Rete Ferroviaria Italiana, il punto della situazione

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Rete Ferroviaria Italiana, il punto della situazione
Elezioni Rappresentanze Sindacali Unitarie e
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Gruppo FS
24 - 25 - 26 - 27 novembre 2015
Rete Ferroviaria Italiana,
il punto della situazione
Il Contratto di Programma 2012-2016 pari a 98.736 mln di euro tra Stato e Gruppo FS pone le condizioni
per un progressivo miglioramento, in termini qualitativi, con l’implementazione di tecnologie mirate al
continuo efficientamento dei processi produttivi e dei livelli di sicurezza, per la quale, in particolare, sono
stanziati 345 mln di euro per l’individuazione di soluzioni tecniche per la revisione dei processi manutentivi/gestionali.
Le priorità individuate riguardano:
• Sicurezza e mantenimento in efficienza della Rete in termini di disponibilità, capacità e puntualità;
• Innovazione tecnologica per l’efficientamento dei processi produttivi;
• Investimenti finalizzati allo sviluppo della Rete AV/AC (Milano-Venezia, Napoli-Bari e Messina-Catania-Palermo), nonché alla velocizzazione delle tratte antenna AV e dei corridoi viaggiatori, compresi i
collegamenti con gli aeroporti strategici;
• Potenziamento dei corridoi ferroviari merci e dei collegamenti con i principali Porti e Terminali.
La legge n.164/2014, cd “Sblocca Italia“, del novembre 2014 e relativa all’esercizio finanziario degli anni
2015-2016, prevede il finanziamento da Contratto di Programma pari a 864 mln di euro l’anno per il costo
del lavoro e la manutenzione ordinaria della rete, traguardando contestualmente, nell’arco di piano, un
investimento pari a circa 17 miliardi per la realizzazione di opere infrastrutturali.
La legge n.190/2014, cd “Legge di Stabilità 2015“ prevede un finanziamento per RFI pari a 4.250 mln di
euro, di cui 500 (2015), 750 (2016), 750 (2017), 2250 (2018) per la manutenzione straordinaria della rete,
l’internalizzazione di attività e l’acquisto di nuovi mezzi d’opera.
Nonostante i tagli prodotti nel corso dell’ultimo biennio dai diversi interventi, sia legislativi che delle authority preposte (100 mln del dividendo FS da destinare al MEF; aumento del costo dell’energia; riduzione
del pedaggio per le tracce orarie, ecc..), il finanziamento previsto dalla legge 190/2014 pone le basi per un
diverso e più importante utilizzo del personale di RFI, sia in termini numerici che qualitativi.
L’assoluta priorità delle prossime settimane è evitare che il dibattito parlamentare che si sta aprendo in questi giorni sulla manovra di finanza pubblica per il triennio 2016-2018, che condurrà alla “Legge di Stabilità
2016”, produca riduzioni al quadro finanziario attuale di RFI e dell’insieme del Gruppo FS.
A questa priorità immediata se ne affianca un’altra, di carattere strategico, rappresentata dai pericolosi tentennamenti del Governo sulle modalità di privatizzazione dell’attuale Gruppo FS a struttura unitaria ed integrata, tema sul quale da ormai un anno si elaborano e si confrontano due ipotesi contrapposte.
La prima, incentrata sul mantenimento dell’assetto societario unitario dell’intero Gruppo, pur privatizzato
fino ad una quota massima del 40%, successivamente al riassetto proprietario mediante scissione dell’attuale società Grandi Stazioni e alla cessione a Terna della rete elettrica “primaria” (66/130/150 Kv).
La seconda, invece, che prevederebbe lo scorporo dal Gruppo, prima della privatizzazione, dell’infrastruttura ferroviaria (la cui proprietà rimarrebbe in mano pubblica, ma non si capisce ancora in capo a chi,
né come…), con il conseguente immediato venire meno della necessità stessa di un Gruppo societario
unitario, tanto che, infatti, la privatizzazione (a quel punto non si capisce nemmeno più per quali quote di
proprietà…) avverrebbe per pezzi, a partire dallo “spezzettamento” dell’attuale Trenitalia e, di conseguenza, delle società di servizi, di progettazione e di omologazione e collaudo dell’attuale Gruppo, mentre parte
dell’attuale RFI potrebbe essere destinata a mantenere, sulla base di un rapporto convenzionato con la
nuova proprietà pubblica, solo alcune delle attuali attività.
