Medicamenti

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Medicamenti
Vivere con il reumatismo
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Tel. 044 4 8
Indice
3
Introduzione
4
Analgesici
Semplici antidolorifici senza azione antinfiammatoria
7
Antireumatici non steroidei (FANS)
Antidolorifici con azione antinfiammatoria, ma senza l’effetto del cortisone
10
Medicamenti al cortisone
14
Medicamenti di base
Per l’artrite e altre affezioni infiammatorie
18
Medicamenti di base prodotti sinteticamente
Medicamenti di base prodotti con biotecnologie (biologici)
Tabella medicamenti di base: sintesi delle caratteristiche
20
27
34
Autoiniezione di medicamenti
38
Antiartrosici
Condroprotettori o medicamenti che proteggono le cartilagini
40
Medicamenti contro l’osteoporosi
47
Elenco dei medicamenti
Medicamenti antireumatici disponibili in Svizzera
61
Lega svizzera contro il reumatismo
66
Altre pubblicazioni
68
Indirizzi utili
70
4
Introduzione
Per il trattamento delle patologie
reumatiche esistono diversi medica­
menti dall’azione alquanto differen­
te. Con questo opuscolo della
Lega svizzera contro il reumatismo
vogliamo offrire una panoramica
sui medicamenti antireumatici oggi
in uso. È praticamente impossibile
presentare tutti i medicamenti
ottenibili sul mercato elvetico. Ci
limitiamo quindi a presentare
unicamente gli esponenti più importanti dei singoli gruppi, che
verranno descritti più in dettaglio
nei capitoli seguenti.
■■
■■
■■
■■
L’uso corretto dei
­medicamenti
I rimedi che vengono usati in presenza di affezioni reumatiche
devono essere prescritti dal medico
curante. Egli deve poter contare
su una buona collaborazione con
i suoi pazienti.
Per questo siete invitati a osservare
le seguenti regole:
■■ Informate il vostro medico su
tutte le medicine (anche quelle
■■
■■
di tipo alternativo) che state
prendendo.
Informate il vostro medico sulle
affezioni di cui soffrite e indi­
categli la presenza di eventuali
allergie (alimentari, medica­
mentose, ecc.).
Assumete i medicamenti
esatta­mente come prescritto dal
medico.
Nel caso in cui doveste prende­
re più medicamenti, sarebbe
vantaggioso compilare un’appo­
sita cartella.
Informate il medico su eventuali
sintomi collaterali provocati dai
medicamenti. Una descrizione di
sintomi possibili è riportata
nel foglietto accluso alla confe­
zione.
Non cessate mai volontaria­
mente di prendere i medicamen­
ti prescritti. Tale azione può
comportare gravi rischi, soprat­
tutto nel caso di determinati
medicamenti antireumatici (per
esempio i preparati cortisonici).
Certi medicamenti antireumatici
(per esempio i medicamenti
di base) necessitano di un certo
tempo prima di essere efficaci
(anche fino a tre mesi).
■■ Conservate i medicamenti in un
luogo sicuro fuori dalla portata
dei bambini.
■■ Se avete incertezze o dubbi,
chiedete al vostro medico
curante.
Non bisogna dimenticare che tutti i
rimedi possono avere degli effetti
collaterali indesiderati. Leggendo le
Gli antireumatici
“ devono
essere
prescritti
dal medico.
”
6
INTRODUZIONE
informazioni accluse alle confezioni
troverete un elenco di quelli più
frequenti. Se si rispettano le regole
descritte sopra, non dovrebbero
insorgere dei problemi riguardanti
l’assunzione di medicamenti
antireumatici. La cosa più importan­
te è avere un buon rapporto di
fiducia con il medico curante, in
modo da poterlo sempre consultare
per le incertezze che potrebbero
insorgere.
È importante
“ una
buona colla­
borazione
con il medico.
”
Analgesici
Semplici antidolorifici senza azione antinfiammatoria
Cosa sono gli analgesici?
Gli analgesici sono dei medicamenti che combattono il dolore. Essi
non hanno alcun influsso sui
processi infiammatori. Tali medica­
menti vengono quindi spesso
impiegati in presenza di patologie
reumatiche in cui l’infiammazione è
assente (per es. fibromialgia) o
poco rilevante (per es. artrosi senza
irritazione infiammatoria).
Gli analgesici
“ contrastano
il dolore.
”
Si distinguono due classi di analge­
sici: i derivati dell’oppio (narcotici come la morfina), che vengono
quindi denominati analgesici
oppioidi, e altri dall’effetto più
blando che non contengono
narcotici oppiacei e vengono definiti
analgesici non-oppioidi.
I più noti fra i non-oppioidi sono i
preparati al paracetamolo come
Dafalgan®, Panadol®, Tylenol®, o
Novalgin® (contiene il principio
attivo metamizolo), in parte ottenibili
anche senza ricetta. Tra gli anal­
gesici oppioidi più noti troviamo
Durogesic®, Fortalgesic®, MST® Continus®, Oxycontin®, Palladon®,
Pethidin®, Targin®, Tramal®, Trans­
tec®, Valoron® e molti altri (vedi
«Elenco dei medicamenti»). Esistono
anche molti preparati derivanti
dall’associazione fra paracetamolo
e l’oppiaceo codeina, oppure fra
paracetamolo e tramadolo. Tale as­sociazione è particolarmente
indicata nel trattamento di forti dolori, con il vantaggio di minimi
effetti collaterali. Alcuni di questi
preparati in associazione sono
il Co-Dafalgan®, il Treuphadol plus®,
lo Zaldiar® e altri (vedi «Elenco
dei medicamenti»).
Come si impiegano gli
analgesici?
Gli analgesici possono essere som­ministrati in tutte le forme di stati
dolorifici. Il dolore è molto frequente
nelle affezioni reumatiche. Per
questo gli analgesici vengono usati
7
8
A N A LG E S I C I
molto di frequente. Grazie alla loro
buona tollerabilità, gli analgesici
sono la prima scelta soprattutto per
le patologie reumatiche non
infiammatorie, come i dolori alla
schiena, le affezioni reumatiche
delle parti molli (gomito del tennista,
fibromialgia, dolori muscolari) e
l’artrosi lieve. Gli stessi analgesici si
applicano contro il mal di testa,
il mal di denti, i dolori postoperatori,
i dolori in seguito al cancro e tanti
altri stati dolorifici.
Gli analgesici
“ sono
la prima
scelta per
le patologie non
infiammatorie.
”
È importante ricordare che gli anal­gesici non hanno alcun effetto
antinfiammatorio. In caso di affezioni
reumatiche infiammatorie, come
l’artrite reumatoide o il morbo di
Bechterew, essi possono però esse­
re prescritti in associazione con
medicamenti antinfiammatori (vedi
i paragrafi «Medicamenti al cortiso­
ne», «Antireumatici non steroidei»
e «Medicamenti di base») nel caso
che gli effetti di questi siano
insufficienti.
Quando i dolori sono poco accen­
tuati, i preparati al paracetamolo
come Dafalgan®, Panadol®,
Treuphadol®, Tylenol® e Zolben®
hanno una buona efficacia. Quando
i dolori sono di intensità medioforte, spesso si prescrivono dei preparati con un’associazione di
paracetamolo e codeina, oppure di
paracetamolo e tramadolo, come
Co-Dafalgan®, Codol®, Treuphadol
plus® o Z
­ aldiar®.
In presenza di forti dolori si utiliz­
zeranno invece analgesici oppioidi
quali Durogesic®, Fortalgesic®,
MST® Continus®, Oxycontin®,
Palladon®, Pethidin®, Targin®,
Tramal®, Transtec®, Valoron® e
diversi altri.
Gli analgesici esistono sotto forma
di compresse e supposte, oppure
fiale per iniezioni.
A N A LG E S I C I
Effetti collaterali
Gli analgesici non-oppioidi (in par­ti­colare i preparati al paracetamolo)
vengono sopportati generalmente
molto bene. Le reazioni allergiche
sono molto rare. Anche gli effetti collaterali nel tratto gastrointestinale
sono abbastanza rari (contrariamen­
te a quello che vale per i medi­
camenti antireumatici non steroidei
descritti nella prossima sezione).
■■ Dosi elevate (a partire da
4 g al giorno) di analgesici nonoppioidi possono provocare
danni al fegato o perfino un’insuf­ficienza epatica. I sovradosaggi
si verificano per lo più in modo
inconsapevole assumendo
contemporaneamente preparati
contro il raffreddore a base
di paracetamolo, come il Neo­citran®. Di conseguenza, occorre
informare il vostro medico o il
farmacista su tutti i medicamenti
che assumete. A tale scopo
può essere utile compilare una
cartella dei medicamenti.
■■ Gli oppioidi possono provocare
stitichezza, vertigini, malessere,
stanchezza e, a dosaggi molto
elevati, difficoltà di respirazione potenzialmente letali. Se
l’uso dei medicamenti avviene in
modo corretto e secondo le
indicazioni prescritte, si può escludere una dipendenza fisica.
Un uso prolungato, seguito da
una cessazione improvvisa,
può comunque generare sintomi
di astinenza fisica.
➔➔ Attenzione: gli oppiacei
possono rendere stanchi e
quindi pregiudicare la capacità
di guida. Questo vale pure per
determinate attività professionali. Se ciò fosse il caso vostro,
parlatene al medico.
9
10
Antireumatici non steroidei (FANS)
Antidolorifici ad azione antinfiammatoria,
ma senza l’effetto del cortisone
Che cosa s’intende
per FANS?
I FANS inibiscono determinati
enzimi, le cosiddette ciclossigenasi
(COX). A loro volta, tali enzimi
influenzano le prostaglandine (un
gruppo di ormoni tissutali) che
svolgono un ruolo determinante nei
processi infiammatori. Le prosta­
glandine svolgono anche altre funzioni nell’organismo umano:
■■ proteggono la mucosa gastrica;
■■ sono indispensabili per la
coagulazione del sangue
attraverso l’agglomerazione delle
piastrine (trombociti) e
■■ favoriscono l’irrorazione sangui­
gna dei reni.
inibiscono
“ leI FANS
infiam­mazioni.
”
Per il trattamento con i FANS è
fondamentale la distinzione tra le
due forme di enzimi: l’enzima
ciclossigenasi 1 (COX-1) forma le
prostaglandine (ossia il gruppo
di ormoni tissutali) che proteggono
il tratto gastrointestinale e le
piastrine, mentre l’enzima ciclos­si­
genasi 2 (COX-2) forma le
pros­taglandine responsabili delle
infiammazioni.
I FANS convenzionali limitano sia la
COX-1 sia la COX-2 e quindi, data
la funzione delle prostaglandine
precedentemente accennata (da un
lato la protezione del tratto gastro­
intestinale e delle piastrine, dall’altro
il ruolo nei processi infiammatori)
possono verificarsi effetti collaterali
indesiderati, soprattutto a carico
della mucosa gastrica (ulcere gastrointestinali, emorragie, ecc.).
Anche una maggiore tendenza alle
emorragie dovuta a una ridotta
coagulazione del sangue può essere riconducibile al trattamento.
Questi medicamenti possono inoltre
turbare l’irrorazione sanguigna dei
reni, con la conseguente ritenzione
idrica nell’organismo (soprattutto
nelle gambe), come pure causare
un aumento della pressione
sanguigna oppure, in casi rari,
un’insufficienza renale.
A N T I R E U M AT I C I N O N S T E R O I D E I ( FA N S )
Dal 1999 si dispone dei cosiddetti
FANS inibitori selettivi della COX-2.
Essi inibiscono selettivamente i
processi infiammatori provocando
meno effetti negativi sul tratto
gastrointestinale e sulle piastrine.
Gli inibitori della COX-2 limitano
unicamente le prostaglandine
«infiammatorie» e non quelle «protettrici» o «buone». Purtroppo si
è appurato che questi medicamenti
aumentano il rischio di malattie
cardiovascolari (infarti miocardici,
ictus). Proprio per i suddetti effetti
collaterali i medicamenti contro
la COX-2 Bextra® e Vioxx® sono sta­
ti ritirati dal mercato nel 2004.
Arcoxia® e Celebrex® sono ancora
in commercio, ma devono essere
utilizzati con le dovute misure
precauzionali.
Come si impiegano
i FANS?
I FANS possiedono uno spettro
di indicazioni molto ampio. Essi
rap­presentano i medicamenti più
sovente prescritti a livello mondiale,
dato che possono essere som­
ministrati in ambito reumatologico
in tutte le affezioni infiammatorie per
inibire le infiammazioni e i dolori.
Malattie tipiche sono l’artrite reumatoide (poliartrite cronica), il morbo
di Bechterew, tutte le forme
di artrite, le affezioni infiammatorie
del­le guaine tendinee, delle borse
sinoviali e di altre parti molli. Lo
stesso vale per l’artrosi attivata da
infiammazione. Gli stessi medica­
menti vengono prescritti di frequen­
te contro dolori non causati da
infiammazioni quando gli analgesici
convenzionali non sono sufficienti.
