08 - Emma Bonino

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08 - Emma Bonino
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SEMINARIO AFRO -ARABO DI ESPERTI SULLE N ORME LEGISLATIVE
PREVENZIONE DELLE MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI
PER LA
5. Il progetto «Stop FGM»
I. CAMPAGNA MEDIATICA CONTRO LE MGF IN
TANZANIA
CHIKU LWENO-ABOUD
Coordinatrice per “TAMWA”(Tanzania Media Women’s Association) della Campagna
“Stop FGM”
MGF
IN
TANZANIA
Il taglio dei genitali femminili o la mutilazione dei genitali femminili (MGF) interessa circa
dieci delle 26 regioni del paese. Si stima che il 18% delle donne pratichi la mutilazione dei
Genitali Femminili in Tanzania.
Tale dato potrebbe sembrare ottimistico se comparato con quello dei paesi confinanti
come Kenya, con una prevalenza delle MGF pari al 50%, o della Somalia con oltre il 90%. In
realtà in certe regioni della Tanzania le donne che hanno subito la pratica delle MGF
raggiungono l'81% .
Ci sono molte ONG e CBO (Community based organisations, organizzazioni a base
comunitaria) che portano avanti campagne anti-MGF in Tanzania che operano offrendo dai
consultori per le vittime delle MGF, a programmi per il recupero e l'aumento della
consapevolezza sulla tematica MGF delle autorità sociali del villaggio e dei membri della
società. Le organizzazioni operano su più livelli: dalle comunità, sia nazionale che regionale,
al network internazionale. Le organizzazioni comprendono anche il Comitato Inter-Africano,
il "Tanzania Chapter", il Network contro le mutiulazioni dei genitali femminili (AFNET), tanto
per citarne solo alcuni.
La Tanzania è uno di quei paesi africani che ha approvato una legge contro le MGF. Il
Reato previsto nello speciale provvedimento del 1998 vieta la pratica delle MGF, con pene fino
a 15 anni di reclusione ed ammende fino a un massimo dell'equivalente di 300 dollari
americani. Nonostante le campagne e la promulgazione della legge, la popolazione pratica
ancora le MGF, e recentemente si è osservato che, al fine di depistare le rilevazioni, l'età, i
tempi e i luoghi delle pratiche cambiano frequentemente.
C HE
COS'È
TAMWA
TAMWA è una organizzazione non governativa, fondata nel 1987, con l'intento
soprattutto di fornire informazioni sui diritti delle donne e dei bambini in Tanzania.
Attraverso i suoi membri (più di cento, oggi), l'organizzazione si batte per la protezione e il
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MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI
PER LA P REVENZIONE DELLE
rispetto dei diritti delle donne nei diversi ambiti e livelli sociali, in particolare sui temi legati
alla violenza sessuale. Attraverso l'innovativo e strategico sistema di utilizzo dei media quali
radio, televisione, giornali e settimanali, attraverso i quali vengono diffusi simultaneamente
messaggi di forte impatto, TAMWA ha contribuito a dare adito a dibattiti pubblici che hanno
rotto il silenzio su temi di carattere sociale, prima considerati, dalla stessa società, dei tabù.
Tra le sue campagne TAMWA ha realizzato programmi contro la violenza domestica e
sessuale, la discriminazione del potere decisionale delle donne, a favore dell'abolizione
dell'uccisione delle donne anziane secondo antiche credenze legate alla tradizione e alla
magia, e della diffusione dei temi sulla diffusione dell'HIV correlata alla pratica delle MGF.
TAMWA, a nome della Coalizione Attivista delle Femministe, di cui fa parte dal 1998, ha
aperto la strada alla pubblica difesa e alla promulgazione di una legge che permetta la
pubblica difesa dei diritti delle donne anche attraverso le organizzazioni interessate. La legge
speciale per i crimini sessuali è volta alla protezione di donne e bambini dagli abusi.
Nel corso del prossimo anno, in collaborazione anche con altre associazioni della società
civile, TAMWA vuole promuovere la promulgazione di una legge nazionale, che riconosca tra
i diritti delle donne anche quello di poter esprimere il proprio punto di vista riguardo a temi
di interesse sociale.
IL P ROGETTO "S TOP FGM"
Nel 2002 TAMWA, in collaborazione con AIDOS e Non c’è pace senza giustizia ha messo in
atto la campagna "Stop FGM".