L’una o l’altra ipotesi non sono affatto indifferenti per il lavoro, a maggior tutela del quale il Sindacato, nel
mantenere le proprie pesanti riserve sulle ragioni stesse della privatizzazione, ha da tempo espresso il deciso sostegno alla prima delle due ipotesi qualora, invece, privatizzazione dovesse effettivamente essere per
decisione dell’attuale proprietà (il Governo, attraverso il Ministero dell’Economia), del soggetto deputato
alla sorveglianza (ancora il Governo, attraverso il Ministero di Infrastrutture e Trasporti) e del Parlamento
Italiano.
In ogni caso, nel corso del 2015 i primi concreti segnali di inversione di tendenza rispetto al passato sulla
internalizzazione di attività stanno producendo i primi effetti sperati e da tempo auspicati dal Sindacato,
dall’acquisto di nuove macchine alla realizzazione di banchi e cabine per il controllo della circolazione sino
ad oggi realizzati da imprese appaltatrici.
In questa direzione va anche la riorganizzazione delle officine nazionali, sulle quali saranno destinati una
parte dei finanziamenti per l’ammodernamento e l’implementazione tecnologica, necessari alla progettazione e alla realizzazione di materiali, apparecchiature ed attrezzature speciali fino ad oggi acquistati all’esterno.
Anche le circa 750 assunzioni da realizzare entro il 2015 vanno nella stessa direzione, fermo restando che a
quelle già concordate se ne dovranno successivamente aggiungere altre, necessarie a sostenere la progressiva internalizzazione delle attività e a fronteggiare il turn-over del personale pensionato.
È perciò importante che le nuove assunzioni in RFI vengano realizzate secondo i criteri di trasparenza e di
obiettività già in vigore nel Gruppo FS per la individuazione dei candidati da invitare a selezione, criteri che,
per quanto valutato dalla Filt-Cgil nel corso degli ultimi anni, offrono ampie garanzie di correttezza delle
procedure e di tutela degli interessati. È quindi per tali ragioni che la Filt-Cgil si è opposta e continuerà ad
opporsi ad ogni tentativo di “annacquamento” delle regole in vigore, vigilando sul loro rigoroso rispetto ed
agendo contro ogni eventuale futuro tentativo di ridurne la trasparenza.
Attenzione particolare e straordinaria merita infine il tema della sicurezza sul lavoro.
A fronte di implementazioni tecnologiche rivelatesi finalmente assai efficaci, nel corso dell’ultimo decennio si è registrata una significativa riduzione degli incidenti sul lavoro nel Gruppo FS e nell’insieme del
settore del trasporto ferroviario.
Malgrado ciò, però, le attività di manutenzione delle infrastrutture e delle attività di manovra – per entrambe, sia quelle svolte direttamente da RFI che quelle appaltate – mantengono tuttora indici di infortuni
sul lavoro elevati, ridottisi nel corso degli ultimi anni con un andamento molto più lento di quello di altri
segmenti operativi aziendali e con un’incidenza di infortuni mortali e gravi ancora preoccupante e dolorosa.
Questi dati dimostrano che molto c’è ancora da fare, che molto deve fare RFI (nel duplice ruolo di operatore
diretto e di committente di lavori in appalto), che molto devono fare le imprese appaltatrici.
Molto da fare, con determinazione e continuità, da parte dell’azienda, ma molto importante sarà anche il
ruolo, la capacità di iniziativa e l’impulso che sapranno esprimere i RLS, nell’ambito delle loro prerogative
e competenze e, nel rapporto che essi sapranno sviluppare nella contrattazione, con le RSU.
Le lavoratrici e i lavoratori di RFI eleggeranno complessivamente 189 RLS, di cui 67 presso le UT, 5 presso
le Officine Nazionali, 22 nei Collegi Elettorali “promiscui” (comprendenti cioè anche gli addetti alla manovra, ovvero con manutenzione e circolazione insieme) e 96 nella sola Circolazione: mai come in questo caso,
scegliere bene tra le candidature quelle davvero impegnate ad operare con cognizione di causa e consapevolezza del delicato ruolo affidatogli è utile, molto utile, per ogni elettore.
MANUTENZIONE
Manutenzione
L’accordo nazionale di riorganizzazione della Manutenzione Infrastrutture sottoscritto l’8 luglio scorso va
quindi nella direzione indicata, cioè quella di una importante introduzione tecnologica che segna un’inversione di tendenza con la reinternalizzazione di attività che possono delineare sul piano occupazionale un
ricambio generazionale assai significativo.
