/terminali di gestione) che includono canali internet e/o canali postali e bancari per il pagamento delle fatture. Alla luce di quanto detto si vede subito che le funzionalità U & S costituiscono la «raison d’etre» del servizio e, al tempo stesso, la risoluzione dei problemi insorti presso l’Utilizzatore allorché egli decide di soddisfare certi suoi desideri bisogni mentre le funzionalità di gestione hanno un ruolo ancillare e sono fornite al Cliente con il fine di svolgere le funzioni U&S con la Qualità di Servizio (QoS) stipulata in un contratto SLA. 4.4.3.1 Il “ciclo di vita” completo di un servizio TLC Finora abbiamo enfatizzato l’importanza delle fasi di fornitura/acquisizione e di erogazione /fruizione di un servizio TLC. Tuttavia in generale un servizio TLC evoluisce nel tempo secondo un “ciclo di vita” (life cycle) che inizia molto prima della fase di fornitura/acquisizione. La Fig.4.4.3.1 mostra dall’alto verso il basso la sequenza di attività effettuate da attori TelCo (Service Developer, Service Provider, Network Operator), ICTS, Cliente (Customer) e Utilizzatore (User) durante il ciclo di vita di un servizio TLC interattivo on-demand. Esaminiamo con attenzione questa figura. Si notano tre gruppi di funzionalità/funzioni mutuamente interrelate 1. Product Development (Produzione Servizi, azzurro) 2. Service Delivery (Fornitura Servizi, rosa) 3. Service Session (Sessione di Servizio, giallo) rispettivamente corrispondenti alle attività dei seguenti attori 1. SD + ICTS 2. SP+NO+Cliente 3. SP+Cliente + Utilizzatore. Le aree funzionali sono mutuamente relazionate. Fra le relazioni più importanti dobbiamo menzionare il fatto che le attività di “Product Development” devono tener conto delle future attività di “Service Delivery” e che quindi i due gruppi possono 389 SD Strategic Processes 1.1. 2.2. 3.3. 4.4. 5.5. 6.6. ANALISI ANALISIdelle delleOPPORTUNITA’ OPPORTUNITA’ DEFINIZIONE & DEFINIZIONE &FATTIBILITA’ FATTIBILITA’ PROGETTAZIONE PROGETTAZIONE&&VERIFICHE VERIFICHE SVILUPPO (Rete +OSS) SVILUPPO (Rete +OSS) IMPLEMENTAZIONE IMPLEMENTAZIONE&&PROVE PROVE LANCIO COMMERCIALE LANCIO COMMERCIALE Offerte/Vendite Offerte/Vendite Piazzamento/Esecuzione Ordinaz. Piazzamento/Esecuzione Ordinaz. Definizione DefinizioneeeFirma FirmaContratto ContrattoSLA SLA Persona + SP 2.2.PROVISIONING PROVISIONING Installazione/Attivazione Installazione/Attivazione (Fornitura/Acquisizione) (Fornitura/Acquisizione) Utente = Utilizzatore + Cliente 3.3.USAGE USAGE Operational Processes (Transactional) SIX PHASE PRODUCT DEVELOPMENT ManTec SERVICE DELIVERY 1.1.NEGOTIATION NEGOTIATION SP + NO Persone (Potenziali Utenti) + SD Utilizzazione & Segnalazione Utilizzazione & Segnalazione (Erogazione/Fruizione) (Erogazione/Fruizione) Addebiti & fatturazione Addebiti & fatturazione Riscossione pagamenti Riscossione pagamenti Manutenzione/Riparazioni Manutenzione/Riparazioni Assistenza AssistenzaTecnica TecnicaPost-vendita Post-vendita Servizio di Call Center Servizio di Call Center 4.4.RETIREMENT RETIREMENT Cliente + SP + NO (Customized Service) Utilizzatore Attore 1.1.Segnale Segnalevia vialibera libera 2.2.Digitazione Indirizzo Digitazione Indirizzo 3.3.Segnale Segnalechiamata chiamata 4.4.Inizio utilizzo Inizio utilizzo 5.5.Fine Fineutilizzo utilizzo 6.6.Rilascio Rilascio NTWK TECHNO-SERVICE CCessazione & Disinstallazione essazione & Disinstallazione (Service Session) PdS Ciclo di Vita Fig.4.4.3.1 Il “ciclo di vita” di un servizio TLC (il tempo scorre dall’alto verso il basso). Il Fornitore è sempre presente, il Cliente appare all’ orizzonte del Fornitore allorchè si informa sui servizi offerti (vendite), l’Utilizzatore appare all’orizzonte del Cliente allorchè il suo terminale viene attivato. Il servizio cessa di esistere allorchè la sua infrastruttura tecnologica di supporto viene disabilitata o addirittura disinstallata. svilupparsi in modo iterativo e non come una semplice sequenza temporale lineare(Vedi dopo). 390 4.4.3.2 Specificità dei servizi TLC Notare come abbiamo indicato con “Product Development” ciò che in effetti è uno “Sviluppo Servizi”. Questo è stato fatto essenzialmente per evidenziare il fatto che lo sviluppo dei servizi TLC può effettuarsi utilizzando metodologie industriali generiche di “Product Development” adottate da industrie fornitrici di servizi e specializzandole ai servizi TLC. La specializzazione si rende necessaria a causa di specificità dei servizi TLC rispetto ad altri servizi pubblici (e.g. servizi bancari o servizi di trasporto aereo). Fra le specificità più importanti menzioniamo il fatto che la fornitura dei servizi TLC avviene ii) in mercati con particolari caratteristiche e origini storiche (e.g. monopolii e conseguente regolamentazione dei mercati TLC liberalizzati da parte di Authorities) iii) da un punto di vista operativo, con procedure di fornitura 24/7 (service delivery) molto complesse. iii) con caratteristiche di interoperabilità fra servizi e.g. supportati da reti diverse in domini amministrativi diversi e, quindi, con un ruolo importante giocato dai processi di standardizzazione dei servizi. iv) in presenza di regolamentazione ad hoc. 4.4.3.3 Una caratteristica dei servizi TLC: la produzione di una «Classe di Servizi» da parte della TelCo come risultato del “Product Development” Nal Capitolo 1 abbiamo evidenziato il fatto che una Telco, con una quota di mercato stabile in un certo mercato di servizi TLC, (Telco di tipo “main stream”) deve innovarsi costantemente nel tempo per far fronte ai cambiamenti PESTER, battere la concorrenza e soddisfare le esigenze mutevoli degli Utenti. A tal fine essa sviluppa nuovi servizi sulla base di studi di pianificazione che individuano le future esigenze di mercato tramite una analisi dei mercati esistenti e dei loro trend di sviluppo e sulla base delle proiezioni della domanda (intesa come identificazione di un bisogno più relativa capacità di pagamento da parte di potenziali utenti). Si tratta di sviluppare nuovi servizi che utilizzano tecnologie esistenti o tecnologie che richiedono lo sviluppo di tecnologie innovative di natura incrementale e.g. tecnologie con miglioramento delle prestazioni esistenti. (vedi Appendice 5 alla Parte 1) Qui non viene preso in considerazione lo sviluppo di nuovi servizi basati su “disruptive technologies” completamente nuove che presentano cambiamenti radicali rispetto allo stato dell’arte e che prevedono la creazione di nuovi mercati completamente diversi da quelli esistenti (Telco di tipo “start-up”). (Vedi Appendice 5 alla Parte 1) La Fig.4.4.3.1 mostra come in una Telco tipo “main-stream” l’insieme di attività di pianificazione e sviluppo di nuovi servizi possa rappresentarsi come un ciclo di 391 “Product Development” a sei fasi. (Vedi E.Ward, “World Class Telecommunications Service Development”, Artech House, 1998, pag.42) durante il quale vengono gradualmente e cautamente selezionati e sviluppati nuovi servizi. Esso inizia con una “Analisi delle opportunità” dove, partendo da un insieme di “product concepts” iniziali, si effettua una selezione preliminare (“Product funnel”) in base almeno ai seguenti criteri 1. “Market fit” within existing regulatory constraints, (è il prodotto adatto a soddisfare i potenziali mercati individuati come mercati target pur nel rispetto della normativa vigente?) 2. “Internal capabilities”, (esistono risorse interne sufficienti per supportare i servizi proposti? è lo stato dell’arte tecnologico sufficiente o si devono sviluppare nuove nuove tecnologie con prestazioni migliorate? è l’organizzazione nel suo stato attuale pronta a fornire i servizi proposti o deve essere ri-ingegnerizzata? ) 3. “Projected profitability” with due consideration of Corporate Social Responsability (quale è l’ordine di grandezza del profitto previsto e i tempi dei ritorni sugli investimenti necessari per i servizi proposti, tenendo sempre presente la Responsabilità Sociale di Impresa?) La fase 2 “Definizione e fattibilità” prosegue con una più esatta definizione dei prodotti selezionati (creazione di blue prints) assieme ad una analisi di fattibilità dei medesimi. E’ in questa fase che viene anche fatta un analisi di mercato dettagliata per i servizi selezionati. La terza fase “Progettazione & Verifiche” prevede la progettazione delle infrastrutture di supporto ai servizi selezionati e completa la parte di “thinking” prima che inizi la parte di “doing” del Product Development. La quarta fase “Sviluppo” prevede lo sviluppo dell’ infrastruttura di rete, gli OSS e l’approntamento della “organizational preparedness” cioè l’approntamento all’interno della Telco delle risorse a livello organizzativo per la transizione “product development team”-“service support group” (i.e. il passaggio di responsabilità dal gruppo “Product Developmant” al gruppo di assistenza tecnica post-vendita gestito dal dipartimento “Marketing&Sales”). La quinta fase “Implementazione e prove” riguarda l’ “implementation into the market” del servizio con le relative prove “alfa trials” in ambiente controllato e beta trials in ambiente reale. Il tutto termina con il lancio commerciale del nuovo servizio. Tranne alcune eccezioni, un nuovo servizio prodotto da una Telco non si riferisce alle esigenze del singolo Utente bensì è mirato alle esigenze di una comunità di Utenti caratterizzata da certe condizioni socio-economiche e una certa copertura geografica (mercato target). Un nuovo servizio così ottenuto sarà in effetti un nuovo tipo di servizio TLC mirato ad una certa classe di potenziali Utenti situati in un certo mercato target e verrà incluso in un catalogo servizi offerto dalla Telco. Poichè è dedicato ad una classe di Utenti, esso è anche denominato “Classe di Servizi” (Service Class). Ad esempio una Classe di Servizi di tele-educazione può contenere corsi universitari di diversi tipi e può essere mirata a cittadini italiani che, impegnati nelle ore diurne in un lavoro, desiderano la sera aggiornare/espandere le proprie conoscenze professionali. 