Le attività
Lo studio della situazione. TAMWA ha condotto una ricerca nelle 5 regioni in cui la
prevalenza delle MGF era la più alta del paese. Le regioni sono: Arusha 81%, Dodoma 67%,
Mara 43%, Kilimanjaro 37% e Singida 35%.Le ricerche sono state condotte visitando i villaggi
delle succitate regioni, per sondare il livello di conoscenza e accettazione della pratica delle
MGF, la situazione socio-culturale, le principali attività economiche e i problemi prioritari. Le
ricercatrici di TAMWA hanno anche raccolto le convinzioni sulle MGF nelle 5 regioni: che cosa
simboleggiano le MGF, il livello di consapevolezza degli effetti sulla salute e la conoscenza
sulle implicazioni legali. Ne è risultato che la popolazione crede che la conoscenza della legge
e la sua applicazione possa costituire la reale soluzione del problema.
Programmi e spot radiofonici. Un programma radiofonico della durata di quindici
minuti, intitolato “Tubadilike” (Cambiamo) è stato prodotto e mandato in onda sulla radio di
stato (Radio Tanzania). Gli esperti, così come persone comuni, intervengono nel programma
per discutere diversi argomenti, incluso quello dei diritti delle donne, nell'ambito delle MGF.
L'impatto sui media. Il lancio e la messa in atto della campagna, hanno riscosso una
notevole pubblicità in Tanzania come pure in altri paesi dell'Africa. La radio, tanto per fare un
esempio, informa regolarmente sulle attività del progetto di TAMWA.
Il Magazine 'Sauti ya Siti'. Un'edizione speciale sulle MGF è stato prodotto e diffuso in
Tanzania in due lingue, inglese e Kiswahili.
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PREVENZIONE DELLE MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI
PER LA
Materiale di informazione, educazione e comunicazione. Abbiamo prodotto un kit per la
stampa che è stato distribuito a tutti i giornalisti di tutte le testate, anche allo scopo di fornire
un elenco di referenti facilmente rintracciabili per i temi e le notizie legate alle MGF. Abbiamo
inoltre prodotto posters e calendari che abbiamo distribuito tra gli attivisti interessati al tema,
il governo e le comunità. I messaggi scelti per i materiali informativi, sono stati elaborati sulla
base dei risultati delle ricerche di TAMWA nei villaggi.
Training. Abbiamo organizzato dei seminari per giornalisti ed editori, al fine di
incrementare la loro consapevolezza e le loro conoscenze in materia di MGF e per favorire la
loro partecipazione alla campagna. È stato inoltre programmato un corso per artisti teatrali,
per incentivare la produzione di opere teatrali e di canzoni che diffondano il messaggio della
campagna "Stop MGF" anche attraverso questi canali.
C ONCLUSIONI
Oltre 150 articoli informativi della campagna sono stati pubblicati sui giornali locali e
regionali. Inoltre media internazionali quali Voice of America (VOA), la BBC - British
Broadcasting Corporation e la Radio Deustche Welle (DW) hanno citato la campagna, di cui
hanno appreso dai servizi dei loro programmi radiofonici locali in lingua Kiswahili.
Il Manifesto/Appello Solenne della Campagna, lanciato in Tanzania il 23 dicembre 2002,
ha ricevuto ampia attenzione dai media ed è stato sottoscritto da Ministri, parlamentari,
giudici, altri esponenti del governo, rappresentanti della società civile organizzata, giornalisti
e privati cittadini da diverse parti del paese, e stiamo continuando a raccogliere adesioni da
tutto il paese.
Il programma radiofonico 'Tubadilike” messo in onda dalla Radio nazionale di stato, Radio
Tanzania, continua a riscuotere un notevole successo, lo testimoniano le numerosissime
lettere inviate alla radio dagli ascoltatori del programma.
I kit per la stampa sono stati utilizzati dai giornalisti e dagli attivisti di altre organizzazioni,
quale spunto per altre campagne. I kit comprendevano anche le informazioni risultanti dalla
ricerca di TAMWA sul campo.
