Simon Konianski - La Dolce Vita Cineclub

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Simon Konianski - La Dolce Vita Cineclub
CINECLUB “LA DOLCE VITA”
www.ladolcevitacineclub.it
INVITO AL CINEMA
20a EDIZIONE SIMON KONIANSKI è una commedia on the road che sbeffeggia, senza tanti complimenti, riti, usanze
e manie ebree e conferma che si può parlare di argomenti impegnativi e di ferite morali ancora aperte
con i toni dell'ironia. Opera seconda del belga Micha Wald (il suo cortometraggio “Alice et moi” del 2004
e il suo esordio nel lungo, “Voleurs de chevaux”, non uscito in Italia, hanno avuto buon successo
tra critica e pubblico), il film ruota intorno alle inquietudini, alle scelte anticonformiste, alla voglia
di guardare da una prospettiva diversa all'ebraismo del personaggio del titolo.
Bruxelles, oggi. Simon Konianski (Jonathan Zaccaï) ha trentacinque anni, un bambino, Hadrien, e poca
voglia di impegnarsi nella vita. Separatosi da poco da una procace ballerina spagnola, l'uomo torna
a vivere col padre Ernest (il comico parigino Popeck), un ex deportato in campo di concentramento
prigioniero dei ricordi, mentre lui tende a rinnegare le sue origini. I due si detestano: Simon è filopalestinese ed è insofferente ai ricordi della Shoah; il padre, per farlo sloggiare, tiene la tv al massimo,
gli impedisce di fumare e racconta al nipotino che riuscì a salvarsi dai nazisti nascondendosi per giorni
in una latrina. Alla morte di Ernest, tuttavia, Simon decide di rispettare le ultime volontà del padre
e si trova così ad affrontare un viaggio lungo e difficile, dal Belgio in Ucraina, per seppellirlo nella sua città
nativa in compagnia dell'inseparabile figlioletto, di un anziano zio paranoico, di una zia logorroica
e del fantasma del padre che ogni tanto irrompe in maniera divertente…
Simon Konianski è un ebreo che non vuole avere niente a che fare con gli ebrei, che aspira
alla "normalità" e per questo sente il bisogno di rinnegare il padre, o almeno di disubbidirgli.
Spettinato e incerottato, Simon preferisce indossare una felpa filo-araba con la scritta "Baghdad"
nel tentativo di fugare ogni possibile fraintendimento circa le sue origini e le sue posizioni.
L’intenzione del regista è di rileggere il tema dell'Olocausto, aprendo uno spaccato drammatico sui campi
di sterminio e riuscendo a toccare lo spettatore senza però mostrare nulla delle atrocità di allora. Il vecchio
campo di concentramento di Majdanek, in cui il padre e lo zio di Simon erano stati rinchiusi, è intatto,
vuoto, sotto un cielo plumbeo e uggioso, ma ancora aleggia, attraverso il silenzio e la musica, la disperazione
e l’atmosfera carica di dolore. La morte annunciata del genitore lascia tuttavia Simon con la responsabilità
di doversi riappropriare di un'identità perduta.
Ha scritto Paolo D’Agostini (“La Repubblica”): “Tra i Coen e Little Miss Sunshine, un road movie
picaresco, esilarante e commovente, all'insegna della memoria dolorosa, della sferzante autoironia,
della brillante intelligenza della cultura ebraica. Simon, ragazzo stagionato e svogliato, piantato dalla
moglie ballerina e papà di un ragazzino sveglio, è tornato dal padre, sopravvissuto al lager di Majdanek.
Non sopporta il culto del passato, gli zii fanaticamente osservanti, il partito preso pro Israele.
Dà scandalo con t-shirt e discorsi filo palestinesi di Gaza. Ma quando il vecchio muore carica
su uno scassato pick-up il figlio, i due vecchi zii logorroici e la salma, per intraprendere un viaggio
iniziatico, tragicomico, alla volta del villaggio ucraino originario. Un film perfetto…”.
SIMON KONIANSKI è stato presentato alla sezione "Extra" del Festival del Cinema di Roma 2009.
SIMON KONIANSKI sarà proiettato Giovedì 27 Gennaio, Giornata della Memoria per le vittime
della Shoà, nell’ambito della Rassegna cinematografica “Invito al cinema”, ad Anzio, presso il cinema Astoria,
agli orari: 18,00 – 20,15 - 22,30.