Non nominare il nome di Dio invano.

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Non nominare il nome di Dio invano.
Le imprecazioni col nome di Dio: non sono una bestemmia, ma uno sfogo
verbale nel quale si inserisce indebitamente il nome di Dio.
Parrocchia Gesù Crocifisso e Madonna delle Lacrime
I dieci comandamenti
L’uso magico del nome di Dio: si ha quando si ricorre al nome di Dio con
scaramanzia, come talismano scacciaguai, o cose del genere.
Il falso giuramento nel nome di Dio: giurare significa fare una promessa
solenne o esprimere un impegno solenne. Si può anche giurare nel nome di
Dio e così facendo si prende Dio come testimone di ciò che si afferma. Si
invoca la veracità di Dio come garanzia della propria veracità. Chi giura il
falso ricorrendo al nome di Dio ne infanga la veracità e lo chiama ad essere
testimone di una menzogna. Questo è un peccato grave, perché Dio è la Verità e il suo nome non può essere invocato per garantire una menzogna.
Per questo motivo Gesù consiglia di non giurare affatto nel nome di Dio
(cfr. 5, 33-37), suggerendo che il nostro parlare sia solo si, si e no, no.
Giurare nel nome di Dio però è possibile, a patto che lo si faccia per un motivo grave e giusto. Anche san Paolo lo fa (per es. cfr. Gal 1, 20: in ciò che
vi scrivo, io attesto davanti a Dio che non mentisco). Nei tribunale, per es.,
si giura nel nome di Dio.
3.
Il 2° comandamento.
Non nominare il nome
di Dio invano.
Cammino di catechesi per gli adulti
2014-2015
TERZO INCONTRO
IL SECONDO COMANDAMENTO
NON MINARE IL NOME DI DIO INVANO
Il secondo comandamento prescrive di rispettar il nome di Dio e, per questo motivo,
richiama alla disciplina dell’uso della lingua, che deve evitare di parlare male delle
cose sante.
IL NOME DI DIO È SANTO
Dio ha rivelato al popolo di Israele tutto quello che era necessario all’avvento di Gesù. Gesù ha completato la Rivelazione di Dio e ci ha comunicato la via della santità e
del Paradiso. Dio, attraverso Cristo, si è svelato nel suo mistero, si è fatto conoscere
per quello che è, cioè un padre amorevole. Nel rivelare il suo mistero di amore Dio
ha comunicato anche il suo nome.
Dire il nome a qualcuno significa condividere con lui un certo grado di intimità e di
confidenza. Significa dare all’altro la possibilità di entrare nelle mia intimità, di sapere qualcosa di me e di condividerlo. Il nome del Signore però non è un nome qualunque, è appunto il nome i Dio. È un nome santo.
Gli israeliti ne avevano un tale timore che non osavano nemmeno pronunciarlo:
quando, per esempio, leggendo il testo sacro, si imbattevano nel nome di Dio (Jahvé),
loro lo cambiavano con “Signore” (Adonái).
Il nome di Dio è dichiarato santo in tantissimi punti della Bibbia: qui ne riportiamo
quattro, tratti dal libro dei Salmi:
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Sal 28, 2: Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore in santi ornamenti.
Sal 95, 2: Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunziate di giorno in giorno la sua salvezza.
Sal 112, 1-2: Lodate, servi del Signore, lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
ora e sempre.
Sal 99, 4: Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome;.
Dio ha fatto grandi opere per la salvezza dell’uomo e l’uomo deve conservarne memoria. Ecco perché l’uomo può pronunciare il nome di Dio solo per benedirlo e lodarlo. Questo dovere nasce dentro il cuore dell’uomo, che in modo naturale capisce
che il nome di Dio va rispettato. Il nome di Dio evoca la sua identità e il suo mistero,
che meritano rispetto. Nel cuore dell’uomo c’è come un “senso del sacro”, che è istintivo e che gli fa percepire che usare male del nome di Dio è un peccato molto
grave.
IL NOME DI DIO CI RENDE SANTI
Il sacramento del Battesimo viene conferito nel nome della Trinità: Padre, Figlio e
Spirito Santo. Il nome del Signore santifica il battezzato, che riceve la nuova identità
di cristiano all’interno della Chiesa. Ecco perché è anche importante dare al battezzato un nome cristiano, che può essere:
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Il nome di un santo: cioè di un discepolo che ha vissuto la sua fede in modo
esemplare, al punto che la Chiesa è certa della sua santità e la proclama ufficialmente, proponendo quel modello particolare alla comunità dei fedeli. Il
patrocinio del santo rappresenta quindi un modello di vita per il nuovo battezzato, ma anche un sostegno e un aiuto attraverso la sua preghiera di intercessione.
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Un’espressione del mistero cristiano o di una virtù cristiana, per esempio:
Salvatore, Natale, Pasquale, Grazia, Concetta…
Ogni tanto capita di assistere a dei battesimi di bambini cui i genitori hanno dato nomi che nulla
hanno a he vedere on la tradizione cristiana e che magari derivano da altre culture, oppure nomi di
vip dello spettacolo, o di calciatori famosi, ecc. Si cerca di evitarlo perché altrimenti si rischia di
ridicolizzare il sacramento della salvezza per eccellenza. È come se quel senso del sacro, di cui si
parlava prima, venisse offeso.
Il nome ricevuto dal battezzato è dato da Dio stesso, per questo anch’esso è sacro e
va rispettato. Questo nome continuerà ad identificaci nella nostra persona anche nel
Regno dei cieli dove, pur nella comunione piena di amore tra noi e Dio, ognuno continuerà a mantenere la propria identità personale.
I PECCATI CONTRO IL NOME DI DIO
In generale possiamo dire che il secondo comandamento proibisce l’abuso del nome
di Dio, cioè un uso sconsiderato del suo nome. Non solo del suo, ma anche quello di
cristo, della Madonna, di tutti i santi.
Violare le promesse fatte in nome di Dio: sono lecite, ma sono impegnative, perché impegnano l’onore, la fedeltà e la verità di Dio. È come se Dio
fosse testimone della promessa fatta. Pertanto, violare una simile promessa,
è come fare di Dio un bugiardo. In questo modo si abusa del nome di Dio.
La bestemmia: significa proferire contro Dio parole di odio, di rimprovero,
di sfida. Parlare male di Dio, mancare di rispetto, insultarlo apertamente. È
bestemmia non solo il nome di Dio usato in questo modo, ma anche il parlare con sentimenti di odio contro la Chiesa, i Santi, Cristo, e anche contro le
cose sacre.
La bestemmia però si può estendere anche alla condotta di vita dei cristiani
quando questa diventa immorale. San Paolo rimprovera i cristiani di Roma
perché molti sono adulteri e ladri e dice: Il nome di Dio è bestemmiato per
causa vostra tra i pagani (Rm 2, 24).