Visualizza 99coll05 - LABLITA - Università degli Studi di Firenze

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L’INTONAZIONE DELLE ILLOCUZIONI NATURALI
RAPPRESENTATIVE
ANALISI E VALIDAZIONE PERCETTIVA
Emanuela Cresti - Philippe Martin - Massimo Moneglia
LABLITA
Laboratorio Linguistico del Dipartimento di Italianistica
UNIVERSITÀ DI FIRENZE
Il laboratorio linguistico rende disponibili alla lettura esclusivamente i risultati delle ricerche e i
corpora in esso elaborati sotto forma di preprint, reprint e pubblicazioni in proprio.
Le Collezioni dei Pre-print sono disponibili all’indirizzo WEB http://www.unifi.it/unifi/dipita/linglab/homepage.htm
[N°5 Pr 1999]
For correspondence
Emanuela Cresti
Dipartimento di Linguistica
Università degli studi di Firenze
Piazza Brunelleschi, 3
50121 FIRENZE
E-mail [email protected]
Deve apparire in R. Delmonte (a cura di) Atti delle giornate del Gruppo di Fonetica Sperimentale
(AIA), Venezia, Dicembre 1998
Fino alla pubblicazione le citazioni sono consentite solo dietro esplicito consenso dell’autore, E’
vietata la vendita e la riproduzione non autorizzata, anche parziale, per qualsiasi uso.
In copertina “Il cantante di Chungai”, rappresentazione della voce attraverso grafismi. Arte rupestre
della Tanzania Centrale (sito Chungai 3, 8000 a.c.- 1500 d.c.). Calco pubblicato in Mary Leakey,
Africa's Vanishing Art. The Rock Paintings of Tanzania, Doubleday & Company, Inc, Garden City,
New York, 1983.
Emanuela Cresti, Philippe Martin, Massimo Moneglia1
(Università di Firenze e Università di Toronto)
L’intonazione delle illocuzioni naturali rappresentative: analisi e validazione percettiva 2
I. E' noto che esiste un rapporto molto stretto tra l'intonazione di frase e l’espressione
della modalità: dichiarativa, interrogativa, iussiva (Denes, 1960; Fonagy, 1987; Fava,
1995; Bertinetto-Magno Caldognetto, 1993). Nonostante vari lavori (Magno-Caldognetto
et alii, 1978 Sorianello, 1995; Caputo, 1996; Maturi, 1988; Schirru, 1981/82; Canepari,
1985; Cresti, 1994) non esiste ancora per l'italiano una descrizione complessiva delle
tipologie intonative della modalità di frase, e soprattutto risulta difficile a livello teorico,
isolare i caratteri pertinenti di tale indagine, specialmente quando si voglia tener conto
dell’estrema variabilità di realizzazioni che si hanno nel parlato spontaneo.
Un'importante linea di ricerca segue, a nostro parere, dal rapporto tra due fatti
apparentemente diversi: a) nel parlato spontaneo, le unità linguistiche d’analisi non sono
tanto le frasi, caratterizzate da una diversa modalità, ma gli enunciati che realizzano atti
linguistici con diversa forza illocutoria (Austin, 1962); b) gli enunciati sono sistematicamente letti da gruppi di unità tonali (pattern intonativo, nei termini di 't Hart et alii,
1990).
A partire da tale connessione è stato osservato che le unità tonali non debbono
essere considerate semplici unità di scansione, perché hanno valore strutturante. La
strutturazione tonale, in tale ipotesi, veicola valori informativi e permette l’articolazione
dell’enunciato in unità di informazione marcate dall’intonazione stessa (Cresti, 1987 e
seguenti).