392 4.4.3.4 Fornitura del servizio all’Utente sotto forma «customizzata» (istanza di servizio) Dopo il lancio commerciale, una Telco mette a disposizione degli Utenti in un catalogo servizi una Classi di Servizi (servizi di base e supplementari), specificandone le caratteristiche tecniche e di fornitura, l’area geografica di disponibilità (« copertura » nel caso di servizi via satellite o cellulari) e i prezzi (tariffe). Le caratteristiche tecniche e di fornitura assieme ai prezzi costituiscono il valori di riferimento della Qualità di Servizio fornita che verrà specificata/stipulata in un Service Level Agreement SLA . Dal catalogo servizi il singolo Utente può scegliere il suo servizio «customizzato». Il termine «customizzato » è un anglicismo che significa «personalizzato all’Utente» (Customer). In questo corso useremo questo termine in maniera del tutto generale cioè diremo che un servizio è customizzato quando la Telco : 1) deve possedere dati personali dell’Utente prima che il servizio venga erogato e.g. nome, cognome, indirizzo residenziale, codice fiscale etc. e 2) caratterizza la fornitura del servizio tramite un “codice utente” e un indirizzo in rete specifici dell’Utente e.g. numero telefonico, URL, etc. 3) specializza il «pacco» dei servizi offerti all’Utente ad personam includendo solo quei servizi supplementari richiesti dall’Utente specificandone le caratteristiche e le condizioni di fornitura in un contratto SLA. . In altre sedi l’uso del termine «customizzato» è limitato a quei casi in cui il servizio non è preso da catalogo bensì è strutturato di volta in volta, sulla base di specifiche emesse dall’Utente. Noi caratterizzeremo questo tipo di servizio con l’aggettivo inglese «custom-made». In questo corso diremo che tutti i servizi telefonici forniti ai singoli Utenti sono customizzati (perchè sono Personalizzati all’Utente) ma esistono casi speciali in cui i servizi sono custom-made cioè non sono presi da un catalogo-servizi bensì sono realizzati sulla base di speciche fornite dall’Utente. I servizi radiofonici forniti dalla RAI sono un esempio di servizi TLC non customizzati. I servizi della televisione satellitare SKY fanno parte di un «pacco» di servizi customizzati. Quindi ogni Utente, quando si abbona ad un servizio TLC acquisisce una forma customizzata di una «Classe di Servizi» precedentemente «prodotta» da un Fornitore per una classe di potenziali Utenti (mercato target). Questo è vero per molti servizi TLC. Per questi servizi è quindi importante distinguere concettualmente fra «servizio customizzato» fornito dalla Telco al singolo Utente e «Classe di servizi» precedentemente «prodotta» dalla Telco all’interno dell’impresa, mirata ad un certo mercato target e descritta in un catalogo servizi a disposizione degli Utenti. 393 4.4.3.5 La “Service Delivery” di un servizio TLC Dopo il lancio commerciale di una Classe di Servizi, che avviane alla fine della fase di “Product Development”, inizia la fase di “Service Delivery” alla quale partecipa inizialmente solo il Cliente e poi anche l’Utilizzatore. L’ inizio della “Service Delivery” di un servizio TLC e’il momento in cui iniziano le interazioni SP-Cliente cioè il momento in cui il Fornitore e il Cliente si contattano per la prima volta. Notare che qui si parla di contatto Fornitore-Cliente e non Fornitore-Utilizzatore. Infatti l’ Utilizzatore appare all’orizzonte solo dopo l’avvenuta acquisizione del servizio da parte del Cliente. Più precisamente in una utenza business il Fornitore conosce solo il Cliente e ignora completamente l’identità degli utilizzatori interni all’utenza. Per quanto riguarda la «fine della “service delivery” di un servizio TLC diciamo che essa avviene allorché le risorse allocate per il servizio vengono rimosse e allocate altrove. Ciò, a parte casi di morosità, avviene a seguito di una richiesta di cessazione del servizio da parte del Cliente. Nella fase di “Service Delivery” si riconoscono quattro fasi 1) NEGOTIATION Fase di negoziazione Durante questa fase si svolgono le seguenti attivita’ 1. Attivita’ di vendita (sales), durante la quale il Fornitore offre Classi di Servizi tramite Catalogo 2. Attivita’ di pre-ordinazione (pre-ordering), durante la quale il Fornitore offre ad un potenziale Cliente un servizio TLC custom made sulla base di specifiche emesse dal Cliente 3. Il fornitore riceve dall’utente un ordinativo di servizio (o ordinazione) per un servizio (service order), basato sull’informazione ottenuta come risultato delle attivita’ di vendita o di pre-ordinazione, 4. Il fornitore risponde con un’ offerta (service offer) per uno o piu’ servizi e negozia le condizioni/qualita’/prezzi del servizio. 5. Se alla fine della negoziazione si raggiunge un accordo, entrambe le parti sottoscrivono un contratto SLA (Service Level Agreement) in cui sono specificate le caratteristche, condizioni, QoS, prezzi e termini di pagamento relativi al servizio. Quindi la fase di negoziazione inizia con il primo contatto utente-fornitore e termina con la firma di un contratto SLA. 394 2) PROVISIONING Fase di approvigionamento Questa fase contiene le interazioni Fornitore-Cliente necessarie all’installazione del servizio definito nel contratto SLA, stipulato alla fine della fase precedente. In questa fase il Fornitore deve implementare, configurare e testare il servizio. Alla fine di questa fase, e in particolare dopo aver testato il servizio, se necessario si revisiona il contratto SLA sulla base dei risultati ottenuti. La fase termina con una dichiarazione di accettazione (Statement of Acceptance) del servizio da parte del Cliente 3) USAGE Fase di utilizzazione/fatturazione/manutenzione In questa fase si verifica la effettiva utilizzazione/fruizione del servizio da parte dell’Utilizzatore, il quale opera nell’ambito del contratto stipulato dal Cliente. . L’utilizzazione del servizio e’ accompagnata da una serie di attivita’ gestionali atte a garantire che l’utilizzazione del servizio possa avvenire con una “QoS fornita”, specificata nel contratto SLA. Un esempio di queste attivita’ e’ la segnalazione di un malfunzionamento da parte del Cliente e la risposta da parte del Fornitore che sono stati presi provvedimenti per ovviare all’inconveniente assieme alla notifica del tempo previsto per la riparazione del guasto. 4) TERMINATION Fase di cessazione (servizi) e disinstallazione (risorse) Il servizio termina su richiesta del cliente o per iniziativa del fornitore in accordo con le condizioni stipulate nel contratto con la cessazione del servizio e rimozione delle risorse allocate al servizio 4.4.3.6 Attualizzazione di un servizio telefonico da parte dell’Utilizzatore: «istanza di servizio» sottoforma di sessione di utilizzazione La effettiva utilizzazione o fruizione di una istanza di servizio TLC da parte di un Utilizzatore, avviene nella precedente Fase 3 (Fase di Utilizzazione) i.e. dopo la fornitura del servizio al Cliente da parte della Telco e successiva abilitazione/autorizzazione fornita dal Cliente all’Utilizzatore. Nel caso di una utenza consumer i due ruoli di Cliente e Utilizzatore coincidono nella stessa persona fisica. La attualizzazione di un servizio interattivo su base «chiamata», da parte di un singolo Utilizzatore, si realizza come una sequenza temporale aperiodica di «sessioni di utilizzazione» durante le quali operano simultaneamente sia gli Utilizzatori corrispondenti (almeno due) che l’Operatore di Rete (la Telco). Ad esempio nel caso di una telefonata una sessione di utilizzazione comincia quando l’Utilizzatore spinge il tasto «verde» sul telefono (una volta si diceva «alza il microfono»!), ascolta il segnale di linea libera e digita un numero e finisce quando egli spinge il tasto «rosso» (una volta si diceva «riattacca il microfono»!); quindi una sessione comprende le fasi di «richiesta», «conversazione» i.e. trasferimento di informazione di utilizzazione e «chiusura». In questo corso ogni tipo di informazione che origina o viene raccolta da un Utilizzatore e attraversa le reti TLC di utilizzazione/segnalazione viene classificata come nongestionale. Mentre gli Utilizzatori utilizzano un telefono (apparecchiatura terminale di 395 utilizzazione) per attualizzare un servizio, l’Operatore di Rete attualizza il servizio trasportando/elaborando in tempo reale la «informazione di utilizzazione» eseguendo una serie di processi interni supportati dalla rete telefonica. Più precisamente un Operatore di Rete deve realizzare in tempo reale una «connessione circuitale» all’interno della rete TLC che connetta i telefoni dei due Utilizzatori corrispondenti. A questo punto è bene notare come una «sessione di utilizzazione» svolta a livello servizi sia possibile solo dopo che sia stata realizzata una “connessione circuitale” a livello rete. 4.4.4 Conclusione: le tre dimensioni di un servizio TLC Alla luce di quanto detto, in un servizio TLC, considerato come un prodotto commerciale disponibile sul mercato, possiamo riconoscere tre «dimensioni» ortogonali: una dimensione relazionale, una dimensione contenutistica e una dimensione di qualità. (Vedi Fig.4.4.3). La “dimensione relazionale”, come il nome suggerisce, è legata alle relazioni SP-Cliente e NO–Utilizzatore. La prima relazione indica fornitura/acquisizione di una capacita’/abilità (funzionalità) di svolgere una o più funzioni specifiche del servizio stesso in modo efficace ed efficiente. Le funzionalità dei servizi sono dapprima “prodotte” da una Telco per una classe di potenziali Utenti (mercato) e poi fornite, sottoforma customizzata, ad un particolare Cliente che le acquisisce dopo aver firmato un contratto (Service Level Agreement, SLA). Quindi nell’ambito dei servizi TLC si deve distinguere fra 1) «Classe di servizi» prodotta da una TelCo per una classe di potenziali Utenti in un certo mercato target e presentata in un Catalogo Servizi, 2) «Servizio customizzato all’ Utente» o istanza di servizio in genere prelevato dalla Classe di servizi contenuta in un catalogo servizi, fornito da una TelCo a un Utente in forma personalizzata e 3) «Sessione di servizio» quando l’Utilizzatore effettivamente attualizza il servizio sottoforma di una serie temporale di “sessioni di telecomunicazione” di varia durata. La dimensione relazionale include fatturazione dei servizi forniti (da SP all’Utente) e pagamento per i servizi fruiti (dall’Utente al SP) La “dimensione contenutistica” di un servizio è, come il nome suggerisce, legata al contenuto del servizio (Vedi par.4.3) laddove il servizio costituisce la specifica «risoluzione di problemi» insorti presso l’Utente in conseguenza di desideri/bisogni di telecomunicazione da soddisfare». Il “contenuto” di un servizio telefonico è l’ informazione audio scambiata fra Utenti corrispondenti. Il “contenuto” di un servizio TV è un programma TV trasmesso da un trasmettitore TV a un televisore. In un servizio internet i-Tube il “contenuto” del servizio è il programma video fornito al “cyber-world” dall’Utente stesso. 396 In generale il contenuto del servizio deve essere fornito con una “Qualità di Servizio” specificata in un contratto SLA sottoforma di “valori di rifermento” di certi “parametri di servizio”. L’SP è contrattualmente impegnato a fornire un servizio che rispetti i valori di riferimento pattuiti. Nel caso questi non vengano raggiunti vengono applicate sanzioni/sconti secondo modalità specificato nel contratto SLA Ricordiamo che un servizio TLC si svolge in un Ambiente Business ed è “supportato” dalle risorse Business contenute in un sistema TLC prodotto in un ambiente Engineering. Ricordiamo inoltre che, nel caso di Telco proprietaria di reti TLC esse orniscono alla Telco tecnoservizi di rete. La Telco acquisisce un tecnoservizio di rete dalle reti TLC aggiunge ad esso “valore”, e lo fornisce come servizio TLC all’Utente finale. Ricordiamo, infine, che la funzionalità di utilizzazione di un servizio viene resa attuale (attualizzazione del servizio) su richiesta dell’Utilizzatore finale attraverso l’ effettivo svolgimento delle funzioni tipiche del servizio stesso durante una sessione di servizio. RELAZIONE “Funzionalità” fornite da un Fornitore a un Utente ESSENZA Risoluzione di un problema insorto presso un Utilizzatore in conseguenza di desideri/bisogni di telecomunicazione da soddisfare QoS Fig..4.4.1 Le tre “dimensioni” di un servizio TLC 397 4.5 Modelli di servizi TLC: Modelli per funzioni I servizi TLC, nelle loro componenti “essenziale” e “gestionale”, sono stati modellati con modelli funzionali in termini di funzionalità/funzioni possedute/svolte congiuntamente da TelCo e Utenti. Allo stesso tempo si è riconosciuto che una TelCo è il gestore principale dei servizi TLC e l’ utilizzatore dei relativi modelli gestionali. Si è quindi riconosciuto che la parte gestionale di un servizio TLC si svolge all’interno di una TelCo ( o di una value network di TelCo) sottoforma di processi gestionali che sono anche i processi di business della TelCo stessa. Conseguentemente, sono stati sviluppati modelli rappresentativi di funzioni gestionali svolte in un contesto aziendale dotati di una struttura “per processi”, modelli processuali. I modelli processuali offrono una rappresentazione di alto livello non solo dei singoli processi di business ma anche di loro aggregazioni temporali (flussi operativi end-to-end) finalizzate al conseguimento degli obiettivi di business di una TelCo e a soddisfare le esigenze dei Clienti. Nel par. 4.5.1 parleremo dei modelli funzionali (MNM) mentre nel par.4.6 parleremo dei modelli processuali (TMF). 