02 SECONDA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

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02 SECONDA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A
In diretta dalla Chiesa parrocchiale di santa Lucia in Lisiera,
Giovedì 16 GENNAIO 2014 - Ore 20.30
Ecco l’Agnello di Dio!
Adorazione Eucaristica
Meditando la Parola di Dio della II domenica del tempo Ordinario– anno a
Adorazione animata per Radio Oreb dal gruppo “Insieme per adorarlo” della parrocchia di
Lisiera
Questa settimana preghiamo:
- Per la pace nel mondo
- Per l’unità dei cristiani
Per i nostri fratelli ebrei
- Per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata
- per le necessità morali, materiali e spirituali di Radio Oreb
- per tutte le intenzioni degli iscritti e affidati alla Banca della preghiera
“Ecco l’Agnello di Dio”
Messaggero - “Angelo del Signore”
come Giovanni Battista,
è chiunque si affianca al fratello
e lo aiuta a discernere e a proseguire
lungo la via tracciata per lui da Dio.
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DIO: COLUI CHE CHIAMA
3S. Non c’è pagina della Scrittura in cui non compaia in qualche modo il
tema della vocazione. “In principio” Dio chiama le creature all’esistenza
(Sap 11,25), chiama l’uomo alla vita e quando Adamo si allontana da lui
gli chiede: “Dove sei?” (Gn 3,9). Chiama un popolo e lo predilige fra tutti i
popoli della terra (Dt 10,14-15); chiama Abramo, Mosè, i profeti e affida
loro una missione da portare a compimento, un piano di salvezza da
realizzare. Chiama per nome anche le stelle del firmamento ed esse
rispondono: “Eccoci!” e gioiscono e brillano di gioia per colui che le ha
create (Bar 3,34-35). Comprendere queste vocazioni equivale a scoprire il
progetto che Dio ha su ognuna delle sue creature e su ogni uomo.
Nessuno e nulla è inutile: ogni persona, ogni essere ha una funzione, un
compito da svolgere.
“Dall’Egitto ho chiamato mio figlio” – dichiara il Signore per bocca di Osea
(Os 11,1) e Matteo (Mt 2,15) applica questa profezia a Gesù. Sì, anch’egli
ha una vocazione: ripartire dalla terra di schiavitù, ripercorrere le tappe
dell’esodo, superarne le tentazioni e giungere con tutto il popolo alla
libertà.
E la nostra vocazione?
“Dio ci ha chiamati con una vocazione santa ” (2 Tm 1,9), ci ha chiamati
“mediante il nostro vangelo, all’acquisizione della gloria del Signore nostro
Gesù Cristo” (2 Ts 2,14).
I cammini che conducono a questa meta sono diversi per ciascuno di noi:
c’è il cammino di chi è sposato e quello di chi è celibe, c’è il percorso dei
sani e dei malati, dei vedovi, dei separati, dei fidanzati… Ciò che importa
è ascoltare e scoprire dove Dio vuole condurre ognuno e “camminare in
modo degno della vocazione che è stata assegnata” (Ef 4,1). “Angelo del
Signore” è chiunque si affianca al fratello e lo aiuta a discernere e a
proseguire lungo la via tracciata per lui da Dio.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
T. “Signore, che vuoi che io faccia?
Aiutami a capire e a realizzare il tuo disegno di amore”.
3S. Questa sera settimana preghiamo:
- Per la pace nel mondo
- Per l’unità dei cristiani
- Per i nostri fratelli ebrei
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- Per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata
- per le necessità morali, materiali e spirituali di Radio Oreb
- per tutte le intenzioni degli iscritti e affidati alla Banca della preghiera
CANTO ALLO SPIRITO SANTO: VIENI SANTO SPIRITO DI DIO
Vieni Santo Spirito di Dio, come vento soffia sulla Chiesa!
Vieni come fuoco, ardi in noi E con te saremo veri testimoni i Gesù.
Sei vento: spazza il cielo dalle nubi del timore; sei fuoco: sciogli il gelo e
accendi il nostro ardore,Spirito creatore, scendi su di noi!
