1 Per Lino e Franca che gli è stata sempre vicino e ha
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1 Per Lino e Franca che gli è stata sempre vicino e ha
Per Lino e Franca che gli è stata sempre vicino e ha accompagnato ogni suo pensiero “Gli dei non hanno svelato ogni cosa ai mortali fin da principio ma, ricercando, gli uomini trovano a poco a poco il meglio” (Senofane, Frammenti) “Non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l’uomo di scienza, ma la ricerca critica, persistente ed inquieta, della verità” “Quelli tra noi che non espongono volentieri le loro idee al rischio della confutazione non prendono parte al gioco della scienza”. (Popper, Logica della scoperta scientifica, Torino, 1970) (citazioni poste da Lino Palmeri ad apertura del documento Per una aperta discussione sui problemi dell’insegnamento integrato e della ricerca interdisciplinare, Mestre 1986) Se ripenso al mio percorso di coscientizzazione, alle esperienze professionali e culturali che negli anni ho fatte, ai miei progetti, tutto si riconduce alla figura del prof. Palmeri: prima mio insegnante di filosofia, poi collega allo Stefanini; presidente del Coordinamento Nazionale delle MaxiSperimentazioni autonome; ideatore, assieme ad altri amici ed amiche, di “Sensate Esperienze”; esperto chiamato a presiedere convegni e gruppi di lavoro nazionali. Giudice onorario del Tribunale dei Minori di Venezia. Poeta. Infine, mio amico e confidente, maestro di etica politica, di esperienze nuove. Continuo ad imparare dai suoi pensieri e dalle sue azioni. Lo abbiamo molto amato tutti e tutte noi che l’abbiamo conosciuto, ma lui ha continuato ad amarci di più, anche se lontani. Da una straordinaria capacità d’amare traeva impulso la sua intelligenza, lucida ed appassionata insieme, generosa, ottimistica per volontà. Il prof. Palmeri non è stato solo il fondatore dello Sperimentale Stefanini, nella forma e struttura che i corsi hanno sviluppato e mantenuto fino a metà degli anni ’80. (Puntualità storica ricorda che proprio nell’’86, all’indomani del suo pensionamento, si è aperta una discontinuità, originata da pressioni esterne ministeriali e dalla crisi della leadership interna, e caratterizzata da una progressiva revisione e semplificazione del curricolo proprio in quei tratti di maggiore interesse che distinguevano lo Stefanini rispetto ad altre scuole, con conseguente limitazione dell’ autonomia progettuale, sempre più incanalata nei solchi delle sperimentazioni guidate Brocca o degli indirizzi di ordinamento, eccezione fatta fino a qualche anno fa per il Liceo delle Scienze Sociali. E’ pur vero che una cultura della sperimentazione, ereditata dall’esperienza che il prof. Palmeri aveva guidata, si è implementata nell’istituto, consentendo negli anni di valorizzare, con progetti interdisciplinari e trasversali d’area, quegli spazi di autonomia che la normativa aveva introdotti. Ma l’impianto complessivo della sperimentazione autonoma, la sua filosofia, era stato altro). Il prof. Palmeri non è stato solo un infaticabile, stimatissimo organizzatore e ispiratore dello svecchiamento della scuola. Né è stato solo un eccezionale insegnante carismatico, capace di trovare la nota giusta nella comunicazione con i diversi attori con cui si confrontava. Il suo merito più grande non è stato neppure quello di riuscire a costituire équipe di insegnanti dalle culture e sensibilità tanto diverse, come la realtà normalmente presenta, ma fortemente solidali, avendo un condiviso progetto comune. Dagli anni ’70 ai primi anni 2000, la ricerca applicata del prof. Palmeri, che abbia riguardato curricoli d’indirizzo o tematiche socio-psicologiche e d’apprendimento, è stata finalizzata a ricercare risposte concrete, implementabili, al dramma di una scuola escludente perché gerarchicamente organizzata, precanalizzata, retorica, dove l’apprendere era disgiunto dal fare, dove la progressione storicistica delle discipline e la loro segmentazione producevano selezione, dispersione, demotivazione. Ancorare la Riforma a nuovi assi, intervenire sulla professionalità docente e l’organizzazione del lavoro, sugli insegnamenti integrati, su sperimentazione versus innovazione etc., ha messo alla prova la straordinaria capacità del prof. Palmeri nel riuscire a contenere, e ricondurre ad una unitaria visione d’insieme sistemica, riflessioni anche molto disomogenee che si andavano disomogeneamente realizzando nel disomogeneo paesaggio italiano . 