4.5.1 Modello MNM (Munich Network Management) per la fornitura servizi: modello generico e unificato per la “Service Delivery” Abbiamo visto come esistano diversi servizi TLC ognuno con certe funzionalità U&S che, su domanda, possono essere attualizzate nello svolgimento di funzioni atte a risolvere i problemi degli Utenti che insorgono allorché essi decidono di soddisfare certi desideri/bisogni di telecomunicazione. Affinchè ciò avvenga in modo efficiente/ efficace sia per il Fornitore (soddisfacimento di esigenze economiche e di mercato) che per l’Utente (soddisfacimento di desideri/bisogni di telecomunicazione), è necessario gestire queste funzionalità “essenziali” aggiungendo opportune funzionalità gestionali. In linea di principio si potrebbe definire un modello gestionale specifico per ogni scenario di servizio. Ad esempio, potremmo identificare modelli per la gestione dei servizi telefonici pubblici PSTN, altri per la gestione dei servizi multimediali di videoconferenza, altri per la gestione dei servizi internet, dei servizi VPN (Virtual Private Network) etc. Ma questa molteplicità di gestioni diverse comporterebbe l’inconveniente di dover adottare una moltitudine di modelli eterogenei, con duplicazioni e, in definitiva, con scarsa cost-effettività complessiva. A fronte di queste difficoltà, nel tempo si sono sviluppati modelli di gestione dei servizi TLC, per quanto possibile, «generici» cioè indipendenti dal particolare scenario di servizio, e «modulari» in maniera da facilitare eventuali specializzazioni (aggiunta moduli) e offrire possibilità di riutilizzo (uso di stesso modulo in modelli diversi). Nel tempo sono stati sviluppati modelli che offrono una rappresentazione unificata delle funzionalità U&S e delle funzionalità di gestione e modelli che rappresentano le sole funzionalità gestionali. Ad esempio il modello MNM (Munich 398 Network Management team dell’Università di Monaco, Germania) o il modello TINA del consorzio TINA-C, sono modelli unificati mentre il modello gestionale TOM (Telecom Operation Map) del TeleManagement Forum è un modello processuale che tratta delle sole funzionalità/funzioni gestionali. 4.5.2 Il modello MNM a due ruoli: fornitore e utente (Fig. 4.5.2.1) Supponiamo di voler creare un modello generico per la fornitura servizi TLC utilizzando i concetti di Fornitore, Utente e contratto SLA stipulato da entrambi Mettendo in evidenza l’ aspetto relazionale del servizio stesso Il modello MNM rappresentato in Fig.4.5.2.1 non adotta nessun particolare linguaggio rappresentativo standardizzato (sebbene esistano in letteratura vari linguaggi adatti a questo scopo e.g. UML, Unified Modelling Language) ma usa un formato rappresentativo informale che include la spiegazione testuale delle interazioni fra gli elementi del modello (vedi FIg.4.4.2.1). Riteniamo questo formato poco rigoroso ma particolarmente efficace da un punto di vista didattico. acquisisce Fornitore realizza fornisce Implem. Servizio Utente Servizio fornisce TU SAP accede a specifica condizioni, qualita’ prezzi stipula Contratto SLA Dominio di responsabilita’del Fornitore stipula PdS Fig. 1.5.4.2 Modello generico di servizio. L’implementazione del servizio e’ separata dal servizio, fa parte delle responsabilita’ del fornitore ed e’ “technology specific”. Fig.4.5.2.1 Il modello MNM 399 Il modello servizi MNM mostra come i due ruoli fornitore e utente abbiano una conoscenza condivisa (shared knowlwdge, in inglese) di un “Servizio” cioè quando si parla di “servizio” entrambi sanno di cosa si parla. Tuttavia, essi «osservano» un servizio da due punti di vista diversi che riflettono le loro diverse responsabilta’/interessi cioe’ essi hanno due «viste» diverse di un servizio. Infatti, il FORNITORE deve rendere un servizio TLC disponibile all’ Utente nel punto di accesso al servizio (Service Access Point), ed è ritenuto responsabile della implementazione del servizio (realizzata con l’impiego di know-how, risorse umane, piu’ hardware e software del sistema TLC di supporto) cioè egli vede il servizio come fornitura di una capacità «tecnologicamente specifica». Al contrario l’ UTENTE vede il servizio come acquisizione di una funzionalità che lo abilita allo svolgimento di una certa funzione specifica del servizio in modo «tecnologicamente neutro», dietro pagamento di una somma fissa mensile e/o di somme proporzionali ai consumi. La fornitura/acquisizione di un servizio avviene spesso (ma non sempre) con la stipula di un CONTRATTO, anche chiamato contratto SLA (Service Level Agreement), nel quale vengono specificate le condizioni/qualita’/prezzo del servizio concordate da fornitore e utente. Abbiamo detto che un servizio viene percepito da un Utente come una funzionalita’ tecnologicamente neutra che egli acquisisce da un Fornitore dietro pagamento per i servizi fruiti sulla base di un contratto SLA. L’Utente, in linea di massima, ignora le tecnologie implementative del servizio stesso. Infatti all’Utente non interessa affatto conoscere la particolare soluzione tecnologica adottata per l’implementazione di un particolare servizio. Tuttavia l’Utente, sebbene acquisisca con il servizio una funzionalità tecnologicamente neutra, deve poter accedere al servizio tramite apparecchiature tecnologicamente specifiche chiamate « Terminali d’Utente, TU » (e.g. computer, telefono, fax, videocamera + monitor per videoconferenze etc.) Per quanto riguarda il Fornitore servizi TLC il modello MNM assume, per semplicità, che egli sia responsabile della implementazione del servizio utilizzando una rete TLC di utilizzazione e della esportazione del servizio attraverso una interfaccia specifica chiamata Service Access Point (SAP) (e.g. server, call center, etc.) utilizzando un protocollo comunicativo specifico. Tutto cio’ e’ mostrato in Fig.4.5.2.1 4.5.3 Il modello MNM a tre ruoli: 1) fornitore, 2) cliente e 3) utilizzatore. (Fig.4 3.5.3.1) • Lo sdoppiamento UTENTE = UTILIZZATORE + CLIENTE Finora abbiamo considerato un modello MNM a due ruoli (2R), cioèun modello semplificato contenente il minimo numero di ruoli perchè possa verificarsi una mutua interazione. Tuttavia il modello 2R non è in grado di evidenziare la differenza che esiste dal lato Utente fra «utilizzazione di un servizio» e «gestione di un servizio» cioe’ ignora il fatto che il ruolo utente in pratica è costituito da due ruoli ben distinti, utilizzatore e 400 cliente giocati rispettivamente da chi utilizza e chi gestisce il servizio. Un modello a tre ruoli (3R) e’ mostrato in Fig. 4.5.3.1 e si ottiene dal modello a due ruoli sdoppiando l’ utente in due ruoli distinti e complementari, cliente e utilizzatore. Gli aspetti gestionali di cui si occupa il Cliente sono già stati trattati in precedenza. • Lo sdoppiamento : SERVIZIO = FUNZIONALITA’ di UTILIZZAZIONE + FUNZIONALITA’ CUSTOMER CARE. Il modello a 3 ruoli di Fig. 4.5.3.1 mostra che oltre alla suddivisione dell’Utente in Cliente-Utilizzatori , anche l’insieme di interazioni relative alla fornitura del servizio S è suddiviso in un gruppo di funzionalità gestionali qui denominate Funzionalità Customer Care (FCC) e un gruppo di funzionalità U&S qui denominate Funzionalità di Utilizzazione (FU), entrambe fornite dal Fornitore con un QoS in linea con quello specificato nel contratto SLA. Qui assumiamo, per semplicità’, che il cliente acquisisca uno stesso servizio con certi parametri QoS per tutti gli utilizzatori nella sua comunità e che questi parametri siano specificati in un unico contratto SLA. Il diamante in Fig. 4.5.3.1 è un simbolo grafico indicativo di «aggregazione». In Fig. 4.5.3.1 il Fornitore servizi TLC non è stato esplicitamente sdoppiato in due ruoli separati come fatto per il lato Utente ma è stato semplicemente indicato come Fornitore/Gestore per ricordare che in questo modello egli fornisce la FU agli Utilizzatori (e.g. fornitura servizio telefonico) e funzionalità FCC al Cliente (e.g. invio/pagamento fatture, domande/risposte relative a reclami etc.). • Implementazione Utilizzazione Servizi (IUS) Il modello a tre ruoli di Fig. 4.5.3.1 mostra come anche l’implementazione tecnologica dei servizi sia sdoppiata in implementazione utilizzazione servizi (IUS) e implementazione gestione servizi (IGS) . Fanno parte delle risorse IUS e.g. rete U&S anche le tecnologie dell’interfaccia SAP (Service Access Point). Ad esempio nel caso di un servizio internet il SAP coincide col PoP (Point of Presence) del Fornitore ISP (Internet Service Provider) ubicato nella stessa area urbana dell’Utente. Notare la differenza fra il punto di accesso al servizio SAP e il punto di accesso alla rete NAP (Network Access Point) che nella fattispecie coincide con l’interfaccia UNI (User Network Interface) fra computer (apparecchiatura terminale) e modem (terminale di rete). In un PoP moderno collegato ad una dorsale in fibbra ottica tramite un edge router appaiono unità funzionali del tipo softswitch e gateway. 401 CRM.AP accede a TC controlla fornisce IGS utilizza FCC realizza Fornitore & Gestore gestisce osserva Cliente Par QoS realizza fornisce Utilizzatore FU IUS fornisce specifica accede a SAP stipula 1:n S Contratto (SLA) Dominio di responsabilita’ F/G utilizza TU stipula Dominio di responsabilita’ C/U Fig. 4.5.3.1 Modello MNM a tre ruoli. 