L’articolazione dell’informazione dell’enunciato è costruita a partire da un’unità:
il comment, cui corrisponde una unità tonale e che riveste un ruolo particolarmente rilevante per la costruzione dell’enuciato stesso. La proprietà fondamentale dell'unità di comment è di esprimere l'illocuzione, ovvero quell’ informazione che permette di interpretare
1
Emanuela Cresti ha fornitol’ipotesi di partenza, la prima analisi strumentale dei profili, e il mapping tra analisi
acustica e tests di validazione percettiva; Massimo Moneglia ha parametrizzato le azioni comunicative e disegnato e
condotto l'esperimento di validazione percettiva; Philippe Martin ha compiuto l'analisi dei dati acustici sperimentali
secondo la sua fonologia dell'intonazione. Un ringraziamento particolare va ad Alessandro Pannunzi per la realizzazione degli audiovisivi usati nel setting sperimentale e a Valentina Firenzuoli per l'elaborazione dei dati. Ringraziamo
inoltre gli studenti dei corsi di Grammatica Italiana e Semantica e Lessicologia dell'AA 1998-99 per essersi prestati
alla realizzazione dei tests percettivi.
2
Il presente lavoro si inserisce nel quadro delle ricerche di LABLITA (Laboratorio linguistico del Dipartimento di
italianistica) relative all’ analisi linguistica (intonazione, pragmatica, sintassi, semantica) dei suoi corpora di italiano
orale (44h parlato spontaneo adulto; 40 h parlato dei media; 100 h acquisizione dell'italiano; Cfr Moneglia, 1998). I
corpora orali sono trascritti ed archiviati in formato CHAT (MacWhinney, 1997) con sistematica notazione dell'intonazione: demarcazione degli enunciati secondo il criterio illocutivo e loro scansione in unità di informazione secondo
le linee della teoria dell'articolazione informativa (Cresti e Moneglia, 1997b). Presso LABLITA sono conservati anche
corpora di varietà diamesica scritta (letteratura contemporanea,per circa 250.000 parole).
pragmaticamente l’enunciato, assegnandogli un valore azionale. Per tale ragione un’unità
di comment è necessaria e può essere sufficiente a costituire un enunciato, se non altro
perché non si danno enunciati senza forza illocutoria e si danno tanti enunciati quante
sono le forze illocutorie che vengono espresse (Cfr. Benvesiste, 1997 per il rapporto della
nozione di comment con quella di noyau sintattico)
Uno dei principali argomenti a sostegno di tale ipotesi segue dal riscontro percettivo che, negli enunciati del parlato spontaneo c’è sempre una e una sola sola unità di
informazione, il comment, che risulta interpretabile pragmaticamente, indipendentemente
dal suo contenuto semantico, solo per il modo con la quale è intonata. Chiamiamo criterio
illocutivo il criterio che permette di riconoscere percettivamente il comment di un enunciato naturale, discriminandolo dalle altre unità di informazione, che risultano sempre non
interpretabili pragmaticamente (Moneglia & Cresti 1997a). Sulla base di tale operazione è
possibile una specifica valutazione della tipologia illocutoria dell’enunciato, ovvero è
possibile valutare il rapporto tra tipologia intonativa e tipologia dell’ azione linguistica.
Notare il valore funzionale del comment permette quindi, e questo ci interessa
oggi, di isolare la sede naturale degi indici intonativi che ne consentono il riscontro
percettivo in questione, e di separare chiaramente le unità di comment nell’insieme vasto
della sequenza parlata. Secondariamente è possibile, poi, porre la domanda su quali siano
gli indici acustici che assumano valore differenziale a livello percettivo.
Che l’espressione degli indici intonativi della modalità di frase, avesse una sede
specifica nella scansione di una frase ideale (nella tonia del rema) era stato proposto
3
(Martin, 1978a) all’interno di una tradizione di studi sui profili di modalità ; tale tradizione che è stata sviluppata soprattutto per il francese (Delattre, 1966, Leon e Martin,
1970) e per il russo (Kodzasov, 1996), ha portato ad un repertorio di una diecina di profili
distintivi, codificati nelle lingue in questione. Presso LABLITA proponendoci l'identificazione sistematica dei profili di valore illocutivo sulla base dell’osservazione dei corpora,
siamo giunti ad ipotizzare circa una ventina di profili illocutivi. In particolare Firenzuoli,
su un corpus di parlato di circa 5 ore (Firenzuoli, 1997), ha individuato in modo euristico,
a partire dall'applicazione sistematica del criterio illocutivo, circa ottanta diversi tipi di
atti. Tra questi alcuni, (identificazione, deissi, richiamo, conclusione) data la loro frequenza, assumono particolare rilievo epistemologico, e interesse per lo studio della loro
intonazione. Si deve rimarcare infatti che se da un lato tali atti sono ben noti per il loro
rilievo nell'ontogenesi della comunicazione (per es. deissi e richiamo), d’altro canto mancando di un corrispettivi performativo non sono classificati nella tassonomia searliana
(identificazione, deissi, richiamo, ecc).
