02 10 16 Il.Tirreno portavalori

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02 10 16 Il.Tirreno portavalori
OGGI LA FESTA DEI NONNI » Quei nostri nipoti che ci mantengono giovani
€ 1.20 ANNO 140 - N
O
269
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
ART. 2, COMMA 20/B LEGGE 662/96 - LIVORNO
www.iltirreno.it
DOMENICA 2 OTTOBRE 2016
EDIZIONE PRATO ~ PISTOIA ~ MONTECATINI
DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE:
VIALE ALFIERI, 9 LIVORNO - TEL. 0586/220111
PISTOIA: VIA C. TRINCI, 2 - TEL. 0573/97791 MONTECATINI: TEL. 0572/772461
PRATO: P.ZZA S. MARCO, 4 - TEL. 0574/606015
■ FAETTI A PAG. 16
Codice ISSN online 2499-3263
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l’assalto al portavalori sull’a12
le testimonianze
Quindici banditi
e proiettili a raffica
ma il colpo è fallito
■ CECCHINI E LORETI ALLE PAG. 2-3
il referendum
renzi bacchettato
Napolitano:
il fronte del Sì
ha fatto errori
«Ci hanno
puntato
il mitra
in faccia»
■ CHIELLINI ALLE PAG. 2-3
Il furgone portavalori crivellato dai proiettili (Pentafoto)
L’aria più inquinata d’Europa
Bollino nero lungo la direttrice Valdinievole-Prato
■ IN CRONACA
prato
SICUREZZA
«Non si è partiti bene: si sono
commessi molti errori che hanno facilitato la campagna del
No». Giorgio Napolitano bacchetta Matteo Renzi, pur senza citarlo, ribadendo le sue dure critiche ai promotori del Sì.
il concorso di progettazione
Parco Centrale
siepi, acqua, arte
vince la semplicità
■ A PAG. 5
MA L’EUROPA
CONTINUA
A FRENARCI
di ALESSANDRO VOLPI
I
l documento economico e
finanziario 2017 è composto da una gran quantità di
numeri e presenta un realismo
obbligato e segnali di speranza.
■ A PAG. 7
Il progetto italo-francese
■ IN CRONACA
nel paese della boschi
Beffati dalla banca
e poi neanche
la benedizione
«No, non posso benedirvi». E
perché? «Perché non ho l’autorizzazione». E che autorizzazione? Silenzio. Allora? Ancora
silenzio.
parla la donna aggredita
La polizia li ha bloccati dopo 2 colpi fra Altopascio e Ponte Buggianese
«Diceva “only sex”
e io pensavo
di morire»
■ GORI IN CRONACA
■ IN CRONACA
La polizia di Pistoia mentre trasferisce uno degli arrestati in carcere (Foto Gori)
Furti in casa, arrestati in tre
■ CARNEVALI A PAG. 7
anniversari
Il Dynamo Camp festeggia 10 anni
Social economy e un parco naturale nel futuro dell’ente
LE INIZIATIVE DEL TIRRENO
Una veduta del Dynamo Camp
■ IN CRONACA E A PAG. 17
In edicola a 9,80 euro
2
Primo Piano
IL TIRRENO DOMENICA 2 OTTOBRE 2016
l’ASSALTO
lo spuma block
Il commando
era armato
di kalashnikov
e armi
automatiche
ma non aveva
previsto
la reazione
dei vigilantes
Come funziona il marchingegno
che permette di congelare i soldi
Il sistema spuma block, di cui sono dotati tutti i mezzi
della Mondialpol, permette di “congelare” ciò che è
presente nel caveau all’interno del mezzo. Di fatto i
soldi vengono “immobilizzati” grazie a una sorta di
spuma che, una volta attivata, ingloba denaro e lingotti.
«In questo modo - spiega Marco Meletti, responsabile
della comunicazione
della Btv Mondialpol - si
forma un grande
parallelepipedo solido,
intrasportabile se non
con gru o altri mezzi di
grosse dimensioni.