Tu bruci tutti i semi di morte e di peccato, tu scuoti le certezze che
ingannano la vita. Fonte di sapienza, scendi su di noi!
Tu fonte di unità rinnova la tua chiesa, illumina le menti, dai pace al
nostro mondo. O consolatore, scendi su di noi!
INTRODUZIONE E SALUTO
3S. La salvezza è qualcosa che supera l’uomo e per questo è nelle mani di
Dio. E’ il Cristo, infatti, che si carica sulle sue spalle i nostri limiti e i
nostri peccati. Giovanni Battista, il precursore, l’ultimo dei profeti
dell’Antico Testamento, indica nella persona di Gesù Cristo l’agnello di
Dio che toglie i peccati del mondo: denominazione abbastanza esplicita
per designare il Messia annunciato dai profeti. Ormai il tempo della
salvezza è venuto: il Salvatore è in mezzo a noi. Ed è a Lui che dobbiamo
consegnare la vita di ogni creatura, con il suo carico di gioie, dolori e
speranze, così da essere capaci di camminare sulla strada della salvezza.
Facciamo spazio al Cristo che viene incontro a noi nel quotidiano,
mettendo da parte, come Giovanni Battista, noi stessi.
G. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
T. Amen
G. A voi, Chiesa di Dio, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù,
chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano
il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi
e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo (1 Cor, 1, 1-3).
T. A Lui la Gloria e l’onore nei secoli dei secoli.
Amen. Maranathà. Vieni Signore Gesù
CANTO DI ESPOSIZIONE: GRANDE – R. 107
IL VANGELO
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3S. La salvezza per tutti gli uomini viene da uno solo: Cristo. Solo Gesù
ha il potere di cancellare il peccato che innerva ogni rapporto umano,
l’egoismo che si rivela nella nostra vita in ogni sua espressione.
S2. Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo.
G. Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,29-34)
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco
l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale
ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima
di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua,
perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho
contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere
su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a
battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e
rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e
ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Parola del Signore
DAVANTI A GESÙ EUCARESTIA
S3. Lui, Giovanni, è venuto ad annunciare il tuo arrivo, a destare e
disporre i cuori. Per questo ha invitato a compiere un gesto di penitenza,
di conversione: il battesimo nel Giordano. Ora che tu sei arrivato, Gesù, il
profeta si fa da parte e riconosce che è finito il tempo della preparazione.
Ora all’opera è lo Spirito di Dio e non resta che accogliere la sua azione,
lasciarsi trasformare, plasmare dalla grazia per diventare creature nuove.
Ora coloro che ti incontrano, Gesù, sperimentano un cambiamento
inaudito: uomini e donne sentono in sé la forza di amare, la gioia di
donarsi, lo slancio della fiducia, il conforto della speranza. Ora viene
donata la capacità di riconoscere i segni, la luce per compiere le scelte
giuste, il coraggio di lanciarsi in un’avventura esaltante. Ora non si può
più rimanere nell’esitazione: bisogna decidersi per te, seguirti fino in
fondo, se si vuole aver parte alla salvezza.
Tutti
O Padre, che in Cristo, agnello pasquale e luce delle genti, chiami
tutti gli uomini a formare il popolo della nuova alleanza, conferma in
noi la grazia del battesimo con la forza del tuo Spirito, perché tutta
la nostra vita proclami il lieto annunzio del Vangelo. Crea in noi,
Signore, il silenzio per ascoltare la tua voce, penetra nei nostri cuori
con la spada della tua Parola, perché alla luce della tua sapienza,
possiamo valutare le cose terrene ed eterne, e diventare liberi e
poveri per il tuo regno, testimoniando al mondo che tu sei vivo in
mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Amen
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CANONE:
LECTIO ORANTE DEL VANGELO
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3S. I tre vangeli sinottici iniziano il racconto della vita pubblica di Gesù
ricordando il suo battesimo. Giovanni ignora questo episodio, tuttavia
dedica un ampio spazio al Battista. Lo inquadra, fin dai primi versetti, in
una prospettiva originale: più che come precursore, lo presenta come
“l’uomo mandato da Dio a rendere testimonianza alla luce” (Gv 1,6-8). La
sua vita e la sua predicazione suscitano interrogativi, attese e speranze
nel popolo, circola addirittura la voce che sia lui il messia. Una
delegazione di sacerdoti e leviti va al di là del Giordano per interrogarlo,
per avere delucidazioni sulla sua identità e sulla sua opera. Egli risponde:
S2. “Io non sono il Cristo… Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta
uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non
sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo” (Gv 1,19-28).
