scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara
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SCENARIO SANITA' NAZIONALE Rassegna Stampa del 08 agosto 2013 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE SCENARIO SANITA' NAZIONALE 08/08/2013 Corriere della Sera - Roma San Raffaele, una proposta per scongiurare la chiusura 5 08/08/2013 Corriere della Sera - Nazionale In sala parto il sorpasso delle mamme quarantenni 6 08/08/2013 Corriere della Sera - Nazionale nella Sanità dei Conti in «rosso» i Malati adesso vengono sfrattati 8 08/08/2013 Il Sole 24 Ore Giochi, linee guida per la pubblicità a misura di minori 9 08/08/2013 La Repubblica - Bari L'agosto caldo al pronto soccorso 10 08/08/2013 La Repubblica - Firenze Parola d'ordine: ridurre le spese 11 08/08/2013 La Repubblica - Bologna Alberani lancia l'Sos sulla sanità "Basta manovre e tagli o si sgretola" 13 08/08/2013 La Stampa - Nazionale «Occhiali in 3 D pericolosi per i bimbi sotto i sei anni» 14 08/08/2013 La Stampa - Torino "Per visite ed esami le liste d'attesa ora sono interminabili" 15 07/08/2013 Il Messaggero - Ancona Trasporti e Sanità «Serve vertice con la Regione» 16 07/08/2013 Il Messaggero - Ancona L'Asur riduce i fondi per le case di riposo 17 08/08/2013 Il Messaggero - Nazionale Quell'esame da infermiere senza un promosso 18 08/08/2013 Il Messaggero - Nazionale Donna morta dopo il parto indagati medici e ostetrici 19 08/08/2013 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Il sindacato ex bianco ha presentato un dossier dal titolo 'Sanità a Bologna: i tagli lineari penalizzano gli ospedali e i cittadini' 20 08/08/2013 QN - Il Resto del Carlino - Ancona Intanto a Jesi scatta l'allarme ozono «Superata la soglia, rischio per la salute» 21 08/08/2013 QN - Il Resto del Carlino - Ancona Ospedale e reparti a rischio, nuova petizione Tac in funzione solo la prossima settimana 22 08/08/2013 Libero - Nazionale La Regione apre al San Raffaele. I sindacati: «Ora i fatti» 23 07/08/2013 Il Secolo XIX - Genova La Asl 3 assume due dirigenti: bufera per il sì della Regione 24 08/08/2013 Il Secolo XIX - Genova Nuovi dirigenti alla Asl 3 la Regione fa retromarcia 25 08/08/2013 L Unita - Nazionale Arginare il femminicidio Oggi il governo vara i primi interventi 26 08/08/2013 QN - La Nazione - Firenze «Mondiali, sanità pronta a ogni emergenza» 27 08/08/2013 Il Salvagente E-CIG, VIA AL DIVIETO PER I MINORI 28 08/08/2013 Il Salvagente CORDONE OMBELICALE Quando la vita comincia e può salvare altre vite 29 08/08/2013 Il Salvagente Un SMS solidale per piccoli cuori 31 08/08/2013 Panorama Tra questi fumatori ci siete anche voi 32 08/08/2013 La Notizia Giornale Mamma e neonato morti, l'accusa è omicidio colposo 33 SCENARIO SANITA' NAZIONALE 26 articoli 08/08/2013 Corriere della Sera - Roma Pag. 1,2 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità Soddisfazione dei sindacati. Sospesa la manifestazione prevista per oggi San Raffaele, una proposta per scongiurare la chiusura Domani Zingaretti illustrerà il piano al Gruppo F. D. F. È corsa contro il tempo per scongiurare la chiusura delle 13 strutture del Gruppo San Raffale della famiglia Angelucci. Domani scade l'ultimatum dei responsabili delle strutture sanitarie - in gravi difficoltà economiche e il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, ha annunciato per oggi la presentazione di un piano organico per dare ossigeno alle casse del Gruppo e cercare di evitare che i 1.800 pazienti ricoverati nelle cliniche del San Raffaele siano trasferiti d'urgenza negli ospedali pubblici. Si apre uno spiraglio per il San Raffaele: venerdì la giunta Zingaretti presenterà una proposta per superare la grave crisi finanziaria che ha spinto i vertici del Gruppo di proprietà della famiglia Angelucci a minacciare la chiusura di 13 tra strutture convenzionate tra Rsa, cliniche e un istituto scientifico nel Lazio. A rischiare sono i 1.800 ricoverati, che potrebbero essere trasferiti. E stanno per finire in mobilità i duemila lavoratori tra medici, infermieri, tecnici e amministrativi raccolti nel «Comitato per la difesa del San Raffaele»: in attesa della proposta della Regione, il Comitato ha deciso di sospendere la manifestazione indetta per oggi sotto gli uffici della Giunta, sulla Cristoforo Colombo. Martedì il presidente del San Raffaele, Carlo Trivelli, ha lanciato l'allarme «a causa del mancato rispetto degli accordi sottoscritti dalla Regione a giugno e luglio e per i pesanti ritardi nell'erogazione dei fondi ordinari per l'assistenza erogata». Senza dimenticare «le inadempienze nel pagamento dei crediti correnti e pregressi, ivi compresi quelli derivanti da sentenze passate in giudicato». Dalla Regione, però, le accuse sono state respinte al mittente: «Non abbiamo alcuna responsabilità circa la decisione unilaterale dell'azienda di sospensione delle attività dovuta a una grave mancanza di liquidità». Ieri il presidente Zingaretti ha incontrato Trivelli e l'ad del San Raffaele, Antonio Vallone: «Abbiamo molto apprezzato la sensibilità e la disponibilità dimostrate dal governatore del Lazio - fanno sapere i vertici del San Raffaele -, che dopo avere ascoltato i nostri problemi e le nostre esigenze si è impegnato a presentare domani un piano organico di interventi per cercare di risolvere definitivamente la pesante crisi finanziaria che ci colpisce». Anche il segretario generale della Cgil Fp Roma e Lazio, Natale Di Cola, interviene sul caso: «Adesso serve senso di responsabilità - dice il sindacalista -. Abbiamo notizie che una parte dei crediti che vanta il gruppo sono stati sbloccati immediatamente dalla Regione». Di Cola chiede alla Giunta di «accelerare le procedure di verifica e dare corso agli accordi già sottoscritti, su cui insieme abbiamo lavorato nel tavolo di crisi, in modo da poter normalizzare il rapporto con questo importante azienda. E ci aspettiamo che il gruppo ritiri immediatamente le procedure di chiusura ed utilizzi queste risorse per pagare gli stipendi dei lavoratori (in arretrato di quattro mensilità, ndr)». Commento condiviso da Antonio Cuozzo (Ugl): «Speriamo in soluzioni buone e, soprattutto, in tempi brevi». RIPRODUZIONE RISERVATA 1.800 Foto: I ricoverati assistiti nelle 13 strutture del San Raffaele nel Lazio che potrebbero essere trasferiti Foto: Via della Pisana Una delle strutture del Gruppo San Raffaele SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 5 08/08/2013 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MIlano In sala parto il sorpasso delle mamme quarantenni SIMONA RAVIZZA e l'analisi di Chiara Lalli A PAGINA 21 MILANO - Per i medici non sarà l'età migliore, ma oggi un figlio intorno ai 40 anni è la regola. Almeno in una metropoli come Milano. La svolta arriva dalle nuove statistiche, che segnalano il sorpasso delle (quasi) quarantenni: le donne che partoriscono tra i 35 e i 44 anni superano quelle che mettono al mondo un figlio tra i 25 e i 34 anni. Le percentuali non lasciano dubbi: 48,4% contro 44,7%. Fino al 2008 il trend era esattamente invertito: 45,7% contro 48,9%. I dati sono appena stati elaborati dalla clinica ginecologica Mangiagalli, conosciuta come la «fabbrica dei bambini» per i suoi 6.500 parti l'anno. «È un'inversione di tendenza epocale», commenta il primario Alessandra Kustermann. Nella testa di ogni donna che vuole un figlio sono stampati - fin troppo spesso - due concetti: con il compimento dei 35 anni aumentano gli accertamenti sulla salute del nascituro (come la villocentesi e l'amniocentesi) e la curva della fecondità inizia a precipitare. Del resto, negli ultimi decenni si è diventate mamme prevalentemente tra i 25 e i 34 anni: ancora oggi gli ultimi dati disponibili del ministero della Salute sui parti, aggiornati al maggio 2013, fissano l'età media delle madri italiane a 32 anni e mezzo. Ora il cambiamento di rotta. «Alla Mangiagalli a sorpresa è diventato più normale partorire intorno ai 40 anni che intorno ai 30 - sottolinea la Kustermann -. Alla faccia delle curve sulla fertilità. È un cambio culturale importante, che va di pari passo con i progressi della medicina». Le statistiche della clinica ginecologica di Milano spesso anticipano le tendenze a livello nazionale. È da lì che nel 2009 è stato lanciato l'allarme sugli aborti dettati dalla crisi economica e l'anno dopo è stato segnalato il boom delle mamme single (una su cinque). Adesso il fenomeno delle madri tardive, che affonda le sue motivazioni - secondo gli esperti - nella difficoltà di metter su famiglia senza avere un lavoro fisso e una casa propria. «Oltre metà delle nuovi madri ha la laurea in tasca - spiega il direttore sanitario Basilio Tiso -. I tempi d'ingresso nel mondo del lavoro sempre più lunghi, sommati agli anni degli studi, fanno slittare l'età della maternità ai limiti dell'orologio biologico». Così le prime avvisaglie del fenomeno si sono avute in contemporanea all'arrivo della crisi economica. E la percentuale di mamme over 35 è cresciuta in parallelo all'aggravarsi della recessione. Nel 2010 erano il 47,6%, oggi sono salite al 48,5%. In aumento, in modo sorprendente, anche le mamme 45 enni, che sono triplicate negli ultimi cinque anni (0,5% contro 1,4%). Chi pensa che il trend sia dovuto al ricorso della fecondazione assistita sbaglia. Nello stesso periodo di tempo le coppie che si sono sottoposte alle cure per la fertilità in Mangiagalli sono aumentate solo dell'1,3%. Sorge, allora, un dubbio: fare i figli in età avanzata è davvero più difficile? Qual è il margine temporale che una donna può concedersi per avere un bimbo? In un articolo comparso nel numero di luglio e agosto, la rivista statunitense The Atlantic va in controtendenza rispetto agli studi scientifici più conosciuti finora. David Dunson, ricercatore di Statistica della Duke University, ha esaminato le chance di restare incinte di 770 donne europee. Il risultato: le coppie mature che riescono a programmare i rapporti sessuali nei giorni giusti riescono a eliminare la differenza di età con quelle giovani. A una conclusione simile arriva anche lo studio dell'epidemiologo Kenneth Rothman sulle donne danesi: per le 40 enni che hanno avuto una maternità in precedenza le possibilità di restare di nuovo incinte sono paragonabili a quelle delle 20 enni. Almeno per il secondo figlio si può dimenticare l'orologio biologico. Non solo. Sempre per l'Atlantic, la maggior parte dei problemi di fertilità non dipende dall'età delle donne, ma piuttosto da malattie come l'endometriosi che accomunano le ragazze e le meno giovani. E, a incidere sulla