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Il Sole 24 Ore
LETTERATURA
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Il Sole 24 Ore domenica
08 GENNAIO 2017
conversazioni sullo scrivere
Giuseppe Pontiggia l’oratore
Che cos’è la parola? Un’emissione di suoni, un concetto. No, di più: è ritmo-gesto, melodia ed energia del corpo
intero che intona la parola, tendendosi sia dentro di sé per cercare i significati sia fuori di sé per esprimerli. È
comunicare la propria verità: metterla in comune; perciò ascolto di sé e degli altri. Solo chi vive la parola così, può
plasmarla ed esserne plasmato, darle un suono-corpo indimenticabile.
Esce ora un libro particolare – Dentro la sera. Conversazioni sullo scrivere di Giuseppe Pontiggia (1934-2003) –,
che ripropone la forza dell’esperienza della parola in sé e della parola letteraria, vissuta con intensità da questo
nostro scrittore tanto rimpianto. Il volume offre infatti il Cd con la registrazione delle 25 conversazioni sullo
scrivere, tenute da Pontiggia nel 1994 su invito di Aldo Grasso, per il programma Dentro la sera (RAI-Radio2). Ce
n’è pure la trascrizione completa di servizio, con la specificazione che quella delle prime tre puntate fu corretta
dall’Autore stesso per la rivista «Leggere» (giugno 1995). Pontiggia aveva cominciato i corsi sullo scrivere al
Teatro Verdi di Milano nel 1985, subentrando a Raffaele Crovi.
Colpiscono i brillanti contenuti culturali e critico-letterari, i suggerimenti, le riflessioni profonde sulla parola e lo
scrivere per la voce di un Autore fra i maggiori. Sorprende la scoperta dell’oralità di uno scrittore nel riascolto, ma
anche attraverso la trascrizione di Pontiggia, che misurò le correzioni: fatto insolito, data la sua cura per le parole,
le frasi e, in quegli anni, la scansione, il taglio più maturi dello stile narrativo e saggistico. Era ormai giunto alla
notorietà anche internazionale, per lo Strega vinto nel 1989, con il romanzo La Grande sera, e per Vite di uomini
non illustri (1993), fra le opere che resteranno. Dopo anni e anni di lavoro con umiltà, fatica, si era costruito una
cifra formale unica, risconoscibile. Eppure conservava nella trascrizione molti ecco, bene, poi, magari o i
polisindeti. Perché?
Perché alla radio Pontiggia sperimentava modalità dell’espressione orale. Si tratta di uno stile-modulazione
corporea, nella coscienza culturale conseguita grazie agli studi antropologici di Marcel Jousse. Pontiggia sfrutta
tecniche dell’espressione orale – anafore, parallelismi, ripetizioni varie e antitesi, talora la formula – per supportare
meglio la memoria propria e altrui, dare incisività alle sue convinzioni. L’Autore usava parlare a braccio
consultando scarni appunti. Possedeva letteralmente la materia: solo nel 1994 erano ottanta circa gli articoli e i
dattiloscritti di conferenze e lezioni sulla lettura e lo scrivere, secondo il censimento per la mostra del Verdi
Giuseppe Pontiggia docente: leggere, imparare, scrivere (2015). Le sue appaiono così performances, incarnazione
di una parola, una lingua sentita come vera e, perciò, “propria”: perché lo è diventata senza altre mediazioni che il
desiderio della letteratura. Sono le espressioni schiette di un corpo che parla e ama le parole-corpo, le parolemateria, del movimento del pensiero che guida la voce, di affetti che ne incalzano il sentimento.
Nella pubblicazione entriamo in comunanza – attraverso l’oralità – con un’esperienza vissuta: quella dello scrivere
«in senso forte, lo scrivere con ambizioni espressive e letterarie» e lo scrivere della «comunicazione efficace». Lo
scrivere, pensato da un Autore teso non a informare, cioè a fornire un manuale di nozioni, indicazioni, per
diventare scrittori, bensì a mettere in comune, prima di tutto, la sua esperienza irripetibile dell’arte della letteratura,
attraverso cui si è realizzato e può agire sull’ambiente, facendolo trasformare e progredire. Pontiggia è stato non a
caso fra i più bravi a raccontare la quotidianità della vita, i gesti, gli atti pur minimi, la realtà di esseri comuni,
senza cedere a tentazioni naturalistiche: nella consapevolezza dell’energia unica dell’ispirazione e del lungo studio
degli autori di ogni tempo e delle loro diverse tecniche narrative. Tutti aspetti discussi nelle conversazioni, in cui
Pontiggia tratta le differenti attese della scrittura e l’atteggiamento più efficace nei suoi confronti; le caratteristiche
del linguaggio orale e scritto e dei contesti d’uso o dei gerghi e delle implicazioni del loro impiego; la retorica,
valori formali e disvalori nella scelta di avverbi, aggettivi, sostantivi o pronomi; cosa comporti la costruzione
dell’incipit/della fine di una narrazione, l’organizzazione formale dei dialoghi e tanto altro per un solido metodo di
giudizio, critico e autocritico, della scrittura.
La voce, e l’andamento cadenzato, accelerazioni improvvise se non vertiginose e pause: a contrassegnare l’oralità
di Pontiggia, il suo consegnarsi all’ascoltatore. Grazie al CD, percepiremo il ritmo stesso di un’intera esistenza che
ha sedimentato in sé conquiste culturali molteplici. È questa la bellezza del volume multimediale e, se anche la
trascrizione di servizio è perfezionabile, l’indice dei nomi e delle materie notevoli ne consente pure un importante
uso di studio. Nella convinzione che «si scrive per quel sé che coincide con gli altri», lo scrivere è un «rischio» che
vale la pena di essere corso, perché saprà regalare emozioni inattese. Il testo che un autore scrive, infatti, riserva
sorprese anche a lui stesso: i significati non si possono programmare a priori. Autore al servizio della letteratura,
della cui potenza era intimamente certo, Pontiggia è stato un maestro per lo stile, il sapere comunicato con
chiarezza e “simpatia” e lo spirito di responsabilità. In un simile terreno si radica il suo modo tipico – fatto di
pacatezza, entusiasmo, passione, e anche umori –, di parlare della scrittura: quel senso di presenza tangibile,
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persuasa, lontana da pose e compiacimenti, talora riscontrabili alla radio o in televisione.
Sì, – parafrasando Jousse – possiamo dire che Pontiggia è stato uno di quegli scrittori, capaci di bagnarsi ancora
alla fonte della giovinezza.
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Giuseppe Pontiggia, Dentro la sera. Conversazioni sullo scrivere , a cura
di Ambrogio Borsani e Roberta Cesana, Milano, Belleville, Milano,
pagg. 320 con Cd, € 21
Daniela Marcheschi
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