3S. È in questo contesto che si inserisce il nostro brano.
1L. Entra in scena il protagonista – Gesù – da poco evocato dal Battista
nel dibattito che ha avuto con gli inviati dei giudei. Al vederlo venire verso
di lui esclama:
S2. “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!”
(v. 29).
1L. È un’affermazione che – come vedremo – è densa di significati e di
evocazioni bibliche.
2L. Il Battista mostra di avere intuito l’identità, da tutti ancora ignorata,
di Gesù. Com’è giunto a scoprirla e perché lo definisce con un’immagine
tanto singolare? Mai nell’AT una persona è stata chiamata “agnello di
Dio”. L’espressione segna il punto di arrivo del suo lungo e certamente
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Testo tratto da Fernando Armellini, Ascoltarti è una festa, anno A, ed. Messaggero (PD)
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faticoso cammino spirituale; è partito, infatti, dall’ignoranza più completa:
“Io non lo conoscevo” – ripete per due volte (vv. 31.33).
Chiunque voglia giungere “alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù”
(Fil 3,8) deve cominciare a prendere coscienza della propria ignoranza.
3L. È strana – dicevamo – l’immagine dell’agnello di Dio. Il Battista ne
aveva a disposizione altre: pastore, re, giudice severo. Quest’ultima l’ha
anche impiegata quando dice:
S2. “Viene uno più forte di me… Ha in mano il ventilabro per ripulire la
sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà
con fuoco inestinguibile” (Lc 3,16-17).
3L. Ma – nella sua mente – nessuna riassumeva la sua scoperta
dell’identità di Gesù meglio di quella dell’agnello di Dio.
4L. Educato probabilmente fra i monaci esseni di Qumran, aveva
assimilato la spiritualità del suo popolo, ne conosceva la storia e aveva
dimestichezza con le Scritture. Pio israelita, sapeva che i suoi ascoltatori,
sentendolo accennare all’agnello, avrebbero immediatamente intuito
l’allusione all’agnello pasquale il cui sangue, posto sugli stipiti delle case,
in Egitto aveva risparmiato i loro padri dall’eccidio dell’angelo
sterminatore. Il Battista ha intravisto il destino di Gesù: un giorno
sarebbe stato immolato, come agnello, e il suo sangue avrebbe tolto alle
forze del male la capacità di nuocere; il suo sacrificio avrebbe liberato
l’uomo dal peccato e dalla morte.
5L. Notando che Gesù è stato condannato a mezzogiorno della vigilia di
pasqua (Gv 19,14), l’evangelista Giovanni ha certamente voluto
richiamare questo stesso simbolismo. Era infatti quella l’ora in cui, nel
tempio, i sacerdoti cominciavano a immolare gli agnelli.
CANONE: MISERICORDIAS DOMINI
6L. C’è una seconda allusione nelle parole del Battista.
Chi ha presente le profezie contenute nel libro di Isaia – e ogni israelita le
conosceva molto bene – non può non percepire il richiamo alla fine
ignominiosa del Servo del Signore del quale abbiamo sentito parlare
anche nella prima lettura di oggi. Ecco come il profeta descrive il suo
incamminarsi verso la morte:
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S2. “Era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai
suoi tosatori… è stato annoverato fra gli empi, mentre invece portava il
peccato di molti e intercedeva per i peccatori” (Is 53,7.12).
6L. In questo testo, l’immagine dell’agnello è collegata alla distruzione del
peccato.
Gesù – intendeva dire il Battista – si farà carico di tutte le debolezze, di
tutte le miserie, di tutte le iniquità degli uomini e, con la sua mitezza, con
il dono della sua vita, le annienterà. Non eliminerà il male concedendo
una specie di amnistia, un condono, una sanatoria; lo vincerà
introducendo nel mondo un dinamismo nuovo, una forza irresistibile – il
suo Spirito – che porterà gli uomini al bene e alla vita.