procreazione, può essere anche l'infertilità maschile, che aumenta progressivamente con l'età. In passato non sono mancati gli inviti alla cautela nel procreare troppo avanti con gli anni, anche per il timore di ripercussioni sui bambini. La psicologa e psicoterapeuta Anna Oliverio Ferraris, docente della Sapienza, è più ottimista: «La gioventù, ovviamente, dà maggiori energie - dice -. Ma oggi madri e padri hanno più cura della loro forma fisica rispetto al passato, compensando l'età. Nel momento di mettere al mondo un figlio c'è SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 6 08/08/2013 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato anche una maggior consapevolezza». Simona Ravizza [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA CLINICA MANGIAGALLI SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 7 08/08/2013 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 39 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato nella Sanità dei Conti in «rosso» i Malati adesso vengono sfrattati Mario Pappagallo Oltre 1.800 pazienti ricoverati da trasferire entro 72 ore (ne restano 48) e 2.000 dipendenti, tra medici e altre figure sanitarie, a spasso. Il San Raffaele Spa del Lazio chiude le sue 13 strutture per mancanza di liquidità, anche perché la Regione non paga. Oggi, a Roma, vi sarà una manifestazione dei lavoratori (con un tentativo di mediazione). E i 1.800 malati ricoverati? Dove protestano? Purtroppo non hanno voce, pur essendo paradossalmente i veri «datori di lavoro» (attraverso le tasse) del sistema. Siamo nel Lazio, una delle sei Regioni (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Sicilia) sotto «tutela» per le voragini nei bilanci sanitari. Le stesse che a maggio di quest'anno hanno ricevuto, nonostante la crisi economica, due miliardi di euro come anticipo per andare avanti e pagare debiti. Miliardi così suddivisi: 118 milioni all'Abruzzo, 411 alla Calabria, 287 alla Campania, 540 al Lazio, 63 al Molise, 500 alla Sicilia. Siamo nel Lazio dove, mentre si cercava di far quadrare i conti, i politici si dedicavano a festini vari e spese ingiustificate a carico dei contribuenti. Siamo nel Lazio, il cui «rosso» sanitario al 31 dicembre 2005 sfiorava i 10 miliardi di euro. E che negli anni successivi ha registrato sempre disavanzi annuali con il meno davanti. Un rosso di 900 milioni è previsto per il 2013. Siamo nel Lazio dove ancora oggi il 40% dei posti letto è privato convenzionato. Posti letto che in teoria dovevano già essere tagliati minimo di 2.000 unità. Ma a parte il Lazio, dove le responsabilità sono condivisibili da vari governi di colore diverso, c'è un male diffuso in tutt'Italia: la politica ha sempre guardato alla sanità come una «vacca grassa» da cui mungere latte, come habitat ideale per voti di scambio e assunzioni pilotate (alla faccia della meritocrazia), come sistema di favori (come le convenzioni a privati «amici»). E mai come servizio per i cittadini e che deve essere garantito: con il massimo della qualità, e «guanti di velluto» verso i sofferenti. Quando mai? Ciò che accade nel Lazio oggi è indicativo: finito il tempo delle vacche grasse, i primi che nessuno considera sono quegli oltre 1.800 ricoverati da «sfrattare» in 72 ore, non oltre. Sperando poi che nessuno pensi di usarli anche come arma di ricatto. @Mariopaps RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 8 08/08/2013 Il Sole 24 Ore Pag. 37 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Spot. Iniziativa sui concorsi in denaro Giochi, linee guida per la pubblicità a misura di minori L'INTENTO Sistema Gioco Italia ha fortemente voluto un intervento ad hoc per dare massima chiarezza sui dettami del Dl Balduzzi A. Bio. MILANO Un lavoro ad hoc era stato fatto già lo scorso anno, quando, prima del Dl Balduzzi, Sistema Gioco Italia (la federazione di filiera dell'industria del gioco e dell'intrattenimento) e lo Iap (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) hanno creato un articolo ad hoc - 28ter giochi - che è stato aggiunto al Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale per fissare le 11 regole che le aziende del settore giochi devono rispettare nelle attività di comunicazione. Ora, a seguito dell'approvazione del decreto Balduzzi - in vigore dall'1 gennaio 2013 - ecco un secondo intervento, per dotarsi di specifiche linee guida che, combinate al codice di autodisciplina pubblicitaria in materia di gioco, «danno alle aziende aderenti uno strumento tecnico operativo inequivocabile», spiega Giovanni Emilio Maggi, vicepresidente di Confindustria Sistema Gioco Italia. Insomma, quello che l'industria del gioco ha fatto, risponde «alla necessità di dotarsi di regole chiare per una corretta comunicazione pubblicitaria». Di certo, un intervento di cui si è sentita la necessità per dare il massimo della possibile traduzione in pratica delle indicazioni contenute nel Dl Balduzzi. Misure da applicare a un comparto - quello di giochi, scommesse e lotterie - che, secondo Nielsen, nel primo semestre del 2013 ha investito in advertising 35,4 milioni di euro: l'1,2% degli oltre 3 miliardi totali di pubblicità sempre nello stesso periodo e la metà di quanto investito nei primi sei mesi del 2012, quando nel primo semestre del 2012 quando il comparto aveva investito in spot e adv ertising 70 milioni di euro, l'1,9% degli oltre 3,6 miliardi totali in pubblicità spesi complessivamente sempre nello stesso periodo. Stiamo parlando di un comparto che, secondo la Camera di commercio di Milano, si compone di oltre 6.600 imprese che danno occupazione a circa 200mila persone e realizzano una raccolta complessiva di 17,1 miliardi di euro, di cui 9 vanno a imprese concessionarie e filiera. Le linee guida sono obbligatorie per tutti gli aderenti a Sistema Gioco Italia e sono state condivise con le principali concessionarie degli spazi e con le associazioni rappresentative delle agenzie di pubblicità e dei concessionari dei mezzi pubblicitari. «Ci siamo confrontati con l'Istituto di Autodisciplina e con le grandi concessionarie di pubblicità - aggiunge Maggi - in modo tale da arrivare a un lessico comune». E quindi, il senso di questa iniziativa «che abbiamo fortemente voluto è il voler mettere a valor comune uno strumento che permetta di rispettare al meglio la legge». Così, all'interno di queste linee guida si leggono tutta una serie di misure destinate a "proteggere" i minori. In tv per esempio, pubblicità vietata nei canali segmentati per "bambini e ragazzi; in radio gli spot sono vietati durante i programmi dedicati e nei 30 minuti precedenti e successivi agli stessi, ugualmente come al cinema. Loghi Aams e 18+ dovranno essere sempre presenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 9 08/08/2013 La Repubblica - Bari Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) L'agosto caldo al pronto soccorso ANTONELLO CASSANO A PUTIGNANO gli infermieri hanno dovuto spingere l'ambulanza con le mani per cercare di rimetterla in moto. I pronto soccorso degli ospedali di Bari sono stati presi d'assalto dai pazienti, gli altri reparti sono quasi tutti al completo. Posti letto neanche a parlarne, si rimedia con i ricoveri in barella. Al pronto soccorso di Molfetta c'è carenza di infermieri, mentrea Ruvo mancanoi medici. L'ondata di caldo di questi giorni sta mettendo in seria difficoltà il sistema di emergenzaurgenza di Bari e provincia. LA CENTRALE operativa del 118 è un fortino assediato: «Abbiamo enormi difficoltà nella gestione dei pazienti - spiegano gli operatori del servizio - alcuni colleghi dislocati sul territorio ci comunicano che non possono più ricevere altri pazienti perché non sanno dove ricoverarli. Nella Bat le Tac funzionanti si contano sulle dita di una mano, la maggior parte sono in avaria. Il gran caldo peggiora la situazione. Anche i mezzi di soccorso ne risentono». Il sole ha mandato in tilt due autoambulanze a Putignano, mentre due giorni fa le alte temperature hanno provocato un black out elettrico nella centrale operativa. Anche oggi sarà una giornata difficile per il sistema di emergenza-urgenza. L'alto tasso di umidità contribuirà ad aumentare il caldo percepito. Per questo si consiglia soprattutto a bambini e anziani di non uscire nelle ore più calde della giornata, di consumare pasti leggeri e di bere molta acqua. Precauzioni utili che però non bastano a scongiurare l'assalto dei pazienti nei pronto soccorso anche per malori leggeri. Centinaia gli accessi nel reparto del Policlinico. «In questi giorni in sala d'attesa c'è un gran numero di pazienti- conferma Antonio Mazzarella, medico del pronto soccorso e segretario regionale della Cgil medici - vengono tutti da noi perché il sistema territoriale non funziona». Considerazioni confermate anche dal direttore sanitario del Policlinico Alessio Nitti: «Nei mesi estivi c'è un aumento del 20 per cento dei pazienti, circa 1700 a settimana. Per la maggior parte si tratta di codici verdi». Stessa musica nei due più grossi ospedali dell'Asl barese il Di Veneree il San Paolo, dovei reparti di medicina interna, neurologia e ortopedia sono al completo e rimediano ricoverando i pazienti sulle barelle. Polemico il direttore generale della Asl di Bari Domenico Colasanto: «Non ho ricevuto alcuna informazione né da parte dei medici di medicina generale né dal 118 che descrivesse una situazione di particolare emergenza. Telefonerò alla centrale operativa per capire». Ma dal 118 anche in serata si confermano le criticità: «Pronto soccorso gremiti, numerosi interventi, carenza di posti letto e conflitti tra medici di diversi ospedali per il ricovero dei pazienti - dice un operatore - l'ondata di caldo non ci aiuta». © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Sollievo contro il gran caldo SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il reportage 08/08/2013 La Repubblica - Firenze Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) Parola d'ordine: ridurre le spese Via all'operazione "Crash", obiettivo chiudere l'anno in pareggio Intanto prosegue la corsa contro il tempo per approvare il nuovo piano e rispondere così alle polemiche politiche MICHELE BOCCI L'HANNO chiamata operazione "Crash" ed è una stretta sui conti delle Asl divenuta necessaria per chiudere l'anno in pareggio. Tutti i direttori generali toscani sono convocati per domani dal governatore Enrico Rossi, al quale dovranno illustrare i loro piani di riduzione di spesa. La settimana scorsa c'è stata una riunione in assessorato per disegnare le linee dell'intervento straordinario estivo. Si chiede uno