402 • Implementazione Gestione Servizi (IGS) Anche la implementazione della funzionalità di gestione (IGS) i.e. le tenologie OSS è responsabilità del Fornitore servizi TLC. La IGS permette la realizzazione dei processi relativi alla funzionalità FCC ma allo stesso tempo si occupa della gestione delle risorse U & S (cioè contiene anche tecnologie NSS). Inoltre implementa la interfaccia CRM.AP (Punto di Accesso per la Gestione Relazioni Clienti) con il Cliente. L’osservazione dei parametri QoS è indicata in Fig. 4.5.3.1 con linee tratteggiate per indicare che non coinvolge interazioni fornitore-cliente/utilizzatore come per le altre funzionalità. Tuttavia, come le altre funzionalità, i parametri QoS sono indipendenti dalle particolari tecnologie implementative adottate in IS e IGS: essi sono tecnologicamente neutri. • Lo sdoppiamento dell’interfaccia fornitore-utente : SAP = SAP + CRM.AP Anche il punto di accesso SAP è sdoppiato in due punti di accesso, SAP (Service Access Point) e CRM.AP (Customer Relation Management Access Point). Attraverso il CRM.AP il cliente ha accesso (limitato!) alla funzionalita’ di gestione realizzata dalla IGS (e.g. gestione guasti). Attraverso il SAP l’utilizzatore ha accesso alla funzionalita’ FU del servizio fornito. Il cliente e l’utilizzatore (utente) accedono al CRM,AP e SAP tramite il Terminale Cliente (TC) e il Terminale Utilizzatore (TU). Ovviamente le tecnologie dei terminali di accesso e dei punti di accesso devono essere compatibili. Ad esempio, in un servizio internet e-commerce, TU è un computer e il SAP è un server. Il CRM.AP può essere un call-center accessibile da un cliente per via telefonica (cioè TC è un telefono). La Fig.4.5.3.2 è una modifica della Fi.4.5.3.1 che evidenzia la composizione di un servizio TLC in funzionalità U&S (tecnoservizi di rete) attuate in funzioni U&S da un Utilizzatore tramite terminali di utilizzazione e funzionalità di gestione attuate da un Cliente in giunzioni di gestione tramite terminali di gestione (non necessariamente ICT, e.g. ufficio postale o sportello bancario) 403 à TelCo(persona giuridica reale) Dominio di responsabilit BSS utilizza (Business ) Resource Dominio di Utenza AMBIENTE BUSINESS Enterprise Manager SERVIZIO TLC Utente ServiceProvider(SP) SAP FINAL PRODUCT (NtwkService+ ServiceDelivery) Tecnoservizio U&S RETI U&S utilizza Funzionalità U&S (NetworkService) fornisce possiede Tecnoservizio Gestione Servizi OSS Funzionalità di Gestione (ServiceDelivery) stipula SLA acquisisce Comunità di utilizzatori Cliente Ufficio legale Ammistrazio ne Finanza CRMAP utilizza TC stipula gestisce interconnette (FCAPS) 2 LAN 3 opera gestisce Utilizzatore TU Integrazione OSS-NSS-OS NSS/OS (FCAPS) gestisce Ntwk Operator (NO) 1 utilizza ISM AMBIENTE ENGINEERING Mondo TLC Fig. 4.5.3.2 I tecnoservizi di rete nel contesto di una “Fornitura/Acquisizione di un servizio TLC”: Il modello “Mondo TLC” rappresenta la fornitura di un servizio TLC come trasferimento di due tipi di funzionalità: Funzionalità U & S e Funzionalità di Gestione. Questo permette di affermare che: Come un sistema TLC osservato da un Punto di Vista SP/Utente mostra “risorse U&S” e “risorse di gestione”, le seconde con un ruolo di supporto rispetto alle prime, così un servizio TLC fornito da un SP a un Utente contiene “funzionalità U&S” e “funzionalità di gestione”, le seconde con ruolo di supporto rispetto alle prime. Metaforicamente il modello assume che la funzionalità U&S sia “impacchettata” (“Packaging process”) all’interno di un “Delivery package” costituito dalle funzionalità gestionali. Per attività di “Gestione di un servizio TLC” si intende lo svolgimento delle Funzioni di Gestione i.e. l’ attualizzazione delle Funzionalità di Gestione condivise da Fornitore e Cliente e supportate dalle tecnologie OSS. Le frecce verticali puntate verso l’alto che attraversano il confine Ambiente Engineering-Ambiente Business rappresentano Tecnoservizi forniti da tecnologie ICT. La QoS percepita dall’ Utente del servizio TLC, e quindi il suo livello di soddisfazione, dipende in gran parte da come la funzionalità U&S viene “impacchettata” e “consegnata” cioè dipende molto dalle funzionalità di gestione e.g. modalità di pagamento, competenza degli addetti al Call Center, prontezza nella riparazioni, accuratezza delle bollette mensili etc. Le Reti U&S e gli OSS sono Tecnologie ICT fornitrici di Tecnoservizi nel dominio amministrativo della TelCo. SAP=Service Access Point, CRMAP=Customer Relation Management Access Point. TU = Terminale di Utilizzatore, TC = Terminale di Cliente. 404 4.6 4.6.1 Modelli di servizi TLC: il modello processuale TOM (Telecommunication Operations Map) del TMF (TeleManagement Forum) Limitazioni degli standards TMN. Nel Capitolo 3 abbiamo descritto un modello gestionale standardizzato del ITU-T (Rec. M.3010) denominato modello TMN stratificato (Logical Layered Architecture) suddiviso in quattro strati orizzontali relativi alle gestioni di elementi di rete, reti, servizi e impresa. I contenuti funzionali di questo modello (servizi/funzioni gestionali) sono stati poi rappresentati nel modello FCAPS anch’esso dell’ITU-T (Rec.M.3400) strutturato nelle cinque ripartizioni verticali Fault, Configuration, Administration, Performance, Security (da cui il nome FCAPS). La sovrapposizione dei due modelli ha dato luogo al cubo di Rubik mostrato in Fig.3.4.1. Studieremo con più dettaglio entrambi i modelli nella seconda parte del corso come applicazione dello standard gestionale OSISM (Open Systems Interconnection-System Management) anch’esso dell’ITU-T. Qui vogliamo anticipare il fatto che questi modelli gestionali furono sviluppati venti anni fà principalmente per dare la possibilità a gestori di reti TLC di gestire tecnologie di rete diverse con uno stesso standard gestionale e quindi, sotto molti punti di vista, risultarono subito inadeguati a modellizzare la “Gestione TLC” (con la G maiuscola) intesa in senso moderno come gestione integrata di elementi di rete, reti, servizi e impresa in ambito TelCo. Ma esaminiamo con più attenzione quest’ultimo punto. 4.6.1.1 Il modello TMN è “resource-centric” e riflette gli interessi dei gestori di reti pubbliche (PTT) degli anni ottanta. Il modello TMN fu creato negli anni 70 per offrire ai gestori di reti pubbliche (PTT) la possibilità di gestire reti TLC eterogenee con uno stesso sistema di gestione. Una delle critiche più severe al modello TMN è che esso è un sistema rigido costituito da una normativa standardizzata estremamente dettagliata, per la maggior parte relativa alla gestione delle tecnologie ICT abilitanti cioè reti e elementi di rete. Infatti, il modello TMN stratificato, fiore all’occhiello della filosofia TMN, non è capace di modellare in modo soddisfacente i due strati più alti cioé lo strato relativo alla gestione di impresa e quello relativo alla gestione servizi. Questa mancanza appare oggi intollerabile. In letteratura si legge che il modello TMN é “resource centric” cioé focalizzato sulle risorse fisiche (i due strati più bassi nel modello stratificato TMN) piuttosto che “customer centric” cioé focalizzato sulla gestione dei servizi e delle relazioni clienti (CRM, Customer Relations Management). 405 4.6.1.2 Il modello TMN non è adatto alla gestione integrata reti-servizi Inoltre lo standard TMN non modellizza in maniera soddisfacente le interazioni fra strati, in particolare fra lo strato gestione di rete e lo strato gestione servizi. E’ proprio una buona modellazione di queste interazioni che è necessaria per realizzare la “Gestione TLC” in senso moderno. Più specificatamente, nello standard TMN non sono modellati i meccanismi di accoppiamento gestione reti-gestione servizi per le varie aree funzionali FCAPS. Ad esempio per l’area funzionale “Guasti” (Fault), un guasto a livello elemento di rete causa una degradazione della qualità di servizio (QoS) a livello servizi. A sua volta questa degradazione del QoS potrebbe innescare in tempo reale una notifica di guasto agli Utenti interessati o al fornitore partner interessato (segnalazione di guasto proattiva). Tutto ciò non è modellato da TMN. Un altro esempio: nell’area funzionale FCAPS “Accounting” non è modellata l’interazione fra funzioni di “raccolta dati relativi ai consumi” a livello elemento di rete e le funzioni di fatturazione (“billing”) a livello servizi. Il dettaglio del modello/standard TMN sembra quindi fortemente sbilanciato a favore della gestione reti, a scapito della gestione servizi e relativa integrazione gestione reti- gestione servizi. Ma il problema é molto più complesso che la semplice inadeguatezza degli standards ad una Gestione che includa le interazioni fra vari strati TMN. Infatti in tempi più recenti è emersa la necessità di creare un nuovo modello di gestione di sistemi/servizi TLC che vada oltre il modello “resource centric” (bottom-up) e che invece sia “customer centric” (top-down). Per far ciò bisogna dapprima rivedere gli sviluppi più recenti nel settore TLC cioè dove si trovano le entità da gestire. In particolare vogliamo rivedere i cambiamenti dei sistemi TLC in risposta ai cambiamenti PESTER a cavallo degli anni 80-90 in particolare i cambiamenti verificatisi nei mercati TLC e nelle tecnologie ICT (Vedi Tav.4.6.1). Qui di seguito adotteremo il termine “mercato” nel senso di una comunità di compratori e venditori di servizi TLC che interagiscono mutuamente. 4.6.2 4.6.2.1 I nuovi mercati TLC e la re-ingegnerizzazione dei processi di business (Business Process Re-engineering, BPR) I mercati TLC negli anni ottanta Come già visto negli anni ottanta il mercato TLC era un mercato “fortemente regolamentato” in cui le Telco erano autorizzate ad operare nel rispetto di regolamenti molto stringenti, stabiliti da enti governativi a livello nazionale, come la Federal Communication Commission (FCC) negli USA, oppure a livello internazionale, come la International Telecommunication Union (ITU). Notare che un “regolmento” contiene una serie di norme relative alla natura e le caratteristiche tecniche dei vari servizi e, prima di poter fornire un servizio, una TelCo deve ottenere una autorizzazione (licenza) rilasciata dalle autorità (nazionali o internazionali) competenti. 406 CAMBIAMENTI nei MERCATI TLC ANNI ‘80 ANNI ‘90 Regolamentazione Nazionalizzazione Mono/Oligo-polio Centralizzazzione 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. CARATTERISTICHE MERCATO TLC ANNI 90 Globalizzazione Diversificazione Deregol./Privatizazione Decentralizzazione Alleanze Strategiche Nuovi imprenditori Innovazione tecnologica BPR CUSTOMER CARE Ambiente Multi-vendor, Multi-provider Economia di Mercato Alta competitività INTEGRAZIONE PROCESSI BUSINESS AUTOMAZIONE PROCESSI BUSINESS Tavola 4.6.1 407 Negli anni ottanta molte TelCo erano nazionalizzate (cioe’ con partecipazione maggioritaria dei rispettivi governi nazionali), operavano in un regime di monopolio o oligopolio (cioe’ “uno solo” o “pochi” di essi controllavano tutto un mercato nazionale) e adottavano strutture aziendali fortemente centralizzate. 4.6.2.2 I mercati TLC negli anni novanta Negli anni novanta, i mercati TLC e, conseguentemente, le TelCo che operavano in questi mercati, subiscono mutamenti profondi, caratterizzati da : 1) globalizzazione (e.g. espansione del mercato target di una TelCo su scala globale), 2) diversificazione su base geografica (i.e. una TelCo accudisce un insieme di mercati in diverse parti del mondo, con caratteristiche diverse a seconda del livello di sviluppo socio-economico locale). 