Abbiamo scelto:

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Abbiamo scelto:
[SIAMO TUTTI POETI]
Inviate
i vostri lavori a:
E TU CHE VIVI SOTTO
Il cielo
mutevole, cangiante
tenero nell’azzurro più sereno
acceso e rosseggiante
diafano e opalescente
come di velo.
Il cielo
di velluto, di seta, di diamante
d’argento all’alba
dorato all’ora del sole calante
nelle notti più scure cupo e nero
come un mistero.
Ricamato
di nuvole leggere vaporose
di luna e sole, di stelle vezzose.
Bello seppure di nembi oscurato
e corrucciato.
Di sfumature
dolci d’arcobaleno pennellato
da lampi inafferrabili tagliato
da frecce iridescenti di sereno
tra le nubi raggianti
illuminato.
Affascinante
incantatore in ogni suo sembiante
ammaliatore in ogni sua fattezza.
E sacro, perché sacra è la bellezza.
E tu, che vivi sotto questo cielo:
che importa se sei bianco, giallo o nero!
Club3
Siamo tutti poeti
Via Giotto 36
20145 - Milano
Il giornale non dà risposte
private sull’argomento,
non restituisce i materiali
ricevuti e si riserva il diritto
di scegliere quali pubblicare.
QUESTO CIELO
M. Sonia Ugolini Capanni - Città di Castello (Pg)
ASPETTANDO
A CURA DI GIUSTO TRUGLIA
Questo cielo tutto nuvole
e cocci d’azzurro
accende la mente
fa breccia nei sensi.
Il mare risponde
di liquida gioia:
s’avvolge
si stende
s’adira
s’impenna
s’arruffa
sussurra parole
che il vento raccoglie
e disperde.
Esulta di forza
ancora ai primordi
ignora il passato
cancella i ricordi.
Intinge i colori
nell’eterna sorgente
d’intense passioni
e teneri amori.
Santina Neri - Carpi (Mo)
Come una scema sto ad aspettare,
ad aspettare qualcosa che non potrà mai avvenire.
Sto ferma e immobile,
come quando l’estate aspetta, impotente, l’autunno.
Niente e nessuno potrà mai muovermi!
Non mi piegherò!
Rimarrò immobile, come un monte davanti a una tempesta.
Alessia Liberti - Roma
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SETTEMBRE 2007
CLUB3
I lettori pubblicano
Abbiamo scelto:
Poesport
di Alberto Alvoni
Beccari Editore
La storia dello sport raccontata
percorrendo in bici la Panoramica
da Cattolica a Pesaro, quasi
una raccolta di conchiglie
per riscoprire la poesia dello sport.
C ome non amare questo lembo di terra
d’Ischia che, nel fluire delle stagioni e dei
fenomeni atmosferici, acquista una
dimensione mitica e un fascino da fiaba.
PRIME TEMPESTE ALL’ISOLA
Geme la terra mia
e par che tremi
sotto colpi invisibili...:
venti, nembi, marosi
l’hanno assediata, come cittadella
una furia nemica.
Ride ancora la vigna
e biondeggia dei grappoli vetusti;
muore appena settembre...
Ancora un poco
e il fico e l’olmo
eleveranno al cielo i rami inerti
come a chiedere venia.
Belle pur sempre a Ischia
son le tempeste
come tutte le cose.
Un sovrumano senso del terribile
intimidisce il piccolo mortale
e s’insinua nei petti
quel terror degli dei
sacro ai primordi umani.
Quel vivido guizzare
della folgore, a notte, sui declivi
e il muggito del tuono;
il digrignar dei flutti contro il lido
e questo fiero
ingagliardirsi dei venti
han sull’isola mia,
in ogni tempo,
un sapore di mito,
un fascino di fiaba.
Caterina Di Lustro, Forio (Na)
Il velo rosso rubino
di Paola Marino
Il Filo Editore
Prima raccolta poetica per l’insegnante
di Lettere di Ancona, che si muove
in equilibrio tra i reale e il surreale,
costruendo un universo parallelo
in cui potersi tuffare.
Dentro di me e nei miei dintorni
di Anillo Sezzi
Edizioni Tecnograf
«Sarei grato», scrive Anillo nell’inviarci
il suo libro di poesie riccamente illustrato,
«se si menzionasse che si tratta di una
voce proveniente dal mondo dell’autismo
e che contiene una simpatica sorpresa».
NON CAPISCO...
DUE LACRIME
Il cuore,
mi sussurra tutto di sé,
ma il tutto mi fa male,
mi fa affondare nell’abisso immenso
contenuto nella secolare timidezza
dell’amore.
Io gli sussurro di no,
ma non riesco a dimenticare
la sua soave voce,
che nell’intimo mi faceva vivere
nell’immensa serenità
di un attimo eterno.
Il tutto ora mi avvolge
ma non capisco il suo scopo,
la sua meta,
capisco solo che il mio cuore
a volte, non mi ama.
Ma la sera
con me non resta nessuno.
Vengono a trovarmi
portano pacchettini.
Guardate dove sono venuto!
Mi hanno trovato
questo posticino.
Sulla sua faccia si vedeva il dolore.
Gli occhi un po’ velati
guardavano lontano.
C’è un lumino
lì a tramontana:
è la mia casa.
E su una ruga
scolpita dagli anni
scivolano due lacrime salate
che nessuno asciuga.
Adriano Cicerone - Francavilla F.na (Br)
Antonio Caccaviello - Pontevico (Bs)