20160912 - IRS FORNO CREMATORIO NOVENTA VI

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20160912 - IRS FORNO CREMATORIO NOVENTA VI
P03Me04 ed2 del 7 lug 2015
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CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
DECIMA LEGISLATURA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA N.
UNA SPECULAZIONE “MORTALE”: L’ENNESIMO PROGETTO DI
FORNI CREMATORI IN VENETO
presentata il 12/09/2016 dal Consigliere Brusco
Premesso che:
- Con delibera del consiglio comunale del 20/07/2016 n. 31, l'amministrazione
del comune di Noventa Vicentina ha approvato la proposta di project financing
per la realizzazione di un impianto di cremazione e "casa funeraria" ai sensi
dell'art. 183 comma 15 del dlgs 50/16, adozione della variante urbanistica ai sensi
della lr11/04 e dell'art. 9 del dlgs 327/10;
- tale proposta, presentata dallo “Studium engineering” con sede a Padova in via
San Crispino, 82, prevede la realizzazione in project financing di un impianto di
cremazione che comprenda 2 forni crematori e “casa funeraria”, con un
investimento pari a € 7.243.323,70;
Premesso altresì che:
- in Italia non esiste una norma unitaria che disciplini l’installazione degli
impianti di cremazione. Il D.P.R. 203/88 stabilisce solo dei limiti specifici in
relazione alla localizzazione dell’impianto ed alla tecnologia adottata lasciando il
compito di regolamentare le emissioni alla Regione o alla Provincia. Gli impianti
di cremazione sono assimilati, pertanto, sotto il profilo legislativo, agli impianti di
incenerimento di rifiuti urbani e speciali secondo le disposizioni del D.M 503/97 e
del Ministero della Sanità relativamente all’incenerimento di rifiuti organici
(materiale specifico ad alto e basso rischio BSE). Questa precisazione serve a
richiamare alla memoria tutte le problematiche connesse alla gestione di questi
impianti di incenerimento nella storia italiana a partire dagli anni ’80;
- la convenzione di Stoccolma del 14 ottobre 2004, adottata con decisione del
Consiglio dall’Unione europea, introduce per gli inquinanti organici persistenti il
principio di precauzione e mira a garantire l’eliminazione sicura di tali sostanze,
nonché le riduzioni nella relativa produzione e uso. Inoltre nell'allegato C della
suddetta convenzione nella parte 3 indicante le categorie di fonti, al punto g viene
esplicitamente indicato il forno crematorio quale struttura produttrice di sostanze
come le policlorodibenzo-p-diossine. Si ricorda che tali sostanze chimiche
presentano determinate proprietà tossiche che resistono alla degradazione. Infatti
si accumulano negli organismi viventi, vengono trasportati dall’aria, dall’acqua e
dalle specie migratorie e sono accumulate negli ecosistemi terrestri e acquatici;
- la realizzazione di un forno crematorio richiede perciò una ponderata indagine
preliminare per valutare con obiettività l'esigenza di conciliare le disposizioni
legislative in materia di salvaguardia dell'ambiente con la richiesta di un servizio
alternativo alle classiche tumulazioni o inumazioni.
Considerato che:
- il comune di Noventa Vicentina conta attualmente 8.996 abitanti. Nello studio di
fattibilità presentato con la proposta si rilevano alcune incongruenze, segnalate
anche in sede di Consiglio comunale:
a pagina 11 della relazione illustrativa nella stima del bacino di utenza di circa 110
km non si tiene in adeguato conto della presenza di un forno crematorio a Vicenza
a 37 km di distanza, a Padova a 42 km di distanza e a Verona a 45 km di distanza.
Ci si chiede dunque da quale area dovrebbe provenire l'utenza, considerato che il
fabbisogno di Padova, Vicenza e Verona per un esercizio utile non è soddisfatto
solo dai residenti in città che risultano insufficienti ma da province limitrofe tra
cui il basso veronese padovano e vicentino, geograficamente contigue a Noventa
Vicentina;
- è da segnalare poi un esercizio ottimale di un forno crematorio, che scongiuri la
produzione di diossine, si verifica in presenza di un regime costante di contenuto
di ossigeno superiore al 6% in camera di post-combustione e la permanenza dei
fumi a una temperatura di 850°C, e che tale condizione viene a mancare con un
uso discontinuo del forno,- la stima delle circa 2130 cremazioni annue ipotizzate
nel progetto appare insufficiente se paragonata ad esempio ai forni crematori di
Padova che ne fanno circa 4500 all’anno sempre con 2 forni. In sostanza un forno
crematorio inquina poco se funziona in modo continuo e perciò si rileva che il
regime di utenza stimato non possa garantire il corretto ed ecosostenibile
funzionamento dello stesso senza pensare ai costi di preriscaldo per garantire le
temperature minime di 850°C necessari per abbattere la diossina prodotta nei fumi
e non per ultimo il mantenimento delle superfici in refrattario con cui è costituito
il forno;
- inoltre lo stesso progetto è stato proposto anche a un comune, Cervarese S
Croce, ubicato a circa 30 km da Noventa Vicentina: in pratica i due impianti
avrebbero lo stesso bacino di utenza.
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Ritenuto che:
- anche nelle altre province venete appare allo scrivente che il servizio di
cremazione sia proposto, con una certa leggerezza, da soggetti privati, con le
modalità della finanza di progetto, che interloquiscono con i Comuni e
prospettano loro dei lauti canoni mensili di concessione di un servizio in cambio
della messa a disposizione di una porzione di territorio utile a ubicare l'impianto,
con inevitabili “macabre battaglie” fra comuni e province vicine per conquistare
un congruo numero di salme atto a garantire un ottimale funzionamento degli
impianti.
Vista la legge 30 marzo 2001, n. 130 (Disposizioni in materia di
cremazione e dispersione delle ceneri) la quale, all’articolo 6, prevede che le
Regioni elaborino piani regionali di coordinamento per la realizzazione di
crematori da parte dei comuni, anche in associazione tra di essi, tenendo conto
della popolazione residente, dell’indice di mortalità e dei dati statistici sulla scelta
crematoria da parte dei cittadini di ciascun territorio comunale, prevedendo, di
norma, la realizzazione di almeno un crematorio per regione.
Il sottoscritto consigliere
interroga la Giunta regionale
per sapere:
1) se la Giunta regionale e gli uffici competenti sono a conoscenza delle
specifiche del progetto di realizzazione dell’impianto di cremazione a Noventa
Vicentina, come questo si inserisca nella programmazione regionale e se intenda
richiedere al Comune di Noventa Vicentina approfondimenti sul caso;
2) come la Regione ha finora attuato l’articolo 6 della legge 30 marzo 2001, n.
130 e come intenda attuarlo in futuro e se valuterà la promozione di vincoli più
stringenti, soprattutto di distanza fra un impianto e l’altro, in considerazione della
necessità di normare non solo il singolo forno crematorio ma la sostenibilità dello
stesso all’interno dell’intero contesto regionale, visto l’indubbio impatto
ecologico e sulla salute dei cittadini che questi impianti hanno.
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