[nazionale - 23] inserti/pagine 03/05/08

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[nazionale - 23] inserti/pagine 03/05/08
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Diario di lettura
Andrea
De Carlo
Tuttolibri
SABATO 3 MAGGIO 2008
LA STAMPA
La vita. E’ nato a Milano nel 1952. Il padre era architetto, traduttrice la madre.
Laureato in Storia moderna. Assistente di Fellini nel film «E la nave va». Tra le
attività non letterarie,la messa in scena insieme a Ludovico Einaudi dei balletti «Time Out» e «Salgari» (con il gruppo di danza ISO e Daniel Ezralov).
Le opere. E’ tradotto in 21 paesi. Nel 1981, da Einaudi, ha pubblicato «Treno di
panna», presentato da Italo Cavino. Altri romanzi: «Uccelli da gabbia e da voliera», «Macno», «Yucatan», «Due di due», «Uto», «Giro di vento», «Mare delle
verità» e, ora, «Durante» per i tipi di Bompiani.
MIRELLA
SERRI
IL ROMANZO
Per essere bello è bello. Riccioluto pure. E poi la bellezza la insegue da sempre, a modo suo, s'intende: da snob che mette in pratica il bon
ton morettiano: «Mi si nota di più se
vengo e mi metto in un angolo oppure se non vengo per niente?».
Lo scrittore Andrea De Carlo, di
cui è appena uscita la quindicesima
fatica letteraria, Durante (Bompiani), a vernissage e salottiere abbuffate
mondane preferisce la minestra d'orzo e il buen retiro in pietra a dieci chilometri da Urbino, in aperta campagna, tra dirupi e colline. Pedigree intellettuale di tutto rispetto - dal padre, il noto architetto Giancarlo, agli
amici di famiglia gran letterati, Italo
Calvino ed Elio Vittorini -, lo scrittore giramondo sente molto anche l'appeal del viaggio e della trasferta. Sulle orme di Calvino, suo mentore in
letteratura all'esordio con Treno di
panna, il narratore tra i più seguiti
dal gran pubblico da sempre è un
viandante très chic, alla ricerca, tra
tante Città invisibili, della sua città
«visibile», la più seduttiva e vivibile.
Prima di trasferirsi dall'ombra
della Madonnina a quella del Palazzo
Ducale di Urbino, De Carlo ha inseguito la bellezza di una città come un
amore sempre lontano e il suo diario
DURANTE
TESTIMONIAL
DI UNA VITA
ASCETICA
«Nella mia America anche
il manifesto della beat
generation, l’enigmatico
Gatsby, l’ombra di Kafka,
Taxi Driver di Scorsese»
di lettura ne porta la traccia: «L'incentivo al vagabondaggio nasce dal
fatto di essere nato e vissuto a Milano. L'ho detestata. Avevo un appartamento sulla Dàrsena, uno dei pochi
angoli caratterizzati da un'identità
estetica, ma questo non serviva a liberarmi dalla sensazione di vivere in
un luogo brutto, in mezzo a canali di
scorrimento del traffico. Ho gettato
alle ortiche il provincialismo divorando libri, musica, cinema che mi suggerivano che dovevo andarmene».
Al vertice delle sue passioni?
«Il manifesto della beat generation,
On the Road di Jack Kerouac. Seguiva Bob Dylan. Poi il rock con Let's
spend the night together dei Rolling
Stones, un flash di vita libera e selvaggia, con le favolose grupies al seguito delle band. Nel mix si inseriva
America di Franz Kafka che oltreoceano non c'era mai stato ma che ne
aveva colto l'essenza. E, poi, a spingermi via dall'Italia, c'era la passione, mai giunta a compimento, tra
l'enigmatico Gatsby e l'inavvicinabile Daisy nel romanzo di Francis
Scott Fitzgerald ambientato a Long
Island. Si aggiungeva Taxi Driver di
Martin Scorsese che trionfava al cinema con Robert De Niro nei panni
di Travis Bickle, ex marine, alienato, isolato, depresso e sessualmente
frustrato, sofferente di insonnia cronica per le vie di New York».
La Grande Mela si è rivelata la città ideale?
Andrea De Carlo in una foto di Lene Moller Hansen: lo scrittore sarà in Fiera sabato 10 maggio con il suo romanzo «Durante»
“E’ BELLO STARE
NEL MOTEL
CON LOLITA”
Stevenson, una città che si trasforma
continuamente. La mia nuova, vera
meta è Sydney».
va in Australia l'idea dell'amore romantico».
Cosa la spinge?
«Niente letteratura, stavolta. A Syd-
«Il desiderio di terre sconfinate, di colori, azzurro, verde intenso, di aria
trasparente e di mistero. Me lo aveva
ispirato una pellicola, Picnic ad Hanging Rock. Tratta dal romanzo della
scrittrice australiana Joan Lindsay,
coglie la natura enigmatica del paese
degli Aborigeni con il racconto di un
gruppo di ragazze dell'aristocratico
collegio Appleyard che fanno un picnic ai piedi dell'immenso gruppo roccioso che dà il titolo al film. Quattro di
loro si allontanano, spariscono e il
giallo rimane irrisolto. E poi mi porta-
«Lavoravo come lavapiatti in un ristorante. La metropoli era dura ma
anche vecchia, datata rispetto all'
Ovest. Dopo un breve soggiorno a
Boston, dove vendo polli surgelati,
ottengo un ingaggio da autista. Devo portare una macchina a Los Angeles. Mi attirano i grandi spazi, la
sera dormo in motel fatiscenti e leggo le pagine di Vladimir Nabokov
dedicate al prof Humbert Humbert
in transito nei piccoli hotel d'America con la sua Lolita».
