Discorso del Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna

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Discorso del Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna
Discorso del Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna
Rivolgo a voi tutti un caloroso benvenuto, a nome del Governo italiano e mio personale. E’ per me un
onore aprire ufficialmente i lavori di presentazione per il lancio della campagna organizzata dal
Consiglio d’Europa per combattere la violenza sessuale sui minori, dinnanzi ad un pubblico così
autorevole, unito dalla comune volontà di impegnarsi a tutela dei bambini.
Signor Presidente della Repubblica, Eccellenze,
Stimati colleghi, Signore e Signori,
Vorrei innanzitutto ringraziare il Capo dello Stato, il Presidente Giorgio Napolitano, per
averci voluto onorare della Sua presenza e, soprattutto, per aver sempre dimostrato una
grande attenzione per le tematiche afferenti la protezione dei diritti dei fanciulli.
Vorrei inoltre ringraziare il vice segretario generale del Consiglio d’Europa, madame
Maud de Boer-Buquicchio, per aver contribuito alla scelta dell’Italia come Paese ospite
del lancio della campagna internazionale per combattere la violenza sessuale sui minori,
che rappresenta l’ultima iniziativa intrapresa nell’ambito del Programma “Costruire
un’Europa per e con i bambini”.
La scelta del Nostro Paese da parte del Consiglio premia gli sforzi compiuti in questi
anni e, a livello internazionale, riconosce all’Italia il continuo impegno profuso per la
tutela e la protezione dei minori, specialmente contro la violenza.
La Campagna del Consiglio d’Europa per combattere la violenza sessuale sui minori è,
infatti, solo l’ultima delle numerose iniziative sposate dal Nostro Governo a tutela dei
più piccoli. Il nostro Paese ha assunto l’impegno di garantire il pieno rispetto dei diritti di
cui i fanciulli sono titolari.
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Sul piano internazionale, questo impegno è stato rafforzato attraverso la partecipazione
in numerosi strumenti giuridici internazionali per la prevenzione e la repressione della
violenza contro i bambini. Mi riferisco ad esempio alle Convenzioni OIL n. 138 sull’età
minima per l’assunzione all’impiego e n.182 sulla proibizione e l’azione immediata per
l’eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile. Particolarmente significativo è
stato, inoltre, il ruolo dell’Italia nel condurre alla stesura e alla firma, a Palermo il 12
dicembre 2000, della Convenzione delle Nazioni unite contro la criminalità organizzata
transnazionale e i suoi Protocolli riguardanti la tratta di persone, in particolare donne e
bambini, e gli immigrati.
Ma è su un altro successo che vorrei in particolare soffermarmi. Il nostro Paese può
senz’altro vantarsi di essere stato fautore di un vero e proprio capolavoro
di
negoziazione, quello relativo alla Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione
dei minori dall’abuso e dallo sfruttamento sessuale. La Convenzione è stata adottata dal
Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 12 luglio 2007 ed aperta alla firma il 25
ottobre 2007 a Lanzarote. L’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della
pornografia minorile, organismo che opera sotto l’egida del ministero che mi pregio di
servire, ha guidato la delegazione italiana che ha partecipato al negoziato, composta
anche da rappresentanti del Ministero della Giustizia e del Ministero degli Affari Esteri,
che saluto. Allo stato attuale, il testo è stato sottoscritto da 33 Stati, tutti membri del
COE, fra i quali l’Italia, che l’ha sottoscritta il 7 novembre 2007. Avendo raggiunto
l’obiettivo di 5 ratifiche – in particolare della Grecia, dell’ Albania, della Danimarca,
dell’Olanda e di San Marino - la Convenzione è entrata in vigore per i Paesi ratificanti il
1 luglio 2010. Allo stato attuale, è stata ratificata anche da Malta, Serbia e Spagna.
Il Disegno di Legge di ratifica della Convenzione, da parte dell’Italia, sta attualmente
affrontando l’iter di esame parlamentare ed è attualmente all’esame del Senato. Mi
auguro che quanto prima concluda il suo percorso per divenire operativo.
Scopo della Convenzione è quello di creare fra gli Stati Membri un sistema omogeneo di
protezione dei minori contro i crimini di sfruttamento sessuale e abuso sessuale. In
particolare, affronta sistematicamente le tematiche relative alla protezione dei minori
dallo sfruttamento sessuale e dall’abuso prevedendo, tra l’altro, la raccolta dei dati e il
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monitoraggio del fenomeno, nonché la cooperazione internazionale per combattere la
dimensione transnazionale di certi reati (soprattutto quelli commessi attraverso Internet).