3) deregolamentazione/privatizzazione (e.g. le TelCo possono operare sulla base di regolamenti meno restrittivi cioè usufruire di una liberalizazzione dell’accesso ai mercati e/o essere privatizzate cioè essere il risultato di un processo di privatizzazione di organizzazioni precedentemente controllate da governi nazionali), 4) formazione di alleanze strategiche TelCo-TelCo e TelCo-ICTS con o senza expertise complementare (e.g. fusione di piccole industrie in grosse industrie e/o di industrie nazionali in industrie muti-nazionali sulla base di mergers, joint ventures, parterships etc.), 5) inserimento di nuovi imprenditori (new entrants) con business dedicati a mercati di nicchia (mercati relativi a prodotti/servizi molto specializzati), 6) decentralizzazione della struttura organizzativa della TelCo per rispondere in modo più rapido ed efficiente alle richeste di un mercato diversificato su base geografica nazionale, continentale, globale 7) innovazione tecnologica IT (Information Technology) con sviluppo vertiginoso e drastica riduzione dei costi delle tecnolgie informatiche distribuite (hardware, software, rete) di supporto ai sistemi TLC. In definitiva, tutti questi fenomeni contribuirono ad ampliare e diversificare il mercato TLC creando un ecosistema multi-vendor, multi-SP (cioé con molteplicità di venditori di apparati e fornitori di servizi) nel quale i vari partecipanti operavano in un regime di economia di mercato caratterizzato da alta competitività. 408 4.6.2.3 I cambiamenti dei mercati TLC inducono cambiamenti nei processi di business all’interno di una Telco: la filosofia BPR. Negli anni 90 i mutamenti del mercato TLC indussero cambiamenti importanti sui processi di business delle TelCo sia all’interno che verso l’esterno. Infatti l’avvento di una economia di mercato ad altissima competitività porta inizialmente ad una espansione della offerta servizi con l’ introduzione di nuovi servizi a valore aggiunto, poi, quando i servizi a valore aggiunto diventano così popolari da perdere la loro caratteristica di differenziatore competitivo, porta ad un rafforzamento della funzione “Assistenza Clienti” (Customer Relation Management, CRM) in termini di accuratezza, dettaglio dei servizi offerti (e.g. servizio cataloghi prodotti/servizi), profondità di inserimento del cliente nella struttura informatica dell’azienda e.g. aumento di visibilità da parte del cliente dei processi di fatturazione, rapidità di risposta e personalizzazione (o «customizzazione») della risposta. L’aumento di complessità della CRM effettuata in modo cost-effettivo e il simultaneo progresso/riduzione dei costi delle tecnologie informatiche portò inevitabilmente ad un graduale inserimento dell’automazione nei processi aziendali. L’espansione/automatizzazione della CRM comportò una revisione significativa dei modelli di business tradizionali, da resource centric a customer centric, con ristrutturazione e automazione dei relativi processi di business. Questo processo di revisione è una filosofia aziendale che va sotto il nome di Reingegnerizzazione dei Processi di Business, Business Process Reengineering o BPR (anche chiamato Ri-organizzazione dei Processi Aziendali). Notare che quando si parla di BPR in generale si fa riferimento a grossi cambiamenti rispetto ai processi di business tradizionali cioé si tratta di uno di quei cambiamenti che la letteratura inglese definisce “paradigm shift” cioé “un cambio di paradigma”. Vedremo in questo capitolo come la ristrutturazione/automazione dei processi aziendali effettuata secondo la filosofia BPR ha avuto un notevole impatto sull’architettura dei modelli realtivi a una gestione integrata reti/servizi/ clienti/impresa. 4.6.2.4 L’importanza dell’utente e la «customizzazione» dei servizi Vogliamo ribadire il concetto che in un modello di impresa customer centric, cioé incentrata sul cliente, una TelCo non solo prende coscienza dell’importanza delle richieste del cliente ma la comunità dei clienti é il motore primo che regola il rapporto cliente-fornitore di servizi cioé nell’ambito di questo rapporto l’utente giuoca un ruolo prioritario. La comunità degli utenti ha una forte influenza su «dove, quando, come» si devono fornire i servizi. In definitiva, é la natura/volume della domanda formulata da comunità di clienti il fattore che determina le politiche dei fornitori di servizio, la natura delle loro offerte di servizi e la scelta delle tecnologie e/o di eventuali alleanze strategiche con altri fornitori partner. Inoltre le relazioni con i 409 clienti, per costituire un margine competitivo devono essere molto specializzate o, al limite, personalizzate (custom-made). Ad esempio, una gestione clienti specializzata per le categorie di clienti “dettaglio”, “ingrosso” e “affari”, é una gestione che tiene conto dei seguenti fattori, : I clienti al dettaglio vogliono un vasto ventaglio di servizi, a basso prezzo e qualità “accettabile” (e.g. servizi internet dove il cliente è pronto a tollerare qualità di servizio assolutamente scadenti!) ma con una assistenza tenico-commerciale facile da ottenere, pronta e accurata. Quindi servizi con grande enfasi sui prezzi e sulle relazioni clienti. I clienti all’ingrosso vogliono acquistare “blocchi di servizi” a prezzi “all’ingrosso” (“bulk prices”) ma con un accesso diretto all’infrastruttura gestionale molto più profondo e diversificato di quello disponibile in passato. Tutto ciò per poter incrementere le loro capacità gestionali e lucrare su di esse aumentando il valore dei servizi forniti ai loro clienti. I clienti affari (grosse aziende, banche, enti governativi) vogliono piu’ servizi a valore aggiunto anche con costi medio/alti ma con caratteristiche spinte di qualità di servizio e sicurezza. L’enfasi in questo caso é sulla qualità e sicurezza dei servizi talvolta pagate ….. profumatamente! 4.6.2.5 La BPR richiede integrazione e automazione dei processi di business. L’obbiettivo principale del BPR fu il raggiungimento del successo economico dell’impresa (qui non si parla di performance socio-economica-ambientale!) e l’acquisizione di quote di mercato crescenti in un mercato TLC caratterizzato da alta competitività, eterogeneità di tecnologie e dove la CRM gioca un ruolo prioritario. Secondo la filosofia BPR, i margini di competitività e la differenziazione dei servizi necessari a 1) vincere la concorrenza, 2) ampliare le quote di mercato i.e. incrementare la percentuale del mercato acquisita e 3) mantenere/migliorare la “fidelizzazione” del cliente i.e. assicurarsi che un cliente rimanga un cliente “soddisfatto” per lunghi periodi di tempo. vanno ottenuti tramite una integrazione dei processi di business basata su nuove tecnologie automatizzate e dove la gestione dell’ interfaccia cliente ha un carattere prioritario. 410 i) Integrazione In particolare, la gestione integrata é basata sulle integrazioni “gestione clienti-gestione servizi”, “gestione servizi-gestione reti” e sull’integrazione con le gestioni effettuate da altri fornitori partecipanti nella fornitura dello stesso servizio (gestori corrispondenti o partner). ii) Automazione La automazione dei processi di business èottenuta tramite attivazione di due abilitatori tecnologici: 1) digitalizzazione (elaborazione numerica) dei processi aziendali 2) messa in rete dei processi. Ovviamente, al giorno d’oggi, “rete” significa essenzialmente “rete internet”, sia essa di prima o di seconda generazione. L’automazione dei processi aziendali in presenza di una struttura organizzativa d’impresa decentralizzata e la necessità di integrare tecnologie eterogenee in modo costeffettivo richiedono l’uso di tecnologie DOC (Distributed Object Computing) cioè l’adozione di una architettura gestionale che abbiamo precedentemente chiamato “fortemente distribuita” (Vedi Cap.3). 4.6.2.6 I nuovi modelli gestionali basati sulla filosofia BPR. In definitiva, la re-ingegnerizzazione dei processi di business nelle aziende TLC effettuata applicandom la filosofia BPR richiede che i nuovi modelli gestionali tengano conto delle seguenti considerazioni: 1) la gestione di rete é necessaria ma non sufficiente a vincere la competizione e acquisire una quota di mercato TLC che porti a valori soddisfacenti dei rapporti ritorni/investimenti (ovviamente aggiustati per il rischio). La gestione di rete, gloria del passato, é in generale effettuata con tecnologie legacy (e.g. OSI-SM). 2) la gestione di rete va integrata con la gestione servizi in una architettura gestionale scalabile, flessibile e sicura. Le varie componenti della gestione servizi (processi gestionali servizi) vanno a loro volta integrate fra loro in modo da presentare un unica interfaccia servizi al cliente. La gestione servizi deve tener conto della struttura organizzativa decentralizzata tipica di una moderna azienda TLC e della eterogeneità delle tecnologie gestionali impiegate. All’uopo si possono usare le nuove tecnologie computazionali a oggetti distribuiti (DOC, Distributed Object 411 Computing) integrate con i sistemi di gestione flussi di lavoro (WFMS, Work Flow Management Systems). 3) la gestione servizi va integrata con la gestione assistenza clienti (CRM) partendo dalle esigenze del cliente, sulla base di un modello di gestione customer centric. 4) la gestione effettuata da un fornitore di servizi va integrata con quella di altri fornitori partner in modo da offrire un servizio «one stop shopping» al cliente cioe’ un servizio in cui il cliente paga un unica fattura che tiene conto di tutti i vari fornitori di servizi che intervengono nella fornitura di un servizio. 5) la gestione integrata rete-servizi va automatizzata, per quanto ragionevole e costeffettivo, con tecnologie informatiche digitali (digitalizzata) utilizzando reti di comunicazione dati (e.g. internet) in modo da poter sfruttare al massimo i recenti sviluppi nel campo delle tecnologie IT. In particolare é importante utilizzare le piu’ recenti tecnologie computazionali a oggetti distribuiti e.g. Distributed Object Computing (DOC). 6) le nuove tecnologie gestionali devono essere compatibili con l’esistenza di tecnologie legacy e devono essere tali da non diventare a loro volta tecnologie legacy che richiedono nuove BPR nel giro di pochi anni. Poiché le TelCo non possono permettersi il lusso di re-ingegnerizzare il prorio business ogni cinque o sei anni, é necessario che, mentre l’innovazione tecnologica IT è molto dinamica con cicli di vita tendenzialmente sempre piu’ brevi, le nuove applicazioni gestionali dei processi di business (« soluzioni di business ») siano stabili nel tempo con cicli di vita piuttosto lunghi. Questo significa che le soluzioni di business e gli standards adottati devono essere per quanto possibile technology neutral (cioé la stessa soluzione può essere realizzata con tecnologie diverse) e essere sviluppate in base agli obiettivi/requisiti di business di medio/lungo termine e non in base alle tecnologie disponibili. Quest’ultimo punto é importante. Ad esempio si deve evitare che progetti R&D di sviluppo di software gestionale in risposta al BPR si riducano a progetti privi di utilità, già obsoleti prima del loro completamento. Quindi il punto di partenza di ogni progetto BPR é la determinazione esatta di specifici obiettivi di business di medio/lungo termine. La soluzione di business va poi trovata sulla base di questi requisiti. 