ROCCO CURTO – CANDIDATURA PER IL SENATO

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ROCCO CURTO – CANDIDATURA PER IL SENATO
ROCCO CURTO– CANDIDATURA PER IL SENATO ACCADEMICO
Cari colleghi,
vi invio una breve nota per presentare la mia candidatura in Senato
Accademico.
Afferisco alla Facoltà di Architettura II e al Dipartimento Casa-Città, anche se
la mia candidatura trova il consenso di numerosi colleghi della Facoltà di
Architettura I e di altri Dipartimenti. Non una candidatura di parte ma di
Ateneo. Sono stato membro del Consiglio di Amministrazione, sono
Presidente di Corso di Studi e Vice Preside per le risorse. Mi sono reso
disponibile per le attese che molti di noi hanno nei confronti del ruolo che
il Senato Accademico potrà svolgere nei prossimi anni. E’, infatti, sentita e
diffusa l’esigenza che il Senato eserciti con forza il ruolo - peraltro
riconosciutogli dall’attuale Statuto - di programmazione e di indirizzo delle
politiche culturali dell’Ateneo sulla didattica e sulla ricerca.
Nell’attuale condizione generale di difficoltà dell’università e del paese, è molto
importante che il Politecnico rafforzi la sua presenza e supporti la
competitività del sistema Italia. Anche se è indubbio il ruolo dei settori
dell’ingegneria dell’informazione e industriale, è altrettanto importante il ruolo
che possono esercitare i settori dell’architettura e delle ingegnerie che
operano sul territorio.
Un elemento di forza del Politecnico sta nella sua differenziazione e
specializzazione che, pur presenti, non sono però esplicitati al momento in un
vera strategia. Mi pare anche che le stesse questioni inerenti alla didattica
ed alla ricerca siano spesso affrontate senza considerare, fino in fondo, non
solo le specificità ma anche le potenzialità inerenti i diversi settori presenti
nel Politecnico. A partire da queste considerazioni, pur anteponendo una
visione globale e attenta a tutti i settori e a tutte le componenti dell’Ateneo,
sono interessato a lavorare sui problemi e le potenzialità delle aree
accomunate dal fatto che hanno ricadute e relazioni con il “territorio”. La
competitività del paese dipende, infatti, da tutte le qualità che il territorio può
esprimere come risorsa, in tutte le sue componenti (fisiche, architettoniche,
edilizie, ingegneristiche, naturalistiche, storiche, ambientali, non ultimo
anche in termini di capacità di gestione del territorio stesso).
Se si esplicitano meglio le differenziazioni e le specializzazioni, si amplia
il campo di competenza dell’Ateneo e si rafforza la sua integrazione nel
mondo reale, con effetti positivi anche sul piano della visibilità della
formazione e della ricerca. Il Politecnico deve essere l’interlocutore
privilegiato per tutti i grandi soggetti e per tutti i progetti e azioni di cui sia
riconosciuta la rilevanza in termini sociali, di innovazione, di sviluppo, di
equità, ossia
per quanto può contribuire all’ammodernamento e alla
valorizzazione del territorio e del paese in senso lato.
Fatta questa premessa che ha il solo intento di segnalare che il nostro ateneo
deve valorizzare meglio le risorse interne sfruttandone le potenzialità, credo
importante fare alcune considerazioni generali.
PIANO STRATEGICO
Ritengo fondamentale che l’Ateneo, per quanto di competenza del futuro
Senato Accademico,
definisca, dichiari e realizzi una serie di azioni e
interventi puntuali, a partire però da un piano o, per lo meno, da una visione
strategica. Deve, comunque, individuare ed esplicitare le proprie linee
culturali e politiche sulla didattica e sulla ricerca, considerando i diversi
settori e aree, linee che tra il resto sono essenziali anche per orientare i
singoli e le strutture che operano nell’Ateneo per il suo miglioramento. Il
Senato deve garantire la coerenza tra obiettivi, azioni concrete e risorse, con
piena trasparenza dei criteri e comunque secondo una visione generale e non
separata. . Le linee culturali e i progetti devono essere commisurati alla realtà
dell’Ateneo e, pertanto, devono nascere da uno sforzo di analisi del nostro
Politecnico - a partire anche dai dati e dalle elaborazioni già disponibili finalizzato ad individuare insieme ai punti di forza e alle debolezze, le
cause, le terapie, gli incentivi e i premi.