Alcune delle persone contattate e intervistate nei villaggi sono state mobilitate nella
campagna portata avanti da TAMWA finalizzata all' eliminazione delle MGF. Sono stati istituiti
utilizzati per costituire i comitati locali per il monitoraggio della pratica delle MGF, ed hanno
contribuito all'attuazione dei programmi volti a incentivare la consapevolezza sociale sul
tema delle MGF nei villaggi stessi.
La campagna ha favorito anche il dibattito pubblico attraverso i media sulle ragioni per le
quali le MGF non dovrebbero venire più praticate, dibattito che ha riscontrato un notevole
successo, testimoniato dalle numerose lettere di commento giunte agli editori e ai redattori.
Abbiamo inoltre riscontrato un notevole incremento delle visite agli uffici di TAMWA, di
persone che chiedono informazioni sulla campagna "Stop MGF" e che chiedono di poter
usufruire dei materiali prodotti per la campagna. Abbiamo anche registrato una notevole
partecipazione maschile alla campagna per l'eliminazione della pratica delle MGF, e questo
dato rappresenta per noi uno dei maggiori successi, perché essi rappresentano coloro che
prendono le decisioni più importanti nelle società locali; nel corso di una conferenza una
donna ha preso la parola ed ha affermato che “se gli uomini assicurano che prenderanno in
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MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI
PER LA P REVENZIONE DELLE
mogli le loro figlie anche se non saranno stato mutilate, allora noi smetteremo di imporre la
pratica delle MGF alle nostre figlie”.
Tra coloro che si rivolgono alla sede di TAMWA, vi sono anche gli studenti delle scuole
superiori che richiedono informazioni sulla campagna contro le MGF per i loro progetti
scolastici in atto. Si rivolgono a TAMWA per avere i dati delle campagne contro la violenza
contro le donne, in particolare contro le MGF. Negli ultimi quattro mesi ho personalmente
ricevuto gruppi di oltre venticinque persone: erano tutti ragazzi!
OBIETTIVI
E METODI PER RAGGIUNGERLI
I risultati delle varie ricerche effettuate sul campo dalle ricercatrici di TAMWA, hanno
evidenziato che per combattere le MGF nei villaggi in Tanzania è necessario un approccio
complesso basato su diversi livelli di comunicazione che variano a seconda del destinatario
del messaggio. La nostra scelta di un approccio giornalistico alla tematica ci ha permesso di
comprendere che è innanzitutto necessario individuare le aree che necessitano di maggiore
attenzione da parte dei media. Come abbiamo sottolineato anche nel corso di questo
congresso, è la comunicazione che gioca un ruolo fondamentale nella lotta contro le MGF.
Dalla nostra inchiesta risulta che:
— alcune dei/le intervistati/e comprendono i rischi per la salute che le MGf implicano;
— altre rifiutano qualsiasi tipo di intervento per prevenire la pratica;
— per altre la fine della pratica rappresenta il rischio della perdita di potere e di stato
sociale (è la posizione di alcuni capi villaggio e addirittura di parlamentari!);
le vittime rifiutano gli interventi di sensibilizzazione mirati all’abbandono della pratica
per paura di essere ripudiate dalla società a cui appartengono (questo tipo di
atteggiamento è dovuto alla povertà e all'ignoranza delle donne);
— altre sono disposte al cambiamento e richiedono protezione ai membri della
comunità (ma spesso poi non sanno dove andare!);
— alcune delle praticanti eludono la punizione perché la legge presenta delle
scappatoie;
— alcune famiglie cambiano il tipo di mutilazione per eludere la legge;
— altre sottolineano l’urgenza di proteggere le ragazze che hanno compiuto i diciotto
anni e che vengono forzate alla mutilazione prima del matrimonio.
La sfida di TAMWA, dei partner del progetto e degli attivisti impegnati, consiste nel
monitorare costantemente il progresso della campagna, cambiando le strategie di quelle parti
del progetto che si sono rivelate meno efficaci, e di informare i media al fine di continuare a
coinvolgere, attraverso l'informazione, gli organi interessati - ivi inclusi le corti penali come
pure i membri della società. Tutto ciò è possibile solo ed esclusivamente attraverso strategie
efficaci di comunicazione.