1 Il prof. Palmeri è stato in Italia il più importante ricercatore sperimentale di scienze dell’apprendimento e della formazione, in grado di connettere sempre, con tenace determinazione e rigore metodologico, il piano scientifico delle teorie con il piano dei modelli di curricolo, il piano dei principi e valori di cittadinanza con il piano dei saperi, delle competenze, dell’organizzazione stessa che la scuola, come istituzione, e la singola scuola, come unità scolastica, devono darsi per rispondere al meglio ai compiti istituzionali che la Costituzione attribuisce loro. Sterminata, ma molto ordinata, precisata ed approfondita nel tempo, coerente, ancora attualissima, è la sua produzione, affidata ai documenti interni, ai suoi interventi su riviste specialistiche (da “Scuola Democratica” a “Sensate Esperienze”), agli atti dei convegni a cui ha continuato ad essere chiamato anche ben dopo il pensionamento, alle vaste, importantissime, anche da un punto di vista storico, raccolte documentarie. Il prof. Palmeri, così schivo ed alieno da ogni narcisismo e protagonismo, riservato, ma non timido, per natura estraneo ai gruppi di potere e ai loro scambi interessati, ai salotti mondani, ha amato intensamente la politica nel senso più nobile del termine, e l’ha coltivata come la virtù massima del vivere civile, dimensione etica che ha dato il contesto di senso e il necessario spessore alla sua ricerca epistemologica. In ciò, rispettato ed ammirato da quanti l’hanno conosciuto e hanno con lui condiviso un’esperienza. Rispettato, ma non amato né tanto meno riconosciuto come “uno dei nostri”, da parte di quei “potenti” da cui è rimasto sempre lontano, pur dovendosi con loro costantemente confrontare fin dai primissimi anni della sua rivoluzionaria esperienza di scuola. Come Coordinamento Nazionale delle Sperimentazioni abbiamo dovuto rapportarci con partiti e sindacati, con amministrazioni locali e Direttori Generali del Ministero. La determinazione del prof. Palmeri, che non conosceva ostacoli insormontabili sul percorso dell’obiettivo da raggiungere, che non era debitrice di nessun favore di scambio, era la sua e nostra forza. Nella sua pratica politica se era inconcepibile il compromesso è stata invece costantemente presente la pazienza della mediazione. L’arte della mediazione, della visione policentrica e sistemica assieme, del contenere avendo ben chiari l’obiettivo e il risultato da ottenere, è stata coltivata con l’umiltà e la tenacia del vero sapiente, che è anche uomo d’azione. Pensiero Azione Riflessione… Per questo il prof. Palmeri ascoltava, sapeva ascoltare tutti, prendeva sempre appunti mentre noi si andava magari a fumare una sigaretta. Non l’ho mai visto distrarsi, mostrare impazienza o stanchezza nelle decine e decine di incontri a cui abbiamo partecipato. Neppure insofferenza, o forse la dominava con stoico esercizio. Solo lui era pronto ad andare a Palermo per 3 giorni faticosissimi di dibattiti e di lavori di gruppo che si protraevano anche dopo cena (mica erano gli aggiornamenti residenziali del Ministero…) e poi essere a Reggio Emilia la settimana dopo. Sempre con una relazione nuova, infinitamente corretta, precisata, arricchita di nuove annotazioni. Da ognun* di noi riusciva a trarre il meglio, ad ognun* di noi riconosceva un merito. Per questa ragione, con lui si lavorava bene e non si sentiva né fatica né noia. Era una continua scoperta. In tempi non sospetti, ha avuto intuizioni straordinarie: la sua idea di “democrazia partecipata e solidaristica”, il suo concetto di responsabilità, attorno al quale ha incardinato le sue riflessioni più recenti sulla scuola, la sua attenta puntualissima lettura della Costituzione, sono il frutto della sua esperienza e del suo approccio pedagogico alla realtà. Ma il suo modello di scuola inclusiva, di scuola di tutti e di tutte, in grado di coniugare uguali diritti e riconoscimento delle diverse sensibilità e forme d’intelligenza, qualità e non esclusione, è il frutto della sua visione del mondo, della sua impostazione culturale, del suo approccio etico e pragmatico. Laico… Molto vicino come sentire e come cultura a Giustizia e Libertà, distante ma non oppositore del pensiero marxista, diventato oramai anziano, ha deciso di misurarsi con la politica, implicandovisi con generoso giovanile entusiasmo. Confesso che ho fatto fatica a seguirlo in questo percorso di appassionato puntiglioso e gioioso impegno, pari tra tutti e tutte noi, immensamente più grande di tutti e tutte noi. Instancabile e trascinatore, non potevamo sottrarci al suo impegno sempre più forte di cambiare, di lottare contro l’ingiustizia, contro la mediocrità del tempo presente, contro gli attacchi alla scuola della Repubblica. 