Punto di vista - Banca ALBERTINI SYZ
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Punto di vista - Banca ALBERTINI SYZ
Punto di vista 11 ottobre 2012 L'essenziale in un colpo d’occhio Obbligazioni Azioni Hedge funds Proiezioni a 6 mesi Ce lo aspettavamo ed è successo. Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le sue stime di crescita e prevede ora che nel 2012 e 2013 l’economia mondiale crescerà rispettivamente solo del 3.3% e 3.6% (il FMI ritiene che l’economia mondiale è in recessione quando la crescita è inferiore al 3%). Ovunque si volga lo sguardo in questo ultimo scorcio del 2012 le prospettive di attività sono poco entusiasmanti. Negli Stati Uniti l’aspettativa dei tagli alla spesa pubblica, in un contesto di crescita già debole, crea indubbiamente un clima di incertezza che il risultato delle elezioni del 6 novembre dissolverà solo in parte. In Europa, alla luce dei piani di aggiustamento fiscale annunciati, sarà difficile che si assista ad altro se non al perdurare della tendenza attuale. Ancora una volta, dopo le speranze suscitate dagli eventi degli ultimi mesi, ora sono i governi che hanno il potere di far pendere la bilancia del sentiment da una parte o dall’altra. In Cina, l’esigenza di orientare la crescita in funzione di un maggiore peso della domanda interna è stata ben recepita e rientra fra i principali obiettivi di breve termine ma, per il momento, il modello basato sulle esportazioni resta ancora il motore dell’attività, e risente della situazione in Europa e negli Stati Uniti. Così dopo l’ondata di sollievo per l’allontanarsi dei timori di disgregazione dell’euro, sui mercati finanziari prevalgono l’incertezza e la prudenza di fronte alla situazione che continua ad essere complessa. Economia Stati Uniti ............................................................................... 2 Una rondine non sempre fa primavera (soprattutto in ottobre…) Europa ..................................................................................... 3 Aspettando la decisione della Spagna Giappone ................................................................................. 4 Il deficit commerciale diventa strutturale Questa pubblicazione si basa sulle informazioni raccolte fino al lunedì prima del giorno di diffusione. Economie emergenti ............................................................... 4 La crescita cinese rasenta il limite di tolleranza delle autorità Mercati Pubblicazione del team Ricerche e Analisi Banque SYZ & CO SA Tel. +41 (0)22 819 09 09 [email protected] Azionario ................................................................................. 5 Orizzonte di nuovo fosco Autori: Yasmina Barin Adrien Pichoud Fabrizio Quirighetti Valutario ................................................................................. 6 Scende l’AUD dopo il taglio dei tassi della RBA Obbligazionario ....................................................................... 5 Spagna quasi a livello di High Yield Economia Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 11 ottobre 2012 Stati Uniti Dagli ultimi aggiornamenti pubblicati all’inizio di ottobre sembra quasi che la Riserva Federale sia dotata di poteri magici. Dopo diversi mesi di notizie sconfortanti, gli indici di attività e di fiducia in settembre si sono bruscamente ripresi, come fossero “pungolati” dal terzo piano di QE della Fed. L’ISM manifatturiero è tornato sopra i 50 punti dopo tre mesi consecutivi in territorio di contrazione. L’ISM dei servizi è rimbalzato ai livelli più alti dallo scorso marzo. L’indicazione che scaturisce da queste due letture è che il rischio di recessione emerso durante l’estate è per il momento neutralizzato, e il ritmo di crescita del PIL dovrebbe continuare ad aggirarsi intorno al 2% all’anno. ISM manifatturiero, ISM dei servizi e variazione annua del PIL 65 numero insufficiente per provocare un reale calo della disoccupazione. Sarebbe quindi avventato - basandosi solo sulla diminuzione della disoccupazione, peraltro un po’ inaspettata - affermare che la tendenza (finora positiva, ma un po’ fiacca) sul mercato del lavoro è cambiata. La prudenza è quindi di rigore… tanto