Soltanto portando
questa formazione
solida in apposite ditte
si riesce a liberare ciò
Il congegno dello spuma block che si trova
all’interno». Come
spiega il responsabile
della comunicazione di Mondialpol, «le nostre guardie
hanno mostrato grande professionalità e freddezza,
dato che mentre rispondevano al fuoco hanno attivato i
sistemi di allarme e il congegno spuma block, mandando
in fumo il colpo. Un comportamento straordinario, per
cui il gruppo darà loro riconoscimenti».
di Lara Loreti
e Anna Cecchini
◗ LIVORNO
È l’alba e l’autostrada A12, tra
Rosignano e Collesalvetti, è un
tappeto di chiodi e bossoli. Si
contano i danni dell’assalto, in
stile militare, al portavalori della Mondialpol. Lo scenario è
da guerra. Una catena di ferro
messa a un metro da terra,
all’imbocco della galleria di Rimazzano, sull’autostrada A12
direzione sud, per bloccare il
traffico; armi automatiche - mitra e kalashnikov - usate in un
conflitto a fuoco, nella corsia
nord, con cento colpi totali
esplosi; poi sacchi di chiodi
gettati per mettere in difficoltà
gli inseguitori e due auto di polizia e carabinieri con le gomme forate. In tutto sei chilometri di A12, tra i caselli di Rosignano e Collesalvetti, trasformati in un campo da combattimento da un commando di
una dozzina di persone, forse
quindici, forse ex militari, intenzionato a impossessarsi del
tesoro contenuto nel portavalori Mondialpol, partito dalla
sede di Cecina e in viaggio verso nord, scortato da un furgone: in tutto 6 milioni di euro.
Una serata d’inferno, venerdì,
dalle 22 in poi, con gli automobilisti prima affiancati dai banditi che si spacciano per poliziotti in borghese e poi minacciati. A una famiglia di Varese i
malviventi buttano via le chiavi dell’auto, tanto che i tre, genitori e bimba, vengono ospitati per la notte dalla squadra
mobile nella questura a Livorno. Le chiavi verranno ritrovate la mattina dopo nei campi a
fianco dell’autostrada. Nessun
ferito, un miracolo. Ma il colpo
fallisce. E i rapinatori scappano, lasciando terra bruciata
dietro di loro.
Come in un film. Venerdì sera
TERRORIZZATI
L’abitacolo del furgone portavalori (Pentafoto)
Un piano di guerra
15 banditi, 100 spari
ma il colpo è fallito
Le tre guardie giurate sul furgone portavalori con 6 milioni
hannorispostoalfuocoe fattoscattarelospumablock
sull’A12 sembra di stare su un
set di Ridley Scott: chi ha visto
“The Counselor” ricorderà bene la scena mozzafiato in cui i
cattivi, per fermare un giovane
centauro, corriere della droga
nascosta nel casco, mettono
un filo ben teso, ad altezza
d’uomo, su una strada semideserta al confine tra Usa e Messico. Il motociclista passa a 200
all’ora, e viene decapitato. Già,
per fortuna è solo un film, e la
strada di Scott è lunga e desolata. Tra Collesalvetti e Rosignano, invece, il traffico è sostenuto.
Un commando in stile militare.
Sono circa le 22. In azione
sull’A12 ci sono una quindicina di persone, rapinatori esperti, in azione con quattro auto,
due Bmw, una Jaguar e un fuoristrada. Secondo la squadra
mobile della polizia, che indaga guidata dal dirigente Giuseppe Testaì, in due stradine
parallele all’autostrada, nella
zona di Castell’Anselmo nel comune di Collesalvetti, ci sono
altre auto con complici a bordo, a disposizione dei banditi
per la fuga.
Per prime entrano in scena
le due Bmw, che iniziano a fermare il traffico in transito ver-
so nord. I banditi, cappuccio,
bavero alzato e paletta, si spacciano per agenti in borghese.
Le auto che si trovano a passare in quel momento sono costrette a fermarsi. Tuttavia, bastano pochi istanti ai conducenti per rendersi conto che di
fronte non hanno poliziotti,
ma banditi. Ma ormai è tardi.
La stessa cosa accade nella corsa di sud, dove in azione c’è la
Jaguar, che segue lo stesso copione. In questo modo, i rapinatori creano una zona interdetta al traffico dove poter agire indisturbati.