Essi vengono pure somministrati
con successo dopo interventi chirur­gici (per es. sostituzione dell’ar­
ticolazione dell’anca, oppure dopo
operazioni odontoiatriche o alla
mascella). Il loro vantaggio sta nel
fatto che oltre ai dolori riducono
il gonfiore nelle zone operate.
Effetti collaterali
■■ effetti collaterali non specifici
(innocui) del tratto gastrointesti­
nale: nausea, flatulenza, mal di
pancia, diarrea oppure stitichezza
11
12
A N T I R E U M AT I C I N O N S T E R O I D E I ( FA N S )
■■ effetti collaterali specifici
(poten­zialmente pericolosi) del
tratto gastrointestinale, come
ulcere ed emorragie
■■ maggiore tendenza alle emor­
ragie
■■ effetti collaterali a carico di reni
e fegato
■■ aumento della pressione
sanguigna
■■ rischio accresciuto di infarto
miocardico e ictus
■■ ritenzione idrica nell’organismo
(soprattutto nelle gambe)
■■ reazioni allergiche
■■ difficoltà di concentrazione
e capogiri (raramente)
➔➔ Attenzione:
■■ Gli effetti collaterali nel tratto
gastrointestinale (ulcere
ed emorragie) possono essere
attenuati usando l’inibitore
selettivo della COX-2 Arcoxia®
e Celebrex®. Contro questi disturbi risultano efficaci anche
i medi­camenti atti a proteggere
lo stomaco, come Agopton®,
Antra®, Cytotec®, Nexium®,
Pantozol®, Pariet®, Zantic®,
Zurcal® ecc.
■■ Gli inibitori selettivi della
COX-2 non hanno alcun influsso
sulla coagulazione del sangue.
I pazienti che devono assumere
aspirina o altri inibitori delle
piastrine sono tenuti a continuare
la cura anche insieme agli
inibitori selettivi della COX-2.
■■ Se si assume aspirina come
profilassi contro ictus e infarti
miocardici, si deve evitare
l’assunzione contemporanea di
ibuprofene. Altri FANS non
selettivi devono essere assunti
almeno due ore dopo la som­
ministrazione di aspirina, al fine
di non compromettere l’effetto
di quest’ultima.
■■ L’assunzione di inibitori selettivi della COX-2 e di determinati
FANS convenzionali (per es.
diclofenac) comporta un rischio
accresciuto di infarto miocardico e ictus. Essi devono quindi
essere assunti con cautela e,
se possibile, per periodi brevi.
■■ Non si devono utilizzare diversi
preparati FANS contempora­
neamente.
■■ Anche con gli inibitori selettivi
della COX-2 non sono da
escludere effetti collaterali ai
reni, in quanto sia l’enzima
di tipo COX-1 sia di tipo COX-2
svolgono un ruolo importante
nell’irrorazione sanguigna dei
reni.
■■ I fattori di rischio per l’insorgen­
za di effetti collaterali sono:
età superiore ai 65 anni, terapie
prolungate, affezioni cardio­
vascolari, somministrazione
simultanea di preparati al
cortisone oppure di diversi
FANS.
14
Medicamenti al cortisone
Cosa sono i medicamenti
al cortisone?
Il cortisone è un ormone endogeno
vitale prodotto dalle ghiandole
surrenali. Il cortisone, in qualità di
sostanza naturale, possiede una
serie di importantissimi compiti. Regola parti specifiche del metabo­
lismo lipidico, di quello proteico e di
quello minerale. Governa importanti
processi del sistema immunitario
endogeno ed è indispensabile nella
lotta dell’organismo contro ag­
gressioni esterne. Viene appunto
chiamato «ormone anti-stress».
“ èIl ilcortisone
farmaco che
agisce più velo­
cemente contro le
infiammazioni.
”
Il cortisone endogeno e i medica­
menti sintetici al cortisone
(Calcort®, Prednison®, Spiricort®
e Lodotra®) rappresentano i migliori
e più rapidi inibitori dell’infiamma­
zione.
Grazie alla loro azione specifica,
i medicamenti al cortisone (denominati anche glucocorticoidi)
hanno spesso un’azione salvavita
in presenza di attacchi gravi di
asma o di gravi affezioni reumatolo­
giche e immunologiche, quali le
vasculiti oppure il lupus eritematoso
sistemico.
I medicamenti al cortisone sono
malvisti per i loro potenziali effetti
collaterali. I pregiudizi da cui sono
colpiti risalgono però ai tempi
in cui questi venivano somministrati
acriticamente con alti dosaggi
e per periodi prolungati. Utilizzati in
modo critico e a dosaggi bassi, oggi
sono indispensabili per il tratta­
mento di molte patologie reumatiche.
Come si impiegano i medicamenti al cortisone?
I medicamenti al cortisone vengono
prescritti per curare le affezioni
reumatiche infiammatorie laddove i
FANS convenzionali (antidolorifici
ad azione antinfiammatoria, ma senza
l’effetto del cortisone) si dimostrano
M E D I CA M E NTI A L C O RTI S O N E
insufficienti. Questo vale soprattutto
per l’artrite reumatoide (poliartrite
cronica), l’artrite psoriasica, l’artrite
reattiva, le gravi forme di artrosi attivata, il lupus eritematoso sistemico
ed altre collagenosi (malattie infiammatorie del tessuto connettivo).
I medicamenti al cortisone vengono
usati a breve termine per permettere
ai medicamenti di base (che sono
i più adatti per il trattamento a lungo
termine di queste patologie, vedi
sotto) di produrre il loro effetto, oppure in presenza di gravi attacchi
reumatici.
Nei casi di polimialgia reumatica,
un’affezione infiammatoria reumatica
accompagnata da forti dolori nella regione del cinto scapolare e del
bacino, i medicamenti al cortisone
hanno un’ottima efficacia. Questi
sono spesso di vitale importanza in
presenza di gravi disturbi immunitari
in cui sono coinvolti i vasi sanguigni (vasculiti), il cuore, i reni oppure
il sistema nervoso.
Nei casi di cui sopra i medicamenti
al cortisone si somministreranno
ogni giorno: di regola al mattino
sotto forma di compresse (molto più
raramente per infusione). Nei
trattamenti a lungo termine si tenterà di ridurre la dose al di sotto di
7,5 mg di prednisone giornalieri.
Questo permetterà di ridurre sensibilmente gli effetti collaterali a
lungo termine.
Il preparato al cortisone Lodotra®
si assume verso le ore 22. Il rilascio
ritardato del prednisone permette
di sviluppare la sua massima efficacia
la mattina presto, il momento della
giornata in cui l’attività infiammatoria
è massima. Tale effetto consente
spesso di ridurre la dose di cortisone.
Lo stesso cortisone viene usato di
frequente per trattare affezioni
infiammatorie locali: per esempio
artrosi attivata di un’articolazione,
artrite di una o più articolazioni,
tenosinoviti oppure infiammazioni
delle inserzioni tendinee, come pure
le borsiti. In questi casi il medi­
camento verrà iniettato localmente
nell’articolazione oppure nelle parti
molli colpite (come borse sinoviali,
15
inserzioni muscolari o guaine tendinee). Questa forma di somminis­
trazione provoca molto raramente
effetti collaterali. Tuttavia, in caso
di somministrazioni ripetute, le
iniezioni di cortisone possono indebolire il tessuto connettivo de­
terminando lacerazioni tendinee
e rotture dei legamenti, soprattutto
in aree soggette a forti carichi,
come i piedi.
iniezioni
“ diLecortisone
nelle
articolazioni do­
vrebbero essere
effettuate al mas­
simo quattro
volte all’anno.
”
M E D I CA M E NTI A L C O RTI S O N E
➔➔ Attenzione: il cortisone non
deve mai essere iniettato nei tendini,
al fine di evitarne la lacerazione.
Gli effetti collaterali seguenti si manifestano soprattutto quando i medica­
menti al cortisone vengono som­
ministrati per un periodo prolungato
(oltre i tre mesi) a dosi elevate,
ossia più di 7,5 mg di prednisone.
cortisone, si raccomanda di svolgere attività fisica nonché di
assumere calcio e vitamina D. Per
le donne in menopausa consi­
gliamo gli estrogeni sostitutivi ed
eventualmente medicamenti
specifici come Aclasta®, Actonel®,
Bonviva®, Evista®, Fosamax®,
Forsteo® o Prolia® (vedi anche la
sezione sui medicamenti contro
l’osteoporosi).
■■ rotture di tendini e legamenti
■■ appetito accentuato con conse­guente aumento di peso (visibile soprattutto al tronco e al viso)
■■ ritenzione idrica nei tessuti
(soprattutto nelle gambe)
■■ maggiore tendenza alle infezioni
■■ acne
■■ iperglicemia
■■ aumento della pressione sanguigna
■■ aumento della pressione
intraoculare
■■ opacità del cristallino (cataratta)
■■ cute sottile (secchezza,
­irritazioni locali)
■■ osteoporosi. Per prevenire
l’osteoporosi nel caso di un trat­tamento a lungo termine con
➔➔ Attenzione:
■■ Per cambiare le dosi di cortisone
dovete rivolgervi al vostro medico.
■■ Il trattamento con medicamenti al cortisone somministrati
per più settimane non può essere interrotto improvvisamente
da un giorno all’altro. Una ri­duzione della dose, come pure
l’inter­ruzione stessa, devono
essere decise solo dietro con­sultazione del medico curante.
■■ I medicamenti al cortisone
vanno presi di regola una volta
al giorno, al mattino. Non
cambiate mai arbitrariamente
l’orario di assunzione.
Effetti collaterali
17
18
Medicamenti di base
Per l’artrite e altre affezioni infiammatorie
Che cosa sono i medicamenti di base?
I medicamenti di base sono rimedi
tendenti a sopprimere le patologie
infiammatorie provocate da disturbi
immunologici (ovvero dal proprio
sistema immunitario), come l’artrite
reumatoide (poliartrite cronica),
il lupus eritematoso sistemico oppure le vasculiti (patologie con
infiammazione dei vasi sanguigni).
Grazie ai medicamenti di base
l’attività patologica viene inibita: diminuiscono determinati disturbi
e si possono evitare i danni agli
organi dovuti alle infiammazioni.
Spesso si riesce non solo a frenare,
ma persino a bloccare il processo
patologico della malattia. Nell’artrite
reumatoide, per esempio, i medica­
menti di base riescono a inibire
l’infiammazione alle articolazioni. Si
ottiene una riduzione del dolore
e viene ritardato, se non impedito, il
processo distruttivo nelle artico­
lazioni causato dalle infiammazioni.
Nei medicamenti di base rientrano
sostanze molto diverse dal punto di
vista farmacologico, molte delle
quali non sono state sviluppate per
il trattamento delle affezioni reuma­
tiche infiammatorie. Tale effetto
è stato scoperto casualmente nei
vecchi medicinali di base, facendoli
diventare un elemento importante
della terapia.
Contrariamente ai medicamenti antireumatici ad azione sintomatica,
quali gli analgesici o gli antireumati­
ci non steroidei (FANS), i medica­
menti di base riescono a influenzare
il decorso della malattia. Il loro
effetto antinfiammatorio assomiglia
a quello dei medicamenti al cor­
tisone, ma i medicamenti di base
hanno una tollerabilità migliore.
Uno svantaggio di molti medica­
menti di base è l’effetto ritardato, pari
a parecchie settimane o mesi
dall’inizio della cura. Con la som­
ministrazione mirata di medicamenti di base si riesce a limitare con
successo l’uso di medicamenti
al cortisone. In molti casi è possibile
farne del tutto a meno.
M E D I CA M E NTI D I BA S E
Quando si impiegano
i medicamenti di base?
Si fa uso dei medicamenti di base
principalmente nel momento in
cui l’attività infiammatoria dell’affe­
zione da trattare ha raggiunto un
punto tale da far temere un danno
agli organi e, in particolare, alle
articolazioni interessate, oppure se
si prevede un impiego prolungato
di cortisone che, dal canto suo, provoca effetti collaterali.
Classificazione
Esistono medicamenti di base
convenzionali ottenuti sinteticamen­
te, come Arava®, CellCept®,
Endoxan®, Imurek®, metotressato,
Plaquenil®, Salazopyrin® o
­Sandimmun®. Il loro effetto si es­plica a livello del metabolismo
cellulare. Recentemente è entrata
a far parte dei medicamenti di
base sintetici una nuova classe di
sostanze, come Otezla® e Xeljanz®,
che agiscono in modo mirato
sul processo infiammatorio inibendo
specifiche sostanze proteiche
all’interno delle cellule.
“ diI medicamenti
base riescono
spesso a bloccare il processo
patologico.
