a colloquio col nobel herbert simon

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a colloquio col nobel herbert simon
Anno 122 - Numero 225
Mercokdi 12 Ottobre 1988
A COLLOQUIO COL NOBEL HERBERT SIMON
Computer come scienziato
TORINO
Premio Nobel
per feconomia, Herbert Simon
e venuto a Torino, invitato dal1'Istituto di Metodologia della
Scienza e delia Tecnologia e dalla Fondazione Rosselli, per tenere una conferenza su un tema
che di solito e piuttosto lontano
dalle occupazioni degli economist!: i process! mentali che conducono alia scoperta scientifica.
A dire il vero, se si scorre il catalogo a soggetto d'una biblioteca
universitaria, o per restare in
carattere con il personaggio
si interroga una banca dati onde
ricostruire un elenco dei suoi
principal! lavori, si ha spesso il
dubbio che di Herbert Simon ne
esistano parecchi, ciascuno dei
quali ha compiuto una camera
intellettuale di tutto rispetto.
Nel campo della sociologia
dell'organizzazione i suoi saggi
fecero epoca, quasi quarant'anni
fa. Insieme con Minsky,
McCarthy e Newell, £ uno dei
padri dell'intelligcnza artificiale.
di cui non soltanto ha posto essenziali fondamenti teorici, ma
ha anche scritto alcuni dei programmi piu innovativi, come il
famoso General Problem Solver
(Risolutore generale di problemi) degli Anni 70. Del suo concetto di razionalita limitata si
puo dire che abbia cambiato I'orizzontc della tcoria delle decision!. I saggi di teoria economica
che rccano la sua firma coprono
pagine intere nell'indice internazionalc dellc citazioni. Ma anchc chi scrivc la storia delle
scicnzc cognitive, come ha fatto
di reccnte Howard Gardner, dedica all'opcra di Simon inter! capitoli. E ora lo troviamo prcso
dairintcrcssc per repistemologia, per i senticri che il pensiero
segue per arrivare a una scoperta scientifica valida.
"Professor Simon, gli chiedo, il
suo non sara mica uno di quei
casi di «io multipli* di cui microcconomisti e micro-sociologi si
occupano con passione da alcuni anni, un modello di individuo
che agiscc di volta in volta girando le spalle alle scelte che aveva
compiuto in precedenza, come
se fosse formato da tanti individuidifferenti?
Vivace"* aggiornato, a settantaduc anni, piu di colleghi che
han vcnt'anni di meno, e prontissimo (nonostante un vigoroso
pranzo nelle Langhe) a cogliere
ogni spunto per rilanciare la
conversazione in nuove direzionf, Simon mi rassicura: «Misento
det tutto unitario. Sin dagli inizi
mi'sono interessato quasi esclusivamente deiprocessi di decisione
degli esseri umani In seguito ho
scaperto via via che questi processi Qccupano un posto centrale nella scienza economica, nell'amministrazione, nella psicologia cognitiva, nel layoro scientifico. Mi
considero quindi un visitatore che
ha viaggiato attraverso differenti
culture, mantenendo intatta la i
sua identita intellettuale. La ricerca scientifica e semplicemente un
altro di questi territori, cui da tempo dedico un impegno crescente».
Come Simon ha spiegato tenendo presso 1'Unione Industriale la Conferenza Peano
la prima del prestigioso ciclo che
ristituto di Metodologia della
Scienza e della Tecnologia ha
voluto intitolare al nome del
grande matematico torinese
la sua epistemologia «ha caratteri del tutto speciali E' una forma
di epistemologia sperimentale,
che ha per mediatore necessario il
computer, e come struttura simbolica i modi di rappresentare la
conoscenza propri delVintelligenza artificiale*.
Per collaudare questa epistemologia sperimentale Simon e i
suoi collaborator! sono ricorsi a
un approccio storico. A un programma che si chiama opportunamente Bacon vengono forniti
i dati di cui disponeva uno scienziato realmente esistito come
Keplero, Ohm, Faraday prima di effettuare una determinata scoperta, e si osserva se il programma arriva a compiere una
scoperta analoga. A esempio,
nel caso delle leggi di Keplero,
Bacon, istruito con dati sulle distanze dei pianeti dal Sole, sulla
durata della loro rivoluzione e
alcuni altri, e capace di riscoprire in pochi passi queste fondamentali leggi della meccanica
celeste.
Cadrebbe in grave errore chi
pensasse che il computer arriva
a tale risultato sfruttando la propria velocita di analisi logica, la
propria potenza di calcolo. Fin
dagli esordi Simon ha lavorato
in senso contrario alia tendenza,
divenuta purtroppo dominante
nella comunita dell'intelligenza
artificiale, di concepire la soluzione dei problem! come se fosse una catasta di proposizioni logiche, da far macinare a macchine aventi grandi capacita di calcolo. I suoi programmi,.per contro, seguono una euristica, cioe
una linea di condotta che non
garantisce affatto di arrivare con
certezza al risultato voluto, ma
che di passo in passo e capace di
distinguere che cosa c'e di nuovo nella situazione e sfruttarlo a
proprio vantaggio, compiendo
un altro passo verso la soluzione.
Cost impostati, programmi
come Bacon riescono a scoprire
le leggi di Keplero in quattro o
cinque passi, e il ciclo della sintesi dell'urea negli organism! viventi in circa una ventina; laddove un programma impostato
esclusivamente sulla base del
calcolo delle proposizioni sarebbe forzato a compiere milioni di
passi, senza arrivare a effettuare
alcuna scoperta. Questa impo^ stazione permette a Simon di asserire che «ilprogramma opera in
modo analogo alia mente detto
scienziato; percio essofomisce un
contributo reale alia formulazione
di una teoria della scoperta scientifica», teoria che ha gia mostrato di essere utilizzabile, tra 1'altro, per formare ricercatori piu
creativi.
Anni fa Simon ebbe a dire che
«tutto cid che interessa capire nei
processi cognitive accade al di sopra del Uvelh dei 100 nullisecondU il tempo che occorre per riconoscere U volto della propria madre». Un modo, insomma, per
dire che ii livello di cui merita
occuparsi 6 quello dei simboli di
cui siamo consapevoli. Hofstadter, 1'autore di Godel, Escher,
Bach, gli ribatte che tutto cio
che interessa sapere accade invece al di sotto di tale limite, al