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manuale di is ale di is ale di istruzioni per l
Dipartimento Chirurgia Generale e Specialistiche
MAN
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ISTRU
TRUZIONI
PER
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UTOSOMMINIS
TRA
ZIONE
L’AU
TOSOMMINISTRA
TRAZIONE
DI INSULINA
L’INSULINA
L’insulina è un ormone proteico secreto da cellule del pancreas, che ha
la funzione di regolare il metabolismo dei carboidrati, delle proteine e
dei lipidi. La secrezione insulinica è regolata primariamente dalle
variazioni di concentrazione di glucosio nel sangue, ma anche altri
fattori possono influenzare la sua secrezione. Tutti i processi deputati
all’accumulo energetico sono sottoposti alla regolazione insulinica.
I TIPI DI INSULINA
L’insulina viene prodotta dall’industria farmaceutica con varie
preparazioni, a seconda del tipo e della durata d’azione. L’insulina si
classifica relativamente alla velocità d’azione in:
Rapida
Lenta
Semilenta
Ultralenta
LA SIRINGA
Le siringhe da insulina hanno alcune particolarità:
corpo a volume ridotto (0,3 ml, 0,5 ml, 1 ml),
in modo che a piccoli volumi aspirati ed erogati
corrispondano grandi movimenti del pistone;
hanno una scala graduata in Unità di Insulina;
possono avere l’ago direttamente fissato al corpo della siringa e non removibile;
presentano due cappucci di protezione (rispettivamente dell’ago e del pistone) a garanzia della
sterilità.
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Criteri generali di scelta:
·
La scala graduata stampata sul corpo della siringa
deve riportare i numeri (Unità di insulina) con caratteri
grandi e ben evidenti al fine di consentire una facile lettura
anche alle persone con problemi di vista. Queste ultime
possono essere agevolate dalla possibilità di applicare sul
corpo della siringa una lente che faciliti la lettura.
LA PE
NNA
PENNA
Il loro nome deriva dalla somiglianza con le penne stilografiche usate
per la scrittura: con la differenza che al
posto del serbatoio di inchiostro
dispongono di un serbatoio di insulina
(cartuccia) ed al posto del pennino
hanno un ago (intercambiabile, monouso). Le penne monouso, una
volta terminata l’insulina della cartuccia, vengono eliminate. Con le
penne riutilizzabili, terminata
l’insulina la cartuccia viene sostituita.
LA SCELTA DELLA SEDE
L’insulina deve penetrare
nel tessuto sottocutaneo e
li diffondersi per essere
assorbita ed entrare in
circolo in maniera
omogenea e standardizzata,
evitando di penetrare nel
tessuto muscolare.
Autosomministrazione di Insulina
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La sede deve essere facilmente agibile ed il tessuto muscolare
sottostante non deve subire intense sollecitazioni di movimento.
Le sedi preferite per l’iniezione di insulina sono:
Addome
Natiche
Braccia (solo se praticata da
altra persona)
Cosce
Le sedi vanno ruotate tra loro affinché l’assorbimento dell’insulina
sia efficace.
Bisogna evitare di effettuare le iniezioni in zone dove la cute appare
tesa, arrossata, dolorante e dove sono evidenti segni di ecchimosi o
ematomi.
LA DISINFEZIONE DELLA CUTE
Prima dell’iniezione si deve eseguire una disinfezione della cute che
verrà punta. Per la disinfezione è possibile usare un disinfettante
comune. Per disinfettare prendere un batuffolo di cotone, imbibirlo
di disinfettante, passare il batuffolo una sola volta sulla cute (non
ripassare con lo stesso batuffolo), lasciare asciugare il disinfettante
evitando di toccare il punto della cute in cui si inserirà l’ago.
A questo punto la cute è pronta.
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LA TECNICA DI INIEZIONE
È possibile utilizzare due tecniche di iniezione:
o Con il pollice e l’indice delicatamente si
distende la cute dell’area prescelta e si
inserisce l’ago a 45 gradi
oppure
Con un sollevamento di una
plica cutanea (presa tra pollice e
indice) e inserzione a 45 gradi o
a 90 gradi dell’ago, mantenendo
la plica fino al termine
dell’iniezione.
o
Con una piccola aspirazione verificare che l’ago non sia penetrato in
un vagellino; in questo caso sfilare l’ago ed iniettare in un’altra sede
(naturalmente questo controllo è possibile solo usando la siringa).
L’iniezione deve durare non meno di 10 secondi.
Al termine dell’iniezione non massaggiare.
Al termine dell’iniezione tamponare delicatamente con un batuffolo
di cotone per almeno 5 secondi.