”
Sono inoltre disponibili medicamenti
di base prodotti con biotecno­logie, che sono noti come farmaci
biologici. Tra di essi troviamo
Actemra®, Cimzia®, Cosentyx®,
Enbrel®, Humira®, MabThera®,
Orencia®, Remicade®, Simponi® e
Stelara® (maggiori informazioni
da pagina 27). I farmaci biologici
agiscono in modo mirato sul
processo infiammatorio neutraliz­
zando, ad esempio, le proteine
che trasmettono i segnali dell’in­
fiammazione, oppure agendo su
determinate cellule infiammatorie.
19
20
M E D I CA M E NTI D I BA S E
Medicamenti di base
prodotti sinteticamente
Metoject®, Methrexx®
(metotressato)
Grazie alla sua sorprendente effi­cacia e tollerabilità, come pure
all’applicazione pressoché universa­
le, il metotressato rappresenta
attualmente il medicamento di base
più utilizzato. Originariamente usato
solo nel trattamento dei tumori,
il metotressato viene oggi applicato
in dosi molto minori nelle terapie
antireumatiche, evitando quindi
i pesanti effetti collaterali noti dalla
terapia anticancerosa. Il meto­tres­s ato è un medicamento di base
sintetico, quindi non prodotto
tramite biotecnologie.
All’inizio del trattamento, il meto­
tressato viene somministrato nella
maggior parte dei casi una volta
alla settimana per via sottocutanea
o intramuscolare. Lo si può pren­
dere anche settimanalmente sotto
forma di pastiglie (tutte le com­
presse devono essere assunte in
una sola volta e non nell’arco
di più giorni). Questo tipo di som­ministrazione presenta però uno
svantaggio: ingerendole, solo
una parte della dose terapeutica
viene assorbita dall’intestino,
per cui l’efficacia potrebbe essere
insufficiente. Per il passaggio
dalle iniezioni alle pastiglie potrebbe
essere necessario l’adattamento
del dosaggio.
Per ottimizzare la tollerabilità del
medicamento si raccomanda
l’aggiunta della vitamina acido folico
(Acidum folicum® o Folvite®).
Dato che il metotressato potrebbe
in casi rari provocare delle altera­
zioni dell’ematopoiesi o delle
funzioni epatiche, si raccomanda di
eseguire regolarmente le analisi
del sangue. Gli effetti collaterali più
M E D I CA M E NTI D I BA S E
frequenti sono un leggero males­
sere dopo l’iniezione o l’ingerimento delle compresse, nonché una
leg­gera caduta di capelli (quasi
sempre non visibile). Il metotressato
può provocare, sebbene molto
raramente, un’infiammazione ai polmoni, per cui, se dovessero mani­
festarsi tosse, dispnea o febbre,
si deve consultare immediatamente
il medico. Interrompendo la terapia a base di metotressato, l’infiam­
mazione scompare del tutto.
L’efficacia del metotressato si manifesta non prima di sei–otto
settimane. Si può superare questo
periodo somministrando dei
preparati al cortisone. È spesso
possibile bloccare la malattia solo
con il metotressato, rinunciando
così all’uso di altri medicamenti. Ma
anche per esso, come per gli altri
medicamenti di base, vale la
massima: è efficace solo fintanto
che lo si prende. Il metotressato
non porta a una guarigione perma­
nente, ma può essere somministrato per parecchi anni senza che
perda la sua efficacia. Sorvegliando
attentamente la terapia, non dovrebbero subentrare danni. Alcuni
pazienti seguono questa terapia per
molti anni.
➔➔ Attenzione: il metotressato
può causare danni al feto. Si
raccomanda alle donne di cessare
la terapia almeno tre mesi prima
di intraprendere una gravidanza. Una
terapia con il metotressato è vietata
alle donne gravide o puerpere, ai
pazienti affetti da gravi affezioni
renali o epatiche, oppure in presen­
za di un abuso di alcol.
Arava® e altri farmaci generici
(leflunomide)
Si tratta di un medicamento di base
sintetico comparabile al metotres­
sato, applicato soprattutto nell’artri­
te con un dosaggio di una pastiglia al giorno. Il leflunomide ha una
buona tollerabilità. Tra i più frequenti effetti collaterali figurano un
aumento dell’evacuazione, oppure
una lieve perdita di capelli (quasi
sempre non visibile).
21
22
M E D I CA M E NTI D I BA S E
In casi rari il leflunomide può
causare disturbi dell’ematopoiesi e
delle funzioni epatiche. È perciò
necessario monitorare il trattamento
svolgendo regolarmente le analisi
del sangue.
Il leflunomide esplica un’azione
simile a quella del metotressato. La
sua efficacia si manifesta però già
dopo quattro–sei settimane. Come
per il metotressato, valgono le
misure precauzionali per quanto
concerne la terapia a lungo
termine (vedi da pagina 20 a 21).
➔➔ Attenzione: bisogna sospen­
dere l’assunzione di Arava® almeno
sei mesi prima di intraprendere una
gravidanza. A causa della sua lunga
emivita, bisogna poi procedere a
un lavaggio speciale dell’organismo.
Salazopyrin® EN (sulfasalazina)
Salazopyrin® EN è un medicamento
di base sintetico usato nella cura
dell’artrite come pure nelle affezioni
infiammatorie dell’intestino. Viene
somministrato sotto forma di pastiglie (più di una al giorno). Se
all’inizio del trattamento si applica
un dosaggio alto, potrebbero
subentrare nausea e mal di testa. Si
raccomanda perciò di iniziare
la cura con un dosaggio piuttosto
basso e di aumentarne quindi
lentamente la dose. Anche nel caso
di Salazopyrin® EN, il trattamento
deve essere monitorato regolarmen­
te con analisi del sangue. Molto
raramente il trattamento con
Salazopyrin® EN provoca febbre
o dolori alla faringe. In questo
caso si deve consultare immediata­
mente il medico curante.
Salazopyrin® EN è meno efficace
del metotressato e inizia ad avere
effetto solo dopo due–tre mesi.
Salazopyrin® EN può essere assunto
anche durante la gravidanza e
l’allattamento.
M E D I CA M E NTI D I BA S E
Plaquenil® (idrossiclorochina)
Plaquenil® serviva in passato per la
profilassi e la terapia antimalarica.
Oggi questo medicamento di base
viene applicato soprattutto in
presenza di malattie infiammatorie
del tessuto connettivo (deno­minate anche collagenosi, come il
lupus eritematoso) e dell’artrite
reumatoide. Plaquenil® ha una
buona tollerabilità. Il trattamento
con Plaquenil ® non richiede
un’attenzione particolare al quadro
ematico. Si raccomanda tuttavia
di effettuare visite oculistiche dato
che, in casi alquanto rari, possono insorgere dei depositi di pig­mento nella retina. Si possono
così evitare, se scoperti in tempo,
problemi alla vista.
L’efficacia di Plaquenil® nel caso
di malattie infiammatorie del tessuto
connettivo è molto buona. Per la
cura dell’artrite reumatoide invece è
quasi sempre poco efficace, se
somministrato da solo. È per questo
che oggi viene utilizzato solo in
associazione con altri medicamenti
di base. Plaquenil® può essere
assunto anche durante la gravi­
danza e l’allattamento.
Xeljanz® (tofacitinib)
Xeljanz® viene impiegato per il trat­tamento dell’artrite reumatoide.
Il suo principio attivo è il tofacitinib,
prodotto con metodi di sintesi e,
quindi, non biotecnologici. A differenza dei medicamenti di base
convenzionali descritti precedente­
mente, Xeljanz® è stato apposita­
mente sviluppato per bloccare degli
enzimi specifici (fermenti) all’interno
delle cellule infiammatorie. Xeljanz®
inibisce la trasmissione del segnale
di determinate reazioni immuno­
logiche che sostengono l’infiamma­
zione nell’artrite.
Xeljanz® viene quindi impiegato
nei casi in cui la terapia con meto­tressato si è rivelata insufficiente.
L’assunzione avviene sotto forma di
pastiglie due volte al giorno e può
essere impiegato da solo o in
associazione con un medicamento
di base sintetico convenzionale.
23
Xeljanz® comporta un maggiore
rischio di infezioni. Gli effetti collaterali più comuni sono mal di
testa, aumento dell’evacuazione
nonché infiammazioni del naso
e della faringe. Il trattamento con
Xeljanz® comporta l’esecuzione di
analisi del sangue a intervalli lunghi.
Otezla® (apremilast)
Otezla® viene impiegato nel tratta­mento dell’artrite psoriasica, ma
è efficace anche contro la psoriasi. Il
suo principio attivo, l’apremilast,
viene prodotto tramite sintesi. Otezla®
riduce la reazione infiammatoria
a carico di articolazioni e cute inibendo una proteina specifica
all’interno delle cellule e agendo su
diversi mediatori ad azione sia
infiammatoria che antinfiammatoria.
Otezla® viene somministrato sotto
forma di pastiglie due volte al
M E D I CA M E NTI D I BA S E
giorno. All’inizio del trattamento
il dosaggio viene progressivamente
aumentato e si raggiunge la dose
finale entro circa cinque giorni. Alcuni degli effetti collaterali più fre­
quenti sono diarrea, nausea e disturbi dell’apparato digerente.
Tali disturbi sono spesso transitori.
L’assunzione di apremilast può
comportare un calo di peso.
Durante il trattamento con Otezla®
non è necessario sottoporsi ad
analisi del sangue.
Sandimmun® (ciclosporina A)
Sandimmun® è stato sviluppato per
i trapianti al fine di evitare le reazioni
di rigetto. Viene applicato per esem­
pio nei pazienti che hanno subito
il trapianto di un rene. Nella terapia
antireumatica viene usato soprat­
tutto nella cura delle collagenosi (infiammazioni del tessuto connettivo)
e vasculiti (infiammazioni dei vasi
sanguigni), accompagnate da
attacchi infiammatori di certi organi,
come per esempio i reni o gli occhi.
Sandimmun® è un medicamento di
base sintetico che si prende sotto
forma di capsule due volte al dì.
L’effetto positivo interviene già dopo
poche settimane. Effetti collaterali
frequenti sono una maggiore pelosità della pelle, gonfiore alle gengive,
disturbi delle funzioni renali e
aumento della pressione sanguigna.
Riguardo agli ultimi due punti
è doveroso esercitare un controllo
continuo e regolare del quadro
ematico e la misurazione della pressione durante tutta la terapia.
Imurek® e altri farmaci
generici (azatioprina)
Anche l’azatioprina è un prodotto
per cui quasi tutte le esperienze
sono state fatte nella medicina dei
trapianti. In reumatologia, questo
medicamento di base sintetico
(quindi non prodotto con tecniche
biotecnologiche) viene usato
soprattutto nei casi di collagenosi
(infiammazioni del tessuto connetti­
vo) e vasculiti (infiammazioni dei
vasi sanguigni). Viene prescritto
raramente in presenza di infiamma­
zioni delle articolazioni.
25
26
M E D I CA M E NTI D I BA S E
La posologia di Imurek® prevede
da una a tre pastiglie al giorno.
L’effetto interviene lentamente e
quasi sempre solo dopo tre
mesi. Effetti collaterali: leggera
nausea, alterazioni del quadro
ematopoietico, infiammazioni epatiche. Il trattamento va accom­
pagnato da regolari controlli del
sangue e delle urine.
I medicamenti di
“ base
influenzano
positivamente
il decorso della
malattia.
”
CellCept®, Myfortic® (micofeno­
lato mofetile, micofenolato)
CellCept® e Myfortic® inibiscono
la proliferazione dei linfociti T e B e
la loro migrazione nell’area dell’in­
fiammazione. I linfociti fanno parte
dei globuli bianchi. CellCept® e
Myfortic® vengono utilizzati princi­
palmente nella medicina dei
trapianti. In reumatologia trovano
applicazione tra l’altro nelle in­
fiammazioni renali (ad es. nel lupus
eritematoso) o in quelle vascolari
e oculari. Si tratta di medicamenti di
base sintetici (quindi non prodotti
con tecniche biotecnologiche) da assumere due volte al giorno sotto
forma di compresse. L’inibizione del
sistema immunitario si instaura
immediatamente, mentre l’effetto
sull’infiammazione dell’organo
interessato si manifesta in un secondo tempo. Gli effetti collaterali
più rilevanti sono disturbi gastro­
intestinali e una maggiore tendenza
alle infezioni.
Endoxan® (ciclofosfamide)
Questo medicamento di base sintetico ha un’azione fortemente
inibitrice sul sistema immunitario.
Viene usato soprattutto nelle
collagenosi (infiammazioni del tessuto connettivo) e nelle vascu­liti (affezioni in cui i vasi sanguigni
sono infiammati), specialmente
quando anche certi organi vitali ne
sono colpiti pericolosamente.
Ottenuto il controllo della malattia,
spesso si passa a dei medicamenti di base più leggeri.
M E D I CA M E NTI D I BA S E
Endoxan® viene somministrato sotto
forma di compresse (una volta al dì)
oppure tramite infusioni (in generale una volta al mese). L’effetto
inter­viene dopo alcune settimane.
