“Il Teatro lirico tra arte e mercato, tra arte popolare ed elite”

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“Il Teatro lirico tra arte e mercato, tra arte popolare ed elite”
Schema/scaletta dell’intervento del
Prof. Sergio Escobar
“Il Teatro lirico tra arte e mercato, tra arte popolare ed elite”
Quando la lirica era “arte contemporanea” le figure centrali
degli Impresari e dei Palchettisti
La dimensione “naturalmente popolare” della lirica: quando pochi
pagavano per molti nell’’800 garantendo l’equilibrio economico
I teatri “centro” della città tra fine ‘700 e ‘800
Teatri lirici da organismi “instabili”, a “stagione” ad Enti
Stabili: conseguenze su attività e costi
Si supera il periodo dei “Palchettisti”: lo Statuto Toscanini
(1921) per il Teatro alla Scala 1° Ente Pubblico
La nascita dei 13 Enti Lirici Pubblici (1967) effetti sugli
standard produttivi e sulla nascita di figure artistiche e
gestionali. Dall’Impresariato all’”impresa” pubblica
La lirica si confronta con l’evoluzione della natura giuridica
e con l’economia di mercato
La “Sindrome dell’Opera”: le leggi fondamentali dell’”economia di
settore” del Teatro Musicale. L’”economia non progressiva”: la
Legge di Baumol
La lirica come “magnifico anacronismo”: la nuova dimensione
popolare di ricostruire e la “legittimazione economica” della sua
esistenza
Il finanziamento pubblico: da una situazione senza regole al
Fondo Unico dello Spettacolo
Tredici Enti lirici (più i teatri di tradizione) sono troppi?
Come valutare un corretto investimento pubblico: se ne occupa
la politica
I numeri non tornano: alla ricerca di una nuova “legittimazione”
Ricompaiono i mecenati: ora sono gli sponsor privati. Il primo
caso (1980) alla Scala tra polemiche ed entusiasmi
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Aprire ai nuovi pubblici: la prima diretta TV dell’Otello (1976)
e l’inizio delle grandi tournée. La lirica e i “nuovi media” oltre
la discografia
Come reagire alla crisi economica cronica e “falsificare” le
previsioni nefaste della “Legge di Baumol”
Le tentazioni della restrizione del repertorio e l’aumento delle
recite (ostacoli gestionali e sindacali)
Aumentare l’audience: grandi spazi per la lirica (grandi teatri, gli
stadi), ma …
Le tentazioni della “tecnocrazia”: i palcoscenici “alla tedesca”
invadono i teatri italiani ed europei (Carlo Felice Genova, Opera
Bastille, ecc.), ma …
Aumentare i prezzi, ma …
Le tentazioni della riproducibilità “infinita” della lirica, il
nuovo valore dei “diritti multimediali”, ma …
Le tentazioni del “mercato” privato: lo sponsor panacea per ogni
problema, ma …
Produttività e nuova popolarità per una nuova legittimazione
dell’intervento pubblico e, soprattutto, per attrarre i privati.
I nuovi divismi (“I 3 tenori”, i grandi direttori, effetti sulle
“carriere artistiche”, e sui costi)
L’amministrazione pubblica, la politica, prendono le distanze
dalla lirica (Italia, Inghilterra, Francia)
Il modello americano delle Fondazioni, ma …
Realtà e retorica nel ruolo degli Sponsor in Italia e in Europa
“Entri lo Sponsor, lo Stato si ritiri”: la trasformazione degli
Enti lirici in Fondazioni: l’obbligatorietà degli interventi
privati. Superare il criterio dell’efficienza gestionale a favore
del libero mercato. Da Sovrintendente a Manager, ma …
Si tenta la “selezione innaturale” tra i teatri: vinca il più
forte! I rischi dell’omologazione dell’offerta nel confronto tra
Italia, Europa ed extra Europa. (Parallelo con Covent Garden,
Met, Opera Bastille). Orchestre, Cori e tecnici e l’aumento del
peso dei Sindacati
Dalla Scala al “Sistema Scala”
La Legge di Baumol colpisce ancora: non vi è “economia di scala”,
il fallimento delle Fondazioni e la necessità di una nuova
riforma economica e gestionale. La tentazione di chiudere teatri
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Eppure in alcune città (Valencia, Tokyo, Pechino) si aprono nuovi
Teatri d’Opera e la “passione popolare” per la lirica si incontra
con i nuovi pubblici (il caso “Così fan tutte” di Strehler) e nuovi
Paesi non europei
Dopo le Fondazioni: che fare per superare la “retorica privata”
e le profezie di Baumol e trovare nuovi equilibri tra arte e
mercato?
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