Un fuoristrada, un suv bianco, viene usato per l’assalto: è
da lì che parte la raffica di colpi
che trivella il furgone portavalori. Le guardie giurate rispondono al fuoco dei banditi e colpiscono il Suv.
terrore.
«Non ci siamo accorti che
c’era una vera azione di guerra
in corso... Ho pensato che ci
fosse un incidente», è il primo
commento di Andrea.
Marito e moglie, erano a circa 20 chilometri da Livorno e
viaggiavano in direzione nord,
quando sono stati bloccati dai
LA PAURA DI CHI C’ERA
«Bloccati con il mitra in faccia»
La testimonianza di una coppia di Migliarino fermata dalla gang
di Sabrina Chiellini
◗ PISA
Il caos sull’autostrada vicino a Collesalvetti dopo l’assalto e a destra
la macchina della coppia di Migliarino che è stata fermata dai banditi
Il mitra puntato dritto in faccia. Uomini che minacciano,
corrono da una parte all’altra,
che intimano a cittadini indifesi, uomini, donne e bambini di
scendere dall’auto, prendono
le chiavi. L’inizio di un incubo.
E anche se l’assedio del commando armato ai due portavalori dura pochi minuti, per gli
automobilisti rimasti bloccati
lungo l’autostrada vicino a Livorno resterà una notte tormentata. I più traumatizzati sono gli automobilisti bloccati
dal commando prima di iniziate l’assalto vero e proprio. Tra
loro una coppia di Pisa, che ora
vive a Migliarino. Andrea e Debora, poco più che quarantenni, erano stati a festeggiare il loro nono anniversario di nozze.
Lei impiegata all’azienda ospedaliera, lui all’ufficio Fiumi e
Fossi, per fortuna avevano lasciato la figlia di 7 anni dai nonni e che non sa niente di quanto capitato ai genitori. Viaggiavano a bordo di un’utilitaria.
Ridevano e scherzavano senza
nemmeno immaginare che di
lì a poco sarebbero entrati, loro malgrado, in un vortice di
Primo Piano
DOMENICA 2 OTTOBRE 2016 IL TIRRENO
L’AGGUATO
IN CINQUE PUNTI
Nella foto piccola
il furgone
portavalori
subito dopo
l’assalto,
in grande
il mezzo
crivellato di colpi
A destra
la mappa
della zona
della sparatoria
Castell’Anselmo
LIVORNO
Parrana
S. Martino
Parrana
S. Giusto
Galleria
Rimazzano
Colognole
Ore 22
Tre banditi posizionano una grossa catena
sulla corsia sud dell’A12, a nord della galleria
di Rimazzano, per fermare l’eventuale arrivo
di mezzi delle forze dell’ordine. Nel frattempo,
2 banditi a bordo di una Jaguar fermano le
auto fingendosi agenti della polizia in borghese. Non solo, altri 4 banditi agiscono sulla
corsia nord a bordo di due Bmw: fermano le
auto e le fanno
lasciare dai
proprietari in
modo da
formare un
muro per
bloccare le
forze
dell’ordine.
Buttano sulla
carreggiata
centinaia di
chiodi.
Ore 22,05
I due furgoni della Mondialpol percorrono la
corsia nord dell’A12 a ridosso della galleria. Il
primo furgone entra nella galleria, mentre 4
banditi cominciano a sparare agli pneumatici
del secondo, che viene bloccato prima
dell’ingresso.
Ore 22,07
Un commando di 8 rapinatori spara al blindato che riesce però a proseguire la corsa fino
all’uscita nord della galleria di Rimazzano.
Ore 22,09
All’uscita della galleria l’agguato. Un suv
bianco tenta di speronare il portavalori, tre
banditi salgono sul tetto con la sega circolare
e altri 5 continuano a sparare contro il
furgone. Nel frattempo le tre guardie giurate
all’interno rispondono al fuoco e attivano il
sistema spuma block.