Questo lavoro è dedicato in particolare a chiarire il contributo dell'intonazione
alla realizzazione di atti intuitivamente classificabili come Deissi, Identificazione, Risposta, Conclusione, tutti accomunati dal fatto di poter essere attribuiti al tipo rappresentativo
della classificazione di Searle (secondo la nota definizione: espressione di credenza; impegno sulla verità del contenuto proposizionale; tendenza all'adattamento delle parole al
mondo,) ma che mostrano, sia nell’analisi da corpora sia, come vedremo in dettaglio,
nelle riproduzioni sperimentali di laboratorio, ciascuno un profilo intonativo specifico.
3 Si veda peri concetti di tema/rema o proposito, Bally (1932) la distinzione di modalità e illocuzione Cresti (in
stampa) e Cresti e Scarano (in stampa).
Tale comune radice rappresentativa è tanto più interessante se si cerca di chiarire
il rapporto tra intonazione e azione linguistica essendo evidente che il numero delle codifiche intonative è di molto inferiore rispetto all’insieme degli atti possibili. Diviene quindi
importante riconoscere quali atti hanno un carattere “culturale” e sono discriminabili sulla
base di convenzione, per esempio quella lessicale o morfosintattica, e quali hanno invece
carattere “naturale” e manifestano una marca specificamente (e eventualmente solo) intonativa.4
Dobbiamo rimarcare che le premesse teoriche sulla natura dell’unità di comment
e sulla nozione di enunciato determinano una notevole semplificazione della strategia
empirica per identificare in laboratorio le variazioni di Fo che determinano il riconoscimento degli atti in questione. Infatti può essere considerato significativo lo studio dell'intonazione di enunciati, semplici e facilmente controllabili, composti da una sola unità di
comment, a cui sia possibile attribuire su base percettiva il valore illocutivo in questione.
Sulla base di tale teoria, dato che il comment è interpretabile in isolamento, e può costituire l’enunciato, i risultati ottenuti su comment semplici sono (in linea di principio) proiettabili su sequenze comunque lunghe.
La comunicazione presenta i risultati di una ricerca che considera: a) un comment semplice, avente come locuzione un predicato nominale (“è Filippo”; “è Marilù”; “è
Massimo”; b) la sua realizzazione in setting sperimentale a partire da quattro contesti
parametrizzati "elicitanti" rispettivamente enunciati con valore di risposta, deissi, identificazione, conclusione; c) lo studio delle sistematiche variazioni d'intonazione delle espressioni realizzate nei diversi contesti secondo la teoria di Ph. Martin (Cfr. Martin, 1978 e
seguenti). d) un esperimento di validazione percettiva del valore differenziale dei profili
intonativi
II - Descrizione delle illocuzioni
Le definizioni delle azioni linguistiche (deissi, identificazione, conclusione, risposta)
sono strettamente parametrizzate e in particolare, oltre a un supposto carattere comune
rappresentativo (espressione di credenza; impegno sulla verità del contenuto proposizionale; tendenza all'adattamento delle parole al mondo), identifichiamo altri quattro parametri di variazione, che consentono di prevedere il compimento dell’azione in contesti
qualitativamente diversi:
a) Canale di comunicazione: attivato +/-;
b) Orizzonte attenzionale:
condiviso +/-; distale +/-; prossimale +/c) Oggettodella comunicazione: oggetti interno all'orizzonte +/-;
oggetto noto +/-;
oggetto di discorso +/-;
d) Processo che sostanzia l’atto: percettivo- immediato;
cognitivo;
linguistico;
4
La chiave per nuova classificazione dell'illocuzione, diversa da quella della tradizione searliana, sembra dunque
proprio lo studio sistematico del valore illocutorio dell’intonazione.
