Le mura megalitiche di Pisa
Transcript
Le mura megalitiche di Pisa
Le mura megalitiche di Pisa Una scoperta fuori dagli standard L. La Rosa, C. Sciuto, G. Tarantino ATTENZIONE! Il contenuto di questo contributo è volutamente ironico e provocatorio. Ogni riferimento a fatti o persone è da considerarsi puramente casuale. Nessun animale è stato maltrattato per la realizzazione di questo poster! La condivisione dei dati sul web porta ad una sempre maggiore diffusione su larga scala dei risultati delle singole ricerche. Questo processo permette di disseminare i dati, accessibili ad un’utenza potenzialmente globale. Il primo e fondamentale anello della catena della condivisione è sicuramente costituito dai dati primari o grezzi prodotti durante un’indagine archeologica, vale a dire: documentazione fotografica, grafica, quantificazione dei reperti mobili e documentazione compilativa, il tutto collocabile topograficamente. L’arbitrarietà della redazione del dato grezzo rischia di far prevalere il livello interpretativo, e quindi soggettivo, non permettendo la verificabilità dei dati di partenza. E se questa mancanza di norme portasse alla diffusione della notizia di straordinarie scoperte inconsuete ma non verificabili??... Il sonno degli standard genera mostri? …SCOPRITE COSA C’È SOTTO! Documentazione fotografica «Fig.1 Porzione del grande muro in arenaria realizzato in opera megalitica che cingeva l’abitato di Pisa in età antica». (A. IMMAGINARIO, 2012) Queste foto non sono comprensibili. Il riferimento metrico è stato aggiunto in un secondo momento tramite fotoritocco, è assente l’indicazione del Nord geografico e anche la prospettiva contribuisce a falsare le dimensioni. Inoltre non è presente alcuna lavagnetta che specifichi il nome dell’oggetto fotografato e le informazioni correlate (luogo, anno). Documentazione grafica «Fig. 2 Pianta generale dell’area di scavo; Fig. 3 Prospetto Nord con caratterizzazione delle diverse fasi costruttive». (A. IMMAGINARIO, 2012) Di nuovo mancano il riferimento metrico e l’orientamento! E dove si trova il saggio? Senza riferimenti spaziali è impossibile contestualizzare i ritrovamenti. E le quote? Immaginando che quelle presenti nella pianta siano relative, su che basi è possibile calcolare le quote assolute? A chiunque si trovi a osservare queste foto sorge un interrogativo: quali sono le dimensioni reali di questo manufatto? Materiali «Fig. 4 Piatto da pesce in vernice nera, con labbro pendulo e piede ad anello, appartenente alla serie Morel 007 databile al V sec. a.C. Il reperto ritrovato ai piedi del grande muro doveva sicuramente fare parte di un deposito votivo di fondazione». (A. IMMAGINARIO, 2012) Diagramma stratigrafico e schede US Qualcosa vi sfugge? Siete disorientati? È facile perdersi nell’intricato labirinto della documentazione di scavo! Non temete! Il diagramma stratigrafico e la scheda US sono gli unici elementi veramente codificati! Esistono infatti delle norme di compilazione della scheda US pubblicate dall’ICCD nel 1984, e per quanto riguarda il diagramma stratigrafico, il riferimento è ovviamente l’Harris Matrix! Un piattino non fa primavera! Quali sono gli altri materiali che sono stati rinvenuti nel medesimo contesto? Puntare l’attenzione sui singoli pezzi senza rendere note le quantificazioni non permette di ragionare ad ampia scala sulle associazioni di materiali ed eventualmente di ricalibrare le cronologie. Non ci dovrebbero essere dunque problemi per qualunque archeologo nel leggere, comprendere e contestualizzare una qualunque sequenza stratigrafica su territorio nazionale… Con dati grezzi non standardizzati com’è possibile creare una rete di informazioni veramente interoperabili? Sono state avanzate ad oggi alcune proposte per uniformare le metodologie di raccolta del dato archeografico, tuttavia, non esistendo ancora regole esplicite e condivise, il controllo della documentazione resta compito e prerogativa degli organi periferici del Ministero, lasciando spesso troppo spazio all’iniziativa personale. La redazione di norme per uniformare il linguaggio è un passo fondamentale per un’archeologia collaborativa fondata sullo scambio di informazioni sempre disponibili; al contrario l’assenza di standard condanna la documentazione archeologica ad una Babele di linguaggi incomprensibili. In un momento in cui gli archivi aperti prospettano un allargamento delle frontiere della ricerca, la mancanza di un vocabolario condiviso diventa la vera emergenza: non ci possiamo più permettere di produrre dati che non consentano la piena fruibilità, condivisione e riuso. Il futuro del nostro passato è l’Archeologia 2.0. Fig. 5 Muretto a secco (con gatto). Il fotoritocco e l’aggiunta di elementi in un secondo momento (come paline metriche, lavagnette, frecce del Nord) possono falsare la percezione reale delle dimensioni delle evidenze. Per evitare il problema, alcune Soprintendenze hanno preso un provvedimento semplice ma efficace stabilendo che la documentazione fotografica debba essere consegnata in formato Raw. Con simili accorgimenti sarà impossibile scambiare un muretto a secco per delle mura megalitiche!! PROBLEMA: Dato un punto zero conosciuto, posto sulla terza pietra a Est della cresta di rasatura della struttura e uguale a -80 cm, si consideri che lo stesso punto è stato abbassato di circa 3 m per esigenze di cantiere e riposizionato sulla soglia Sud dell’edificio. Nella pianta iniziale compare una quota presa sul marciapiede a Nord, lo stesso marciapiede si trova tuttora rilevato di circa 15 cm rispetto al piano stradale attuale. In quella stessa pianta è segnata anche la quota della cresta di rasatura del muro. Considerando questi dati, quale sarà la quota assoluta sul livello del mare dello strato 5? (Nel calcolo si tenga conto ovviamente dei cicli stagionali e dell’andamento generale delle maree!) Fig. 6 Saggio di scavo sperduto. Per collocare correttamente l’area di scavo è sufficiente che il rilievo sia georeferenziato o abbia dei riferimenti che permettano di farlo. Altrimenti il saggio di scavo rischia di vagare da Pisa… alle Montagne Rocciose!! Fig. 8 Matrix reloaded; Fig. 9 Scheda US. ? Fig. 7 Materiali dallo strato 5 (gatto ci cova!). Uniamo le nostre forze, salviamo i reperti ignorati dall’oblio! La condivisione on-line di tutti i dati sui materiali permette il confronto e favorisce lo scambio di idee. Con questo trattamento delle informazioni nessun povero frammento finirà mai nel dimenticatoio! Quali certezze ci restano se modifichiamo arbitrariamente la simbologia del diagramma stratigrafico e i campi della scheda US ministeriale? Così diventano incomprensibili anche questi strumenti universalmente conosciuti!