più che gli altri segnali dall’economia americana non sono tutti positivi. Ad esempio il forte calo degli ordinativi di beni strumentali registrato durante l’estate annuncia un sensibile rallentamento delle spese d’investimento per la seconda metà del 2012. Variazione annua degli ordinativi di beni strumentali (esclusa la difesa) e delle spese d’investimento 40 25 6 20 30 15 60 4 20 10 10 55 2 50 0 5 0 0 -5 -10 -10 45 -2 -20 -15 -30 40 -4 35 -6 -20 -40 00 01 02 03 04 US ISM MANUF ACT URING US ISM NO N MANUF ACT URI NG US G DP YoY %(R. H.SCALE) 05 06 07 08 09 10 11 12 00 01 02 03 04 05 06 07 US - Nondef ense capit al goods orders YoY% - 3M avg US - Investment in Equipment & Software YoY%(R.H. SCALE) -25 08 09 10 11 12 Source: T homson Reuters Datastream Source: T homson Reuters Datastream Il rimbalzo dei due indici ISM di settembre allontana i timori di un marcato rallentamento della crescita del PIL. Settembre è stato anche caratterizzato dall’aumento della fiducia dei consumatori. Gli indici del Conference Board e dell’Università del Michigan hanno entrambi registrato sensibili rialzi che li hanno riportati vicino ai livelli più alti degli ultimi tre anni. Il perdurare della schiarita nel comparto immobiliare, iniziata un anno fa, contribuisce sicuramente a tenere alto il morale delle famiglie. Ma le origini di questo miglioramento possono essere attribuite anche al mercato del lavoro? La risposta dipende da come si guardano i risultati del rapporto mensile … Infatti, una delle due indagini di settembre ha rilevato un sensibile aumento delle assunzioni che ha fatto scendere il tasso di disoccupazione sotto l’8% per la prima volta negli ultimi 4 anni (al 7.9%). Una notizia che di sicuro ha avuto un impatto positivo sulla fiducia delle famiglie, e che a un mese dalle elezioni arriva a puntino anche per il presidente Obama… Peccato però che l’altra indagine sull’evoluzione del numero di dipendenti fornisca un quadro molto meno esaltante e rilevi in settembre la creazione di soli 114.000 posti di lavoro, un La caduta degli ordini di beni strumentali durante i mesi estivi prospetta una netta flessione degli investimenti delle aziende per il secondo semestre del 2012. Si deve riconoscere che le prospettive di attività degli USA per l’anno prossimo sono tutt’altro che esaltanti. Anche nello scenario più ottimista, la dinamica intrinseca dell’economia americana - che dal 2010 le ha permesso di crescere solo del 2% all’anno - non lascia spazio alla speranza di una netta accelerazione di questo ritmo. Per di più, il 2013 sarà l’anno degli inevitabili tagli di bilancio, dei quali resta da definire solo l’entità. Se lo scenario estremo di una totale mancanza di accordo al Congresso e alla Camera rende l’ipotesi del 4.5% di impatto negativo abbastanza improbabile, in quanto precipiterebbe di sicuro l’economia in recessione, è invece quasi certo che l’avvio della normalizzazione dei conti pubblici costerà alla crescita americana almeno l’1%, ovvero la metà della sua crescita attuale. Se a questo aggiungiamo l’incertezza per le elezioni del 6 novembre, la prudenza delle aziende negli ultimi mesi diventa del tutto comprensibile. E spinge a essere cauti anche nell’interpretare i segnali confortanti apparsi in settembre. In queste prime settimane d’autunno è più che mai vero che una rondine non fa primavera. Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 11 ottobre 2012 Europa In Europa le notizie economiche si susseguono e si assomigliano: l’immagine che affiora è quella di una zona euro che affonda in recessione. L’indice del sentiment economico scende ogni mese di un gradino e preannuncia un ritmo di contrazione del PIL, in variazione annua, vicino al 2%. La disoccupazione tende ovunque ad aumentare e neanche la Germania sfugge ormai alla tendenza generale. Negli ultimi sei mesi il numero dei disoccupati è aumentato in maniera costante ma lieve, e questo fa della Germania un paese privilegiato rispetto alle altre grandi economie dell’area euro. I rigidi piani di austerità annunciati dalla Francia e dalla Spagna hanno un doppio svantaggio: da un lato gettano un’ombra sulle prospettive per il 2013 e dall’altro