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PREVENZIONE DELLE MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI
PER LA
II. IL PORTALE WEB WWW.STOPFGM.ORG
E L’APPELLO INTERNAZIONALE “STOP FGM”
CRISTIANA SCOPPA
Responsabile delle attività di comunicazione e coordinatrice dei progetti per la
prevenzione delle mutilazioni dei genitali femminili di AIDOS – Associazione italiana
donne per lo sviluppo. Coordinatrice del progetto “Stop FGM”
Il progetto “STOPFGM. Campagna internazionale per l’eliminazione delle mutilazioni dei
genitali femminili”, co-finanziato dalla Commissione europea nel quadro dell’Iniziativa
europea per la democrazia e i diritti umani intende contribuire alla lotta contro le mutilazioni
dei genitali femminili (MGF), una pratica tradizionale diffusa in 28 paesi africani, cui sono
state sottoposte già 130 milioni di donne mentre 2 milioni di bambine rischiano di subirla
ogni anno (dati OMS).
Il progetto ha una durata complessiva di due anni - si conluderà all’inizio del 2004 - e ha i
seguenti obiettivi:
1.Aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica in Africa, Europa e a livello
internazionale sulle gravi violazioni dei diritti umani costituite dalla pratica delle MGF
attraverso un appello/manifesto rivolto alla comunità internazionale e sottoscritto da
personalità di rilievo;
2.Raccogliere e diffondere le informazioni esistenti su attori e interventi in Africa,
Europa e nel resto del mondo a tutti i livelli attraverso un vero e proprio portale web
alimentato e aggiornato con il contributo di 8 organizzazioni africane, dove saranno reperibili
e comparabili testi di legge nazionali e internazionali, strategie per cambiare il
comportamento individuale e le norme sociali, ricerche, materiale documentario e
giornalistico;
3.Rafforzare il ruolo della società civile monitorando gli sforzi dei governi per eliminare
le MGF e adempiere agli obblighi cui sono sottoposti dai trattati internazionali sui diritti
umani cui hanno aderito;
4.Definire con maggiore precisione e specificità il ruolo del sistema legale e giudiziario
sia in Africa che nei paesi europei attraverso una conferenza di esperti di provenienza
governativa e non governativa dei 28 paesi africani dove le MGF sono diffuse;
5.Sviluppare campagne di informazione e comunicazione per accompagnare le misure
legislative sulla base di un progetto pilota sul coinvolgimento dei media realizzato in
Tanzania.
6.Fornire agli enti locali gli strumenti necessariper mostrare alla popolazione immigrata
quanto nei paesi di provenienza si sta facendo contro la pratica e come questa non costituisca
più un prerequisito necessario all’integrazione nella propria comunità d’origine una volta
tornati in patria.
Il progetto è stato presentato da AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo, in
partnership con NPSG, Non c'è pace senza giustizia e TAMWA, Tanzania Media Women's
Association, e vede inoltre la collaborazione di altre 7 organizzazioni non governative (ONG)
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MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI
PER LA P REVENZIONE DELLE
africane: AMSOPT in Mali, Voix des femmes in Burkina Faso, BAFROW in Gambia, ESPTP in
Egitto, AID in Somaliland, EMWA in Etiopia e AMWIK in Kenya.
IL
PORTALE WEB WWW.STOPFGM.ORG
Concepito come strumento per documentare e diffondere l'informazione relativa alle
varie attività per eliminare la pratica delle MGF, il portale è stato realizzato dalla società Agorà
Telematica di Napoli sulla base del progetto messo a punto da AIDOS in collaborazione con i
partner del progetto.
Obiettivo della campagna STOP FGM è costruire un vasto movimento di opinione
pubblica che dica no alle MGF, e attraverso questo costruire – in Africa e nei peasi di
immigrazione, in Europa innanzitutto – un ambiente sociale e culturale in cui le singole
persone – donne e uomini – sentano che la loro scelta di abbandonare la pratica, salvando le
loro figlie, è accolta e approvata, anziché condannata.
Per fare questo occorreva inanzitutto rendere visibile il forte movimento di oppositori alla
pratica – che in Africa comprende ormai centinaia di organizzazioni, migliaia di donne e
uomini e tutti i livelli, nei più piccoli villaggi e dentro le istituzioni, sfatando anche il mito, o
meglio il pregiudizio, spesso molto forte nei paesi occidentali, che contro la pratica in Africa
non si fa nulla, che l’Africa è rimasta “ferma”.