1) Illocuzione di Deissi (distale) 5: tende a rendere verbalmente rilevante per l'interlocutore un oggetto, rilevante per la linea di azione e di pensiero del locutore, che è fuori dell'orizzonte attenzionale condiviso. Il canale di comunicazione è attivato. Il locutore chiede
all'interlocutore di cambiare la propria prospettiva attenzionale in relazione all'oggetto da
lui indicato verbalmente. Atto direttivo.
Scenetta: Alla stazione due amici sono in fila allo sportello della biglietteria, il primo
guarda lo sportello e in linea di principio anche il secondo condivide tale orizzonte, ma
questi, nel traffico della stazione, vede un terzo amico. L'atto linguistico tende a mutare radicalmente l'orizzonte attenzionale del primo soggetto permettendo di inserire un
nuovo oggetto di attenzione comune: “è Filippo"
Deve essere messo in rilievo che, diversamente da quello in genere creduto, la
deissi, proprio per questa sua caratteristica di azione volta a suscitare un fare nell'ascoltatore, non corrisponde, almeno per questo aspetto, alla descrizione di un atto illocutivo di
tipo rappresentativo, bensì contiene un carattere direttivo: suo scopo primario è il compimento di un'azione da parte dell'interlocutore che deve cambiare il suo orizzonte attenzionale.
2) Illocuzione di Identificazione (identificazione distale e prossimale): permette all'interlocutore di riconoscere un oggetto che si palesa entro l'orizzonte attenzionale condiviso dai
locutori, tramite l'identificazione percettiva immediata che viene comunicata verbalmente
dal locutore. Il canale di comunicazione deve essere già attivato. Atto rappresentativo per
il suo scopo di impegno sulla verità del riconoscimento.
Scenetta: due persone stanno aspettando degli amici in un giardino pubblico, guardano
entrambi dall'alto verso un lungo vialetto che conduce al luogo dell'appuntamento.
Delle figure lontane si avvicinano mentre i due li scrutano. Uno dei due riconosce nell’
individuo che si sta avvicinando una della persone attese: “è Filippo”
La situazione è simile alla deissi distale ma la variazione relativa all’orizzonte comune è
chiarissima. Il locutore non chiede all'interlocutore di cambiare la propria prospettiva
attenzionale, perché essa rimane invariata, ma all'interno della stessa asserisce quel riconoscimento che egli , per primo ha raggiunto percettivamente.
3) Illocuzione di Risposta: fornisce verbalmente l'informazione richiesta dall'interlocutore
tramite una domanda, entro un orizzonte attenzionale condiviso, in modo che, tramite la
domanda (chi è?; che cos'è?), un oggetto contestuale divenga oggetto di discorso. Il canale
5
Ci riferiamo qui, per semplicità, alla sola deissi distale, ovvero agli atti di deissi relativi all'orizzonte attenzionale non
prossimo al campo d'azione operativo della coppia parlante ascoltatore. La deissi prossimale tende, invece a cambiare
il fuoco entro tale orizzonte e non ha un corrispettivo intonativo.Cfr. Moneglia, Cresti (1997) per una analisi dettagliata del valore naturale della distinzione e sulle sue conseguenze a livello della definizione soprasegmentale.
di comunicazione è evidentemente già aperto. L'illocuzione è di tipo rappresentativo, per il
suo scopo di impegno sulla verità dell'informazione
Scenetta: padre e figlio guardano insieme, e commentano, un album di vecchie fotografie di famiglia,(orizzonte condiviso, canale aperto) di fronte a una di qeste (oggetto
prominente condiviso) il figlio chiede "chi è?". Risposta: “è Filippo”
4) Illocuzione di Conclusione: esprime verbalmente il riconoscimento della natura
dell’oggetto in presenza di un interlocutore, ma all'interno di orizzonti attenzionali distinti. Il canale di comunicazione non è attivato. Tale riconoscimento segue immediatamente
ed è l’esito di un processo valutativo condotto dal locutore. L'illocuzione è di tipo rappresentativo, per il suo scopo di impegno sulla verità della conclusione
Scenetta: l'ispettore porta all'analista del Laboratorio di polizia giudiziaria un'impronta
trovata sulla scena del delitto, probabilmente l'impronta del colpevole. L'impronta deve
essere confrontata con le impronte dei sospettatati. L'analista compie il proprio lavoro
e senza rivolgersi a nessuno nel laboratorio, (canale chiuso, nessun orizzonte attenzionale condiviso, nessuna tendenza ad aprire canale) verbalizza la sua coclusione sull'identità del soggetto che ha lasciato tale impronta.