quasi sicuramente non saranno sufficienti per raggiungere gli obiettivi di riduzione del deficit fissati dall’Unione europea. Tasso di disoccupazione nell’area euro per paese 18 26 costretto a presentare una richiesta di aiuto al meccanismo di stabilità europeo siano riprese tali e quali. Evitando di rinunciare in maniera troppo evidente alla sua sovranità in tema di politica di bilancio il governo spera in questo modo di salvare la faccia … Alla luce della situazione attuale il ricorso della Spagna al Meccanismo europeo di stabilità, che esiste ufficialmente dall’8 ottobre 2012, appare ormai inevitabile. Questo passo è indispensabile per attivare il programma di acquisto di obbligazioni della BCE, grazie al quale la Spagna potrà mantenere condizioni di finanziamento a breve termine a tassi sostenibili. Per motivi legati alla politica interna (elezioni regionali) il governo ha dovuto ritardare questa mossa fino all’ultima settimana del mese, ma la prospettiva di dovere rifinanziare 20 mld di EUR di debito in scadenza negli ultimi giorni di ottobre rischia di precipitare le cose… Variazione annua del credito e delle spese del settore privato (consumi + investimenti) 12 5 24 16 4 10 22 3 14 20 8 2 12 18 1 6 10 16 0 4 14 8 12 -1 -2 2 6 10 -3 0 4 8 2 00 01 G ERMANY F RANCE I T ALY 6 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 SPAIN(R. H. SCALE) NET HER. PO RT UG AL Source: T homson Reuters Datastream La tendenza all’aumento della disoccupazione si è ormai generalizzata nell’area euro. In questo panorama desolante una nota confortante viene forse dagli indici PMI di attività in Italia. Da fine primavera, infatti, accennano a stabilizzarsi e sono perfino leggermente migliorati, come confermano i report di settembre. In sostanza, la recessione ha smesso di peggiorare e – grazie alla ritrovata credibilità del governo – il Bel Paese si è leggermente allontanato dal cuore della tempesta sia sul piano della percezione dei mercati finanziari che a livello di dinamica macroeconomica. Il brusco calo dell’attività registrato in Spagna in settembre ha invece reso ancora meno realista la stima di un calo del PIL dello 0,5% nel 2013 annunciata dal governo. Il nuovo giro di vite a livello fiscale rischia infatti di peggiorare ulteriormente una congiuntura economica già seriamente compromessa. Sembra che lo scopo del governo nel presentare il budget sia di annunciare una serie di misure “volontarie” sufficientemente ampia, affinché quando il paese sarà -4 -2 -5 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 EMU - PRIVAT E CREDI T YoY % EMU - HH CO NSUMPT I O N + F I XED INVEST MENT YoY %(R.H. SCALE) 10 11 12 Source: T homson Reuters Datastream Oltre alle peripezie della crisi del debito sovrano, un « credit crunch » che minaccia il settore privato da circa un anno fragilizza ulteriormente l’attività sul piano interno. Alla luce delle problematiche evocate, la situazione macroeconomica generale della zona euro lascia poco spazio all’ottimismo. Secondo le ultime stime dell’FMI, il Prodotto interno lordo dell’Unione monetaria dovrebbe crescere dello 0,2% nel 2013, dopo la riduzione dello 0.4% en 2012. La prospettiva del persistere (o dell’inasprirsi) dell’austerità di bilancio manterrà la domanda interna sotto pressione e sarà difficile per la BCE compensare questo fenomeno con un ulteriore allentamento della politica monetaria. Tutt’al più potrà contrastare la difficoltà di accesso al credito che il settore privato denuncia da circa un anno riportando la fiducia nel sistema finanziario europeo. Ma, ancora una volta, la palla ora è in mano ai governi che dovranno trovare un rimedio alle debolezze istituzionali che continuano a indebolire la zona euro. A questo proposito. i segnali degli ultimi mesi sono piuttosto incoraggianti, ma ora devono essere seguiti dai fatti. E i tentennamenti Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 11 ottobre 2012 del governo spagnolo rischiano di erodere l’esiguo margine di fiducia faticosamente costruito… Nel Regno Unito, dopo la parentesi delle Olimpiadi, gli ultimi dati macroeconomici segnalano che il clima è tornato a incupirsi. L’indice PMI manifatturiero è