Un sito, o meglio un portale web, è sembrato lo strumento più adatto. Esso è stato
concepito per avere una struttura parallela in tre lingue – inglese, francese e arabo, anche se
nella fase di programmazione, validazione, messa a punto si è lavorato solo sulla versione
inglese, quella francese è in fase di traduzione, la programmazione di quella araba verrà
avviata con il supporto della nostra partner egiziana, la Egyptian Society for the Prevention of
Harmful Practices.
Abbiamo infatti considerato che:
— Internet è oggi il primo strumento di ricerca e documentazione per chiunque si
appresti ad affrontare qualsiasi argomento, ricerca, lavoro;
— l’informazione esistente sulle MGF è abbondante, ma spesso di difficile reperibilità,
in particolare quando è prodotta dalle organizzazioni che lavorano a livello locale, in
diretto contatto con le comunità. Su Internet essa è quasi sempre contenuta nei siti
che presentano singole organizzazioni, inparticolare grandi organizzazioni del Nord
del mondo, donors, organizzazioni internazionali;
— l’accesso e la visibilità in rete costituiscono uno strumento di empowerment per le
organizzazioni coinvolte.
Il sito, ma in realtà si tratta di un portale è stato dunque progettato per
— costruire uno spazio in cui l’informazione disponibile – online, ma anche e
soprattutto offline, cartacea – fosse reperibile, presentata, diffusa, un luogo da cui
partire per poi esplorare altri siti web, eventualmente, oppure contattare
organizzazioni;
— costruire un archivio delle organizzazioni che lavorano sul campo a a tutti i livelli,
dalle piccole Ong locali alle grandi organizzazioni internazionali, agli enti statali,
formando in particolare alle prime una visibilità online che altrimenti non hanno;
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PREVENZIONE DELLE MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI
PER LA
— costruire uno spazio di informazione e attualità attraverso il quale monitorare la
visibilità della tematica sulla stampa e sui media, rendere disponibili notizie
provenienti dall’Africa altrimenti scarsamente notate in Occidente.
Abbiamo quindi cominciato a elaborare la struttura del sito, suddividendo l’informazione
nelle sezioni che potete osservare nella barra di navigazione:
— “basic informations”, le informazioni essenziali su cosa è la pratica, dove e quando
si fa, ma soprattutto “perché” e cosa si può opporre ai “perché”, alle giustificazioni date
tradizionalmente;
— “working in the fields”, il cuore del sito, cioè il database delle organizzazioni che
lavorano sul campo;
— “books and documents”, bibliografia redatta con il contributo del Centro
documentazione dell’AIDOS;
— sezione dedicata ai media, con la rassegna stampa che monitora regolarmente 25
giornali internazionali, europei ed africani, e una sezione news costruita con il
contributo dell’agenzia Reuters.
Quello che rende prezioso questo portale è il fatto che tutti i contenuti delle diverse
sezioni vengono forniti e aggiornati dalle 10 organizzazioni partner del progetto grazie a un
secondo portale invisibile, che in realtà è un sofisticato database costruito ad hoc. La sua
definizione ha comportato un lungo lavoro di aggiustamento e messa a punto, in particolare
dopo il corso di formazione per le organizzazioni partner condotto a Roma nel novembre
dello scorso anno, nel corso del quale le diverse esigenze sono state meglio definite. Esso
consente attualmente di alimentare il sito con tutti i materiali scritti con caratteri latini,
purtroppo non ancora con i file contenenti caratteri arabi, che hanno una struttura
informatica diversa e non compatibile con il database. Allo sviluppo di questa sezione stiamo
lavorando.
Proprio la struttura del portale e il suo sistema di alimentazione rendono questo
strumento espandibile oserei quasi dire all’infinito. Infatti nuove organizzazioni in altri paesi
africani potrebbero essere associate al progetto, dotate degli strumenti tecnici e delle risorse
umane e finanziarie per condurre la ricerca su quanto viene fatto nel campo delle MGF nel
proprio paese e poi confezionare tali informazioni per “caricarla” nel portale
www.stopfgm.org. Questo richiede però risorse adeguate per assicurare la sopravvivenza del
portale oltre la fine del progetto finanziato dalla Commissione europea, per espandere lo
spazio web occupato e per aumentare il numero di partner e dei paesi coinvolti.