DIDATTICA
I docenti delle Facoltà di Architettura, e non solo, si sono in questi ultimi
anni fortemente esposti nell’organizzazione dell’offerta formativa e nella
progettazione e attivazione dei Corsi di Studi, secondo il nuovo modello
formativo, con attenzione ai diversi livelli formativi, con esiti che vanno
puntualmente valutati ma indubbiamente con l’obbiettivo di migliorare la
qualità didattica. Credo che la discussione sull’esperienza condotta debba
partire dai Corsi di Studi e dalle Facoltà, ma sono convinto che, al di là dei
possibili ulteriori miglioramenti da apportare al I e al II livello, a seconda
dei casi, si debba riconoscere l’importanza del III Livello. L’eccellenza deve
essere garantita ed è irrinunciabile per i Dottorati di ricerca, se è vero che da
essi dipendono anche i futuri docenti e lo sviluppo della ricerca. Credo che
il Senato dovrà affrontare anche il problema dell’autonomia delle Facoltà e
delle sue risorse, le quali oltre ad essere sufficienti e ripartite in modo equo
secondo criteri culturali e di efficienza, non possono limitarsi alla sola
didattica complementare. L’assenza di risorse finanziarie delle Facoltà ne
limita l’iniziativa e le loro possibilità di sviluppo.
RICERCA
Può darsi che la ricerca si presenti frammentata e che questo costituisca un
limite. Essa è comunque molto variegata per settori e tipologie. E’ certo che
vanno favoriti forme e processi di aggregazione, rivolti a rafforzare la
competitività dell’Ateneo sul piano della ricerca scientifica. Per la ricerca,
forse ancor più che per la didattica, è essenziale definire le linee
strategico/culturali ed è nodale poter contare su maggiori risorse finanziarie
e su un’organizzazione della stessa ricerca più moderna, supportata da
strutture più adeguate. La ricerca richiama e rimanda all’assetto dipartimentale
ed al problema dell’autonomia e del rapporto tra Dipartimenti, Istituti ed
Ateneo.
RISORSE
Essendo le risorse sempre più scarse, è essenziale garantire criteri di
ripartizione trasparenti e coerenti con le linee politiche e culturali
dell’Ateneo. Occorre avere una visione generale dei criteri di ripartizione,
che devono essere considerati e valutati separatamente e nella loro globalità
(dotazioni, punti organico, didattica complementare, ricerca, etc.).
STRUTTURE E ORGANIZZAZIONE
Deve essere migliorata l’organizzazione del lavoro a tutti i livelli dell’Ateneo,
sul piano amministrativo, della didattica e della ricerca. Questo processo
presuppone la precisazione dei livelli di autonomia, la semplificazione
degli iter amministrativi e delle procedure che regolano i rapporti tra
l’Ateneo, le Facoltà e i Dipartimenti. In particolare, colpisce il fatto che
l’attuale organizzazione del lavoro non sempre sia specializzata come
dovrebbe: ruoli, compiti e responsabilità spesso si sovrappongono,
compromettendo l’efficacia dell’impegno dei singoli e delle strutture.
SENATO ACCADEMICO/CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Credo che a partire dall’analisi dei ruoli e delle competenze del Politecnico
debbano essere individuati con maggiore chiarezza i compiti e i ruoli del
Consiglio di amministrazione e del Senato accademico, con le relative
rappresentanze, avendo chiara la distinzione tra politiche culturali (didattica
e ricerca) e amministrazione, pur ovviamente considerando le loro relazioni.
Cordiali saluti
Rocco Curto