Gli effetti collaterali più notevoli
sono la soppressione dell’ematopo­
iesi e l’aumento della tendenza
alle infezioni. La somministrazione a
lungo termine di Endoxan® può
portare alla sterilità maschile e femminile. Per evitare certe infezioni,
spesso si somministra contempora­
neamente l’antibiotico Bactrim®.
Si raccomanda un controllo costan­
te e severo del quadro ematico
del paziente.
Medicamenti di base
prodotti con biotecnologie (biologici)
I cosiddetti farmaci biologici sono
sostanze proteiche artificiali che
esplicano il loro effetto agendo in
modo mirato sul processo in­
fiammatorio. Ad esempio, queste
sostanze neutralizzano le proteine
solubili o cellulari che trasmettono i segnali dell’infiammazione,
oppure agiscono su determinate
cellule infiammatorie. Il loro sviluppo
è stato reso possibile grazie alla
biologia molecolare. Per produrre i
principi attivi desiderati, l’industria farmaceutica utilizza cellule o
microorganismi geneticamente
modificati come «fabbriche» viventi.
I costi per lo sviluppo e la pro­
duzione dei farmaci biologici sono
molto elevati. Prima del loro im­
piego, occorre pertanto richiedere
alla cassa malati una garanzia
dell’assunzione delle spese.
Inibitori del TNF
I cinque inibitori del TNF Cimzia®
(certolizumab), Enbrel® (etaner­
cept), Humira® (adalimumab),
Remicade® (infliximab) e Simponi®
(golimumab) appartengono
al gruppo dei medicamenti biologici,
ovvero farmaci a base di proteine
prodotti con biotecnologie. Essi
riescono a inibire in modo mirato,
tanto nelle articolazioni quanto
nell’organismo, il cosiddetto fattore
di necrosi tumorale alfa (TNFα),
uno dei più importanti mediatori delle
infiammazioni. In questo modo
27
28
M E D I CA M E NTI D I BA S E
riescono a reprimere il processo
infiammatorio.
Gli inibitori del TNF vengono pres­critti nel trattamento dell’artrite,
come per esempio l’artrite reumatoi­
de, dell’artrite psoriasica e del
morbo di Bechterew (spondilite
anchilosante). Essi vengono
impiegati anche per le malattie intestinali infiammatorie, la psoriasi
e altre patologie infiammatorie.
Grazie agli inibitori del TNF, l’attività
infiammatoria può essere fortemen­
te ridotta in molti pazienti. I dolori
articolari diminuiscono già dopo
pochi giorni. I pazienti che presen­
tano sintomi di infiammazione
nel sangue notano spesso la scom­parsa quasi improvvisa dei males­
seri a essa correlati, quali stanchez­
za e spossatezza. Il processo di
deterioramento nelle articolazioni
può essere inibito e spesso perfino
arrestato.
Gli inibitori del TNF hanno una
buona tollerabilità, ma comportano
anche alcuni rischi: le infezioni si
manifestano di frequente e possono
presentarsi in modo atipico con un
decorso più difficile del solito.
Una tubercolosi avuta nel passato
può per esempio essere riattivata.
Gli inibitori del
“ TNF
contrastano
uno dei più
importanti media­
tori delle
infiammazioni.
”
Enbrel® viene somministrato una
volta alla settimana, Humira®
ogni due settimane, Cimzia® ogni
due settimane oppure ogni quattro
settimane e Simponi® una volta
al mese per via sottocutanea, e
molti pazienti non hanno difficoltà
a effettuare personalmente l’inie­
zione. L’effetto collaterale più
frequente in circa un terzo dei pazienti è una reazione cutanea
nel punto dell’iniezione, simile a una
puntura d’insetto. La reazione
sparisce spesso nel corso della
terapia.
M E D I CA M E NTI D I BA S E
Remicade® si somministra ogni
sei–otto settimane con un’infusione
della durata di una o due ore.
All’inizio l’intervallo fra le infusioni
sarà più breve (seconda infusione
dopo due settimane, terza infusione
sei settimane dopo la prima).
Durante l’infusione di Remicade® si
possono verificare degli effetti
collaterali simili a un’allergia (arrossamento della pelle, senso di
costrizione al petto e difficoltà di
respiro). È quindi importante
che l’infusione avvenga sempre
sotto controllo. Simili reazioni sono
comunque rare.
Tutti gli inibitori del TNF possono
essere prescritti in associazione con
preparati al metotressato o altri
medicamenti di base convenzionali.
Questa associazione può migliorare
ulteriormente l’efficacia.
MabThera® (rituximab)
Anche MabThera ® appartiene al
gruppo dei farmaci biologici.
Similmente agli inibitori del TNF
sopraccitati, MabThera® è costituito
da un anticorpo a base proteica
di origine biotecnologica. Questo
medicamento di base attacca
in modo mirato i linfociti B che, tra
l’altro, producono anticorpi come ad
esempio il fattore reumatoide.
MabThera® viene impiegato per il
trattamento dell’artrite reumatoide e
altre patologie autoimmuni. Viene
somministrato tramite infusione.
L’effetto sopraggiunge lentamente,
ma può durare da sei a dodici mesi
e a volte addirittura più a lungo. Si
consiglia di prescrivere MabThera®
in associazione con preparati al
metotressato o altri medicamenti di
base sintetici. Il medicamento è
ben tollerato e solo in rari casi provoca reazioni all’infusione. Come
altri farmaci biologici, MabThera ®
comporta un maggiore rischio
di infezioni.
29
30
M E D I CA M E NTI D I BA S E
Benlysta® (belimumab)
Anche Benlysta® è composto da un
anticorpo a base proteica prodotto
con biotecnologie. Esso si lega
a una proteina solubile che stimola
i linfociti B. Benlysta® inibisce
questa proteina attivante, favorisce
la degenerazione dei linfociti B
e inibisce la loro produzione di anticorpi. Benlysta® viene impiegato
per il lupus eritematoso quando le
terapie convenzionali non sono
abbastanza efficaci. Benlysta® viene
somministrato con un’infusione
della durata di ca. 60 minuti. Essa
viene ripetuta dopo due e quattro
settimane e, in seguito, ogni quattro
settimane. L’efficacia della terapia
si presenta dopo tre–sei mesi. La
tollerabilità è buona, solo raramente si verificano reazioni all’infu­
sione. Benlysta® comporta un
maggiore rischio di infezioni.
I farmaci biologici
“ intervengono
in modo mirato sul
processo infiam­
matorio.
”
Orencia® (abatacept)
Anche Orencia ® è una sostanza
proteica di origine biotecnologica. Essa si lega alla superficie di
determinate cellule immunitarie
inibendo così l’attivazione dei linfociti T, che svolgono un ruolo
determinante nel processo infiam­
matorio. Orencia® trova applicazione
nel trattamento dell’artrite reuma­
toide. La somministrazione avviene
tramite iniezione sottocutanea
settimanale, effettuata dal paziente.
In alternativa, la somministrazione può avvenire tramite un’infusione
della durata di mezz’ora. Le prime
tre infusioni di Orencia® vengono eseguite a distanza di due
set­timane, successivamente
la frequenza è di quattro settimane.
L’effetto si instaura dopo uno o
due mesi. Orencia® viene somminis-
M E D I CA M E NTI D I BA S E
trato da solo o in associazione con
altri medicamenti di base sintetici
convenzionali. Il medicamento è ben
tollerato e solo in rari casi provoca
reazioni all’infusione. Orencia®
comporta un leggero aumento del
rischio di infezioni.
Actemra® (tocilizumab)
Actemra® è un anticorpo a base proteica, di origine biotecnologica,
diretto contro il recettore dell’inter­
leuchina 6. Actemra ® riduce
l’at­tività dell’interleuchina 6, uno dei
principali mediatori delle infiamma­
zioni del nostro sistema immunitario.
Tale azione permette di alleviare
l’infiammazione delle articolazioni e
gli effetti sistemici come la stan­
chezza. Actemra® viene utilizzato
nell’artrite reumatoide e in altre
patologie infiammatorie. La sommi­
nistrazione avviene a cadenza
settimanale tramite iniezione sottocutanea eseguita dal paziente. In
alternativa, è possibile una sommini­
strazione tramite infusione (della
durata di un’ora) a intervalli di per lo
più quattro settimane. L’effetto
sull’infiammazione sistemica e sui
relativi sintomi si manifesta molto rapidamente, mentre quello sulle
articolazioni è percepibile entro due
mesi circa. Il medicamento è ben
tollerato e solo in rari casi provoca
reazioni cutanee o all’infusione.
Come altri farmaci biologici, Actemra®
comporta un maggiore rischio
di infezioni. Actemra® può essere
somministrato da solo o in asso­
ciazione con medicamenti di base
sintetici convenzionali.
Stelara® (ustekinumab)
Stelara® è un medicinale di origine
biotecnologica impiegato nel
trattamento dell’artrite psoriasica
e della psoriasi. Stelara® è un
anti­corpo diretto contro i mediatori
delle infiammazioni interleuchina
31
32
M E D I CA M E NTI D I BA S E
12 e interleuchina 23. Legandosi
ad essi, Stelara® ne impedisce il funzionamento. Stelara ® inibisce
l’infiammazione delle articolazioni e
della colonna vertebrale, contra­
stando inoltre la psoriasi. La som­ministrazione di Stelara® avviene per
via sottocutanea utilizzando una
siringa preriempita. La seconda inie­
zione viene eseguita un mese
dopo la prima; successivamente la
somministrazione ha una frequenza
trimestrale. Di norma, i pazienti
notano un miglioramento dopo uno
o due mesi. Stelara® può causare
delle reazioni cutanee nel punto
dell’iniezione. Come altri farmaci
biologici, anche Stelara® comporta un maggiore rischio di
infezioni.
Cosentyx® (secukinumab)
Cosentyx® è un medicinale di origine biotecnologica impiegato
nel trattamento dell’artrite psoriasi­
ca, del morbo di Bechterew e
della psoriasi. Cosentyx® è un anti­corpo diretto contro il mediatore
delle infiammazioni interleuchina 17.
Legandosi ad esso, l’anticorpo
impedisce il funzionamento del
mediatore. Cosentyx® inibisce
l’in­fiammazione delle articolazioni
e della colonna vertebrale, con­
trastando inoltre la psoriasi.
La somministrazione di Cosentyx®
avviene per via sottocutanea
utilizzando una siringa preriempita.
All’inizio vengono somministrati
con cadenza settimanale tra i 150
e i 300 mg (su un periodo di
quattro settimane); successivamen­
te la somministrazione ha ca­denza mensile. Di norma, i pazienti
notano un miglioramento dopo
uno o due mesi. Cosentyx® può
causare delle reazioni cutanee nel
punto dell’iniezione. Come altri
farmaci biologici, anche Cosentyx®
comporta un maggiore rischio
di infezioni.
M E D I CA M E NTI D I BA S E
Farmaci biosimilari
Conosciamo bene i comuni medicamenti sintetici. Allo scadere del
brevetto vengono inseriti sul mercato i relativi prodotti replicati,
denominati farmaci generici. Entro il 2020 scadranno i brevetti di circa
l’80 percento dei preparati di origine biotecnologica sviluppati negli
anni ’80 o ’90. Sono molti i farmaci biologici a non essere più protetti
da brevetto. Sono quindi pronti a essere commercializzati nuovi
preparati per il trattamento delle patologie reumatiche infiammatorie:
i cosiddetti farmaci biosimilari.
Diversamente dai farmaci generici, ovvero repliche dei medicamenti
sintetici, i farmaci biosimilari sono una classe di prodotti a sé in quanto
simili ma non identici ai preparati originari. I preparati di origine
biotecnologica sono molecole proteiche molto complesse che possono
essere composte anche da 20 000 atomi. È quindi praticamente
impossibile realizzare delle copie esatte degli originali. La procedura di
omologazione a cui i prodotti replicati vengono sottoposti in Svizzera
è altrettanto complessa. Secondo gli esperti, i farmaci biosimilari
omologati per la Svizzera non dovrebbero presentare maggiori problematiche di sicurezza rispetto ai prodotti originari corrispondenti.
Resta tuttavia ancora da quantificare il risparmio che i farmaci biosimi­
lari permetteranno di ottenere rispetto ai farmaci biologici originari.
Nel presente opuscolo non vengono ancora elencati medicamenti
appartenenti alla classe dei farmaci biosimilari.
