dialogando con me stessa

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dialogando con me stessa
DIALOGANDO CON ME STESSA ….
[NANEROTTOLI]
Un calore leggermente soffocante (come se fosse rimasto da ieri ….fortuna non è così
efficace la notte) mi copre appena attraverso la strada, uscendo rilassato da quello che è
il mio nido.
Ancora mattino, mi sembra più che normale tutto ciò, fa così caldo che mi viene di
andare fuori vestito in maniera leggera, ma dignitosamente…
Vedo camminando di qua e di là delle persone che non conosco, anche se le vedo da
anni, è tutto un rituale …come formiche impazzite, che corrono - gli occhiali che porto
mi nascondono, sono diventati una vera benedizione in un giorno così...
Continuo la strada, camminando come se fossi in allerta, e mi fermo, non dopo molto,
ad una fermata dell’autobus.
Dopo 10 – 15 minuti, che sembrano un eternità e durante i quali ho la sensazione di non
aver speranza di poterne uscir fuori, si intravede il magnifico bus, una “limousine” bella
ed armonica e sento le urla di un individuo nervoso o di un rappresentante più anziano
che, anche questa volta, ha trovato qualcosa da criticare.
A volte lo fanno per uscire dalla routine, altre volte .. mmh … (dopo un po’ ci si abitua
forse a troppo bene...) si sente anche il “dolce canto” di un bimbo non contento del suo
destino:
-
Ha personalità!
Tutto comincia ad avere un senso … anche se tutto ciò mi fa pensare che è un mondo
pazzo (perciò e ben poco detto da poter caratterizzare quello che ci circonda …).
L’autobus si ferma, anche se so che fra pochi metri comincia una fila interminabile,
decido di non scendere:
–
Forse, oggi non è così…
come se nessuno andasse a lavorare ….
Ancora una volta, sapevo che non sarebbe stato così … eppure mi ostino a rimanere
sull’autobus, poi mi prende l’angoscia, la disperazione per il ritardo:
-
O Dio, faccio tardi!
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Vedo le faccia degli altri, sonnambule, arrabbiate, il furfante di turno che approfitta
sempre della situazione, il perfido che tocca il sedere altrui e guardo la sua espressione
imbecille sorridente, come soddisfatto per il suo gesto così discutibile.
Dopo poco le porte si aprono e la folla ricomincia il suo rollo, va e viene: nanerottoli!
Riesco anche a leggere l’oroscopo, se trovo il giornale gratis, magari è di ieri, così mi
diverto di più – notizie retrograde.
Guardo l’autista, oggi se ho fortuna è qualcuno educato, magari anche belloccio, e
comincio a fare qualche cattivo pensiero – poi la doccia fredda: la fede al dito,
mannaggia un’altra è arrivata prima, i sogni svaniscono in un attimo…
Tornando alla normalità mi accorgo che c’e un gruppo strano, abbraccio la borsa, non
si sa mai, ho paura, poi vedo una persona che tratta male una ragazza straniera che cerca
con fatica di capire dove dovrebbe scendere, viene insultata, trattata male perché ha
avuto il coraggio di chiedere una semplice informazione…
Faccio fatica a credere, tutti questi pregiudizi, atteggiamenti e comportamenti come se
l’altro fosse una bestia rara…
Si rivolge all’autista – per niente cooperante, nervoso quasi sempre, forse influenzato
dalla maggioranza , chi sa!?
Guardo tutte le persone, le loro faccia – un biglietto da visita – mi chiedo … se fossero
loro al posto di quella ragazza.
Eppure gli italiani sono sempre stati migranti e dovunque nel mondo ci sono tracce
buone e cattive… Ma questo si dimentica.
Scrivo, prendo appunti, per un domani – per non morire, ora sono due volte più
arrabbiata di ieri e più stanca.. Mi guardo intorno… persone normali, se … nella
normalità c’entra anche il razzismo, guardo il finestrino cercando di cancellare ciò che
vedo ogni giorno, non è facile, c’e sempre qualcuno pronto a farti ricordare che di
questo mondo mi vergogno….
Alcuni minuti più tardi sono talmente stupito da tutto ciò che non riesco neanche a
scendere, mi faccio forza, ancora un pezzetto da fare a piedi, riflettendo…. Un’altra
giornata.
Sono arrivato. Ho la sensazione di perdere qualcosa, magari una bella parola per gli
occhi tristi di quella ragazza… Non ho tempo… corro, facendo invidia agli atleti per il
mio passo…
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Attraverso il corridoio, così piccolo, dell’ufficio, lasciando tutto alle spalle, quando
bruscamente ricordo che dovevo prendere il giornale… Poi scendo al bar di fronte
all’ufficio e chiedo un gelato… alcuni minuti più tardi, snervato più che mai, cerco di
riprendere le forze per poter lavorare...
La sera, solito tram-tram, attesa dell’autobus, gente malmessa, gente stanca, gente
normale… rifletto… tutto è stress.
Attraverso la piccola distanza. Altri dieci metri, infilo le chiavi dell’appartamento nella
toppa, butto le scarpe, faccio una doccia, metto un accappatoio leggero, di quelli presi a
5 € dai cinesi: oggi la spessa la controllo al centesimo; prendo un bicchiere d’acqua,
metto due goccia di limone e cerco di rilassarmi… Alcuni minuti più tardi sono sdraiato
sul classico e antico divano e … sto sognando un mondo migliore….
Firenze, giovedì 14 giugno 2007
Marioara SIVU – mery
Via E. Toti, 3
50137 FIRENZE – FI
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