sceso anche in settembre facendo registrare il quinto mese consecutivo in territorio di contrazione. Inoltre, la produzione industriale è nettamente diminuita in agosto e il deficit della bilancia commerciale si è scavato. Calo ancora più marcato dell’indice PMI manifatturiero in Svizzera, dove l’ultima lettura di settembre lo dà al livello più basso dal giugno 2009, evidenziando una forte contrazione dell’attività. Sul fronte della BNS, grazie alle mosse della BCE che hanno tranquillizzato in merito alla sopravvivenza dell’euro, le pressioni al ribasso sulla moneta unica sono diminuite, e questo ha permesso alla BNS di ridurre il volume dei suoi interventi. In settembre, per difendere il limite di cambio a 1.20 franchi per un euro, le riserve valutarie sono cresciute “solo” di CHF 8,5 mld. Economie emergenti L’erosione della crescita nelle economie emergenti è stata confermata anche in settembre dagli indici di attività, che da un anno rilevano una mancanza cronica di dinamismo, conseguenza della debole domanda delle economie sviluppate e degli adeguamenti in corso in queste economie. In Cina, l’indice PMI manifatturiero si è attestato in settembre per il secondo mese di fila sotto quota 50, segnalando il perdurare del rallentamento dell’attività nell’industria. Alla luce della tendenza che emerge dalle statistiche cinesi, la stabilizzazione della crescita del PIL sul 7,5% (l’obiettivo dichiarato del governo) appare sempre più incerta. Questo potrebbe spingere le autorità ad allentare un po’ di più la politica monetaria e a ricorrere all’aumento delle spese d’investimento pubbliche, una tentazione alla quale fino ad ora hanno cercato di resistere… Cina – variazione annua del PIL e del PMI manifatturiero 60 15 Giappone L’indagine trimestrale della Banca del Giappone ha evidenziato che la tenuta dei servizi durante l’estate è stata relativamente buona, mentre l’industria, in Giappone come nel resto del mondo, è stata penalizzata dalla debolezza del ciclo mondiale e degli investimenti. Questa divergenza è un segnale incoraggiante in quanto denota una capacità, da parte del Giappone, di smorzare gli effetti del rallentamento della crescita in Asia. Ma ha anche la conseguenza – ora che le esportazioni rallentano – di far perdurare il deficit commerciale apparso dopo la catastrofe di Fukushima. Deficit che potrebbe diventare strutturale per via delle importazioni di energia necessarie dopo l’arresto delle centrali nucleari che sta profondamente modificando il volto dell’economia giapponese. 14 58 56 12 54 10 52 50 8 48 6 46 4 44 42 2 2005 2006 2007 2008 2009 CHI NA - G DP (YoY %) CHI NA - PMI MANUF ACT URI NG (3MMA)(R.H.SCALE) 41 2010 2011 2012 Source: T homson Reuters Datastream La recente debolezza che mostra l’indice di attività manifatturiera non permette di sperare in un imminente rimbalzo della crescita. Nella migliore delle ipotesi in una stabilizzazione… Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 11 ottobre 2012 Mercati Azionario Dopo un’estate ricca di sorprese l’inizio dell’autunno è stato caratterizzato dal ritorno all’umore cupo. Digerite le nuove misure annunciate dai principali istituti centrali, i mercati finanziari ancora una volta hanno subito il contraccolpo delle pessime notizie macroeconomiche. Mentre i programmi di austerità provocano un brusco rallentamento dell’attività in Europa, negli Stati Uniti l’economia stagna. Dal canto suo l’economia cinese rallenta a dispetto della politica dei tassi accomodante. Gli investitori sono ancora in attesa di sviluppi in Spagna con la notizia dell’attivazione del Meccanismo europeo di stabilità (MES). Andamento dei principali settori difensivi in Europa dall’inizio dell’anno investitori seguiranno con attenzione non solo le cifre ma le previsioni dei manager sugli ultimi mesi dell’anno. Infatti, nell’attuale contesto di rallentamento globale della domanda, alcuni ritengono le stime di crescita degli analisti troppo elevate. L’attenzione sarà anche puntata sugli Stati Uniti in vista delle imminenti elezioni. Obbligazionario Nelle ultime settimane il mercato obbligazionario europeo è stato ancora sostenuto dalle assicurazioni fornite dalla