33
Tempo
di azione
4–6 settimane
1– 4 settimane
1– 4 settimane
2–3 mesi
6–8 settimane
Arava ®
(leflunomide)
CellCept ®
(micofenolato
mofetile) e
Myfortic®
(micofenolato)
Endoxan ®
(ciclofosfamide)
Imurek ®
(azatioprina)
Metoject ®,
Methrexx®
(metotressato)
Medicamenti sintetici
Medicamento
7,5–30 mg alla
settimana
50–150 mg al dì
50–150 mg al dì
500–1500 mg al dì
10–20 mg al dì
Dosaggio
no
sì
no
no
no
Gravidanza
consentita
Medicamenti di base: sintesi delle caratteristiche
leggermente
accresciuta
leggermente
accresciuta
fortemente
accresciuta
leggermente
accresciuta
leggermente
accresciuta
Tendenza
alle infezioni
disturbi gastrointestinali, alterazioni
della cute e delle mucose,
leggera caduta di capelli, epatiti o
polmoniti rare, soppressione
dell’ematopoiesi
leggera nausea, disturbi gastrointe­
stinali, soppressione dell’ematopoiesi,
epatite
disturbi gastrointestinali, soppres­
sione dell’ematopoiesi, perdita
di capelli, cistite, infezioni frequenti,
sterilità
disturbi gastrointestinali,
frequenti infezioni
diarrea, leggera caduta di capelli,
epatiti o polmoniti rare, soppressione
dell’ematopoiesi, pressione alta
Effetti collaterali
3–4 mesi
2–3 mesi
1– 3 mesi
1– 2 mesi
Plaquenil ®
(idrossicloro­
china)
Salazopyrin® EN
(sulfasalazina)
Sandimmun ®
(ciclosporina A)
Xeljanz ®
(tofacitinib)
10–20 mg al dì
100–300 mg al dì
2000–3000 mg al dì
200–400 mg al dì
60 mg al dì
poche
settimane
3–6 mesi
Actemra®
(tocilizumab)
Benlysta ®
(belimumab)
infusioni ogni 4 settimane, più spesso
all’inizio
infusioni ogni 4 setti­mane o iniezione
da 162 mg 1 volta alla
settimana
Medicamenti prodotti con biotecnologie (farmaci biologici)
2–3 mesi
Otezla®
(apremilast)
no
no
no
sì
sì
sì
no
accresciuta
accresciuta
accresciuta
leggermente
accresciuta
no
no
leggermente
accresciuta
rare reazioni all’infusione, soppres­
sione della formazione dei globuli
bianchi, infezioni
rare reazioni all’infusione simili a
un’allergia (arrossamento della pelle,
senso di costrizione al petto e
difficoltà di respiro)
mal di testa, diarrea, epatite, sop­pres­s ione dell’ematopoiesi, infezioni
frequenti
disturbi gastrointestinali, pelosità
accresciuta, gonfiori alle gengive,
pressione alta, disturbi delle funzioni
renali
disturbi gastrointestinali, allergie
della pelle, alterazioni dell’ematopoie­
si, nausea, mal di testa, dolori alla
faringe, febbre
fotosensibilità della cute e degli
occhi, molto raramente danni alla
retina dell’occhio
diarrea, nausea, disturbi dell’apparato
digerente
35
Tempo
di azione
1–3 mesi
1–3 mesi
poche
settimane
1– 2 mesi
da pochi giorni
a poche
settimane
da pochi giorni
a poche
settimane
Medicamento
Cosentyx ®
(secukinumab)
MabThera ®
(rituximab)
Orencia ®
(abatacept)
Stelara ®
(ustekinumab)
Inibitore del
TNF: Cimzia®
(certolizumab)
Inibitore del
TNF: Enbrel®
(etanercept)
50 mg 1 volta alla
settimana
200 mg ogni 2 setti­
mane oppure 400 mg
ogni 4 settimane, dose
maggiore all’inizio
45 mg ogni tre mesi,
seconda iniezione già
dopo un mese
infusioni ogni 4 setti­mane, più spesso
all’inizio oppure
iniezione sottocutanea
1 volta alla settimana
2 infusioni da 1000 mg
150–300 mg la setti­
mana per 4 settimane
tramite iniezioni
sottocutanee; successi­
vamente ogni 4 setti­
mane
Dosaggio
no
no
no
no
no
no
Gravidanza
consentita
accresciuta
accresciuta
accresciuta
accresciuta
accresciuta
accresciuta
Tendenza alle
infezioni
reazioni cutanee nel punto
dell’iniezione, infezioni frequenti
reazioni cutanee nel punto
dell’iniezione, infezioni frequenti
reazioni cutanee nel punto
dell’iniezione, infezioni frequenti
rare reazioni all’infusione simili a
un’allergia (arrossamento della pelle,
senso di costrizione al petto
e difficoltà di respiro)
rare reazioni all’infusione simili a
un’allergia (arrossamento della
pelle, senso di costrizione al petto
e difficoltà di respiro)
reazioni cutanee nel punto
dell’iniezione, infezioni frequenti
Effetti collaterali
da pochi giorni
a poche
settimane
da pochi giorni
a poche
settimane
Inibitore del
TNF:
Remicade®
(infliximab)
Inibitore del
TNF: Simponi®
(golimumab)
50 mg 1 volta al mese
infusione ogni 6–8 setti­
mane, all’inizio più
frequentemente
40 mg ogni 2 settimane
no
no
no
accresciuta
accresciuta
accresciuta
reazioni cutanee nel punto
dell’iniezione, infezioni frequenti
rare reazioni all’infusione simili a
un’allergia (arrossamento della pelle,
senso di costrizione al petto
e difficoltà di respiro), infezioni
frequenti
reazioni cutanee nel punto
dell’iniezione, infezioni frequenti
➔➔ Nota: le liste dei medicamenti riportate nel presente opuscolo non mirano a essere esaustive.
Esse vengono aggiornate periodicamente. Le nuove versioni sono disponibili online all’indirizzo:
www.reumatismo.ch/medicamenti
da pochi giorni
a poche
settimane
Inibitore del
TNF: Humira®
(adalimumab)
M E D I CA M E NTI D I BA S E
37
38
Autoiniezione di medicamenti
Determinati medicamenti vengono
somministrati tramite iniezione
sottocutanea (sotto la pelle), un’operazione che si può facilmente
eseguire con l’aiuto di un parente
o persino da soli. L’autoiniezione
assicura la massima autonomia, ad
es. mentre si viaggia. I farmaci
biologici devono essere refrigerati
sia durante la conservazione che
durante il trasporto. Alcuni preparati
sono disponibili sotto forma
di siringhe preriempite o penne.
Queste sono state sviluppate in
modo particolare per i pazienti che
hanno difficoltà a usare le dita
a causa di una funzionalità limitata.
Esistono anche determinati ausili
che facilitano la rimozione del
cappuccio dell’ago. In genere
si impara rapidamente a eseguire
l’iniezione e, se si procede cor­
rettamente, non si devono temere
complicazioni. All’inizio è normale provare un po’ di timore, ma
se si seguono attentamente le
istruzioni inserendo rapidamente
l’ago si impara presto a superarlo. Raramente si verificano reazioni allergiche al caucciù naturale
contenuto nel cappuccio protettivo
dell’ago.
Tra i medicamenti autoiniettabili
sono compresi per esempio:
■■ Cimzia®
■■ Cosentyx®
■■ Enbrel®
■■ Forsteo®
■■ Humira®
■■ Metotressato
■■ Orencia®
■■ Simponi®
■■ Stelara®
A U TO I N I E Z I O N E D I M E D I CA M E N T I
Istruzioni per l’autoiniezione
Operazioni preliminari
1. Lasciare riscaldare il medica­
mento a temperatura ambiente.
2. Lavarsi le mani con il sapone.
Scelta e preparazione del punto
di iniezione
1. Punti idonei per l’iniezione
sono la cute addominale
(escluso l’ombelico) e la coscia.
Si consiglia di cambiare sempre
il punto di iniezione.
2. Pulire il punto di iniezione con
un batuffolo disinfettante.
Iniezione del medicamento
1. Afferrare la pelle tra due dita in
modo da formare una piega
cutanea.
2. Inserire l’ago tenendolo legger­
mente inclinato e facendolo
penetrare per tutta la lunghezza.
3. Dopo avere inserito l’ago
lasciare andare la pelle.
4. Iniettare il medicamento al di
sotto della pelle.
5. Estrarre l’ago mantenendolo alla
stessa inclinazione.
6. Premere leggermente il batuffolo
sul punto di iniezione con l’altra
mano. Non gettare mai la siringa
con l’ago scoperto, in quanto
potrebbe essere causa di
lesioni! Utilizzare lo speciale contenitore di sicurezza per lo
smaltimento degli aghi (disponi­
bile in farmacia).
39
40
Antiartrosici
Condroprotettori o medicamenti che proteggono le cartilagini
Cos’è l’artrosi?
Nel corso della vita, le articolazioni
sono sottoposte a un processo
degenerativo di usura e invecchia­
mento, il cui risultato finale è
l’artrosi. L’artrosi, in senso figurato,
rappresenta «i capelli grigi» delle
articolazioni. Ne vengono colpite
tutte le strutture facenti parte
dell’articolazione, come cartilagini,
ossa, legamenti, tendini, muscoli,
menischi e capsule articolari. In
stadio avanzato, possono presentar­
si irritazioni infiammatorie con
gonfiore e calore in corrispondenza
dell’articolazione. Per trattare
l’artrosi in modo ottimale, il medico
curante deve delimitare con
la massima precisione possibile la
fonte del dolore del paziente.
Gli antiartrosici
“ vengono
ingeriti, spalmati
o iniettati.
”
Le artrosi possono essere dolorose
e portare, a seconda dell’articolazio­
ne colpita, a un’infermità. Fortu­
natamente non ogni processo
d’invecchiamento delle articolazioni
provoca dolori. Purtroppo il sogno
dell’umanità di rallentare se non di
impedire i processi degenerativi
e d’invecchiamento dell’organismo,
non si lascia realizzare che in
minima parte. Questo grazie a medi­camenti che riescono ad attivare
il metabolismo delle cartilagini
e ritardare la loro riduzione: si tratta
dei cosiddetti condroprotettori
(sostanze che proteggono le cartilagini). Essi sono distinti in
due tipi di sostanze: i medicamenti
da ingerire (solfato di condroitina
e glucosamina) o da iniettare nella
cartilagine colpita (preparati
all’acido ialuronico). Tutti questi
preparati usati per la cura dell’artro­
si hanno un effetto ritardato di
settimane o mesi. I medicamenti che
proteggono le cartilagini non sono
antidolorifici a effetto immediato.
Antiartrosici usati
di frequente
Solfato di condroitina
e ­glucosamina
La cartilagine, che rappresenta
una superficie di scivolamento protettiva fra le ossa delle articolazioni,
contiene diverse sostanze. Le
cartilagini sono formate da cellule e
da una sostanza base prodotta
dalle stesse cellule cartilaginee. Il
solfato di condroitina e la gluco­
samina appartengono alle compo­
nenti della sostanza base della
cartilagine. L’assunzione del solfato
di condroitina sostiene il processo di rinnovamento della cartilagine,
ritardandone la degenerazione
e riducendo quindi per un lungo
periodo il dolore. Il solfato di
condroitina e la glucosamina non
permettono di recuperare le
cartilagini danneggiate a causa di
un’artrosi avanzata. Il solfato di
42
ANTIARTROSICI
condroitina è un prodotto naturale
estratto dal mondo animale: dai
pesci (Condrosulf®) oppure dalle
galline (Structum®).
La glucosamina viene ricavata per
lo più dai crostacei ed è disponibile
in due forme: glucosamina solfato
e glucosamina cloridrato. La
glucosamina solfato sembra avere
un’efficacia superiore alla gluco­
samina cloridrato. In contrasto con
altri paesi europei, in Svizzera la
glucosamina non viene commercia­
lizzata come medicamento, bensì
come integratore alimentare.
Come si impiegano il solfato di
condroitina e la glucosamina?
Condrosulf® esiste sotto forma di
capsule, compresse e granulato da
ingerire con liquidi, Structum®
solo in capsule. La glucosamina
è disponibile per lo più in preparati
in associazione, in compresse
o polvere, oppure singolarmente. Le
dosi giornaliere utilizzate negli
studi scientifici corrispondono a
1500 mg per la glucosamina e
800 mg per il solfato di condroitina.
Il trattamento è utile solo in presen­
za di cartilagini capaci di reagire.
Per tale ragione, questi preparati si
applicano soprattutto quando
l’artrosi è ai suoi primi stadi. Dopo
alcune settimane di terapia, il solfato di condroitina e la glucosamina
hanno un’azione antidolorifica,
accompagnata da un possibile miglioramento della mobilità. Non
si può ancora dire con sicurezza se
tali medicamenti siano in grado
di impedire il progredire dell’artrosi.
Diversi studi scientifici hanno
esaminato la capacità del solfato
di condroitina e della glucosamina
di lenire i dolori e di incidere sul
decorso dei danni articolari. I risultati emersi non vanno in un’unica
direzione, ma sono in parte contrad­
dittori. Tuttavia, questi preparati
sono normalmente ben tollerati e
hanno dimostrato la loro efficacia nell’esperienza pratica di molti
medici e pazienti, anche se non
è stata ancora chiarita l’entità del
loro effetto terapeutico.