sforzo per recuperare un centinaio di milioni di euro in più del previsto, portando la spesa complessiva della sanità toscana ancora più in basso rispetto a quella del 2012. Sarà impegnativo raggiungere l'obiettivo senza ridurre servizi, perché ormai da tempo si viaggia al risparmio, quindi ci sono sempre meno margini di taglio di spese inutili. La Regione chiede a tutte le Asl lo stesso sforzo, indipendentemente dal loro andamento economico. Cioè chi in prospettiva arriverà al pareggio dovrà comunque lavorare sui conti, come chi al momento è sotto gli obiettivi. Si tratta praticamente di un taglio orizzontale anche se va ricordato che le Asl vanno intese come le varie articolazioni di una holding, e quindi bisogna prendere in considerazione tutto il bilancio della sanità. Certo, i risul tati possono essere utilizzati per dare una valutazione al lavoro delle direzioni generali. Cosa che fino ad ora non è stata praticamente mai fatta, salvo che nel caso, macroscopico, di Massa. La posta in gioco dell'operazione "Crash" è molto alta: si sta lavorando per scongiurare lo spettro del commissariamento, che scatta quando i numeri della sanità sono in rosso. Ovviamente in Regione sono convinti che anche quest'anno si riuscirà a finire in pareggio. Per il 2013 si era deciso di ridurre le spese di un 2,5% rispetto all'anno precedente, per far fronte alle riduzioni del fondo sanitario nazionale. Malgrado alcuni tagli previsti dalla spending review siano saltati, ci si è resi conto in queste settimane che l'asticella deve essere alzata. Per questo è suonato un campanello di allarme ed è stato chiesto a tutte le Asl di lavorare per la riduzione delle spese. Impresa difficile anche perché stanno entrando in vigore alcune delle riforme del sistema previste dall'assessorato di Marroni, come quella della medicina del territorio e quella degli ospedali. Anche se si tratta di misure che porteranno ad un abbattimento dei costi, la fase di passaggio porta sempre degli impegni finanziari imprevisti. In assessorato alla salute sono giorni di super lavoro per molti, malgrado l'agosto. Si è infatti deciso di lavorare a tempo di record al nuovo Piano sanitario. E' infatti necessario rispondere in tempi brevi alle polemiche sollevate in consiglio regionale ormai da un anno anche dallo stesso Pd, in particolare dal presidente della commissione sanità Marco Remaschi. Dopo mesie mesi di attesa c'è stata una improvvisa accelerazione. L'idea è di portare in giunta il 26 una delibera con il nuovo testo. Sarà inevitabilmente una manipolazione del vecchio piano preparato dall'allora assessore Daniela Scaramuccia, che era lunghissimo. Verrà integrato con la riforma del sistema sanitario toscano avviata da Marroni con l'aiuto dei direttori generali Asl poco dopo il suo insediamento. C'è da correre per arrivare pronti alla scadenza. La velocità però fino ad ora non è stata una caratteristica di questa gestione della sanità in certi settori. La questione delle tre centrali del 118 si discute da circa un anno, un periodo di tempo che ha fatto lentamente montare le polemiche dei sindaci fino al risultato finale: quasi tutti i capoluoghi di provincia toscani vorrebbero una delle tre centrali nel proprio territorio. E una questione puramente tecnica è diventata politica. Una bella gatta da pelare che ieri Marroni ha promesso sarà risolta dopo la pausa estiva, certamente con l'aiuto di Rossi. Un altro ambito su cui non sono state mantenute le promesse di rapidità è quello della riduzione del numero delle Asl. Il governatorea dicembre ha detto che per giugno sarebbe stato preparato un piano di riorganizzazione del sistema ma per ora non ce n'è traccia. © RIPRODUZIONE RISERVATA I punti BILANCI Si lavora per mantenere in pareggio i conti e non finire commissariati FINO AD OGGI Il sistema sanitario della Regione Toscana fino ad oggi è sempre stato in pareggio IL PIANO SANITARIO In SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La sanità toscana 08/08/2013 La Repubblica - Firenze Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato assessorato si corre per scrivere quello nuovo prima della fine di agosto 118 Non si decide dove mettere le tre centrali per le polemiche dei sindaci PER SAPERNE DI PIÙ www.regione.toscana.it Foto: LA GIUNTA A fianco l'assessore Marroni e il governatore Rossi; a destra, l'ospedale di Careggi 08/08/2013 La Repubblica - Bologna Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) Alberani lancia l'Sos sulla sanità "Basta manovre e tagli o si sgretola" TAGLIO dei posti letti, tempi d'attesa più lunghi, piccoli ospedali a rischio. La Cisl lancia l'allarme: «La sanità bolognese rischia di affondare». Per questo il segretario Alessandro Alberani ha proposto ieri un «patto» alla politica e agli altri sindacati per affrontare la spending review: «Bisogna riconoscere la specificità bolognese, perchéa forza di taglia un'eccellenza del territorio rischia di sgretolarsi». Ma il direttore generale dell'Ausl Francesco Ripa di Meana replica: «Il sistema è sostenibile, nessun ospedale chiuderà«. Foto: Alessandro Alberani SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Spending review 08/08/2013 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 42 (diffusione:309253, tiratura:418328) «Occhiali in 3 D pericolosi per i bimbi sotto i sei anni» Televisori e occhiali in 3D sotto la lente della procura di Torino. Il pm Raffaele Guariniello ha incaricato i carabinieri del Nas di svolgere controlli sulla completezza delle istruzioni d'uso fornite dai produttori. Di recente il Ministero della Salute, recependo le indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità sui rischi degli occhiali 3D, ha emesso una direttiva indicando alcuni prescrizioni da inserire nei manuali tecnici. Ad esempio consigliare gli occhiali 3D sono controindicati per i bambini al di sotto dei 6 anni di età». Sulla questione il magistrato aveva aperto tempo fa un fascicolo sulla scorta di un esposto del Codacons. Foto: Spettatori in 3D SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Inchiesta della Procura 08/08/2013 La Stampa - Torino Pag. 53 (diffusione:309253, tiratura:418328) L'ospedale di Ivrea Qui l'organico della Cardiologia si è progressivamente ridotto, passando da 14 specialisti agli attuali 8. In dermatologia, poi, è rimasto un solo medico , con urgenze dirottate a Biella L e liste d'attesa negli ospedali dell'Asl To4? Restano interminabili. Una situazione che si fa sempre più drammatica, stando alla denuncia presentata pochi giorni fa dal Tribunale per i diritti del malato. Tempi inaccettabili Del resto è sufficiente guardare i tempi ufficiali diramati dall'azienda: bisogna aspettare 10 mesi, a Ivrea, per poter essere sottoposti ad un'ecografia al cuore e più di 2 mesi per una visita cardiologica. Stesso discorso per altri esami: da quelli allergologici, ad una semplice gastroscopia o colonscopia. Discorsi, ovviamente, che valgono non solo per la struttura sanitaria nell'ex città dell'Olivetti, ma anche per le altre sedi dell'azienda, da Chivasso, a Ciriè e Cuorgnè. Medici di base, giro di vite Così, ora, il giro di vite toccherà i medici di base. Colpevoli, secondo la direzione generale, di prescrivere con eccessivo zelo esami specialistici. Un eccesso di medicina difensiva, insomma che rischia di aggravare la situazione sui tempi delle liste d'attesa. Da un paio di mesi il rapporto medico - paziente è finito sotto la lente d'ingrandimento dell'Asl To4: l'obiettivo è capire dove e come si possono ridurre le richieste sempre più pressanti di esami. «E siccome non si possono fare miracoli per ridurre i tempi d'attesa - spiegano dalla direzione generale -, abbiamo pensato di capire dove è possibile intervenire». La risposta? Arriva direttamente dal Tribunale per i diritti del malato: «Non si scarichino le responsabilità sulla medicina di base - tuona Giuliana Bonino, la presidente -. Le responsabilità vanno cercate altrove». Dove è facile intuirlo. Anzi, Bonino lo dice chiaramente: i tagli continui sulla sanità pubblica e la riduzione del numero degli specialisti nelle sedi ospedaliere. «E questo non fa che lievitare i tempi di attesa per i pazienti». Questione delicata Il Tribunale per i diritti del malato e le stesse organizzazioni sindacali stilano l'elenco dei reparti che negli anni si sono impoveriti. In particolare a Ivrea. Si va dalla dermatologia, dove rispetto a qualche tempo fa oggi lavora soltanto un medico (per cui le urgenze vengono dirottate a Biella), alla Cardiologia, passata negli anni da 14 a 8 specialisti nel giro di una manciata di anni, lo stesso discorso vale per l'anestesia o per la Radiologia. «La coperta è corta - spiega Serse Negro, Uil Sanità Canavese - e intanto perdiamo servizi. La situazione è drammatica e stiamo aspettando il piano sanitario dell'azienda da aprile». E poi anche i guasti A complicare la situazione, poi, ci sono altri aspetti. Non ultimo il guaio che ha colpito la Risonanza magnetica a Ciriè. Il macchinario si è guastato, da un mese tutti gli esami vengono dirottati a Chivasso, l'unica struttura - con quella dell'ospedale ciriacese - in grado di soddisfare le richieste. L'ordine dall'Asl To4 è stato perentorio: sistemarlo costerebbe 80 mila euro, non si può fare. Perché è una cifra impossibile da sostenere in questo momento. «Il risultato? Facile immaginarlo - sottolinea Negro anche per le Risonanze i tempi si sono allungati in maniera drammatica. Di questo passo la situazione sarà sempre peggio». 