Molte previsioni del testo sono dedicate alla modifica della normativa penale sostanziale
interna, quale l’introduzione di una disciplina speciale della prescrizione per i reati di
sfruttamento sessuale, tratta, abuso sessuale, prostituzione, tutti commessi in danno di
minori, e l’estensione dell’ inescusabilità dell’ignoranza dell’età della vittima per i reati di
schiavitù, tratta, prostituzione minorile, sfruttamento sessuale, tutti commessi sempre in
danno di minori.
Non vi è dubbio che questo importante strumento sarà fondamentale per elaborare
nuove misure di contrasto allo sfruttamento sessuale e all’abuso sessuale dei minori e
per affrontare in campo internazionale la tematica della pedopornografia virtuale.
Va osservato comunque che la legislazione italiana è già molto avanzata rispetto agli
obiettivi della Convenzione, il cui recepimento ha richiesto solo alcune modifiche al
codice penale ed al codice di procedura penale.
Basti pensare ai reati già previsti dal nostro codice penale di prostituzione minorile, di
pornografia minorile, di detenzione di materiale pornografico, di iniziative turistiche
volte allo sfruttamento della prostituzione minorile.
Già la legge 6 febbraio 2006, n. 38 ha introdotto importanti innovazioni sul piano dello
sfruttamento dei minori tramite la rete Internet, stabilendo l’obbligo per gli Internet
Service Providers di impedire l'accesso ai siti segnalati dal Centro nazionale per il
contrasto della pedopornografia sulla rete Internet.
Si ricorda che dal 2002 è istituito in Italia il CICLOPE – Comitato Interministeriale di
Coordinamento per la Lotta alla Pedofilia che, sotto la guida del Ministero per le pari
opportunità, rappresenta un tavolo politico intorno al quale si riuniscono tutte le
Amministrazioni statali coinvolte nella lotta ai crimini sessuali a danno dei minori.
E’ inoltre operante in Italia un organismo ad hoc per la raccolta di dati a livello
nazionale, relativi allo sfruttamento e all’abuso sessuale: l’Osservatorio per il contrasto
della pedofilia e della pornografia minorile, che ha il compito di acquisire e monitorare i
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dati e le informazioni relativi alle attività, svolte da tutte le pubbliche amministrazioni,
per la prevenzione e la repressione della pedofilia. Colgo l’occasione per ringraziare la
preziosa collaborazione dell’osservatorio per la buona riuscita di questo evento.
In qualità di Stato parte della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti del fanciullo,
ratificata nel 1991, così come dei due Protocolli opzionali alla Convenzione relativi al
coinvolgimento di bambini nei conflitti armati e le misure di lotta contro la vendita di
bambini, la prostituzione e la pornografia infantile, recepiti nel 2002, l’Italia riconosce
dunque lo status del fanciullo come titolare di diritti in quanto individuo e all’interno
della famiglia e della comunità sociale in cui vive, cresce e matura.
Eppure, esiste una discrepanza enorme tra la grande mole di produzione legislativa a
favore della tutela del minore, e la sua reale applicazione. La tematica dello sfruttamento
sessuale dei minori si estrinseca in diverse facce dello stesso mostro. Dal turismo
sessuale, al traffico transnazionale, dalla vendita dei bambini alla prostituzione minorile.
Per rendersi conto della dimensione del fenomeno, basti pensare che, secondo
l’UNICEF, sulla rete sono veicolate, ogni anno, più di un milione di immagini di
bambini e bambine abusate. Di questi, che si stimano essere da dieci a ventimila, solo
poche centinaia sono identificati. Gli altri restano anonimi, abbandonati e probabilmente
continuano a subire abusi.
Anche per questo abbiamo subito aderito alla Campagna del Consiglio d’Europa che ci
apprestiamo a lanciare. Una campagna che veicola un messaggio semplice ma diretto:
tutelare l’innocenza dei nostri figli e delle nostre figlie tramite semplici moniti, basati su
pochi e buoni valori.
Ci sono infatti degli insegnamenti che devono essere chiari a tutti.
Se i nostri bimbi vivranno nella critica, impareranno a condannare.
Se vivranno nell’ostilità, impareranno ad aggredire.
Se vivranno nello scherno, impareranno la timidezza.
Se vivranno nella vergogna, impareranno a sentirsi colpevoli.
Ma se vivranno nella tolleranza, impareranno la pazienza.
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Se vivranno nella lealtà, impareranno la giustizia.
Se vivranno nella comprensione, impareranno l’amicizia e la fiducia nel mondo.
Mi auguro che questa nuova campagna, nella sua semplicità ed immediatezza, possa
veicolare a tutti questo messaggio: per creare le future generazioni è necessario mettersi
al livello dei bambini. E chi pensa che per mettersi al livello dei bambini debba
abbassarsi, inclinarsi, curvarsi e farsi piccolo si sbaglia. Piuttosto bisogna tirarsi,
allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.
Auguro a tutti una buona continuazione dei lavori.
Grazie per l’attenzione
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