Compagnia teatrale I Guitti Le folli stagioni Compagnia teatrale I
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Compagnia teatrale I Guitti Le folli stagioni Compagnia teatrale I
Compagnia teatrale I Guitti Le folli stagioni ceci n’est pas un récital Dalle poesie di Jacques Prévert Regia e drammaturgia Luca Micheletti E con: Claudia Scaravonati, Roberto Bindoni (chitarra, live electronics), Walter Beltrami (percussioni), Roberto Bordiga (contrabbasso) Luca Micheletti, assecondando l’ispirazione lirica di Prévert, costruisce uno spettacolo fatto di sogni e magie, ma anche di giochi, crudeli o incantati, entro la fitta gabbia del tempio domestico: un uomo e una donna si ritrovano, fantasmi in carne ed ossa di un amore del passato, e rivivono la gioia e l’angoscia d’una folle stagione ormai trascorsa. Il trio sostiene la parola attraverso una trama acustica iridescente, fatta di accensioni melodiche, ma anche di rumoristica elettronica ed invenzioni jazzistiche. +++++ Compagnia teatrale I Guitti Le folli stagioni ceci n’est pas un récital Dalle poesie di Jacques Prévert Regia e drammaturgia Luca Micheletti E con: Claudia Scaravonati, Roberto Bindoni (chitarra, live electronics), Walter Beltrami (percussioni), Roberto Bordiga (contrabbasso) Scene: Luca Micheletti e Valentina Fariello Costumi: Basco Luci: Fabrizio Ballini Musiche originali: Roberto Bindoni Altre musiche: Charles Aznavour, Gilbert Bécaud, Ornette Coleman, Joseph Kosma Produzione: Compagnia teatrale I Guitti Le folli stagioni rivelano un Prévert inaspettato, sfrenato, dirompente. Non più nostalgico e fané, ma anche irridente e surreale, burlesco e caustico. Lo spettacolo intreccia l’eros al travestimento, e il risultato è un grotesque polifonico, musicale e magico, che ha per argomento l’amore deluso, già tema principe della lirica d’ogni tempo, ed ora, sorprendentemente, fatto oggetto invece d’una vera e propria “farsa del disincanto”. Le canzoni eseguite dal vivo (che omaggiano e riscrivono Kosma e Bécaud, tra gli altri), fanno da contrappunto al labirinto acustico nel quale le voci si perdono e si confondono – per dare spazio al sogno – e infine si ritrovano e si raccontano, sul bordo estremo tra realtà e messinscena. Il cammino dell’innamorato, dalla chiamata dei sensi alla perdita del senno, è descritto tenendosi ben lungi dal dramma esistenziale, attraverso un catalogo di “tipi” o “maschere”, leggende o parodie di vieux amants: uno sciupafemmine che ha smarrito il proprio fascino, un toro vanesio che si fa bello per una novella Pasiphae “postatomica”, un insonne bohémien con manie omicide, o l’Inverno che rende folli le stagioni quando letteralmente “si squaglia” d’amore… Luca Micheletti, assecondando l’ispirazione lirica di Prévert, costruisce uno spettacolo fatto di sogni e magie, ma anche di giochi, crudeli o incantati, entro la fitta gabbia del tempio domestico: un uomo e una donna (Claudia Scaravonati) si ritrovano, fantasmi in carne ed ossa di un amore del passato, e rivivono la gioia e l’angoscia d’una folle stagione ormai trascorsa. Roberto Bindoni, Walter Beltrami e Roberto Bordiga sostengono la parola attraverso una trama acustica iridescente, fatta oltre che di accensioni melodiche, anche di rumoristica elettronica, cui s’uniscono invenzioni estemporanee e jazzistiche. Le folli stagioni sono una commedia “d’amore e d’anarchia” che esplora il cuore segreto delle contraddizioni del più amato poeta francese: dalla farsa fino al dramma metafisico, la lingua di Prévert, inarrestabile e iridescente, si offre genuina alla creazione scenica e il teatro le dà corpo, rinnovandola con agile invenzione perché ritorni ad essere a buon diritto un “mito d’oggi”.