2 C’è stata a metà degli anni ’90 l’esperienza politica della Rete a Venezia e la sua collaborazione con il gruppo locale di Verona, poi l’impegno nell’Ulivo in cui ha creduto moltissimo e per il quale ha profuso grandi energie. Sempre convinto che la democrazia si costruisca dal basso con un’implicazione personale disinteressata e portata a favorire i più giovani, ha profuso energie in un tentativo, rivelatosi utopistico, di rifondare a Venezia un’area di sinistra progressista, al di fuori dei partiti tradizionali, ma non escludendo le esperienze di singoli esponenti politici. Poi è venuto il suo ultimo progetto: il Comitato per la Difesa della Democrazia dei primi anni 2000. Le sue riflessioni si sono concentrate sul nesso Costituzione e scuola e di un suo scritto del 2002 vorrei riportare qualche pensiero “……… Diritti e doveri Ad integrazione dei precedenti spunti di riflessione, mi sembra opportuno accennare rapidamente agli articoli del testo costituzionale che si collegano ai tanti e diversi aspetti coinvolti da un progetto della Scuola, che lo Stato è chiamato a garantire a tutti i cittadini (a partire dagli art. 33 e 34). Quali diritti e doveri, costituzionalmente sanciti, vanno tenuti presenti nel delineare oggi un'idea di Scuola? · Il diritto al "rispetto della persona"di ogni essere umano, chiunque esso sia (art. 32) e la pari dignità sociale, civile e giuridica, "senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" (art. 3). · Il diritto allo studio, come diritto di tutti (anche "gli inabili e i minorati") ad essere sostenuti nel cammino verso "il pieno sviluppo della persona umana", attraverso la rimozione degli "ostacoli di ordine economico e sociale" che limitano di fatto "la libertà e l'uguaglianza dei cittadini" (art. 3 e 38). · Il diritto a partecipare effettivamente alla "organizzazione politica, economica e sociale del Paese", ad "associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale" (art. 3 e 49). In questa prospettiva, la Scuola deve essere aperta al presente, al rapporto col territorio e con i problemi locali, nazionali, dell'Europa e del mondo, ricorrendo alla conoscenza del passato in vista di una migliore comprensione del presente, a cui lo studente non deve sentirsi estraneo per poter contribuire alla costruzione di un mondo più umano. · Il diritto alla "libertà personale...inviolabile", alla libera manifestazione del proprio pensiero "con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione", al libero esercizio e al libero insegnamento dell'arte e della scienza (art. 13, 21 e 33). Ciò richiede che, entro ciascuna istituzione scolastica e nel concreto "fare scuola", vengano riconosciute come esigenze fondanti la funzione pubblica della scuola stessa, il pluralismo culturale quale condizione di una formazione conforme ai principi e ai valori costituzionali. Resta inteso che la libertà del docente non deve attuarsi come arbitrio individuale, ma come capacità di dare liberamente il proprio contributo attraverso il lavoro collegiale, oltre che quello personale. · Il "diritto al lavoro" (diritto di "tutti i cittadini"), per garantire il quale la Repubblica "promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto" (art. 4) e "cura la formazione e l'elevazione professionale" (art. 35). Si rende perciò necessaria una solida formazione generale (che integri cultura e professionalità di base, concretezza ed astrazione, scienza e tecnologia, rigore logico e creatività) ed una formazione specificamente professionale a vari livelli, solo dopo il quindicesimo anno. 3 · Il diritto ad "accedere agli uffici pubblici...in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge" (art. 51). Ciò esige, ancora, per quanto riguarda una scuola che intenda vedere riconosciuta la sua funzione pubblica, il riconoscimento del diritto per tutti di accedere all'insegnamento attraverso forme di reclutamento degli insegnanti contrassegnate da criteri oggettivi di professionalità. · Il dovere per tutti i cittadini di "svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società" (art. 4). Ciò richiede che, nella scuola, sia resa effettiva per gli alunni la possibilità di scegliere la propria strada, orientando gradualmente lo studente verso scelte scolastiche che non siano di fatto irreversibili o quasi, e presuppongano quindi una struttura tendenzialmente unitaria, orientata e flessibile del sistema scolastico. · Il dovere di tutelare "il paesaggio storico e artistico", di collaborare alla "difesa della Patria" e insieme di ripudiare la guerra "come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle "controversie internazionali", e inoltre di promuovere "le organizzazioni internazionali rivolte a costituire "un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni" (art. 9, 11 e 52). Ne consegue che la scuola debba tener conto di questi orientamenti valoriali, il cui conseguimento è essenziale, oggi