Autosomministrazione di Insulina
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LE LIPODISTROFIE
Nel tessuto sottocutaneo delle zone dove viene iniettata l’insulina
possono comparire delle formazioni nodulari di tessuto adiposo che
al tatto appaiono di consistenza e dimensione diversa. A seconda della
zona interessata e della loro dimensione possono essere visibili
esternamente: a tali formazioni viene dato il nome di lipo-ipertrofie.
Viene invece dato il nome di lipo-atrofie a quelle aree nelle quali, a
differenza delle prime, i tessuti sembrano ritirarsi formando degli
avvallamenti. Nell’insieme lipo-ipertrofie e lipo-atrofie prendono il
nome di lipo-distrofie. Inizialmente sono evidenziabili solo alla
palpazione ma con il tempo, se continuano gli stimoli che le hanno
indotte, appaiono molto visibili provocando inestetismi.
La loro formazione è dovuta ad una serie di
fattori legati alle iniezioni:
il trauma provocato dall’ago;
la frequenza delle iniezioni;
l’introduzione di insulina;
l’introduzione di corpi estranei (es. microframmenti di gomma del tappo o metallici
dell’ago).
Quando l’ago penetra nei tessuti inevitabilmente provoca delle lesioni
con liberazione di sostanze aventi funzione di fattore di crescita.
Analoga azione viene svolta anche dall’insulina. E’ stato dimostrato
che tanto più frequenti sono le iniezioni tanto più evidenti sono i
fenomeni lipodistrofici la cui prevenzione è importante per due motivi:
- innanzi tutto modificano l’assorbimento dell’insulina in quella sede,
rendendolo irregolare e quindi poco standardizzato con inevitabili
conseguenze sull’equilibrio glicemico;
- in secondo luogo rappresentano un fattore antiestetico.
E’ importante quindi evitare l’iniezione di insulina all’interno dei
noduli.
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Le lipodistrofie possono essere prevenute:
ruotando le sedi dell’iniezione di insulina: così facendo si dà
tempo ai tessuti di riparare il danno provocato dall’iniezione
precedente e quindi si evita l’accumularsi degli effetti di più
iniezioni.
La rotazione deve avvenire:
tra le sedi (addome - gambe - braccia - glutei);
tra i lati (destro e sinistro);
all’interno di ciascuna sede.
evitando il riutilizzo dell’ago e quindi:
la riduzione del grado di lubrificazione e di affilatura della
punta;
la riduzione dei traumi provocati dalla punta dell’ago
deformato (dalla riutilizzazione) sia in entrata che in uscita
dal tessuto.
SEGNI E SINTOMI DELL’IPOGLICEMIA
I sintomi della ipoglicemia di norma compaiono all’improvviso. Questi
possono includere: sudorazione fredda, pallore cutaneo, affaticamento,
nervosismo o tremori, ansia, stanchezza insolita o debolezza,
confusione, difficoltà di concentrazione, sonnolenza, fame eccessiva,
disturbi visivi, cefalea, nausea e palpitazioni. L’ipoglicemia grave può
determinare perdita di coscienza e/o convulsioni.
Alla comparsa di uno o più sintomi:
se possibile rilevare il valore della glicemia eseguendo uno
stick;
se la glicemia è < di 70 con sintomatologia o < di 50 senza
sintomi:
bere 100 cc di coca o succo di frutta o aranciata oppure
bere un bicchiere d’acqua con una bustina di zucchero.
Se allo stick preprandiale la glicemia è meno di 100 mg/dl eseguire 2
unità in meno della dose programmata.
Autosomministrazione di Insulina
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SEGNI E SINTOMI DELL’IPERGLICEMIA
I primi sintomi della iperglicemia in genere compaiono gradualmente
nell’arco di alcune ore o giorni. Questi includono sete, poliuria, nausea,
vomito, sonnolenza, pelle secca ed arrossata, xerostomia, perdita di
appetito ed alito acetonemico.
Alla comparsa dei sintomi è necessario recarsi in ospedale:
dalle 7.30 alle 13.30 direttamente all’AMBULATORIO
DIABETOLOGICO;
pomeriggio e notte, giorni festivi in PRONTO SOCCORSO.
STICK GLICEMICO E CORREZIONE
DOSAGGIO INSULINA
Se allo stick preprandiale la glicemia è compresa tra i valori
sottoriportati, correggere il dosaggio prescritto secondo lo schema
seguente:
· meno di 100 mg/dl eseguire 2 unità in meno della dose
programmata
· 101-150 mg/dl
praticare la dose programmata
· 151-200 mg/dl
1 unità in più
· 201-250 mg/dl
2 unità in più
· 251-300 mg/dl
3 unità in più
· 301-350 mg/dl
4 unità in più
· 351-400 mg/dl
5 unità in più
· più di 401 mg/dl
6 unità in più
A CHI RIVOLGERSI IN CASO DI DUBBI
Al proprio medico curante
Al SID (se il servizio è stato attivato)
Al Centro Diabetologico
Reggio Emilia, Novembre 2005
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