III – Realizzazione dei campioni di laboratorio e dati sperimentali
A partire dalle realizzazioni dei precedenti atti illocutivi nel corpus di parlato
spontaneo e dell' osservazione di alcune loro costanti intonative, si è proceduto alla definizione del campione di laboratorio. Gli enunciati sono stati prodotti a partire dalle contestualizzazioni precedenti, con piena coscienza dell'atto illocutivo che gli enunciati dovevano realizzare tramite l'intonazione e con notevole controllo sui risultati
dell’interpretazione prosodica realizzata dal locutore.
Il corpus sperimentale è composto da tre enunciati contenenti un solo accento (e
dunque una sola parola prosodica); l’accento è piazzato rispettivamente sull’ultima sillaba
« è Marilù » (ossitona), sulla penultima « è Filippo » (parossitona), e sulla prima sillaba
« è Massimo » (proparossitona). Ciascun enunciato è stato realizzato due volte da due
locutori, rispettivamente maschile e femminile (« E » et « M »). Per comodità
designeremo i diversi enunciati con le abbreviazioni « MAR », « FIL » e « MAS », mentre
ci riferiremo alle illocuzioni precedenti, chiamate “modalità” a livello della caratterizzazione dei tratti acustici, rispettivamente come le modalità C = conclusione. I =
identificatione, R = risposta et D = disssi, con « C », «R », « I » e « D »,
I 48 enunciati complessivi (3 enunciati x 4 modalità x 2 locutori x 2
realizzazioni) sono stati analizzati attraverso WinPitch (Cfr. Martin, 1995) che ha estratto
le diverse curve di fondamentale (Fo), d’intensità e di durata. (In appendice, per ragioni di
spazio, sono riportate le tracce di uno dei due enunciati delle tre serie nella sola voce
femminile). I test percettivi conferiscono, come si vedrà, una buona validazione alle
etichette delle quattro modalità
Sillabe accentate. L’interpretazione dei dati sperimentali è basata sull’ipotesi che la
codifica formale delle quattro modalità è effettuata essenzialmente sulle sillabe accentate.
Questa ipotesi è confortata immediatamente fin da un primo esame dei dati: per esempio i
movementi montante-discendente di frequenza fondamentale, caratteristici come vedremo
più avanti della categoria D (deissi) si ritrovano (sostanzialmente sempre) sulle sillabe
accentuate degli enunciati MAR, FIL e MAS, vale a dire rispettivamente in posizione
finale, penultima e iniziale.
Intensità. Un’altra caratteristica acustica evidente che differenzia le quattro realizzazioni è
l’intensità di ciascun enunciato e in particolare quella della sillaba accentata. Questo tratto
si manifesta evidentemente a livello della curva di intensità, ma anche a livello della
fondamentale. Sappiamo in effetti che, a tensione glottale costante, la salita della pressione
sottoglottale legata al controllo dell’intensità provoca ugualmente la salita di Fo. Quindi la
descrizione delle caratteristiche di Fo implicano necessariamente quella dell’intensità.
Movimento a cappello. L’ esame delle curve melodiche mostra un movimento
caratteristicio montante-discendente sulla sillaba accentata. Questo movimento può essere
a priori un indice del movimento detto « a cappello » che si trova tipicamente negli
enunciati percepiti come implicativi.
Tratti acustici. L’osservazione della sola curva di fondamentale dei dati permette di
classificare in ordine crescente le diverse modalità secondo i criteri seguenti :
1.
2.
3.