Ore 22,15
Il commando si dà alla fuga su auto di grossa
cilindrata, un gruppo di banditi fugge sulla
corsia nord verso Collesalvetti e gli altri sulla
carreggiata opposta. Lasciano l’auto
sull’autostrada e scappano a piedi
Il conflitto a fuoco. Il mezzo
Mondialpol viene attaccato
quasi all’uscita della galleria
nella località Rimazzano, quasi
sicuramente con dei kalashnikov (ma la mobile sta aspettando i risultati dell’esame balistico). Le tre guardie giurate
che viaggiavano nel portavalori Mondialpol rispondono al
fuoco dalle fessure predisposte
nel mezzo per l’uso di armi in
caso di emergenza, ma restano
illese, così come gli altri tre colleghi che si trovano sul furgone
di scorta. A quel punto i banditi tentano il tutto per tutto e tre
di loro con una sega elettrica
cominciano a tagliare il tetto
del blindato, ma devono desistere. Decisiva la mossa delle
guardie giurate che restano sui
mezzi blindati, che così si trasformano in fortini inespugna-
componenti del commando.
«Ho visto un’auto ferma in
mezzo alla strada, aveva i lampeggianti, ho pensato ad un incidente. Ma c’era anche un uo-
mo che era entrato dentro a
quell’auto, non si capiva bene.
Era buio. Erano i rapinatori
che bloccavano le auto, lo abbiamo capito dopo a nostre
spese. Nel frattempo, infatti,
un altro dei rapinatori, aveva
una paletta in mano e ha provato a fermarli. Non era lì per
smistare il traffico.
«Agitava la paletta, mi è venuto da pensare che volesse
dirmi che potevo anche passare. Invece, no. Poco dopo ci
hanno fermato. Ci siamo ritrovati col mitra puntato contro,
ci hanno fatto scendere e hanno preso le chiavi. Ecco cosa è
successo». Un dettaglio questo che poi ha costretto i coniugi di Pisa, come gli altri autombilisti ai quali è stata sottratta l’auto, a restare tutta la
notte lungo l’autostrada, dopo
tutto quello che era successo.
«L’autostrada è rimasta bloc-
bili. E così facendo, le guardie
fanno scattare il cosiddetto
spuma block, che genera schiuma poliuretanica e “congela” il
bottino milionario e fa fallire il
colpo.
Pioggia di chiodi. Quando capiscono che non c’è modo di accedere ai sacchi di banconote,
i banditi battono in ritirata. E
lo fanno lasciandosi alle spalle
una scia di chiodi, sparsi
‘‘
Abbiamo visto
una macchina
di traverso
e un’altra con il
lampeggiante acceso,
pensavamo a un
incidente ma ci hanno
puntato le armi addosso
cata in entrambi i sensi. I banditi avevano gettato sull’asfalto dei chiodi ovunque, strisce
chiodate a tre punti. Una situazione davvero da film. Difficile
immaginare che possa capitarti qualcosa del genere…». La
coppia ha trascorso le ore di attesa insieme ad altri due automobilisti che hanno avuto la
stessa disavventura. Tra un
problema e l’altro - la chiave
dell’auto non si trovava - i co-
sull’autostrada nella corsia in
direzione sud per mettere in
difficoltà gli investigatori. Chiodi che provocano forature a
go-go e paralizzano la circolazione in tutti e due i sensi. Un
sistema, questo, preso in prestito dalle tecniche militari, e
molto diffuso, come dimostrano i numerosi precedenti in varie parti di Italia, da Grosseto a
Mantova, da Foggia alla Sarde-
niugi sono rimasti bloccati fino alle 5. E solo dopo che un
parente ha portato loro la seconda chiave della vettura
hanno potuto rientrare a casa.
Paura anche per amici e familiari che hanno letto un commento pubblicato su Facebook da Andrea durante le ore
di snervante attesa dopo la
paura a commento di un articolo pubblicato on line dal nostro giornale. «Peccato la prima macchina nella foto è la nostra! Comunque tutto ok!», ha
scritto. Foto di quei momenti
in superstrada? «Nemmeno
una. Avevamo altro per la testa... Qualcuno che era con noi
le ha scattate. Ho raccolto un
chiodo, facevano impressione
sull’asfalto». Tra gli automobilisti bloccati ma scampati alle
minacce vere e proprie anche
un’avvocata di Pontedera.
