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Libro SARSINA 7.11 ore 15.30:Layout 1 13-04-2010 17:51 Pagina 20 Libro SARSINA 7.11 ore 15.30:Layout 1 13-04-2010 17:51 Pagina 21 SUBLIMAZIONI IMMAGINATIVE Tarocchi Fantastici di Marisa Zattini «Il Tarocco è un camaleonte. […] Ciascun Arcano, essendo uno specchio e una verità di per sé, si tramuta in quello che tu ci vedi dentro» (Alejandro Jodorowsky) Prima parte Disegnati da artisti del ’900, a partire da Salvador Dalì, realizzati come scultureabitazione da Niki de Saint Phalle, conosciuti dalla fine del ’300, molto diffusi nel ’400, cantati da poeti quali Matteo Maria Boiardo, Luigi Pulci, François Rabelais, affrescati sulle pareti del milanese Palazzo Borromeo, si giocavano alle corti estensi e viscontee, servivano per svagarsi e per divinare. Prima del ’500 erano definiti ludus triomphorum, gioco dei trionfi, ovvero marce trionfali per la presenza di figure allegoriche importanti e di personaggi potenti: Imperatore, Imperatrice, Papa, Papessa. La loro origine è incerta, forse bohémienne o egiziana o islamica. Sono collegati al Sufismo e alla Cabala. Secondo recenti ricerche, il Tarocco divinatorio sarebbe posteriore a quello del gioco, in quanto si sarebbe diffuso a partire dal ’700. Fanno parte dell’iconografia di tutti i tempi ed hanno giocato un ruolo importante per tutto il ’900. Ancor oggi vengono usati nella cartomanzia e nella sofrologia [sofrologia deriva dal greco “sôs”, armonia e “phrem” spirito, cioè studio delle alterazioni degli stati di coscienza dell’uomo, ottenute con mezzi psicologici, fisici ecc.]. Oltre le profondità di noi stessi, l’importante, oggi come sempre, è saper ritrovare la “bellezza dell’essere”, comunque l’essere sia, come diceva Simone Weill (1909-1943). Martin Marisa Zattini - Sublimazini immaginative - Tarocchi Fantastici Heidegger (1889-1976) ha scritto che l’essenza dell’uomo ha la forma di una domanda. Allora i Tarocchi, nell’arte divinatoria e combinatoria, possono essere intesi come una “possibilità di interrogarsi”, cioé una forma di specchio riflettente, per meglio comprendere ed interpretare il nostro presente. «Divinare è immaginare nel modo giusto. Tutto il segreto della divinazione consiste nell’educazione dell’immaginazione, che deve essere disciplinata, per poter essere usata razionalmente» ha scritto Oswald Wirth, nel 1924/1925. «Nella visione occidentale dei Tarocchi si dava forse più spazio a ipotetiche “influenze spirituali”, che col tempo si sono andate sviluppando in una concezione maggiormente “psicologica” come quella ripresa dal Wirth», così ha scritto recentemente in un articolo Giacomo Bottinelli mettendo a confronto e in relazione I King e I Tarocchi. In entrambe le concezioni è arcaico e ingenuo oggi affermare che la divinazione predica il futuro, ma pare più logico parlare di una «interpretazione del presente, con le sue eventuali e possibili evoluzioni. Del resto, anche nello sviluppo della mentalità occidentale, la nozione di Fato si è andata in molti casi perdendo; questo in ambienti scientifici accade almeno da quando emerse la casualità del comportamento delle particelle in fisica quantistica» (G. Bottinelli). L’idea che ci possa essere un futuro già deciso e “scritto”, quindi un avvenire predestinato, non può coesistere con il concetto di “libero arbitrio” che caratterizza le scelte e la costruzione architettonica della vita di ogni uomo. Così come l’idea che si possa gettare uno sguardo oltre le barriere del tempo presente appartiene solo all’ambito della superstizione. Questo Terzo Millennio 21