ANTIARTROSICI
Effetti collaterali
Il solfato di condroitina e la glucosa­
mina sono sostanze naturalmente
presenti nell’organismo. Il tratta­
mento con queste sostanze provoca
effetti collaterali molto raramente.
I più frequenti sono lievi disturbi digestivi (eventualmente diarrea).
➔➔ Attenzione: il trattamento a
base di solfato di condroitina
o glucosamina apporta dei benefici
solo dopo alcune settimane. Per
tale ragione la durata della terapia
dovrebbe essere di almeno tre
mesi. Se dopo sei mesi non si riscontrano miglioramenti, occorre
interrompere la terapia. I costi di
Condrosulf® e Structum® vengono
risarciti dalle casse malati. Gli
integratori alimentari non vengono
rimborsati.
Preparati all’acido ialuronico
Lo ialuronato, il sale di sodio
dell’acido ialuronico, rappresenta
una molecola analoga allo zucchero,
chiamata anche polisaccaride.
Lo ialuronato consiste, nella sua
struttura molecolare, in una lunga
catena di elementi tutti uguali
ed è un elemento importante della
sinovia, il liquido che serve a
«lubrificare» le articolazioni. Esso
viene prodotto dalle cellule delle
mucose articolari ed immesso nelle
cavità articolari, dove garantisce
la lubrificazione della superficie articolare. La lunghezza delle catene
di ialuronato influisce sulle proprietà
lubrificanti (la viscoelasticità) del
preparato corrispondente. Lo ialuronato ha anche una possibile
azione inibitoria delle infiammazioni,
riuscendo eventualmente a ral­len­tare la riduzione delle cartilagini.
I dati scientifici a tale proposito
sono discrepanti. Lo ialuronato è
una sostanza biologica endogena
presente nelle cartilagini, nella
sinovia delle cartilagini e nel tessuto
connettivo. I preparati all’acido
43
44
ANTIARTROSICI
ialuronico sono assimilabili a una
crema nutriente per pelle secca.
ialuronico
“ èL’acido
un componente
importante del
liquido sinoviale.
”
Come si impiegano i prodotti
all’acido ialuronico?
I prodotti all’acido ialuronico vengono usati soprattutto nel tratta­
mento dell’artrosi del ginocchio, in
quanto la maggior parte delle
ricerche scientifiche sono state svol­
te su pazienti con questa patologia.
I prodotti all’acido ialuronico
vengono iniettati nell’articolazione
alterata in seguito alla malattia.
Il trattamento con queste sostanze
si rende necessario nel momento
in cui altre terapie più semplici sono
inefficaci, ma quando un intervento chirurgico non è ancora indicato.
A seconda del preparato, la cura
consiste in diverse iniezioni sommi­
nistrabili a distanza di una setti­
mana.
L’effetto terapeutico interviene
solo alcune settimane più tardi ma
può, a seconda delle circostanze,
perdu­rare per parecchi mesi. A seconda del decorso della malattia,
si procederà eventualmente alcuni
mesi più tardi alla ripetizione
della cura. Dal punto di vista giuridico, i preparati all’acido ialuronico
sono considerati prodotti medicinali e non medicamenti. In Svizzera
sono in vendita diversi preparati:
Ostenil®, Sinovial®, Suplasyn®,
Synolis® e Synvisc®. In Svizzera que­
sti preparati non sono rimborsati
dall’assicurazione di base. Finora non
è stato possibile dimostrare scienti­
ficamente che uno di questi
preparati sia migliore degli altri.
Effetti collaterali
I prodotti all’acido ialuronico vengo­no in genere ben tollerati. Possono manifestarsi, sebbene raramente,
delle reazioni locali di intolleranza
sotto forma di infiammazioni dell’articolazione, che spariscono però
dopo alcuni giorni senza provocare
alcun danno. Tale effetto si presenta
principalmente con i preparati di
ANTIARTROSICI
origine animale (come Hyalgan® e
Synvisc®), che possono anche
causare reazioni allergiche. I preparati ottenuti per fermentazione
comportano un rischio minore per
quanto riguarda questo aspetto.
Qualsiasi iniezione nelle articolazioni
può, indipendentemente dalla
sostanza iniettata, provocare delle
infezioni o degli ematomi. La tecnica
dell’iniezione intrarticolare non è
nota a tutti i medici perché richiede
una formazione speciale.
Per le iniezioni
“ intrarticolari
è necessario che
il medico possieda
una particolare
formazione.
”
Calcio e vitamina D
Le ossa articolari hanno un ruolo
importante nei dolori dell’artrosi.
È sempre più evidente che un’insuf­
ficiente mineralizzazione ossea
dovuta a un apporto limitato
di calcio e a carenza di vitamina D
intensifichi i dolori dell’artrosi.
Come per l’osteoporosi (vedi se­zione «Medicamenti contro
l’osteoporosi»), è quindi importante
assumere abbastanza calcio e
controllare ed evitare eventuali
carenze di vitamina D.
Creme e cerotti
Se i dolori interessano soprattutto
i legamenti e le inserzioni muscolari,
spesso in posizione sottocutanea,
è possibile utilizzare con buoni risultati prodotti topici a base di FANS,
sotto forma di creme (come Effigel®,
Voltaren Emulgel®, ecc.) o cerotti
(Flector®, Olfen Patch®). Si sono rivelate spesso molto efficaci anche
le creme a base di capsaicina, un
estratto del peperoncino, che
sono in grado di anestetizzare le
fibre nervose nel punto interessato.
Antiartrosici vegetali
Sono disponibili numerosi prodotti
vegetali contro i disturbi articolari e,
in particolare, per l’artrosi. Le prove
scientifiche a sostegno della loro
efficacia sono molto limitate. È però
ben documentata l’efficacia dell’arti­
45
46
ANTIARTROSICI
glio del diavolo (nome scientifico: Harpagophytum procumbens).
L’estratto di questa pianta ha
un’efficacia simile a quella dei FANS
(vedi sezione «Antireumatici non
steroidei») ma, purtroppo, presenta
anche effetti collaterali simili. In
Svizzera questo medicamento è
stato omologato con il nome
Harpagomed® e viene rimborsato
dalle casse malati.
Medicamenti
contro l’osteoporosi
Che cos’è l’osteoporosi?
L’osteoporosi, denominata anche
osteoatrofia, è una patologia che
interessa l’intero scheletro. Le ossa
sono un tessuto vivo costantemente
sottoposto a processi di rigene­
razione, riassorbimento e rimodella­
mento. Le alterazioni della rigenerazione ossea o un eccessivo
riassorbimento riducono la sostanza
ossea determinando l’osteoporosi.
L’osteoporosi causa la riduzione
della solidità delle ossa, che diventano quindi più fragili.
Durante la fase di crescita si verifica
una maggiore rigenerazione ossea,
consentendo di raggiungere la
massa ossea massima (capitale os­seo massimo) a ca. 25 anni. Dopo
i 40 anni comincia una naturale fase
di leggero riassorbimento. La forma
più frequente di osteoporosi è
l’osteoporosi postmenopausale fem­minile, causata da un eccessivo
riassorbimento osseo dopo la
menopausa.
Il trattamento dell’osteoporosi
si basa su diversi pilastri; i medica­
menti sono soltanto una parte
dell’intero programma terapeutico:
■■ alimentazione equilibrata, ricca
di calcio e vitamina D e con
un sufficiente apporto proteico
■■ astensione dal fumo e dal
consumo eccessivo di alcolici
■■ regolare attività fisica
■■ misure per evitare le cadute
(profilassi delle cadute)
■■ medicamenti
I trattamenti con­
“ tro
l’osteoporosi
a base di me­
dicamenti devono
essere protratti
per alcuni anni.
”
L’obiettivo centrale di ogni tratta­
mento dell’osteoporosi è quello di
evitare le fratture ossee. I medi­
camenti possono aiutare a frenare il
riassorbimento della sostanza
ossea e a favorirne la rigenerazione.
Tutti i trattamenti contro l’osteo­
porosi a base di medicamenti
devono essere protratti per alcuni
47
48
M E D I C A M E N T I C O N T R O L’ O S T E O P O R O S I
anni per riuscire davvero a limitare
le fratture ossee.
L’opportunità e la durata delle
terapie a base di medicamenti
dipendono prevalentemente dal
rischio di fratture. Tale rischio è
determinato da diversi fattori (come
densità ossea, età ed eventuali
fratture precedenti).
Medicamenti contro
l’osteoporosi impiegati più
di frequente
Calcio e vitamina D
Un apporto adeguato di calcio e
vitamina D non è utile solo per
prevenire l’osteoporosi. Esso deve
comunque sempre essere abbinato
a un trattamento farmacologico.
Il calcio è una sostanza minerale ed
è una delle componenti più impor­
tanti delle ossa. La quantità di calcio
di cui l’organismo necessita provie­
ne dall’alimentazione. Affinché il
calcio venga assorbito dall’intestino
e possa quindi passare nelle ossa, il
corpo ha bisogno di vitamina D.
Essa viene assunta in parte attraver­
so l’alimentazione, ma in parte
deriva, sotto l’influsso della luce
solare, da un suo precursore che si
trova nella pelle. Quindi non conta
soltanto un’alimentazione sana ed
equilibrata, ma è anche importante
passare un tempo sufficiente alla
luce solare. Tuttavia, la produzione
di vitamina D tramite la pelle
diminuisce con l’età. Sono pochi gli
alimenti che forniscono adeguate
quantità di vitamina D: pesci grassi,
fegato e tuorlo d’uovo. È quindi
consigliabile integrare la vitamina D,
per esempio assumendola in gocce
con frequenza settimanale o
giornaliera.
M E D I C A M E N T I C O N T R O L’ O S T E O P O R O S I
Il fabbisogno giornaliero di calcio
è di
■■ circa 800 mg per i bambini
■■ circa 800–1200 mg per i giovani
■■ circa 800–1000 mg per un
adulto sano
■■ circa 1200 mg durante la
gravidanza e l’allattamento
■■ circa 800–1200 mg per una
donna dopo la menopausa.
Al momento non è chiaro se
un’assunzione giornaliera superiore
a 1500 mg di calcio sotto forma di
integratori (polvere, pastiglie) possa
avere un effetto negativo sul sistema
cardiocircolatorio e, pertanto, si
stanno conducendo nuovi studi in
proposito.
Latte, latticini e acqua minerale
sono i fornitori più importanti di
calcio. Un litro di latte contiene circa
1200 mg di calcio e copre quindi
nella maggior parte dei casi il
fabbisogno giornaliero.
Anche 100 g di formaggio duro,
come per esempio l’Emmental,
forniscono circa 1200 mg di calcio. Il
contenuto di calcio dell’acqua
minerale può variare fortemente: al
momento dell’acquisto, leggete
quindi la dichiarazione sull’etichetta!
Le acque minerali ricche di calcio ne
contengono tra i 350 e i 500 mg per
litro. Anche le noci e i cavoli verdi
sono relativamente ricchi di calcio.
➔➔ Attenzione: spesso le persone
anziane fanno fatica a coprire,
soltanto con l’alimentazione, il loro
fabbisogno giornaliero di calcio e di
vitamina D e necessitano quindi di
una somministrazione supplementa­
re di preparati a base di calcio e di
vitamina D.
Come si impiegano il calcio e
la vitamina D?
Un apporto sufficiente di calcio e di
vitamina D è estremamente impor­
tante sia per la prevenzione che per
il trattamento dell’osteoporosi. Se il
fabbisogno giornaliero non può
essere coperto unicamente attraver­
so l’alimentazione, queste due
49
50
M E D I C A M E N T I C O N T R O L’ O S T E O P O R O S I
sostanze devono essere assunte
con la somministrazione supple­
mentare di compresse da masticare,
compresse effervescenti o gocce.
I preparati più usati sono:
■■ CalDe3f® (500 mg di calcio /
400 UI di vitamina D) e CalDe3ff®
Granulato (1000 mg di calcio /
800 UI di vitamina D).
■■ Calcimagon D3® compresse
masticabili (500 mg di calcio /
400 o 800 UI di vitamina D)
■■ Calcimagon D3® Forte (1000 mg
di calcio / 800 UI di vitamina D)
■■ Calperos D3® (500 mg di calcio
/ 400 UI di vitamina D)
■■ Kalcipos D3® (500 mg di calcio /
800 UI di vitamina D)
■■ Vi-De 3® Gocce (solo vitami­
na D, circa 100 UI per goccia)
■■ Vitamina D3 Streuli® 4000 UI / ml
■■ Vitamina D3 Wild® (1 goccia
contiene 500 UI di vitamina D)
Esistono delle indicazioni secondo
le quali il calcio viene assorbito
meglio dall’intestino se non si
assumono più di 500 mg per dose e
si distribuisce la dose giornaliera
raccomandata su due porzioni. Chi
ha un’alimentazione con un apporto
adeguato di calcio (ovvero assume
giornalmente più di 800 mg di calcio
dagli alimenti) necessita di integrare
solo la vitamina D.