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gna. Inoltre, i banditi per depistare le indagini hanno cercato
di danneggiare le quattro auto
usate, ma la polizia è riuscita
comunque a trovare dei reperti all’interno: impronte e delle
maschere antigas.
Le indagini: accento siciliano.
Gli investigatori della squadra
mobile guidati da Testaì sono
sulle tracce dei banditi. Una
prima indicazione utile alle in-
3
Tra Collesalvetti
e Rosignano
mezz’ora
di panico
I rapinatori
avevano accento
siciliano:
ascoltati
i testimoni
dagini arriverà dal risultati degli esami balistici che diranno
con certezza che tipo di armi
sono state usate. Inoltre, la polizia ha chiesto di acquisire le
immagini delle telecamere
dell’autostrada per ricostruire
l’esatta dinamica dei fatti. Gli
agenti stanno anche lavorando
sul traffico telefonico, nella
speranza di intercettare le
utenze utilizzate dai banditi,
anche se è molto probabile che
i malviventi abbiano comunicato con le radioline, proprio
per ovviare a questo problema
e non agevolare le indagini.
Ma le indicazioni più importanti, in questa fase, arrivano
soprattutto dai testimoni: una
decina le persone sentite ieri
dalla squadra mobile a Livorno. Alcuni di loro hanno descritto i malviventi come abbastanza giovani, italiani, con accento siciliano o comunque
del Sud. Le bande di assalitori
intercettate nel passato dalle
forze dell’ordine in questo genere di rapine di solito sono
formate da italiani del Meridione, albanesi e gente dell’ex
blocco sovietico. Quanto al
look, si parla di vestiti scuri e
passamontagna, cappucci o
cappelli calati sul viso, oltre
che sciarpe o baveri alzati.
Perché il colpo è fallito. Su una
cosa tutti gli investigatori che
stanno lavorando al caso sono
d’accordo: in azione è entrato
un commando di ex militari o
comunque di delinquenti molto ben organizzati, esperti di
assalti e di tecniche di guerra.
Tuttavia, questo non è bastato
a far sì che la rapina andasse in
porto. E questo perché alcuni
errori i banditi li hanno commessi: prima di tutto, secondo
quanto emerso dalle prime indagini della mobile, le squadre
non erano ben coordinate fra
loro, e questo avrebbe fatto sì
che siano stati persi attimi preziosi nell’azione. Infine i banditi non hanno messo in conto
che il sistema spuma block potesse annullare i loro propositi,
e in questo il merito va dato alle guardie giurate, che sono riuscite ad attivare al top la procedura di sicurezza.
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Quel giallo dei 4 milioni di oro fatti sparire
Dalla Puglia, alla Sicilia e alla Sardegna, fino ad arrivare alla Toscana,
gli assalti ai furgoni portavalori, vere e proprie banche viaggianti che
ingolosiscono i banditi, non si contano più. Ma forse il caso più
clamoroso riguarda la sparizione di un furgone portavalori con oro
per circa quattro milioni nei pressi di Badia al Pino nel luglio scorso,
nel in Valdichiana (Arezzo). Il furgone, con a bordo due autisti, si
fermò per far scendere uno di loro per finire il giro delle aziende. Al
suo ritorno sia il mezzo sia il collega che era rimasto a bordo erano
spariti. Il furgone della Securpol fu ritrovato dai carabinieri in una
strada sterrata poco lontano (meno di un chilometro) da dove è
sparito con il suo autista. Nessuna traccia dell'uomo. Antonio di
Stazio, 60 anni, originario di Napoli ma residente ad Arezzo da anni,
che si è ripresentato spontaneamente solo qualche tempo dopo non
rispondendo sulla fine che ha fatto l’oro del furgone. L’uomo è stato
arrestato per il timore che scappasse di nuovo. La presenza di una
valigia pronta nel portabagagli dell'auto sembrerebbe dare ragione
alla Procura e al Gip in questa scelta. Anche se la difesa sarebbe
pronta ad eccepire che se avesse voluto scappare non sarebbe tornato
o comunque lo avrebbe fatto prima. E un peso sulle manette lo ha
avuto anche il rischio di inquinamento delle prove. Dell'oro, intanto,
non ce n'è traccia.