1L. Il Battista ha in mente un terzo richiamo biblico: l’agnello è associato
anche al sacrificio di Abramo.
Isacco, mentre cammina a fianco del padre verso il monte di Moria,
chiede:
S2. “Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?”.
1L. Abramo risponde:
1L. “Dio stesso provvederà l’agnello” (Gn 22,7-8).
2L. “Eccolo l’agnello di Dio!” – risponde ora il Battista – è Gesù, donato da
Dio al mondo perché sia sacrificato in sostituzione dell’uomo peccatore
meritevole di castigo.
3L. Anche i dettagli del racconto della Genesi (Gn 22,1-18) sono ben noti
e il Battista intende applicarli a Gesù. Come Isacco, egli è il figlio unico, il
benamato, colui che porta la legna dirigendosi al luogo del sacrificio. A lui
si adattano anche i particolari aggiunti dai rabbini. Isacco – dicevano
questi – si era offerto spontaneamente; invece di fuggire, si era
consegnato al padre per essere legato sull’altare. Anche Gesù ha donato
liberamente la sua vita per amore.
4L. A questo punto viene da chiedersi se davvero il Battista avesse
presenti tutti questi richiami biblici quando, per due volte, rivolto a Gesù,
ha dichiarato: “Ecco l’agnello di Dio” (Gv 1,29.36).
Lui forse no, ma certamente li aveva presenti l’evangelista Giovanni che
intendeva offrire una catechesi ai cristiani delle sue comunità e a noi.
CANONE: MISERICORDIAS DOMINI
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3S. Nella seconda parte del brano (vv. 32-34) viene presentata la
testimonianza del Battista: egli riconosce come “Figlio di Dio” colui sul
quale ha visto scendere e rimanere lo Spirito. Il riferimento è alla scena
del battesimo narrata dai sinottici (Mc 1,9-11). Giovanni introduce però
un particolare significativo: lo Spirito non solo è visto discendere su Gesù,
ma rimanere in lui.
5L. Nell’AT si parla spesso dello spirito di Dio che prende possesso degli
uomini conferendo loro forza, determinazione, coraggio, tanto da renderli
irresistibili. Si parla di una sua discesa sui profeti che vengono abilitati a
parlare in nome di Dio; ma la caratteristica di questo spirito è la sua
provvisorietà: permane in queste persone privilegiate fino a quando hanno
portato a termine la loro missione, poi le lascia ed esse ritornano normali,
svanisce ogni loro abilità, intelligenza, sapienza, forza superiore. In Gesù
invece lo Spirito rimane in modo duraturo, stabile. La stabilità nella
Bibbia è attribuita soltanto a Dio: solo lui è “il vivente che rimane in
eterno” (Dn 6,27); solo la sua parola “rimane in eterno” (1 Pt 1,25).
6L. Attraverso Gesù lo Spirito è entrato nel mondo. Nessuna forza
avversa lo potrà mai scacciare o vincere e da lui sarà effuso su ogni
uomo. È il battesimo “in Spirito Santo” annunciato dal Battista (v. 33).
Uniti intimamente a Cristo, come tralci a una vite rigogliosa e piena di
linfa, i credenti porteranno frutti abbondanti (Gv 15,5), dimoreranno in
Dio e Dio in loro (1 Gv 4,16), riceveranno la stabilità nel bene che è
propria di Dio, perché, mentre “il mondo passa con la sua concupiscenza,
chi fa la volontà di Dio rimane saldo in eterno” (1 Gv 2,17).
3S. È questo il messaggio di speranza e di gioia che, attraverso il Battista,
Giovanni, fin dalla prima pagina del suo vangelo, vuole annunciare ai
discepoli. Nonostante l’evidente strapotere del male nel mondo, ciò che
attende l’umanità è la comunione di vita “col Padre e col Figlio suo Gesù
Cristo”. Queste cose – dice Giovanni – le scrivo “perché la nostra gioia sia
perfetta” (1 Gv 1,3-4).