7) Infine un concetto che in qualche modo é legato al precedente. L’implementazione della BPR é basata sull’utilizzazione di tecnologie “fortemente distribuite”. Tuttavia, ci vuole cautela: 412 prima di adottare queste tecnologie é necessario determinare con esattezza i requisiti di business che richiedono il loro uso e poi essere consapevoli e tener conto delle complessità e difficoltà associate con l’uso di queste tecnologie. 4.6.3 Il modello “Telecommunications Operations Map, TOM” del TMF (TeleManagement Forum) Come indicato nel Capitolo 1 un modello processuale per la gestione “retiservizi-customer care” (Gestione TLC) da utilizzare nei flussi operativi end-to-end di una TelCo é stato introdotto dal consorzio internazionale Tele-Management Forum (TMF). Un primo passo nella direzione della automazione dei processi di Gestione TLC é la creazione di un modello di riferimento che specifichi/standardizzi i processi di business da integrare nei flussi di processi operativi end-to-end (vedi Capitolo 1) necessari per soffisfare le richieste dei clienti (fornitura di “customer services”) in maniera efficace/efficiente. La difficoltà principale che si incontra nella creazione di un modello di riferimento generico é rappresentata dal fatto che TelCo diverse adottano diversi processi di business. Come indicato nel Capitolo 1 il Tele-Management Forum (TMF), organizzazione internazionale con una vasta base industriale, con la cooperazione di tutti i suoi membri, ha superato queste difficoltà ed ha prodotto la Telecom Operation Map, TOM, mostrata in Fig.4.6.3.1 (Vedi: “Telecom Operations Map, TOM” TMF Doc. No.GB910, Approved Version 2.1, March 2000). Questa mappa fu introdotta inizialmente nel 1995 ed è basata sul “modello di business” mostrato in Fig.4.6.3.2. Illustreremo il modello di business in questa sezione e la TOM nella sezione seguente. Il modello processuale TOM è valido per tutte le TelCo che partecipano ad un modello di business del tipo mostrato in Fig.4.8.3.2 1. Utenti , 2. TelCo Retailers o Wholesalers 3. ICT Vendors Il modello di business di Fig. 4.6.3.2 identifica tre interfacce: é un modello molto semplificato che 1) cliente servizi (finale)- fornitore servizi (al dettaglio) 2) fornitore servizi – venditore ICT 3) fornitore servizi – altri fornitore servizi (partners o wholesalers) L’interfaccia cliente finale - fornitore servizi al dettaglio é rilevante alla gestione delle relazioni clienti (Customer Relation Management, CRM). L’interfaccia fornitore servizi - fornitore servizi caratterizza l’infrastruttura per alleanze strategiche fra diversi fornitori, come dettato da un mercato dominato da concorrenza/collaborazione. 413 CLIENTE Processi Gestione Interfaccia Cliente Vendite Ordini Reclami Gest. QoS Cliente Fatture. & Incassi Processi “Customer Care” Gestione Servizi Pian. & Sviluppo Servizi Configur. Servizi Trattam. Guasti Gest. QoS Serv. Tariffe/ Sconti Processi Sviluppo/Manutenzione Servizi Gestione Reti Pian. & Sviluppo Reti Approvvigionam. Rete Gest. Inventario Rete Manut. & Rest. Rete Gestione Dati Rete Processi Gestione Reti e Sistemi Modello FAB FULFILLMENT ASSURANCE GESTIONE ELEMENTI RETE Fig.4.6.3.1 Telecom Operations Map ELEMENTI RETE 414 BILLING CLIENTE FORNITORE (Retailer) ICT VENDORS (di tecnologie SW & HW) Altri FORNITORI (Wholesalers e Partners) Altri ICT VENDORS (Third Party) Fig.4.6.3.2 “Modello di Business” TMF a tre interfacce. Le frecce indicano relazioni di business. 415 CATENA DEL VALORE (VALUE CHAIN) TELCO WHOLESALER RISORSE (Tecnologie ICT) ICT VENDOR OPERATORE RETE FORNITORE SERVIZI (INGROSSO) FORNITORE SERVIZI (RETAILER) Fig.4.6.3.3 La creazione del valore: dalle tecnologie ICT al cliente. 416 CLIENTE La Fig. 4.6.3.3 mostra una rappresentazione alternativa delle relazioni che intercorrono fra elementi di business, ordinata, da sinistra a destra, in base al «valore crescente per il cliente» dei prodotti/servizi generati da ciascun elemento, partendo dalle risorse e arrivando al cliente finale fruitore dei servizi. In questa figura viene utilizzata una rappresentazione più dettagliata degli elementi di business, infatti i fornitori sono divisi in fornitori all’ingrosso e al dettaglio mentre i venditori sono sdoppiati in venditori di apparati e operatori di rete. Questo tipo di rappresentazione si chiama «value chain» (Vedi Appendice 7 alCapitolo 1). 4.6.3.1 Flussi di Processi (Process flows) interni e esterni In una TelCo i flussi di processi di business per la Gestione TLC sono classificati in esterni e interni . I primi coinvolgono il Cliente (Customer Relations Management, CRM) e sono di natura transazionale (minute by minute transactions) mentre i secondi sono svolti entro i confini dell’impresa TLC senza coinvolgimento del Cliente (gestione servizi) e sono di natura operazionale (day by day operations). NOTA 4.6.3.1 A differenza dello standard e-TOM, emanato in un secondo tempo, lo standard TOM annovera fra i flussi di processi esterni solo processi CRM. Invece il modello e-TOM include anche flussi di processi esterni relativi alle relazioni con TelCo partners e ICTS suppliers di tecnologie ICT. NOTA 4.6.3.2 Un processo di natura “transazionale” ha certe caratteristiche particolari descritte nel “GST Addendum” No.4 (par.A4.4) Processi (interni). Si tratta di processi che implementano l’operatività dei servizi su base “day-by-day” e che comprende tutti i processi di supporto ai processi esterni “Customer care”, ma che tuttavia non implicano un coinvolgimento dei singoli Clienti (processi gestionali interni). Il Tele-Management Forum identifica i seguenti processi operativi (Fig.4.3.6.1) 1) “Pianificazione e Sviluppo Servizi” (Service Planning & Development): pianificazione/progetto/attivazione delle varie classi di servizi, 2) “Configurazione Servizi”(Service Configiration): installazione/configurazione delle risorse per ogni particolare classe di servizio 3) “Trattamento Guasti” (Service Problem Resolution): identificazione delle cause di un guasto e il coordinamento delle attivita’ necessarie a riparare il guasto stesso, 4) “Gestione del QoS” (Service Quality Management): SP supervisiona/ documenta/controlla i parametri QoS prefissati su base “classe di servizio” (o “tipo di servizio”) Su ‘base cliente’ viene fatto a livello Customer Care Management. In particolare verifica che gli obiettivi di qualità e di costo prstabiliti per la fornitura/erogazione di un particolare tipo di servizio siano consistentemente raggiunti o se devono prendersi specifiche iniziative per raggiungerli 417 5) “Tariffe e Sconti”(Rating & Discounting): applicazione della tariffe e sconti ai consumi ricevuti dal livello gestione di rete per preparare le fatture. Se si aggiunge un sesto processo “cessazione/cambio”, si può riguardare la sequenza temporale dei sei processi come un ciclo di vita: in questo caso “Service Development Life Cycle”. Si tratta di un ciclo di vita relativo a servizi (o meglio “classi” di servizi) con una durata molto piu’ lunga dei singoli Customer Care Life Cycles. Processi (esterni) Customer Relation Management (CRM) L’informazione che qui viene processata è di natura gestionale su base del singolo “Cliente”. Poichè in generale ci sono molti Clienti, numerosi servizi e molte aggiunte, cancellazioni, modifiche di servizi già esistenti, si prevede che i processi Customer Care debbano essere molto dinamici cioè caratterizzati da un numero elevato di transazioni nell’unità di tempo (high transaction rates). La natura transazionale di questi processi porta naturalmente ad adottare per essi livelli elevati di automazione (o bassi livelli di gestione manuale). L’informazione di gestione processata nei processi CRM è variegata e molto diversa da quella dell’ informazione di utilizzazione che fluisce nella rete di utilizzazione (e.g. informazione di natura «streaming» audio, video o multimediale come nei servizi di videoconferenza). I relativi canali di gestione possono non essere canali di telecomunicazione nè far parte di una rete di telecomunicazione come definita in questo corso. Infatti possono utilizzare e.g. servizi postali (processi di billing) o servizi di banca o contatti personali fra impiegati del Fornitore e potenziali Clienti (Processi di vendita/ordinazione servizi svolti presso sportelli di vendita). Se in Fig.4.6.3.1 ci si sposta da sinistra a destra lungo lo strato “Processi Customer Care”, si nota che i processi sono ordinati in un ordine temporalmente sequenziale in accordo con ciò che normalmente avviene in pratica: 1) “Vendite” (Sales): il Fornitore di Servizi SP riceve la richiesta di servizio formulata dal Cliente e gli invia le relative informazioni o invia informazioni al singolo Cliente in modo pro-attivo senza ricevere alcuna richiesta, 2) “Ordini” (Order Handling): SP accetta la ordinativa di servizio presentata dal Cliente e ne supervisiona il progresso fatto nel relativo processo di accettazione, notifica al Cliente il risultato del processo di accettazione, 3) “Reclami” (Problem Handling): SP processa/ripara malfunzionamenti segnalati dal Cliente e invia le relative notifiche al Cliente. 4) “Gestione QoS Cliente” (Customer QoS Management): SP supervisiona e documenta il livello di accuratezza con cui sono stati mantenuti gli impegni pattuiti con il Cliente (specificati nel SLA). SP invia al Cliente i risultati di queste operazioni (gestione del QoS Cliente) relativo al particolare servizio erogato/fruitoi. 418 5) “Fatturazione e incassi” (Invoicing/Collections): SP invia fatture al Cliente, riceve e registra i relativi pagamenti. Se si aggiunge un sesto processo “cambio/cessazione” (relativo al cambio/cessazione di una istanza di servizio relativa ad un particolare Cliente), l’insieme dei sei processi può anche riguardarsi come un “Service Delivery Life Cycle” a sei fasi che viene “vissuto” per ogni istanza di servizio relativa ad un particolare Cliente. 4.6.3.2 Differenze fra funzioni U&S e processi gestionali: una teleconferenza multimediale Qui vogliamo enfasizzare ancora una volta la differenza fra funzioni U&S e processi gestionali. In molti casi è facile vedere che essi si differenziano per natura e/o per tempi di svolgimento. Un altri casi appare più difficile distinguere fra parte gestionale e parte U&S di un servizio. Consideriamo un Servizio di Teleconferenza Multimediale (Multi - Media Teleconferencing Service), che permette a più partecipanti residenti in siti remoti di collaborare su uno stesso documento multimediale (telelavoro). La funzionalità U&S acquisita a priori dal Cliente (assieme a funzionalità gestionali) in fase di fornitura/acquisizione del servizio è attuata dagli Utilizzatori (senza ulteriore intervento del Cliente) tramite terminali multimediali (e.g. telefono + computer + modem + equipaggiamento di accesso a larga banda e.g. ADSL + videocamera + altoparlanti + stampante) connessi ad una rete TLC con canali a larga banda. Supponiamo che in questi ultimi l’informazione di utilizzazione (voce, dati, immagini fisse o in movimento) sia trasportata come un flusso continuo di dati (“data streaming”) da interconnessioni circuitali tipo m:m (“m” partecipanti alla teleconferenza completamente interconnessi a mesh). Le funzionalità di gestione sono attuate dalla coppia Cliente-SP via processi gestionali (e.g. ordinazione/installazione del servizio, invio reclami, fatturazione, pagamenti etc.) e sono svolti con procedure scelte dal Cliente di tipo specifico (e.g. proprietarie) o generiche (e.g. standardizzate). In questi processi fluisce informazione gestionale (i.e. scambio di dati gestionali fra Cliente e SP) utilizzando canali di gestione che possono essere canali pubblici PSTN (e.g. telefono, internet, fax etc.) oppure di tipo postale, bancario, tramite contatti personali uno sportello clienti (terminale di gestione) etc. Alcune funzioni/processi svolti dall’Utilizzatore nel corso di una sessione di teleconferenza possono essere più difficili da identificare come “U&S” o “gestionali”. Ad esempio supponiamo di trovarci in una Utenza Affari (e.g. Università Tor Vergata) e che un Utilizzatore del servizio di teleconferenza cambi in tempo reale la natura dell’ attuale canale trasmissivo fra lui e un altro Utlizzatore e.g. da canale voce a canale video. Allora, la domanda è: il cambio di canale è una funzione U&S o gestionale? 