Con Los Angeles - nuova frontiera come va?
«Violenta, inquinata, senza centro,
senza periferie ma sconvolgente,
rappresenta la novità. Insegno in
una scuola di lingue e poi riparto,
torno in Europa. Parigi, Londra che
guardo con gli occhi di Dickens e di
XXIII
Come mai?
sconte di Bragelonne di Dumas padre con il Visconte pazzamente innamorato di Françoise Louise de La Vallière - a Il rosso e il nero di Stendhal».
E come scopre la campagna urbinate?
«Nella campagna urbinate
mi ha portato Jane Austen:
nella casa battuta dal vento
mi sembra di ritrovare
la vecchia Inghilterra»
ney mi aspettava una ragazza bellissima e destinata a divenire la mia compagna. Ma l'immagine dell'amore era
tutta letteraria. Me l’ero costruita attraverso tante pagine giovanili, dal Vi-
«Mi ci porta, stranamente, Jane Austen. Qui, nella mia casa battuta dal
vento, mi sembra di ritrovare, quando rientro, frammenti della vecchia
Inghilterra simili a quelli raffigurati
in Ragione e sentimento o in L'abbazia
di Northanger. Questo romanzo della
Austen è segnato da una sottile vena
d'ironia, mai eccessiva ma graffiante
in un contesto naturale feroce, sferzante. La bellezza per me è piuttosto
nella zuppa dell'orto che nei salotti
del Chiantishire».
LE SUE SCELTE
f
f
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ALAIN DE BOTTON
CHIARA GAMBERALE
Esercizi d'amore
La zona cieca
GUANDA, pp. 216, € 7, 80
BOMPIANI, pp. 254, € 16
MONDADORI, pp. 334, € 10, 40
Il romanzo di questo straordinario
scrittore svizzero, è un piccolo
gioiello, una magnifica love story
Storia raccontata con grande
generosità. La protagonista s'innamora
di uno scrittore narciso ed egocentrico
Una guida d'eccezione ci fa scoprire il
corpo femminile, pieno di rivelazioni
e curiosità
TUTTOlibri RESPONSABILE: LUCIANO GENTA. IN REDAZIONE: BRUNO QUARANTA.
DESMOND MORRIS
L'animale donna
Ma che delizia, l'avventura
minimalista. Casali ristrutturati alla meno peggio,
zoccoloni di sughero, magliette e
pantaloni comprati al mercato
dell'usato: l'appeal di un tran tran
quotidiano ridotto all'osso, in Val
di Lana, ce lo racconta, alla sua
maniera sorprendente e avvincente, Andrea De Carlo nell'ultimo libro, Durante (Bompiani, pp. 440,
€ 14,40). Anche se, poi, tra la conquista del paradiso, inteso come
vita agreste, e la fuga dalla città si
può anche scoprire che c'è un abisso. Torna così sulla sua ossessione
originaria lo scrittore che nei suoi
libri - in parte autobiografici - ha
sviscerato spesso le due anime
contrastanti, quella metropolitana e quella campestre.
In Due di due, De Carlo metteva
nero su bianco il divario tra chi riversa nel viaggio la sua nevrosi l'anarchico Guido che fa la spola
tra Stati Uniti e Australia - e chi,
come Mario, butta la chiave della
casa in città per la vita dei campi.
In Durante, ad irrompere nell'
elegiaca comunità di espatriati
dall'urbe, è un deus ex machina che
porta tutti i personaggi all'agnizione di sé e delle proprie infondate
convinzioni. Stivaletti usurati, fascinosamente secco, con foulard
provenzale intorno al collo, un po'
rockstar e un po' vagabondo, l'allampanato Durante si presenta, in
un caldo pomeriggio di maggio, a
una delle farms riadattate ed è destinato a sollevare venti di tempesta nel piccolo agglomerato rurale. L'optional bucolico e la fuga
dall'abito griffato in nome di una
ritrovata autenticità sono spazzati via dalla presenza seduttiva dell'
alternativo Durante che scatena
contrasti familiari, voglia di tradimenti, desiderio di fuga.
UNO SCIAMANO A CAVALLO
Entrano nel tunnel della crisi il protagonista del romanzo, giovane laureato in Scienza della comunicazione all'
Università di Bologna, e la sua compagna, la secca e bionda Astrid. Si incrina il ménage di trentenni che hanno ritrovato le gioie (si fa per dire) del lavoro manuale, passano tutto il giorno
chini sul telaio, hanno un cane e un
furgoncino e ritengono di dedicarsi a
piaceri semplici e «poetici» come la
tessitura artigianale.
Durante, personaggio dotato di capacità sorprendenti, pratica la suggestione e l'ipnosi ed è il vero testimonial
di una vita ascetica, votata alla ricerca
dell'essenza. Vive di niente, lavora saltuariamente, non ha casa, beni, proprietà. Dissemina figli qua e là e ne lascia la responsabilità alle madri, irretisce e affascina, in primis il gentil sesso.
Il cavalier Durante, che sa far galoppare anche i ronzini peggio conciati, è,
tra tanti sapori adulterati, il vero piatto di ortica e farro: da lui sprigiona
quel profumo di verità alla cui ricerca
sono approdati nei ranch marchigiani
i transfughi da traffico e shopping.
Un racconto che corre veloce, questo di De Carlo. Sedotti dallo sciamano Durante, tra il serio e il faceto assaporiamo le derive delle ultime utopie,
l'ultimo maledetto imbroglio delle illusioni più pervicaci. Il sogno della vita
agreste in Durante è, per rimanere
nella metafora naturista, un bel cavallo azzoppato. Ci salti in groppa e poi
non sai che ti capiterà, magari ti lascia a metà.
[M. S.]
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