10 mesi L'attesa all'ospedale di Ivrea per un'ecografia al cuore. Due mesi per la visita cardiologica GIRO DI VITE L'Asl chiederà ai medici di base maggiore attenzione 2.000 ore Sono le prestazioni dispensate dagli specialisti ambulatoriali nell'Asl To4 SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato "Per visite ed esami le liste d'attesa ora sono interminabili" 07/08/2013 Il Messaggero - Ancona Pag. 40 (diffusione:210842, tiratura:295190) Trasporti e Sanità «Serve vertice con la Regione» LA MAGGIORANZA Sanità e trasporti, la maggioranza chiede un incontro con la Regione. Avanti con le varianti urbanistiche per ex Lancisi e Poliambulatorio, ma in cambio si chiedono garanzie sui servizi sanitari all'ex Umberto I. E poi vanno ridiscussi i finanziamenti a Conerobus. La riunione di maggioranza di lunedì sera ha dato mandato al sindaco Mancinelli di aprire un tavolo con la Regione sulle due partite che si decidono a Palazzo Raffaello. «Servono criteri più equi per la distribuzione dei contributi regionali alle aziende di trasporto, Conerobus è la più penalizzata pur avendo il maggior numero di passeggeri trasportati. Sulla sanità non basta la parola degli assessori regionali, chiediamo un atto formale con cui vengano ribaditi gli accordi del 2006: la residenza sanitaria e i poliambulatori all'ex Umberto I, oltre ad un punto di primo intervento per la città» dichiara il segretario Pd Stefano Perilli. A preoccupare sono soprattutto gli annunciati tagli della Regione al trasporto urbano: meno 800 mila euro per il 2014, a cui si sommano le riduzioni del fondo statale per altri 1,2 milioni. Un colpo da ko per i conti di Conerobus e tra le corse che rischiano di saltare c'è anche la linea 35 che collega l'ospedale di Torrette. «Il piano dei trasporti proposto dalla Regione non tiene conto che la città offre servizi di livello regionale, come l'ospedale, l'università e il porto - commenta Perilli -. Ci sarà la necessità di ritoccare le tariffe entro l'autunno, ma questo non basta. Chiediamo una distribuzione più equa dei taglie». La giunta dovrebbe quindi varare l'aumento di 10 centesimi del biglietto, da 1,20 euro a 1,30 euro per la corsa singola, entro settembre. Altra partita, la Sanità. «Faremo le varianti per ex Lancisi e Poliambulatorio - commenta Perilli ma anche la Regione deve dare garanzie formali di voler rispettare gli accordi del 2006, che prevedono il trasferimento del Poliambulatorio e una Rsa per anziani all'ex Umberto I». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Trasporti e Sanità «Serve vertice con la Regione» 07/08/2013 Il Messaggero - Ancona Pag. 44 (diffusione:210842, tiratura:295190) JESI E' guerra aperta fra il sindaco Massimo Bacci e l'Asur. E non solo a causa della recente decisione, da parte dell'azienda sanitaria, di sopprimere dal 1 settembre la struttura del Governo Clinico (malgrado l'imminente attivazione del nuovo ospedale Carlo Urbani). A mandare su tutte le furie l'amministrazione, stavolta, la possibilità che l'Asur non corrisponda quanto pattuito per le Residenze Protette per anziani. «Scelte che non possiamo digerire, assunte, fra l'altro, in pieno periodo di ferie», tuona Bacci (nella foto mentre visita il Carlo Urbani). A dar man forte alla sua protesta, l'Azienda Servizi alla Persona, l'organismo che gestisce il settore sociale dell'Ambito Territoriale, che non esclude di ricorrere a vie legali qualora le convenzioni non fossero rispettate. Nel 2010, la Giunta Spacca ha stabilito la quota del servizio sanitario per le case di riposo, vale a dire il contributo per ciascun ospite, a fronte di un aumento progressivo dei minuti di assistenza. Nel 2013, da Ancona dovevano arrivare 33 euro a utente per i 100 minuti di assistenza giornaliera. L'Asp si è quindi organizzata, potenziando il servizio, sulla base proprio del corrispettivo atteso. Ma in una circolare di marzo, l'Asur ha lasciato intendere che il contributo corrisposto ai gestori delle residenze protette sarà quello del 2012, ovvero 29,11 euro (calcolato però su 88 minuti). «Un balzello insostenibile, un atto inconcepibile - lo definisce il presidente dell'Asp, Paolo Cingolani - che avrà decorrenza 1 gennaio 2013, cioè ben otto mesi fa. Il Comune si troverebbe così a fine anno, se l'Asur non onorasse gli impegni, con un buco di 70 mila euro. Per coprirlo, dovrà essere scaricato sugli utenti, nonostante gli accordi firmati. Eventualità che rifiutiamo categoricamente». A detta del sindaco Bacci, quindi, «la Regione non può far altro che confermare quanto già pattuito. Altrimenti dovranno essere rinegoziate le ore di assistenza per gli anziani, non essendo più possibile garantirle a queste condizioni». «Non possiamo accettare supinamente certe decisioni - rincara la dose Cingolani, affiancato dal direttore dell'Asp, Franco Pesaresi - Faremo il possibile per vedere garantiti i nostri diritti. Dal punto di vista civile, abbiamo tutte le ragioni per un eventuale ricorso. Vediamo se i sindaci dell'Ambito sono d'accordo». Belvedere Ostrense e Santa Maria Nuova hanno già detto di sì. Mat. Tar. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'Asur riduce i fondi per le case di riposo 08/08/2013 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:210842, tiratura:295190) Maria Pirro NAPOLI Di 144 infermieri nessuno è idoneo a fare l'infermiere. Tutti operatori sanitari già in servizio negli ospedali o nelle Asl, tutti bocciati alla selezione del Centro di riferimento oncologico della Basilicata. E scoppia la polemica: ma allora dove costoro lavorano, ammesso che la prova e il giudizio siano attendibili, che servizio offrono ai pazienti? La Cgil va all'attacco: «L'esito della prova non dipende dalla preparazione dei candidati, non è credibile che siano tutti asini». Diverso il parere dell'Ipalvsi Basilicata: «La vicenda dimostra che non è vero che fare l'infermiere è cosa facile». Pirro a pag. 17 NAPOLI Bocciati alla prova. La lista è lunga: infermieri di Napoli, Erice, Salerno, Roma, Torino, Potenza, Taranto, Cosenza, Voghera, Castellammare di Stabia, Agrigento, Nocera Inferiore e tante altre città, soprattutto del Mezzogiorno. Operatori sanitari già in servizio negli ospedali o nelle Asl: a sorpresa, tutti vengono giudicati non idonei per lavorare in una struttura diversa dalla loro. Dal primo all'ultimo, non passano la selezione. Unico risultato: nessuno ottiene il trasferimento nella meta agognata, tra le sorgenti e i vigneti lucani, a Rionero in Vulture. Ed è bufera sul Crob, acronimo che sta per Centro di riferimento oncologico della Basilicata. Dove, per raccontare la vicenda, si parte dai numeri. Appena 5 i posti disponibili. L'istituto di cura e ricerca pubblica «un avviso di mobilità regionale ed extraregionale, per colloquio e valutazione curriculare», deve reclutare i «collaboratori professionali sanitari-infermieri». Tra i requisiti richiesti, «essere dipendenti a tempo indeterminato» di una azienda sanitaria o ospedaliera della Basilicata o un'altra regione. Presentano la domanda 408 infermieri, di cui 303 ammessi al colloquio, come si legge nell'avviso pubblico, «diretto alla valutazione delle capacità professionali». Il punteggio minimo da conseguire è di 14/20. Non lo raggiunge nessuno dei 144 infermieri che sostengono la prova a Rionero. LE STORIE Quasi tutti sono emigrati della sanità. Pronti ad attraversare l'Italia pur di cercare di tornare, o quantomeno avvicinarsi, a luoghi familiari. Come racconta G.: «Lavoro nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Alessandria. Ho 27 anni, sono originario della provincia di Salerno e, dopo la laurea, superato un regolare concorso, nel gennaio 2009 sono stato assunto. Nel corso degli anni, tra le altre cose, ho conseguito un master in management delle professioni sanitarie e ho partecipato a numerosi corsi di aggiornamento. Ho sempre sperato che venisse bandito un concorso o pubblicato un avviso di mobilità nella mia regione o in zone limitrofe, per ovvi motivi. Per questo ho percorso 2000 chilometri, tra viaggio di andata e ritorno, sottraendo tre giorni al lavoro, senza aver concluso niente a Rionero in Vulture. Ma si può giudicare un professionista con una o due domandine?» La Cgil va all'attacco: «L'esito della prova non dipende dalla preparazione dei candidati, non credo siano tutti asini. Se così fosse sarebbero inadeguati anche negli ospedali dove lavorano ora» sostiene Gianluca Mezzadri, coordinatore nazionale per le professioni sanitarie del sindacato, che aggiunge: «Anche a scuola, quando si bocciano tutti, una riflessione sulla commissione bisogna pur farla». Il sindacalista allarga le braccia: «Dispiace che accadano episodi del genere. Specie quando colpiscono professionisti che hanno già anni di esperienza e vengono fatti fuori a un colloquio. Così non si fa selezione, la prova va ripetuta». Diverso il parere di Vito Milione, presidente di Ipalvsi Basilicata: «La vicenda dimostra che non è vero che, come si suol dire, che fare l'infermiere è cosa facile. A ogni prova di selezione per l'accesso al corso di laurea, per gli esami da sostenere durante il percorso di studi, nonché ai concorsi di assunzione o mobilità, bisogna essere preparati e quindi bisogna studiare». Il Crob puntualizza che «la verifica fatta ha tenuto conto della specificità della struttura ospedaliera». Presto un altro concorso pubblico (quindi non più il ricorso alla mobilità) sarà bandito per assumere i 5 infermieri. Come a dire, non è mai troppo tardi (per ritentare). Maria Pirro SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Quell'esame da infermiere senza un promosso 08/08/2013 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 17 (diffusione:210842, tiratura:295190) Donna morta dopo il parto indagati medici e ostetrici SONO SEI LE PERSONE A CUI LA PROCURA HA NOTIFICATO L'AVVISO DI GARANZIA CROCETTA: POTENZIAMO I PUNTI NASCITA PALERMO Non è più contro ignoti l'inchiesta aperta dalla Procura di Nicosia sulla morte di una donna di Gangi (Palermo) di 40 anni, Antonina Seminara, deceduta poche ore dopo aver subito un taglio cesareo per l'estrazione del feto già senza vita. Sono sei le persone a cui i pm hanno notificato l'avviso di garanzia per omicidio colposo e aborto colposo in concorso: due ginecologi, un anestesista, due ostetrici ed un operatore del 118. L'iscrizione nel registro degli indagati è, in questi casi, un atto dovuto che consente ai sanitari coinvolti nella vicenda di nominare consulenti che possono partecipare al compimento degli atti irripetibili: come le due autopsie sui corpi della donna e del figlio che verranno eseguite tra oggi e domani. Per chiarire cosa sia accaduto, il ministro Lorenzin, martedì, ha inviato in Sicilia gli ispettori del ministero e accertamenti sono stati disposti anche dall'assessore regionale alla Sanità Lucia Borsellino. Antonella Seminara, incinta di otto mesi è morta mentre l'elicottero dell'elisoccorso la trasportava dall'ospedale Basilotta di Nicosia (Enna) al nosocomio di Sciacca. A Nicosia la puerpera è giunta domenica sera, accusando un forte dolore addominale. L'ecografia ha attestato l'assenza di attività cardiaca del feto e un distacco di placenta. Estratto il bimbo già morto con un cesareo, si è deciso il ricovero urgente in un reparto di Terapia intensiva perché la paziente ha avuto una forte emorragia interna. Ma il mezzo dell'elisoccorso di Caltanissetta, che avrebbe dovuto condurre la donna in un centro attrezzato, era guasto. Ne è stato chiamato un altro da Palermo, che sarebbe dovuto giungere 30 minuti dopo la mezzanotte, ma a causa delle folate di vento, ha ritardato l'atterraggio. Intanto, le condizioni della