BCE sulla tenuta della zona euro. Ancora una volta, sono state le finanziarie a trainare il mercato. La nuova correzione al ribasso delle stime di crescita per il 2013 e la persistente assenza di tensioni inflazionistiche creano un contesto tuttora propizio al credito europeo. Tuttavia, l’incertezza riguardo alla Spagna pesa sulle prospettive a breve termine. Standard & Poor’s ha tagliato il rating del debito sovrano spagnolo allo scalino più basso dell’investment grade (BBB-) e anche Moody’s sta valutando di abbassare la sua valutazione di un altro gradino. Questa decisione avrebbe come conseguenza il downgrade della Spagna dalla categoria « investment grade » a quella « high yield » e rischia di provocare un’ondata di vendite forzate da parte degli investitori che non possono detenere questo tipo di titoli nel loro portafoglio. Il verdetto è atteso per la fine del mese… Differenziale sui tassi decennali di Spagna, Italia e Francia 7 rispetto alla Germania, e differenziale tra tassi spagnoli e italiani 1.50 6 1.00 Gli operatori hanno continuato a prediligere i valori difensivi di crescita. Il settore agroalimentare e i titoli legati al settore della salute continuano a sovraperformare il mercato e il comparto delle telecomunicazioni. Quest’ultimo è penalizzato dal contesto tariffario sfavorevole e da una minore generazione di cash flow che hanno innescato una serie di allarmi sugli utili e di tagli dei dividendi. Da agosto si sono succedute diverse rotazioni settoriali. Gli operatori hanno mostrato alternativamente una preferenza per i valori ciclici, poi difensivi. Sulla scia delle notizie deludenti, nella seconda parte del mese hanno prevalso i settori difensivi. Gli investitori hanno dato la preferenza alla sicurezza e si sono di nuovo posizionati sui settori dei consumi correnti e sui farmaceutici. Il settore della chimica tiene il passo e segue una traiettoria favorevole in qualsiasi configurazione del mercato. Dopo lo spettacolare rally di metà luglio, i finanziari sono rimasti fermi in un clima di rinnovate tensioni sul debito dei paesi periferici dell’area euro. L’andamento delle prossime settimane sarà influenzato dalla pubblicazione dei primi risultati societari. Gli 5 0.50 4 0 3 -0.50 2 -1.00 1 0 J F M A M J J A SPAI N - G ERMANY 10Y SPREAD I T ALY - G ERMANY 10Y SPREAD F RANCE - G ERMANY 10Y SPREAD -1.50 S O N D J F M A M J J A S O SPAIN - I T ALY 10Y SPREAD(R.H. SCALE) Source: T homson Reuters Datastream Mentre l’Italia ha ripreso fiato e la Francia beneficia ancora del suo status di “minore dei mali” in alternativa al Bund, è sulla Spagna che si concentrano le maggiori tensioni. Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute. Punto di vista 11 ottobre 2012 Valutario In mancanza di particolari notizie capaci di ridurre il grado di incertezza, l’euro, nelle ultime due settimane, è rimasto stabile nei confronti del dollaro intorno a quota 1.29. Anche nei confronti del franco svizzero è rimasto a quota 1.21, e l’annuncio dell’aumento contenuto delle riserve valutarie della BNS nel mese di settembre non ha avuto particolari effetti. In Australia, il rallentamento della crescita mondiale e in particolare della domanda cinese di materie prime comincia a pesare sull’attività, e questo ha spinto l’istituto centrale a tagliare il tasso di riferimento per la terza volta dell’anno (-25pb a 3.25%). Un movimento inaspettato che ha provocato la discesa del dollaro australiano nei confronti del biglietto verde americano. AUD contro USD e tasso di riferimento della banca centrale australiana 1.10 4.40 1.08 4.20 1.06 4.00 1.04 3.80 1.02 3.60 1.00 3.40 0.98 3.20 JAN F EB MAR APR AUS - RBA CASH RAT E T ARG ET AUD/ USD(R.H. SCALE) 0.96 MAY JUN JUL AUG SEP Source: T homson Reuters Datastream L’inaspettato taglio dei tassi da parte della Reserve Bank of Australia ha provocato la discesa del dollaro australiano che resta comunque sopra i livelli raggiunti a fine primavera contro l’USD. Questo documento è pubblicato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione di investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette che possano derivare dall’uso delle informazioni ivi contenute.