In questa fase i tavoli territoriali si confrontano per la definizione dei reticoli manutentivi di Direzione
Territoriale tenendo a riferimento l’accordo nazionale.
Quell’accordo, che brevemente riepiloghiamo, salvaguarda i livelli stipendiali anche in caso di sottoutilizzazione, mantiene le residenze amministrative e conferma gli attuali confini territoriali, in quanto mantiene per le nuove Unità Manutentive (UM, ex Reparti ) e i nuovi Nuclei Manutentivi (NM, ex Zone/Tronchi)
i confini giurisdizionali delle precedenti strutture senza modificare per gli addetti alcun riferimento (indennità di linea, trasferta, reperibilità), quindi in costanza di regole.
Gli ex Reparti IE vengono sostituiti dalle UM IS/TE in ragione della specializzazione delle attività, inoltre,
vengono costituite le nuove UM AV/AC nelle quali conseguentemente verranno previsti nuclei manutentivi IS/LAV/TE/SSE/TLC.
La riduzione del numero di Quadri nei diversi impianti della rete non incideranno sul ruolo e sulle responsabilità dei due Capi Tecnici addetti ai Nuclei Manutentivi.
La nuova organizzazione dovrebbe determinare la ricollocazione dei Quadri in ragione del passaggio dai
Reparti alle UM (quasi il doppio di postazioni) e dalla costituenda CPO (Controllo Processi Operativi), la
cui missione sarà quella di supportare le UM per attività cantieristiche, verifiche tecniche, formazione ecc..
Nel Nucleo CPO, posto alle dirette dipendenze delle UT, saranno collocati Specialisti Q2 IS/TE/LAV/MOV.
Agli attuali Responsabili di Struttura o Capi Reparto Q1 utilizzati nelle nuove attività demansionate (da Q1
a Q2) verrà riconosciuto un ad-personam riassorbibile (in occasione di futuri passaggi di area), pari alla
differenza tra l’importo mensile lordo di salario professionale previsto per le due figure.
I Cantieri Meccanizzati Armamento e TE, nello spirito dell’internalizzazione assumeranno ruoli sempre più
determinanti per le attività di RFI, anche alla luce dell’acquisto di nuovi e più funzionali mezzi d’opera (per
l’internalizzazione di attività livellamento binari pari a 9.500 km e di 7.100 deviatoi) e dall’implementazione
di ulteriori 4 cantieri TE (per l’internalizzazione del cambio filo di contatto, pari a 25.000 km di linea).
Le internalizzazioni degli impianti di segnalamento riguardano: l’attività di riconfigurazione degli SCMT,
dell’ACCM, la realizzazione di impianti ACCM, RTB, e Sistema Diagnostico.
All’interno delle Sale Operative si distingueranno, attraverso la separazione delle due filiere di responsabilità (Circolazione-Manutenzione), i ruoli e le capacità di intervento in caso di guasto.
Infine, la specializzazione IS/TE dei reparti IE, la creazione delle nuove UM AV/AC e dei conseguenti NM
IS/TE/LAV/SSE-LP/TLC e il rapporto 1 a 4 (Tecnici-Operai) nei settori TE/LAV/SSE/TLC determinano
la creazione di nuovi posti di lavoro con spiccate caratteristiche specialistiche.
CIRCOLAZIONE
Circolazione
Alla luce dei finanziamenti relativi all’innovazione tecnologica il settore Circolazione risulta più esposto
all’efficientamento, sia in termini di impianti che occupazionali.
Ciò non significa, però, che RFI possa determinare unilateralmente una pericolosa e dannosa desertificazione attraverso una massiccia chiusura di impianti cosi come ha inizialmente proposto nella trattativa in
corso sulla riorganizzazione.
Attualmente le stazioni sono 1345 e le fermate 915, per un totale di 2260 impianti, di cui 150 stazioni gestite
da Quadri, 339 da livelli B, 28 località di servizio presenziate da livelli C o D. Le stazioni impresenziate sono
in totale 828.
Nel biennio 2015-2016, per effetto degli investimenti già programmati, RFI prevede ulteriori 110 impresenziamenti, le cui ricadute dovrebbero essere gestite localmente.