Frequenza fondamentale media :
Movimento a cappello :
Intensità :
C R I D
C R D I
C R I D
Interpretazione. All’interno di un modello della strutturazione prosodica della frase
(Martin, 1987), è stato mostrato che la prosodia può indicare una enfasi che ha incidenza
sia sull’enunciato stesso sia sul contesto dell’enunciato (definito come l’insieme delle
informazioni rilevanti al momento dell’enunciazione). Tale enfasi globale può interessare
sia la modalità dichiarativa che quella interrogativa ed è manifestata da una variazione
importante del movimento melodico di modalità, sia sul contesto dell’enunciato, ed allora
è realizzata da un movimento d’implicazione montante-discendente a cappello.
Come mostra l’esame uditivo degli enunciati, la deissi è marcata essenzialmente da
una intensità più forte, in particolare della sillaba accentuata. Questa forte intensità
provoca un innalzamento del movimento di Fo, turbando la realizzazione della variazione
di modalità dichiarativa che prende, a volte,un andamento implicativo montantediscendente, ma non tanto da confondersi con una vera marca prosodica di implicazione.
Questo è particolarmente chiaro nei tracciati MAS_D_E1 o PHI_D_M2, nei quali la
sillaba accentuata non è in posizione finale.
Al contrario, la maggior parte delle realizzazioni della categoria I (identificazione)
mostrano un movimento melodico implicativo montante-discendente, si badi bene
indipendente dall’aumento dell’intensità. Tale movimento è ugualmente visibile nella
realizzazione R (risposta) e praticamente non decidibile negli esempi della modalità C
(conclusione). Le manifestazioni prosodiche dei quattro tipi
interpretati come risultato della combinazione dei tre elementi :
1.
2.
3.
possono dunque essere
Un movimento melodico discendente sulla sillaba accentuata correlato alla modalità
dichiarativa di ogni enunciato ;
Un movimento montante discendente a cappello ;
Una intensità più forte manifestata da una frequenza fondamentale più alta.
La deissi è descritta allora come un contorno di modalità forte, con un debole
movimento a cappello e a grande intensità
L’identificazione si manifesta con forte intensità (ma meno forte della deissi) e un
forte movimento a cappello.
La risposta è caratterizzata da un insieme di variazioni sui livelli medi del movimento
melodico di modalità, d’implicazione e d’intensità.
La conclusione, infine, presenta delle realizzazioni neutralizzate e praticamente
assenti dei tre elementi : intensità, movimento a cappello e contorno di modalità. Le
variazioni di fondamentale sono molto deboli e le realizzazioni hanno l’intensità meno
forte delle quattro categorie.
Tali osservazioni, codificate da gradi d’intensità, movimento a cappello e movimento
discendente dichiarativo sono riassunte, secondo la teoria metafonologica di Ph. Martin,
nella tavola e nella matrice seguenti :
Intensità
Cappello
Discendente
Conclusione
0
0
0
Risposta
1
1
1
Identificaz.
2
3
2
Deissi
3
1
3
Collocando il limite della presenza dell’implicazione tra i gradi 1 e 2, e quello della
presenza dell’intensità (manifestata da un’altezza media e da un’ampiezza del movimento
discendente) tra i gradi 1 e 2, l’utilizzazione dei tratti binari porta alla tavola seguente :
Insistenza
Implicazione
Conclusione
-
Risposta
-
Identificaz.
+
+
Deissi
+
-
La conclusione si realizza dunque senza insistenza e senza implicazione, la risposta senza
insistenza ma con implicazione, l’identificazione con insiestenza e implicazione e la deissi
con insistenza ma senza implicazione. Dal punto di vista dell’enunciato e del suo contesto,
la conclusione non insiste su niente, la risposta mette l’enfasi sul contesto, la deissi mette
l’enfasi sull’enunciato, e l’identificazione mette l’enfasi sia sull’enunciato che sul
contesto. Se d’altro canto consideriamo che la risposta non comporta l’implicazione,
rileviamo che è necessario un tratto ulteriore di intensità per differenziare conclusione e
risposta, dato che la conclusione è assai più flebile della risposta.
Insistenza
Implicazione
Intensità
Conclusione
-
Risposta
+
Identificaz.