L’APPELLO
INTERNAZIONALE
“S TOP FGM”
Nel sito una speciale sezione è dedicata all’Appello/manifesto alla comunità
internazionale il cui testo, ispirato ai contenuti della prima risoluzione del Parlamento
europeo sulle MGF approvata nel settembre del 2001 e nutrito dale riflessioni e
considerazioni di tutte le organizzazioni partner del progetto, si trova integralmente
nell’Appendice di questa pubblicazione.
AIDOS e NPSG hanno promosso il 10 e 11 dicembre 2002 un evento a Bruxelles,
chiamando personalità di rilievo per la lotta contro le MGF - ministre africane, parlamentari,
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MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI
PER LA P REVENZIONE DELLE
attiviste per i diritti delle donne e i diritti umani, esperte e rappresentanti delle organizzazioni
internazioni e delle organizzaizioni non governative che si occupano di MGF - a svolgere un
ruolo di leadership nella campagna contro le MGF sottoscrivendo e promuovendo l’Appello,
oppure rispondendo alle richieste in esso contenute.
L'Appello/manifesto, già pubblicato dal quotidiano Le monde e dalle riviste Jeune
Afrique/L’intelligent e East African, nonché da numerosi quotidiani nazionali e locali nei
diversi paesi coinvolti nel progetto STOPFGM, è stato promosso da tutte le organizzazioni
partner che hanno contribuito a raccogliere le firme: è la prima volta che un esperimento
simile viene tentato sul continente africano, la prima volta che si chiamano personalità della
politica e della cultura, ma anche ex praticanti tradizionali, capi di villaggio, gente comune, a
sottoscrivere un appello che tratta un argomento, le MGF, ancora molto spesso se non proprio
tabù, quanto meno relegato a una trattazione “discreta”. In Italia esso è stato adottato dall’Udi,
Unione donne in Italia, che ha raccolto circa 15.000 firme in occasione della Festa della donna
dell’8 marzo 2003.
Tra i/le firmatari/e autorevoli troviamo la scrittrice premio Nobel Nadine Gordimer,
l’attuale ministra degli Esteri del Somaliland Edna Adan Ismail, che è stata una delle pioniere
nella lotta contro le MGF nel suo paese, le first ladies della Nigeria e del Burkina Faso, diverse
parlamentari europee, la griotte (cantastorie) maliana Amy Koita, adorata nel suo paese, la
leader politica indiana Sonia Gandhi e la moglie del primo ministro spagnolo Ana Botelo
Aznar, e numerosissimi/e attivitisti/e che da anni si occupani in Africa e non solo di MGF e di
diritti umani e diritti delle donne. Ovviamente la lista dei firmatari è molto più lunga, e può
essere consultata sul portale web www.stopfm.org, dove c’è anche un apposito schema per la
sottoscrizione online. L’appello è stato inoltre tradotto in diverse lingue africane, per cui è ora
disponibile anche in amarico, kiswahili, mandinka, oltre che in arabo, spagnolo, italiano,
inglese, francese. Non posso che invitare tutti i/le presenti a sottoscriverlo.
Grazie.
III. IL DIZIONARIO SULLE MGF
SOPHIE BESSIS
Giornalista e scrittrice
Mentre alla fine degli anni ’70 la questione era pressoché totalmente occultata, la
conoscenza in materia di MGF continua a essere approfondita dalla fine di quel periodo in
poi. Infatti, a partire dagli anni ’80, la questione delle MGF acquisisce diritto di cittadinanza
sia a livello di denuncia che di ricerca.
Tuttavia, non esiste ancora un’opera che sintetizzi l’insieme delle conoscenze riguardo
questo fenomeno e che sia accessibile a un pubblico profano (mezzi d’informazione,
governanti del Nord e del Sud, Ong non specializzate, etc.). È la ragione per la quale la
campagna STOP MGF ha assunto l’iniziativa di redigere un “Dizionario delle MGF” che possa
costituire strumento d’informazione e di lavoro per tutte le persone e le associazioni che
s’interessano a questo problema.