Nei tre incontri finora svolti a livello nazionale RFI ha confermato sostanzialmente l’impostazione della
riorganizzazione presentata, basata sulla trasformazione dei Reparti Territoriali Movimento in nuove Unità Circolazione (UC) corrispondenti agli ambiti territoriali delle Unità Manutentive definiti nell’accordo
nazionale dell’8 luglio 2015.
Il modello proposto continua a basarsi sulla scelta di ridefinire l’inquadramento delle attività della circolazione nelle stazioni presenziate, nelle sale e nei reparti, giustificandola con la generale semplificazione e
riduzione delle attività conseguente alle innovazioni tecnologiche e alle modifiche organizzative avvenute
negli anni passati.
Rispetto alle stazioni presenziate da Quadri, RFI propone di attribuire il livello Q2 solo ai Capi Stazione
che operano nelle 26 stazioni individuate che rispondono a criteri aziendali unilateralmente definiti, senza
alcuna garanzia di stabilità geografica per tutti i Q2 che, per effetto della riorganizzazione, si troverebbero
ad operare in stazioni che non prevedono più la posizione di Quadro.
Nel merito abbiamo registrato solo una disponibilità ad individuare eventuali criteri che limitino il numero di
personale costretto a trasferirsi per ricoprire in altre stazioni o sale le postazioni da quadro scoperte.
Entro il 2016 le attività delle 28 località dove attualmente operano livelli C e D verranno remotizzate e
conseguentemente i lavoratori in esubero saranno professionalizzati a Capo Stazione o ricollocati in manutenzione, secondo i titoli di studio posseduti. Alla richiesta sindacale di valutare la possibilità di garantire
soluzioni logistiche adeguate al personale soggetto a mobilità geografica, la società ha finora risposto di non
poter sostenere le spese conseguenti.
Rispetto alle sale, secondo il nuovo modello verrebbe mantenuto il livello Q1 ai DCCM, il Q2 ai DCO (ripristinato su richiesta sindacale), mentre si attribuirebbe il livello B a tutte le postazioni da DC. E’ intenzione
di RFI standardizzare il modello delle sale omogeneizzandone l’organizzazione a livello nazionale.
In ogni UC la società prevede di collocare un responsabile di livello Q1 (ex Capo Reparto), uno specialista
della circolazione di livello Q2 e alcuni addetti di qualifica Capo Stazione.
Non sarebbe previsto il livello Q2 per gli attuali Responsabili di Segreteria Tecnica, mentre il Quadro attualmente impiegato per la sicurezza di reparto verrebbe ricollocato nel nuovo CPO.
Il Sindacato ha espresso una valutazione molto negativa sulla proposta presentata, contestando:
• la scelta unilaterale di riduzione da 150 a 26 stazioni che prevedono il livello Q2 appare evidentemente
provocatoria, anche rispetto al livello di responsabilità richiesto dalle condizioni di lavoro nelle quali
oggettivamente operano oggi i Dirigenti Movimento di molte delle località escluse;
• l’impercorribilità della riduzione da 67 RTM a 37 UC, in quanto non definita sulla base di criteri oggettivi;
• che sui DC va fatta una valutazione più approfondita, in quanto a tutt’oggi non sono stati forniti gli
elementi necessari alla discussione.
• che, in ogni caso, le Segreterie Tecniche di UC non possono essere soppresse.
In conclusione, considerato il
quadro di riferimento descritto,
risulta evidente la necessità di
una riflessione seria e approfondita, che tenga conto delle problematiche legate al riposizionamento del Gruppo FS in seguito
alle determinazioni assunte dal
Governo (risorse finanziarie) e,
soprattutto, a quelle in via di definizione, prima tra tutte la privatizzazione.
Una riflessione aperta anche al
contributo delle RSU e dei RLS.
Un contributo tanto più utile ed
efficace quanto più, scegliendo
tra le candidate e i candidati da
eleggere, le lavoratrici e i lavoratori di RFI esprimeranno col voto
RSU e RLS autorevoli e preparati,
capaci di mettere a disposizione
nel loro ruolo di rappresentanza e
di concerto con le strutture sindacali iniziative e proposte di contrattazione e di tutela in grado di
orientare e governare il processo
di riorganizzazione e di riassetto
di RFI nell’ambito del Gruppo FS.
Roma, 27 ottobre 2015
Elezioni Rappresentanze Sindacali Unitarie e
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Gruppo FS
24 - 25 - 26 - 27 novembre 2015