Effetti collaterali
In generale, il calcio e la vitamina D
sono tollerati molto bene. Il calcio
può però provocare flatulenza,
senso di pesantezza e diarrea.
➔➔ Attenzione: se dovessero
insorgere effetti collaterali sgrade­
voli, vale la pena passare a un altro
preparato a base di calcio. Talvolta
la tollerabilità viene migliorata
distribuendo la dose giornaliera
necessaria su più porzioni. Alcuni
pazienti tollerano meglio le com­
presse effervescenti, altri preferisco­
no le compresse da masticare. La
maggior parte dei preparati è inoltre
disponibile in sapori diversi.
Rocaltrol® (calcitriolo)
La vitamina D viene in parte
assimilata attraverso il cibo e in
parte sintetizzata dall’organismo da
una provitamina assunta sempre per
mezzo della dieta. Questo precurso­
re viene trasformato prima nel
fegato e in seguito nei reni in
calcitriolo, che è la forma attiva della
vitamina D. Il preparato Rocaltrol®
(calcitriolo) viene utilizzato quando,
a causa di insufficienza epatica o
renale, l’organismo non è in grado
di produrre vitamina D in quantità
sufficiente. Nel caso di funzionalità
epatica e renale normale, la terapia
a base di calcitriolo risulta di scarsa
utilità.
Terapia ormonale sostitutiva
Gli ormoni sessuali femminili, primi
fra tutti gli estrogeni, frenano il
riassorbimento osseo. Quando
subentra la menopausa e l’effetto
degli ormoni sessuali femminili si
indebolisce, la densità ossea nelle
donne diminuisce di anno in anno:
circa un terzo di tutte le donne si
52
M E D I C A M E N T I C O N T R O L’ O S T E O P O R O S I
ammala di un’osteoporosi nel corso
della vita. Nella terapia ormonale
sostitutiva, per far fronte al riassor­
bimento osseo si usano estrogeni
ricavati dall’urina equina
(Premarin®) o prodotti sintetici
(per esempio Kliogest®,
Estraderm TTS®).
Quando si somministra la terapia
ormonale sostitutiva?
Una terapia di questo genere
serve da un lato a mitigare i disturbi
della menopausa e, dall’altro,
a prevenire l’osteoporosi. Con gli
estrogeni è possibile conservare
la sostanza ossea, ovvero frenarne il
riassorbimento. Gli studi scientifici
condotti negli ultimi tempi evi­
denziano tuttavia che una terapia ormonale sostitutiva protratta per
diversi anni può comportare notevoli
problemi, come un rischio accre­
sciuto di embolie polmonari,
trombosi vascolari e cancro al seno.
Inoltre, il solo trattamento ormonale
è per lo più insufficiente se è già
presente un’osteoporosi con fratture
ossee. Di conseguenza, nella
terapia dell’osteoporosi il ricorso
agli estrogeni si è sostanzialmente
ridotto.
La sostituzione ormonale è
oggi disponibile in diverse forme:
■■ compresse da assumere
giornalmente (per esempio
Premarin®, Kliogest®, Trise­
quens®)
■■ piccoli cerotti da applicare sulla
pelle due volte alla settimana
(per esempio Estraderm TTS®)
■■ un gel da frizionare sulla
pelle (per esempio Oestrogel®).
Dato che gli estrogeni stimolano
anche il tessuto della mucosa
uterina, nelle donne con un utero
intatto bisogna combinare la
terapia a base di estrogeni con una
M E D I C A M E N T I C O N T R O L’ O S T E O P O R O S I
seconda componente ormonale
(i progestinici), al fine di evitare
emorragie vaginali. Alcuni preparati
contengono entrambi gli ormoni
(estrogeni e progestinici). Molto
simile agli estrogeni e al loro effetto
è la sostanza prodotta sintetica­
mente Livial® (tibolone), che tuttavia
non esercita alcuna stimolazione
della mucosa uterina e quindi non
provoca emorragie vaginali.
Effetti collaterali
■■ aumento di peso (tra i 2 e
i 3 chili)
■■ maggiore ritenzione idrica
nell’organismo
■■ gambe pesanti, senso di
tensione al seno
■■ mal di testa più frequente
■■ maggior insorgenza di trombosi
venose
Tali effetti collaterali hanno spesso
carattere individuale e solitamente
possono essere ridotti scegliendo
un altro preparato. Non è stato
tuttora chiarito se e in quale misura
un cancro al seno venga favorito
da un trattamento con estrogeni.
➔➔ Attenzione: le donne che
hanno effettuato terapie a causa di
un cancro al seno non dovrebbero
assumere estrogeni.
Modulatori selettivi dei recettori dell’estrogeno (SERM)
Gli estrogeni non agiscono soltanto
sulla struttura ossea e sui grassi
nel sangue, ma stimolano anche la
mucosa uterina e il tessuto mam­
mario. Nel caso di una somministra­
zione a lungo termine, questi due
ultimi effetti aumentano il pericolo di
cancro. I modulatori selettivi dei
recettori dell’estrogeno bazedoxife­
ne (Conbriza®) e raloxifene (Evista®)
sono sostanze simili agli ormoni:
esse hanno lo stesso effetto degli
estrogeni sull’apparato osseo,
ma non stimolano la mucosa uterina
né il tessuto mammario. Con questi
preparati non si deve quindi mettere
in conto un maggior pericolo di
cancro.
Come si impiegano i SERM?
Conbriza® (bazedoxifene) ed Evista®
(raloxifene) sono ammessi in
Svizzera per la prevenzione e il
53
54
M E D I C A M E N T I C O N T R O L’ O S T E O P O R O S I
trattamento dell’osteoporosi,
quando è stato constatato che
la densità ossea è inferiore ai valori
normali. Uno studio effettuato
su larga scala ha potuto dimostrare
che, mediante un trattamento
con Conbriza® o Evista®, il rischio
dell’insorgenza di fratture dei corpi
vertebrali può essere ridotto del
40% nell’arco di tre anni. Tuttavia,
finora non si è potuto ancora
dimostrare che con questa terapia
sia possibile impedire le fratture
del collo del femore. Contrariamente
alla terapia ormonale sostitutiva,
questi due preparati non sono
in grado di lenire i disturbi dovuti
alla menopausa. Per questo
motivo, Conbriza® ed Evista® vengono generalmente prescritti a
quelle donne la cui menopausa è
iniziata più di 5 anni prima.
Vengono assunti una volta al giorno
con una compressa, che si può
prendere in qualsiasi momento della
giornata e indipendentemente
dall’orario dei pasti.
Effetti collaterali
Leggere vampate di calore, maggior
rischio di trombosi, crampi ai
polpacci.
➔➔ Attenzione: Conbriza® ed
Evista ® non sono in grado di mitigare i disturbi della menopausa
e non dovrebbero essere assunti
dopo una trombosi o un’embolia.
Non si dispone ancora di esperien­
ze per quanto riguarda un trat­
tamento di Conbriza® o Evista® in
associazione con estrogeni.
Bisfosfonati
I bisfosfonati sono medicamenti sintetici che hanno la capacità di
frenare l’attività delle cellule responsabili del riassorbimento osseo
(osteoclasti). Dato che il trattamen­
to con bisfosfonati non ha alcun
effetto sulla naturale rigenerazione
ossea, durante la terapia si verifica un incremento della massa
ossea. L’osso di nuova formazione
ha la stessa struttura dell’osso
sano naturale.
Come si impiegano i bisfosfonati?
I bisfosfonati possono essere
somministrati con una compressa
quotidiana (Actonel®, Fosamax®),
settimanale (Actonel®, Fosamax®,
Fosavance®), mensile (Bonviva®),
sotto forma di iniezione ogni
tre mesi (Bonviva®) o come singola
infusione endovenosa una volta
all’anno (Aclasta®). Per la maggior
parte di queste sostanze è dispo­
nibile anche la versione generica.
Se le compresse offrono il vantaggio
di poter essere assunte senza
l’intervento del medico, esse comportano tuttavia lo svantaggio di
un assorbimento non ottimale ed è
quindi necessario fare attenzione
ad assumerle correttamente (vedi
pagina successiva ➔ Attenzione).
Un trattamento a base di bisfosfo­
nati della durata di tre o quattro
anni permette di ridurre del 40 a
56
M E D I C A M E N T I C O N T R O L’ O S T E O P O R O S I
50% circa il rischio di fratture
dell’avambraccio, delle vertebre e
del collo del femore. Per motivi di
semplicità e di maggiore tollerabili­
tà, si preferisce di norma la sommi­
nistrazione settimanale o l’iniezione.
I bisfosfonati
“ frenano
il riassor­
bimento osseo.
”
Attualmente i bisfosfonati rappre­
sentano quasi sempre la prima
scelta tra i medicamenti per l’osteoporosi. Ciò dipende dal fatto che
la loro efficacia è ben documentata
scientificamente e che sono tollerati in modo soddisfacente dalla
grande maggioranza dei pazienti.
I bisfosfonati sono utilizzati sia per la
prevenzione che per il trattamento
dell’osteoporosi. I primi bisfosfonati
sono stati introdotti in Svizzera
nel 1996 e, da allora, è stata acquisita una grande esperienza
nell’impiego di queste sostanze.
Di norma, la terapia a base di bisfosfonati dura ca. cinque anni.
In seguito, a seconda del paziente e
del rischio di fratture, occorre
valutare se è opportuno interrompe­
re la terapia. I bisfosfonati restano
nelle ossa a lungo. Di conseguenza,
l’azione di rallentamento del riassorbimento osseo può durare
ancora per un certo periodo oltre
la durata della terapia.
I bisfosfonati sono inoltre impiegati
per altre malattie correlate a
un’accresciuta attività delle cellule
responsabili del riassorbimento
osseo (per esempio il morbo di
Paget).
➔➔ Attenzione: i bisfosfonati
passano nell’organismo attraverso la
mucosa gastrica soltanto se
lo stomaco è vuoto. Inoltre la com­pres­s a non deve rimanere nell’eso­
fago. Per questi motivi è buona
norma assumerla al mattino a
digiuno, con un bicchiere d’acqua
(almeno trenta minuti prima
di mangiare), evitando di coricarsi
nella mezz’ora successiva.
M E D I C A M E N T I C O N T R O L’ O S T E O P O R O S I
Effetti collaterali
I bisfosfonati in compresse sono
di regola ben tollerati se ci si attiene
con precisione alle istruzioni di
somministrazione. Irritazioni della
mucosa nell’esofago e nello
stomaco sono possibili, le ulcere
sono rare.
Nel caso dei bisfosfonati iniettabili,
in seguito alla prima somministrazio­
ne possono verificarsi occasional­
mente dolori alle ossa e articolari. Di
norma, questi effetti collaterali non
si ripresentano dopo la seconda o al
massimo la terza iniezione.
Molto raramente i medicamenti che
inibiscono il riassorbimento
osseo come i bisfosfonati o il denosumab (vedi pagina 59) possono
causare effetti collaterali come
la necrosi dell’osso mascellare e le
fratture atipiche della parte su­pe­r iore del femore (denominate
fratture subtrocanteriche).
Paratormone
Il paratormone è un ormone prodotto nella ghiandola paratiroi-
dea, di vitale importanza per l’uomo.
Insieme alla calcitonina, regola
il metabolismo del calcio e del fosfato. Nel caso di tumori della
ghiandola paratiroidea, una con­tinua sovrapproduzione di para­
tormone provoca l’insorgere
dell’osteoporosi. Se la somministra­
zione di paratormone avviene
invece a intervalli giornalieri tramite
iniezioni sottocutanee, si ottiene
l’effetto opposto: un’azione antiosteoporotica e di stimolo della
formazione ossea (rigenerazione
ossea). L’efficacia terapeutica
è quindi superiore a quella dei bisfosfonati. Disponiamo del para­
tormone sotto forma di teriparatide
(Forsteo®).
Come si impiega il paratormone?
Forsteo® viene riservato di norma
ai casi particolarmente gravi di
57
osteoporosi. Di solito il trattamento con Forsteo® dura due anni.
Successivamente, la cura va proseguita con medicamenti che
inibiscano il riassorbimento osseo
(bisfosfonato o denosumab).
Analogamente a quanto avviene
con l’insulina nei diabetici, Forsteo®
deve essere somministrato tramite
iniezione sottocutanea una volta
al giorno (vedi sezione sull’auto­
iniezione da pagina 38 a 39).
Effetti collaterali
Forsteo® è generalmente ben tollerato. Gli effetti collaterali che si
presentano con maggiore frequenza
sono reazioni lievi e transitorie nel
punto dell’iniezione, occasionalmen­
te nausea e senso di debolezza.
➔➔ Attenzione: attualmente
il paratormone (Forsteo®) rappre­
senta la sostanza di maggior
efficacia per il trattamento dell’oste­
M E D I C A M E N T I C O N T R O L’ O S T E O P O R O S I
oporosi. Si tratta comunque di
una terapia onerosa e complessa
(iniezioni sottocutanee) ed
è quindi riservata ai casi gravi.