+
+
+
Deissi
+
+
Apartire da tale matrice possiamo ipotizzare, dunque:
A) il profilo di Conclusione si oppone a tutti gli altri per i valori negativi su tutti i tratti;
B) i profili di Conclusione e Risposta (caratterizzati per il tratto negativo dell’insistenza)
si oppongono complessivamente al profilo di Identificazione e Deissi (caratterizzati positivamente sul tratto dell’insistenza);
C) i profili di Conclusione e Risposta si oppongono tra di loro per la presenza del tratto di
intensità (positivo nella risposta), mentre i profili di Identificazione e Deissi si oppongono
tra loro per il tratto dell’implicazione (che caratterizza positivamente l’ Identificazione)
IV - Un esperimento di validazione percettiva
L'esistenza di profili tonali con valore differenziale all'interno di una più generale
tipologia rappresentativa, può essere sostenuta a livello sperimentale a seguito di validazione percettiva .Tale validazione, condotta su due gruppi distinti di 8 parlanti competenti
ha mostrato che:
1) date le restrizioni informative che definiscono i contesti, i soggetti mostrano una chiara
preferenza e giudicano naturali i profili elicitati in ciascun contesto appropriato, mentre
sono rifiutate massicciamente, al di là di ogni attesa, le varianti proprie degli altri contesti;
2) la sintesi dei profili tonali sottoposta agli stessi soggetti ottiene risultati paragonabili,
mostrando la pertinenza strettamente melodica delle variazioni.
3) ne deriva da un lato l'evidenziazione di profili tonali di valore differenziale, e il valore
naturale delle restrizioni informative che definiscono gli atti in questione (MonegliaCresti, 1997).
L'esperimento è composto di due prove di somministrazione in contesto degli
enunciati in oggetto. Nella prima sono stati somministrati gli enunciati naturali e nella
seconda gli stessi enunciati riprodotti sinteticamente, tramite il programma di sintesi di
Winpitch.6 La somministrazione prevede:
1) l’ascolto in contesto da parte di un gruppo di uditori di una produzione orale naturale
(è Filippo) a conclusione di un contesto pragmatico pertinente, costituito dalla realizzazione video di una delle scenette precedentemente illustrate;
2) l’ascolto dell’enunciato di volta in volta realizzato con i quattro diversi profili illocutivi
contestualmente alla ripetizione della fase culminante della scenetta;7
6
I risultati della seconda prova, assolutamente equivalenti alla prima, non sono riportati qui per ragioni di spazio. I
risultati di seguito riguardano la prima batteria di prove relative al solo enunciato “è Filippo”.
7
Ci è stato fatta notare nella interessantissima discussione seguita alla relazione la mancanza di un profilo di controllo
vuoto, necessario per la validazione percettiva. Di conseguenze risulta che l’insieme dei profili da validare fungono
essi stessi, caso per caso, da controllo, inducendo circolarità nel ragionamento (Maturi). Anche se abiamo scelto di
3) l'ordine delle illocuzioni era variato ogni volta;
4) l’assegnazione di un punteggio a ciascun enunciato intonato in contesto su una scala di
naturalezza;
5) il punteggio prevedeva una variazione da sinistra a destra da un massimo di 5 (naturale) a un minimo di 0 (innaturale).8 Il massimo di naturalità per un profilo illocutivo in un
contesto elicitante poteva essere di 40 ed il minimo di 0.