Un simile strumento sembra tanto più necessario dal momento che questo fenomeno si è
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PREVENZIONE DELLE MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI
PER LA
esteso ed è diventato più complesso nel corso degli ultimi decenni. Nei paesi, soprattutto
africani, dove le mutilazioni genitali sono frequenti, la pratica persiste nonostante la volontà
politica e le azioni condotte per eliminarle. D’altra parte, in seguito alle migrazioni Sud-Nord,
numerosi paesi occidentali contano oggi importanti comunità di persone originarie di paesi
dove si praticano le MGF e dunque i confronti ci sono. In Europa occidentale, nel Nord
America e in Australia, le MGF non sono più un costume lontano ed esotico, ma cominciano a
essere diffuse.
Ecco qualche ragione che giustifica la stesura di un inventario di quelli che sono i luoghi
delle MGF nel mondo. Tenuto conto dell’informazione disponibile, che è ancora insufficiente
e parziale per numerosi paesi, il Dizionario non potrà pretendere di essere esaustivo. Ma
tenterà, per ogni paese, di raccogliere il massimo d’informazione e di trattare tutti i temi in
modo da presentare le MGF nel loro contesto socio-culturale, ciò per permettere di agire più
efficacemente per la loro eliminazione.
C OME
SI PRESENTA IL
DIZIONARIO?
La presentazione generale della pratica è seguita da un dizionario paese per paese: i paesi
africani, i paesi della penisola arabica, i paesi asiatici dove le MGF sono praticate
sporadicamente, i paesi occidentali, questi ltimi suddivisi in due sezioni.
1. Dati generali sulle MGF:
— le tappe della presa di coscienza;
— convenzioni e risoluzioni internazionali che condannano le MGF;
— le differenti tipologie di MGF;
— le conseguenze delle MGF sulla salute delle donne;
— bibliografia sintetica.
2. Paesi africani e asiatici dove la pratica è antica: Arabia Saudita, Bahrein, Benin,
Burkina Faso, Burundi, Camerun, Ciad, Costa d’Avoria, Gibuti, Egitto, Emirati Arabi Uniti,
Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea Bissau, Guinea Conakri, India, Indonesia, Iran,
Kenya, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Oman, Uganda, Repubblica Centrafricana,
Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sudan,
Tanzania, Togo, Yemen.
3. Paesi occidentali dove è recente: Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Gran
Bretagna, Israele, Italia, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Stato Uniti, Svezia, Svizzera.
LE
RUBRICHE PER PAESE
Il contesto socio-economico
Principali statistiche sui paesi: superficie, popolazione, tasso di crescita demografica,
PIL, PIL pro capite, spesa pubblica per la sanità e l’educazione, copertura medica della
popolazione, numero di persone viventi al di sotto della soglia di povertà.
Principali statistiche sulla sanità, la mortalità materna e infantile, la scolarizzazione delle
bambine.
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MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI
PER LA P REVENZIONE DELLE
Politica seguita in materia demografica:stato della pianificazione familiare.
LA
CONDIZIONE FEMMINILE
Informazioni sul tema sono indispensabili poiché la pratica delle MGF non può essere
scissa dalla condizione femminile globale: più le donne sono costrette a subire costumi,
legislazioni e pratiche sociali discriminatorie, meno le MGF hanno opportunità di regredire.
Per i paesi occidentali si tenterà – per quanto possibile – di capire questi fenomeni all’interno
delle comunità immigrate.
Stato della condizione femminile: stato matrimoniale, importanza della poligamia, età
media di matrimonio, fecondità, età di maternità.
Posizione delle donne nella società: lavoro retribuito, responsabilità politiche.
LE MGF
IN CIFRE
Cifre generali: percentuale della popolazione femminile che ha subito la pratica
(prevalenza). Quali tipi di mutilazioni. Ripartizione etnica, regionale e religiosa. Età al
momento della mutilazione, etc.
Evoluzione della prevalenza nei tempi, quando è possibile fornire dati comparativi, per
tentare di capire le possibili evoluzioni.
Attitudini della società, donne e uomini, davanti alle MGF.
LEGISLAZIONI
E POLITICHE
Le leggi sulle MGF: in che senso legifera il paese in esame? È evoluta la legge? Legislazioni
nei vari paesi.
Le politiche: l’attitudine dello Stato davanti a questo fenomeno, politica o assenza di
politica condotta per eliminare le MGF. C’è rispetto della legge quando quest’ultima è
abolizionista?
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PREVENZIONE DELLE MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI
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MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI
PER LA P REVENZIONE DELLE
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IL CAIRO, 21-23 GIUGNO 2003