Seminara sono peggiorate. La paziente è morta in volo per lo shock emorragico e l'elicottero ha raggiunto il nosocomio due ore dopo l'intervento. L'inchiesta aperta dal ministro dovrà verificare le modalità organizzative di trasporto, il percorso diagnostico e terapeutico e la distribuzione dei posti di Rianimazione nelle varie province. Sulla vicenda è intervenuto anche il Governatore siciliano Rosario Crocetta che ha reso noto che: «la giunta di governo ha deciso di disporre che le aziende sanitarie completino il potenziamento dei punti nascita previsti dalla programmazione regionale assicurandone l'adeguamento degli organici ricorrendo a tutti gli strumenti previsti dalla normativa vigente». SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INCHIESTA 08/08/2013 QN - Il Resto del Carlino - Bologna Pag. 9 (diffusione:165207, tiratura:206221) FEDERICA GIERI di FEDERICA GIERI «FARE politica sanitaria con queste percentuali drastiche di tagli che, oltretutto, non tengono conto delle nostre specificità, significa affossare tutto». Da fiore all'occhiello a buco nero. «La nostra sanità si sta sgretolando. È vero allarme: la situazione non va sottovalutata». Ecco perché «occorre una svolta» sotto forma di patto che, a settembre, metta tutti attorno a un tavolo per allestire e attuare un piano salva-sanità. Alessandro Alberani, segretario della Cisl metropolitana, non usa mezzi termini ma la calcolatrice, come impone quel mix micidiale tra stratificazioni di finanziarie, spending review e decreto Balduzzi. Risultato: più di mille posti letto in meno (se anche il decreto Balduzzi diventasse operativo, altrimenti ci si fermerebbe forse alla metà). E assunzioni più che centellinate, perciò sempre insufficienti a coprire i posti vacanti. SNOCCIOLA numeri che sono spine nel fianco, il numero uno di via Milazzo: «Sono già stati tagliati 443 posti letto tra degenza e day hospital. Ma se fossero confermate le attuali previsioni, ne perderemmo altri 700 perché dovremmo passare da 5,41 a 3,41 posti letti per mille abitanti. Non siamo tranquilli: gli effetti sono devastanti». E il bollettino della potatura racconta di circa 300 letti in meno in quota all'Ausl, un centinaio al Sant'Orsola e altrettanti al Bellaria. Giusto per dare un nome e un cognome. E se Sparta piange, Atene non ride. «Siamo sotto organico in modo pesante», avverte Alberani. E, infatti, per ridurre al massimo la spesa per il personale, la Regione ha limitato il turn over, dando semaforo verde a una copertura media regionale del 25% dei posti liberi. Calato nella nostra realtà, ciò vuol dire che al Sant'Orsola, su 427 posti vacanti, solo 88 potranno essere coperti; al Rizzoli su 94, 21 (35%). INFINE, c'è il busillis dell'Ausl: 326 i posti disponibili, 82 (25%) quelli su 'mercato'. Peccato che l'Azienda di via Castiglione metterà la firma solo in calce a 40 contratti, di cui ben 10 sulla dirigenza. Un tema quest'ultimo che sembra proprio un nervo scoperto. «Tra le figure sanitarie solo il 3,6% ha incarichi organizzativi contro il 25% degli amministrativi - sottolinea Alberani -: un'ingiustizia che va sanata». Del resto, delle poche assunzioni autorizzate dalla Regione nelle aziende sanitarie bolognesi buona parte sono dirigenti: 24 al Sant'Orsola e 11 al Rizzoli. «Questo paradigma va ribaltato - protesta Gina Risi, responsabile sanità della Fp-Cisl provinciale -. Bisogna aumentare il personale di assistenza». INSOMMA, «Bologna è penalizzata dai tagli lineari». E sul banco degli imputati finisce anche la Regione, accusata di praticare «gli stessi tagli lineari per i quali ha sempre criticato il governo», peraltro calcolati «sulla base di parametri standard che tengono conto della popolazione, ma non delle eccellenze e dell'Ateneo - attacca Alberto Schincaglia, responsabile welfare della Cisl provinciale -. Bologna dovrebbe rivendicare un primato sulla regione: non si può trattare il Sant'Orsola come gli altri ospedali, solo in rapporto ai costi standard». Ecco perché «dobbiamo riprenderci una centralità che non abbiamo - conclude Alberani -. Stiamo andando verso la città metropolitana e non abbiamo il giusto peso in Regione». Image: 20130808/foto/1339.jpg SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il sindacato ex bianco ha presentato un dossier dal titolo 'Sanità a Bologna: i tagli lineari penalizzano gli ospedali e i cittadini' 08/08/2013 QN - Il Resto del Carlino - Ancona Pag. 2 (diffusione:165207, tiratura:206221) Intanto a Jesi scatta l'allarme ozono «Superata la soglia, rischio per la salute» SIAMO agli sgoccioli della prima settimana senza Tac all'ospedale geriatrico Inrca. Niente da fare, nonostante gli sforzi profusi dalla direzione medica dell'ospedale della Montagnola, il delicato apparecchio, fondamentale per la valutazione dei casi clinici, continua a restare fuoriuso. Un doppio guasto quello che ha colpito la Tac, finita ko venerdì scorso e, da allora, in attesa di una riparazione quanto mai urgente. Quando sembrava che il guasto fosse stato riparato, all'inizio di questa settimana, un ulteriore malfunzionamento, unito alla difficoltà di reperire un pezzo di vitale importanza, ha fatto sì che ieri mattina la tac non funzionasse ancora. Certo, il guasto si è verificato nel periodo peggiore dell'anno. Non solo per l'elevato afflusso di pazienti al pronto soccorso (o punto di primo intervento) in questo periodo di massima emergenza, ma anche in merito al fatto che reperire tecnici e parti di ricambio risulta una vera e propria impresa. LA CENTRALE del 118 ha già avviato un protocollo in base al quale i pazienti anziani che dovrebbero essere sottoposti a tac vengano trasferiti al pronto soccorso di Torrette. Parliamo dell'unico ospedale della zona tra Ancona e la parte sud della provincia che dispone di una tac, visto che anche ad Osimo e Loreto sono fuoriuso. Torrette, sempre più ospedale di riferimento, dove la Tac funziona e dove, in caso di guasto, è sempre possibile fare affidamento su altri apparecchi. In ogni caso il macchinario dell'ospedale regionale è davvero sotto pressione in questi giorni dopo i guasti delle altre apparecchiature del territorio. E IN CITTÀ le emergenze e i soccorsi non sono mancati ieri. La morte dell'operaio edile è stato il più grave. Per il resto anziani, allettati, ammalati: quello di ieri è stato un vero e proprio mercoledì nero. Un giorno da bollino rosso per il meteo e da circoletto rosso per il calendario. Una ventina i soccorsi in città tra la mattinata e il primo pomeriggio, la maggior parte dei quali in casa e all'interno delle case di riposo, dove l'uso dell'aria condizionata va centellinato. Un paziente è stato colto da una crisi molto seria all'interno di una casa di riposo della Baraccola: il pensionato, ultraottantenne, appariva già molto debole. AMBULANZE a massimo regime, automediche, Croce Gialla e Croce Rossa hanno girato in continuazione per rispondere ai casi segnalati dalla centrale operativa del 118, oberata anch'essa di lavoro. Sin dalla nottata hanno iniziato ad arrivare richieste di soccorso, richieste che seguivano i consulti di molti pazienti coi propri medici di famiglia i quali, a loro volta, considerati i quadri clinici, consigliavano ai parenti degli ammalati di rivolgersi al 118. UN BAGNANTE è stato soccorso in spiaggia a Torrette, un altro anziano ha avuto una crisi di caldo in pieno centro ad Ancona, mentre passeggiava. La maggior parte degli altri interventi sono avvenuti in casa e hanno riguardato anziani oberati già da quadri clinici pregressi piuttosto seri. Uno, in particolare, ha avuto un esito molto grave: un pensionato colto da aneurisma a Torrette. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La centralina dell'Arpam è pure in una zona poco trafficata 08/08/2013 QN - Il Resto del Carlino - Ancona Pag. 12 (diffusione:165207, tiratura:206221) Ospedale e reparti a rischio, nuova petizione Tac in funzione solo la prossima settimana - OSIMO - LA NUOVA TAC è stata montata: domani sarà fatto il collaudo e sarà operativa dal 16 agosto. E intanto in Municipio all'indomani del consiglio comunale straordinario si è svolta la conferenza dei sindaci, per valutare le proposte del piano sanitario regionale e il piano delle reti cliniche che saranno approvati a breve dalla Regione ma che penalizzano la sanità della bassa Valmusone. I sindaci dei Comuni interessati chiedono che siano effettuate le necessarie modifiche al progetto del nuovo Inrca affinché possa rispondere alle esigenze della popolazione di questo vasto territorio a sud del capoluogo e che siano mantenuti in efficienza gli attuali presidi ospedalieri in attesa della nuova struttura all'Aspio di Camerano. Dalla riunione è scaturita la volontà di presentare alla Regione, dopo le ferie di ferragosto, un documento unitario con le controproposte che «dovranno essere prese in considerazione» per la tutela della salute del bacino di 120 mila utenze della Valmusone. Intanto parte oggi anche a Numana e Sirolo una raccolta firme a sostegno dei reparti di ginecologia e ostetricia dell'ospedale Santissimo Benvenuto e Rocco, e per il mantenimento della Potes per le 24 ore ad Osimo. v.d. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato OSIMO PARTITA UNA RACCOLTA FIRME ANCHE IN RIVIERA 08/08/2013 Libero - Ed. nazionale Pag. 19 (diffusione:125215, tiratura:224026) La Regione apre al San Raffaele. I sindacati: «Ora i fatti» B. B. ROMA C'è stata un'apertura da parte della Regione Lazio sul caso delle cliniche del Gruppo San Raffaele Pisana. Ma per conoscere il destino dei 2mila lavoratori e degli oltre 1800 pazienti in cura nelle 13 strutture sanitarie del Lazio, bisogna aspettare domani, quando vertici del Gruppo e rappresentanti regionali si vedranno di nuovo per tentare di sbloccare la situazione ed evitare la chiusura delle cliniche. Ma intanto il governatore Nicola Zingaretti si è mostrato sensibile sulla vicenda e pare siano arrivate rassicurazioni in merito, tanto è vero che la manifestazione in programma per oggi sotto la sede della presidenza della Regione è stata revocata. Lo rende noto il il Comitato per la difesa del San Raffaele che «prende atto del comunicato ai lavoratori emanato dal presidente e dall'amministratore delegato della San Raffaele Spa, con il quale si dà notizia dell'impegno da parte della Regione a ricercare soluzioni a brevissimo termine, entro venerdì prossimo, alla grave crisi finanziaria denunciata dalla società, scongiurando così la chiusura delle 13 strutture e i conseguenti licenziamenti dei 2mila operatori». Il Comitato esprime la propria fiducia all'azienda e alla presidenza della Regione Lazio, recita la nota. «Pertanto la manifestazione di giovedì alle 10 viene al momento revocata in attesa di conoscere gli esiti della trattativa in corso». Per i sindacati alle parole devono seguire i fatti. «Se non avremo risposte concrete a strettissimo giro», ha avvertito il segretario di Ugl Sanità Roma e Lazio, Antonio Cuozzo, «siamo pronti a proclamare la mobilitazione del personale. Apprezziamo il fatto che i vertici del San Raffaele e la Regione si siano seduti ad un tavolo comune», ha ribadito il sindacalista, «ma ancora non ci sono certezze, e non è del tutto chiaro se saranno pagati gli stipendi arretrati dei lavoratori nella loro interezza». E ancora: «È il terzo anno che i dipendenti del Gruppo passano un agosto troppo "cal do", adesso servono risposte immediate». Per Cuozzo «non è più il momento di aspettare», quindi l'auspicio è che si elabori una soluzione reale che rappresenti una boccata di ossigeno per i dipendenti, perché «nelle strutture si respira un clima di forte tensione ed esasperazione, a partire dal San Raffaele di Cassino». Anche la Cgil chiede all'amministrazione regionale di accelerare le procedure di verifica per lo sblocco dei crediti che il Gruppo vanta nel Lazio e di rispettare gli accordi sottoscritti a fine luglio. Accordi che non riguardano solo i fondi erogati, ma anche le regole e ogni cosa serva a garantire l'assistenza ai pazienti, nonché la fornitura dei farmaci e di quant'altro indispensabile in presidi d'ec cellenza quali sono le cliniche del Gruppo San Raffaele. Dunque, anche per pagare gli stipendi degli operatori delle cliniche, pronti perfino a gesti estremi in assenza di un segnale chiaro dalla Regione. Segnale che, si spera, arrivi già domani. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nel Lazio 13 cliniche a rischio chiusura 07/08/2013 Il Secolo XIX - Genova Pag. 14 (diffusione:103223, tiratura:127026) La Asl 3 assume due dirigenti: bufera per il sì della Regione I sindacati all'assessore: servono infermieri IL CASO Cisl e Uil insorgono, Cgil non interviene. Rosso: «Questa decisione urla vendetta» GUIDO FILIPPI «MANCANO i medici, gli infermieri, i tecnici di radiologia, i fisioterapisti per la riabilitazione e la settimana prima di Ferragosto la Regione autorizza la Asl 3 a nominare due nuovi dirigenti amministrativi. Ma siamo matti?». La voce sdegnata è quella di Emilio De Luca, segretario della Uil alla Asl 3, che assieme a Luciana Notari (responsabile della Cisl alla Asl 3), punta il mirino su piazza De Ferrari per bloccare quella che definisce «Un'operazione vergognosa e sospetta». Ieri la Uil e la Cisl - la Cgil non si è per il momento schierata hanno preparato un volantino che verrà distribuito da oggi negli ospedali, negli ambulatori e negli uffici della Asl 3. Il titolo è eloquente: "Regione Liguria...blitz d'agosto?" e i contenuti sono pesanti dalla prima all'ultima riga. I due sindacati arrivano una settimana dopo l'intervento in tackle del consigliere regionale del Pdl Matteo Rosso che ha presentato un'interrogazione urgente in consiglio regionale sulle due deroghe agostane, già molto chiacchierate tra insinuazioni, sorrisini e solito sospetti. «È una vicenda che urla vendetta - commenta il medico del Pdl - Da una parte Montaldo chiede di ridurre il personale amministrativo e dall'altra concede le deroghe. Non è che sanno già chi mettere in quei posti? E comunque se la Regione non sospende la decisione, chiedo che venga convocato in commissione Salute il direttore della Asl 3 Bedogni, che dovrà dire se queste due assunzioni sono più importanti di altre». Voci di corridoio (maliziose o informate sui fatti?) riferiscono che ci sono già due dipendenti della Asl 3, una donna e un uomo molto apprezzati in Regione, che hanno i requisiti per poter ottenere i "gradi". Ma cosa ha scatenato l'attacco dei sindacati alla Regione? L'assessorato alla Salute della Regione ha autorizzato la direzione della Asl 3 a fare un concorso per assumere due dirigenti amministrativi con una decisione che ha creato imbarazzo all'interno del quartier generale di via SILURI INCROCIATI Bertani anche perché, nei mesi scorsi, nel segno della spending review sono state tagliate alcune poltrone e accorpati alcuni servizi amministrativi sotto un unico responsabile. Lo conferma anche un dirigente con anni di militanza nella Asl e un'intensa attività sindacale che si lascia scappare: «Abbiamo bisogno di deroghe per altre figure professionali a partire dai medici, per garantire l'attività ambulatoriale». E il direttore generale della Asl 3 Corrado Bedogni come commenta la vicenda? Il suo cellulare squilla a vuoto quando non è staccato. Di sicuro la notizia delle due deroghe ha già fatto venire il bruciore di stomaco a molti dipendenti della Asl 3. Ieri Cisl e sono partite in quarta, decise a non concedere tregua a Montaldo e alla Regione sulle due deroghe contestate. Luciana Notari ed Emilio De Luca ricordano il precedente dell'estate scorsa quando i sindacati erano intervenuti e avevano stoppato un'operazione simile. «Ci riprovano, senza vergogna. Da una parte impongono il rigore, riducendo i servizi e bloccando il turn over e poi si inventano due deroghe. Da quello che ci risulta, i vertici della Asl non hanno più chiesto di due nuovi dirigenti amministrativi>. Contestano, numeri alla mano, la decisione dell'assessorato alla Salute: «La Asl 3 ha chiesto la deroga per 15 infermieri e ha ottenuto il via libera solo per 9. Non è andata meglio per i medici: sono state accolte 23 richieste su oltre 30, mentre sono state autorizzate assunzioni con il contagocce per tecnici di radiologia e fisioterapisti. E ora si inventano due nuovi dirigenti: strano vero?». Puntuale parte l'ultimatum: «La Regione faccia retromarcia e annulli le deroghe, altrimenti sarà scontro totale». E la repolica dell'assessore Montaldonon si fa attendere: «Non commento, penso, però, che le richieste di deroghe siano state argomentate». Foto: Manifestazione dei sindacati davanti alla sede della Asl 3 SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PIOGGIA DI CRITICHE ALLE DEROGHE CONCESSE DALL'ENTE. ANCHE IL PDL ATTACCA MONTALDO 08/08/2013 Il Secolo XIX - Genova Pag. 18 (diffusione:103223, tiratura:127026) Nuovi dirigenti alla Asl 3 la Regione fa retromarcia Montaldo: non ci saranno nomine. Della Bianca: controlli sul Gaslini GUIDO FILIPPI RETROMARCIA con effetto immediato, senza perdere nemmeno un giorno, per non alimentare altre polemiche e tentare di evitare l'ennesimo scontro con i sindacati. La Asl 3 non farà il concorso per assumere probabilmente nominare all'interno dell'azienda - due nuovi dirigenti amministrativi. Dopo che la Cisl e la Uil avevano attaccato la Regione, il consigliere regionale del Pdl Matteo Rosso aveva presentato un'interrogazione urgente, ieri è intervenuta anche la Cgil: «È stata una scelta paradossale e contraddittoria con quanto sostenuto fino ad oggi sia in consiglio regionale che nei confronti sindacali. Ormai da anni ci sentiamo dire che le necessità economiche impongono restrizioni e maggior controllo sulla spesa, tanto da arrivare, in tutte le aziende, al blocco totale delle assunzioni e del turnover del personale. Da una parte si chiedono al personale addetto all'assistenza turni massacranti, ferie programmate e non concesse, pronti soccorsi al delirio e dall'altra la priorità della Regione e della Asl 3 è essere diventata quella di assumere due dirigenti amministrativi. Per questo chiediamo a Burlando e Montaldo di ritirare immediatamente i provvedimenti». Puntuale ieri mattina, la direzione della Asl 3 ha ricevuto la comunicazione dalla Regione di non far partire i concorsi. «Non verranno nominati due nuovi dirigenti amministrativi», ha ripetuto ieri mattina l'assessore alla Salute Claudio Montaldo, mentre il direttore generale della Asl 3 Corrado Bedogni ha assicurato che «non sono previsti concorsi per dirigenti». Ieri sulla vicenda è intervenuto anche Raffaella Della Bianca, consigliere regionale del Gruppo misto che ha presentato unì'interrogazione in consiglio regionale e allargato il tiro sul fronte delle deroghe, sospettando manovre sospette e assunzioni pilotate. «Un'analoga autorizzazione era già stata concessa alla fine del 2012 al Gaslini e alla Asl 5 Spezzina ma il numero dei dirigenti amministrativi continua a crescere, nonostante gli accorpamenti». La polemica fa rotta sull'ospedale pediatrico e sulla Asl spezzina: «Voglio sapere se in base a quali contenuti istruttori, la Regione ha autorizzato la richiesta le richieste e se il Gaslini, che ha già assunto il dirigente, aveva prima fatto ricorso alla mobilità». Ma Della Bianca contesta anche la distribuzione dei dirigenti amministrativi all'interno delle cinque Asl liguri. «Ci sono addirittura cospicue diversità retributive. Attendo spiegazioni da Montaldo». Foto: Una protesta dei dipendenti della sanità in piazza De Ferrari SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DOPO LA DENUNCIA DEI SINDACATI 08/08/2013 L Unita - Ed. nazionale Pag. 7 (diffusione:54625, tiratura:359000) LU. CI. ROMA Oggi è il giorno degli interventi per contrastare il fenomeno del femminicidio al Consiglio dei Ministri. Nella prima mattinata Palazzo Chigi ha messo all'ordine del giorno anche il decreto per arginare l'escalation delle aggressioni alle donne, chiamato «disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province». Si tratta di un provvedimento interministeriale al quale hanno lavorato, oltre alle Pari opportunità (ministero Lavoro e Welfare), anche i dicasteri dell'Interno e della Giustizia. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Enrico Letta ch e con questo provvedimento vuole dare un segnale alle sollecitazioni ricevute nelle scorse settimane dalle associazioni e dai centri anti violenza. Con l'obiettivo anche di varare nuove norme contro stalking, violenze domestiche e cybercrime. A fine luglio, a pochi giorni dalla formalizzazione della delega sull e pari opportunità , il viceministro Maria Cecilia Guerra aveva convocato la task force interministeriale contro la violenza verso le donne, già istituita dal ministro Josefa Idem; hanno partecipato tutti i capi di gabinetto dei vari ministeri coinvolti: istruzione, lavoro, giustizia, salute, economia, integrazione, esteri, difesa nonché il consigliere per le politiche di contrasto della violenza di genere e del femminicidio del ministero dell'interno. È possibile oggi infatti che la discussione venga avviata a partire dalle proposte dell'exministro Josefa Idem che, raccogliend ogli impulsi delle campagne stampa, aveva istituito la task force. Si dovrebbe in ogni caso procedere sulla scia del piano nazionale contro la violenza sulle donne approvato nella scorsa legislatura, irrobustito e rafforzato da ulteriori risorse economiche. È possibile che tra le principali misure trovino spazio nuove norme per la prevenzione e il contrasto degli atti persecutori e interventi sulla violenza domestica, anche in assenza di querela di parte. In agenda forse anche interventi per una maggiore tutela degli stranieri vittime di violenza domestica. Tra le ipotesi anche la creazione di un osservatorio sulla violenza di genere, come sistema integrato delle informazioni statistiche e come metodo di monitoraggio del fenomeno. Nelle settimane scorse si era anche parlato dell'istituzione di un numero verde per gli uomini violenti che decidono di chiedere aiuto. Le norme fanno di un piano complessivo per la sicurezza elaborato dal ministero dell'Interno nel quale è preponderante l'impegno contro le violenze sulle donne. La discussione, che si svilupperà nel corso dei prossimi mesi in Parlamento, oltre allo stalking e all'aggravante per il reato di femminicidio potrebbe svilupparsi anche sulle forme di cybercrime e il cosiddetto «hate speech». La questione si configura come una emergenza sociale dato che, come ha rilevato l'istituto di ricerca indipendente Eures nel 2012 sono state uccise 159 donne, contro le 170 del 201. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Arginare il femminicidio Oggi il governo vara i primi interventi 08/08/2013 QN - La Nazione - Firenze Pag. 15 (diffusione:136993, tiratura:176177) «Mondiali, sanità pronta a ogni emergenza» FIRENZE UNA TASK force di coordinamento logistico, tre livelli di assistenza, dieci azioni delle Asl, un plotone di forze in campo con un coinvolgimento eccezionale del volontariato. Il sistema sanitario regionale è pronto per affrontare la settimana 'calda' dei mondiali di ciclismo, quando quattro province toscane saranno invase da un milione e mezzo di persone. L'assessore regionale alla Sanità, Luigi Marroni, ha presentato ufficialmente ieri l'organizzazione del settore per riuscire a sostenere l'attività ordinaria e le emergenze. Dal 22 al 29 settembre (dal 21 con la corsa amatoriale di gran fondo) il gotha del ciclismo e tifosi da tutto il mondo si riverseranno sul territorio di Firenze, Pistoia, Prato e Lucca. CON QUESTO piano la Regione promette una copertura sanitaria massima, con tre livelli di assistenza rivolti alla popolazione locale, agli spettatori e agli atleti, in collaborazione con il comitato organizzatore. Da quasi due anni di studio, il piano sanitario regionale ha già ricevuto l'approvazione preliminare da parte dell'Unione ciclistica internazionale e del Comitato organizzatore del mondiale. La preparazione è stata affidata ad una cabina di regia a Careggi e ad un comitato operativo con referenti tecnici di tutte le direzioni sanitarie coinvolte. Il piano prevede dieci azioni di coordinamento, potenziamento delle strutture, comunicazione e ipotesi di maxi-emergenza. Ricordiamo che dovrebbero arrivare da fuori regione circa 350mila persone, mentre sono attesi mille atleti e 7mila persone accreditate. Per tamponare qualsiasi grande emergenza è previsto il coinvolgimento di sette Asl e di presidi ospedalieri non interessati ai percorsi della gara come Empoli, Figline e Borgo San Lorenzo. Sarà garantito il servizio sanitario ordinario a chi rimane in città, soprattutto a Firenze. Così sono state potenziate le strutture sanitarie limitrofe e l'assistenza domiciliare, mentre la viabilità è stata riorganizzata con varchi strategici. Il 118 della provincia di Firenze avrà 34 postazioni di emergenza, 45 mezzi e tre postazioni di pronto soccorso temporaneo. Laura Tabegna Image: 20130808/foto/8568.jpg SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'EVENTO PREVISTO UN MILIONE E MEZZO DI ARRIVI. MARRONI PRESENTA IL PIANO D'AZIONE 08/08/2013 Il Salvagente - N.32 - 8 agosto 2013 Pag. 19 (diffusione:49000, tiratura:70000) E-CIG, VIA AL DIVIETO PER I MINORI Dal 30 luglio è vietato vendere sigarette elettroniche ai minorenni, così come è vietato fumarle nei locali chiusi delle scuole. Lo prevede l'ordinanza del ministero della Salute del 26 giugno, che ha efficacia di un anno. Nel frattempo, il Consiglio dei ministri ha varato un disegno di legge più organico, sempre a firma del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che una volta in vigore dovrebbe sostituire l'ordinanza. Tra le altre novità, il disegno di legge vieta di fumare le e-cig anche nei locali delle scuole all'aperto (cortili e palestre). SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ordinanze 08/08/2013 Il Salvagente - N.32 - 8 agosto 2013 Pag. 39 (diffusione:49000, tiratura:70000) CORDONE OMBELICALE Quando la vita comincia e può salvare altre vite Livia Parisi Fino a pochi anni fa veniva gettato via con tutta l'acqua sporca. Poi si è scoperto che è un bene prezioso per la salute propria e altrui. È il cordone ombelicale, ricco di cellule staminali ancora indifferenziate in grado di poter essere utilizzate per rigenerarne di nuove, così da curare molte malattie ematologiche e immunologiche. Le circa 30.000 unità di staminali placentari conservate nelle banche pubbliche italiane hanno consentito il trapianto a 1.400 malati. Eppure sono insufficienti per rispondere alle esigenze di tutti i pazienti che ne avrebbero bisogno. Molti genitori sono consapevoli di questa risorsa e del loro potere di scelta, ma la maggioranza non si pone il problema. Ma cosa prevede la legge? Sistema pubblico L'Italia, seguendo le indicazioni della normativa europea in materia, incentiva la donazione. È possibile, infatti, conservare le cellule staminali per uso allogenico, ovvero altruistico , presso strutture pubbliche denominate "Banche di sangue di cordone ombelicale". Purtroppo la raccolta non è possibile in tutti i punti-nascita, poiché per essere accreditati devono garantire il rispetto di determinati parametri di sicurezza e tracciabilità. Inoltre la donazione non è sempre suggerita dal personale sanitario alle mamme in attesa, che spesso non ricevono le informazioni necessarie e ignorano la possibilità del dono, così l'informazione è offerta soprattutto da associazioni di volontariato come l' Adisco (Associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale) e la Federazione italiana Adoces (Associazioni donatori di cellule staminali). La legge prevede però un'eccezione, ovvero la conservazione dedicata allo stesso neonato (se alla nascita presenta una patologia in cui è indicato il trapianto autologo ) e nel caso in cui la famiglia sia a rischio di avere figli affetti da malattie genetiche per le quali risulti appropriato il trapianto. In questi casi, definiti di donazione dedicata , le cellule staminali vengono conservate gratuitamente nelle banche pubbliche italiane, ma sono a esclusiva disposizione del soggetto che dona e della sua famiglia. Banche private Fatta eccezione per questi casi, è vietato l'uso autologo e la conservazione a scopi personali, come previsto già da una prima ordinanza del ministero della Salute del 2002, confermata dal Tar del Lazio. "Non risponde ai criteri di costo ed efficacia necessari per erogare prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale e non risponde alle raccomandazioni dei maggiori organismi internazionali", precisò l'allora ministro della Salute, Girolamo Sirchia . La legge consente però un escamotage, la conservazione, a spese della famiglia, in banche private. Tali istituti sono vietati in Italia (così pure in Francia) da un'ordinanza ministeriale del 25 febbraio 2004. Ma non lo sono all'estero . E molti genitori decidono, previo rilascio da parte delle Regioni del nulla osta all'esportazione, di stipulare un contratto con centri svizzeri, tedeschi, inglesi, statunitensi, pagando cifre non indifferenti: in genere sui 2.000 euro per l'invio del kit, gli esami iniziali e i trattamenti per la conservazione, nonché una quota di 150-300 euro all'anno per la durata della conservazione, in genere 20-25 anni. I siti internet delle banche private sono ammiccanti e spesso non esplicitano che la conservazione avverrà all'estero, perché si appoggiano a intermediari italiani, come Sorgente, Seracell, Smartbank. E questa scelta, se comprensibile dal punto di vista psicologico, spesso si alimenta di false promesse. Diritti Salute Il Salvagente 8-22 agosto 2013 SARDEGNA ? BANCA DEL SANGUE CORDONALE DI CAGLIARI AZIENDA OSPEDALIERA G. BROTZU Tel. 070/6092985 E-mail: [email protected] SICILIA ? BANCA DEL SANGUE CORDONALE DI SCIACCA PO "GIOVANNI PAOLO II" (AG) Tel. 0925/962454 o 3343393877 E-mail: [email protected] TOSCANA ? BANCA DEL CORDONE OMBELICALE AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA CAREGGI, FIRENZE Tel. 055/7947672 E-mail: [email protected] ? BANCA CELLULE E TESSUTI AZIENDA OSPEDALIERA DI PISA Tel. 050/995522 E-mail: [email protected] VENETO ? PADOVA CORD BLOOD BANK AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA Tel. 049/8211480-1474 E-mail: [email protected] ? BANCA DEL SANGUE PLACENTARE DI TREVISO OSPEDALE REGIONALE DI TREVISO Tel. 0422/322486 E-mail: [email protected] ? BANCA DEL SANGUE DEL CORDONE OMBELICALE POLICLINICO DI VERONA Tel. 045/8124738 045/8124321 E-mail:bancacordone.verona@ SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato COME DONARE LE PREZIOSE CELLULE STAMINALI Diritti Salute 08/08/2013 Il Salvagente - N.32 - 8 agosto 2013 Pag. 39 (diffusione:49000, tiratura:70000) SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ospedaleuniverona.it ABRUZZO/MOLISE ? BANCA SCO REGIONE ABRUZZO PECB OSPEDALE CIVILE "SPIRITO SANTO", PESCARA Tel. 085/4252374-2687 E-mail: [email protected] CALABRIA ? CALABRIA CORD BLOOD BANK PRESIDIO "EUGENIO MORELLI", REGGIO CALABRIA Tel. 0965/393723 E-mail: [email protected],[email protected] CAMPANIA ? BANCA SANGUE CORDONE OMBELICALE REGIONE CAMPANIA A.O.R.N. SANTOBONO PAUSILIPON, NAPOLI Tel. 081/2205511-5581 E-mail: [email protected] EMILIA-ROMAGNA ? EMILIA-ROMAGNA CORD BLOOD BANK POLICLINICO S. ORSOLA-MALPIGHI, BOLOGNA Tel. 051/6363011, 051/6364779 E-mail: [email protected] [email protected] A CHI RIVOLGERSI Le unità di sangue placentare raccolto presso i punti nascita vengono inviate presso 19 strutture pubbliche denominate "Banche di sangue del cordone ombelicale". Ogni Banca, dopo una serie di analisi che escludono le unità non conformi, procede alla conservazione delle unità "buone" e trasmette i