insegnano. Ma cose simili le assicurano anche per gli smeraldi, se

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insegnano. Ma cose simili le assicurano anche per gli smeraldi, se
Le gemme magiche come oggetto d’indagine storico-religiosa
FIG. 3 – Intaglio frammentario in ametista raffigurante un dio dalla doppia testa
di ariete (Roma, Museo Archeologico
Nazionale)
insegnano. Ma cose simili le assicurano anche per gli smeraldi, se vi sono incise aquile o scarabei; cose
che ritengo davvero essi abbiano scritto non senza disprezzo e irrisione del genere umano» (fig. 3)47.
La menzione di opere scritte sul tema rivela la presenza di sorta di «prontuari» magici in cui si fornivano le opportune indicazioni per la confezione delle gemme48, sia in relazione ai nomi divini da incidervi, in questo caso quelli di Sole e Luna, sia per quanto attiene alle immagini, che qui sono di animali, cui si attribuiva evidentemente un carattere profilattico, anche nei confronti di calamità naturali. La
necessità della precatio per conferire efficacia alla gemma incisa si inserisce perfettamente nel quadro
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N.h. XXXVII.40.124, pp.816-817
Ciò del resto è chiaramente confermato da opere come il Libro sacro di Hermes ad Asclepio, che fornisce un elenco dei
36 Decani le cui immagini – accuratamente descritte – devono essere incise su gemme a carattere profilattico (ved. oltre). Un
esemplare di gemma con scena di imbalsamazione, contiene sul rovescio un’iscrizione del seguente tenore: «al rovescio della
pietra, in un cerchio brillante, queste parole Cuc bacuc bakaxicuc bakabeicuc baditofw baincwwwc». Sul retto della pietra, la raffigurazione è accompagnata dalla formula seguente: «di un leone queste parole fra due sparvieri» e all’esterno:
Iaewbafrenemounoqil... (DELATTE, DERCHAIN, Les intailles magiques, p.98, nr.122). Ne risulta che il lapicida seguiva le indicazioni di un testo, di cui trascrive le prescrizioni. Un altro caso molto significativo è segnalato da A.M.NAGY (Gemmae magicae selectae. Sept notes sur l’interprétation des gemmes magiques, in A.MASTROCINQUE, cur., Atti dell’Incontro di Studio
Gemme gnostiche e cultura ellenistica, Verona 22-23 ottobre 1999, Bologna 2002, p.161 s. e fig.8a-b). Si tratta di una gemma
inedita della collezione delle antichità del Museo di Belle Arti di Budapest, con immagine dell’Anguipede alectorocefalo
accompagnata dal nome IAw e da alcune lettere greche in cui si può identificare l’espressione «come è prescritto». Lo studioso nota correttamente che la formula, frequente nei testi magici dei papiri, rivela che l’incisore della gemma ha riprodotto quanto era indicato nella «ricetta di fabbricazione».
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