Prolia® (denosumab)
Alcune cellule specializzate (i cosid­detti osteoclasti) sono responsabili del riassorbimento osseo ed
esplicano la loro azione in parte
con una determinata proteina: un
enzima noto con la sigla RANKL.
Il denosumab (un anticorpo)
inibisce l’attività di questa proteina e
quindi contrasta il riassorbimento
osseo. Questo medicamento contro
l’osteoporosi è disponibile dal
2010. La sua efficacia nella preven­
zione delle fratture ossee è analoga
a quella dei bisfosfonati (vedi da
pagina 54 a 57).
Come si impiega il denosumab?
Il denosumab è stato autorizzato
per il trattamento dell’osteoporosi, ma non per la prevenzione. La
sostanza viene somministrata due
volte all’anno con un’iniezione sotto­
cutanea, utilizzando una siringa
preriempita. Diversamente dai bis-
fosfonati, l’efficacia del denosumab
ha una durata di soli sei mesi.
Il suo effetto inibitorio sul riassorbi­
mento osseo, infatti, non si
protrae oltre la durata della terapia
(come invece avviene per i bisfos­
fonati).
Effetti collaterali
Come per tutti i trattamenti
che vengono effettuati con iniezioni
sottocutanee, in casi molto rari
si può sviluppare un’infezione se i
batteri penetrano nella pelle.
Calcitonina
La calcitonina (per esempio
Miacalcic®) è un ormone endogeno
che viene prodotto nella ghiandola paratiroidea ed è importante
per il metabolismo del calcio.
Questi ormoni non sono da confon­
dere con gli ormoni sessuali
(estrogeni), che spesso vengono
chiamati semplicemente «gli
ormoni». Per il suo ulteriore effetto
antidolorifico, la calcitonina viene
spesso somministrata contro i dolori
nelle prime settimane dopo una
frattura vertebrale.
59
60
M E D I C A M E N T I C O N T R O L’ O S T E O P O R O S I
Dato che la calcitonina è una proteina che viene distrutta dal secreto
gastrico, essa non può essere
presa in forma di compresse, ma
viene somministrata sia come
spray nasale sia come iniezione
sottocutanea.
Le ossa necessi­
“ tano
ogni giorno
di una quanti­
tà sufficiente di
calcio e vitami­
na D.
”
Effetti collaterali
La calcitonina viene solitamente
ben tollerata. Lo spray nasale può
provocare un’irritazione (prurito)
della mucosa nasale, l’iniezione
sottocutanea un arrossamento della
zona dell’iniezione e un senso di
calore passeggero con arrossamen­
to del viso (flush).
➔➔ Attenzione: paragonata ad altri
medicamenti contro l’osteoporosi,
la calcitonina è molto costosa.
Elenco dei medicamenti
Medicamenti antireumatici disponibili in Svizzera
1. Analgesici
1.1 Analgesici non-oppioidi
Fortalgesic®
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Morfina
Acetalgin® (paracetamolo)
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Ben-u-ron® (paracetamolo)
MST ® Continus®
Codicontin ® (diidrocodeina)
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Opidol®
Contra-Schmerz
(paracetamolo o ibuprofene)
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Dolprone (paracetamolo)
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Dafalgan® (paracetamolo)
Palexia ®
Novalgin®
(metamizolo e sale di sodio)
Palladon®
®
®
Panadol ® (paracetamolo)
Oxycontin®
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Pethidin®
Treuphadol (paracetamolo)
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Tylenol ® (paracetamolo)
Sevredol®
®
Zolben® (paracetamolo)
1.2 Analgesici oppioidi
Co-Dafalgan®
(paracetamolo e codeina)
Codol®
(paracetamolo e codeina)
Depronal retard ®
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Durogesic
®
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Targin®
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Temgesic®
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Tramal ® (tramadolo)
Transtec ®
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Treuphadol® plus
(paracetamolo e codeina)
Valoron ®
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
61
62
E LE N C O D E I M E D I CA M E NTI
Vilan®
Olfen® (diclofenac)
Sottostà alla legge sugli stupefacenti
Zaldiar
(paracetamolo e tramadolo)
Optifen® (ibuprofene)
®
Piroxicam® (piroxicam)
2. Antireumatici non
steroidei (FANS)
Ponstan ® (acido mefenamico)
2.1 FANS convenzionali
Seractil® (dexibuprofene)
Apranax® (naprossene)
Tilcotil® (tenoxicam)
Arthrotec® (diclofenac)
Tilur® (acemetacina)
Aulin® (nimesulide)
Voltaren® (diclofenac)
Balmox® (nabumetone)
Xefo ® (lornoxicam)
Brufen® (ibuprofene)
2.2 Inibitori della COX-2
Ecofenac® (diclofenac)
Arcoxia ® (etoricoxib)
Felden® (piroxicam)
Celebrex ® (celecoxib)
Flector® (diclofenac)
Froben (flurbiprofene)
3. Medicamenti al
cortisone
Indocid ® (indometacina)
Betnesol® (betametasone)
Inflamac® (diclofenac)
Calcort® (deflazacort)
Irfen® (ibuprofene)
Celestone® (betametasone)
Lodine® (etodolac)
Diprophos® (betametasone)
Mobicox® (meloxicam)
Fortecortin® (desametasone)
Naproxen® (naprossene)
Hydrocorton® (idrocortisone)
Nisulid ® (nimesulide)
Kenacort® (triamcinolone)
®
Proxen ® (naprossene)
Lodotra® (prednisone)
E LE N C O D E I M E D I CA M E NTI
Millicorten® (desametasone)
Prednisolon® (prednisolone)
Sandimmun® Neoral
(ciclosporina A)
Prednison ® (prednisone)
Tauredon®
(sodio aurotiomalato)
Spiricort ® (prednisolone)
Xeljanz ® (tofacitinib)
4. Medicamenti di base
4.2 Farmaci biotecnologici
(biologici)
4.1 Farmaci sintetici
Arava ® (leflunomide)
CellCept ®
(micofenolato mofetile)
Endoxan ® (ciclofosfamide)
Imurek® (azatioprina)
Lantarel® (metotressato)
Mercaptyl® (penicillamina)
Actemra® (tocilizumab)
Benlysta® (belimumab)
Inibitore del TNF: Cimzia®
(certolizumab)
Cosentyx ® (secukinumab)
Inibitore del TNF: Enbrel®
(etanercept)
Methrexx® (metotressato)
Inibitore del TNF: Humira ®
(adalimumab)
Metoject® (metotressato)
MabThera ® (rituximab)
MTX® (metotressato)
Orencia ® (abatacept)
Myfortic® (acido micofenolico)
Inibitore del TNF: Remicade®
(infliximab)
Nivaquine® (clorochina)
Otezla® (apremilast)
Plaquenil (idrossiclorochina)
®
Ridaura® (auranofin)
Salazopyrin® EN (sulfasalazina)
Stelara ® (ustekinumab)
Inibitore del TNF: Simponi®
(golimumab)
63
64
E LE N C O D E I M E D I CA M E NTI
5. Antiartrosici
6.3 Calcio + Vitamina D
5.1 Solfato di condroitina
Calcimagon® D3
Condrosulf®
Calcimagon® D3 Forte
Structum®
Calcium D Sauter®
5.2 Preparati all’acido ialuronico
CalDe3f®
Hyalgan®
CalDe3ff®
Ostenil®
Calperos® D3
Suplasyn®
Kalcipos® D3
Sinovial®
6.4 Terapia ormonale sostitutiva
(estrogeni)
Synolis®
Estraderm TTS®
Synvisc®
Kliogest®
6. Medicamenti contro
l’osteoporosi
6.1 Calcio
Calcium Sandoz
Östradiol®
Östrogel®
®
Calperos® D3
Calsan
Livial®
Premarin®
Premella®
®
Pidocal®
6.2 Vitamina D
Rocaltrol®
Vi-De 3®
Vitamina D3 Streuli®
Vitamina D3 Wild®
Progynon®
Progynova®
Trisequens®
E LE N C O D E I M E D I CA M E NTI
6.5 Modulatori selettivi dei recettori
dell’estrogeno (SERM)
Evista® (raloxifene)
Conbriza® (bazedoxifene)
6.6 Bisfosfonati
Aclasta®
Actonel®
Alendron-Mepha® 70
Aredia®
Bonviva®
Fosamax ®
Fosavance ®
(= Fosamax + vitamina D)
6.7 Paratormone
Forsteo ®
6.8 Denosumab (inibitore RANKL)
Prolia®
6.9 Calcitonina
Miacalcic®
➔➔ Nota: le liste dei medicamenti
riportate nel presente opuscolo
non mirano a essere esaustive. Esse
vengono aggiornate periodicamen­
te. Le nuove versioni sono disponi­
bili online all’indirizzo:
www.reumatismo.ch/medicamenti
65
66
Lega svizzera
contro il reumatismo
La Lega contro il reumatismo si
impegna a favore di chi è colpito da
un’affezione reumatica e nella
promozione della salute. Offre servi­zi in tutta la Svizzera e si rivolge
a malati, professionisti del settore
sanitario, medici e pubblico
­generico.
La Lega svizzera contro
il reumatismo vi offre:
■■ corsi di movimento fuori e dentro
l’acqua
■■ mezzi ausiliari e pubblicazioni
■■ consulenza, informazioni e forma­
zione per pazienti e specialisti
■■ promozione della prevenzione e
della salute
Per ulteriori informazioni, consultare
il portale svizzero del reumatismo
www.reumatismo.ch, oppure
contattateci telefonicamente:
Tel. 044 487 40 00.
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0237 1
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0000 8 000
0
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0
9
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S Zurigo
6 00 1 F
Banc a U B
023 0 5 9 0 9
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2
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IBAN CH
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68
Altre pubblicazioni
Artrosi
Opuscolo (It 301)
gratuito
Artrite reumatoide
Opuscolo (It 341)
gratuito
Osteoporosi
Opuscolo (It 305)
gratuito
Mal di schiena
Opuscolo (It 311)
gratuito
Fibromialgia
Opuscolo (It 371)
gratuito
Medicina complementare
Opuscolo (It 3004)
gratuito
A LT R E P U B B L I C A Z I O N I
Paziente e medico: quando
i due si comprendono
Opuscolo (It 309)
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Combattere attivamente
i dolori reumatici
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CHF 25.00
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Ordinazioni: tel. 044 487 40 10
69
70
Contatti utili
Lega svizzera contro il reumatismo
Josefstrasse 92, 8005 Zurigo
Tel. 044 487 40 00, fax 044 487 40 19
[email protected], www.reumatismo.ch
Ordinazioni: tel. 044 487 40 10
Leghe cantonali contro il reumatismo
Appenzello Esterno e Interno, tel. 071 351 54 77, [email protected]
Argovia, tel. 056 442 19 42, [email protected]
Basilea-Campagna e Città, tel. 061 269 99 50, [email protected]
Berna, tel. 031 311 00 06, [email protected]
Friburgo, tel. 026 322 90 00, [email protected]
Ginevra, tel. 022 718 35 55, [email protected]
Giura, tel. 032 466 63 61, [email protected]
Glarona, tel. 055 610 15 16 e 079 366 22 23, [email protected]
Lucerna e Untervaldo, tel. 041 377 26 26, [email protected]
Neuchâtel, tel. 032 913 22 77, [email protected]
Sciaffusa, tel. 052 643 44 47, [email protected]
Soletta, tel. 032 623 51 71, [email protected]
San Gallo, Grigioni, Principato del Liechtenstein,
Segretariato: tel. 081 302 47 80, [email protected]
Consulenza sociale: tel. 081 511 50 03, [email protected]
Ticino, tel. 091 825 46 13, [email protected]
Turgovia, tel. 071 688 53 67, [email protected]
Uri e Svitto, tel. 041 870 40 10, [email protected]
Vallese, tel. 027 322 59 14, [email protected]
Vaud, tel. 021 623 37 07, [email protected]
Zugo, tel. 041 750 39 29, [email protected]
Zurigo, tel. 044 405 45 50, [email protected]
Impressum
Autori
Dr. med. Adrian Forster, Ospedale cantonale di Winterthur
Dr. med. Jörg Jeger, Lucerna
Dr. med. Andreas Krebs, Ospedale universitario di Zurigo
Dr. med. Thomas Langenegger, Ospedale cantonale di Zugo, Baar
Dr. med. Lukas Wildi, Ospedale universitario di Zurigo
Revisione della traduzione in italiano — Dr. med. Nicola Keller, Morbio Inferiore
Realizzazione — Oloid Concept GmbH, Zurigo
Fotografie — Oloid Concept GmbH, Zurigo (S. 1, 2, 5, 13, 16, 24, 41, 51, 55, 58, 71)
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Responsabile del progetto — Lega svizzera contro il reumatismo
Editore — © Lega svizzera contro il reumatismo, 10a edizione rivista 2016
500 / OD / 06. 2 016
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