CANTO: ECCOMI – B. 277
PREGHIERE DI INTERCESSIONE
G. Noi ti preghiamo: Kyrie, kyrie eleison
T. Kyrie, kyrie eleison
1L. Signore Gesù riconosciuto e annunciato da Giovanni Battista come
Figlio di Dio e Messia, donaci la grazia di accoglierti e testimoniarti con
libertà e gioia davanti a tutti,
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2L. Per Papa Francesco e tutti i nostri pastori che ci accompagnano nel
cammino della Chiesa. Donaci o Signore di seguire con fedeltà e fiducia
l’insegnamento che ci unisce nella fede,
3L. Preghiamo per la settimana di preghiera per l’unità unità di tutti i
credenti in Cristo. Preghiamo anche per i nostri fratelli ebrei e per tutti
coloro che invocano Dio perché si costruisca insieme un mondo di verità,
di giustizia e pace,
4L. Per le nostre comunità cristiane, perché in ogni famiglia il papà e la
mamma accolgano il dono della fede, e possano comunicarlo ai figli.
5L. Tu che hai chiamato i discepoli e ne hai fatto coraggiosi apostoli del
tuo Regno, attira fortemente anche nella nostra comunità giovani
generosi che consacrino tutta la vita nell’amore a Te e ai fratelli attraverso
il sacerdozio. Signore, ne abbiamo veramente bisogno!
6L. Sovvieni alle necessità materiali e spirituali di Radio Oreb. Accogli ed
esaudisci anche tutte le domande che salgono a te dagli iscritti e dagli
affidati alla Banca della preghiera.
Padre nostro
CONCLUSIONE
G. Rischiamo di non renderci conto che c'è accanto a noi qualcuno
disposto a prendersi il nostro carico. Accorgersene non è automatico:
richiede un cammino. Così è stato per Giovanni Battista: "io prima non lo
conoscevo" diceva all’inizio. Poi ha visto il cielo aprirsi, ha compreso.
Nessuno può vedere al posto nostro, dobbiamo essere noi a saper vedere
in profondità, a saper scoprire in Gesù l'Agnello di Dio che viene a
prendere su di sé e distruggere il peccato nostro e del mondo. E gridare
così in verità: "Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di
noi!".
3S. Quanti cristiani sono lontani da una conoscenza di Gesù che si
avvicini a quella di cui parla Giovanni! Ritengono il cristianesimo un
insieme di pratiche da assolvere, di doveri da compiere. Hanno spesso
un’immagine molto naturale ma poco cristiana di Dio. Non sospettano
che è essenziale alla vita di fede una relazione personale con Gesù. Il
rapporto con una persona riconosciuta, appunto, come l' "Agnello di Dio",
l'unico donatore dello Spirito. Una dottrina si può discutere, davanti a
una morale si può mercanteggiare.
Ma di fronte alla persona di Gesù occorre decidersi per il sì o per il no.
Non si può restare neutrali. Soltanto chi aderisce incondizionatamente a
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Gesù può dire come Giovanni Battista: "Ho visto e ho reso
testimonianza...". Questa testimonianza è credibile ed è il dono più
grande che possiamo offrire agli altri.
Tutti
Vieni Signore Gesù. Ho bisogno della tua salvezza.
Ti apro la porta del mio cuore e della mia vita.
Guarisci la mia ignoranza, i miei dubbi,
le mie titubanze, le mie paure.
Concedimi di sperimentare il tuo amore, la tua salvezza,
la tua liberazione. Dammi una vita piena.
Purificami, liberami, rinnovami,
entra nel mio cuore e nella mia vita e riempila di te.
Rendimi testimone credibile della tua Parola,
testimone autentico del grande “si” di Dio all’uomo.
Testimone coraggioso della tua risurrezione,
perché si costruisca un’umanità nuova,
più fraterna, unita nel segno dell’amore che tu ci ha insegnato.
Amen
CANTO: LA PREGHIERA DI GESÙ – R. 131
Benedizione eucaristica
CANTO FINALE A MARIA: AVE MARIA - R.32
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Agnello di Dio
che togli i peccati del mondo:
abbi pietà di noi!
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