Rispetto ai valori dell'esperimento, riportati negli istogrammi in appendice, abbiamo considerato: a) sopra i 30 punti: assegnazione di preferenza al profilo nel contesto;
b) 15-10 punti: variazione tra compatibilità e soglia minima di di compatibilità;c) incompatibilità negli altri casi . L'analisi degli istogrammi ci permette di evidenziare, a livello
generale, che:
a) i profili sono percettivamente identificabili e tra loro distinguibili;
b) ogni profilo illocutivo è stato chiaramente preferito nel suo contesto elicitante;
Più in particolare, rispetto alle previsioni della matrice, constatiamo:
A) in effetti il profilo di Conclusione (score superiore a 30) si oppone a tutti gli altri profili dei quali nessuno raggiunge la soglia di compatibilità;
B) l’opposizione tra i profili con e senza insistenza (Identificazione e Deissi vs. Conclusione e Risposta) si realizza perché né il profilo di Conclusione né quello di Risposta raggiungono score di compatibilità,e anzi sono nettamente al di sotto della soglia, nei contesti di deissi e identificazione;
C) l’opposizione all’interno dei profili che non hanno insistenza (Conclusione e Risposta)
si realizza parzialmente, in quanto il profilo di Conclusione raggiunge la soglia di compatibilità entro un contesto di risposta, perché a giudizio dei soggetti essa può valere
come forma di risposta “depressa”. Per quanto riguarda l’opposizione tra i profili che
hanno insistenza (Identificazione e Deissi) è interessante notare che se nel contesto di
deissi il profilo di Identificazione non raggiunge la soglia di compatibilità, al contrario
nel cotesto di identificazione il profilo di Deissi non solo è compatibile, ma realizza il
medesimo score. Questo sembra significare che in un contesto che richieda un atto direttivo, come è il caso della Deissi, un profilo che non abbia forte intensità, ma solo il tratto
dell’implicazione, non è sufficiente. Al contrario, in un contesto che richieda un semplice
assenso al riconoscimento verbale dell’interlocutore, come è il caso dell’Identificazione, è
adatto un profilo con implicazione, ma può essere appropriato anche un profilo con forte
intensità.
Le previsioni operate sulla base della matrice di tratti sono quindi, da un punto di
vista generale, confermate a livello della validazione percettiva.9
riportare l’esperienza nella sua forma originaria, l’obiezione si presta a interessanti commenti. Cosa può svolgere
funzione di controllo nel caso di un profilo intonato del quale si testa il valore differenziale illocutivo? Certo non un
ulteriore profilo con valore illocutivo (domanda, dubbio, ordine, esclamazione ecc.) in quanto aggiungeremmo solo un
candidato in più alla discriminazione e non effettueremmo alcun controllo. L’alternativa, da valutare, è un profilo
prosodico non interpretabile, privo di forza, come per es. un topic o un segmento di una pretonia di un comment.
8
Ci è stato fatto notare, inoltre, la mancanza di una prova di “riconoscimento percettivo”, di norma da associare alla
prova di discriminazione (Magno). Qui il discorso si fa ancora più interessante. Infatti se come abbiamo mostrato
esiste chiara possibilità di discriminazione, Non esiste alcuna possibilità di giungere ad un riconoscimento conscio del
valore dei profili in questione. Le forme intonative con valore linguistico non hanno, o hanno assai raramente, rappresentazione conscia. Cfr. Moneglia (in stampa) per argomenti relativi ai livello di rappresentazione conscia del linguaggio.
Riferimenti
Austin L.J. (1962) How to do things with words, Oxford University Press, Oxford.
Bally C. (1932) Linguistique générale et linguistique française, Francke Verlag, Berne.
Bertinetto P. & Magno-Caldognetto E. (1993) Ritmo e intonazione, in A. Sobrero (a cura di), Introduzione
all’italiano contemporaneo. Le strutture. Bari, Laterza.
Blanche-Benveniste C. (1997) Approches de la langue parlée en français, Ophrys, Paris.
Canepari L. (1985) L’intonazione. Linguistica e paralinguistica. Liguori, Napoli.
Caputo M. R. Le domande in un corpus di italiano parlato: analisi prosodica e pragmatica, Tesi di dottorato.
Univ. Federico II, Napoli.
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9
Non mancano dati inattesi, forse sporchi, come la quasi compatibilità del profilo di Deissi in un contesto di conclu-
sione, in teoria opposti. Per questo dato in particolare possiamo pensare ad una vera e propria sopravalutazione del
compito da parte di alcuni soggetti, che alla fine dell’esperimento hanno spiegato che, così come il profilo di Conclusione nel suo proprio contesto era stato valutato come “depresso”, era stato invece valutato come “eccitato” il profilo
di Deissi, e perciò adeguato al risultato di scoperta cui faceva seguito. Medesima motivazione affettiva è stata data
anche nel caso del profilo d’Identificazione che raggiungere la soglia della compatibilità nel contesto di risposta in
quanto considerato espressione di stati d’animo soggettivi (eccitazione, enfasi ecc.).
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Tesi di dottorato. Università di Firenze
Conclusione
Risposta
40
35
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30
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Deissi
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deissi
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1
Conclusione
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