419 Convenzionalmente si può rispondere come segue: se il cambio di canale avviene autonomamente da parte dell’Utilizzatore dal suo terminale senza intervento del Cliente (Ufficio amministrativo dell’Università) allora significa che l’ effettuazione del cambiamento era già stata privista/autorizzata in prcedenza e quindi non richiede alcun intervento di natura gestionale e la corrispondente funzione è quindi una funzione U&S. Infatti significa che il cambio di canale direttamente da parte dell’Utilizzatore fa parte del servizio specificato nel contratto SLA e quindi il cambio di canale è una “fruizione del servizio fornito”. Se invece il cambio canale non può esser fatto direttamente dall’Utilizzatore e richiede l’intervento di Cliente/SP, allora la funzione di cambio canale è di natura gestionale. Nel dominio del tempo le funzioni U&S e i processi gestionali possono svolgersi in tempi diversi o allo stesso tempo. Ad esempio i processi CRM e.g. «segnalazione malfunzionamenti» possono effettuarsi durante la utilizzazione del servizio multimediale. Invece le attività gestionali relative alla ordinazione/ negoziazione di un servizio precedono l’erogazione/fruizione del servizio stesso mentre le attività gestionali relative alla fase di disinstallazione delle risorse di rete sono posteriori alla cessazione di un servizio. Si vede quindi, ancora una volta, che per effettuare uno studio completo della Service Delivery e distinguere al suo interno i processi U & S dai processi gestionali di customer care, è necessario effettuare un analisi nel dominio del tempo ed estendenderla a periodi precedenti e seguenti la fase di erogazione/fruizione del servizio. PROCESSI GESTIONALI Processi “Customer Care” (Transazionali/Esterni, Servizio Customizzato) Vendite Ordini Configurazione Servizi Reclami Trattamento Guasti Gestione QoS Cliente Fatturazione Incassi Gestione QoS Tariffe Sconti Processi “Service Operations” (Interni, Classe di Servizi) Proc. Gestionali Fig.4.6.3.4 I processi interni “Service Operations” relativi a classi di servizi e di clienti sono di supporto ai processi esterni “Customer Care” relativi a singoli servizi e clienti. 420 4.6.3.3 Relazione fra funzionalità e processi Riepiloghiamo quanto già detto sin ora. L’attualizzazione di un servizio TLC avviene tramite processi esterni (cioè processi che coinvolgono sia l’SP che il Cliente) e processi interni (cioè processi che sono interni alla Telco senza coinvolgere direttamente i Clienti). Una «funzionalità U&S» viene attuata con la collaborazione di un Network Operator da un Utilizzatore all’interno di una Utenza allorché esso fruisce della parte essenziale del servizio (e.g. conversazione telefonica, osservazione di un programma TV, trasmissione/ricezione di una e-mail etc.) e, se necessario, dopo aver svolto funzioni di segnalazione (e.g. effettuazione di chiamata telefonica con digitazione del numero chiamato). L’informazione che fluisce in queste circostanze nelle reti U&S si chiama «informazione U&S» La «funzionalità di gestione» è attuata da un Cliente che ha firmato un contratto SPA con un Service Provider. Essa si attua tramite due tipi di processi di business: 1) processi esterni chiamati processi CRM (Customer Relation Management) supportati da opportuni canali/reti di gestione, non necessariamente elettromagnetici (e.g. postali o bancari), e 2) processi interni di « produzione servizi» (Product Development) e « opearazione servizi ». L’informazione che fluisce in questi processi si chiama «informazione di gestione». Esempi di relazioni fra i processi esterni «Customer care» e i corrispondenti processi interni appartenenti al gruppo «Operazione servizi» sono (Vedi Fig.4.6.3.4): «Fatturazione e pagamenti» - «Tariffe (Rating) e sconti», «Gestione QoS Cliente» - «Gestione QoS», «Trattamento Reclami» - «Soluzione Reclami». 421 4.6.4 La Telecom Operations Map (TOM): il punto di vista del cliente. 4.6.4.1 La Telecom Operation Map è una mappa dei processi di business che intervengono nella gestione dei servizi e sistemi TLC Le attività svolte da una TelCo per il raggiungimento di obbiettivi di business prefissati sono razionalizzate in «processi aziendali» (o “processi di business”) I processi rilevanti alla gestione reti/servizi/clienti come mostrato nella mappa TOM (Telecom Operation Map) (Vedi Fig.4.6.3.1) che fu sviluppata inizialmente nel 1995 come Service Management Business Process Model (Modello dei Processi Aziendali per la Gestione Servizi, nome che ci sembra più adatto a rapprentare il contenuto della mappa!). 4.6.4.2 Utilità della mappa TOM La mappa TOM fu sviluppata dal TMF in riconoscimento del fatto che per le TelCo fornitrici di servizi TLC è strategicamente molto importante automatizzare / integrare i processi di business in risposta alle mutevoli forze provenienti dal macroambiente PEST (Politica, Economia, Società, Tecnologia) circostante. Per fare ciò, è necessario, prima di ogni altra cosa, avere una mappatura completa di tutti i processi di business relativi alla gestione servizi/clienti/reti e delle loro mutue relazioni. La TOM risponde a questa esigenza. Infatti la TOM è mappa di riferimento dei processi operativi di gestione dei servizi TLC applicabile a tutti gli stakeholders che intervengono nel modello di business di Fig.4.6.3.2 tenendo in conto non solo le esigenze economico-commerciali delle TelCo ma anche e soprattutto delle esigenze dei Clienti. Infatti, per le TelCo, la mappa TOM offre una infrastruttura di riferimento technolgy-neutral estremamente utile sia nel caso di re-engineering dei processi di business interni alla TelCo sia nel caso di partnerships fra TelCo. Per le industrie manifatturiere ICTS i.e. gli sviluppatori/venditori delle tecnologie software/hardware necessarie all’automazione dei processi, la TOM identifica i processi da cui trarre i requisiti che devono poi essere soddisfatti dai vari prodotti (harware e software) 4.6.4.3 La suddivisione dello strato «servizi» TMN in due strati: Customer Care e Service Development & Operations I processi di business identificati dal TMF come maggiormente rappresentativi delle attività di gestione all’interno di aziende fornitrici di servizi TLC sono stati disposti nella mappa TOM come mostrato in Fig.4.3.6.1. Come substrato e’ stata utilizzata la struttura TMN stratificata opportunemente modificata. Infatti la TOM suddivide lo strato gestione servizi della architettura TMN stratificata in due strati separati: lo strato dei processi transazionali “Customer Care” (Assistenza o 422 Relazioni Clienti) e lo strato dei processi operativi “Service/Product Development and Maintenance” relativo allo sviluppo/manutenzione dei servizi. Questa separazione di processi é di importanza critica ed è tipica di una gestione “customer centric”cioè incentrata sul Cliente. Essa riflette la necessità di distinguere fra processi “Customer Care” dettati dalla necessità di interfacciare direttamente con i singoli clienti e accudire in tempo reale alle loro richieste/ segnalazioni e i processi generici Service/Product Development & Maintenance relativi allo sviluppo/fornitura/manutenzione di servizi da fornirsi a categorie o classi di clienti. 4.6.5 L’interfaccia cliente Dalla totalità dei processi “Customer Care” il TMF ha enucleato i processi relativi alla gestione del contatto diretto con i singoli clienti ed ha chiamato questi processi Processi di Gestione dell’ “Interfaccia Cliente”. L’ ”interfaccia cliente” è il primo punto di contatto con i clienti ed è suo compito rispondere direttamente ai clienti e indirizzare le loro richieste/segnalazioni a specifici processi di Customer Care sottostanti. I processi di Customer Care a loro volta possono innescare processi al livello sottostante di “Service Development & Maintenance”. Esempi di attività gestionali relative all’ interfaccia cliente sono le attività svolte dai Call Centers (Voice Response Units) e dai Web Interface Support Centers che offrono assistenza post-vendita via internet. Come già detto in precedenza é bene ricordare che, quando tutti i fornitori di servizi offrono servizi a valore aggiunto in modo estrememente efficace cioé con buona qualità di servizio e basso prezzo, é proprio una buona gestione dell’interfaccia cliente e dello strato «Customer Care » che può offrire quei margini di competitività necessari a vincere la concorrenza (differenziatore competitivo). 4.6.6 Il modello FAB (Fullfilment, Assurance, Billing) Come il modello TMN stratificato dell’ITU-T era suddiviso in strisce verticali rappresentative delle cinque aree funzionali FCAPS così la mappa TOM è ripartita verticalmente secondo tre raggruppamenti di processi (end-to-end process groupings) come mostrato in Fig.4.6.3.1, laddove end-to-end significa “dall’inizio alla fine di una striscia verticale i.e. dal Cliente agli Elementi di Rete”. Più specificatamente, i tre raggruppamenti sono denominati “raggruppamento di Service Fullfilment, Service Assurance, Service Billing” cioè Soddisfacimento, Garanzia e Fatturazione del Servizio. Nel loro insieme essi costituiscono il modello “FAB”, dalle iniziali dei nomi dei tre raggruppamenti. Ogni raggruppamento contiene i processi che si devono implementare se si vogliono soddisfare le varie esigenze dei Clienti e.g. piazzamento ordini e approvigionamento servizi, richiesta informazioni sulle prestazioni del servizio e reclamim richieste di natura amministrativa, ricezione 423 e pagamento delle fatture etc. Piu’ precisamente il modello FAB della TMF indica che in un servizio TLC i seguenti requisiti devono essere soddisfatti: 1) Soddisfacimento delle richieste di installazione servizi TLC presentate dai clienti (requisito di Service Fulfillment). Pronta esecuzione degli ordini di servizio e relativa erogazione. 2) Garanzia che i servizi vengano forniti con le caratteristiche stipulate in un contratto SLA (requisito di Service Assurance), cioè, per tutto il periodo di fornitura del servizio, garantire che il servizio possegga tutte le caratteristiche stipulate nel contratto SLA (verifica delle prestazioni e reclami). 