come non mai, per la sopravvivenza delle persone, dei popoli, dell'umanità. La consapevolezza dell'esigenza primaria di rispettare la persona umana in quanto tale nella diversità delle persone, di operare per il suo pieno sviluppo in rapporto a se stessi e agli altri, e quindi di agire secondo il criterio di solidarietà verso i più deboli (e cioè verso quegli individui e quei popoli il cui pieno sviluppo sia maggiormente ostacolato da condizioni interne ed esterne di qualsiasi genere), questa consapevolezza - in quanto investe il piano etico-culturale rinvia all'azione formativa della scuola. Mi pare evidente l'importanza che diritti e doveri schematicamente richiamati, hanno sia per l'ordinamento democratico del nostro Paese, sia per una Scuola che voglia essere espressione di "valori condivisi" e riconoscere, apprezzare e insieme trascendere la particolarità delle culture locali, regionali, nazionali, nell'orizzonte di una prospettiva europea e mondiale. Venezia - Mestre, maggio 2002 A cura di Pasquale Palmeri (del Comitato per la difesa della democrazia) A conclusione, esprimo l’auspicio, anche a nome delle amiche e degli amici che hanno lavorato con il prof. Palmeri nel Coordinamento Nazionale delle Maxi-sperimentazioni autonome e in “Sensate Esperienze”, che venga costituito l’ Archivio dell’opera del prof. Palmeri. Mi pare ovvio che la sede dovrebbe essere lo Stefanini che, grazie all’impulso del prof. Palmeri, ha dato vita tra gli anni ’70 ed ’80 a uno dei modelli più interessanti e validi di sperimentazione nel panorama italiano. Negli anni, proprio l’impegno politico ha portato il prof. Palmeri a dare ordine ai suoi scritti e a materiali diversi che sono diventati dossier specifici. La scuola, oltre alle annate di “Sensate Esperienze” e agli atti dei convegni realizzati dalla scuola stessa, dovrebbe possedere anche questi poderosi dossier. Avendo collaborato col prof. Palmeri alla selezione e messa a punto di questi materiali, che solo in parte possiedo così organizzati, e conoscendo il contesto e la ragione del lavoro del professore, do la mia disponibilità per una loro ragionata catalogazione. E’ un patrimonio inestimabile che lo Stefanini possiede ed è giusto che, catalogato e pubblicato, venga trasmesso agli specialisti del settore, ma anche a insegnanti studenti e genitori. Dopo questa prima fase, si potrebbe pensare di avviare allo Stefanini un Archivio Storico della Sperimentazione ed Innovazione in Italia, rendendo quindi necessario allargare la ricerca e aggiornarla ai più recenti sviluppi ed esperienze. 4 Servono risorse che probabilmente la scuola non possiede, penso che dovrebbe essere un impegno collettivo ricercarle, partendo dal poco che si possiede e col sostegno dei decisori politici. Come il prof. Palmeri ci ha insegnato. Trent’anni fa, proprio in questi giorni, il prof. Palmeri raccoglieva attorno a sé alcuni colleghi: il prof. Cucciniello, il prof. Colombini, il prof. Monaco e me, per mettere a punto la fase di transizione che avrebbe dovuto preparare il suo pensionamento. Nessuno di noi immaginava che sarebbe stato così difficile, se non impossibile, gestire senza traumi l’uscita dalla scuola di Lino. Personalmente, mi sono sentita orfana, quel giorno. Ma questa è un’altra storia. Ringrazio il prof. Palmeri per la straordinarietà del suo insegnamento, ringrazio Lino per tutto ciò che mi ha dato e che appartiene solo a me, ringrazio le mie amiche Lorenza Gosen, Mary Voltolina, Loredana Lepri, insegnanti che hanno amato Lino, con cui mi sono confrontata in questi giorni, bisognosa di trovare conforto nel riproporre ricordi che danno sofferenza oltre che serenità. Perché nulla è andato disperso. Porto un pensiero scritto di Lucia Marchetti e un saluto di Luana Zanella, al tempo docente ai corsi sperimentali del Massari, che di Lino è stata collega, estimatrice e cara amica. Sarebbe bello che i tanti pensieri e ricordi veri che si sono espressi in questi giorni sotto tante forme, anche molto informali (sms, telefonate, mail…), venissero raccolti e pubblicati. Sarebbe forse il modo più autentico ed immediato per consegnare la memoria del prof. Palmeri, di Lino, a chi non l’ha conosciuto, ai giovani soprattutto, assieme alla sua lezione su Scuola e Costituzione che trova definitiva completezza i primi anni del 2000. Anche su questo do la mia disponibilità. …… Ogni ricordo è oblio, celebrazione non sopravvive senza vituperio. I morti sono morti, assenti sono presenti nel cuore dolente, nel segno muto della memoria spenta, nel ribollire vano del tempo che trascorre. Presenza assente d’una assenza presente (da Secreta et manifesta, Torino 2003; 31/7-1/8’91, p. 135) Mestre 17 marzo 2016 Anna Manao 5