dati al Registro nazionale (IBMDR), al quale accedono tutti i Centri trapianto per la ricerca dei donatori compatibili per i pazienti che necessitano di trapianto.L'ILLUSIONE DELLA CONSERVAZIONE "EGOISTA" Ecco perché pagare non serve per garantire la salute dei figli Sono pochissimi i casi in cui il sangue da cordone ombelicale ( Sco ) può essere utilizzato dal donatore stesso, perché molte delle malattie per cui è utilizzato sono genetiche, dunque un autotrapianto sarebbe inutile. Su circa 100.000 unità esportate finora dall'Italia in banche private per uso autologo, solo una risulta esser stata utilizzata : è accaduto a maggio scorso, negli Stati Uniti, per una bimba affetta da paralisi cerebrale. "Per lungo tempo le banche private hanno riportato nei loro dépliant che più di 80 malattie fossero curabili col trapianto autologo di cellule del cordone. È dovuta intervenire l' Antitrust per far correggere tale disinformazione", spiega Licinio Contu , ematologo e genetista, oggi presidente della Federazione ita- liana Adoces . "Le banche private - prosegue - promettono che il cordone crioconservato potrà essere utilizzato in futuro per la medicina rigenerativa, nei casi di infarto, ictus, Sla, Parkinson, Alzheimer. Ma questa è solo un'ipotesi allo studio, mentre è certo che queste malattie insorgono quasi sempre dopo i 40 anni e la scienza dimostra che il sangue cordonale non può essere conservato per più di 20". Quindi, salvo nuove scoperte, quando il donatore ne avrà bisogno le staminali saranno già morte . "Si sfrutta la disponibilità a fare qualsiasi cosa per i figli - conclude Contu - ma la conservazione nelle banche private è inutile per il neonato". In compenso provoca lo spreco di una risorsa che potrebbe salvare la vita di altre persone. LAZIO ? BANCA SANGUE PLACENTARE OSPEDALE S. EUGENIO, ROMA Tel. 06/51002259/48 E-mail: [email protected], [email protected] ? BANCA REGIONALE SANGUE CORDONE OMBELICALE POLICLINICO UMBERTO I, ROMA Tel. 06/49976549 E-mail: [email protected] [email protected] ? UNICATT CORD BLOOD BANK POLICLINICO A. GEMELLI, ROMA Tel. 06/30154068, 06/3051757 E-mail: [email protected] LIGURIA ? LIGURIA CORD BLOOD BANK IRCCS SAN MARTINO, GENOVA Tel. 010/5553148 E-mail: [email protected] LOMBARDIA ? MILANO CORD BLOOD BANK OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO, MILANO Tel. 02/55034050-4087 E-mail: [email protected] ? PAVIA CORD BLOOD BANK IRCCS POLICLINICO SAN MATTEO, PAVIA Tel: 0382/503086 E-mail: [email protected] [email protected] PIEMONTE/VALLE D'AOSTA ? TORINO CORD BLOOD BANK AZIENDA OSPEDALIERA S. ANNA, TORINO Tel. 011/3131811-5568 E-mail: [email protected] PUGLIA ? BANCA CORDONALE REGIONE PUGLIA POLIAMBULATORIO GIOVANNI PAOLO II, SAN GIOVANNI ROTONDO (FG) Tel. 0882/41620, 800402640 E-mail: [email protected] [email protected] Foto: Con le 30mila unità raccolte dal Ssn già eseguiti 1.400 trapianti 08/08/2013 Il Salvagente - N.32 - 8 agosto 2013 Pag. 46 (diffusione:49000, tiratura:70000) Un SMS solidale per piccoli cuori Ogni anno nasce nel mondo un milione di bambini col piccolo cuore malato. Di questi 800mila (una cifra che fa spavento)non hanno speranza di vivere, e crescere, solo perché nascono in paesi tanto poveri da non avere medici né ospedali adeguati. Per questo l'associazione Bambini cardiopatici nel mondo-Aici Onlus, fondata nel 1993 con il supporto volontario dei più affermati cardiochirurghi e specialisti e oltre 150 volontari da tutto il mondo, organizza missioni di speranza e progetti di sviluppo in grado di salvare la vita a molti bambini. Dal 2 al 15 settembre è possibile sostenerle aderendo alla campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi, avviata dall'associazione: basta donare 2 euro inviando un sms, o chiamando da telefono fisso il numero 45506. Il prossimo progetto prende il via a settembre(avrà termine nell'aprile 2014) con 8 missioni operatorie cardiochirurgiche in 4 paesi: Kurdistan iracheno, Egitto, Camerun ed Etio pia. Ogni missione dura mediamente 7 giorni, durante i quali l'équipe medica visiterà 250 bambini( in tutto saranno 2mila), effettuando le diagnosi, definendo le cure e operando i 10 casi più gravi. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Bambini 08/08/2013 Panorama - N.34 - 13 agosto 2012 Pag. 42 (diffusione:446553, tiratura:561533) Tra questi fumatori ci siete anche voi Sensuale, enfatico, esibitorio... Che sia virtuale o elettronico, il modo di tenere la sigaretta è un compendio di psicologia. Ecco dieci tipologie. (D.M.) Inibiti da divieti (persino se la sigaretta è elettronica), perseguitati dalla riprovazione generale, colpevoli di diffondere cattivi esempi. Sono i fumatori, categoria un tempo glamour, oggi fuori moda e persino un po' malsani (almeno, così vengono percepiti). In Italia, sono circa 10 milioni e mezzo (censimento 2013), si accendono la prima sigaretta a 17 anni, più uomini che donne, e smettono dopo i 40 anni. Fumare, per loro, è sempre più difficile. Oltre a essere candidati, così dice la scienza, a enfisemi, infarti e tumori, i luoghi dove danneggiarsi i polmoni sono sempre più ridotti: l'ultimo decreto legge del ministro della Salute Beatrice Lorenzin glielo impedisce anche nei giardini, nei cortili e nei parcheggi delle scuole. Non resta che ritrovarsi nei pochi luoghi all'aperto dove le nuvolette di fumo sono tollerate. Il settimanale Bloomberg Business li ha cercati fuori dagli edifici di Manhattan, a New York, osservandoli per una settimana e registrandone tic, manie e atteggiamenti. Il risultato: le dieci tipologie più diffuse. 9% 11 18 4% rumoroso Fuma ma non si è mai del tutto adattato. Tossisce, ansima, sbuffa, si agita. Molesto e pure un po' inquietante, è il tipico «homo disordinatus». Anche nei suoi pensieri. multitasking Mentre fuma telefona, o scrive messaggi, oppure consulta il tablet. Nevroticocompulsivo, tiene accesi i recettori cerebrali che corrispondono a gusto, olfatto, tatto. sensuale Tira boccate di nicotina (o di vapore acqueo, se la sigaretta è elettronica) lunghe, lente, sensuali. Non vuole essere ammiccante, è proprio che prova piacere erotico nel fumare (e non lo sfiora il pensiero della salute). ininterrotto Si accende una sigaretta con quella che spegne. Assuefatto, non penserà mai di smettere. Capace di far fuori tre pacchetti al dì, e di sognare che fuma quando dorme. L'insicurezza è il suo credo. doppio Un'inalazione, un Fuma la sigaretta,e beve il caffè. potenziano l'una con l'altra caffeina, che si nell'olfatto. Effetto Per chi non vuole farsi consumo sorsoe così via. Ama le interazioni biochimiche tra nicotinae nel gustoe sinergico garantito. mancare proprio nulla. 15 6% 5% 8% esibitorio Non si nasconde, non chiede scusa, non si sente a disagio. Pare dica: «Fumo, e allora?». Tiene la sigaretta vicino alla testa, con orgoglio. Ma è l'atteggiamento difensivo, di chi si sente un po' perseguitato. direzionale Dirige lo sbuffo di nicotina in una direzione precisa, dall'angolo della bocca, in genere verso l'alto. Magari formando anelli di fumo (se ne è capace). Vagamente esibizionista. enfatico Impugna ogni sigaretta con precisione, sottolineando il gesto, tenendola tra pollice e indice. Un po' stile Humphrey Bogart, con un pizzico di drammaticità maschile. scortese Fuma senza chiedere: «Disturbo, posso?» a chi è intorno. Sbuffa il fumo verso gli altri, senza pensarci. Quando ha finito, butta per terra il mozzicone (come per un improvviso disgusto). È maleducato. Al limite della sociopatia. a disagio Fuma ma si sente chiaramente colpevole e scambia sguardi per cercare comprensione e solidarietà con altri fumatori. Riconosce implicitamente la sua dipendenza ma non riesce a liberarsene. SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Scenari Social 08/08/2013 La Notizia Giornale Pag. 7 Enna, indagate sei persone nell'inchiesta della donna deceduta dopo il parto GRAZIANO BERTINI Ireati ipotizzati dai magistrati sono due: omicidio colposo e aborto colposo. E nell'ambito dell'inchiesta sulla morte in provincia di Enna di Antonina Seminara, spirata dopo aver partorito nell'attesa vana di un elicottero che potesse portarla in un centro medico più attrezzato, sono sei le persone finite nel mirino dal procuratore capo di Nicosia, Fabio Scavone. Si tratta di due ginecologi, un anestesista, due ostetrici ed un operatore del 118. La vittima era morta poche ore dopo aver subito un taglio cesareo per l'estrazione del feto, già morto. Il fascicolo è stato aperto in vista delle autopsie, che saranno svolte oggi pomeriggio sul bambino e domani sulla madre. Infatti l'iscrizione nel registro degli indagati, in questi casi, è un atto dovuto che consente ai sanitari coinvolti nella vicenda di nominare dei consulenti di parte che possano partecipare al compimento degli atti irripetibili, come gli esami autoptici. Un'attesa di tre ore Ad Antonina Seminara, 40 anni, originaria di Gangi, era stato effettuato il cesareo in via d'urgenza domenica pomeriggio. Dopo l'intervento, con il bambino venuto alla luce già morto, sarebbero intervenute gravi complicazioni. Ma al "Basilotta" di Nicosia, tra i monti di Enna e Caltanissetta, da 12 anni manca una sala rianimazione. La donna è morta, alcune ore dopo, sull'elicottero dell'elisoccorso che la stava trasportando alla Rianimazione di Sciacca, dopo aver atteso per quasi tre ore in ambulanza l'arrivo del velivolo che sarebbe dovuto arrivare da Caltanissetta. Ma l'elicottero era bloccato a causa di un guasto e a quel punto sono dovuti intervenire i carabinieri che hanno allertato l'elisoccorso di Palermo. Per la puerpera, alla sua prima gravidanza, era ormai troppo tardi. Le inchieste La vicenda è diventata immediatamente oggetto di inchieste da parte di due Procure, quella di Nicosia e quella di Sciacca. Non solo. Oltre alle verifiche disposte dall'assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, anche il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha disposto un'ulteriore ispezione. "Ho dato immediatamente mandato agli ispettori di recarsi in Sicilia - ha spiegato il Ministro - per accertare le cause che hanno portato al decesso della donna e del neonato e verificare le modalità organizzative di trasporto ed emergenza. Morire di parto nel 2013 è già difficile da comprendere, ma se ciò è provocato da negligenze è inaccettabile". Le indagini Disposta per oggi l'autopsia sul bambino Due procure indagano sulla vicenda SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 08/08/2013 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Mamma e neonato morti, l'accusa è omicidio colposo