3) Effettuazione delle pratiche amministrative e.g. richieste di informazione di natura amministrativa , pagamenti per i servizi forniti (requisito di Billing for the Service). Corrisponde all’area funzionale FCAPS “Accounting”. Questi tre requisiti sono soddisfatti se si eseguono correttamente i processi contenuti nei tre raggruppamenti come indicato in Fig. 4.6.3.1. Le gestioni “inventario rete” e “dati rete” sono state separate per evendenziare i doppi ruoli che ciascuna di esse gioca rispettivamente nelle due aree Fulfillment + Assurance e Assurance + Billing. Ad esempio la gestione inventario, che include attività d’implementazione apparati per riparazione guasti/ripristino servizi é importante sia per i processi di Fulfillment che per quelli di Assurance. 4.6.7 Una metodologia TMF per creare la mappa TOM? (non esiste!) La mappa TOM è una mappa di riferimento dei processi operativi di gestione dei servizi TLC tecnologicamente neutra e valida per un qualsiasi stakeholder nel business model di Fig.4.6.3.2 (e.g. wholesalers, retailers, intermediari etc.). Si tratta di una library che offre una lista completa di processi operativi formulati ad un alto livello di astrazione estremamente utile sia nelle relazioni commerciali fra vari stakeholders (relazioni interaziendali) sia nelle relazioni fra unità organizzative di una stessa TelCo (relazioni intraaziendali) per stabilire/conoscere “chi fa che cosa”. Essa è stata ottenuta generalizzando l’informazione ottenuta tramite discussioni, interviste, surveys con il personale delle aziende affiliate al consorzio. Tuttavia la TMF non ha specificato come si è passato dalle informazioni specifiche raccolte sul campo (talvolta di natura proprietaria e quindi rilasciate sotto condizione di anonimità) ad un modello generico valido per tutti. Cioè la TMF non ha indicato una metodologia per la creazione del modello gestionale generico partendo da modelli gestionali specifici cioè come creare processi di business tecnologicamente e commercialmente neutri partendo da informazioni relative a specifiche tecnologie/processi/aziende. A questo punto é bene tener presente che, poiché a metà anni 90 la maggioranza dei membri del consorzio TMF erano aziende USA, lo schema TOM rifletteva prevalentemente procedure gestionali dettate da modelli di business tipici di ambienti di 424 lavoro USA. Singoli fornitori di servizi in altre parti del mondo avrebbero potuto attuare modelli e processi di business leggermente diversi e quindi portare alla definizione di modelli gestionali generici leggermente diversi dalla TOM. Inoltre i vari processi di business e le loro aggregazioni nel dominio del tempo (flussi di processi) non sono immutabili nel tempo ma sono soggetti a continue revisioni e aggiornamenti per cui anche la TOM é stata riguardata fin dall’inizio come un «work in progress» cioè un lavoro soggetto a continue revisioni. 4.6.8 Il quadro completo: la Tecnology Integration Map (TIM) come implementazione della TOM. Dopo aver formulato il modello TOM per i processi di business rilevanti a un generico servizio TLC, il TMF iniziò lo sviluppo di software gestionale per reti e servizi con lo scopo dichiarato di facilitare la automazione dei processi di business per gli SP. Questa iniziativa fu denominata Technology Integration Map (TIM) cioé Mappa Integrazione Tecnologie. La TIM ricava dalla TOM i requisiti che il software gestionale deve soddisfare e poi sviluppa questo software offrendo, quindi, uno sbocco implementativo alla TOM stessa. La TIM é suddivisa in tre parti: 1) Application Components Direction Statements (ACDS) identifica i “criteri di progettazione” delle applicazioni gestionali (componenti del sistema informatico gestionale), 2) Technolgy Direction Statement (TDS) identifica le tecnologie implementative necessarie all’implementazione dei progetti 3) Procurement Guide (PG) identifica i componenti commercialmente disponibili (componenti COTS, Commercial Off The Shelf) Più dettagliatamente, la progettazione e sviluppo del software gestionale da parte di un SP, si puo suddividere in una serie di attività e tutte queste attività sono coperte dai due modelli TOM e TIM. Le attività e i modelli TMF corrispondenti sono, 1. identificazione dei processi di business, TOM 2. analisi dei requisiti da soddisfare, 3. identificazione delle funzionalità da incorporare nel software, TIM: ACDS 4. progettazione di un “sistema logico” (logical system design) concepito come un insieme di building blocks cooperanti, 5. scelta delle tecnologie (sistema operativo, linguaggi 425 di programmazione, piattaforme di distribuzione come CORBA, COM+, RMI, piattaforme hardware, etc.) per costruire i componenti (blocchi fisici costitutivi) del sistema informatico gestionale, TIM: TDS 6. decisione più difficile: “build or buy” (cioé fai da te o fai fare a uno specialista esterno). TIM: PG 4.6.9 Diagrammi di Processo (Fig.4.6.9.1 e Fig. 4.6.9.2) I processi di business della TOM non sono isolati ma fanno parte di flussi di processi (flussi operativi end-to-end). Ogni processo è definito da una serie di stimoli (triggers) di ingrsso e risultati in uscita, rispettivamente provenienti da e afferenti a altri processi della mappa TOM e da una serie di funzioni da svolgere (contenuto del processo). Ad esempio le Fig.4.6.9.1 e 4.6.9.2 illustrano il processo “Approvvigionamento Rete; Network Provisioning” appartenente allo strato “Gestione Reti” e mostrano come questo processo si posizioni rispetto ai processi dello strato superiore (Gestione Servizi), dello strato inferiore (Gestione Elementi di Rete) e del suo stesso strato (rappresentati in giallo). Un processo può far parte di diversi flussi operativi e nell’ambito di uno stesso flusso può essere riutilizzato più volte (e.g. vedi il flusso di Fig. 1.3.3.4). Le “funzioni“ descrittive del processo sono scelte dal modello funzionale FCAPS e quindi appaiono come elementi processuali (“processing units”) già standardizzati dall’ITU-T (Vedi Fig.4.6.10.1) 4.6.10 Relazioni fra processi di business e funzioni di gestione (Fig.4.6.10.1) Nella mappa processuale TOM (come nella più recente mappa e-TOM) un processo di business è una rappresentazione ad un alto livello di astrazione (High-level Process) di un insieme coerente di attività, e ogni attività implementa una “funzione gestionale” definita come un Gruppo di Insiemi di Funzioni di Gestione (Function Set Group, FSG) nel Modello FCAPS (ITU-T Recommendation M.3400). Quindi nei modelli processuali del TMF una “funzione gestionale” del modello funzionale FCAPS è una “unit of processing” che opera su dati di ingresso e genera dati in uscita. (Vedi Fig. 4.6.10.1). In questo, una “funzione” differisce da un processo che invece è attivato da uno “stimolo” (trigger) di ingresso e genera un risultato in uscita da riutilizzarsi, se necessario, come stimolo di ingresso per un processo successivo. Notare che i processi possono suddividersi in sottoprocessi (vedi esempio di Fig.4.6.10.2) corrispondenti agli Insiemi di Funzioni di Gestione (Function Sets, FS) del modello FCAPS. 4.6.11 Esercizi 1) Cosa è il Business Process Re-engineering e quale è stato il suo impatto sul mondo delle Telecomunicazioni? 2) Come si definisce un processo di business? 426 3) Cosa è la Telecom Operation Map (TOM) del Modello TMF (Tele Management Forum)? 3) Cosa è il modello FAB (Fullfilment, Assurance, Billing)? 4) Che relazione c’è fra la mappa TOM e il Modello TMN stratificato? 5) Quali sono i processi di business relativi allo strato Relazioni Clienti? 6) Quale è la differenza fra i processi dello strato Relazioni Clienti e lo strato Sviluppo Servizi & Operazioni? 7) Che relazione c’è fra i processi di business del Modello TMF e le funzioni di gestione del Modello funzionale FCAPS? 427 CLIENTE Processi Gestione Interfaccia Cliente Vendite Reclami Gest. QoS Cliente Fattur. & Incassi Processi “Customer Care” Gestione Servizi Pian. & Sviluppo Servizi Gestione Reti Ordini Pian. & Sviluppo Reti Configurazione Servizi Trattamento Guasti Gest. QoS Serv. Tariffe/ Sconti Approvvigionam. Rete Gest. Inventario Rete Manut. & Rest. Rete Gestione Dati Rete GESTIONE ELEMENTI RETE Fig. 4.6.9.1 Interazione fra processi ELEMENTI RETE 428 Processo di Network Provisioning ENTRATE Configurazione dei servizi USCITE Capacità Disponibile, Risposta alle Richieste Richiesta di (Ri)configurazione e Prove. Pianificazione e Sviluppo di Rete Manutenzione e Restaurazione di Rete Gestione Inventario di Rete Requisiti Riconfigurazione Network Provisioning Configurazione dei servizi Richiesta Capacità, Capacità + Config. Attuale Pianificazione e Sviluppo di Rete -configurare la rete: instal Richiesta Riconfigurazione Capacità Disponibile, Add. / Sottr. Gestione Elemento di Rete Conferma Comandi ricev. Notifica Variazioni Risultati delle prove lare la config. iniziale o riconfigurare per problemi di capacità. (Provisioning, C) -Preparare logica di rete Start/Stop Monitoraggio affinchè sia pronta per il servizio. (Provisioning, C) -Gestire le interconnessioni di rete. (Status & Control, C) -Provare la rete. (Testing, F) Richiesta Feasibility, Ordini di Lavoro Gestione Dati di Rete Gestione Inventario di Rete Comandi Riconfigurazione e Prove, Start/Stop Attività, Dati di Funzionamento Gestione Elemento di Rete Fig.4.6.9.2 Processo di “Network Provisioning” specificato in termini di ingressi, uscite e funzioni da svolgere. C e F rappresentano le aree funzionali “Configuration” e “Fault” del modello funzionale FCAPS. Da interpretare alla luce della Fig. 4.6.9.1 429 M.3050 Supplement 3 “e-TOM to M.3400 mapping” RELAZIONE fra PROCESSI di BUSINESS e FUNZIONI di GESTIONE. Business Processes BP1 RESULT 2 RESULT 1 Y RESULT 1 TRIGGER 1 RESULT 3 TRIGGER 2 Step 1 FCAPS Function Set Groups Step 2 Step 3 FSG1 Step 1 FSG2 BP2 FSG3 N Step 2 FSG4 Create, Read, Update, Delete Fig. 4.6.9.2: DataEsempio di diagramma di processo per una riconfigurazione di rete (Vedi Fig.9.5.1) Areas DA1 DA2 DA3 DA4 DA5 Fig.4.6.10.1 I processi operativi TOM sono utilizzati in flussi operativi end-to-end finalizzati al conseguimento degli obiettivi di business della TelCo. Sono attivati da o generano stimoli (triggers). I processi sono di “alto livello” e i loro contenuti corrispondono ai Function Set Groups, FSG (Gruppi di Insiemi di Funzioni) del Modello FCAPS dell’ITU-T. Una FSG è definita dal TMF come una “unità di processo” (unit of processing) che opera su dati di ingresso e genera dati in uscita. 430 13 SOTTOPROCESSI dello STRATO “NETWORK MANAGEMENT” Network Planning & Development 1. Network Capacity/ Trunk Planning 2 Network Provisioning 3 4 5 2. Software & Data Build Management Network Inventory Management 6 7 Network Maintenance & Restoration 8 6. Security Management 9 10 4. Logistics Management 5. Workflow Management 11 10. Ntwk Config. & Routing 7. Problem Analysis & Resolution 3. Scheduling Management Network Data Management 11. Ntwk Test Management 8. Ntwk Perform. Monitoring& Analysis 12. Ntwl & Correlation 9- Ntwk Traffic Monitoring& Analysis Persona TLC Fig.4.6.10.2 Decomposizione dei processi dello strato “Network Management” in 13 sottoprocessi. 431